Riunione Opec+ in corso, difficile fare previsioni. Petrolio stabile. L’economia cinese rallenta la sua corsa: il Congresso 2022 del partito si avvicina. La fiducia dei consumatori Usa e’ in calo, ma non allarma. Cresce l’attesa per il prossimo direttivo BCE del 9 settembre.
Nell’ultima seduta di agosto, le Borse europee hanno chiuso in calo una sessione incolore, soffrendo per i numeri elevati di inflazione europea di agosto e la loro possibile influenza sulle decisoni di politica monetaria nella prossima riunione della BCE (Banca Centrale Europea) del 9 settembre.
Il Dax tedesco ha perso il -0,49% nonostante i positivi dati sulla disoccupazione, scesa al 5,5% a livelli “pre-Covid, il Ftse100 di Londra -0,43% ed il Cac40 francese -0,24%. Il FtseMib italiano ha chiuso praticamente invariato, -0,06%.
Come accennato, a disturbare l’umore degli investitori ha concorso la dinamica dei prezzi al consumo di agosto nell’Euro zona. La variaziona annuale ha toccato il +3,0%, ben sopra le aspettative di consenso di +2,7%, ed in forte accelerazione rispetto alla rilevazione di luglio, +2,2%. In Italia, il CPI (Indice dei prezzi al consumo) sale a +2,1%, da +1,9% di luglio, il maggior aumento dal 2013.
Per quanto ancora attribuibile a fattori transitori, quali l’impennata dei prezzi dei prodotti derivati dal petrolio ed la difficile reperibilita’ di alcune materie prime industriali, una sua conferma nei prossimi mesi sugli attuali livelli potrebbe indurre la BCE a rivedere la propria attitudine di politica monetaria.
La crescita dell’inflazione ha avuto immediate ricadute sui rendimenti dei titoli governativi europei e lo spread tra Btp decennale italiano e Bund tedesco si e’ ampliato sino a 108,5 bps, col rendimento del Btp 10 anno salito di 10 bps a +0,71% (ore 12.30 CET).
Ancor piu’ che in Europa, l’evoluzione della politica monetaria e’ un fattore determinante per gli umori dei mercati finanziari americani, che si interrogano su tempi e modi dell’ormai probabile prossimo avvio del “tapering”, ovvero la riduzione degli acquisti di bond sul mercato da parte della FED (Banca Centrale Usa).
Il calo della fiducia dei consumatori americani, il cui indice comunicato ieri, 31 agosto, e’ sceso a 113,8 punti dai 125,1 di luglio, ha indebolito le chiusure di Wall Street, che era reduce dai massimi storici di lunedi’ 30 agosto: l’Indice S&P500 ha terminato a -0,13%, il Dow Jones a -0,11% ed il Nasdaq a -0,14%.
Il turbolento ritiro dall’Afghanistan, la crescita rallentata dell’economia Cinese, la minaccia dell’uragano Ida possono aver inciso sulla serenita’ adegli investitori Usa, ma giova ricordare che agosto e’ stato il settimo mese consecutivo di rialzo: S&P500 +2,9%, Nasdaq +4,0%, Dow Jones +1,2%.
Il consueto report mensile sulla salute del mercato del lavoro USA, prevista per il prossimo venerdì 3, sara’ di cruciale importanza per le indicazioni che potrebbe fornire alla Banca Centrale e l’influenza che producono sulle future mosse di politica monetaria (i.e. tapering).
Piuttosto volatile la seduta di ieri per i Treasury americani, col rendimento del decennale che dopo essere sceso sino a 1,274% ha recuperato sino all’attuale 1,312% (ore 13.00 CET).
Quella di oggi, 1’ settembre, e’ una giornata importante per il prezzo del petrolio che dopo la debolezza di ieri si stabilizza durante la sessione europea nell’attesa del vertice Opec+ (riunione dei 13 maggiori esportatori di greggio + partners), in corso oggi.
Il Wti (West Texas Intermediate) scambia attorno a 68,6 Dollari/barile (ore 13.00 CET).
Il prezzo dell’oro, 1.813 Dollari/oncia (ore 12.00 CET), sembra voler consolidare i recenti progressi sopra “quota 1.800” Usd, giovandosi delle rinnovate tensioni internazionali e della assenza di rendimenti “risk-free”.
Sul fronte macro asiatico hanno deluso gli indici PMI (Purchasing managers index) cinesi, per la prima volta da marzo 2020 sotto la soglia dei 50 punti (che delimita espansione e contrazione), sia manifatturiero che dei servizi, confermando che l’economia cinese sta rallentando la sua corsa.
I media cinesi riportano ogni giorno della preparazione del Congresso 2022 del Partito Comunista, che potrebbe essere incentrato, oltre che sui consueti temi ideologici e politici, anche su quello della “prosperità condivisa” e dell’estensione del welfare a fasce svantaggiate della popolazione.
L’indebolimento del quadro macro cinese non ha inciso sulle chiusure delle borse asiatiche, tutte positive: il CSI300 di Shanghai e Shenzen +0,65%, l’Hang Seng di Hong Kong +0,58.
Nikkei giapponese a +1,29%, dopo la pubblicazione di indici PMI in calo rispetto a luglio, ma ancora sopra i 50 punti.
Prima mattina di settembre al rialzo per i listini europei, mediamente su’ del +0,9% (ore 13.00 CET) e indicazioni ancora positive per i futures su Wall Street, con quello sullo S&P 500 di Wall Street che indica +0,3%.
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