Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 03.12.2022

FRED:T10YIE   10-Year Breakeven Inflation Rate
La FED alza ancora i tassi di 75bps e la narrativa resta “hawkish”.
Inflazione e mercato del lavoro Usa ancora forti: i tassi saliranno ancora.
Torna a rafforzarsi il Dollaro e risalgono i rendimenti dei Govies.
I dati PMI di ottobre nell’Eurozona anticipano fase recessiva quasi certa.

Le Borse europee ieri, 2 novembre, hanno chiuso in calo, impattate da diversi fattori, tra i quali l’ulteriore peggioramento degli indici PMI (Purchasing Managers Index) europei in ottobre, i dati Adp sull’occupazione nel settore privato Usa risultati migliori delle attese, e le nuove voci discordanti e poco verificabili, sul possibile uso di armi nucleari tattiche russe nella guerra in Ucraina.

L’evento “clou” della giornata, con l’inevitabile clima di attesa, era il comitato di politica monetaria della banca centrale Usa (Federal Reserve-FED) che, nella tarda serata europea (19.00 CET), ha annunciato il nuovo aumento dei tassi di 75 punti base, peraltro largamente previsto dal mercato.

Una prima lettura dello stringato Comunicato sembrava cogliere un messaggio piu’ accomodante che in passato, che accennasse ad un possibile allentamento dei prossimi rialzi. Poco piu’ tardi le parole del Chairman FED Powell hanno spinto al ribasso Wall Street: S&P500 a -2,5%, Dow Jones -1,6% e Nasdaq -3,4%. “I tassi rimarranno alti a lungo finche’ l'obiettivo d’inflazione sara’ raggiunto.
Powell ha chiaramente detto che la politica monetaria restrittiva e’ necessaria e proseguira’ "per un certo tempo", e che saranno "appropriati" altri rialzi dei tassi. Sebbene sia plausibile che l'entità dei singoli rialzi vada assottigliandosi dopo 4 rialzi consecutivi da +0,75%, il «terminal rate», il tasso di riferimento che FED considera come punto d’arrivo, sarà più alto (consenso sopra 5%) di quanto si prevedesse.

Alla chiusura dei listini europei di ieri, misuravamo: Milano invariata, Londra -0,50%, Parigi -0,81%, Amsterdam -0,90%, Francoforte -0,62%, Madrid -0,35%

Fronte macro europeo: ad ottobre, per il quarto mese consecutivo, l'indice PMI manifatturiero dell'Euro-Zona e’ rimasto in area di contrazione (sotto 50), scendendo a 46,4 da 48,4, al minimo da maggio 2020 e sotto il 46,9 previsto.

Il PMI tedesco e’ crollato a 45,1, come a marzo 2020, quello francese a 47,2 punti e quello italiano a 46,5 dai 48,3 di settembre. Gli intervistati segnalano con preoccupazione cali della produzione e dei nuovi ordini.

Il Governo Tedesco corre ai ripari ed il tetto ai prezzi dell'energia, annunciato dal cancelliere Scholz per alleviare l’onere a famiglie ed imprese, entrerà in vigore il 1’ gennaio 2023 per quanto riguarda l’elettricita’.

Per il gas il sussidio pubblico sara’ attivo dal 1’ gennaio per le grandi imprese e dal 1’ marzo per le famiglie. Il tetto ai prezzi di elettricita’ e gas e’ il capitolo principale del colossale Piano da 200 miliardi di Euro annunciato a fine settembre da Berlino.

Oggi, 3 novembre, si riunisce la Banca d'Inghilterra, che probabilmente decidera’ per il piu’ forte singolo rialzo dei tassi degli ultimi 30 anni: +75 bps, secondo le attese di consenso, che si assomma all’avvio del cosiddetto “Quantitative Tightening”, cioe’ delle vendite nette di Gilt (titoli del debito pubblico britannico) da parte della banca centrale (BoE). Insomma una svolta “restrittiva” assai robusta.

Sempre oggi, anche la Banca Centrale Norvegese decidera’ un rialzo tra 25 e 50 bps: una mossa gia’ oggetto di pesanti critiche visto che, dopo le mosse ravvicinate di “tightening” susseguitesi da inizio anno, l’economia si e’ inchiodata ma l’inflazione non ha rallentato il proprio passo.

Ieri la banca centrale di Hong Kong ha aumentato i tassi, +24 bps a 4,25%, in perfetta sincronia con la politica monetaria degli Stati Uniti: una scelta abbastanza scontata, dato che la valuta di Hong Kong è “ancorata” al Dollaro Usa.

Torna la calma sul prezzo del grano, dopo che l’intercessione del Presidente turco Erdogan ha convinto Mosca a non ostacolare l’export di cereali via mare dall'Ucraina. Tra i metalli industriali ieri 2 novembre, ha colto di sorpresa il balzo del nickel (+8,2%) e del rame (+2,7%): oggi tuttavia, arretrano rispettivamente -3,3% e -2,3%.

Oggi, 3 novembre, il prezzo del petrolio WTI (West Texas Intermediate) scende del -1,2% a 88,7 Dollari/barile, mentre quello europeo del metano perde -2,5% a 131 Euro/megawattora (ore 13.30 CET).

Lo spread di rendimento tra Btp italiani e Bund tedeschi decennali è stabile a 216 punti base: il rendimento del decennale italiano sale di 8 bps a +4,42% e quello dell’omologo Bund tedesco a +2,26%. Il Treasury Bond Usa decennale rende il +4,19%, dopo essere stato stabile per diversi giorni, spinto al rialzo dalle indicazioni “da falco” sui tassi della banca centrale.

Sul mercato valutario, il Dollaro Usa si rafforza sino a 0,97, non lontano dal record storico contro Euro di 2 mesi fa a quota 0,96.

Le Borse asiatiche hanno chiuso in calo, soffrendo della notizia che Pechino ha confermato la politica Covid Zero. Tokio chiusa, ma Hong Kong perde -3,1%, dopo essere salita +8% in soli 2 giorni, Shanghai -0,2% Shenzen -0,3%, Seul -0,3%.

Borse europee in calo medio -1,0% a fine mattinata, similmente ai Futures su Wall Street.


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