Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 24.11.2023

TVC:TNX   CBOE 10 YR TREASURY NOTE YIELD
Nuovi leggeri rialzi per le Borse, che credono alla fine del “tightening”.
Indici Pmi europei in leggero recupero, ma restano in area di contrazione.
Opec+ rinvia riunione dal 26 al 30: nuovi tagli in vista?
Germania in recessione, ma l’IFO mostra piccoli segnali di recupero!


Ieri, 23 novembre, mentre Wall Street era chiusa per il giorno del ringraziamento (“thanksgiving”), le Borse europee si sono mosse in lieve rialzo: Francoforte +0,23% Parigi +0,24%, Milano +0,37%, poco sensibili alla pubblicazione degli indici Pmi dell’Eurozona in leggero miglioramento a novembre, e alla notizia del rinvio del meeting Opec+ previsto originariamente per domenica 26.

Dai verbali dell’ultima riunione di politica monetaria dell’ECB (BCE-Banca centrale Europea) del 25-26 ottobre, quella che aveva deciso di mantenere il tasso base sui depositi al 4,0%, si intuisce come i Governatori vogliano essere pronti, sulla base dei prossimi dati macroeconomici, ad ulteriori rialzi dei tassi d’interesse, se necessario, sebbene l'attuale scenario di base non lo preveda.

Wall Street oggi, 24 novembre, riaprira’ regolarmente, ma con orario e, presumibilmente, volumi ridotti, nel giorno del Black Friday dedicato allo shopping forsennato, stimolato dalle “offerte speciali”.

Il “leit motiv” nei pensieri degli operatori non cambia: non si prevedono, sulle 2 sponde dell’Atlantico, nuovi aumenti del costo del denaro, ma entrambe le banche centrali, quella Usa e quella Europea, hanno lasciato aperta la prospettiva di nuovi rialzi, se l'inflazione dovesse tornare a crescere.

Nel frattempo, la Banca centrale svedese ha lasciato invariato il tasso di riferimento al 4,0%, pur in presenza di un'inflazione ancora elevata: in Turchia invece, confermando il nuovo stile piu’ ortodosso di politica monetaria, la Banca centrale ha alzato i tassi dal 35,0% al 40,0%, superando le aspettative di un rialzo al 37,5%: la Lira ha recuperato terreno.

Il cartello Opec+ dei maggiori esportatori petroliferi ha spostato a giovedì 30 novembre, dal 26, la riunione di novembre: secondo voci non ufficiali nelle consultazioni preliminari ci sarebbero divergenze sui target di produzione tra per Paese. Nulla di nuovo se si pensa al passato, mentre di recente la convergenza era stata sorprendentemente buona.

Nell’Euro-zona gli indici PMI di novembre, pubblicati ieri, mostrano segnali di miglioramento, pur restando in “area di contrazione”, cioe’ sotto 50: l'indice PMI dei servizi è salito da 47,8 punti di ottobre a 48,2; quello manifatturiero a 43,8 punti dai 43,1. L'indice composito, che combina i 2 precedenti, è salito a 47,1 punti da 46,5.

Gli indici Pmi del Regno Unito sono invece risultati migliori del previsto, con quello dei servizi tornato sopra quota 50, a 50,5 da 49,5 di ottobre: le aziende registrano un modesto ma gradito ritorno alla crescita, dopo 3 mesi consecutivi di contrazione.

Il nuovo Governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta, intervendo alla conferenza Cepr-Bce sulle "Le implicazioni macroeconomiche delle valute digitali delle banche centrali" ha detto che le Banche centrali hanno il mandato di garantire stabilità monetaria e finanziaria e devono essere prudenti, purche’ la prudenza non significhi inazione: il prezzo della mancata emissione dell’Euro digitale potrebbe essere alto.

I rendimenti dei bond dell'Euro-zona sono risaliti leggermente ieri, dopo la pubblicazione dei dati Pmi compositi meno negativi delle attese. Lo spread tra BTP decennale italiano ed omologo Bund tedesco ha oscillato attorno 177 bps, ma il rendimento del Btp benchmark è salito di 4 bps a 4,36%.

Sul mercato valutario, la narrativa relativamente piu’ “hawkish” dell’ECB (Banca centrale europea) ha spinto l’Euro sopra 1,09 Dollari, e sopra 163 verso Yen giapponese. La debolezza dello Yen e’ visibile anche nel rapporto Dollaro/Yen che sfiora 149,6, vicino al record del 2023.

Guardando alle chiusure di stamattina delle borse asiatiche, notiamo che Tokio, chiusa ieri per festivita’, e’ salita +0,52%, chiudendo in pareggio il bilancio settimanale: la borsa giapponese non ha reagito al dato di inflazione di ottobre, +2,9% annuo dal +2,8% di settembre, misurato sul “paniere” che esclude i prodotti freschi.

A Hong Kong l’indice Hang Seng è sceso -1,7%: la crisi dell’immobiliare cinese e lo scarso dinamismo degli scambi commerciali internazionali fanno temere ricadute negative sui risultati economici dei grandi gruppi cinesi quotati a Hong Kong.

Anche in Europa si guarda con cautela alla prospettiva economica rallentata, di cui si moltiplicano le avvisaglie: in Germania e’ stato conferma il dato negativo, -0,1% del PIL (prodotto interno lordo) del 3’ trimestre, -0,1% su base trimestrale, e -0,4% annuale, che peggiora il -0,3% preliminare.

Qualche sintono di ripresa, restando in Germania, per l'indice Ifo, che misura il clima economico: a novembre e’ salito, per il 3’ mese di fila, a 87,3 punti, da 86,9 di ottobre, pur restando al di sotto delle attese degli analisti di 87,5.

Oggi, 24 novembre, nuovo contenuto rialzo dei rendimento dei titoli di Stato europei, su cui pesa anche la decisione della Germania di sospendere, per il 4’ anno consecutivo, il tetto sul debito pubblico.

Anche sul mercato dei Govies Usa prevalgono le vendite ed in parallelo si nota una leggera ascesa dei rendimenti, +5 bps per il Treasury 10 anni a 4,47%.

Le Borse europee chiudono la mattinata con leggeri progressi, in media +0,2%, mentre i future Usa anticipano riaperture “flat” per Wall Street, nell’attesa che vengano pubblicati i dati PMI Usa manifatturiero e dei servizi. (ore 13.30 CET)

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