La Bank of Japan alza i tassi di 0,1%, chiudendo 17 anni di interessi sotto 0. Sorprendente dato tedesco Zew: a marzo torna l’ottimismo sulle prospettive. Oggi si riunisce la Federal Reserve: nessuna novita’ prevista sui tassi. Dai vertici EU e dall’ECB monito congiunto sui debiti pubblici dei 27 Paesi.
Ieri, 18 marzo, le Borse europee, sono rimaste quasi immobili, alla chiusura della 1’ seduta di una settimana incentrata sulle decisioni e le comunicazioni delle Banche centrali.
Milano ha chiuso in pareggio, ma nel corso della seduta ha superato 34 mila punti dell’indice Ftse Mib, toccando i massimi dal 2008: invariata anche Francoforte, e Madrid: progressi minimi, +0,2% per Amsterdam, e piccole limature per Londra, -0,1%, e Parigi, -0,2%. Positiva, senza strappi, Wall Street: Dow Jones +0,2%, Nasdaq +0,8% e S&P500 +0,6%.
Negli Usa e’ tornato l’interesse per i titoli tech: Alphabet e Apple hanno “strappato al rialzo” alla notizia che sarebbero in trattativa per dotare gli iPhone di applicazioni di intelligenza artificiale sviluppate dalla Divisione Gemini di Google. Ben comprate anche Nvidia, alla vigilia della conferenza sull’intelligenza artificiale e Tesla, che ha aumentato di 1.000 US$ il prezzo del Model Y negli Usa.
Stamane, martedì 19 la Bank of Japan, ha chiuso una lunga fase, durata 17 anni di tassi negativi, e ha deciso un piccolo aumento, +0,1%, del costo del denaro.
Domani, mercoledì 20, tocchera’ alla Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED), che li lascera’ invariati, ma fornira’ indicazioni sulle mosse future. La prossima settimana sara’ la volta della BCE (ECB-Banca centrale Europea).
La scorsa settimana, i dati più alti delle previsioni sull’inflazione hanno spinto in avanti le previsioni sulla data del 1’ taglio dei tassi d’interesse: secondo il FedWatch Tool del Cme Group, c’è il 53% di possibilità di un taglio alla riunione di giugno ed un taglio cumulato nel 2024 di massimo -0,75%, meta’ di quanto previsto solo 3 mesi fa.
Il quadro macro globale e’ articolato, e non univocamente orientato alla crescita: nel corso di questa settimana saranno da seguire con attenzione gli indicatori Pmi (Purchasing managers Index) sull’attività economica a marzo nell’euro Zona.
Intanto ieri abbiamo avuto conferma del calo dell’inflazione nell’area-Euro a febbraio: a 2,6% da 2,8% (a febbraio 2023 a 8,5% annuale). In Cina la produzione industriale di febbraio, +7% annuale, ha sorpreso positivamente, mentre le vendite al dettaglio di gennaio-febbraio, +5,5%, hanno un po’ deluso.
Il rinvio del tanto atteso momento del 1’ taglio dei tassi in Usa sta creando una spinta rialzista ai rendimenti dei Treasury, tornati vicini ai massimi dell’anno, con quello del decennale al 4,34% al closing di ieri.
Come gia’ citato, la Banca centrale del Giappone (BoJ) ha alzato il suo tasso di interesse di riferimento (“repo rate”) di +0,1%, ad un intervallo ora compreso tra 0,0 e 0,1%, chiudendo la lunga stagione di tassi di interesse negativi intrapresa 17 anni per supportare la crescita economica con la “leva monetaria”.
La Banca centrale Giapponese ha anche annunciato il progressivo abbandono del meccanismo di controllo dei rendimenti, attivato nel 2016 e lo stop agli acquisti sul mercato aperto di asset rischiosi, anche per il tramite di Etf azionari.
Sul mercato valutario sorprende l’indebolimento di stamane, 19 marzo, dello Yen, sintomo che il mercato da’ piu’ peso ai toni ’dovish’ del Governatore della BoJ che al piccolo aumento del costo del denaro: Euro/Yen a 163,1, da 162,2 di ieri,e Dollaro/yen a 150,2, da 149,2. Il cross Euro/Dollaro Usa e’ stabile a 1,085. Nuovo ampio calo, attorno a -5,0% per Bitcoin, sceso a 64.340 Dollari.
Dopo un’apertura incerta, questa mattina i mercati azionari europei, salgono in media +0,4% alle 13.00 CET, avedno ripreso vigore dopo l’inatteso balzo dell’indice Zew in Germania a 31,7 contro 19,9 di febbraio e 20,5 previsto: lo Zew misura l’ottimismo sulla situazione economica presente e prospettica di una platea intervistata di circa 300 operatori qualificati.
E’ degno di attenzione il fatto che il Presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, in una lettera al Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, richiami al fatto che "l'Unione bancaria deve ancora essere completata" e in questo contesto sottolinei “la necessità di finalizzare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) attraverso la ratifica del Trattato in tutti gli Stati membri".
Sembra un chiaro richiamo a ripristinare i parametri di stabilita’ dei conti pubblici dei 27 Paesi membri e a prevenire eventuali attacchi speculativi e/o figli della sfiducia verso il debito pubblico dei Paesi piu’ indebitati. Gli fa eco il vicepresidente dell’ECB Luis de Guindos affermando che "i mercati in questo momento sono tranquilli, ma non possiamo dare per scontato che restino così".
Ancora De Guindo: "I livelli di debito e deficit sono aumentati, e a settembre i Paesi dovranno presentare programmi di aggiustamento con la necessaria riduzione dei livelli di debito molto elevati", pur osservando il "calo impressionante" dei premi al rischio (spread) per Paesi come Grecia, Portogallo, Italia e, in misura minore, Spagna".
ll prezzo del petrolio, dopo la risalita dei giorni scorsi, stamattina perde frazionalmente: quello del Wti (greggio di riferimento Usa) secnde -0,3% a 81,9 Dollari/barile (-0,26%). In rialzo quello del gas naturale europeo: +1,9% a 29,4 Euro/MWh.
Quadro misto sulle Borse asiatiche stamattina: a Tokyo il Nikkei, +0,66%, supera i 40.000 punti dopo il picccolo rialzo del costo denaro della BoJ. Shanghai ha chiuso a -0,72%, Shenzhen a -0,43%, ai minimi di seduta.
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