La nuova impennate del prezzo di oil e gas frena il recupero delle Borse.
Il Presidente Usa Biden e’ in Europa e chiedera’ nuove sanzioni alla Russia.
Procedono lentamente e senza svolte le negoziazioni per un cessate il fuoco.
Accelera il movimento al rialzo dei rendimenti di Govies e Corporate Bond.
Ieri, 23 marzo, le Borse europee dopo essere tornate su livelli simili a quelli della vigilia del conflitto in Ucraina nelle sedute precedenti, hanno chiuso in rosso una seduta condizionata negativamente dal forte aumento del prezzo del petrolio e del gas. Il Presidente russo Putin ha imposto il pagamento in rubli delle forniture di gas e petrolio ai clienti dei Paesi “non amichevoli”.
In sintesi, Francoforte (Dax 40), Parigi (Cac40) Madrid (Ibex35) hanno perso oltre -1%, mentre Milano ha limitato i danni a -0,9%. Chiusure negative anche per Wall Street, col Dow Jones ed il Nasdaq a -1,3%, e lo S&P500 a -1,2%. A soffrire sono stati in particolare i titoli tecnologici, immobiliari e delle costruzioni, mentre sono risalite le azioni del comparto energetico.
L’evoluzione della guerra in Ucraina resta determinante per le sorti dei mercati finanziari, anche perche’ l’auspicata svolta diplomatica verso un rapido “cessate il fuorco” stenta ad arrivare. Nel frattempo, il Presidente americano Biden e’ in Europa per partecipare ad un summit straordinario della Nato, ad un vertice del G7 e ad una riunione del Consiglio europeo.
All’orizzonte nuove sanzioni contro la Russia, tra le quali l’ipotesi di interrompere gli acquisti di petrolio e gas russi, scenario su cui la Germania ha gia’ rimarcato la sua contrarieta’, giudicandola dannosa e controproducente per le economie energivore europee che faticherebbero a trovare un rapido rimpiazzo.
La Banca Centrale Russa ha deciso il ripristino delle negoziazioni della Borsa di Mosca da oggi, 24 marzo 2022, per le azioni di 33 società incluse nell'indice Moex, che ha segnato +5,2%. L’orario e’ ridotto, dalle ore 9.50 alle ore 14.00 locali, e sono vietate le vendite allo scoperto. La Borsa di Mosca era ferma dallo scorso 28 febbraio.
Secondo indiscreazioni raccolte da Bloomberg, la Governatrice della Banca Centrale, Elvira Nabiullina nei giorni scorsi era intenzionata a lasciare l’incarico, ma sarebbe stata convinta da Putin a restare al suo posto in questa fase “molto delicata”.
Dopo la pausa di ieri, 23 marzo, oggi tornano a correre i rendimenti dei Governativi Usa ed Europei. Quello del BTP decennale benchmark tocca +2,04% mentre lo spread col Bund 10 anni tedesco si mantiene attorno a 152 bps. Quello del Treasury decennale Usa segna muovi record da maggio 2019, a +2,37%.
La notte scorsa, 23 marzo, il Chairman della FED di di St Louis James ha nuovamente affermato che la Banca Centrale Usa dovrebbe rapidamente varare operazioni di contrasto dell’inflazione, correggendo alcuni eccessi nel mercato finanziario Usa indotti anche dal prolungato stimolo monetario, e avallando lo scenario di un rialzo dei tassi di +0,5% alla prossima Riunione del 3-4 maggio
Come accennavamo all’inizio ieri, 23 marzo, il prezzo del petrolio e’ tornato a correre, superando i 120 Dollari/barile nel caso del Brent (greggio di riferimento europeo). Nell’ultima rilevazione settimanale le scorte petrolifere negli Stati Uniti sono scese di oltre 2 milioni di barili a 414, contro attese di variazioni nulle.
Il prezzo del gas naturale in Europa (trading venue TTF olandese) e’ tornato a crescere a partire da ieri, toccando 123,5 Euro/megawattora, +10% (ore 13.00 CET).
Sul mercato valutario spicca l’impennata del rublo, seguito all'annuncio di Vladimir Putin di imporre, in tempi rapidi, pagamenti in valuta nazionale russa per le forniture energetiche a Paesi “non amici”. Il cambio Euro/Rublo si e’ rapidamente portato da 113 a 106 (ore 13.00 CET). Euro in calo verso Dollaro, -0,2% a 1,098: Bitcoin conferma la tendenza recente al recupero, +1,4% a 42.900 Dollari (ore 13.00 CET).
Stamattina, dopo il recupero segnato dai future su Wall Street, in frazionale rialzo, le principali Borse asiatiche hanno recuperato dai minimi di seduta e limitato i danni in chiusura. L’Hang Seng di Hong ha perso -0,3%, col recupero dei titoli dei business tradizionali e legati ai consumi personali, mentre quelli tecnologici, dopo due sedute di vistosi recuperi, mostrano debolezza.
Il CSI300 di Shanghai&Shenzen ha perso -0,7%, il Kospi coreano -0,4% e l’ASX200 australiano, ricco di società minerarie, ha segnato +0,3%, stessa misura del rialzo del Nikkei giapponese.
Oggi le principali materie prime sembrano prendere una pausa dopo la lunga fase rialzista: l’indice Bloomberg Commodity perde -0,5%, dopo il +2,5% di ieri (ore 13.00 CET). Il prezzo del petrolio WTI (greggio di riferimento Usa), che ieri aveva guadagnato oltre +5%, segna oggi, 24 marzo, un frazionale assestamento a 114,6 Dollari/barile, -0,3%.
Sul versante dei metalli preziosi, un accenno di recupero per l’oro, +-,2% a 1.946 Dollari/oncia: piu’ marcato il rialzo di quello dell’argento, +1,2% a 25,5 Dollari/oncia.
A fine mattinata le Borse europee si muovono incerte, con variazioni minime, in media -0,2%, rispetto alle chiusure di ieri (ore 13.30 CET).
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