Borse europee ed Usa ancora in “riskon mood”: sperano tagli dei tassi. “Soft-landing” dell’economia Usa confermato dai dati sul lavoro. Macro europea fiacca, ma senza crolli: favorira’ la discesa dell’inflazione Ministri finanze europei alle prese col ripristino del Patto di stabilita’!
Il morale degli investitori resta alto, poiche’ l'inflazione e’ in rapido calo e le Banche centrali, dopo la brutale fase di “tightening”, potrebbero cominciare a pensare al percorso inverso, ovvero a tagliare i tassi di interesse, magari gia’ dalla primavera. Un sondaggio di Bloomberg prevede una discesa al 2,5% entro fine 2024.
Ieri, 7 dicembre, la mattinata era iniziata disturbata dalle chiusure deboli dei listini asiatici, afflitti dalle chiusure negative di Wall Street della sera prima, dal preoccupante calo del prezzo del petrolio, e dal taglio del rating sovrano cinese legato alla sostenibilità dei conti pubblici da parte di Moody’s.
Le Borse europee hanno chiuso contrastate: invariata Londra, Parigi e Francoforte -0,10%, piu’ pesanti Madrid -1,1%, e Milano -0,7%, complice la debolezza delle azioni bancarie, che avevano contribuito non poco a riportare gli indici europei, tra i quali lo Stoxx600, ai massimi da luglio e Milano e Francoforte ai massimi oltre 15 anni.
Wall Street ha invece chiuso in rialzo: Dow Jones +0,17%, S&P500 +0,80%, Nasdaq +1,37%, ribaltando la chiusura negativa della vigilia, grazie ai dati sulle richieste settimanali di sussidi, risultati in linea con le attese e pari a 220 mila, cioe’ mille in piu’ della settimana precedente.
Sul tema del mercato del lavoro, l'attenzione era comunque sui dati che sono stati diffusi oggi, 8 dicembre: un loro peggioramento potrebbe sperabilmente indurre la Federal Reserve a tagliare presto i tassi.
I dati macro europei confermano la stagnazione dell’economia: la produzione industriale italiana ad ottobre ha registrato un calo di -0,2%, col dato tendenziale annuo che, segnando -1,1% migliora dal -2,0% di settembre. L’omologo dato tedesco segna -0,4% mensile, e smentisce l’atteso rimbalzo atteso di +0,2%. Il GDP (Prodotto interno lordo) dell’Eurozona e’ sceso -0,1% nel 3’ trimestre.
Tuttavia, quello che veramente importa agli investitori e ‘ che in Europa il taglio del costo del denaro da parte dell’ECB pare molto prossimo: il sondaggio condotto da Reuters su 90 economisti indica che il primo “rates cut” sara’ gia’ nel 2’ trimestre 2024: il 57% degli intervistati vede almeno 1 taglio prima della riunione di luglio. E poi altri interventi “accomodanti” per un totale di -1,25-1,50% entro fine anno.
Da parte dei membri del Board dell’ECB nessun avallo alla prospettiva di tagli, ma la conferma, almeno da parte di Isabel Schnabel, che non ci sono nuovi aumenti all’orizzonte, oltre che ad un nuovo riferimento al “higher for longer”.
. Il prezzo del petrolio sembra volersi stabilizzare, col WTI (West Texas Intermediate) appena sopra i 70 Dollari/barile, dopo essere sceso mercoledi’ 6 al minimo da maggio: quello del gas naturale euroeo non fa piu’ notizia ed è relativamente stabile, attorno a 40 Eur/megawattora sulla trading venue TTF Amsterdam.
Sul mercato valutario, per una volta, si parla di rafforzamento dello Yen giapponese: l'ipotesi di un’evoluzione “restrittiva” della politica monetaria della Banca del Giappone nel meeting di dicembre ha propiziato un rimbalzo del +2% circa nel cross Dollaro/Yen, sceso da 147,2 a 144,1: trend simile anche per il cross Euro/Yen, da 158,9 a 155,5.
Giornata tranquilla per il comparto obbligazionario, con lo spread BTP/Bund in area 175 bps, ed il rendimento del BTPdecennale benchmark che conferma la discesa sotto il 4%, segnando 3,96% al fixing di ieri, 7 dicembre.
Oggi le Borse europee, a inizio pomeriggio (ore 15.00 CET) proseguono positive, in media +0,8%, in una seduta partita bene e migliorata dopo la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro Usa, che battono leggermente le attese. Sul settore del lusso europeo si registra l’effetto “benefico” dell’annuncio del colosso Kering che ha annunciato un generoso acconto su un dividendo 2023 ora stimato di 4,50 Euro.
Tornando al “labour market” Usa, a novembre sono stati creati 199 mila nuovi posti di lavoro al di fuori del settore agricolo, quando gli analisti attendevano un aumento di 190 mila.
Il tasso di disoccupazione e' sceso dal 3,9% di ottobre al 3,7%, smentendo le attese di una conferma al 3,9%. La partecipazione della forza lavoro e' pari al 62,8%, solo - 0,6 punti percentuali sotto ai livelli “pre-pandemia” di febbraio 2020. I salari orari medi sono aumentati di 12 centesimi di Dollaro, +0,35%, a 34,10, contenendo la dinamica annuale a 3,96% e indicando moderazione salariale.
In Europa si torna a parlare, finalmente, del Patto di stabilità o meglio della sua “riforma” e re-introduzione. I Ministri delle Finanze riuniti nottetempo non hanno trovato un accordo ed il negoziato riprende stamane: il Commissario agli affari economici Paolo Gentiloni conta ancora di trovare un compromesso, visto che nella notte i Ministri dell’Ecofin” hanno comunque compiuto progressi sostanziali.
Secondo Gentiloni “diversi punti sono ancora aperti, compreso il chiarimento degli aspetti legali di un possibile accordo”. Francia, Germania, e Spagna invocano un compromesso che tenga conto della maggior spesa per interessi (in Italia peserebbe 3,8% del GDP) e un approccio “morbido” sugli obiettivi di Deficit/GDP.
Wall Street si prepara ad una riapertura leggermente positiva, in media +0,3%, preannunciando un’altra seduta e settimana decisamente rialziste. (ore 15.00 CET).
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