WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.10.2023

Borse globali deboli, pesa la prospettiva di tassi elevati e a lungo.
Guerra in Ucraina e Israele/Hamas complicano l’assetto geo-politico.
Inflazione scende in Europa, ma ottobre sara’ cruciale per i tassi.
Nuovo crack nell’immobiliare cinese pesa piu’ del buon dato sui consumi.


Il quadro geopolitico resta turbolento: ieri il Presidente americano Biden era in Israele a quello russo Putin in Cina per incontrare l’omologo Xi Jinping. Sul fronte inflazione&tassi aleggia il timore che la Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa) possa alzare ancora, per poi mantenerli alti e a lungo, i tassi di interesse.

Poco sollievo, invece, dalle news positive cinesi, dove crescono sopra le attese sia il GDP del 3’ trimestre che le vendite al dettaglio di settembre. Proprio mentre si svolgeva il vertice voluto da Xi per dare impulso al piano denominato “la via della Seta”, e’ arrivata la notizia che l’economia è cresciuta +4,9% “QoQ”, portando il saldo dei primi 9 mesi a 5,2%.

L’obiettivo del Governo di circa +5% per il 2023 sembra ora a portata di mano. L’altro dato incoraggiante e’ il +5,5% delle vendite al dettaglio a settembre, anch’esso sopra le attese, a testimonianza del ritrovato dinamismo dei consumi in questa fase di tardivo “reopening” e perdurante crisi del settore immobiliare/costruzioni.

Le Borse europee hanno chiuso la giornata in negativo: Londra -1,14%, Francoforte -1,03%, Parigi -0,91%, Milano -0,82%. Stessa musica a Wall Street con l'S&P 500 -1,3%, il Nasdaq -1,6%% ed il Dow Jones -1,0%.

La “trimestrale del giorno” e’ stata quella di Tesla, che ha deluso sugli utili del 3’ trimestre, in calo del -34% dopo molti trimestri di forte crescita: Il management cita l'aumento dei tassi di interesse e un mercato più attento ai prezzi di vendita, che non a caso Tesla ha ripetutamente ridotto. Dall'inizio dell'anno il prezzo dell’azione e’ quasi raddoppiato, ma ieri ha perso quasi -5%, e ulteriormente nell’ aftermarket”.

In Europa ieri e’ passato piuttosto in sordina, poiche’ largamente atteso il dato sull’inflazione annuale a settembre: Eurostat (Ufficio statistico dell’Unione Europea) segnala un calo nell’Euro-zona al 4,3%, dal 5,2% di agosto: un anno fa “volava” oltre il +10%. Meno buone le novita’ dal Regno Unito, dove l’inflazione a settembre ha confermato il +6,7% di agosto, risultando un po’ sopra le stime degli analisti.

Ieri, 18 ottobre, il prezzo del petrolio e’ salito oltre +2%, con quello del WTI (greggio benchmark Usa) oltre 87 Dollari/barile. Le scorte petrolifere negli USA sono scese -4,49 milioni di barili nella settimana del 13 ottobre, dopo il balzo di 10,18 milioni della settimana prima: il mercato stimava -0,3 milioni.

La guerra tra Israele e Hamas, col rischi di “allargarsi” ai paesi vicini, spinge al rialzo i prezzi dei “beni rifugio”: l’oro e’ ai massimi da 1 mese, oltre 1.950 Dollari/oncia.



I rendimenti obbligazionari continuano a crescere, sia negli Usa che in Europa: negli States solo quelli tra 5 a 10 anni restano poco sotto 5%. In Europa lo spread tra BTp italiani e Bund tedeschi decennali e’ tornato sopra 200 bps.

Ieri il rendimento del BTp decennale benchmark e’ salito a 4,98%, +0,09% rispetto al closing di martedi’ 17. Stamane, 19 ottobre (ore 12.00) spread a 207 punti, col decennale italiano che “paga” 5,02%, +4 bps.

La guerra Hamas-Israele insieme all’attesa che la Banca centrale Usa mantenga i tassi alti più a lungo, forniscono sostegno al Dollaro: l’Euro ha perso ieri -0,4% a 1,054 US$ e similmente verso lo Yen giapponse, a 157,8.

L’Euro “digitale” e’ vicino a diventare “realta’”: l’ECB (Banca centrale europea) iniziera’ il 1 novembre una fase sperimentale di 2 anni, dopo i quali il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase successiva, quella della creazione delle condizioni di una possibile emissione.

Stamane le Borse asiatiche hanno chiuso negative e quelle europa sono ripartite con cali medi di -0,6%. Sul versante macro ha deluso il dato sulla fiducia delle imprese francesi e negli Usa andranno osservati con attenzione quelli sulle richieste settimanali di sussidi, sulla “salute” del comparto manifatturiero e sulla vendita di case esistenti.

In Giappone si registra il tonfo di Tokyo, Nikkei -1,9%: l’azionario nipponico soffre la risalita dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi che, pur restando bassi per effetto della politica monetaria ultra-accomodante della Banca centrale, sono risaliti ai livelli piu’ alti dal 2013, oltre 0,8%.

L’indice azionario di Shanghai, -1,7%, e’ sceso al minimo 2023, afflitto dall’irrisolta crisi del comparto immobiliare: Country Garden, il maggior “developer” privato sarebbe vicino alla bancarotta. I prezzi delle case nuove in Cina sono scesi a settembre per il 3’ mese di fila, - 0,2% mensile, dopo il -0,3% ad agosto, e -0,1% rispetto a settembre 2022. Debole anche Shenzhen, -1,5%, e Hong Kong, -2,5%.

I futures sui maggiori listini Usa anticipano riaperture negative, in media -0,5%, nell’attesa dell’intervento del Chairman della Banca centrale-FED Jerome Powell, previsto alle 18.00 CET e con gli occhi sempre puntati sul rilascio delle trimestrali in pieno svolgimento negli Stati Uniti.

Il prezzo del petrolio, stamane, e' in lieve calo, scontando l’orientamento del cartello Opec+ a non appoggiare la richiesta dell'Iran di un embargo petrolifero a Israele: Wti -1,2% a 86,2 Dollari/barile.

Di grande rilievo, anche politico, il fatto che gli Stati Uniti abbiano rilasciato una licenza di 6 mesi che autorizza l’importazione di petrolio venezuelano, figlio a sua volta dell’accordo tra il Governo Maduro e i leader dell'opposizione.

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