BCE ha lasciato i tassi fermi, niente tagli dei tassi ancora per un po’. La Signora Lagarde ha comunque usato toni “piu’ morbidi”. Scendono i rendimenti dei Govies europei: chiaro effetto “BCE dovish”. L’economia Usa cresce bene anche nel 4’ trimestre, e l’inflazione scende.
La Banca centrale Europea, come previsto, ha deciso di lasciare i tassi invariati per la 3’ riunione di fila, ed anche nella narrativa post meeting ha rivelato un’attitudine piu’ “dovish”, cioe’ da "colomba".
Il suo Presdiente Christine Lagarde ha illustrato come per i membri del board sia prematuro pensare ad un taglio dei tassi, ed in effetti il consenso di mercato vede il 1’ taglio solo a giugno.
La Signora lagarde si e’ detta soddisfatta della prosecuzione della tendenza discendente dell’inflazione, sebbene l'intensificarsi delle tensioni in Medio-Oriente rappresenti un rischi da non sottovalutare per le possibile ricadute sui pressi delle materie prime energetiche:.
Intanto, per il momento, non si registrano i temuti effetti viziosi dal rialzo dei salari che, al contrario, mostrano segnali di moderazione.
Chiusure miste ieri per le principali Borse europee: Francoforte e Parigi +0,1%, Londra invariata, in calo Milano e Madrid, -0,6%: un po’ di malumore tra gli investitori l’ha determinato l’inatteso calo della fiducia delle imprese tedesche a gennaio, misurato dall’indice Ifo.
Il GDP degli Usa del 4’ trimestre 2023, pur rallentando rispetto al +4,9% del 3’, registra un lusinghiero +3,3%, bttendo le attese di +2,0%, e preludendo a +2,5% sull’intero 2023.
A Wall Street ieri hanno comunque prevalso i segni positivi: Dow Jones +0,6% Nasdaq +0,2% e S&P500 +0,5% a 4.894,2 punti, vicinissimo al record storico.
Tra le sorprese negative il profit warning lanciato dal fondatore Elon Musk su Tesla, la cui azione e’ arrivata a perdere -10%: la crescita in volumi sara’ lenta nel 2024 ed i margini ancora sotto pressione per la competizione dei marchi cinesi.
Restando negli Usa, i nuovi ordini di beni durevoli manifatturieri a dicembre sono rimasti invariati, dopo l'aumento di +5,5% di novembre, mancando le attese che indicavano una crescita di +1,1%: piccola delusione anche per le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione (jobless claims), Usa, saliti di 25mila.
In generale, l’economia Usa resta decisamente “resiliente” e chiude un 2023 con una crescita comunque superiore al +2,0% ipotizzati nelle recenti sondaggi: la recessione puo’ dirsi “evitata”, e questo potrebbe indurre la Federal Reserve (Banca centrale Usa) ha rinviare ancora per qualche mese il taglio dei tassi.
I tono “morbidi” usati dai vertici dell’ECB hanno innescato una sensibile discesa dei rendimenti dei Btp italiani: quello del decennale benchmark e’ sceso a 3,82%, -9 bps, contribuendo a “chiudere” lo spread verso l’omologo Bund tedesco a 155 bps.
Dopo le novita dell’ECB l'Euro si e’ indebolito, chiudendo in calo verso Dollaro Usa a 1,083 (-0,5%), e anche verso Yen giapponese a 159,8 (-0,5%). Stabile il cross USD/Yen attorno 147,6.
Oggi, 26 gennaio, dopo l’avvio incerto ed il successivo recupero, le Borse europee guadagnano in media +0,6% a fine mattinata (ore 13.30), vagliando un calendario di “relazioni trimestrali” sempre piu’ ricco e non privo di sorprese. Parigi e’ la migliore, +1,5%, grazie alle performance vivaci del comparto del lusso innescate dai risultati 2023 record di Lvmh, la cui azione sale +8%.
Seduta incerta sulle maggiori piazze finanziarie dell’Asia-Pacifico: i titoli della “tecnologia” risentono dei risultati sotto le attese e relativo “profit warning” di Intel. A Tokyo il Nikkei ha perso -1,3%.
Chiusure eterogenee per le Borse cinesi: Shanghai +0,1%, Shenzhen -0,7%, nell’attesa che Pechino vari nuove radicali misure di sostegno per l'economia.
Netta flessione per Hong Kong, dove l'indice Hang Seng, a causa del brusco calo dei titoli della biotecnologia, ha perso -1,6%: crescono infatti le preoccupazioni per una proposta di Legge Usa che limiterebbe le forniture ed i rapporti commerciali con le aziende biotech cinesi.
Il mercato obbligazionario europeo e’ tranquillo, con rendimenti ancora in calo: quello del BTP decennale benchmark segna 3,76%, -5 bps da ieri: lo spread Btp-Bund scende leggermente a 152 punti base, dai 153 di ieri.
Il prezzo del petrolio e’ in calo in calo stamane, dopo che ieri era salito ai massimi di gennaio: il Wti (Greggio di riferimento Usa) vale 76,8 Dollari/barile, -0,7%: quello del gas naturale europeo, sulla piattaforma TTF ad Amsterdam, perde 2,0$ a 27,2 Euro/megawattora.
Si conferma il trend di stabilizzazione dei valori delle cryptovalute, dopo l’inaspettata scivolata seguita all’approvazione di una decina di nuovi ETF “cash” su Bitcoin negli Usa da parte della SEC (Security Exchange Commission): Bitcoin +3,1% a 41.120 Dollari, Ethereum +1,6% a 2.247 Dollari.
Negli Usa gli investitori restano in attesa del dato di PCE inflation (Personal consumption expenditure), che e’ il piu’ “considerato” dalla Federal Reserve nelle sue scelte di politica monetaria. Intanto i future sui maggiori indici di Wall Street indicano riaperture attorno ai livelli di closing di ieri sera. (ore 13.30 CET)
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