Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 20.01.2023

ECONOMICS:USCPIM   United States CPI Median YoY
Wall Street scende, teme la recessione indotta dai tassi di interesse elevati.
Dal WEF di Davos inviti alla prudenza e toni ancora "hawkish" dell’ECB.
Kristalina Georgieva (FMI): economia globale riparte se cresce la Cina.
Borse cinesi alla 4’ settimana di rialzi, alla vigilia del Capodanno lunare.

Finalmente, verrebbe da dire, una seduta di cali tra -1 e -2% per le Borse europee, che interrompono 6 giorni consecutivi di recuperi, condizionate dalle dichiarazioni caute di Christine Lagarde (Presidente della Banca centrale europea, ECB) a Davos, dalle pesanti chiusure di Wall Street della sera prima e dai toni severi emersi dai verbali dell’ultima riunione dell’ECB di dicembre.

Milano ha perso -1,75%, Parigi -1,86%, Francoforte -1,72%, Londra -1,07%. Anche Wall Street e’ scesa, scontando uno scenario di rallentamento per il 2023: Dow Jones ed S&P500 -0,76%, Nasdaq -0,96%, con l’indice di volatilita’ Vix tornato sopra 20.

Secondo Lagarde l'inflazione europea è ancora troppo elevata e richiede nuove “strette”, cioe’ rialzi dei tassi: un simile intendimento emerge anche dalle minute dell’ultimo meeting, durante il quale diversi membri (Governatori delle banche centrali nazionali) erano favorevoli ad un rialzo di 75 bps, contro 50 deliberati.

Swiss National Bank, per voce del suo Presidente Jordan, ribadisce la necessita’ di nuovi rialzi, mentre l’istituto centrale norvegese Norges Bank, che ha deciso di lasciare i tassi invariati, non esclude un nuovo rialzo a marzo, pur riconosendo che sono già stati aumentati significativamente ed in breve tempo, frenando l’economia.

Il Presidente della Banca centrale Olandese e membro del board dell’ECB Klaas Knot ha l’impressione che i mercati stiano sottovalutando i probabili nuovi aumenti dei tassi da parte della Banca centrale, che potrebbero essere da almeno 50 punti base ciascuno.

Il quadro prospettico dell'economia europea appare oggi meno negativo/recessivo di quanto si temesse un paio di mesi fa: Christine Lagarde ha dipinto uno scenario poco brillante per il 2023, ma ha precisato che l'inflazione, pur restando attentamente monitorata, sembra aver superato il picco ed e’ ora in discesa.

Dal World Economic Forum di Davos (Svizzera) giungono anche le parole di Kristalina Georgieva, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, che invita a rimanere vigili e “realistici” sull’evoluzione macroeconomica in atto, evitando di passare da un eccesso di pessimismo ad uno di ottimismo.

Sul tema delle proiezioni economiche del FMI, riviste 3 volte al ribasso negli ultimi 9 mesi, la Georgieva ha affermato che gia’ la mancanza di un nuovo “downgrade” dovrebbe essere letto positivamente. Il ritorno della Cina ad una crescita superiore a quella globale, potrebbe migliorare la prospettiva planetaria.

La cautela che ha fatto arretrare i mercati azionari ha parzialmente interessato anche quelli obbligazionari, reduci da 2 mesi di forti recuperi dei prezzi e di cali dei rendimenti. Lo spread tra BTP italiani e Bund tedeschi e’ risalito a 177 bps sulle parole della Lagarde e le minute dell’ECB, dopo un breve “passaggio” a 170.

Dagli Stati Uniti ieri, 19 gennaio, qualche dato depone a favore di un rallentamento economico gia’ in atto: il settore delle costruzioni sta soffrendo del calo della domanda dovuto alla crescente onerosita’ dei mutui, proprio mentre il Tesoro Usa ha raggiunto il limite del debito ed il Segretario di Stato Yellen annuncia misure correttive che il Congresso dovra’ deliberare in fretta e furia.

Secondo l’agenzia di rating Moody's il comparto “real estate” soffre molto dell’aumento del costo del denaro: le famiglie americane spendono circa il 30% del proprio reddito per affitti ed il rialzo del tassi ha tagliato fuori dall’acquisto di case una fetta crescente della popolazione, costretta a rivolgersi al mercato dei fitti, divenuti anch’essi piu’ cari.

Guardando alle materie prime energetiche notiamo il prezzo del petrolio stabile, col WTI (greggio di riferimento Usa) attorno 80 Dollari/barile (+0,2%) e quello del gas europeo (Ttf di Amasterdam), salire del +5,1% a 64,3 Euro/megawattora, sostenuto dall’aumento della domanda dovuto all'ondata di freddo dell’ultima settimana.

Continua la risalita dei rendimenti dei Titoli di Stato europei: quello del BTP decennale italiano torna a 3,89% (+11 bps) e lo spread tra Btp e Bund a 176 punti. Salgono anche i rendimenti del 10 anni tedesco (+4 punti) e francese (quasi +5 punti).

Piuttosto tranquillo il mercato valutario: l'Euro che resta sopra 1,08 verso US$, (1,084alle 10.00 CET) e sopra 139 contro Yen giapponese.

Le Borse asiatiche chiudono la settimana con un’intonazione positiva: quelle cinesi, alla 4’ settimana consecutiva di guadagni, testimoniano ottimismo sulla ripresa economica del Paese, che il Governo cercera’ di favorire con incentivi fiscali, garanzie e sussidi diretti, ma soprattutto con l’allentamento delle misure anti-Covid. Rialzi molto simili stamane, 20 gennaio, per Shanghai, +0,76%, e Shenzhen +0,65%.

A Tokio il Nikkei e’ salito +0,56%, per nulla disturbato dal dato sull'inflazione al consumo (CPI) giapponese, salita a dicembre +4%, livello massimi da 40 anni. Ad Hong Kong l’indice Hang Seng ha segnato un brillante +1,8%, alla vigilia della settimana di festeggiamenti e vacanze per il Capodanno lunare.

Borse europee in rialzo medio del +0,6% a fine mattinata. Futures u Wall Street poco mossi (13.30 CET).

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