ACTIVTRADES:USDCHF   Dollaro / Franco svizzero
Giornata interlocutoria per le borse, con i tre principali listini Usa, vicino ai massimi ma senza grandi slanci (e ci mancherebbe, vien da dire). L’S&P500 e il Nasdaq hanno chiuso in prossimità dei livelli record toccati nella sessione precedente, in attesa di qualche dichiarazione che potesse sbloccare le price action di breve. Intanto, le vendite al dettaglio sono aumentate meno del previsto a maggio, segno che la spesa dei consumatori si sta raffreddando, sebbene la produzione industriale abbia superato le previsioni.

Il settore energetico ha registrato i maggiori guadagni, mentre i servizi di pubblica utilità, i servizi di comunicazione e i beni di consumo voluttuari sono risultati in rosso. Le megacap sono apparse contrastate, con Apple (0,4%) e Nvidia (0,5%) in aumento mentre Amazon (-0,6%), Meta (-0,3%) e Alphabet (-0,6%) in rosso.

VALUTE

Giornata di trading range con una leggera tendenza del dollaro ad indebolirsi, eccetto che contro Jpy. Il tutto in ragione di vendite al dettaglio peggiori delle attese negli Usa, che hanno alimentato un aumento del risk on sul valutario, che però ha riguardato euro, sterlina e oceaniche, mentre il franco svizzero ha continuato a salire contro dollaro ed euro come se vivessimo una condizione di panic selling generalizzata.

Ormai le correlazioni, anche all’interno del forex, vivono alternanza di momenti di regolarità a periodi di randomizzazione delle price action che sono derivate dai vari posizionamenti su ogni coppia, in modo abbastanza casuale. Le majors si sono mosse in 30 40 pip così come i cross, eccetto forse ChfJpy sui massimi storici s 178.80. EurChf ancora in ribasso con minimi a 0.9482. UsdChf che ha rotto al ribasso 0.8880 fino a scendere a 0.8830, dove forse la SNB ha cominciato a chiedere qualche prezzo. Per il resto price action dominate da poche oscillazioni e movimenti assai ridotti.


WILLIAMS PIU’ ACCOMODANTE, COLLINS NO

Ieri ha parlato Williams, della Fed di New York, e le sue parole non sono passate inosservate, in quanto ha finalmente ammesso il calo dell’inflazione. Ha ribadito inoltre che i tassi di interesse scenderanno gradualmente, man mano che l’inflazione scenderà, in un contesto in cui il mercato del lavoro rimane molto forte con alcuni segnali di rallentamento. Ha poi aggiunto che l'inflazione al 3% non è la nuova regola, poiché la Fed la porterà comunque al 2%.

I recenti dati sui prezzi, in tal senso sono comunque incoraggianti, e porteranno ad una riduzione graduale dei tassi. Il Presidente della Fed di Boston, Collins, anch’essa intervenuta ieri pomeriggio, ha dichiarato per contro che è troppo presto per dire se l’inflazione scenderà al 2%, e ci vuole pazienza prima di abbassare il costo del denaro. L’economia è resiliente, e il ripristino della stabilità dei prezzi potrebbe richiedere più tempo di quanto non si pensasse.

VENDITE AL DETTAGLIO

Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,1% su base mensile a maggio 2024, dopo un calo dello 0,2% rivisto al ribasso in aprile e al di sotto delle previsioni dello 0,2%, in un altro segnale che il sentiment dei consumatori si sta raffreddando. Le vendite di articoli sportivi, hobby, strumenti musicali e libri hanno registrato l'aumento maggiore, seguite da abbigliamento, concessionari di automobili e ricambi. Altri aumenti sono stati osservati anche nel settore dell’elettronica ed elettrodomestici.

Al contrario, le vendite nelle stazioni di servizio sono diminuite, così come quelle nei negozi di mobili. In calo anche le vendite nei servizi di ristorazione e nei luoghi di consumo. Nel frattempo, le vendite esclusi i servizi di ristorazione, i concessionari di automobili, i negozi di materiali da costruzione e le stazioni di servizio, utilizzati per calcolare il PIL, sono aumentate dello 0,4%, dopo un calo dello 0,5% in aprile.

PETROLIO

Ieri, i prezzi del greggio WTI si sono mantenuti intorno a 81,5 dollari al barile, attestandosi ai livelli più alti delle ultime 7 settimane, in ragione dell’escalation del conflitto in Europa orientale e Medio Oriente, che hanno riacceso le preoccupazioni sull’offerta. In Russia, un attacco di droni ucraini ha causato un incendio in un terminal petrolifero in un importante porto, mentre un alto funzionario israeliano ha avvertito di un'imminente "guerra totale" con Hezbollah libanese.

I prezzi del petrolio, in queste condizioni geopolitiche, non possono che rimanere alti, e se poi consideriamo che il mercato rimane sostenuto anche da robuste previsioni di crescita della domanda globale, con l’OPEC, l’IEA e l’EIA statunitense che prevedono tutte una solida crescita della domanda di petrolio nella seconda metà di quest’anno, il quadro che viene fuori è chiaramente favorevole ad un rialzo dei prezzi. Inoltre, i principali membri dell’OPEC+ come Russia e Iraq hanno riaffermato la loro adesione alle quote di produzione, mentre l’Arabia Saudita ha indicato la volontà di adeguare la produzione in risposta alle condizioni di mercato. Nel frattempo, i dati del settore hanno mostrato che le scorte di greggio statunitense sono aumentate di 2,264 milioni di barili la scorsa settimana, sfidando le previsioni di un calo di 2,2 milioni di barili.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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