La chiusura dei mercati americani, per via della festività del Ringraziamento, non ha portato a un aumento della volatilità sugli altri mercati. Questi sono rimasti in trading range durante tutta la sessione di ieri.
Poche oscillazioni, specie sui cambi, ma ancor meno sui listini europei, che comunque hanno chiuso in positivo. Questo è stato anche per effetto dei dati sull’inflazione tedesca, sotto controllo nonostante un leggero incremento su base annua del 2,2% a novembre 2024, in aumento rispetto al 2% di ottobre, ma leggermente al di sotto delle aspettative di mercato del 2,3%.
L'inflazione core, che esclude alimentari ed energia, ha raggiunto il massimo degli ultimi sei mesi del 3% a novembre. Nel frattempo, il tasso di inflazione armonizzato dall'UE è rimasto al 2,4% annuo, in linea con le aspettative.
Il rialzo dei listini è stato dovuto anche alla pubblicazione dell'indicatore del sentiment economico dell'area dell'euro (ESI), che è aumentato di 0,1 punti a 95,8 a novembre 2024, al di sopra delle aspettative del mercato di 95,1. L'euro è rimasto in trading range contro le principali valute in una seduta poco mossa.
CROLLO DEL REAL BRASILIANO
Il real brasiliano è crollato al livello di 6,00 real per dollaro, minimo storico di sempre nella sessione di ieri. Solo quest’anno la valuta brasiliana ha perso il 20%, a causa delle crescenti preoccupazioni fiscali.
Va ricordato che queste preoccupazioni vanno di pari passo con una importante crescita economica e un surplus commerciale da record (100 miliardi di dollari di surplus nel 2023), anche se in calo nell’ultimo periodo.
Le problematiche sono legate principalmente a diversi fattori, in primis l’annuncio da parte del Governo federale di un taglio della spesa di 12 miliardi di dollari, ben al di sotto delle speranze del mercato, favorevole a tagli più aggressivi per alleviare le preoccupazioni che un deficit di bilancio insostenibile avrebbe causato un rialzo dell’inflazione aumentando i rischi di credito.
Inoltre, sono emerse segnalazioni secondo cui il governo avrebbe esentato gli stipendi inferiori a 5.000 BRL mensili dal pagamento dell'imposta sul reddito, aumentando i rischi di deficit. La valuta locale è stata anche messa sotto pressione quest'anno da minori afflussi di capitali, principalmente a causa della minore domanda cinese di materie prime chiave prodotte in Brasile.
Un’altra questione sul tavolo è rappresentata dalla questione climatica, che sembrerebbe aver danneggiato le colture di soia, la principale fonte di esportazione del paese.
MAJORS
Pochi movimenti sui cambi con EUR/USD e GBP/USD in 30-40 pips di oscillazione, sempre all’interno dei loro rispettivi trading range. Stabili sono rimasti poi sia il USD/CAD, a ridosso di 1,4000, sia le valute oceaniche, in leggera ripresa, soprattutto l'AUD dopo che le dichiarazioni dei rappresentanti del board della RBA sono state molto chiare, all’insegna di timori verso un'inflazione che non accenna ad abbassare la testa, per cui i tassi non scenderanno molto presto.
L'AUD è salito di uno 0,40%, niente di che, ma forse l’unico movimento degno di nota di una giornata poco significativa in termini di price action. Nella notte, invece, abbiamo assistito a un piccolo terremoto sullo JPY, dopo la pubblicazione dell’inflazione di Tokyo, salita oltre il 2% nel mese di novembre.
I dati sull'inflazione hanno rafforzato le aspettative per un altro aumento dei tassi di interesse da parte della BOJ a dicembre. I mercati stanno ora scontando una probabilità di circa il 60% di un aumento dei tassi di 25 punti base il mese prossimo, rispetto al 50% circa di una settimana fa.
I dati sull'inflazione di Tokyo sono spesso visti come un indicatore anticipatore per le tendenze dei prezzi nazionali, con i dati CPI nazionali che solitamente seguono circa tre settimane dopo. Tuttavia, il CPI nazionale di novembre non verrà rilasciato prima della riunione di politica monetaria di dicembre della BOJ.
USD/JPY è sceso sotto 150,00 nella seduta asiatica a 149,80 per poi tornare in area 150,00 dove si trova ora. La tendenza sembra, nel breve, ancora ribassista con principali target fissati a 149,40 e 148,75.
CANADA
Il deficit delle partite correnti del Canada si è ridotto a 3,2 miliardi di CAD nel terzo trimestre del 2024, in calo rispetto ai 4,7 miliardi rivisti al rialzo nel secondo trimestre e ben al di sotto delle aspettative di mercato di un deficit di 9,3 miliardi.
Il surplus di reddito da investimenti è salito a 4,2 miliardi di dollari canadesi, spinto da maggiori profitti dagli investimenti diretti all'estero. Nel frattempo, il deficit commerciale dei beni è salito leggermente a 3,6 miliardi di CAD dai 3,5 precedenti, mentre il surplus dei servizi si è contratto a 0,5 miliardi.
ITALIA
L'indice di fiducia del settore manifatturiero del nostro paese è rimbalzato a 86,5 a novembre 2024, dal minimo degli ultimi quattro anni di 85,8 del mese precedente, e superiore al consensus che era per un ribasso a 85.
L'inattesa correzione ha suggerito che il pessimismo per i produttori di beni potrebbe aver toccato il fondo. Il sentimento è stato sostenuto da condizioni migliorate per gli ordini e la produzione attuali. Al contempo, però, le aspettative sono peggiorate per entrambi, sia i nuovi ordinativi, sia la produzione.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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