Jpy a picco

Lo yen giapponese si è deprezzato ulteriormente contro dollaro Usa, toccando un minimo multi-decennale a 160.82. Bisogna risalire al dicembre 1986 per ricordare un livello simile. Tra l’altro, l’ultimo intervento della BoJ, datato 29 Aprile, era partito da area 160.20-30, al di sotto dei massimi di oggi, il che significa che la BoJ non ha posizionato alcuna line in the sand per frenare l’emorragia dello Jpy che cola a picco.

Finora, a giugno, lo yen ha perso circa l'1,5% rispetto al biglietto verde, estendendo la perdita da inizio anno a circa il 13%, causa la divergenza dei tassi e quella relativa alle due diverse politiche monetarie tra la Banca del Giappone e la Federal Reserve. Ma la perdita dello yen ha subito un'accelerazione questo mese poiché la BoJ ha rifiutato di ridimensionare i suoi massicci acquisti di obbligazioni, affermando che rilascerà un piano per ridurre il suo programma di acquisto di titoli nella prossima riunione politica di luglio.

Inoltre, i rappresentanti della BoJ sono ancora divisi su come procedere con il prossimo rialzo dei tassi di interesse. Gli interventi verbali e gli avvertimenti da parte dei funzionari hanno tentato di arginare, per ora inutilmente, la debolezza dello yen, nonostante ad oggi gli interventi per sostenere la valuta, siano costati circa 60 miliardi di dollari. Questa notte, il Ministro delle Finanze Suzuki ha lanciato ulteriori minacce di intervento contro la speculazione, senza però intervenire realmente sui mercati, e alimentando una speculazione che spinge sempre di più la valuta al ribasso.

GIAPPONE, IN AUMENTO LE VENDITE AL DETTAGLIO

Intanto, le vendite al dettaglio sono aumentate del 3% anno su anno a maggio 2024, accelerando da un aumento rivisto al rialzo del 2,4% ad aprile e superando di gran lunga le aspettative del mercato per una crescita del 2%. Il dato ha anche segnato il 26° mese consecutivo di espansione del fatturato al dettaglio poiché l'aumento dei salari ha continuato a stimolare i consumi.

Le vendite sono aumentate di più per i prodotti al dettaglio, grandi magazzini, macchinari e attrezzature, commercio al dettaglio e prodotti farmaceutici. D'altro canto, le vendite sono diminuite per automobili, abbigliamento e beni personali. Su base mensile, le vendite al dettaglio sono aumentate dell'1,7% a maggio, accelerando da un aumento dell'1,2% ad aprile.

WALL STREET

Ieri Wall Street ha chiuso sugli stessi livelli del giorno precedente con l'S&P 500 a -0.02%, il Dow Jones sopra dello 0.10% e il Nasdaq a +0.04%, poiché i trader rimangono cauti in vista del dato sul price consumer expenditure atteso per questa settimana. Allo stesso tempo, i commenti di diversi funzionari della Fed hanno respinto l’idea che sia possibile una riduzione del costo del denaro tra settembre e novembre.

Tra i diversi settori dei listini Usa, quello dei servizi di pubblica utilità ha avuto la performance peggiore, seguito dai beni di consumo di prima necessità. Il settore tecnologico, invece, è stato poco scambiato. Le azioni Nvidia sono scese dello 0,4% dopo essere salite del 7% martedì. Le altre megacap sono state contrastanti, con Microsoft (-0,4%), Meta (-0,6%) e Alphabet (-0,5%) in calo mentre Apple (1,4%) e Amazon (0,3%) hanno registrato risultati in rialzo. FedEx è salita di quasi il 13% dopo aver battuto gli utili.

VALUTE

Lo Jpy, come ribadito in precedenza, ha dominato la scena con il biglietto verde che per correlazione dollaro centrica, è salito inevitabilmente anche contro Euro e Sterlina, oltre che Aud, Nzd e Cad, ma tutto sommato, le majors hanno tenuto bene con l’Euro che non ha rotto 1.0670, la sterlina 1.2610 20 area, e le oceaniche i supporti chiave, posti a 0.6630 e 0.6070 80 area.

UsdCad sulle resistenze di 1.3700, mentre il franco svizzero ha ceduto qualcosa contro dollaro arrivando quasi a 0.8985 e riuscendo a rompere le prime resistenze poste a 0.8955 60. La tensione rimane alta, specie se lo Jpy non vedrà alcun intervento della BoJ, che potrebbe però calmierare la tensione di queste ultime ore.

GERMANIA, FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN CALO

L’indicatore GfK del clima dei consumatori per la Germania è sceso a -21,8 verso luglio 2024 da un -21,0 leggermente rivisto nel periodo precedente, mancando le previsioni di mercato di -18,9 e segnando il primo calo in cinque mesi. Sia le aspettative di reddito (8,2 contro 12,5 di giugno) che le prospettive economiche (2,5 contro 9,8) sono scese, dopo essere aumentate nei quattro mesi precedenti. Nel frattempo la propensione al risparmio è aumentata, mentre la propensione all'acquisto è rimasta inferiore.

"L'interruzione della recente tendenza al rialzo della fiducia dei consumatori dimostra che la via d'uscita dalla crisi dei consumi sarà difficile e che le battute d'arresto potrebbero ripetersi", ha affermato Rolf Bürkl, esperto di consumatori del NIM. Ha aggiunto che un tasso di inflazione leggermente più alto a maggio ha causato maggiore incertezza tra i consumatori. Affinché possa verificarsi una ripresa del sentiment, Bürkl ha affermato che i consumatori hanno bisogno di un continuo rallentamento dell'inflazione, di prospettive chiare dal prossimo bilancio pubblico e di un aumento sostenuto del reddito reale.

Buon trading e buona giornata.

Saverio Berlinzani




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