Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update -

TVC:USOIL   CFD Petrolio WTI
Macro europea in peggioramento: aiutera’ la discesa dell’inflazione.
Prezzo del petrolio ai minimi da 2 mesi, la domanda globale rallenta.
L’economia cinese spinta da consumi e spesa pubblica: export in crisi.
La manufattura tedesca e’ in difficolta', ma gli ordini sono in ripresa.


Il mercato obbligazionario e’ sensibile ai cambi di umore degli investitori e ieri, 6 novembre, s’e’ notato un generale rimbalzo dei rendimenti con conseguente ribasso dei prezzi dei bond, Governativi e non. Forse e’ semplicemente la “digestione” del rialzo dei prezzi di venerdì 3, innescato dai dati relativamente deboli sul mercato del lavoro Usa.

Il contesto generale, comunque, non muta significativamente: si conferma l'aspettativa dello stop ai rialzi dei tassi da parte della Fed, assieme a quella che l’inflazione al consumi (CPI) rientri verso il target del 2,0%, in linea con quanto accaduto per i prezzi alla produzione (PPI), ora negativi nella variazione “anno su anno”.

Oltre alla preoccupazione per la possibile degenerazione del conflitto Israele-Hamas, c’e’ il numero crescente di indicatori macro deboli sulla congiuntura economica europea, tra i quali il Pmi (Purchasing managers index) dei servizi di ieri. Le borse europee hanno frazionalmente ritracciato: Milano -0,30%, Parigi -0,47%, Francoforte +0,33%: Londra ha “tenuto”, +0,12%.

Negli Usa, per alimentare una prospettiva di “pausa” sui tassi serviranno conferme del rallentamento economico: insomma occorrera’ che il boom di occupazione e salari si prenda una pausa per indurre la Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED) ad addolcire la politica monetaria.

Wall Street e’ reduce dalla migliore settimana 2023, rialzo proseguito anche ieri, portando a 6 consecutive sedute positive: Dow Jones +0,10%, Nasdaq +0,30%, S&P500 +0,18%. Leggera inversione di traiettoria, come gia’ accennato, per i rendimenti dei Treasury Usa, col decennale risalito +4bps a 4,65%.

Qualch spinta alla risalita dei rendimenti s‘e’ vista anche in Europa: il BTP decennale ha chiuso a 4,64% da 4,55% di inizio seduta e 4,44% di venerdì: contemporaneamente lo spread di rendimento tra BTP decennali italiani e omologhi Bund tedeschi e’ aumentato a 191 punti base, dai 187 della mattina ed i 180 della chiusura di venerdì 3.
Sul fronte energetico i prezzi del petrolio restano depressi: nel weekend scorso Russia ed Arabia Saudita hanno confermato la scelta volontaria di ridurre l’esportazione, rispettivamente di 0,3 e 1,0 milione di barili/giorno, fino a dicembre.

Stamane il WTI (greggio benchmark Usa) perde -1,9% a 79,4 Dollari/barile, ai minimi da 2 mesi: cio’, assieme alla recente debolezza del Dollaro, potrebbe favorire la discesa dell’inflazione a novembre. Il prezzo del gas naturale ieri e’ sceso -5%,a 45,5 Euro/megawattora: l’offerta abbonda e le riserve sono piene.



Macro europea: i prezzi alla produzione (PPI) nell’Euro-zona sono saliti +0,5% a settembre rispetto ad agosto, quando erano aumentati +0,7%. Il dato sembra brutto, tuttavia rispetto allo stesso periodo 2022 i prezzi alla produzione sono diminuiti -12,4%: inoltre ci sono i presupposti perche’ siano calati in ottobre e scendano anche a novembre.

In Germania la crisi e’ piu’ marcata che in altri Paesi europei: l’economia e’ sbilanciata verso la manifattura ad alto valore aggiunto e le esportazioni. La produzione industriale tedesca a settembre e’ scesa -1,4% su base mensile dopo il calo di -0,1% di agosto e sotto le previsioni di -0,1%, segnando il 4’ mese consecutivo di calo.

Soffre il comparto automobilistico, -5,0%, l’elettronica, -4,4%, il farmaceutico, -9,2%, i beni intermedi, -1,9%, e quelli di consumo, -4,9%. Recuperare l'ingegneria meccanica, +4,1%.

Nulla di sorprendente se consideriamo che i PMI europei finali dei servizi e compositi di ottobre, pur leggermente migliori rispetto a quelli della manifattura, confermano la debolezza dell’economia continentale. I nuovi ordinativi sono calati alla velocita’ maggiore dal 2012, e quelli per l'export risultino ai minimi assoluti dall’inizio della serie nel 2014.

Anche dalla Cina arrivano dati sul commercio internazionale peggiori del previsto col forte calo ad ottobre a 56,5 miliardi Dollari del surplus commerciale: valeva 82,3 miliardi a ottobre 2022, e 77,7 a settembre 2023: il dato di ottobre segna il minimo da febbraio confermando il peggioramento della domanda estera, in particolare quella di Europa e Usa.

L’export è calato per il 6’ mese, segnando -6,4%, dal -6,2% ad agosto e contro stime di -3,3%. L’import, favorito dalla ripresa della domanda interna e’ cresciuto per la 1’ volta da febbraio, +3,0% contro stime di -4,8% ed il -6,2% di settembre.

Negli Usa la stretta monetaria impatta sulle erogazioni di finanziamenti bancari: un sondaggio della FED indica che la domanda nel 3’ trimestre e’ ulteriormente indebolita rispetto al 2’: cio’ potrebbe suffragare la prospettiva della fine dell’aspra fase di “tightening monetario” negli Usa.

Questa settimana il “calendario macro” non offre molto: giovedi’ 10 parleranno i 2 piu’ importanti banchieri centrali, cioe’ la Presidente dell’ECB (Banca centrale Europea) Christine Lagarde e il Chairman della FED Jerome Powell, mentre in Europa si vive la fase piu’ intensa della pubblicazione delle relazioni trimestrali.

Oggi, 7 novembre, 5 giorni dopo la scelta della FED di lasciare invariati i tassi invariati e ad 1 mese dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente, i mercati azionari faticano a dare seguito al “rally” della settimana passata: in Asia Tokyo ha perso -1,3%, dopo 4 sedute consecutive di rialzo, Hong Kong -0,7%, Shanghai e Shenzhen -0,2%.

Le Borse europee chiudono la mattinata in calo medio di -0,5%, ed anche i future su Wall Street perdono frazionalmente, -0,3% per S&P500 e Dow, “piatto” quello sul Nasdaq.

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