WisdomTree - Tactical Daily Update - 08.12.2025

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Occhi puntati su riunione della banca centrale Usa-FED il 10 dicembre.
Gli mercati si aspettano taglio di 25 bps, dopo inflazione senza sorprese.
Forte domanda per rame ed altri metalli industriali. Watch-out!
GDP 2025 in rafforzamento in EU, in contrazione in Giappone.


Mercati in attesa della Fed, tra dati macro, rally delle materie prime e un’Europa divisa. L’ultima seduta della scorsa settimana si è chiusa con un’Europa a geometria variabile, sospesa tra l’attesa dei dati macro statunitensi e un contesto geopolitico nuovamente al centro dei radar.
Gli investitori guardavano soprattutto al PCE, l’indice dei prezzi preferito dalla Federal Reserve, poi uscito perfettamente in linea con le attese, e ai colloqui di pace in Ucraina, tornati a generare un cauto ottimismo sui listini continentali.
Tra le principali piazze del Vecchio Continente, Londra ha ceduto lo 0,45%, mentre Francoforte ha messo a segno un +0,61%. Parigi è rimasta sostanzialmente invariata, a -0,09%, a testimonianza di un sentiment poco direzionale ma comunque sostenuto dall’idea che la Fed stia effettivamente entrando nella fase finale del ciclo restrittivo.
E proprio la Fed si prepara a essere la protagonista assoluta della settimana: mercoledì 10 arriverà la nuova decisione sui tassi. Gli analisti si attendono un taglio di 25 punti base, accompagnato da una guidance che continua a incorporare 2-3 ulteriori riduzioni nel corso del 2026. Il mercato obbligazionario guarda con crescente fiducia a questo scenario, mentre a Wall Street la seduta di venerdì si è chiusa in lieve progresso: Dow Jones +0,2%, S&P500 +0,2%, Nasdaq +0,3%.
Il dato PCE statunitense di settembre 2025 conferma un quadro di inflazione coerente con il percorso di disinflazione graduale delineato dalla Fed. L’indice generale è cresciuto dello 0,3% su base mensile, mentre il core PCE, che esclude alimentari ed energia, ha segnato un aumento dello 0,2%.
Su base annua, sia la componente generale sia quella core registrano un incremento del 2,8%, un valore che rassicura i policymaker e che rafforza la narrativa di un possibile allentamento monetario più deciso nel 2026.
Il nuovo report Istat sulle “Prospettive dell’economia italiana” descrive un percorso di crescita moderata ma stabile: il PIL è atteso in rialzo dello 0,5% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, dopo il +0,7% stimato per il 2024.
Il motore dell’espansione resterà la domanda interna al netto delle scorte, che dovrebbe contribuire per +1,1 punti percentuali in entrambi gli anni. La domanda estera netta rimane invece un freno, con contributi negativi per -0,6 p.p. nel 2025 e -0,2 p.p. nel 2026.

Interessante il capitolo lavoro: l’occupazione, misurata in ULA, dovrebbe crescere più del Pil (+1,3% nel 2025 e +0,9% nel 2026), con un tasso di disoccupazione in discesa al 6,2% nel 2025 e al 6,1% nel 2026.
Eurozona: crescita del PIL a +0,3% nel terzo trimestre. Nel terzo trimestre del 2025, il PIL destagionalizzato è avanzato dello 0,3% nell’area euro e dello 0,4% nell’Unione Europea, accelerando rispetto allo 0,1% e 0,3% del trimestre precedente. Su base annua, il PIL cresce dell’1,4% nell’eurozona e dell’1,6% nell’Ue, mentre l’occupazione mostra un incremento dello 0,2% e dello 0,1% rispettivamente.
Cina: boom dell’export e bilancia commerciale oltre 1.000 miliardi. La settimana europea si apre debole (8 dicembre), complice una giornata festiva per diversi Paesi, tra cui l’Italia. Ma i fari restano sulla Cina, che ha pubblicato una bilancia commerciale superiore ai 1.000 miliardi di dollari.
Le esportazioni sono salite del 5,9% su base annua, nonostante il drastico -28,6% dei flussi verso gli Stati Uniti. Le importazioni hanno segnato un incremento dell’1,9%, fornendo un ulteriore sostegno alle borse cinesi.
Protagonista delle materie prime è il rame, che tocca un nuovo record: 11.771 dollari a tonnellata, +1,3%, prima di assestarsi a 11.620. Il rally, superiore al 30% da inizio anno alla LME, è alimentato dagli stimoli di Pechino, che ha ribadito un approccio fiscale “proattivo” e una politica monetaria “moderatamente espansiva”.
Gli analisti vedono un forte Momentum rialzista, sostenuto anche dagli investimenti nelle infrastrutture elettriche e nell’high-performance computing.
Criptovalute in rimbalzo: Bitcoin +2,8% a 91.616 dollari, mentre Ethereum avanza del 3,1% a 3.131,53. Un movimento significativo dopo il crollo del 1° dicembre a 86.200 dollari, il recupero ai 94.000 del 3 dicembre e la nuova discesa sotto i 90.000 il 6 dicembre.
Spread in calo a 65,9 punti; petrolio WTI a 60,2 dollari. In apertura di settimana lo spread BTP-Bund scende a 65,9 punti, dai 68,7 di venerdì, con rendimento italiano stabile al 3,48%. In rialzo il decennale tedesco (2,82%, +2,8 punti) e quello francese (3,56%, +3,4 punti).
Il petrolio WTI rimbalza marginalmente a 60,2 dollari al barile, +0,2%.
Asia moderatamente positiva, ma Tokyo rivede il PIL: -2,3% In Asia la seduta è sostenuta dalle attese per un taglio della Fed: Tokyo +0,18%, Shanghai +0,55%, Taiwan +1,15%, Seul +1,34%, mentre Sydney resta negativa a -0,12%. Ancora aperte Hong Kong (-1,13%), Mumbai (-0,52%) e Singapore (-0,46%). Intanto il Giappone rivede al ribasso il proprio PIL del terzo trimestre: la contrazione passa da -1,8% a -2,3% annualizzato.

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