USDJPY e SPX: Una Correlazione che Racconta più di Quanto Sembra🔶 Fase 1: 2000–2008 – Crisi tecnologica e finanziaria
Contesto macroeconomico:
Scoppio della bolla dot-com nel 2000.
Attacchi dell'11 settembre 2001.
Crisi dei mutui subprime nel 2007–2008.
Esempio concreto:
Nel 2000, l'S&P 500 ha perso circa il 49% del suo valore tra il picco di marzo 2000 e il minimo di ottobre 2002.
Durante lo stesso periodo, lo yen giapponese si è apprezzato rispetto al dollaro USA, passando da circa 110 a 102 JPY/USD.
Interpretazione:
In periodi di crisi, gli investitori tendono a ritirare i capitali da asset rischiosi (come le azioni) e a rifugiarsi in valute considerate sicure, come lo yen giapponese. Questo comportamento porta a una correlazione negativa tra l'S&P 500 e USD/JPY: quando l'S&P 500 scende, USD/JPY tende a scendere (yen si rafforza).
🔷 Fase 2: 2008–2012 – Politiche monetarie espansive
Contesto macroeconomico:
Crisi finanziaria globale del 2008.
Implementazione del Quantitative Easing (QE) da parte della Federal Reserve.
Tassi d'interesse prossimi allo zero in Giappone.
Esempio concreto:
Nel marzo 2009, l'S&P 500 ha raggiunto un minimo di circa 676 punti.
Nel novembre 2011, USD/JPY ha toccato un minimo storico di circa 75,5.
Interpretazione:
Nonostante le politiche monetarie espansive, la fiducia degli investitori era ancora fragile. Lo yen ha continuato a rafforzarsi, indicando una persistente avversione al rischio. La correlazione tra S&P 500 e USD/JPY è rimasta negativa o neutra.
🟩 Fase 3: 2012–2025 – Divergenza delle politiche monetarie
Contesto macroeconomico:
Abenomics in Giappone con ulteriori stimoli monetari.
Ripresa economica negli Stati Uniti con rialzi dei tassi d'interesse da parte della Fed.
Politiche monetarie divergenti tra Fed e Bank of Japan.
Esempio concreto:
Tra il 2012 e il 2015, USD/JPY è salito da circa 80 a 125, indicando un forte deprezzamento dello yen.
Durante lo stesso periodo, l'S&P 500 è passato da circa 1.400 a oltre 2.100 punti.
Interpretazione:
La divergenza delle politiche monetarie ha reso il dollaro più attraente rispetto allo yen, incentivando il "carry trade": gli investitori prendevano in prestito yen a basso costo per investire in asset denominati in dollari con rendimenti più elevati. Questo ha portato a una correlazione positiva tra S&P 500 e USD/JPY: entrambi sono saliti.
📌 Conclusione
La relazione tra l'S&P 500 e USD/JPY varia in base al contesto macroeconomico:
Correlazione negativa in periodi di crisi, dove lo yen funge da valuta rifugio.
Correlazione positiva in periodi di espansione economica e politiche monetarie divergenti, incentivando il carry trade.
Monitorare questa correlazione può offrire spunti utili per comprendere il sentiment degli investitori e le dinamiche dei flussi di capitale globali.
USDJPY
Come confermare la presenza di liquidità su UsdJpy, per...Riporto in questo articolo un infografica che di solito uso per spiegare il comportamento ripetitivo delle barre di trend, e la conferma o la mancanza di liquidità a supporto . Tutto con l'obbiettivo di portare gli utenti a capire, come individuare la radice per lo sviluppo della prossima tendenza . In serata faremo anche una live quì su TradingView per approfondire questo tema .
Attualmente su UsdJpy abbiamo una congestione settimanale con 5 barre laterali . Il livello tondo, che determina il confine della congestione è pari a 144.50 . Oltre tale area i large trader, nei prossimi giorni, tenteranno nuovamente la ricerca della liquidità a supporto , per attirare altri large trader. In pratica oltre tale area sposteranno il prezzo, immettendo liquidità, con l'intenzione di attirare la liquidità di altri large trader.
Quando questa ricerca va a buon fine, rileviamo una barra di trend con prese di profitto ridotte, come vediamo nell'esempio 1 (freccia in verde), altrimenti una barra di collasso/pivot, esempio 2 (freccie in rosso). Durante la formazione di una congestione, come possiamo vedere nel grafico (freccie rosse), si ripetono diversi tentativi infruttuosi, prima di una conferma della liquidità. E' normale.
Quando la direzione della liquidità viene conferma (esempio 1 in verde), i large trader restano in posizione per immettere nuova liquidità, nel corso dei giorni seguenti, con l'obbiettivo di supportare lo sviluppo di un nuovo trend. Pertanto, una volta formata una congestione, è necessario attendere giorni o settimane, fino alla conferma della liquidità, per agganciare e seguire il nuovo trend.
In questi giorni stiamo monitorando UsdJpy, proprio per confermare la presenza di liquidità e sfruttare il prossimo trend.
[PIANO DI TRADING] - Perché è essenziale svilupparloIl trading plan è la costituzione del trader.
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Non potete pensare di raggiungere dei risultati che siano replicabili senza avere una serie di regole da seguire.
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Per un trader la difficoltà nel seguire le regole sta proprio nell’auto imposizione: siete voi i responsabili di voi stessi.
Molti pensano che la voglia di libertà con cui si avvicinano al trading equivalga a non avere nessuna regola, ma questa è un’indipendenza che non dura a lungo.
La vera libertà si può raggiungere e risiede nello scegliere da voi le vostre regole e seguirle, proprio per mantenere lo status di uomo e trader libero.
Le regole, nel trading, costruiranno il tuo nuovo lato psicologico perché ti doneranno più confidenza e fiducia in quello che fai.
Le regole eliminano la confusione del decidere su due piedi.
Le regole ti permettono di revisionare le operazioni che esegui e scovarne i lati migliorabili.
Le regole ti aiutano a risparmiare tempo, quando sarai davanti ai grafici ti basterà seguire il piano senza farti ulteriori domande che ti portano via troppo tempo non necessario.
UN TRADING PLAN CHE SI RISPETTI DEVE AVERE REGOLE SVILUPPATE PER ALMENO QUESTE 6 AREE:
-Risk management
-Tempistiche e orari
-Princìpi per entrare
-Princìpi per lo stop
-Princìpi per il target
-Gestione operativa
Hai già un piano di trading per eseguire la tua strategia? Fammelo sapere, conoscere trader consapevoli fa sempre piacere.
Hai bisogno di un consiglio o hai una domanda sul trading plan? Lasciami pure un commento qui sotto.
Come funziona la gestione del rischio in 5 minuti (Esempio DTA)La gestione del rischio è la fase più importante da mettere in opera. Se il trader è capace di gestire il rischio e le problematiche di tutti i giorni, è di conseguenza capace di accedere alle tendenze e quindi ai profitti. Vediamo 3 semplici tecniche per utilizzare gli stop loss , in modo da generare piccole spese, con tutti gli eventi infruttuosi. Durante la diretta di un pò di tempo fa, ho spiegato " Come si ottiene un profitto ", quindi come si costruisce il percorso che porta al profitto.
Partendo dal presupporto che le spese sono parte di un processo che porta al profitto e che è necessario gestire una serie di opportunità infruttuse, prima di giungere ad un trend, vediamo come funziona la gestione del rischio che consente appunto di gestire gli eventi infruttuosi, per arrivare al trend/profitto con un carico di spese ridotto.
Stop massimo: Si tratta dello stop loss che viene affidato al broker, si trasmette insieme all'ordine condizionato Buy Stop o Sell Stop. E' una condizione estrema, che non viene mai eseguita. Serve per proteggere la gestione, se il trader è distratto o si verifica un evento inaspettato. Il rischio effettivo della gestione è pari al 50% del rischio massimo, come ho illustrato nel grafico.
Stop manuale al 50%: Lo stop manuale lo esegue il trader, non può delegarlo al broker. Se il mercato, dopo aver aperto gli ordini, crolla sotto il 50% del setup, il trader deve chiudere le posizioni. Questo perché la Teoria di Dow insegna che un mercato in trend, sviluppa sempre prese di profitto ridotte entro il 33%, entro massimo il 50%, pertanto quando le prese di profitto superano il 50%, l'opportunità va gestita come infruttuosa perché non svilupperà più un trend.
Stop a tempo: Su mercati come EurUsd e GbpUsd eseguiamo lo stop a tempo per le 19:00/20:00 al massimo. Quindi consideriamo infruttuosa un opportunità che non presenta una spinta della liquidità di almeno 30/50 pips nel corso della giornata . Le opportunità senza potenziale, devono essere subito chiuse, per non generare spese elevate.
In questo modo, evento per evento, è possibile delineare un percorso che porta il trader verso quell'opportunità pienamente compatibile con il piano di trading, per accedere ad un trend e quindi ad un profitto. Ho riportato nel grafico 2 opportunità di trading, con gli eventi collegati, per spiegare i dettagli della gestione del rischio:
Esempio 1: Gestiamo 3 eventi, per giungere ad un profitto. a) il primo setup genera una piccola spesa, perché il mercato a fine giornata resta stazionario vicino all'ordine Buy Stop, senza sviluppare una prima variazione di 30/50 pips, necessaria per ridurre il rischio e dare tempo e spazio al mercato per fare maturare i profitti (pubblicherò un altro approfondimento di questo tipo per spiegare come si ridure il rischio, dopo la conferma di un potenziale). b) Il giorno dopo, a fine giornata, chiudiamo con lo stop a tempo, con un piccolo profitto di 20 pips. La variazione iniziale non è sufficiente per ridurre il rischio e restare a mercato. c) Il terzo evento invece, produce nel corso della giornata circa 140 pips iniziali e questo consente di guadagnare lo stop a pareggio, per poter raggiungere gli obbiettivi di profitto, nel corso dei prossimi giorni, senza un rischio esposto.
Esempio 2: a) Il primo evento genera uno stop a tempo, quindi una piccola spesa. Come si può vedere anche nel grafico, gli stop a tempo consentono di eliminare gli eventi infruttuosi, con un carico di spese ridottissimo. b) il secondo evento è tuttora in corso, siamo in attesa di una variazione iniziale di 30/50 pips, per poter ridurre il rischio.
Questi 2 esempi fanno parte del metodo DTA, di Day Trading di lungo termine. L'obbietto di questa condivisione è spiegare l'importanza della gestione e che grazie ad un lavoro accurato, è possibile generare spese limitate, per trovare le opportunità che danno accesso ai profitti. Il trader che opera in questo modo, da poca importanza al singolo evento e valuta la gestione come un insieme di eventi, infruttuosi e compatibili. Spero sia tutto chiaro, saluti.
I profitti non dipendono dal numero delle opportunità (DTA)Spiego spesso l'importanza della pianificazione e come grazie ad un accurato lavoro di preparazione è possibile operare a mercato reale, con poche ed ottime opportunità nel corso dell'anno, riducendo il rischio e la complessità generale. E' necessario tenere bene a mente, che il rischio è direttamente correlato con il numero delle opportunità gestite, mentre invece i profitti non dipendono dal numero delle opportunità, ma dalla qualità di queste.
Il rischio della gestione viene influenzato dal numero delle opportunità gestite, perché ogni volta che il trader entra a mercato espone un rischio e questo genera spese con una serie di eventi. Per giungere ad un profitto è necessario gestire le opportunità, per costruire un percorso, che evento per evento, porta il trader verso quell'opportunità che da accesso ad una tendenza sufficientemente ampia, e quindi ad un profitto. Ho commentato tempo fa quì su TradingView un infografica , può essere utile per approfondire questo tema.
Spesso le gestioni migliori, che restituiscono profitti elevati e spese limitate, sono proprio quelle che hanno richiesto nel corso dell'anno poche opportunità (3-5). Per esempio UsdJpy in questo momento sta consentendo una gestione con il metodo DTA, che con 2-4 opportunità in totale, sarà in grado di generare un risultato pari al 20% circa (su base annua), con una flessione di 3-4 punti percentuali al massimo. Questo per evidenziare l'importanza della pianificazione e per scoraggiare un trading improvvisato ed emotivo, che non consente al trader di restare competitivo a lungo. In settimana faremo una sessione live su TradingView per mostrare il lavoro che stiamo svolgendo su UsdJpy e con il metodo DTA quest'anno. Riporto fra le analisi correlate, qualche dettaglio già condiviso in precedenza.
La Mappa [USD\JPY]Vi rimandiamo alla nostra analisi di questa mattina su USD\JPY ,dove avevamo individuato i livelli operativi per la giornata odierna.
Come da copione abbiamo comprato quando il prezzo ha rotto a rialzo i nostri livelli fino a raggiungere i target successivi.
Avere un idea chiara ad inizio sessione ci permette di essere preparati nei casi come questo e sfruttare le accelerazioni del prezzo.
Correlazioni e strategieLe correlazioni Dollaro forte = mercati forti = Yen debole trovano nel cambio USDJPY la massima espressione.
I nuovi record degli indici e il rally long di USDJPY non sono una caso. Un analogo rally lo si è assistito all'inizio del 2018 ma al contrario dove gli indici accusavano un vistoso storno e il cambio vedeva un continuo rafforzamento dello Yen.
Nello specifico NIKKEI, SP500 e USDJPY sono correlati positivamente e tendono nel lungo ad avere andamenti simili. Un eventuale perdita di correlazione di uno dei tre, potrebbe essere un segnale d'allarme per un cambio di scenario.
Quando si trada USDJPY o questi due indici, è importantissimo tenere in considerazione proprio le correlazioni e sapere come esse interagiscono tra di loro in un continuo gioco di causa/effetto.
Questi tre strumenti sono fondamentali per identificare il carattere della fase economica in cui ci si trova:
RISK-ON ricerca del rischio e vendita di asset rifugio
RISCK-OFF liquidazione di posizioni di rischio e acquisto di asset rifugio
In questa continua rotazione ciclica, altri strumenti come ORO, VIX e indici obbligazionari possono a loro volta confermare la fase.
La conoscenza delle interazioni tra strumenti e se sono tipicamente RISK-ON piuttosto che RISK-OFF è la base per operatività complesse come edging o spread trading che sono fondamentali per mantenere un portafoglio efficiente e performante nel tempo.
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