Sarà recessione? Nel dubbio si comprano Euro!ANALISI COT REPORT del 16.04.2023
-CONTESTO
Eccoci nuovamente alla rubrica settimanale dedicata alla lettura dei mercati attraverso il posizionamento dei big players sul mercato dei futures, mercato che rimane a nostro parere sempre più confuso e a caccia di un’indicazione chiara sul futuro delle economie mondiali.
Le posizioni sui mercati si dividono di fatto in due grandi filoni di pensiero, entrambi con dati validi a supporto della loro tesi: da un lato chi crede nella recessione imminente per gli Usa e a cascata per il mondo occidentale e l’economia globale, dall’altra parte chi crede che le economie mondiali sono molto più robuste di quanto si possa credere e che le banche centrali interverranno prima della vera crisi.
A sostegno del primo filone di pensiero, quello legato all’imminente recessione, troviamo le parole ed i verbali della FED, che evidenziano un’aspettativa del PIL in calo costante per i prossimi 3 trimestri, che portano alla conclusione di un anno di ovvia recessione tecnica. A dar voce a queste prospettive di rallentamento economico, non solo in America ma nel resto del mondo, anche il FMI , che si è riunito per il consueto appuntamento di primavera e che ha posto la sua attenzione sugli ancora altissimi livelli di inflazione presenti nelle economie mondiali e la necessità delle banche centrali di mantenere politiche economiche aggressive, senza tuttavia colpire il delicato sistema finanziario. Decisamente un contesto fragile, che sembra di quasi impossibile gestione e che potrebbe portare a pesanti pressioni al sistema economico americano e mondiale per qualsiasi scelta si metta in campo.
La forte inflazione mondiale mette a dura prova i paesi a basso reddito, che importano dall’estero energy e food in dollari e che hanno affrontato un 2022 davvero difficile ampliando di fatto la fascia di popolazione in povertà. Chi crede nella fase di imminente recessione mondiale trova ancora supporto nei PMI , con il manifatturiero che mette in evidenza un rallentamento della domanda, dei livelli di produzione e il calo drastico anche nelle assunzioni. I posti di lavoro secondo questi report sono in calo, con il ridimensionamento della produzione le aziende si preparano ai tagli del personale, ponendo le basi per la fase di disinflazione e successiva recessione.
Ancora a sostegno di questa tesi, il comparto obbligazionario, che continua a premiare le scadenze lunghe oltre i 10 anni, mentre si penalizzano le scadenze brevi che continuano la lora caduta nei prezzi, special modo le brevissime sotto i 2 anni, lasciando ancora la curva dei tassi improntata al ribasso e alla aspettativa di recessione.
Di contro la tesi opposta, chi crede in un’economia mondiale robusta, che può superare le aggressioni delle banche centrali , che trova supporto in un buon rapporto dul mercato del lavoro Usa, che non vede partire ancora la disoccupazione , ferma al 3.5% e pertanto ancora una buona stabilità reddituale che da fiducia ai consumatori e alla domanda aggregata. Ulteriore supporto viene dagli ultimi dati sull’inflaizone Usa, che vede si un dato Core in aumento al 5.6, dal 5.5% , ma che vive anche un forte rallentamento nel dato più genereci del consumer price index che è calato dal 6.0% al 5.0%. l’effetto base incide senza meno in questa lettura e sapere che si paragonano i dati su base annuale al +8.5% dell’anno scorso pone dubbi sulla bonta del dato, che vengono tuttavia spazzati via dai rilevamenti mensili, che mostrano un +0.1% dal precedente +0.5%. i sostenitori di una prospettiva di ripartenza leggono con fiducia a questi dati e sperano che la leggera fase di rallentamento in atto sarà ben presto un ricordo , spazzato via da una FED che non andrà oltre i rialzi tassi di 25Bp e che si focalizzerà sui tagli del osto del denaro già in questo 2023.
I mercati per gli ottimisti sono già al bottom, e ogni dato positivo per le economie mondiali sono motivo di acquisto, spingendo oramai l’Europa sui massimi di periodo, e con l’America che guarda fiduciosa al futuro, ma sarà davvero già il momento di improntarsi al risk on?
Limitandoci alla lettura dei mercati, delle price action di questa settimana, non possiamo non notare che l’obbligazionario non ha cambiato ancora idea e la prospettiva di risk off rimane, la forza dell’azionario a nostro parere si manifesta maggiormente in Europa dove le politiche meno aggressive della BCE e la buona liquidità a sostegno del sistema bancario fanno la differenza su dei listini a maggior composizione bancaria.
In America potrebbe essere presto per parlare di risk on, e la stagione delle trimestrali Usa che sta per iniziare potrebbe dare maggior luce sul futuro che le aziende Usa vedono davanti a loro, special modo per il settore bancario cosi fragile e messo sotto pressione.
Gli operatori secondo quanto riportato dai dati del COt Report si stanno focalizzando sulle coperture, con i metalli preziosi a guidare gli acquisti , le valute rifugio che seguono il mood di risk off, e ancora tante posizioni corte sull’azionario Usa. Sarà interessante tuttavia osservare cosa accadrà on le trimestrali Usa che se dovessero porre sostegno alla corrente di risk on, potrebbero generare ricoperture importanti delle posizioni nette corte generando forti impulsi rialzisti.
Ma procediamo con ordine:
-FOREX:
il settore valutario trova ancora il dollaro Usa in netta vendita, con gli operatori che scaricano le posizioni long, e danno spazio nei portafogli ad asset rifugio come l’Euro , la sterlina, ed il franco svizzero. Lo yen resta fermo al palo penalizzato ancora da tassi negativi, che lasciano prediligere franco svizzero, ugualmente sicuro ma che riconosce delta tassi migliori.
Quini per il valutario aggiungiamo un sassolino all’idea di risk off.
EURUSD
Forte incremento di posizioni nette long per l’euro, che passano a 163338 dai precedenti 143393. Quasi 20000contratti in più, segnale di grande fiducia per la moneta unica, che rimane prediletta rispetto al dollaro Usa, ponendo le basi per ulteriori allunghi rialzisti
La struttura tecnica di euro trova base a 1.0520 come ultimo minimo di medio periodo prima della spinta attualmente in atto che ha portato le quotazioni a 1.1025. crediamo in allunghi rialzisti fino 1.1175 per poi cercare rientri nel trading range di fine 2022 , che ha tenuto le quotazioni sopra 1.1175 e sotto 1.15.
GBPUSD
Incalzano anche gli acquisti sulle sterline, sebbene in maniera più timida con soli 12395 contratti long, avvicinando il portafoglio delle mani forti ad una posizione netta long, posizione che tuttavia ora si attesta a -2398 contratti.
Il quadro tecnico sembra meno lanciato a rialzo rispetto all’euro, con le quotazioni che faticano a rimanere strutturalemnte sopra 1.2450 e che potrebbero tronare nel range che vede supporti a 1.1840. la chiave sembrano essere le medie mobili che fanno da primo supporto dinamico a 1.22, baluardo necessario per parlare di ulteriori allunghi rialzisti.
USDJPY
Fatica a cambiare l’approccio degli operatori sullo yen giapponese, che li vede ancora netti corti a -57207 contratti.
La strutturale debolezza dello yen, compete con la discesa del dollaro Usa, e porta le quotazioni a 133.75 proiettandosi anche sulle resistenze di 138.00figura. tuttavia il quadro confuso che proiettano le medie mobili sembrano dare voce alla fase di indecisione e di lateralità tra il dollaro e lo yen giapponese.
AUDUSD
Anche il dollaro austalino stenta nella ripartenza, dando peso alla teoria del risk off, con posiizoni nette corte a -37937 contratti.
Il quadro tecnico , anche qui abbastanza confuso, vede la forza delle resistenze a 0.6783 porre le basi per ritewst dei supporti a 0.6565-50. Solo rotture rialziste con chiusure daily oltre 0.6780-0.68figura potrebbero dare vita ad allunghi strutturali di questo asset.
USDCAD
Ancora tanta posizione netta corta per il dollaro canadese che trova le mani forti con -59579 contratti netti , ma che tuttavia grazie agli ultimi slanci rialzisti del wti sembra poter porre le basi di una riaprtenza, con 1930 cntratti in ricopertura questa settimana.
Il quadro tecnico vede un buon affondo di usdcad, non lontano dai supporti di 1.3225, area che si potrebbe raggiungere con la nuova forza del dollaro canadese e una strutturale debolezza del dollaro americano. Difficile credere ora in rotture ribassiste dell’ampio trading range che sta vivendo questo asset ,che trova le sue resistenze a 1.3860
USDCHF
Forza per il franco svizzero, che in un clima di risk off, sembra favorito come asset rifugio anche rispoetto allo yen, riconoscendo un delta tasso migliore. Le mani forti al momento si ricoprono di ben 1269 contratti, portando la posizione netta a soli -6734 contratti.
Il quadro tecnico evidenzia la forza del franco svizzero rispetto al dollaro americano, con la rottura dei supporti a 0.9050 e l’affondo sotto 0.8925, per priettarsi verso i minimi di 0.8765.
NZDUSD
USDINDEX
Calano ancora le posizioni long sul dollaro americano, con le mani forti che si assestano a 13264 contratti long, grazie ad un delta tasso ancora interessante al momento, ma che cala nella prospettiva di un taglio tassi da parte della FED.
Il dollaro Usa resta per noi , in questo 2023 un asset perdente ad ogni scenario, con i tagli tassi probabili che lo pongono in debolezza verso altre valute miglio, e anche per un’economia in recssione là dove la FED dovesse mantenere tassi alti. In ogni caso dunque trovaiamo un futuro non roseo per il biglietto verde, che ora si porta al test dei suporti a 100.83, livello lltre il quale non escludiamo affondi verso 9.50 come supporto primo, sotto quota 100.
-EQUITY:
Più incerto il comparto equity, che vede ancora posizionamenti netti short, ma che trovano in questa settimana, pesanti ricoperture di posizioni, il che lascia incerto il sentiment di risk off che il settore valutario aveva fino ad ora delineato.
Rimane a nostro avviso elemento discrimanete le trimestrali Usa che entreranno nel vivo la prossima settimana.
SP500
Ancora -307612 contratti netti corti per l’SP500 che sebbene viva un assetto di vendite fortissime, non possiamo non considerare la ricopertura di 13847 contratti di questa settimana.
La ricopertura di posizioni short sembrano aver dato buono spunto rialzista alle quotazioni che si portano al test delle resistenze di 4200 pnt. Presto per parlare di risk on, ma è certo che eventuali capovolgimenti nel sentiment delle mani forti, porterebbero a forti acquisti sui futures e a rilanci delle quotazioni anche verso i massimi di 4375 pnt.
Le trimestrali come detto, saranno la chiave di lettura prima della FED di maggio.
NASDAQ
Migliore il quadro dei tech, che non sono lontani da posizionamento netti long, con le mani forti con soli 2130 contratti short, e una ricpoertura di ben 16255 contratti long questa settimana.
Il quadro tecnico è palesemnte migliore per i rialzisti, che trovano impostazioni delle medie mobili a rizlso , massimi e minimi crescenti e supporti tecnici a 12854 pnt, proiettandosi al test deei 13242pnt prima e 13732 poi.
Il mondo dei tecnologici sembra essere convito del taglio tassi fed che darebbe spinta rialzista ai titoli ciclici… le trimestali ancora una volta saranno giudici.
DOW
RUSSEL
-COMMODITIES:
Il comparto delle commodities decisamente misto, con l’energy che fatica a ripartire, special modo il ngas, mentre il wti vive lo spolvero delle quotazioni, grazie alla decisione dell’opec + di tagliare circa 1.1mln di barili giorno. Il taglio che dovrebbe derivare special modo dall’Arabia saudita ha portato a buoni acquisti, ma procediamo con ordine.
NAT.GAS
Fatica il ngas con -140895 contratti nelle mani dei large speculators, e un incremento di ben 10410 contratti nelle posizioni short per questa sola settimana.
Il quadro tecnico riamne in evidente pressione ribassista, sotto le resistenze di 2.22$ ma ancora reggono i supporti di 1.97$, la speranza per i compratori è riposta in un approdo ai valori medi di 3.0$
CRUDE OIL
Meglio il crude oil che con l’opc + che guarda al taglio dell’offerta, grazie all’arabia suadita, intaenta a tagliare 1.1mln di barili giorno, porta ad unaricopertura di 9505 contratti long, con una posizione netta long di 135632 contratti.
Le quotazioni ora al break out degli 82.50$ si proiettano verso nuovi massimi di periodo che potrebbero anche posizionaris a 93.05$. strada indubbiamente lunga da percorrere, quindi cautela massima.
GOLD
Bene la ettimana per i metalli prezioni , che godono del dollaro usa debole e dei rendimenti obbligzionari sotto pressione. Le mani forti sembrano crede ancora in questi asset andando a prendere 27806 contratti long questa settimana.
Il quadro tecnico vede gli approdi rialzisti del gold fino 2075$, sebbene i massimi battuti siano limitati a 2049$, per vivere poi una sessione di respiro venerdi.
Il quadro tecnico rialzista a nostro parere non è invalidato e i suporti a 1959 $ prima restano ancora buoni livelli da monitorare per delle ripartenze verso i massimi storici.
- OBBLIGAZIONARIO USA:
Riaprtono i rendimenti obbligazionari, che faticano a rompere i minimi di perido nelle scadenze lunghe , mentre le scadenze brevi on tentano nemmeno approdi sui suporti. La corva resta fortemente improntata al risk off, e la recessione sembra essere una certezza per i traders obbligazionari.
2y
Il 2 anni lascia i supporti di 3.55% con il mondo delle mani forti che ricopre diverse posizioni short, che restano tuttavia ancora -496841 contratti.
L’intero comparto obbligazionrio ancora non trova posizionamenti netti long su nessuna scadenza, conil 10 anni aocnra in netta vendita per le mani forti, dando pesa noteole alla possibilità di uno scenario di rsick off.
Sarà dunque interessante vivere la settimana legate alle trimestrali usa che saranno preludio agli appuntamenti con la FED di maggio , che speriamo faccia chiarezza alle prossime mosse di politiche monetarie.
buon trading
Salvatore Bilotta