TUTTI RINGRAZIERANNO LA SILICON VALLEY BANK?!La scorsa settimana abbiamo potuto assistere ad un importante fallimento bancario, il più grande dalla crisi finanziaria del 2008.
Parliamo della SVB, Silicon Valley Bank, la 16esima banca degli stati uniti in termini di patrimonio.
Quali sono state le escalation che hanno portato al fallimento la SVB?
La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione.
I timori relativamente al fatto che i bond detenuti dalla banca non fossero valutati correttamente ha fatto insorgere un forte sospetto sulla reale solvibilità della banca stessa che, conseguentemente ha creato una corsa agli sportelli e causato una crisi di liquidità, determinandone l’insolvenza.
Questo ci ricorda in parte il caso Lehman brother, ma ai tempi l'impatto e il coinvolgimento della Lehman non sono confrontabili alla SVB.
La probabilità di un contagio con altre banche è molto basso.
Quantomeno, non ai piani alti.
Il grafico parla chiaro, Silicon Valley Bank è stata vittima della criticità delle banche medio-piccole statunitensi: riserve quasi a zero.
Problema che le grandi banche non hanno, le quali infatti, continuano a navigare nella liquidità in eccesso garantita dalla Fed.
Come si fa a continuare ad alzare i tassi, mentre il mondo trema per le banche che crollano?
Questo è il punto centrale dell'articolo.
Nei grafici precedenti possiamo evidenziare la reazione dei mercati obbligazionari (rendimenti 2-10 anni) all'insolvenza di SVB.
Perchè i bond sono stati scossi così fortemente?
La logica può essere una sola, i mercati si aspettano UNA BANCA CENTRALE MENO AGGRESSIVA.
Il prossimo grafico conferma la nostra teoria, con le aspettative di politica monetaria per settembre 2023 crollate da 5,5% a 4,7%, un taglio di 80 punti base in due giorni.
Nella giornata di ieri è stato rilasciato un report ufficiale da parte della Federal Reserve dove conferma che metterà disposizione ulteriori finanziamenti alle istituzioni.
La reazione dei mercati azionari non poteva che essere ribassista, con pressioni maggiori sul mercato europeo, -5%.
Il Vix schizza a 27, segno della forte incertezza in entrata sui mercati finanziari.
La Silicon Valley Bank potrebbe aver fatto un piccolo regalo ai mercati...era l'unico modo per rallentare l'aumento dei tassi della FED.
L'articolo verrà aggiornato con nuovi punti salienti nei prossimi giorni.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
Analysis
Dollaro Australiano sotto pressione, che succede?Il Dollaro Australiano dai picchi di fine gennaio ha perso oltre il 9%, accennando una piccola ripresa solo nei primi giorni del mese di febbraio.
Questa settimana sta registrando forti perdite, posizionandosi al primo posto tra le valute più deboli della settimana.
Che cosa sta succedendo all'economia Australiana?
Partiamo dai dati macroeconomici più recenti.
Martedì, durante la sessione asiatica è stato rilasciato il dato relativo la decisione della Bank of Australia sul tasso d'interesse.
Il tasso è stato alzato al 3,6%, 25 punti base rispetto al dato precedente.
Con questa mossa sono stati aggiunti 325 punti base da maggio 2022.
Di seguito lascio il commento del presidente della RBA:
“Nella riunione odierna, il Consiglio ha deciso di aumentare l'obiettivo del tasso d’interesse di 25 punti base a 3,6%.
L'inflazione globale rimane molto elevata e le prospettive per l'economia globale rimangono contenute, con una crescita inferiore alla media prevista per quest'anno.
La crescita nei prossimi 2 anni dovrebbe essere al di sotto della tendenza.
La crescita dei consumi delle famiglie è rallentata a causa delle condizioni finanziarie più restrittive.
Il tasso di disoccupazione rimane vicino al minimo degli ultimi 50 anni ma con il rallentamento della crescita economica, la disoccupazione dovrebbe aumentare.
Il Comitato riconosce che la politica monetaria opera con un certo ritardo e che il pieno effetto degli aumenti dei tassi d'interesse deve ancora essere avvertito.
La priorità del Consiglio è riportare l'inflazione al target del 2%.
L'alta inflazione rende la vita difficile alle persone e danneggia il funzionamento dell'economia.”
Dopo il rilascio di questi dati il dollaro australiano ha subito un forte deprezzamento, oltre l'1%.
Ma.....di solito gli aumenti dei tassi d'interesse non dovrebbero rafforzare una valuta?
Questo è quello che ci insegna la teoria, ma nella pratica non è sempre così.
Attualmente, a differenza dei dati americani, i dati australiani ci mostrano una debolezza maggiore.
Questo che cosa comporta?
Analizzando i diversi dati possiamo contestualizzare meglio la reazione ribassista che ha avuto il prezzo dopo il rilascio dei tassi.
A differenza della situazione americana, dove le principali borse da inizio anno hanno registrato buone performance rialziste, la borsa australiana è rimasta ai minimi annuali.
Questo ci mostra chiaramente la poca fiducia e il risk off che è presente nell'economia australiana.
Un tasso d'interesse più alto non può che portare un ulteriore ondata di pessimismo sui mercati, facendo allontanare gli investitori e di conseguenza capitali, situazione inversa rispetto la normalità.
Un altro spunto che ho potuto analizzare è la stagionalità di AUD.
Nel mese di Gennaio e Febbraio il dollaro australiano tende, dal 2000, ad essere debole.
Al contrario Marzo e Aprile sono mesi di apprezzamento.
Non dimentichiamoci che il dollaro australiano è comunemente correlato ai prezzi delle materie prime, in particolare quelli dell'oro, poiché l'Australia è un importante esportatore di queste materie prime.
Insomma, mettendo insieme alcuni dei punti che analizzo costantemente per le mie idee di trading, notiamo come tutti i dati ci indicano una debolezza giustificata di AUD.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
L'INCERTEZZA SUL FUTURO DEL PETROLIO!Il petrolio rimane incastrato in un range laterale da metà novembre 2022.
La fascia alta di questo range si trova a 82$ al barile e la fascia bassa si trova a 70$ al barile.
I principali fondi speculativi, come JP Morgan, hanno due visioni differenti nel 2023.
Nel breve termine si aspettano un deprezzamento da parte del petrolio (70$) ma entro la fine dell'anno vedono il prezzo dell'oro nero raggiungere i 130$ al barile.
Per quanto riguarda la previsione di breve termine, i principali fondi speculativi, si aspettano un taglio della produzione da parte dei paesi OPEC, per far fronte ad una domanda veramente bassa.
Interessante analizzare le proiezioni di febbraio rilasciate dall'OPEC.
Dal grafico possiamo notare il crollo della domanda nel 2020 dovuto dalla pandemia per poi vedere nel 2021 e nel Q1 2022 nuovi picchi.
Nel 2021 il petrolio da 45$ è arrivato a registrare 85$ e nel primo quarter 2022 è arrivato a toccare i massimi annuali a 130$.
Dopo questi picchi la domanda si è contratta fino ad arrivare ai giorni nostri.
La colonna rossa è il periodo attuale e le colonne verdi sono le proiezioni per il 2023.
I paesi OPEC si aspettano una ripresa della domanda nel Q2 2023 per poi stabilizzarsi fino alla fine dell'anno.
Facciamo un passo indietro.
Quali sono i principali paesi che importano ed esportano petrolio?
Stati Uniti e Arabia Saudita sono i 2 principali paesi che producono petrolio.
Per quanto riguarda l'importazione, al primo posto abbiamo la Cina.
Inserendo questi grafici con l'andamento del petrolio possiamo notare una correlazione quasi perfetta tra questi paesi.
Tutti dati in rallentamento.
Un altro fattore che in questo periodo sta creando incertezza al prezzo del petrolio sono i possibili rialzi dei tassi d'interesse americani di 50 punti base.
Come si è comportato il petrolio in passato durante i cicli di inasprimento delle politiche monetarie?
Ad un rialzo dei tassi d'interesse corrisponde una reazione ribassista del petrolio.
Notiamo che il movimento ribassista avviene in prossimità del picco e dei tagli dei tassi d'interesse.
Non resta che attendere i dati di Marzo e Aprile, dati che per le mie analisi saranno la chiave per i prossimi movimenti.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
BULL MARKET O TROPPA EUFORIA? I DATI PARLANO CHIARO!Aggiornamento della situazione attuale dopo i principali dati macroeconomici market mover (CPI,PPI,NFP,FOMC,JOBS OPENINGS etc...)
L'inflazione americana ha sorpreso a rialzo le aspettative degli economisti, 6,4% contro 6,2% previsto.
Le due componenti principali che hanno pesato sull'aumento mese su mese del 0,5% sono state le componenti shelter ed energetiche.
L'aumento della componente shelter ha rappresentato circa la metà dell'aumento mensile.
Questa componente rappresenta oltre un terzo dell'indice CPI ed è aumentata dello 0,7% mese su mese ed è aumentata del 7,9% rispetto a un anno fa.
Nei giorni scorsi, il presidente della Fed Jerome Powell ha parlato di forze "disinflazionistiche" in gioco, ma i numeri di gennaio mostrano che la banca centrale probabilmente ha ancora del lavoro da fare.
Questo lo possiamo dedurre dall'aumento delle aspettative di politica monetaria delle ultime settimane.
Dopo i dati NFP, le aspettative dei tassi d'interesse di settembre 2023 sono salite dal 4,8% al 5,3%, scontando un ulteriore rialzo di 50 punti base.
I dati di queste settimane stanno confermando questa dinamica, con rialzi generalizzati dei diversi indici di sentiment, lavoro, fiducia etc..
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione rimangono estremamente basse, con l'ultima lettura del tasso di disoccupazione che si è attestata al 3,4%.
Il possibile rialzo dell'inflazione mese su mese è stato parzialmente previsto da Bank Of America.
Tramite il report rilasciato la scorsa settimana abbiamo potuto evidenziare un aumento nella spesa con carte di credito e debito molto forte, sintomo di una fiducia dei consumatori ancora solida.
Gli indici azionari stanno cercando di guardare oltre a questi dati, ma nelle ultime sessioni hanno perso oltre un punto percentuale.
Questa situazione non può che alimentare una ripresa del dollaro a rialzo, con il ritorno su livelli strutturali chiave.
I dati parlano chiaro, il traguardo del 2% è ancora lontano e le banche centrali dovranno muoversi in maniera precisa per raggiungere l'obbiettivo del "soft landing", obbiettivo che personalmente vedo molto difficile da raggiungere.
I mercati obbligazionari sono stati scossi in queste settimane, con i rendimenti che hanno ripreso la loro corsa a rialzo.
Con questi dati è possibile vedere degli indici azionari performare ulteriormente?
Ricordiamoci che la FED nelle ultime minute ha confermato che il bilancio della FED verrà ulteriormente ridimensionato, togliendo liquidità ai mercati azionari.
Buon Trading a tutti.
M&A_Forex
La riunione del FOMC e i dati NFP sono dietro l'angolo!Dalle ultime previsioni del FMI (Fondo Monetario Internazionale), gli Stati Uniti potrebbero evitare la recessione nel 2023.
La resilienza della domanda e della spesa negli Stati Uniti, un mercato del lavoro forte, la riapertura della Cina e l'allentamento della crisi energetica in Europa hanno visto migliorare le prospettive di crescita economica.
Dalle previsioni il prodotto interno lordo probabilmente aumenterà del 2,9% nel 2023, 0,2% in più rispetto a quanto stimato ad ottobre e probabilmente accelererà al 3,1% nel 2024.
Anche se la Federal Reserve nel 2022 ha aumentato in maniera aggressiva i tassi di interesse (425 punti base), il mercato del lavoro statunitense è rimasto "caldo".
Questo lo possiamo notare dal tasso di disoccupazione del 3,5% di dicembre, corrispondente al livello più basso degli ultimi 50 anni.
In realtà qualcosa si sta muovendo, con i principali fondi speculativi e big company che hanno iniziato con i licenziamenti.
Si prevede che la Federal Reserve annuncerà il suo ottavo rialzo consecutivo dei tassi alla riunione di politica monetaria di mercoledì 1 febbraio.
Le previsioni sono chiare, il mercato sta scontando un rialzo di 25 punti base.
La misura di inflazione preferita dalla Fed, l'inflazione PCE core, è stata riportata a un tasso annuo del 4,4% per dicembre 2022.
Sebbene abbia registrato una tendenza al ribasso negli ultimi mesi, la Fed potrebbe sostenere che non è sostanzialmente cambiata rispetto al tasso annuo del 4,9% che abbiamo visto nell'agosto 2022, e la variazione dello 0,3% dei prezzi core mese su mese che abbiamo visto a dicembre implica ancora un'inflazione annuale superiore al 4%, al di sopra dell'obiettivo della Fed.
Analizzando le aspettative di politica monetaria, dopo gli ultimi dati del CPI, il mercato si aspetta un primo taglio dei tassi a dicembre 2023.
Il dollaro nelle ultime due settimane ha rallentato la corsa a ribasso, dando piccoli segni di voler recuperare leggermente terreno a rialzo.
In arrivo venerdì anche i dati del Non Farm Payroll, con una previsione ribassista da parte degli economisti delle buste paga non agricole.
Questi dati (FOMC e NFP) probabilmente scuoteranno i mercati e ci daranno maggiori informazioni per i movimenti futuri, o almeno per il trimestre in corso.
Aggiornerò le mie idee di trading subito dopo questa settimana di grande rilevanza macroeconomica.
Ciclicità sulle Crypto: LDOUSDT CyclicityDopo varie analisi noto e approfondisco questa fantastica scoperta.
Un cambiamento di trend scoperto nel timeframe 4H su BINANCE:LDOUSDT , dove possiamo verificare che ogni 31 barre c'è un cambiamento nel trend della moneta.
In più ho tracciato un onda sinusoidale la quale indica all'incirca l'andamento del trend una volta entrata la ciclicità .
Ulteriori segnali, confluenze etc. sono sempre da considerare prima di aprire qualsiasi posizione.
Buon analisi
SCCFINANCE
NASDAQ 100 (NDX) ANALISI LUNGO PERIODO - FEBBRAIO MARZO DECISIVIANALISI MACROECONOMICA
Il NASDAQ:NDX proviene da un ampio periodo di prosperità economica durato oltre 14 anni.
Dal minimo di 1018.86$ registrato il 21/11/2008, al massimo di 16773.96$ registrato il 22 novembre 2021, l'indice tecnologico americano non ha fatto altro che crescere, guadagnando oltre il 15000%!!Avete capito bene, dal 2008 ha moltiplicato 15 volte il suo valore !
Bolla Dot-com e Grande Recessione
In seguito alla recessione del mercato americano causata dallo scoppio della bolla Dot-com negli anni 2000 e alla seguente Grande Recessione del 2008 innescata dal crollo dei mutui subprime, l'economia aveva bisogno di forti stimoli per intraprendere una solida ripresa.
La FED , ossia la banca centrale americana, a tal proposito ha schierato tutte le sue armi in campo:
da un lato ha diminuito i tassi di interesse portandoli quasi a zero, incentivando dunque gli investimenti produttivi e di consumo;
dall'altro ha fatto ricorso al Quantitave Easing (QE) , ossia l'acquisto massiccio di titoli garantiti da ipoteca, prestiti al consumo, buoni del tesoro, obbligazioni e banconote mediante l'utilizzo di riserve monetarie che, all'epoca, non costituiva denaro circolante.
Ripresa economica
A gennaio 2011 l'indice NDX segnava un nuovo massimo storico, avviandosi lentamente verso un lungo periodo di crescita economica.
Crisi COVID
La lunga crescita dell'indice fu interrotta nel 2020 dalla crisi causata dall'emergenza COVID-19 dove la FED è intervenuta a sostegno dell'economia americana riducendo nuovamente i tassi di interesse sui fondi federali, adottando strategie comunicative di Forward guidance e facendo nuovamente ricorso al Quantitative Easing .
Crisi Inflazione e adozione politiche monetarie restrittive
A dicembre 2021 il Consumer Price Index ( CPI ) che registra l'inflazione USA era al 7%, un valore che non si registrava da quasi 40 anni. Il forte aumento della domanda, dovuto alla riapertura post COVID, ha causato un aumento generalizzato dei prezzi al consumo e una crisi nel reperimento delle materie prime che ha causato una strozzatura dell'offerta.
A giugno 2022 il CPI si attestava attorno al 9%.
Nel marzo 2022 la FED, per combattere l'inflazione, comincia ad invertire la rotta, annunciando un progressivo aumento del tasso di interesse che lo porterà dallo 0.25% di marzo all'attuale 4.50% (dicembre 2022).
Parallelamente la banca centrale americana ha adottato il Tapering ed il Quantitative Tightening (QT) , ovvero l'esatto opposto del QE, con la quale sono iniziate le vendite dei titoli precedentemente acquistati come risposta alla crisi innescata dalla pandemia da COVID-19 al fine di ridurre la quantità di moneta in circolazione ed ottenere dunque un effetto deflazionistico.
Obiettivo
Tali misure sono volte a raffreddare la domanda, disincentivare il consumo e gli investimenti produttivi a causa dell'elevato costo del denaro in prestito (mutui e prestiti) ed ottenere dunque una diminuzione dei prezzi e quindi dell'inflazione, sono ancora in corso e ne seguiremo gli sviluppi che si prevedono terminare entro la fine del 2024 o comunque in base alla reazione dei mercati.
ANALISI TECNICA
Il NDX sta seguendo una trendline discendentedi medio periodo confermata 4 volte (Gennaio, Aprile, Agosto, Dicembre 2022).
La trendline ascendente di lungo periodo , creata unendo i minimi di Luglio '10, Ottobre '11, Novembre 12, Febbraio '16, Dicembre '18, Marzo '20 e testata più volte al ribasso nei minimi consecutivi di Ottobre, Novembre, Dicembre 2022 e Gennaio 2023, unitamente al quadro economico restrittivo adottato dalla FED, non lasciano presagire nulla di buono.
Nei prossimi mesi Febbraio/Marzo 2023 assisteremo alla rottura della trendline ascendente ed il prezzo dell'indice potrebbe crollare con target area 9500/9750$ che rappresenta sia un precedente massimo (Febbraio '20) che il livello 0.618 di fibonacci tracciato dal minimo di Marzo '20 al massimo di Novembre '21 .
Come ben sappiamo la rottura di una trendline, specie così importante (11 anni), comporta spesso il retest della stessa, che potrebbe dunque raggiungere i 12000$ ovvero al livello 0.382 di fibonacci calcolato sullo stesso periodo di riferimento e confermato, come livello 0.382 di ritracciamento calcolato dal massimo di Novembre '21 all'ipotetico minimo di febbraio/marzo '23, nonchè retest della trendline ascendente, divenuta quindi resistenza.
A questo punto, probabilmente Settembre 2023 , avverrebbe il crollo del mercato con target area 7.000$/7.800$ probabilmente a Novembre 2024 e successivamente, come auspicato da tutti, l'attesa fase di risalita .
Il target è calcolato come di seguito:
livelli 1.414 e 1.618 dell'inversione di fibonacci calcolato dal massimo di Novembre '21 al minimo ipotetico di Marzo '23;
prezzo di riferimento dell' EMA a 200 periodi su base Mensile proiettata nel futuro, che già in passato si è rivelata un valido indicatore di target nei periodi di regressione ed avvererebbe inoltre la teoria della Mean Reversion , ovvero la convergenza sul prezzo medio nel tempo;
retest (non obbligatorio) della trendline discendente iniziata a Gennaio '22.
SINTESI
Facciamo un recap. Attualmente stiamo assistendo ad un ritracciamento arrivato al capolinea.
STEP 1 (FEBBRAIO/MARZO 23): rottura della trendline ascendente con discesa dei prezzi fino alla target area 9500/9750$ .
STEP 2. (APRILE/AGOSTO 23): fase di retest, con un'estate di apparente ripresa, fino al target price di 12000$ .
STEP 3. (SETTEMBRE 23/NOVEMBRE 24): crollo dell'indice fino al bottom di fine 2024 con target area 7000/7800$ .
STEP 4. (DICEMBRE 24 -->ANNI SUCCESSIVI): ripresa dell'indice, accompagnato da politiche economiche espansive (abbassamento dei tassi di interesse, QE per stimolare la ripresa della domanda e la crescita dei prezzi)
SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI...
Ogni intervento è gradito quale spunto di discussione o finalizzato all'integrazione comune delle conoscenze fin'ora acquisite.
DISCLAIMER
La presente analisi non rappresenta in alcun modo un consiglio di investimento.
E' la visione personale di un trader amatoriale basata sull'esperienza, sulla lettura delle notizie economico-finanziarie diffuse dai media e dallo studio di nozioni in maniera totalmente autodidatta e non professionale.
FALSA PARTENZA PER IL DOLLAROLa prima settimana di contrattazioni del 2023 vede ancora una volta come protagonista il dollaro.
L'indice del dollaro americano ha iniziato la settimana mostrando i denti, arrivando a registrare il +2%, situazione che ha portato a ribasso i principali asset forex.
La fase euforica rialzista del dollaro è durata poco a causa dei dati macroeconomici di venerdì, andando a riassorbire tutto il movimento rialzista della settimana e chiudendo a +0.4%.
Analizziamo i dati macroeconomici usciti la scorsa settimana:
Il tasso di disoccupazione ha sorpreso le aspettative a ribasso; Le proiezioni degli economisti prevedevano un dato superiore a quello precedente (da 3,6% a 3,7%), ma il dato rilasciato dalla Bureau of labor statistics è stato del 3,5%.
Disoccupazione ai minimi pre-pandemia.
Non Farm Payroll 223K contro 256K precedente e 200k previsto.
Mercato del lavoro che rallenta ad un ritmo inferiore rispetto le aspettative.
Guardando al passato, ogni volta che la Banca Centrale Americana ha intrapreso il cammino dei rialzi dei tassi, il mercato del lavoro ha segnalato forti rallentamenti, arrivando a registrare decrementi superiori a -200k.
Nuovi lavori JOLTs 10,458M contro 10,512M precedente e 10,000 previsto.
Jobs openings più forti delle aspettative.
La strada per raffreddare il mercato del lavoro sembra quella giusta ma il percorso è ancora lungo.
L'indice ISM non manifatturiero scende per la prima volta sotto la soglia dei 50 da maggio 2020.
Il settore dei servizi ha registrato un calo, principalmente dovuto dalla diminuzione dei nuovi ordini.
Sempre nella stessa settimana è stato rilasciato anche il Purchasing Manager Index, ovvero l'indice che monitora la salute del settore manifatturiero.
Il continuo deterioramento di questo indice continua, arrivando a registrare 48,4 contro il 49 precedente.
Gli indici azionari venerdì hanno colto l'occasione della debolezza del dollaro, apprezzandosi di oltre il 2% e frenando il movimento ribassista di dicembre.
Vi ricordo che Dicembre 2022 è stato l'anno peggiore per gli indici azionari dal 2008.
Buon Trading
M&A_Forex
AUDUSD SHORTAudUsd è finalmente pronto per un movimento ribassista, sia nel breve che nel medio termine.
Il prezzo ha formato un doppio massimo, oltre che le ripetute respinte dalle MA200 e EMA200, divergenza sugli oscillatori e dal punto di vista macro possiamo un dollaro americano che potrebbe prendere forza come bene di rifugio oltre che altre conferme tecniche sulle altre principali coppie valutarie.
Sul grafico una possibile operazione con RR 1.3,
personalmente man mano che il prezzo mi viene a favore preferisco incassare parzialmente e con i profitti cercare nuove entrate su TF più bassi seguendo l'analisi di medio.
USDJPY ritorno verso 138? (Movimento Inversione)Il grafico che vediamo è un grafico a 7 ore dove stiamo affrontando dei livelli importantissimi nel lungo periodo, ossia i massimi mensili che si rifanno ai mesi di giugno, luglio, agosto. Visto che il mese di dicembre, iniziato oggi, non ha ancora aggiornato i suoi massimi, probabilmente potremmo vedere un movimento di inversione al rialzo che sarebbe in linea con gli eccessi tecnici che vediamo anche sulle altre valute.
Target 1: 137, 30
Target 2: 138,30
P.s. Questo è un movimento di inversione, pertanto ha una percentuale di realizzazione più basso rispetto a quelli relativi a dei trend consolidati
DISCLAIMER : Le analisi e le informazioni contenute in questo articolo non rappresentano ALCUNA RACCOMANDAZIONE a forme di investimento e trading. La responsabilità circa l'utilizzo di queste informazioni rimane in capo ai titolari di conti di investimento o trading
EURO DOLLARO E INDICE DEL DOLLARO, CAPIAMOEra da più di un mese che l'indice del dollaro non tornava sull'ultimo minimo (105.340) che vale a dire quindi che l'euro non torna da un mese sull'ultimo massimo (livello 1.04800 circa). Ci sarà una rottura al rialzo di questo massimo e quindi un proseguimento da parte dei buyers o sarà solo una resistenza dove il prezzo rimbalzerà e inizierà la sua discesa? Vedremo
SITUAZIONE EUROPEA, TROPPO OTTIMISMO?!Condivido gli aggiornamenti relativi la situazione attuale dei mercati europei, andando ad analizzare gli ultimi dati macroeconomici.
Lunedì 14 novembre sono stati rilasciati i dati relativi la produzione industriale nell'Unione Europea.
I dati hanno sorpeso gli economisti, che su base annuale si aspettavano un dato al 2,8%, dato attuale 4,9%.
Giovedì 17 novembre sono stati rilasciati i dati relativi il consumer price index (inflazione).
Il dato ha segnato un ulteriore incremento, arrivando a registrare 10,6% contro 9,9% precedente su base annuale.
Per l'Europa è un nuovo picco annuale.
Questa mattina sono stati rilasciati i dati preliminari del PMI manifatturiero e dell'indice NMI dei servizi.
Entrambe le componenti hanno segnato dei lievi rialzi.
Le pressioni sui prezzi rimangono alte.
Il tasso di disoccupazione in America e UK ha registrato un lieve aumento, mentre quello europeo continua a registrare nuovi minimi annuali.
Le banche centrali con l’aumento dei tassi d’interesse vogliono vedere diminuire l’inflazione e alzarsi il tasso di disoccupazione.
Da questi ultimi dati possiamo notare come l'economia europea, rimane ancorata a piccoli settori che trainano a rialzo i rispettivi indici.
Una domanda sorge spontanea, é positivo vedere dati a rialzo nella situazione attuale?
Analizzando i diversi dati, lo scenario pare simile a quello americano.
Con questo voglio dire che la BCE si trova in una situazione scomoda, dove potrebbe prendere una posizione più aggressiva per mandare forti segnali all'economia Europea.
Come se non bastasse, gli indici azionari in questo periodo stanno avendo performance positive anomale, ovvero senza una motivazione concreta.
Nessun dato analizzato fino ad ora giustifica i movimenti attuali, da inizio ottobre le prinicipali borse europee hanno performato di oltre 15-20%.
Nei giorni nostri le borse europee stanno scommettendo sul fatto che il peggio sia passato e questo sta spingendo a rialzo il prezzo in maniera euforica.
La BCE non ha ancora toccato il target sui rialzi dei tassi fissato per settembre 2023.
Tutte le principali borse europee in passato, come in America, hanno toccato il minimo quando la banca centrale europea aveva concluso il rialzo dei tassi d’interesse e iniziato con i tagli.
La strada da qui a settembre 2023 è ancora lunga.
All'interno dei mercati forex l'euro ha recuperato terreno nei confronti delle principali valute, conseguenza anche del deprezzamento del dollaro avvenuto in queste settimane.
Di questo parlerò meglio nel prossimo articolo.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
I MERCATI STANNO MENTENDO?!Condivido con voi gli aggiornamenti relativi alle ultime due settimane "caldissime", con l'inflazione e la FED che ancora una volta fanno da protagonisti in una storia che difficilmente vedrà un lieto fine.
Con l'ultimo intervento del 2 novembre la FED ha confermato un ulteriore rialzo di 75 punti base, portando il tasso d'interesse al 4%.
I mercati subito dopo la conferma di un rialzo di 75 pb, ampiamente scontati in anticipo, hanno tirato un sospiro di sollievo, viste le forti preoccupazioni derivate dalla possibile finestra dei 100 punti base.
Powell, mezz'ora dopo dall'uscita dei dati, ha smorzato ogni ottimismo, parlando di un possibile atterraggio scomodo, fuori dai piani della Banca Centrale.
Il dollaro durante la scorsa settimana ha continuato a galoppare a rialzo, fino a quando i dati sull'inflazione non si sono presentati alle porte.
Le previsioni sul CPI americano di questo giovedì 10 novembre, vedevano un'inflazione scendere all'8,0% dall'8,2% precedente.
Con grande sorpresa il dato ha rotto le aspettative a ribasso, registrando un'inflazione headline al 7,7%.
All'interno dei mercati si sono generate grandissime volatilità, con gli indici azionari che hanno chiuso la giornata di giovedì con performance superiori al 5%.
I mercati obbligazionari sono esplosi a rialzo, con i rendimenti a 2 anni che sono scesi di oltre il 6%.
Le materie prime hanno registrato rialzi di oltre il 2%, così come il mercato valutario.
Nell'ultima giornata di contrattazioni, venerdì 11 novembre, i mercati spinti dall'ottimismo della giornata precedente, hanno continuato a rialzo, nonostante le banche americane fossero chiuse per il "veterans day".
La domanda sorge spontanea, gli investitori pensano che il peggio sia passato?
Andando ad analizzare diverse correlazioni e andamenti passati(1970-2022) qualcosa non torna, sia dal punto di vista dell'inflazione sia dal punto di vista delle performance dei mercati.
Analizzando il comportamento degli indici azionari rispetto all'aumento dei tassi d'interesse passati, possiamo evidenziare qualcosa di interessante.
Nel 1970, l'SP500 ha toccato il "fondo" nel momento in cui la banca centrale americana aveva già incominciato a tagliare i tassi, portati oltre l'8% per quasi un anno.
Nel 1974 si ripropone la stessa situazione, così come nel 1982, 2000, 2008 e 2020.
Attualmente la banca centrale americana, con il rialzo dei tassi d'interesse non ha ancora raggiunto il target finale e i primi tagli sono previsti a settembre del 2023.
Questo ci può indicare che la fase attuale dei mercati azionari sia esclusivamente un ritracciamento in cerca di ulteriori investitori euforici pronti a comprare.
Continuiamo la nostra analisi andando a prendere la correlazione tra il tasso di disoccupazione e gli indici azionari.
Nel 1970 mentre i mercati stavano registrando i minimi annuali, il tasso di disoccupazione stava salendo velocemente, arrivando a toccare il 6,2%.
Nel 1974 lo scenario è lo stesso, mercato azionario che registra i minimi di oltre 20 anni e tasso di disoccupazione che segna il 9%.
Nel 1982,2000, 2008 e 2020 la situazione è sempre la stessa.
Andiamo ora a prendere lo scenario dei giorni nostri.
Il tasso di disoccupazione si trova ai minimi storici, quindi una situazione completamente disallineata da quello che i dati storici ci hanno mostrato.
Non dimentichiamo che durante la scorsa settimana si sono tenute le votazioni di midterm in America, dove sappiamo, sempre dalle fonti passate, che i mercati in questo periodo tendono ad avere dei ritorni positivi.
Un'altra correlazione che sicuramente non dobbiamo dimenticare è quella tra inflation rate e andamento delle materie prime.
Le materie prime influiscono sul calcolo del CPI finale in quanto portando pressioni inflazionistiche sui prezzi alla produzione, di conseguenza portano un aumento dei prezzi per il consumatore.
Nelle ultime settimane il DJP ha recuperato terreno a rialzo, questo potrebbe comportare ulteriori pressioni inflazionistiche nelle prossime letture.
L'idea che mi posso creare da queste analisi è che la FED, probabilmente, non avrà intenzione di essere più accomodante finchè le materie prime e il tasso di disoccupazione non cambieranno rotta.
Una FED aggressiva potrebbe smorzare ogni tipo di ottimismo sui mercati, e questo potrebbe far scattare una forte vendita da parte degli investitori.
La fase euforica rialzista, a dicembre, con la riunione della banca centrale potrebbe avere fine.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
CELLULARLINE: dove un long?LONG & SHORT
Fabio Pioli
La giovane positività che spicca da 4 settimane il Ftse Mib non ha coinvolto sinora Cellularline , che cambierebbe trend al rialzo e sarebbe adatta per un long solo sopra i 3,64 euro, con stop-loss a 2,88 ( Figura 1 ).
Fig 1. CELLULARLINE – Grafico settimanale.
La presente è una comunicazione di marketing e non rappresenta una ricerca preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’ indipendenza di una ricerca in materia di investimento e non è soggetta a nessun divieto che proibisca le negoziazioni da parte degli analisti e dei soggetti rilevanti prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti
*Fabio Pioli, trader e analista finanziario