Andamento 2022 principali Asset ClassBuongiorno, di seguito propongo una breve panoramica di come sono andati i mercati nel 2022.
Per quanto riguarda le principali Asset Class, l'oro supportato dalla forza del dollaro nei confronti dell'euro ha avuto una buona performance arrivando vicino al +10% (linea rossa). Si conferma quindi come buona diversificazione di un portafoglio di investimento, in un anno che ha visto invece performance negative a doppie cifre per l'azionario globale (-12% linea verde) e per il comparto obbligazionario euro medio lungo termine (-16% linea rosa).
Tuttavia, nel corso del 2022 non sono mancate le opportunità, in particolare sugli strumenti di copertura, che hanno visto performance positive importanti (sul comparto azionario +15% e sul comparto obbligazionario +19%).
Anche all'interno degli stessi indici settoriali GICS, si vede l'andamento caratterizzante del 2022, con il comparto energetico primatista (+50%), mentre i settori growth contraddistinti da un netto trend ribassista tra -25 e -30% (consumer discretionary, technology e communication services). I settori più difensivi all'opposto hanno creato un fascio di performance leggermente positivo chiudendo l'anno tra 1 e 5% (consumer staples, healthcare e utilities).
Pronti a cogliere le opportunità del 2023!
Materie prime
Laboratorio strategie....Breakout su Crude Oil Nell'ambito dello studio di strategie da applicare ai futures, volevo lavorare ad un semplice approccio di breakout sviluppato sul Crude Oil.
Il Crude Oil è una commodity che si presta bene sia a sviluppi trend following che contrarian, tuttavia la natura dei suoi movimenti tende a far preferire il primo approccio.
Attenzione: la strategia sviluppata non è completa, ma è solo un motore per capire se le idee messe in pratica meritano ulteriori studi.
Le regole sono molto semplici e basiche:
- Timeframe: 30 minuti;
- Trigger: massimi e minimi della sessione precedente;
- Segnale: rottura in breakout del massimo o del minimo della sessione precedente con ingresso in direzione della rottura;
- Uscita: Su reverse della posizione o sull'attivazione dello stoploss o del profit target;
- Simmetria tra long e short.
Vediamo come funzionerebbe quest'approccio in breakout:
Sarebbe un piccolo disastro, che tuttavia non distruggerebbe il capitale, ma che comunque non sarebbe sostenibile nel tempo.
Nell'ipotesi di cui sopra abbiamo ipotizzato di poter inserire ordini durante tutta la giornata, anche in momenti in cui i volumi sono particolarmente scarsi.
Andando ad ottimizzare gli orari in cui la strategia ha il permesso di operare, inserendo una fascia che va dalle ore 13:00 alle 17:00 di New York otterremo la seguente equity line dei profitti:
La distribuzione dei profitti appare buona, notiamo una fase di sofferenza nella parte finale della curva con un drawdown molto importante, ma sicuramente la strada intrapresa è quella giusta.
Se andiamo ad applicare anche stoploss (3000 dollari) e take profit ( 6000) otterremo l'equity indicata sotto:
Adesso la distribuzione dei profitti è davvero bella, inclinazione sostenibile a 45 gradi, valore del drawdown decisamente più accettabile.
A seguire le principali metriche:
Ottima la distribuzione annuale dei profitti, con un 2015 particolarmente difficile.
Come possiamo integrare la strategia?
Magari andando ad individuare delle regole di uscita "intermedie" che non basino tutto sullo stop and reverse della posizione.
Il lavoro è stato svolto sul Crude Oil, contratto abbastanza pesante in termini di big point value.
E' possibile scalare al ribasso per capitali retail utilizzando il micro future (si dividono le metriche per 10).
Oro a 3.000$: grafici e fondamentali potrebbero giustificarloIl punto di vista offerto dalla analisi tecnica, da quello fondamentale desumibile dalla lettura del ciclo economico e da quello geopolitico forniscono spunti sufficienti perché la quotazione spot dell’oro di 3.000 dollari risulti, quantomeno, non ridicola.
Ad inizio anno, e prima di stappare lo spumante di fine anno, immaginare una rilevazione mensile dell’inflazione italiana al 12% avrebbe suscitato, probabilmente dopo qualche comprensibile secondo di disorientamento, un senso di ilarità.
Oggi sappiamo che è avvenuto e sappiamo anche mettere insieme agevolmente le motivazioni che lo hanno reso possibile. Questo serve per comprendere come certi fenomeni sono sempre possibili seppure poco probabili. Allo stesso modo l’oro che quota intorno ai 3.000 dollari è una possibilità seppure poco probabile. Quello che propongo in questa analisi è mettere insieme le motivazioni associate a questo scenario.
L’ORO NEI PORTAFOGLI DI INVESTIMENTO
Nei portafogli di investimento sufficientemente diversificati e razionali l’oro trova facilmente il suo spazio. I gestori di portafoglio al riguardo suggeriscono una quota che possiamo dire oscilli, a seconda delle visioni, tra un 5 e un 15 percento del portafoglio. Da questo punto di vista il motivo della sua presenza nei portafogli diversificati è quello di fungere da ombrello nel caso ci sorprenda un temporale.
L’alternativa di cercare l’ombrello mentre comincia a piovere si mostra meno efficiente visto che nel frattempo che lo cerchiamo ci saremo già un po bagnati e probabilmente lo pagheremo di più se comprato ad un angolo di via. Lo so che averlo sempre dietro a volte è scomodo ma se non si volessero avere sorprese sarebbe il prezzo da pagare.
Nonostante tutto non avremmo nemmeno la garanzia che l’ombrello faccia a pieno il suo lavoro visto che può capitare che si inceppi all’apertura o addirittura nel caso in cui dopo aperto dovessimo scoprire che è rotto.
Il concetto sotteso alla metafora è che non ci sono garanzie che in casi di avversità sui mercati l’oro si apprezzi come da noi atteso. Questo è facilmente verificabile mettendo a confronto le quotazioni con i più disparati indicatori di rischio che possano essere interpretati come espressione del sentimento degli operatori di mercato (VIX, ...).
Essendo un asset molto liquido scambiato globalmente e quotidianamente sui mercati, la visione secondo cui debba apprezzarsi in un contesto di risk off ha un difetto congenito. Infatti, sulle quotazioni dell’oro agiscono costantemente e contemporaneamente variabili diverse tra loro, per cui anche se la tendenza ad apprezzarsi in inattesi scenari di rischi diffusi dovesse correttamente innescarsi, questa non è detto che si manifesti immediatamente e con un andamento lineare.
Una delle qualità più apprezzate dell’oro è quella della decorrelazione che, in tempi e misura variabili, mostra con le principali asset class.
La visione forse più diffusa e comprensibile è, come accennato prima, quella di protezione contro eventi inattesi e particolarmente avversi. Così come da un impianto antincendio ci si aspetta che quando serve entri in funzione senza se e senza ma, similmente dall’oro si pretende rendimento quando tutto crolla.
Tuttavia, un portafoglio di investimento è come le superfici totali di vendita di un supermercato. Si tratta comunque di uno spazio limitato, quindi prezioso, dove occorre scegliere con cura cosa esporre sapendo che non è possibile avere tutto. Nel minimarket sotto casa cercando olio alimentare difficilmente troveremo, oltre al classico “miscela di oli comunitari”, contemporaneamente le eccellenze regionali, quelli bio e quelli solo italiani ma più probabilmente un solo medio tipo.
Similmente in un portafoglio troppo piccolo non posso pretendere, ad esempio, di spingere la diversificazione equity inserendo con funzione satellite magari gli alternativi come hedge fund, private equity, private credit, venture capital, infrastructure, real estate, long/short, leva finanziaria, global macro, event driven o relative value che hanno dimostrato molta dispersione nei rendimenti nello straordinario 2022.
Senza considerare la possibilità di usare leve superiori ad uno, se voglio dare sprint alle possibilità di performances posso espormi molto sugli strumenti dinamici/volatili togliendo conseguente spazio ad altro, per esempio strumenti più conservativi e capaci di esprimere meno potenziale di crescita ma magari più protezione.
Si tratta dell’eterno trade-off tra desiderio e ragione che rende sempre attuale e proponibile la frustrazione del contadino che, accanto alla moglie ubriaca vorrebbe anche vedere l’uva nella sua vigna.
Ma quali sono le variabili che hanno un’influenza diretta e sufficientemente apprezzabile sulle quotazioni dell’oro?
RENDIMENTI REALI
Sappiamo che si tratta di una materia prima disponibile in quantità non infinita per cui, similmente ad altre materie, gode dell’effetto scarsità che in alcune circostanze può incidere positivamente sulle sue quotazioni.
A mio giudizio, la relazione più affidabile e sorprendente è quella che lo lega ai rendimenti reali disponibili sul mercato. Sappiamo, infatti, che l’oro non produce rendimenti e come tale è sfavorito in momenti in cui i rendimenti reali (al netto dell’inflazione) di bond e/o equity si dimostrassero generosi in relazione alla loro media storica. Da questo punto di vista notissima è la sua relazione inversa con i rendimenti reali offerti, ad esempio, dai treasury americani a 10 anni
Si tratta di una decorrelazione robusta e tuttavia non puntuale per cui non possiamo aspettarci che in ogni momento si muova in modo coerente con le aspettative. Il motivo è, come detto in precedenza, che le quotazioni sono strattonate da ogni parte da molte altre variabili e questo impedisce la decorrelazione puntuale.
DOLLARO USA
Sappiamo anche che è quotato in dollari americani per cui perde appeal nei momenti di forza della valuta visto che costa di più comprarlo
Infatti, mostra un coefficiente di correlazione pressoché negativo ma, similmente al caso precedente, ancora una volta non puntuale.
RISK OFF
Viene anche percepito come bene rifugio cui rivolgersi quando le cose non vanno bene sul piano geopolitico. Il comportamento, ad esempio, in relazione al titolo decennale del governo americano risulta coerente con questo ruolo visto che quest’ultimo rappresenta per eccellenza il porto sicuro in caso di risk off
Ed anche qui la correlazione non è massima per una serie di motivi, nell’ultimo periodo la mancata decorrelazione tra oro e rendimento del decennale è da attribuire anche al brusco rialzo dei tassi praticato dalla FED nell’ultimo anno e dalla necessità di liquidare qualunque cosa quando eravamo in piena pandemia.
Tornando al titolo dell’analisi proposta, cosa potrebbe spingere i prezzi dell’oro ad alti e nuovi livelli nei prossimi anni? Facciamo qualche considerazione sul piano tecnico e fondamentale.
Riguardo il primo aspetto, quello che balza agli occhi osservando le quotazioni sul time frame mensile è la formazione pressoché completa di una figura tecnica abbastanza frequente in verità su grafici più veloci di questo
Si tratta della “tazza con manico” o in inglese “Cup and handle”, visto che chi l’ha per primo individuata e formalizzata è l’americano William J. O’Neil nel 1988. L’autore la classifica come una figura rialzista di inversione di trend per cui la si dovrebbe trovare solitamente alla fine di un down trend del quale ne decreta la fine.
Tuttavia, più spesso la si trova come figura di continuazione all’interno di un trend consolidato di cui rappresenta quindi, al pari di molti altri pattern, una semplice pausa. Infatti, fu Dave Landry ad ampliarne il concetto, nel senso qui sostenuto, di “Running cap and handle” cioè di continuazione.
In analisi tecnica, che ricordo sconta già nei prezzi tutte le informazioni di natura fondamentale, i molti pattern ad oggi noti ed i molti altri che potrebbero essere messi a punto hanno, in verità, alla base sempre gli stessi concetti tratti dal comportamento degli operatori che si esprimono attraverso i volumi, la prevedibilità/ripetitività dei comportamenti, gli ordini a mercato ed in pending.
Il running cap and handle (RC&H) si forma, come detto, all’interno di un trend consolidato e inizia, nell’ipotesi di un up trend, con la formazione di quello che si rivelerà essere un massimo relativo importante da cui partirà una lunga (relativamente al time frame di osservazione) fase di vendite che sovrastano i rialzisti producendo quella che si chiama “distribuzione”.
In questo caso importante è l’osservazione dei volumi che devono essere necessariamente in calo per poter classificare come correttivo il movimento. Questi infatti seguono l’andamento curvo del pattern che disegna il fondo della tazza per cui saranno in calo fino al fondo per poi aumentare con la risalita, confermando che il trend dominante è quello rialzista, fino a rivedere il massimo relativo precedente e completare così la tazza. Questo comportamento dei volumi, come detto, è fondamentale per potere considerare efficace la figura.
Quando i prezzi rivedono i precedenti massimi si innesca una contesa tra operatori già presenti sul mercato a quei prezzi e altri che hanno comprato soprattutto sul fondo della tazza e che da li hanno prodotto la spinta al rialzo per cui le vendite innescano un pullback su quei livelli producendo, con volumi in calo come si addice ad ogni pullback, una correzione che formerà il manico, ciò che oggi è in atto e che non deve per regola produrre un ritracciamento superiore al 50% del movimento rialzista partito dal fondo della tazza.
Il manico, dunque, non rappresenta altro se non una pausa del trend rialzista ripreso a correre dal fondo della tazza e quindi, come una qualunque flag o pennant dovrebbe preludere alla nuova esplosione dei volumi in acquisto che dovrebbe coincidere con la definitiva rottura della neckline rappresentata dalla linea che collega i due massimi relativi.
A quel punto la miccia è accesa e, se il pattern manterrà le promesse, dovremmo assistere ad una accelerazione del trend alimentata dalle ricoperture di coloro che si sono posti short al test del precedente massimo, insieme ai rialzisti che aspettavano la rottura del massimo per entrare o aumentare l’esposizione.
Riguardo al target che è possibile raggiungere, la regola ancora una volta vuole che sia collocato al livello della proiezione, a partire dalla rottura della neckline, dell’altezza del pattern e cioè l’intero movimento espresso dalla distanza tra fondo tazza e neckline per cui viene fuori il livello dei 3.000 dollari circa
Personalmente non considero mai come matematiche queste proiezioni, suggerendo piuttosto di concentrarsi sull’auspicato movimento impulsivo che origina dalla rottura della neckline cercando di sfruttarlo nel modo migliore possibile.
La RC&H si considera completa allorché i prezzi rompono con decisione, cioè con accelerazione evidente dei volumi scambiati, la linea che collega i due massimi precedenti (neckline). Cosa che non è ancora avvenuta.
Al solito esistono due modalità di ingresso. Una che prevede di acquistare tout court la rottura della neckline con stop sul minimo del manico e profit canonico alla proiezione dell’altezza della figura.
Una seconda, più conservativa, prevede di attendere che i prezzi dopo la rottura della trendline ritraccino con volumi in calo a ritestare il livello appena infranto e qui attendere un opportuno set-up per entrare long.
L’una e l’altra presentano, come spesso avviene, vantaggi e contro.
La prima ha il vantaggio di acciuffare il rialzo nel caso in cui i prezzi non dovessero tornare indietro a formare il pullback, ma hanno lo svantaggio di spuntare un prezzo di ingresso probabilmente alto nel caso la rottura fosse accompagnata da esplosione di volumi e quindi da prezzi in rapida salita.
Altro contro non trascurabile è quello di incappare eventualmente in un falso segnale per cui i prezzi dopo una veloce escursione sopra la neckline ritornano sotto di essi (bull trap) con il serio rischio di vedersi avvicinare lo stop loss.
La seconda presenta certamente il vantaggio di evitare con quasi certezza il falso segnale visto che non si apre il long immediatamente ma si attende un ritracciamento dei prezzi. Quasi certamente perché comunque non siamo al sicuro nel caso in cui acquistassimo dopo il pullback visto che il falso segnale si può materializzare anche in quella occasione.
Tuttavia, è un’evenienza meno frequente. Presenta invece il non trascurabile svantaggio di lasciarsi scappare l’occasione nel caso in cui, abbastanza frequente, i prezzi non avessero alcuna intenzione di fare la sosta per il pullback.
Ad ognuno, in base alle proprie attitudini, la propria scelta.
Tuttavia, nei mesi scorsi è avvenuta una cosa interessante
Esiste anche un tentativo di ingresso long anticipato, di solito attuato dai traders più aggressivi, che prevede di acquistare non alla canonica rottura del bordo superiore della tazza ma della trendline ribassista che ha portato alla formazione della prima parte del manico.
Se il tentativo andasse a buon fine produrrebbe due interessanti effetti che sono l’uno il riflesso dell’altro. Da una parte si riduce l’ampiezza assoluta della perdita potenziale visto che il livello di entrata è più vicino allo stop. Dall’altra, di conseguenza, migliora notevolmente il rapporto reward/risk visto che si passerebbe da 2 circa, cioè un rendimento atteso pari al doppio del rischio corso, a 6,5 volte circa.
Ovviamente, non è scontato che scegliere l’opzione che promette un reward/risk notevolmente più elevato sia la scelta più efficiente perché la probabilità di successo ad essa associata è notevolmente più bassa rispetto al caso più conservativo. Infatti, dopo l’acquisto è molto più alto il rischio che i prezzi scendano fino a toccare lo stop.
Questo per due motivi visto che lo stop è molto più vicino al prezzo corrente e perché esiste una volatilità dei prezzi che caratterizza lo strumento e che potrebbe rivelarsi inadeguata all’ampiezza assoluta dello stop.
Una prova di quanto detto è proprio contenuta nel grafico su dove si vede che chi avesse acquistato la rottura della trendline ribassista sarebbe incorso in un falso segnale ed avrebbe incassato la perdita visto che i prezzi sono tornati indietro fino a toccare lo stop loss. In verità anche i volumi non erano affatto coerenti con un ingresso long visto che dalla rottura di una tale trendline ci si aspetta molta partecipazione dal mercato per essere classificata come affidabile.
Ancora una volta una prova di come nei mercati, e nel trading, non ci siano i pasti gratuiti o le illuminazioni geniali sfuggite a tutti: qualunque comportamento tenuto in termini di posizionamento sul mercato può immediatamente essere prezzato in termini di rischio corso. Punto.
Abbandoniamo ora lo scenario tecnico e proviamo ad immaginare quale dovrebbe essere il contesto macroeconomico, ci spostiamo quindi sul piano fondamentale, capace di giustificare prezzi dell’oro a 3.000$.
Ripercorrendo le precedenti considerazioni circa i fattori che hanno diretta influenza sulle quotazioni e immaginando l’evoluzione dello scenario economico più prevedibile, cioè quello che catalizza il maggior consenso tra gli operatori qualificati (Banche Centrali, Banche d’affari, gestori di patrimoni, enti sovranazionali, …) ci accorgiamo che in fondo parliamo di qualcosa che potrebbe realmente avverarsi.
Se pensiamo ai tassi di interesse reali, che come visto sembra essere il riferimento più affidabile in termini di correlazione, il livello attuale elevato rispetto alla media storica e soprattutto quella più recente suggerisce che le possibilità che restino su questi livelli o più elevati sono minori rispetto al caso opposto.
Il ritardo con cui si manifestano le conseguenze sull’economia dell’aumento dei tassi di interesse, lo scenario di inflazione appiccicosa che non cala quanto desiderato ed i tassi che rimangono alti per lungo tempo potrebbero sostenere i rendimenti reali per qualche tempo ancora ma l’indebolimento economico atteso, come suggerito ad esempio dagli indici PMI in costante deterioramento, potrebbero rapidamente rovesciare il contesto inducendo le banche centrali ad intraprendere il sentiero del taglio dei tassi.
Questo scenario porterebbe con sé un’accelerazione dell’indebolimento degli utili aziendali e con essi dei multipli (quotazioni) mentre gli acquisti sui bond ridurranno i loro rendimenti. Tutto ciò sosterrà le quotazioni dell’oro visto che gli investimenti alternativi con cui compete saranno più deboli.
Dal lato valutario, probabilmente il dollaro americano è prossimo al suo picco di medio periodo visto che gli USA sono prossimi al picco dei tassi per cui progressivamente vedremo ridurre il divario coi tassi a breve delle altre aree valutarie.
Tassi a breve più elevati sono attrattivi per i flussi di liquidità per cui sostengono la valuta locale. Il fenomeno è ben fotografato dall’indice del dollaro che mette la valuta americana a confronto con le altre principali valute
Inoltre, la prospettiva di indebolimento dell’economia americana produce naturalmente un indebolimento della sua valuta e visto che l’oro è quotato in dollari ne trarrebbe beneficio risultando meno caro.
In ultimo, il FMI di recente ha previsto che nel 2023 un terzo delle economie mondiali sarà in recessione. In generale la debolezza economica porta con sé un peggioramento come detto della redditività delle aziende, disoccupazione in aumento e compressione degli investimenti. Un quadro che storicamente porta a preferire i cosiddetti porti sicuri tra cui l’oro.
In definitiva, il contesto recessivo o di generica debolezza economica diffusa genera un generale sentimento di cautela e di ricerca di protezione anche da eventi ostili ed inattesi sul piano geopolitico per cui l’aumento dell’allocazione della liquidità all’oro risulta più sostenuta.
BOTTOM LINE
Cercando di mixare i due piani di analisi, tecnica e fondamentale, potremmo dire che lo scenario di prezzi vicini ai 3.000 dollari sarebbe quello che mette i fila tutti i fattori esaminati, una sorta di allineamento di pianeti che potrebbe favorire il sostegno all’oro.
Anche da un punto di vista temporale, il tempo necessario al completamento della figura tecnica del RC&H esaminata risulta compatibile con i tempi degli sviluppi degli eventi illustrati sul piano fondamentale. Siamo, infatti, in attesa che possa completarsi il manico il che potrebbe richiedere qualche mese in armonia con lo sviluppo fin qui osservato dal grafico.
Non resta che attendere.
IL MERCATO DEL LAVORO USA NEL MIRINOIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 05.01.2023
-CONTESTO
Ripartono i market mover chiave per questo 2023, attesi oggi gli ADP e venerdi focus sui NFP americani, che daranno un quadro più chiaro di come si è concluso il 2022 e che prospettive possiamo avere per il nuovo anno appena iniziato.
I dati sui PMI pubblicati ieri sia in Europa che in America evidenziano ancora un’economia globale in contrazione, special modo per il comparto manifatturiero che pesa grandemente sulla produzione di ricchezza mondiale. Buona parte delle aziende intervistate ha manifestato preoccupazioni per le incertezze future sia per i costi energetici, punto chiave per le aziende europee, ma anche per il calo della domanda estera, nota dolente per le aziende americane.
Il rallentamento globale si riversa sulle aziende che vivono un calo nei nuovi ordini, per un mercato interno fiacco e un rallentamento anche nelle esportazioni, il che porta ad un rallentamento nella produzione e di ovvia conseguenza ad un calo nel fabbisogno di mano d’opera.
Come già più volte detto, la volontà delle banche centrali per questo 2023 rimane per ora quella di frenare la crescita mondiale, e per farlo bisogna colpire la domanda, inevitabile quindi avere una maggiore disoccupazione, meno redditi, più incertezza e salari ridotti.
In questo contesto le aspettative per gli ADP di oggi non possono che essere pessimiste, con l’attesa di meno posti di lavoro creati, sia nel comparto servizi che in quello manifatturiero, dato che stavolta non possono essere motivo di giubilo per gli operatori oramai consapevoli che la FED e le altre banche centrali rimarranno hawkish ancora per il primo trimestre 2023, se non oltre.
-FOREX
Il mondo valutario non trova particolare direzionalità nel dollaro americano, che in attesa dei dati e dei prossimi appuntamenti di Febbraio con la Fed rimane in un trading range compreso tra 104.75 e 103.50-60, senza dare direzionalità alle majors che rimangono tutte ancorate ai prezzi medi di periodo.
Eurusd rimane ancora in un chiaro trading range compreso tra 1.0775 e 1.06 figura , senza trovare veri spunti direzionali in grado di aprire varchi rialzisti degno di nota
Ieri giornata degna di nota per il dollaro australiano che ha sovraperformato le altre majors, portando audusd al test delle resistenze a 0.69 figura , creando le basi per ulteriori allunghi che fondano la lora partenza sulla mm21 periodi daily che incrocia a rialzo la mm100 e fa da perfetto supporto dinamico.
Il mondo retail rimane ancora ribassista al 59% sul dollaro australiano, e ancora piu spinto il sentiment sul dollaro neozelandese che arriva al 60% short.
Il dollaro neozelandese trova una buona configurazione tecnica in una flag lateral ribassista, a coronamento di un rally rialzista che parte dai minimi di periodo a 0.55 . solo il break out della flag a 0.6375-0.64 potrebbe decretare la partenza della nuova spinta rialzista di un asset che rimane primo concorrente per il dollaro americano.
-EQUITY
Ancora il mondo azionario in equilibrio sui minimi di periodo, il nasdaq alle prese con un trading range compreso tra 10966 pnt e 10770 pnt di supporto, chiaramente in attesa di scoprire i prossimi dati sul mercato del lavoro che possono essere ago della bilancia per le decisioni della FED.
Molto piu robusto il mondo europeo con il dax che trova continui acquisti sui minimi di period, ora alle prese con i supporti di brevissimo a 14400 pnt area di ripartenza per nuovi ulteriori allunghi rialzisti fino a 14700 pnt.
Non escludiamo tuttavia potenziali storni tecnici, che darebbero struttura al mercato, con approdi fino ai supporti di 14300pnt e 14200 pnt
-COMMODITIES
Il mondo delle commodities resta ancora fulcro delle attenzioni degli operatori, con il Ngas sui minimi di 4.11$ in una fase discreta di accumulazione che potrebbe generare interessanti storni fino alle aree di 4.40$ prima e 4.76$ poi.
Ancora di nostro interesse il gold, che dopo un breve storno ribassista a 1844 $ potrebbe dare ulteriori spinte rialziste fino alle resistenze di 1878$ prima vera area di approdo di un asset che esprime tutta la sua stagionalità rialzista.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
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Il Gold è arrivato all'obiettivo/resistenzaIl gold sta tornando negli ultimi due mesi ha messo a segno un rialzo ad oggi di un 11%. Personalmente l'aspettavo ad Ottobre attorno a 1570$ ma così non è stato e m'ha fregato ripartendo.
Un segnale grafico interessante l'avevamo già avuto nella prima decade di Novembre, con il break del canale discendente, segnalato nell'analisi del 2 Dicembre L'oro sta puntando alla resistenza a 1857$ .
A distanza di un mese possiamo vedere che oggi sta arrivando all'obiettivo della proiezione che coincide anche con l'area di resistenza del livello 50 di Fiboancci del vettore massimi a 2078 e minimi a 1618$.
Il 50% di un vettore è sempre una linea spariacque. Un break out deciso di questo livello potrà portare l'oro nuovamente verso i 1920$. Al momento se pur alla resistenza non mi metto short .
Gold: aria di correzione
Come previsto nell'analisi precedente dove ipotizzavo una continuazione della salita fino ad area 1860-80 in tempi consoni alla chiusura del trimestrale inverso, oggi il metallo giallo ha toccato la resistenza data dall'area valore dei volumi posta a 1851. I giorni del trimestrale inverso sono 64, perfettamente in linea con i tempi medi. L'ultimo settimanale inverso è all'ottavo giorno, dunque un paio di giorni circa per provare una finta rottura della resistenza li avrebbe, ma poi il ciclo sarà chiuso ( se non già oggi stesso) e la correzione dovuta alla partenza del nuovo trimestrale inverso riporterà i prezzi sotto 1804 inizialmente e poi in area nuvola di Ichimoku sotto la mm 200 per un ritest delle 50 e 100.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.
Crude Oil - Attendo un riavvicinamento alla mediaIl crude oil, dopo aver regalato buone opportunità la scorsa settimana grazie al pattern ribassista del doppio massimo, sembra voler recuperare forza. Sarà mia intenzione cercare di sfruttare questa forza, compatibilmente con i movimenti di mercato, per cercare dei setup long.
In particolare sappiamo che su questa materia prima, strategie trend following, tendono a performare abbastanza bene.
Cercherò un setup long se:
- il prezzo andrà ad avvicinarsi alla sua media;
- il supertrend resterà ancora positiva,
- l'indicatore Roc continuerà a restare in territorio positivo,
- ADX line e DMI in impostazione rialzista.
Preferibilmente preferirei che il segnale si verificasse tra le ore 15 e 22 di NEW YORK, orari che potrebbero essere caratterizzati da un bias rialzista della commodity.
Da ricordare che il trend primario del crude oil al momento è ribassista, tuttavia possiamo cercare di sfruttare sui time frame minori questi movimenti correttivi.
Il GOLD tira fuori i muscoliIl $GOLD tira fuori i muscoli dopo aver provato a rompere al ribasso la resistenza sul punto di swing sul grafico mensile. Il mio indicatore personale Z-VOLT accende i semafori verdi e probabilmente il prezzo potrebbe essere diretto verso i massimi. Allo stesso tempo l'intero comparto crypto è in grande difficoltà, togliendo quindi al bitcoin la percezione di bene rifugio che il mercato ha avuto sul BTC. Senza un mercato crypto che poteva stranamente essere considerato come un nuovo forziere di beni rifugio, si torna su quelli più tradizionali con l'oro in primis.
Allo stesso tempo la possibilità di una recessione negli U.S.A. diventa sempre più probabile, creando non pochi problemi agli asset risk on come il mercato azionario in genere e tutto il comparto crypto. Se dovesse permanere questo scenario senza modifiche macro economiche, vedo il gold sui massimi.
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DISCLAIMERE: Questo post rappresenta esclusivamente le idee dell'autore e non ha nessuna finalità di pubblico risparmio o di consiglio d'investimento. Il trading è rischioso e chi decide di fare trading lo fa a suo rischio e pericolo. Se il lettore non si sente confidente con il trading e con i mercati finanziari in generale, deve farsi seguire dal suo consulente finanziario autorizzato. L'autore declina ogni responsabilità sulle decisioni di trading fatte dal lettore.
NATALE SENZA RALLYIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 29.12.2022
-CONTESTO
Il famoso rally di Natale quest’anno sembra proprio non essersi presentato all’appuntamento, come sempre dobbiamo ricordare che una stagionalità resta una probabilità, che sebbene alta, non vuol dire che quell’evento si verificherà il 100% delle volte.
Questo 2022 senza dubbio dal carattere orso per le borse mondiali, non ha risparmiato nemmeno le ultime battute di contrattazione, che si stanno sviluppando nel comparto equity, non lontano dai minimi annuali.
A pesare maggiormente il comparto tech, con il Nasdaq sotto gli 11000pnt, che sembra guardare con simpatia a livelli sotto i 10 000pnt , livelli di prezzo visti nel febbraio 2020 prima dell’esplosione della pandemia e dell’intervento delle banche centrali. Si potrebbe dire che stiamo tornando alla normalità, sebbene il processo di normalizzazione costerà sangue e sudore a famiglie ed imprese.
Il 2022 si conclude all’insegna del risk off e la domanda da porsi ora per il prossimo 2023 sarà : quale asset prediligere per proteggere i capitali, in assenza del super dollaro?
Ora che anche l’econmia Usa rallenta e la prospettiva di recessione nel 2023 sembra prendere sempre più corpo , dove andare ad allocare i capitali diventa il vero problema da risolvere.
Prendono quindi appeal asset come il gold, prima del comparto obbligazionario che tarda a creare il bottom di ripartenza, almeno fino a quando l’inflazione rimarrà sostenuta, ma anche nel mondo valutario qualcosa cambia ora che il dollaro USA lascia lo scettro mantenuto per tutto il 2022 lasciando spazio ad asset come l’Euro che sembra ora prediletto dagli operatori anche a guardare i dati del cot report.
-FOREX
Il focus di breve periodo per il mondo fx, vede attenzione sul franco svizzero, asset in grande spolvero ora che la banca centrale ha portato i tassi all’1% dopo 20 anni di tassi negativi.
La forza del franco svizzero è stata subito presa di mira dal mondo retail che si pone in mean reverting short all’87% sul basket, portando cosi ad interessanti tendenze su asset come usdchf, che trova un 89% di retail long, segno di potenziali ulteriori allunghi ribassisti, ma anche i cross come audchf con un 87% long e gbp chf con un 64% long di retail sembrano ottimi candicati a prosecuzioni di trend ribassisti.
Oltre al franco svizzero anche il dollaro canadese è ora focus degli operatori, che mantengono viva la correlazione diretta con il WTI, portando a ribasso entrambi gli asset. Il dollaro canadese ora debolizzimo vede il mondo retail andare a caccia dei minimi , con posizioni long al 75% sul basket, ovvio quindi il posizionamento su usdcad con un 64% dei retail corti ( vendono dollai USA e comprano Canadian), eccessi su diversi corss come nzdcad con un 94% di retail short, e ancora cadchf con un 97% long lasciano spazio a potenziali inversioni ,che tuttavia possono richiedere ancora tempo prima di svilupparsi.
-EQUITY
Il comparto equity che ancora predilige l’europa con il DAX fermo a 14000 pnt sembra mantenere una tonicità oramai persa per il mondo USA, che lavora i minimi di questo 2022.
Il nasdaq non trova al forza necessaria a riprendere quota sopra gli 11000 pnt, il che apre la strada ad ulteriori affondi, agevolati dalla scarsa liquidità di questi giorni festivi.
Negativo anche l’SP che si colloca a 3800 pnt e sebbene lontano dai minimi dell’anno, grazie alla composizione mista dell’indice, non trova nessun vero spunto rialzista, e sembra ora guardare a potenziali attacchi ai minimi di 3770 pnt per estensioni fino 3700 pnt.
-COMMODITIES
Tonico ancora il Gold, che trova compratori ad ogni tentativo di ribasso, sulle aree di 1780$, proiettandosi all’attacco delle resistenze poste a 1825$, livello oltre il quale si potrebbe assistere ad importanti estensioni rialziste.
Pesante il WTI dopo le vicente del price cup europeo e le risposte della Russia, si torna a testare 77$ proiettandosi ora verso i 75$ prima e 73.50$ poi.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Calendario scarno in questi giorni di festa, si attende oramai il nuovo anno per valutare i nuovi dati macroencomici in arrivo che chiuderanno il quadro dell’ormai vecchio 2022
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
📈 Buon anno con il Petrolio: da quale time frame lo osservi?!Terminiamo il 2022 con una breve analisi sul WTI americano e vediamo insieme i diversi punti di vista, a seconda dell'ottica temporale di riferimento, con un focus specifico sulle opportunità di brevissimo periodo!
Auguroni a tutti voi di un nuovo santo anno 2023!
Maurizio
WTI: Possibile ripresaCome evidenziato dalle TL in grafico e dai volumi, nella settimana del 5 Dicembre si è probabilmente chiuso un ciclo trimestrale che ha messo al ribasso il 4^ sotto ciclo del ciclo partito sui minimi storici del 2020. La candela W successiva appena terminata ha infatti formato lo swing richiesto che dovrà comunque essere confermato col superamento di 77.77. Per ora quindi abbiamo solo mezza conferma.
Se nella settimana entrante questo livello sarà superato si dovrebbe procedere verso la chiusura del ciclo annuale inverso prima di riscendere a chiudere il 4^ sotto ciclo. Attenzione quindi a 82.72 che dovrebbe fungere da calamita nelle prossime 1-2 settimane
Operazione su doppio Massimo Crude Oil In corsoBuongiorno Traders,
ecco operazione aperta da pochi minuti su Crude Oil (Contratto Micro).
Il grafico orario ha mostrato un doppio massimo, con violazione in area 79.
Seguo il pattern e sono short sul contratto.
Target di breve sulla proiezione della distanza verticale della figura (differenza tra il livello dei due massimi e la resistenza del minimo di reazione).
Stop dell'operazione nel caso di chiusura oraria superiore a 79,50
I BILANCI DI FINE ANNO🌞IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 27.12.2022
✍🏻-CONTESTO
Diretti oramai alla chiusura di questo 2022 che lascia spazio a poche sedute di contrattazione ancora e , come da prassi , i volumi restano bassi, in un classico mercato natalizio dal quale meglio non attendersi grandissime novità.
Iniziamo dunque a tirare i primi bilanci di fine anno, partendo dai mercati equity mondiali che si portano a chiusure annuali in territorio negativo a conferma del bear market che ha caratterizzato il 2022 e che sembra porre le basi per un 2023 non certo con migliori prospettive.
I timori di un 2023 caratterizzato da una più o meno profonda recessione mondiale sembrano prendere sempre più corpo nelle menti degli operatori che hanno risnunciato anche al classico rally di natale, per dare invece spazio ad ulteriori vendite dopo le pesanti parole delle banche centrali occidentali.
La strada è segnata per il primo trimestre 2023, con banche centrali ancora molto aggressive, alle prese con l’inflazione che resta mood chiave anche per il prossimo 2023 e che porta a condizioni economiche e monetarie aspre, che metteranno in difficoltà aziende e famiglie che non potranno contare questa volta su nessun aiuto.
I tempi in cui le crisi venivano sorrette dalle banche centrali con forti immissioni di liquidità sembrano finite e le sole speranze di un cambio di rotta nelle decisioni di rialzi tassi non sono sufficienti a dare slancio costruttivo alle borse mondiali.
Il 2022 è stato sicuramente l’anno del dollaro americano, che ha dominato i mercati fino al q4 dove i primi segni di un’economia in difficoltà hanno dato il via a prese di profitto, dopo un mega rally rialzista che ha condizionato l’intero mercato, dal comparto equity, ai metalli e ovviamente al forex.
Solo nell’ultima parte4 dell’anno stiamo vivendo una fase di inversione, che potrebbe a questo punto proseguire nel 2023, dando vita ad un nuvo anno di inversioni, con un dollaro che vive un riequilibrio con le altre divise mondiali e che da fiato al comparto commodities.
Sebbene la correlazione dollaro giù e borse su , è stata per anni un mantra, riteniamo che potrebbe essere non tanto vero per il 2023, anno nel quale il concretizzarsi di una crisi mondiale porterebbe le borse ancora a forti ribassi, accompagnati questa volta anche da un dollaro USA in difficoltà, non supportato da un’economia tanto robusta come quella che abbiamo vissuto nel 2022.
La domanda da porsi a questo punto sarà: in mancanza din un dollaro USA rifugio, dove verranno allocati i capitali per un valido riparo dalla crisi?
Si aprono a questo punto le porte per lo yen giapponese, per il gold e anche per la moneta unica, che potrebbero riscoprire il loro valore di asset rifugio.
-FOREX
Torniamo per ora ad oggi, una giornata non particolarmente ricca di market mover, nella quale il dollaro usa sembra rimanere fermo sulle aree di minimo a 104.00.
Il mondo retail chiude l’anno in posizione lunga dollari usa, con un 60% long chiaramente a caccia dei minimi , per poter cogliere rimbalzi importanti, che tuttavia potrebbero faticare ad arrivare.
Cosi come le ultime settimane hanno visto debolezza di dollari Usa, cosi hanno vissuto il ritorno della forza sulla moneta unica, che con un ottimo rally rialzista dai minimi di questo 2022 ritorna alle aree di 1.0675-1.07 figura.
Il mondo retail non tarda a cercare posizioni corte, con un 69% short sul basket e un 68% short su eurusd, ancora a caccia dei massimi di periodo, il che ci fa propendere per ulteriori posizionamenti long euro, sperando tuttavia in storni che diano opportunità di ingresso a prezzi migliori.
Resta interessante il posizionamento sul franco svizzero, che trova il mondo retail con un 77% short, dopo che la banca centrale svizzera ha portato i tassi di interesse al +1% dopo circa 20 anni di tassi negativi. La ricerca di un rientro dagli eccessi rialzisti del franco svizzero, sembra tuttavia sensata su alcuni cross come cadchf che pagano interessanti swap ai posizionamenti long.
-EQUITY
Il mondo azionario come detto va verso chusure annuali pessime.
America con nasdaq a -32.5% , sp500 a -19.0% , dj a -8.35% attualemente, l’Europa con il Dax a -11.46% italy a -12.16% ed eurostoxx a -10.40%... il quadro mondilae non migliora altrove.
Per tornare alla giornata attuale , tuttavia qualche leggero recupero si intravede, con i listini mondiali in positivo, ma che a questo punto possiamo ritenere solo come valide offerte di prezzi migliori da vendere.
Seguiamo i mercati, sebbene ancora in un clima di festività, in attesa di una ripartenza dei volumi non prima della prossima settimana
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Argento previsioni 2023L'argento, come l'oro, è un metallo prezioso che offre protezione agli investitori durante i periodi di incertezza economica e politica.
Dopo l'invasione russa dell'Ucraina all'inizio di quest'anno, la fuga verso il bene rifugio ha successivamente spinto i prezzi dell'argento oltre la soglia dei 26 dollari l'oncia, valore che era stata visto l'ultima volta nell'agosto 2021.
Tuttavia, questo rally d'argento si è rivelato un fuoco di paglia. Un'aggressiva campagna di aumento dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve statunitense, insieme a un dollaro USA in costante crescita, ha tenuto sotto pressione i prezzi del metallo grigio.
Tuttavia, ci sono molte ragioni per credere che a lungo termine l'argento rimbalzerà, forse tornando ai livelli visti l'ultima volta durante la grande truffa dell'argento alimentata da Reddit all'inizio del 2021.
Intanto l'argento spot ha già guadagnato il 20% negli ultimi tre mesi. Le potenziali forze alla base del prossimo rally dell'argento includono: domanda monetaria, domanda industriale, scorte basse, rigidità del mercato fisico, picco dell'argento e rapporto oro-argento.
L'aumento dei rendimenti obbligazionari indica che gli investitori pensano che la Federal Reserve americana farà tutto il necessario per abbattere l'inflazione, e avrà successo, senza far crollare l'economia. Ma, una volta che la Fed non può più negare che è sbagliato essere in grado di controllare l'inflazione, e che l'economia è più debole di quanto pensa, si tornerà ad una politica monetaria accomodante, cioè l'allentamento quantitativo (buono per l'oro e l'argento).
A mio parere, la reazione positiva dei metalli preziosi al calo dell'inflazione, all'inizio di novembre, conferma quanto si diceva da tempo sulle materie prime. È un preludio a ciò che accadrà nell'intero spettro delle materie prime quando il dollaro finalmente si indebolirà dopo mesi di forza. (le materie prime tendono a salire quando il dollaro scende). L'indice del dollaro USA ha toccato il massimo di un anno di 114,10 il 27 settembre, ma da allora è sceso a 105,01, con un calo dell'8,6%.
La pervasività delle pressioni sui prezzi è problematica e probabilmente ci vorranno due o più mesi di diminuzioni prima che la Fed prenda in considerazione il passaggio da falco a accomodante, il che significa abbassare i tassi di interesse e tornare al suo programma di acquisto di obbligazioni sovrane noto come allentamento quantitativo o QE
Natural gas, il fondo è vicinoClicca su “SEGUI” in alto per ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo articolo
Future Ue e Usa in ripresa dopo lo scossone derivante dalla decisione della banca centrale del Giappone.
A sorpresa la banca centrale del Giappone ha rivisto la soglia di tolleranza del rendimento del bond a dieci anni a 0%-0,5%.
Di qualche aggiustamento della politica monetaria si era parlato negli ultimi giorni, ma la maggior parte degli economisti si aspettavano che gli annunci più importanti sarebbero arrivati più avanti, in prossimità della scadenza del mandato del governatore Haruhiko Kuroda.
La Banca del Giappone, nel comunicato, conferma i tassi d'interesse a -0,1% e anticipa per gennaio un aumento temporaneo degli acquisti di bond a 9.000 miliardi di yen al mese, da 7.300 miliardi.
Cosa Significa in termini pratici ? In pratica si dà spazio a un salita dei tassi del governativo decennale giapponese.
Prima il range massimo era 0.25, adesso è 0.50.
E’ il primo segnale dopo molto tempo di una possibile fine delle politiche ultra espansive giapponesi.
Il commento di Antonio Ferlito sui titoli e strumenti caldi:
Future Nasdaq 100, Future S&P 500, DAX, FTSE MIB, Ibex 35:
Come scritto nei precedenti articoli gli indici hanno esaurito la loro forza e stanno iniziando a scendere.
La recessione che porterà a un grasso calo degli utili, non è ancora scontata dei mercati.
Questo significa che c’è molto spazio per scendere.
I mercati anticipano sempre una recessione con 3 mesi di anticipo, a gennaio vedremo quindi il vero crollo del mercato.
Lo strumento ideale in questi casi è il Vix, l’indice della volatilità che fa segnare ottimi rendimenti con una recessione mondiale alle porte.
A breve su questo strumento farò una operazione acquista con Target 35-36 $
Gas naturale:
Come previsto nei precedenti articoli è arrivato il crollo del gas.
C’è una netta differenza tra breve periodo e lungo periodo in questo momento.
Nel lungo periodo la situazione è interessante.
L’Europa avrà bisogno di ancora più Gnl per sostituire i volumi russi la prossima estate, quando il continente ricaricherà lo stoccaggio, mentre la domanda cinese si riprenderà dai blocchi e compenserà le minori importazioni da altri acquirenti asiatici.
Nel breve periodo bisogna stare attenti a evitare frettolosi acquisti.
Ci sono grossi dubbi in merito alla riapertura degli impianti di esportazione, da tempo ormai off line e che stanno creando un eccesso di offerta interno molto negativo per i prezzi e la stagionalità di periodo è negativa per il gas.
Inoltre il price Cap sul TTF, fissato a 180 anche se abbastanza alto considerando che 4 anni fa il TTF quotava 20, sicuramente metterà una freno alla speculazione facendo scendere i prezzi, proprio quello che stiamo vedendo adesso.
Questo sta colpendo indirettamente anche il natural gas americano in quanto è molto probabile che il prossimo anno il gas americano sarà sempre più protagonista in Europa con l’uscita della Russia.
Valuterò un ingresso sul gas solo in area 4.50-5, prezzi che mi aspetto già a fine dicembre inizio gennaio.
Petrolio:
Il petrolio si dimostra solidissimo nonostante il crollo degli indici.
2 motivi principali dietro l’ottima tenuta del petrolio.
1: Il price cap sebbene poco penalizzante per la Russia potrebbe portare a un incremento della domanda per il petrolio americano molto positivo per i prezzi.
2: La domanda cinese di petrolio frenata dal Covid ripartirà nel 2023.
Tutto questo si unisce al fatto che le scorte di petrolio sono sui minimi degli ultimi 20 anni, con paesi come la Russia che segnano una produzione in netto calo, un fattore che fa bene ai prezzi in quanto c’è scarsità di Petrolio.
Rimango positivo nel lungo termine con un target di 85-90 $.
Amazon (NASDAQ:AMZN):
Come scritto nei precedenti articoli dove già a inizio 2022 dicevo che il prezzo delle azioni troppo alto avrebbe portato a un crollo dei prezzi.
Sono ancora pessimista, la redditività del gruppo è praticamente sparita e le prospettive per il 2023 sono negative.
Il titolo secondo il mio modello vale 70 $, può quindi scendere ancora.
Tesla (NASDAQ:TSLA):
Brutto periodo per il titolo, destinato a continuare.
Ci sono problemi in Cina, con l’abbassamento dei prezzi, a causa di un indebolimento della domanda che significa meno margini, e la concorrenza in Europa con Stellantis (BIT:BIT:BIT:STLA) sempre più minacciosa.
Inoltre aumentano le distrazioni del fondatore Musk sempre più distratto da Twitter.
A nulla sono servite le dichiarazioni del CEO Musk, che dice che lascerà l’incarico di CEO Twitter una volta trovato un sostituto.
Come scritto a inizio anno Il titolo secondo il mio modello valeva 170 $ ed era molto caro a inizio anno.
Telecom (BIT:TLIT):
Torna di moda l’ipotesi scissione con la creazione di due entità, una per le rete e uno per i servizi.
Come scritto nei precedenti articoli, è un operazione complessa che non andrebbe a risolvere il problema del debito e mettendo e rischio gli azionisti che rischierebbero ulteriori perdite.
In pratica nel processo di scissione si riceverebbero azioni di nuove società createsi dalla scissione che potrebbero alla fine far perdere ulteriormente gli azionisti sommando i valori.
Solo una Opa Totalitaria da parte di CDP, VIV e fondi potrà salvare gli azionisti.
Quando potrà avvenire ? L’OPA consiste nel convincere attraverso un premio commerciale gli azionisti a essere liquidati.
E’ importante quindi per il funzionamento il lancio nel peggior momento possibile per la quotazione di un titolo per mettere alle strette gli azionisti, un momento che in questo caso potrebbe corrispondere ai minimi di mercato che mi aspetto nel 2023.
La valutazione del titolo secondo il mio modello è confermata a 0.16, con il debito elevatissimo che pesa tanto sul calcolo.
Le mie posizioni aperte:
Al momento ho una posizione acquista sull’indice Dax, che sta per chiudersi in profitto, e una posizione acquista su un azione americana molto promettente con un grosso potenziale di rialzo.
Per informazioni sono a disposizione qui su TW.
Gold: continua il rally di fine anno?Dal minimo del 3 Novembre è partito un ciclo trimestrale che ipotizzo come ultimo di un ciclo annuale a 3 tempi e che dovrebbe avere nel suo massimo ciclico anche la chiusura del 2^semestrale inverso (breve ma in media). Dalla sua partenza questo trimestrale ha compiuto un primo ciclo bisettimanale e un secondo sembra essersi chiuso sullo swing segnalato col pallino nero, anche se in realtà qualche giorno a disposizione per violarlo ancora ce l'ha. In ogni caso, che nei primi giorni della settimana entrante lo violi o meno, successivamente partirà il 3^ bisettimanale che dovrebbe portare un rinnovo dell'ultimo massimo (Il ciclo inverso per ora ha 49 giorni di vita e nel suo complesso il semestrale è ancora statisticamente troppo breve per essere già chiuso) , suppongo in area 1860-80 dove si trova una forte resistenza e i tempi cominceranno ad essere consoni per la chiusura del 2^ semestrale inverso.
La presente è la mia visione non rappresenta un incentivo ad operare.
PETROLIO (CL) - Ancora ribassistaIl PETROLIO (CL) dopo aver effettuato un doppio massimo rispettivamente l'11 Ottobre ed il 7 Novembre ha avviato un trend ribassista sino a rompere al ribasso la media semplice istituzionale (SMA) a 200 periodi (linea grigia in figura).
Il trend ribassista recentemente ha effettuato il break out al ribasso di una ex area di supporto ora diventata di resistenza (rettangolo rosso in figura)
Ci sono i presupposti per veder svilupparsi una nuova gamba ribassista sino all'area di supporto/domanda verde più bassa
Quanto sopra esposto non è un consiglio finanziario ma la nostra view basata sulla strategia PCTS.
Analisi completa sul nostro canale Youtube
Scoprite l'efficacia del nostro nuovo indicatore PCTS
Buon trading!
LA FED COLPISCE DUROIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 15.12.2022
-CONTESTO
Ancora una FED aggressiva quella di ieri sera, con un Powell che ha smentito tutte le possibilità di aver raggiunto un Pivot point nelle politiche monetarie.
Sebbene l’inflazione sembri aver intrapreso un cammino di rientro dai picchi massimi, la FED ritiene che la strada da percorrere sia ancora molto lunga e che non è giunto ancora il momento di guardare ai tagli tassi, ma che la strada per ulteriori inasprimenti di politiche monetarie è ancora aperta.
La FED decide quindi per un rialzo di ulteriori 50Bp, e cosa ancora più interessante, si proietta al prossimo 2023 con un tasso definitivo oltre il 5% , ponendo le basi per un ulteriore rialzo dei tassi di 50Bp a febbraio e di ulteriori 25Bp a marzo 2023.
Le proiezioni sulla crescita futura sono state tutte riviste a ribasso, e in linea con la prospettiva di un’economia USA in difficoltà, anche la disoccupazione è stata rivista a rialzo fino anche un 4.6% , ma Powell ha dichiarato di non credere in una vera recessione, ma in un rallentamento economico che consentirà una rapida ripartenza, mantenendo accesa la fiamma della speranza.
Le price action sono state poco convincenti ieri sera, con un dollaro che nonè vissuto la fase di forza che ne sarebbe dovuta seguire e anche l’equity non ha lasciato sul terreno punti percentuali tali da credere in una fase di risk off, ma solo in mattinata, con la partenza della sessione europea i mercati sembrano aver metabolizzato la notizia e aver intrapreso la strada dei ribassi in linea con le parole della FED di ieri sera.
Oggi occhi puntati su BOE e BCE, entrambe attese a rialzi tassi e inasprimenti di politiche monetarie, special modo la BCE si guarda con interesse alle dichiarazioni relative al QT, per i programmi PEpp e APP, per i quali si attende l’apertura di un piano di smaltimento che potrebbe vedere la pubblicazione dei dettagli alla prossima riunione di febbraio, ma che darebbe un tono di aggressività alla BCE indiscusso.
-FOREX
Il mercao forex trova oggi il dollaro in spolvero rialzista, con un +5.63% di profitto sul basket, il che spinge a performance positive su tutte le altre majors.
Usdjpy guadagna un 0.87% usdchf un 0.50% usdcad un +0.22%, eurusd perde un -0.61% e gbpusd un -0.78%, ma a farne le spese maggiori sono le oceaniche legate ad un mood di risk off generale, che le porta a perdere il -1.27% per nzdusd e un -1.34% per audusd, si apre quindi di nuovo la porta dei rialsi del dollaro Usa, che tuttavia riteniamo momentane, per via del forte rallentamento che attende l’economia Usa nel imminente 2023.
-EQUITY
Anche l’equity perde terreno stamattina, con tutti gli indici mondiali in territorio negativo, l’america porta l’SP a -1.27% nasdaq a -1.43%, anche in europa il dax perde il -0.78% allineandosi al mood di risk off presente sui mercati in chiusura di anno.
-COMMODITIES
Anche il mondo delle commodities soffre la forza del dollaro USA, portandosi in territorio negativo a partire dal Brent e WTI che perdono il -0.77% e il -0.93%, anche i metalli perodno la loro forza, in prospettiva di rendimenti obbligazionari ancora forti, con un gold al -1.61%.
Attendiamo oggi la BOE e la BCE, per scoprire se i toni di risk off saranno il mood che accompagneranno i mercati fino alla fine di questo 2022
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
Silver: chiuso trimestrale inverso?Il picco del ciclo settimanale ha ottime probabilità di essere l'ultimo del ciclo trimestrale inverso per cui dovremmo vedere un inversione che darà continuazione al trend ribassista iniziato dal massimo di Febbraio '21. Se come penso il trimestrale inverso si è effettivamente chiuso, ora dovremo avere una chiusura ribassista del settimanale indice in corso e quindi una discesa in tempi brevi sotto 22.015.
Possibile anche un leggero recupero fino a 23597 prima della chiusura stessa.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.
FED TRA SPERANZE E PAUREIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 14.12.2022
-CONTESTO
Siamo giunti finalmente ad primo dei tre appuntamenti cruciali di questo Dicembre con le banche centrali, partiamo stasera con la FED attesa ad un rialzo tassi oramai scontato di 50Bp.
Gli ottimi dati di ieri sull’inflazione americana, in calo ancora una volta sia nel dato generale che nel dato CORE, maggiormente seguito dalla FED, hanno aperto le speranze per un 2023 incentrato al rientro dell’Inflazione verso il range obiettivo del 2% e questa speranza ha riacceso gli animi dei operatori che guardano ora al 2023 con l’anno del taglio tassi per la FED.
Siamo a nostro giudizio in una fase prematura per parlare o credere in tagli tassi, la FED procederà come da programma ancora per questa riunione all’inasprimento monetario previsto, ma fatto è che già un aumento di soli 50Bp, è un chiaro segnale che siamo non lontano dai top.
Le prospettive per il 2023 si dividono pertanto tra la speranza e la paura, perché da un lato gli operatori sperano in un primo trimestre 2023 ancora dettato da rialzi tassi , ma che non vadano oltre i 25 BP nella riunione di febbraio e marzo 2023 per giungere ad un tasso definitivo del 5% per poi nel secondo semestre avere evidenze di un’inflazione in calo, e un’economia che necessiterà si nuova linfa, giustificando a quel punto i tagli di interesse da parte della FED.
È altrettanto vero il contrario, cioè la paura che domina le aspettative per il 2023 non sono da meno, se si considera che la disoccupazione è in aumento e il perdurare di condizioni economiche monetarie aggressive, non farà altro che peggiorare la congiuntura macro economica, allora la voglia di entrare in modalità risk on sembra più remota.
L’ago della bilancia stasera al FED, che ci mostrerà le sue proiezioni per il 2023, lasciando cosi capire quali sono le sue aspettative per l’economia USA e quali le eventali contromosse. Aspettarsi un’economia in rapido declino , potrebbe voler dire un rapido sostegno da aprte della FED e quindi rapidi ritorni alla normalizzazione, cosi come aspettative di un’economia molto forte e inflazione resiliente, potrebbe portare al perdurare di tassi di interesse sostenuti.
-FOREX
Il mercati hanno vissuto una sessione europea abbastanza asfittica, in attesa degli eventi di questa sera, al momento il dollaro americano si posiziona poco sotto la parità con un -0.49% , mentre trova motivo di forza lo yen giapponese con un +2.92% totale come basket contro le majors, seguito dal franco svizzero con un +0.89% e dall’euro con un +0.60%, segno che il mercato si posiziona momentaneamente in modalità risk off.
Storna il dollaro neozelandse che perde oggi il 2.29% come basket, portando ad interessanti performance eurnzd con un +0.37% su base giornaliera, mentre lascia sul terreno nzdjpy un -0.65%.
La partira si giocherà ovviamente stasera.
-EQUITY
Il mondo equity dopo i rialzi di ieri sui dati sull’inflazione, riassorbiti durante la sera, sono tornati al più al punto di partenza della settimana, pronti a scattare stasera sulle dichiarazioni di Powell. Al momento tutti gli indici occidentali sono in territorio negativo, con l’sp500 a 4012pnt a -0.16%
-COMMODITIES
Il mondo commodities resta misto, con il wti che sale di un +1% a 76$ mentre i metalli gold e silver perdono lo 0.10% e lo 0.13%.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Il mercato resta pertanto chiaramente attendista per i market movers di questa sera, che saranno driver per i prossimi giorni fino alle chiusure di questo 2022
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
NG: Buona occasione di breve, R/R favorevole.Apertura con gap down considerevole, probabilmente dovuto alla chiusura del ciclo bisettimanale di 12 giorni. È sicuramente possibile un ritest del minimo, anche domani o dopo. Però depongono a favore del trade due ulteriori considerazioni, la prima è che a questo punto deve chiudere il ciclo opposto sui massimi e la seconda è che osservando il grafico, non ha mai lasciato aperto un gap.
Stop sotto il minimo di oggi e TP area 7$.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare.