Economia
RALLENTAMENTO ECONOMICO E OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO NEL RETAILL’obiettivo dell’analisi è quello di utilizzare l’analisi intermarket e la macroeconomia utili a descrivere una potenziale opportunità di investimento nel settore retail americano. I protagonisti dell’analisi:
• Rapporto rame/oro
• Produzione industriale a/a
• PIL a/a
• Vendite al dettaglio a/a
• Settore retail
Buona lettura!
1. BREVE RIEPILOGO
L’ultima analisi, pubblicata domenica 21 maggio, aveva tra i diversi obiettivi quello di focalizzare l’attenzione sul rallentamento economico (o lieve recessione) prezzato dagli investitori per gli Stati Uniti. Per supportare ciò era stato condiviso un importante “ratio”, quello tra rame/oro, che è possibile osservare nella figura successiva.
Il rapporto tra il prezzo delle due materie prime è un ottimo “barometro economico” in quanto è correlato positivamente al dato sulla produzione industriale anno/anno:
A sua volta, il dato macroeconomico contribuisce alla ricchezza totale prodotta dagli Stati Uniti, misurata con il prodotto interno lordo anno/anno:
Ho trattato questi concetti nell’analisi precedente. Qualora foste interessati all’argomento cliccate al link:
•
Esiste un settore che potrebbe soffrire se le aspettative sullo stato dell’economia non mutassero? Se si, quale sarà mai esso?
Andiamo per gradi.
2. RAPPORTO RAME/ORO, RALLENTAMENTO ECONOMICO, VENDITE AL DETTAGLIO E…PRODOTTO INTERNO LORDO
Il titolo del paragrafo potrebbe risultare di difficile interpretazione: che rapporto potrà mai esistere tra un indice di forza tra materie prime, un contesto economico negativo, un dato macroeconomico e…la ricchezza totale prodotta da un Paese?
La scorsa settimana avevamo osservato come il copper/gold ratio si trovasse in trend ribassista; osserviamo, ad oggi, se qualcosa è cambiata:
La situazione rimane invariata:
• Il prezzo dell’indice di sentiment continua a mantenersi in un trend ribassista dal 21 febbraio, formando una figura di analisi tecnica definita “canale ribassista”
All’interno di una fase di rallentamento economico si verifica un ulteriore rallentamento: quello degli utili societari; questo è ben mostrato nella grafica successiva, reperita dal sito “Macrotrends”:
Se gli utili societari rallentano, cos’altro rallenterà? Probabilmente il dato macroeconomico sulle vendite al dettaglio, mostrato nella figura successiva:
È possibile osservare come il dato, misurato anno/anno, continui la sua discesa.
Se è vero che il dato sulle retail sales è monitorato per stabilire la salute dell’economia e il copper/gold ratio ha lo stesso tipo di funzionalità, allora le prime dovrebbero essere correlate positivamente al secondo. L’ipotesi è vera?
Dal 2004 ad oggi è possibile osservare, su grafico mensile, una correlazione positiva tra essi quindi…sì! L’ipotesi precedente è vera.
E…il PIL? Che ruolo ha all’interno di questo paragrafo? Per capirlo, osserviamo la figura successiva:
Essa mostra la correlazione positiva esistente tra esso e le retail sales. Perché questa correlazione?
Per capire il concetto, è utile conoscere le variabili che vanno a comporre la formula matematica di calcolo del PIL. Utilizzando il metodo della spesa, esse risultano essere cinque:
• Consumi
• Investimenti
• Spesa pubblica
• Export
• Import
Il dato sulle vendite al dettaglio va ad impattare sulla variabile “consumi”, intesi come le spese dei consumatori per beni durevoli e non durevoli (i servizi, nelle retail sales, non sono compresi). Ora:
• All’aumentare delle spese per beni durevoli e non durevoli aumenterà la variabile “C” e, di conseguenza, trattandosi di una somma, il PIL
• Al contrario, al contrarsi delle stesse, diminuirà il valore della stessa variabile e, di conseguenza, il prodotto interno lordo
Vi è ora chiaro il motivo per il quale il dato macroeconomico sulle vendite al dettaglio rappresenta uno di quelli più seguiti e il motivo per cui, spesso, lo stesso ha ricoperto un ruolo di market mover? Probabilmente ora avrete le idee più chiare.
3. IL SETTORE RETAIL E LA SUA CORRELAZIONE CON L’INTESITA’ ECONOMICA
Chi sono alcuni dei diversi attori che controllano l’intensità economica? Siamo noi.
Siamo noi che accediamo al credito per investire in immobili e beni strumentali (variabile “I” della formula del PIL) o che acquistiamo beni durevoli, non durevoli e servizi (variabile “C”).
Questo significa che:
• Se l’intensità economica rallenta o, viceversa, si pensa rallenterà, significa che noi consumatori tendiamo o tenderemo a consumare meno
A un minor consumo corrisponderanno vendite al dettaglio più deboli.
La domanda ora sorge spontanea:
“Quali sono quei settori dell’economia che potrebbero soffrire di un contesto di questo tipo”?
Saranno quelli più legati alle vendite al dettaglio. Essi appartengono al settore retail. Un ETF che replica il movimento dello stesso è l’SPDR S&P RETAIL ETF (osservabile nella figura successiva), con ticker XRT:
Le prime 10 società che compongono l’ETF sono:
• Carvana Class A: 1.96%
• Amazon: 1.71%
• Gamestop: 1.71%
• National Vision Holdings: 1.64%
• Upbound Group Inc: 1.64%
• Camping World Holdings: 1.60%
• Ollie’s Bargain Outlet Holdings: 1.57%
• O’Reilly Automotive Inc: 1.55%
• Grocery Outlet Holding: 1.53%
• Dollar Tree Inc: 1.52%
I “sottosettori” compresi all’interno dell’ETF sono mostrati nella figura successiva:
La prossima grafica mette a confronto, su grafico mensile, il settore stesso con le vendite al dettaglio; esiste o no una correlazione tra essi?
Direi di sì: l’impatto del dato macroeconomico sul settore è lampante.
Probabilmente vi chiederete:
“Il settore retail, quindi, può essere utilizzato per misurare il sentiment degli investitori sull’economia”?
Beh…sì! Gli investitori, infatti, acquisteranno azioni delle società del settore quando le stesse saranno capaci di generare utili.
Per un ulteriore conferma si potrebbe utilizzare come “indicatore” il copper/gold ratio vista la sua funzionalità; che correlazione esiste tra esso e il settore retail? Come mostra la figura successiva:
La correlazione è diretta (calcolata su timeframe settimanale).
4. CONTESTO NEGATIVO PER ILSETTORE RETAIL: OPPORTUNITA’ SHORT?
Considerato il contesto economico, è possibile trovare delle opportunità “short” sull’ETF?
Analizziamo il grafico dal punto di vista tecnico.
Come mostra la figura successiva, il prezzo si trova in una lateralizzazione dal secondo trimestre del 2022. Due sono le strutture di prezzo più importanti:
• La resistenza dei 75$, testata dal prezzo il 16 agosto 2022 e il 2 febbraio 2023
• Il supporto dei 57$/59$, testato 9 volte
Dando uno sguardo più attento è possibile osservare la formazione di un pattern ribassista:
Un testa e spalle.
La rottura al ribasso della sua neckline con successivo breakout ribassista del supporto potrebbe dar via a un nuovo impulso “negativo”.
Questo accadrà? Lo commenteremo assieme. Per ora è importante considerare che questo settore, all’interno del contesto macroeconomico attuale, non dovrebbe essere rialzista, bensì il contrario.
Probabilmente, nella prossima analisi, andrò a ricercare qualche azienda dell’ETF analizzato con dei possibili segnali “short”.
Qualora qualche concetto fosse stato poco chiaro, attendo un vostro commento.
Buona giornata.
SVEZIA: LA CRISI IMMOBILIARE E IL CROLLO DELLE SOCIETA'L’obiettivo dell’analisi è quello di far luce sulle condizioni economiche svedesi andando a correlare tra loro alcuni dati macroeconomici, capaci di impattare fortemente sul settore azionario immobiliare, fortemente ciclico.
1. LA CORRELAZIONE TRA TASSO DI INFLAZIONE, POLITICA MONETARIA, INTERESSI SUI MUTUI, PRODOTTO INTERNO LORDO E AZIONARIO IMMOBILIARE
A che livello si attesta ad oggi il tasso di inflazione svedese misurato anno/anno?
Come mostra la figura, al 10.6%. La Svezia non osservava tale cifra dal lontano marzo del 1991.
Lo stesso si mantiene più forte o più debole rispetto a quello misurato per l’euro area? È possibile scoprirlo attraverso uno spread, osservabile nella figura successiva:
Lo spread (di color nero), ottenuto sottraendo il tasso di inflazione svedese a quello europeo, è piuttosto chiaro, +3.6%: l’inflazione svedese si mantiene più forte. Volendo essere ancora più precisi, la Svezia risulta essere il 15° paese europeo con l’inflazione più alta:
Il concetto che qualunque appassionato ha appreso nel biennio 2021-2023 è stato sicuramente il seguente:
• Un alto tasso di inflazione è combattuto dalle banche centrali attraverso la manipolazione dei tassi di interesse
La Sveriges riksbank, a partire dal 28 aprile del 2022, ha iniziato il suo processo di inasprimento di politica monetaria attraverso il rialzo dei tassi di interesse che, per diversi anni, erano stati ancorati allo 0%. In particolare, come mostra la figura successiva, dal 0% al 3.5%:
Ad un aumento dei tassi di interesse della banca centrale il costo del denaro diventa più oneroso: questo significa che l’interesse da pagare per poter accedere a dei prestiti (per mutui e finanziamenti, ad esempio) aumenta.
Questo significa che dovrebbe esistere una correlazione diretta tra tassi di interesse di una banca centrale e il tasso per accedere a dei mutui. Andiamo ad osservare nella figura successiva se l’ipotesi è vera:
La correlazione tra i due dati è positiva, motivo per il quale:
• All’aumentare dei tassi di interesse della banca centrale, aumenterà il costo del denaro per accedere a dei mutui
Cerchiamo ora di ragionare in maniera logica, ponendoci una semplice domanda:
“Come impatta l’aumento dei tassi di interesse sul mercato immobiliare di un Paese?”
Dovrebbe impattare in maniera negativa poiché, teoricamente, l’aumento del prezzo per accedere ad un mutuo sfavorirebbe la domanda di immobili, infatti:
• È più probabile che i consumatori accedano ad un mutuo quando esso si presenta “a sconto”
I prezzi delle case sono legati alla legge della domanda e dell’offerta. Se i ragionamenti ipotizzati fossero giusti, si potrebbe affermare che:
• All’aumento dei tassi di interesse, aumenteranno i prezzi dei mutui e diminuirà la richiesta di case, con relativa diminuzione del loro prezzo
• Al contrario, ad un taglio dei tassi di interesse corrisponderanno mutui “più accessibili e meno onerosi” e quindi un aumento della loro domanda, con relativo aumento dei prezzi delle case
Osserviamo nella figura successiva se l’ipotesi è plausibile:
Si, è plausibile!
Concentriamoci ora sull’indice dei prezzi delle case, osservando la figura successiva:
È possibile osservare come esso abbia registrato una contrazione anno/anno pari al -12.7%, lontano dalla soglia dello 0%. Questo impatterà sul PIL? Scopriamolo studiando la correlazione tra i due dati:
La correlazione tra essi (studiata su 10 periodi) è mediamente positiva, motivo per il quale è possibile affermare come il mercato immobiliare (in particolare, l’indice dei prezzi delle case) impatti in maniera importante sull’intensità economica.
Concludiamo il paragrafo con un piccolo schema:
2. IL CROLLO DEL SETTORE AZIONARIO IMMOBILIARE SVEDESE
Come avrà reagito l’azionario immobiliare svedese al crollo dell’indice dei prezzi delle case? Osserviamo le prestazioni di tre società:
• Samhallsbyggnadsbolaget, società che si concentra sulla gestione e sviluppo di proprietà immobiliari:
+522% dopo il crollo del 2020 e, dal massimo storico di novembre 2021, -91%.
• Castellum, che si occupa della gestione e sviluppo di immobili commerciali e industriali:
Oltre il +100% di prestazione dai minimi del 2020 ai massimi storici di novembre 2021 per poi perdere oltre la metà del suo valore (-60.9%).
• Fastighets AB Balder, che possiede un portafoglio diversificato di proprietà come locali commerciali, edifici residenziali e immobili industriali:
+213% dai minimi del 2020 e successivo crollo del -67% dai massimi storici.
Perché queste tre società hanno registrato delle enormi prestazioni con bassi tassi di interesse e continuano a registrare dei minimi via via decrescenti dopo l’aumento degli stessi? La risposta è semplice:
• Il settore immobiliare è un settore ciclico, ossia un settore sensibile all’intensità economica. È importante evidenziare come la domanda di immobili, che siano essi commerciali, industriali o residenziali sia fortemente legata all’intensità dell’economia
3. I TASSI DI INTERESSE PROSEGUIRANNO LA LORO TRAIETTORIA AL RIALZO?
Per rispondere alla domanda, è necessario porsi:
• Il primo interrogativo:
“Perché la banca centrale svedese dovrebbe arrestare un rialzo dei tassi?”
Un motivo, tra i diversi, potrebbe essere il seguente:
“Per stimolare l’intensità economica, evitando una recessione (quasi alle porte)”
• Il secondo interrogativo:
“Potrebbe la banca centrale svedese arrestare un rialzo dei tassi con un tasso di inflazione a doppia cifra”?
Difficile rispondere a questo, per un motivo semplice:
• Un rialzo dei tassi ha un effetto positivo sul tasso di inflazione, ma negativo sull’intensità economica
Ad oggi il mercato si aspetta un taglio? Osserviamo nella figura successiva il rendimento a 2 anni del titolo di stato svedese:
È importante ricordare che:
• Il rendimento a 2 anni è quello più influenzato dalle aspettative degli investitori sulla politica monetaria
È possibile osservare come il rendimento dello stesso bond si trovi in prossimità dei massimi di periodo, al 2.9%; questo denota il fatto che gli attori di mercato non hanno aspettative di un pivot e successivo taglio degli interest rates.
La figura precedente è e sarà una delle più importanti da osservare per capire quale potrà essere il destino dell’economia svedese e del suo settore immobiliare.
Qualora qualche concetto non fosse stato chiaro commentate pure.
Buona giornata.
INDIA50 - SHORT [symbol="VANTAGE:INDIA50"]VANTAGE:INDIA50[/symboVANTAGE:INDIA50
Nonostante sia un fautore e promotore dell'economia indiana in espansione visiti i grandi investimenti di molte fabbriche di elettronica e chimiche fatti dal 2020, noto per ora un rallentamento.
questo non pregiudica la visione di lungo termine, ma nel breve apro uno short fino a 17500
USA: prezzi alla produzione confermano resistenza dell’inflazionI principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. Fabio Panetta, componente del Comitato Esecutivo della BCE, ha detto che muoversi con piccoli rialzi del costo del denaro permetterebbe all’istituto centrale di agire in maniera più adatta nel momento in cui la stretta monetaria frenerà l’economia. Panetta ha anche ribadito che l’istituto centrale dovrà rimanere dipendente dai dati, senza darsi degli impegni incondizionati in merito ai prossimi passi da compiere. Nel caso in cui i prezzi dell’energia continuassero a scendere, l’esponente della BCE ritiene che l’inflazione potrebbe scendere sotto il 3% già a fine 2023. Intanto, nel Bollettino Economico, la BCE ha avvertito che i Governi dovrebbero ridurre le misure di supporto fiscale implementate per attenuare l’impatto dei più alti prezzi per l’energia, in quanto vi è il rischio che queste misure aumentino l’inflazione nel medio periodo. L’istituto ha anche evidenziato come i rischi per l’economia siano diventati più equilibrati e i prossimi trimestri dovrebbero registrare una crescita. Guardando al fronte geopolitico, è invece da segnalare che la Cina ha inserito le americane Lockheed Martin e Raytheon Technologies in una lista di “entità inaffidabili” per via della vendita di armi a Taiwan. Il Ministero del Commercio cinese proibisce alle aziende di impegnarsi in attività di importazione ed esportazione relative alla Cina. Intanto, negli USA le pressioni inflazionistiche restano alte: il PPI a gennaio è salito più delle attese segnando un 6% a/a, sopra le stime al 5,4%.
Stati Uniti: vendite al dettaglio confermano resilienza economiaLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta positiva. Archiviata l’inflazione statunitense di gennaio, gli investitori si sono concentrati sul dato inglese, che si è attestato al 10,1%, in calo rispetto al precedente 10,5% e al 10,3% atteso dagli analisti censiti da Bloomberg. La rilevazione core, che esclude le componenti più volatili, è scesa al 5,3% dal 5,8% precedente. Intanto, Pablo Hernandez de Cos, Presidente della Banca centrale spagnola, ha detto che i dati sull’inflazione europea sono incoraggianti, ma l’istituto centrale dovrà prestare attenzione agli sviluppi macroeconomici. Rimanendo in Europa, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il decimo pacchetto di sanzioni alla Russia, che dovrebbe essere presentato il 24 febbraio e avrebbe un valore complessivo di 11 miliardi di euro. Lato materie prime, l’International Energy Agency ha alzato le stime sulla domanda globale di petrolio di 500mila barili al giorno per il primo trimestre e di circa la metà per il resto dell’anno. I consumi dovrebbero quindi salire di 2 milioni di barili al giorno a 101,9 milioni di barili al giorno. L’agenzia ritiene che la riapertura cinese giocherà un ruolo importante nel sostenere la richiesta. Nella prima parte dell’anno comunque, gli esperti ritengono che il mercato sarà in surplus, in primis per via della produzione russa. Infine, per quanto riguarda i dati macroeconomici, è da segnalare che le vendite al dettaglio degli Stati Uniti di gennaio sono salite del 3%, ben oltre le stime all’1,9%. Per la rilevazione, si tratta dell’incremento più grande da marzo 2021.
Bitcoin ed il suo ruolo nel "Ciclo Economico".Come i nostri lettori ben sanno, il mercato cryptovalutario deve essere necessariamente analizzato ed approcciato in maniera totalmente diversa dal mercato azionario. Allo stesso modo, però, è possibile notare come da un punto di vista tecnico, gli andamenti del prezzo di BTC (e anche delle ALT più capitalizzate) si muovano seguendo logiche simili al mercato tradizionale.
Un nostro analista, @matteobernardi, ha recentemente condiviso al pubblico la propria idea:
" I mercati crypto stanno attraversando un processo di istituzionalizzazione. Vedremo sempre di più similitudini fra le tecniche di manipolazione del prezzo del mercato azionario con quelle del mercato crypto ."
Essendo il settore crypto caratterizzato dalla presenza di un mercato, appare più che lecito domandarsi:
" Le crypto possono essere inserite temporalmente all'interno del noto ciclo economico generale? Le crypto sono sensibili agli andamenti macro economici ? "
E' facile capire che, sia in un ottica prettamente speculativa che dal punto di vista di una gestione patrimoniale, questa domanda deve trovare una risposta nel più breve tempo possibile visto e considerato le attuali tensioni macroeconomiche.
Nei mercati conosciuti c'è un asset class che in realtà mostra molte similitudini con il comparto alternative delle crypto. Non sto assolutamente parlando del Forex; Sto parlando del mercato delle commodities, da non confondere con il termini italianizzato "materie prime" (anche se quando ci riferiamo in borsa alle materie prime, ci riferiamo alle commodities).
Per commodities si intende " Beni Fungibili " ovvero " beni materiali " facilmente stockabili e conservabili.
Una fra le Hard Commodities più famose è proprio il denaro , non inteso come mezzo di scambio, e la seconda è il petrolio .
Le crypto su ethereum ,ad esempio , possono essere beni fungibili o non fungibili.
In gergo, abbiamo di fatto i fungible token (ERC-20) e i non fungible token (ERC-721).
Quindi, proviamo a domandarsi:
Come si comporta una commodities all'interno del ciclo economico generale?
Le commodities cambiano il loro prezzo per 3 principali motivi:
1) Speculazione
2) Interruzione della produzione
3) Politica dei paesi produttori
Dal 2000-2002 le commodities hanno subito un processo di financialitazion sulle varie borse (riconoscimento come asset). Ciò ha aumentato esponenzialmente la domanda di materie prime.
Questo improvviso aumento, a cosa è dovuto? Dalla speculazione.
Ne deriva però che una buona parte della domanda non sarà veramente dovuta al bisogno di materie prime ma, semplicemente, a ragioni speculative.
Possiamo estendere questa considerazione anche al mercato crypto?
Beh, direi di si.
Qualora questa significativa componente della domanda (chiamata speculazione), si sposti verso altri mercati più attraenti, per quella determinata fase del ciclo economico, cosa accadrà al mercato crypto?
Per dare una risposta definitiva a questa domanda, è sufficiente guardare nel passato, precisamente alla fine dello scorso ciclo di halving ('anno 2017).
Cosa accadde? PUMP & DUMP .
PUMP dovuto a motivi tecnici ( dimezzamento delle ricompense per i miner ) e DUMP per motivi prettamente speculativi.
E' presumibile pensare che una cosa simile debba accadere anche al termine di questo ciclo.
Invece, cosa potrebbe succedere qualora la produzione dovesse interrompersi ?
In realtà, anche la risposta a questa domanda, è possibile ricavarla dall'analisi delle recenti notizie legate al settore crypto. Mi riferisco ai blackout in Cina e, più recentemente, Kazakistan .
L'Hash rate influenza direttamente la produzione di BTC e quindi il suo prezzo. Storicamente, a drastici cali del Hash Rate sono sempre corrisposti crolli significativi del prezzo di BTC.
Questo perchè, essendo una moneta PoW (proof of work), il mining resta il cuore pulsante della coin.
Infine, ma non per importanza, non resta che analizzare la "politica dei paesi produttori" .
BTC è un asset digitale, per tale motivo un investitore poco accordo è portato a pensare che non esista un paese produttore. Allo stesso modo, spesso, si tende a pensare che i crypto asset siano decorrelati dalle notizie economiche riguardanti quello che comunemente viene inteso come mercato tradizionale. Tensioni politiche e sociali quindi, a rigor di logica non dovrebbero affatto interessare ai crypto investitori.
In realtà, riferendosi sempre al concetto di Mining, la connessione con l'economia è molto marcata.
Per questo i ban non sono visti di buon occhio dal mercato crypto. Basti pensare che, la Cina, nonostante gli innumerevoli BAN, rappresenta ancora il 20% del mining mondiale. E' quindi follia pensare che tutti i provvedimenti presi dal governo cinese siano problemi relativi alla tradfi .
Se la Cina, come attualmente sta facendo, mette in atto politiche di demonizzazione del settore cryptovalutario, il prezzo (giustamente) ne risentirà negativamente!
Allo stesso modo però, non vedo il motivo per cui, aumenti del tasso di interesse o del tasso di inflazione, debbano influenzare negativamente il mercato decentralizzato che, per definizione, si basa su logiche completamente diverse.
Quindi, dire che il mercato crypto stia crollando perchè l'economia mondiale (specie USA) è sul filo del rasoio, non è tecnicamente corretto perchè non c'è diretta correlazione con il mercato DeFi.
Dire che il mercato crypto stia utilizzando la scusa del "terrore legato ad un aumento dei tassi di interesse" per prendere profitto in previsione del ciclo di halving, invece, sarebbe più corretto anche se, visto i prezzi degli asset dei mercati finanziari globali, un gestore che sposta i fondi in questo momento sul mercato azionario perchè meno rischioso (a mio parere), non ha ben chiaro cosa effettivamente stia accadendo macro economicamente.
RIPRESA A "V" DEI PRINCIPALI INDICI MA NON DEL COMMERCIOSalve a tutti
I principali indici mondiali stanno mostrando una cosiddetta ripresa a "V" che si avvicina ormai ai massimi di Febbraio quando tutto ebbe inizio. I dati macro ci mostrano come la riapertura delle attività sta avendo effetto nell'economia con dati sull'espansione manifatturiera e dati sulla disoccupazione migliori del previsto. La curva dei rendimenti mostra molto ottimismo nel mercato e la coppia EUR/USD lo conferma con il pair che arriva quasi a 1.14.
Tuttavia molti investitori sono posizionati ancora short in quanto la ripresa degli indici non rispecchia totalmente la ripresa del commercio che secondo molti avverrà solo nel 2021. Il debito che si stà creando e le molte aziende che hanno definitivamente chiuso (e di conseguenza i lavori persi) porteranno a un nuovo crollo dei consumi e di conseguenza un rallentamento dell'economia globale. Perciò la mia idea rimane short per tutto quest'anno e invito a fare molta prudenza a rincorrere il rally che potrebbe rivelarsi un illusione in futuro.
Giacomo Squizzato.
Big CINA = non ci credo neanche...hahahae dall'altra parte del Mondo ?
cosa succederà ?
Dove arriverà il Petrolio ?
L'inflazione farà capolino anche in Europa?
il Nostro Export (italiano) sarà importante ?
La Cina è Pronta per una foorte Recessione ?
p.s. ricordo che il PIL cinese viaggia oggi ad un Misero 6% ...contro un PIL medio decennale del 11% si a due CIFRE ...lol
Buon Trading a Tutti
EUR/JPY: vicini alla resistenza in area 134.500-135.000Il cambio EUR/JPY torna vicino all'area di resistenza posta a 135.000.
Seguire il mercato con attenzione attendendo un nuovo test di questa zona. Questo potrebbe dare utili indicazioni per pianificare la nostra operatività nelle prossime sedute.
EUR/USD: test in area 1.17000Nella giornata odierna il cambio EUR/USD è tornato nuovamente a testare l'importante area di supporto posta a 1.17000-1.16500.
Seguire le prossime ore di contrattazione con attenzione, dato che la candela daily fornirà indicazioni utili per comprendere se siamo davanti a una reale tenuta del livello.
EUR/USD: supporto di breve posto a 1.18750Il cambio EUR/USD mostra a poche ore dalla chiusura dei mercati la tenuta del supporto di breve posto a 1.18750.
Questa zona rappresenta un livello importante per operatività di medio breve termine. Possiamo infatti individuare diversi rimbalzi per quanto riguarda le quotazioni, che non riescono a scendere al di sotto di questo livello.
Seguire con attenzione la riapertura del mercato valutario, dato che avremo nella giornata di domenica le elezioni in Germania.
GBP/USD: supporto chiave a 1.28000Il cambio GBP/USD torna nuovamente sul livello di supporto posto a 1.28000, zona di prezzo fondamentale per le contrattazioni di medio breve termine.
Seguire con attenzione la dinamica dei prezzi all'interno di quest'area di supporto, dato che buona parte degli investitori potrebbe nuovamente cercare di effettuare acquisti.
NZD/USD: il quadro tecnico conferma l'espansione di volatilitàIl cambio NZD/USD conferma attraverso i suoi movimenti l'espansione di volatilità.
Seguire con attenzione il comportamento dei prezzi nell'area di supporto delineata dal rettangolo rosso. All'interno di questa zona il mercato potrebbe nuovamente rimbalzare tentando di raggiungere la parte alta della figura.
Nella seduta di domani avremo il rilascio dei dati riguardanti il tasso di interesse da parte della RBNZ. Il rilascio di questo importante market mover potrebbe fornire indicazioni direzionali per lavorare con questa figura, sia attraverso breakout che nuovo rimbalzo.
AUD/USD: ritorno su 0,79650Il cambio AUD/USD torna a testare un livello di supporto posto a 0,79650.
Nelle giornate precedenti abbiamo visto il mercato lavorare su questo livello come resistenza di una zona congestiva.
Seguire con attenzione la dinamica dei prezzi, dato che un ritorno al di sotto di quest'area potrebbe annullare il breakout rialzista avuto nella seduta di ieri.
AUD/JPY: sui massimi di inizio anno a 88.00Il cambio AUD/JPY torna a testare nuovamente la resistenza a 88.000.
Questa zona si è dimostrata fondamentale per le contrattazioni, dato che rappresenta il massimo toccato da inizio anno, per la precisione nella giornata del 2 febbraio.
Monitorare le dinamiche di prezzo in questa importante zona di resistenza.
AUD/CHF: potrebbe svilupparsi un canale di breveIl cambio AUD/CHF nel suo movimento ribassista potrebbe portare alla creazione di un canale utile per la nostra operatività.
Al momento il prezzo si trova a testare il supporto dinamico attraverso il suo secondo rimbalzo. Seguire con attenzione le dinamiche delle contrattazioni nella prossime ore.