EURUSD - Euro al test di 1.0340. Se dovesse fallire...Buon ultimo dell'anno a tutti. Bentornati sul mio canale con un aggiornamento sul cross EUR/USD.
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Venendo al cross in analisi: attenzione al livello 1.04: una rottura con volumi di questo importantissimo livello di supporto aprirebbe le porte, come anticipato anche in una video analisi precedente, al livello 1.02, che corrisponde al livello 61.8% di fibonacci relativo al ritracciamento dell gamba rialzista partita nel Settembre 2022 e ultimatasi nel Luglio 2023.
Oltre a essere un forte livello di supporto dato da Fibonacci, 1.02 rappresenta anche il target tecnico relativo alla rottura al ribasso del cuneo ascendente con implicazione ribassista che vedete in bianco.
Personalmente, al netto di qualche leggero recupero che potrebbe verificarsi nelle prossime sedute e che potrebbe magari far felici - temporaneamente - dei trader intraday o comunque di breve termine, mi aspetto un sostanziale indebolimento ulteriore dell'Euro almeno fino a 1.02 agli inizi del nuovo anno.
In bocca al lupo a tutti
Federalreserve
EUR/USD - Economia a due velocità sulle sponde dell'AtlanticoIl corss EUR/USD, il cosiddetto "Fiber", ha iniziato il 2024 a circa 1,1040 per poi arrivare, il 22 settembre, a registrare il suo minimo di 1,033 per poi ritestarlo quasi il 18 dicembre. Mentre scriviamo il prezzo si trova a 1,04032.
Il mondo finanziario, a inizi 2024, ruotava sostanzialmente intorno ai livelli d'inflazione e le speranze che le banche centrali potessero iniziare il prima possibile ad abbandonare le politiche restrittive. Adesso che siamo a fine anno possiamo dire che le speranze erano ben lungi dall'essere soddisfatte. I livelli d'occupazione e la crescita economica sono diventati sempre più preoccupanti e hanno messo, per gran parte dell'anno, in ombra il problema inflazione.
Sebbene il ruolo delle banche centrali sia orientato ai livelli d'inflazione e occupazione con lo scopo di bilanciarli e non ha nulla a che fare con la crescita economica, sicuramente le loro politiche monetarie possono influenzarla. Questo è quello che è successo nel 2024.
I motivi che hanno portato la BCE ad attuare i primi tagli.
La BCE è stata tra le prime banche centrali a modificare la propria politica monetaria e quindi, dopo un lungo anno di restrizioni, a giugno scorso ha annunciato il primo taglio dei tassi d'interesse, riducendo i tassi di riferimento di 25 bps ciascuno. Il quarto taglio di 25 bps è stato attuato a dicembre, portando il tasso sulle principali operazioni di finanziamento, i tassi sulla linea di credito marginale e sulla linea di deposito rispettivamente al 3.15%, 3,4% e 3%.
A differenza di quanto è stato negli Stati Uniti, l'allentamento monetario in Europa non è stato operato per motivi inflazionistici ma, soprattutto, per il timore di una battuta d'arresto dell'economia.
L'inflazione al consumo YoY, nell'ultima lettura relativa al mese di novembre ha registrato il 2,2%, con il dato "core", depurato dalle componenti volatili energetiche e cibo, al 2,7%.
Sebbene il tasso inflazionistico sia quasi vicino all'obiettivo della banca centrale, la preoccupazione principale che ha portato al cambio di rotta è stata la scarsa crescita economica con gli indicatori macroeconomici che non escludono affatto una recessione (che ha già colpito la Germania nel 2024). Su base annua il PIL destagionalizzato è aumentato dello 0,9% sia nell'area euro che nell'Unione Europea nel terzo trimestre grazie al colpo di coda dell'ultimo trimestre. Il Purchasing Managers Index, comunemente PMI, che misura i livelli di produzione nel settore manifatturiero e dei servizi, ha mostrato che il settore manifatturiero ha trascorso quasi due anni consecutivi di contrazione, salvato solo da un settore dei servizi che da marzo, tranne che per la lettura di inizio dicembre, ha sempre registrato dati sopra il livello dei 50 punti, seppur basso rispetto all'analogo americano. Questo scenario macroeconomico porterà la BCE a continuare ad abbassare i tassi sebbene l'inflazione rimanga sopra il livello prefissato del 2%. Ad aggravare la situazione ci sono state le crisi di governo dei paesi trainanti, Germania e Francia. Il governo di coalizione tedesco è crollato dopo che il Bundestag ha espresso un voto di sfiducia nei confronti del cancelliere Olaf Scholz portando a nuove lezioni nel prossimo febbraio. In Francia, invece, il governo è caduto a seguito della mozione di sfiducia del primo ministro Michel Barnier.
Dall'altra parte dell'Atlantico
La situazione negli States è per molti aspetti totalmente diversa, e ha portato il dollaro ad eleggersi vincitore 2024 (si veda l'idea pubblicata 29.12.2024). Il neo eletto presidente Donald Trump è stato sicuramente ed è il catalizzatore principale dell'ascesa del dollaro. Non solo Trump ha vinto le elezioni presidenziali ma il partito repubblicano ha preso il controllo di Camera e Senato rafforzando, così, ulteriormente il potere del presidente.
La vittoria repubblicana è stata, almeno per ora, ben vista dai mercati finanziari, con gli indici americani che hanno raggiunto livelli record con la promessa di Trump di tagliare il cuneo fiscale e imporre dazi sui beni e servizi esteri, con i valori azionari alle stelle e quello dei titoli di stato a picco.
L'attuale euforia potrebbe essere minacciata dai rinati rischi di un surriscaldamento dell'inflazione legati alle politiche accomodanti di Trump. Inoltre, bassi livelli di disoccupazione e alti livelli di disoccupazione (rispetto al periodo) potrebbero portare ad un fisiologico aumento di domanda dei consumatori e, di conseguenza, riportare i prezzi su.
A tutto ciò, ovviamente, incideranno i tanto blasonati dazi. Se la politica di campagna elettorale dovesse essere attuata, questa porterà sicuramente ad un aumento dei prezzi al cittadino americano con conseguenza diretta di un perdita di valore della moneta. In riferimento a questo aspetto preoccupazioni di non poca rilevanza attanagliano i membri della BCE, che vedono l'attuazione delle politiche trumpiane per l'economia europea, già malmessa, come la Kriptonite per Superman.
La Fed, a differenza della BCE, ha tagliato i tassi tre volte nel 2024, con un taglio di 50 bps a settembre, un taglio di 25 bps a novembre e altri 25 bps a dicembre, per arrivare all'intervallo attuale di 4,25% - 4,50%. I funzionari della Fed hanno tenuto l'attenzione sull'inflazione per gran parte del 2024, spostandola solo temporaneamente sull'occupazione mentre l'apprensione sulla crescita economica non è mai stata eccessiva.
Il tema inflazione è tornato alla ribalta nell'ultima riunione del FOMC, quando i responsabili politici hanno sottolineato che la decisione di tagliare ulteriormente il tasso d'interesse di riferimento è stata una scelta rischiosa e, infatti, hanno annunciato che nel 2025 la politica di ammorbidimento subirà un rallentamento a fronte di un'economia ancora calda e un'inflazione ancora al di sopra dell'obiettivo. Le previsioni per il 2025, secondo il Summary of Economic Projections di dicembre, sono di solo due tagli, a differenza di quanto era stimato nella riunione di settembre in cui erano stati segnalati quattro tagli per il 2025.
L'inflazione, infatti, è tornata a preoccupare dopo che nella lettura dell'US Bureau of Labor Statistics ha segnato un aumento del 2,7% YoY a novembre, rispetto al 2,6% di ottobre, mentre il dato "core" è aumentato del 3,3%, comunque in linea con le aspettative di mercato.
A differenza dell'Europa, le preoccupazioni di una recessione negli Stati Uniti si sono attenuate nel 2024, con una probabilità di un soft landing sempre più concreta. Infatti, l'economia, per tutto l'anno, ha segnato dati molto buoni al netto del periodo di restrizioni monetarie. Il Pil è cresciuto del 3,1% in Q3 e l'ottimismo ha portato tutti gli indici azionari americani a registrare nuovi massimi sebbene l'ultimo dot plot chart abbia portato l'interesse speculativo a prendere qualche profitto.
Oltre alla crescita economica registrata nel 2024, la Fed ha ottimizzato anche le sue prospettive di crescita per il 2024 al 2,5%, rispetto al precedente 2% stimato a settembre, nonostante si stima che al 2026, il trend tornerà ai livelli di crescita di lungo termine pari all'1,8%. Le stime sull'inflazione sono state riviste al rialzo, con un tasso al 2,5% per il 2025, in aumento rispetto le previsioni precedenti di 2,1%, con il dato core al 2,8%.
Di contro, dall'altra parte dell'oceano, la BCE taglierà ulteriormente i tassi anche nel 2025 in un contesto di crescita debole persistente e di inflazione in calo (almeno per adesso). Qualche analista sfrontato stima addirittura che nel 2025 potrebbero arrivare al livello neutrale del 2%.
I tagli in Europa sono dettati dalle previsioni al ribasso d'inflazione in calo al 2,1% e il dato core al 2,3%, con una prospettiva di allineamento, nel 2026, all'1,9%. Congiuntamente, sono state viste a ribasso anche le previsioni di crescita, con un 1,1% per il 2025 e 1,4% per il 2026.
Per dirla in due parole, mentre la Fed potrebbe trovarsi a gestire una rinnovata ventata inflazionistica, l'Europa dovrà continuare a far fronte alla battuta d'arresto dell'economia che potrebbe acuirsi nel caso in cui Trump dovesse mettere pedissequamente in atto il suo piano d'azione pubblicizzato in campagna elettorale.
Prospettive tecniche sul cross EUR/USD
monthly chart
Se si osservano gli ultimi due anni vediamo che il trend piuttosto laterale, con il prezzo che si è mosso nel range tra 1,1275 (luglio 2023) e 1,03319 (novembre 2024), superando la resistenza posta a circa 1,044. Salvo notizie apocalittiche, il cross si appresta a chiudere il terzo mese di fila in negativo registrando un calo di più del 6,50%. A livello tecnico la linea di prezzo si trova all'interno della Kumo seppur quest'ultima in posizione quasi neutrale. Una chiusura della candela al di sotto della Kijun Sen potrebbe sicuramente aprire nuove prospettive al ribasso sul lungo termine e trascinare nuovamente l'euro verso la parità, verso i minimi del 2022. La media mobile a 200 periodi è molto distante dalla linea di prezzo sebbene abbia una lieve pendenza, mentre la media mobile a 50 periodi ha agito da resistenza per gli ultimi due anni. L'RSI si trova in zona ribassista al di sotto della sua media, ma ancora molto lontano dalla zona di ipervenduto.
Siamo comunque a circa il livello 0,50 di Fibonacci calcolato sul rally partito dal 2022, questo è un livello molto importante, considerato che ci troviamo su un livello sensibile, a circa 1,040 (al momento in cui scriviamo).
daily chart
Sul grafico giornaliero traspare chiaramente il trend ribassista di breve medio termine con il prezzo che ha sempre reagito alla resistenza data dalla Kijun Sen nell'occasioni in cui è stata toccata al rialzo. Dopo aver superato la Tenkan Sen al rialzo il 25 novembre, è rimasto intrappolato tra la Kijun e la Tenkan per poi tornare nuovamente al di sotto delle stesse. La Kumo, che disegna un trend al ribasso, viaggia molto distante dalla linea di prezzo mentre abbiamo assistito al "death cross" tra la media mobile a 50 periodi sulla media mobile a 200 periodi (segnale di forte spinta al ribasso). Anche la Chikou Span è sotto la linea di prezzo e dopo averlo toccato (candela del 24 novembre) ora sembra orientata nuovamente al ribasso con nessun ostacolo. A ostacolare le spinte bullish c'è anche una linea di tendenza dinamicha che sta fungendo da resistenza (linea blu). Attualmente le prospettive al rialzo non sono sorrette da alcun segnale tecnico, con un RSI che rimane in una zona di venduto sulla sua media, con ulteriori margini di discesa per toccare la linea di ipercomprato.
Che dire, il quadro macroeconomico sicuramente da forza al dollaro a danno dell'euro, con una presidenza Trump che, se dovesse palesarsi così come propagandato dallo stesso, porterebbe ancora più ostacoli all'economia europea. Gli Stati Uniti rischiano un ritorno dell'inflazione a causa di una domanda che rimane forte e con i dazi che potrebbero comunque agevolarne il rimbalzo ma sorretti da un'economia tra le più resilienti del globo che è riuscita ben a tener botta anche negli anni neri della pandemia. L'Europa rischia doppiamente, il collasso definitivo di un economia che già stenta e un ritorno dell'inflazione a causa dei prezzi che rischia di dover sostenere sia a causa dei dazi minacciati da Trump ma anche per quelli che dovrà sostenere per approvvigionarsi della componente energetica che la vedrebbe costretta a rifornirsi dagli Stati Uniti e non a prezzi vantaggiosi...
Trump davvero metterà in atto quel che ha chiacchierato fin oggi? Staremo a vedere, con la speranza che, infine, non faccia così come è stato nel Trump 1.0. Come spesso capita, le sorti dell'Europa sono alle volontà dei più forti... ma ne parleremo in altre occasioni.
Obbligazione ed inflazione prima delle elezioni americaneL'America si prepara alle elezioni del suo prossimo presidente ed il mondo degli investitori obbligazionari esternalizza questo momento manifestando incertezza. Lo si vede dal trend dei rendimenti obbligazionari e dalla sua divergenza con l'inflation rate, che pur se in trend discendente, e prossimo al suo target, non riesce a placare la fase rialzista dei rendimenti obbligazionari a 10 anni. Ma qualcosa potrebbe presto cambiare, qualora il valore del rendimento obbligazionario toccasse quota 4.44% e reagisse alla trendline ribassista di secondo livello evidenziata in figura. In tal caso si potrebbe innescare un nuovo impulso che potrebbe andare a rompere la pitchfork evidenziata in figura, riportando i rendimenti al target di periodo del 3,25%.
Il breve periodo su btcusd.L'attacco avverrà alla fine del giorno.
Il prezzo di un bitcoin in dollari sembra voler attaccare la resistenza, casualmente in un periodo di 11 giorni, quindi classificato come breve periodo dal metodo che uso. La sua proiezione scade guarda caso subito dopo che parlerà la FED questa sera, sembra un gioco dove c'è anche la suspance, un gioco dove tutto dipende dalla "decisione" di un ente privato che è nelle mani delle stesse entità che poi forniscono gli etf su btc e tante altre cose. Un uroboro in pratica. Bando alle ciance, andiamo alle analisi vere e proprie, qui una perforazione dei massimi dopo stasera o comunque una rottura verso l'alto della trendline ribassista, sarebbe gradita a tutti quelli che hanno comprato btc, darebbe un segnale di forza rialzista sul breve e quindi a valanga anche sugli altri periodi più lunghi. Validerebbe anche questo triangolo che come pattern o figura è spesso una figura di continuazione, non è una regola scritta perciò può accadere che faccia un'inversione anche quando la durata è superiore di poco al mese. I minimi da osservare invece sono quello a 52k e quello a 49k usd.
EUR/USD salita e pullbackCosa aspettarci domani e nei prossimi giorni sulla coppia più tradata al mondo?
A breve ci saranno due interventi dei membri del FOMC sicuramente quello più interessante sarà quello del presidente della Federal Reserve di Atlanta e alle 10 la presidente Christine Lagarde.
Per il momento fino a che il prezzo rimane sopra 850 rimane in una zona di accumulo.
IDEE:
Rottura di 1,0842 ulteriore discesa verso 1,0810
rottura di 1,0868 ulteriore salita 1,0887
Giappone e BoJ 🇯🇵💴A fine del 2023, il PIL reale del Giappone è diminuito dello 0,7%, segnando la prima contrazione di PIL dal terzo trimestre del 2022, e questo pone in dubbio la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della BOJ entro aprile, come previsto da molti analisti.
L’inflazione annuale è scesa al 2,6% a dicembre 2023, il livello più basso da luglio 2022, principalmente per il calo dei prezzi alimentari.
La produzione industriale è diminuita dello 0,65% a dicembre 2023, mentre il PMI manifatturiero è rimasto in contrazione e il PMI servizi è stato rivisto a rialzo a 53,1.
Il tasso di disoccupazione è sceso a livelli marginali del 2,4% e la Banca del Giappone ha mantenuto il tasso di interesse a breve termine al -0,1%.
L'impennata del mercato azionario Giapponese ha fatto salire il valore delle partecipazioni della Banca del Giappone in ETF a un nuovo record di circa 70 trilioni di yen (466 miliardi di dollari), livello paragonabile alle entrate fiscali nazionali annuali.
In questo modo la BOJ diventa il più grande singolo detentore di azioni giapponesi, diventando il più grande vincitore sul mercato, almeno sulla carta. Il valore delle attività rappresenta un altro grattacapo per il Governatore Kazuo Ueda, alle prese con la complessità di uscire dalla politica ultra-accomodante della banca.
La BOJ ha iniziato ad acquistare ETF nel 2010 per ridurre il premio al rischio nei mercati finanziari, e lo ha fatto solo tre volte nel 2023, in un primo segnale di allontanamento da misure non convenzionali, stimando che un terzo delle partecipazioni siano legate al Nikkei 225, mentre il resto all'indice Topix.
La questione su come gestire queste partecipazioni è troppo complessa per una decisione unilaterale della BOJ, e richiederà un'ampia discussione tra le parti, compreso il governo e le autorità finanziarie, ma il nodo da sciogliere è quali benefici potranno trarre i cittadini giapponesi da queste partecipazioni.
L'economia giapponese è in calo, evidenziando una preoccupante stagnazione, dove secondo l'economista Shinke è dovuta alla mancanza di una forza trainante per la crescita. In questo contesto la BoJ si trova davanti al dilemma, dove, qualora aumentasse i tassi d'interesse per contrastare l'inflazione potrebbe indebolire l'economia, mentre mantenerli bassi rischierebbe di prolungare la stagnazione.
La crescita dei salari, che non riesce a tenere il passo, potrebbe fare da motore propulsivo spingendo la BoJ a cambiare l’attuale politica monetaria, anche se molti analisti rimangono scettici chiedendo una base economica più solida, lasciando l’economia giapponese in una fase critica.
Anche i prezzi faticano a decollare, tranne nelle località sciistiche guidate dal turismo dove turisti stranieri pagano prezzi elevati per lo sci, portando a salari più alti in alcune aree. L'afflusso di denaro turistico porta svantaggi alla gente del posto, facendo aumentare la disuguaglianza rendendo quest’attività sempre più elitaria.
Il Giappone potrebbe offrire sconti e sistemi di prezzi duali che soddisfano sia i turisti che i cittadini locali, bilanciando la crescita dei salari, e assicurarsi che i benefici vadano oltre le specifiche regioni, impegnandosi a sviluppare una visione più ampia del turismo oltre le stazioni sciistiche.
Nonostante il potenziale, con la spesa dei turisti stranieri che può aumentare i salari in aree specifiche, diviene fondamentale gestire questo afflusso con attenzione per evitare di esacerbare la disuguaglianza e garantire che i benefici raggiungano una popolazione più ampia. Bilanciare lo sviluppo economico con la stabilità sociale e l'inclusività rimane una sfida chiave.
Seppur il turismo e le esportazioni siano in crescita, risulterebbe non abbastanza per compensare il calo dei consumi interni dovuti alla debole domanda, per cui potrebbero non essere sostenibili a lungo termine. Questo complica le intenzioni della Banca del Giappone di porre fine alla politica dei tassi di interesse negativi in vigore dal 2016, ponendo di fatto il Giappone come quarta economia al mondo, superata dalla Germania 🇩🇪, dove l’economia tedesca non è molto migliore al momento; entrambe le economie dovrebbero essere sorpassate dall'India nei prossimi anni. 🇮🇳
Allora ci si chiede: “Come mai il Nikkei225 è a un passo dai massimi storici dal 1989 se il Giappone è in recessione?”
La risposta potrebbe essere che il mercato azionario sembra più concentrato su cambiamenti a lungo termine come una migliore governance aziendale che hanno portato forti utili aziendali, complice il rallentamento economico della Cina che spinge gli investitori verso il Giappone, e uno yen debole che aumenta i profitti degli esportatori. Aggiungiamo anche che una serie di decisioni vantaggiose per gli azionisti da parte delle autorità sta guidando gli afflussi verso Tokyo. E il nuovo interesse di Warren Buffet sarà stato un altro catalizzatore?
Lo yen si è indebolito contro il dollaro anche a causa dell'aumento dell'inflazione negli Stati Uniti e delle aspettative di tassi d'interesse americani più alti più a lungo, chiamato “higher for longer”.
La BOJ esita ad aumentare i tassi per evitare di soffocare la crescita dei salari e danneggiare gli investitori al dettaglio che beneficiano del yen debole, creando un potenziale conflitto: aumentare i tassi per combattere l'inflazione ma il desiderio di mantenere un yen debole per ragioni economiche e sociali.
Un improvviso riavvolgimento dei carry trade (prestiti in Giappone a basso interesse per investire in attività ad alto rendimento) potrebbe essere innescato da una volatilità crescente, creando un pericolo per i mercati finanziari, permettendo a uno yen forte di danneggiare gli investitori al dettaglio che traggono profitto dai carry trade, causando instabilità finanziaria. Al tempo stesso ci si trova in un limbo politico, ritardare i rialzi dei tassi potrebbe peggiorare l'inflazione ed erodere la fiducia.
Gli analisti prevedono un 67% di possibilità che la BOJ ponga fine ai tassi negativi entro aprile, ma l’impatto effettivo dipenderà dalle comunicazioni della BOJ e dalle decisioni della FED. L’abbandono dei tassi negativi, sommato a un eventuale indebolimento dello yen, potrebbe spingere i rendimenti obbligazionari oltre l’1%, mettendo in discussione il controllo della curva dei rendimenti (YCC).
Avendo il Giappone il secondo più grande stock di obbligazioni governative al mondo, dopo gli Stati Uniti, gli spostamenti del rendimento obbligazionario decennale potrebbero avere ripercussioni sull'economia reale, sul sistema finanziario e sui flussi globali di investimenti, generando volatilità nel mercato obbligazionario.
Le sfide per la BoJ rimangono incentrate a mantenere bassi i tassi per sostenere la ripresa economica, ma al contempo contrastare l'inflazione crescente che erode il potere d'acquisto delle famiglie.
Gli scenari all’orizzonte sono che la banca centrale potrebbe optare per misure non convenzionali per stimolare l'economia senza alzare i tassi, magari sostenendo la domanda interna che potrebbe accelerare la normalizzazione della politica monetaria, mentre una recessione prolungata potrebbe avere conseguenze negative sull'economia globale.
Ueda sembra più concentrato sull'inflazione e sui salari a lungo termine che sulla crescita economica a breve termine, sottolineando di voler vedere un "circolo virtuoso" di aumento di salari e prezzi rimanendo in attesa di negoziazioni salariali che portino a guadagni maggiori rispetto allo scorso anno, facendo entrare in gioco anche i sindacati che chiedono aumenti più elevati sostenuti dal Primo Ministro del governo.
La recessione ha indotto alcuni operatori di mercato a posticipare le previsioni di fine dei tassi negativi, ma Ueda non sembra cambiare, ribadendo che riconsidererà la necessità di politiche monetarie accomodanti solo al raggiungimento dell'obiettivo di inflazione del 2%, ma rimanendo ottimista sull'andamento dei salari, prevedendo una loro crescita reale graduale e addirittura superiore all'inflazione al netto dei prodotti freschi nell'anno fiscale a partire da aprile 2025.
Gli investitori e le imprese dovranno prepararsi a un possibile aumento dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Il governo e la BOJ potrebbero dover agire di concerto per mitigare gli effetti negativi della recessione e continueranno a collaborare per raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2%.
Conclusioni:
La recessione in Giappone pone la BOJ di fronte a scelte difficili. La banca dovrà trovare un equilibrio tra il sostegno alla crescita e la lotta all'inflazione, mentre tiene conto dei rischi per la stabilità finanziaria. I prossimi mesi saranno cruciali per capire come la BOJ gestirà questa situazione delicata, e osservare quali saranno le implicazioni significative per l'economia giapponese e per i mercati finanziari globali.
L'economia giapponese rimane in una fase critica. Il futuro dell'economia dipenderà da vari fattori, tra cui l'inflazione globale, la politica monetaria della BOJ e le riforme strutturali del governo. La posizione economica futura del Giappone rimane incerta, con fattori sia interni che esterni in gioco.
Graficamente, il futures dello Jen Giapponese, ticker 6J, si trova in una posizione al quanto scomoda, a poco più dell’ 1% dai minimi storici, segnando di fatto un triplo minimo dopo il quale entreremo in mondi inesplorati.
Al tempo stesso il cross USD/JPY si trova a circa l’1% dai massimi storici, dove la stessa BoJ potrebbe intervenire per difendere lo Yen come già fatto in passato facendo massicci acquisti della propria valuta.
Alla luce di quanto descritto sopra e con un medio orizzonte temporale si potrebbero valutare molteplici strumenti finanziari traendo profitto dall’apprezzamento dello YEN Giapponese
Fonte:
Raccolta dati
Letture approfondite
Conoscenze personali
Grazie della lettura 🫶🏼
TAGLIO DEI TASSI? TROPPO PRESTO!La Federal Reserve ha optato per la stabilità nella politica monetaria, mantenendo i tassi d'interesse invariati.
Sebbene abbia abbandonato l'orientamento restrittivo, non mostra un'urgenza nel ridurre i tassi di interesse.
La Federal Reserve sostiene che, pur notando un miglioramento nell'equilibrio tra gli obiettivi di occupazione e inflazione, non ritiene opportuno restringere l'intervallo degli obiettivi fino a quando non avrà maggiore fiducia nella sostenibilità di un movimento verso il 2% dell'inflazione.
L'ultima cosa che la Fed vuole fare è sbagliare di nuovo in un punto di svolta chiave, allentare troppo presto, troppo rapidamente e riaccendere le pressioni inflazionistiche.
Dalla riunione di ieri sera le aspettative di politica monetaria sono cambiate, scontando un taglio di 25 punti base a Marzo del 35%, contro il 40% precedente.
Inoltre, ieri, le banche regionali statunitensi hanno attirato l'attenzione.
Il valore delle azioni di New York Community Bancorp (NYCB) ha subito un notevole ribasso (-37%) a causa delle deludenti performance trimestrali, principalmente a causa di consistenti accantonamenti per perdite legate al settore immobiliare commerciale.
Questo accade in un momento critico, poiché il programma di finanziamento a termine di emergenza della Federal Reserve (BTFP) scadrà l'11 marzo.
La debolezza della crescita e le tendenze di disinflazione sia in Europa che in Asia, oltre ai rischi geopolitici in ebollizione, hanno favorito il movimento rialzista del dollaro.
Dopo il commento secondo cui la Fed probabilmente non taglierà i tassi a marzo, gli indici azionari sono scesi(Nasdaq -1,7%, l'S&P -1,2% e il Dow -0,5%).
DOLLAR INDEX SOTTO PRESSIONE!La sotto performance dell'USD continua mentre i tassi e i rendimenti statunitensi rimangono sotto pressione ribassista.
Nell'immagine precedente possiamo notare la debolezza del dollaro nei confronti delle altre valute su base mensile.
Il calo dell’inflazione statunitense è diventato un punto di debolezza fondamentale per l’USD poiché alimenta le aspettative del mercato di una svolta accomodante della Fed nel 2024.
Detto questo, ritengo che i mercati siano andati ben oltre, scontando già tagli dei tassi da parte della Fed.
La FED potrebbe deludere le aspettative accomodanti del mercato, in parte perché la recente tendenza disinflazionistica potrebbe rallentare nei prossimi mesi.
Ciò potrebbe aiutare il dollaro USA a consolidarsi all’inizio del 2024.
Ieri sono stati rilasciati i dati relativi il PIL trimestrale, 5,2% contro 4,9% precedente.
Gli aggiustamenti verso l'alto del PIL sono stati attribuiti principalmente all'aumento delle scorte e della spesa pubblica.
Dal punto di vista del mercato, l'aspetto degno di nota di questo rapporto potrebbe essere la decelerazione della spesa dei consumatori.
Anche Dollar Tree ha rivisto al ribasso la sua guidance, sottolineando le sfide affrontate dai consumatori a basso reddito.
Entrambi i fattori suggeriscono un imminente rallentamento dell'attività dei consumatori, che potrebbe alleviare i timori per l'inflazione.
I primi segnali provenienti da Germania e Spagna sono stati incoraggianti: l’inflazione nell’eurozona sta diminuendo più rapidamente del previsto, anche sul fronte core.
I mercati stanno già scontando un allentamento di 75 punti base da parte della Banca Centrale Europea nel 2024, senza nessuna possibilità di ulteriori aumenti.
Soprattutto, l’attenzione sembra essere molto più focalizzata sul deterioramento delle prospettive di crescita che su un ben noto rallentamento dell’inflazione.
Detto ciò, un'inflazione più bassa non è quasi mai positiva per una valuta e potrebbe limitare lo spazio di rialzo dell'euro.
Buona trading a tutti
12 Settimane di fila con chiusure al rialzoIl dxy macina record su record, lo so che non c'è molto da analizzare qui, ma voglio lo stesso fare notare che 12 settimane di fila al rialzo senza mai prendere fiato, potrebbero anticipare un cambio repentino e con molta forza. Ora. Io non credo a quello che dicono alla Fed, siamo in un'epoca dove la menzogna è l'unica cosa che conta, a fin di bene o a fin di male non fa differenza per me. Quindi possibile che ci sia un taglio dei tassi molto prima di quello che si può pensare, il bluff della Fed continua, ma prima o poi spunterà qualche cadavere importante, come qualche bella banca da centinaia di miliardi, credit suisse sembra quasi dimenticata... quasi.
L'approvazione dell'ETF è davvero positivo per BTC?Due giorni fa la SEC ha rimandato l'approvazione degli ETF spot su Bitcoin per alcuni fondi di investimento come Valkyre, Fidelity, Invesco e anche BlackRock.
Non c'è dubbio che nel lungo periodo l'approvazione dell'ETF spot su Bitcoin possa portare benefici come l'ingresso di grossi investitori istituzionali, ma nel breve periodo cosa potrebbe succedere?
Se l'aspettativa dell'investirtore retail è quella di un rialzo nel breve periodo a seguito dell'approvazione, probabilmente questo non sarà il caso perchè tali aspettative sono già state scontate dagli smart money.
In uno scenario in cui le logiche smart money sono sempre più presenti su Bitcoin possiamo valutare altamente probabile una situazione di presa di liquidità al di sotto del minimo di questo ciclo prima di andare velocemente verso l'alto (probabilmente in date prossime all'halving che potrebbe eventualmente coincidere con i primi tagli dei tassi d'interesse).
Settimana delle Banche Centrali; Oggi la FEDSettimana piena di dati macro che parte oggi con la FED; con il possibile aumento del tasso d'interesse a 0,25 punti base, passando dagli attuali 5,25% agli attesi 5,5%.
A livello grafico i livelli da attenzionare, per la giornata odierna, sono i 1985.0 come zona resistenziale e i 1958.2 come zona supportiva. La zona resistenziale, compresa tra i 1979.5 e i 1977.3, potrebbe dare una prima frenata al rialzo delle quotazioni dell'oro.
Se persi, al rialzo o al ribasso, i primi livelli volumetrici importanti (a livello daily), sono i 1993.7 come primo target rialzista e i 1945.5 come primo target ribassista.
Ieri la FED, oggi la BCEIeri la Federal Reserve ha confermato che i tassi resteranno al 5,25%. Attendiamo quindi di vedere cosa deciderà la BCE; atteso, in parte, l'aumento a 25 punti base.
A livello grafico vediamo come si sia creata pressione volumetrica intorno all'area che va dai 1952 ai 1955. Una rottura al rialzo potrebbe riportare il prezzo intorno ai 1965, nonché 50% della candela del giorno precedente. In preapertura della sessione di Londra sono già stati colpiti i minimi della sessione asiatica ed un ritorno al 50% di tale range di sessione. Una rottura con forza dei minimi appena creati (intorno ai 1942) potrebbe portare il prezzo fino ai 1936.
Analisi a solo scopo illustrativo; da non considerarsi come consigli finanziari o di trading.
UN INDICE DI SENTIMENT PER CAPIRE CHE TIPO DI RECESSIONE SARA'Ci sarà un soft landing o hard landing? Questo è l’obiettivo dell’analisi: andare a creare un indice di sentiment capace di esplicitare le aspettative del mercato su questo tema.
Buona lettura.
1. BREVE RIEPILOGO DELLE DUE ANALISI PRECEDENTI
Le analisi del 14 e 16 maggio hanno avuto come protagonisti l’oro e il settore tecnologico americano.
Le stesse hanno avuto lo scopo di descrivere il contesto dei due asset e i catalizzatori del loro movimento al rialzo.
Facciamo un brevissimo riepilogo:
• Il settore tecnologico americano e l’oro si muovono in trend rialzista dal quarto trimestre del 2022. Il loro movimento è stato catalizzato dalle aspettative degli investitori sui tassi di interesse che, a parer loro, saranno tagliati a partire dal quarto trimestre del 2023 di 50 punti base (25 bps a novembre e altri 25 bps a dicembre), come mostrano le immagini successive:
Un taglio dei tassi di interesse è in grado di impattare in maniera positiva sul metallo prezioso e sull’ETF:
• Il gold andrebbe a beneficiare di tassi reali in ribasso e dollaro più debole, ai quali è correlato inversamente
• Il settore tech sarebbe favorito vista la sua natura “growth”
Questi due scenari sono già stati trattati in maniera specifica. Questi sono i link degli stessi qualora vogliate approfondire gli argomenti:
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Come si sono mossi i due protagonisti in queste ultime sedute? Osserviamo la figura successiva:
• XLK è riuscito a rompere al rialzo la resistenza del triangolo ascendente, confermando la sua impostazione rialzista
• L’oro, al contrario, ha visto un ritracciamento tra i livelli 0.38 e 0.5 di Fibonacci con un piccolo rimbalzo dal +1.11% nella seduta di venerdì 19
2. IL SETTORE TECNOLOGICO È DIVENTATO UN BENE RIFUGIO?
L’ultima figura dell’analisi del 16 maggio, che ora andremo ad osservare nuovamente, poneva un semplice interrogativo:
“Dal momento in cui l’oro è un bene rifugio e il settore tecnologico è correlato ad esso, allora anche quest’ultimo può essere considerato tale?”
La risposta è…no! Perché?
Per capire questo concetto, è utile osservare le due grafiche successive che rappresentano il prezzo della società Northrop Grumman a febbraio 2022 (inizio del conflitto Russia-Ucraina) e nel settembre del 2001 (attacco alle torri gemelle):
È possibile osservare come, nei due catastrofici scenari, la società sia cresciuta di oltre 30 punti percentuali.
Anche l’oro, in quello stesso scenario, si è apprezzato per il suo ruolo di bene rifugio:
“Dal momento in cui l’oro è un bene rifugio e Northrop Grumman è stato, in quei contesti, correlato ad esso, allora anche la società può essere considerata tale?”
• Northrop Grumman ha registrato in quei contesti delle grandi performance per la sua appartenenza al settore della difesa. In contesti geopolitici di questo tipo le società come NOC andrebbero a beneficiare di un aumento di domanda per attrezzature e strumenti militari; ergo: ad una maggior domanda corrisponderanno maggiori vendite e, dunque, utili societari in aumento.
Quest’ultimo punto specifica, dunque, come la società non abbia registrato quelle prestazioni perché forniva un porto sicuro agli investitori: semplicemente, forniva ad essi la possibilità di realizzare dei guadagni per via del suo modello di business.
Ecco: questo concetto può essere utilizzato anche nel contesto che stiamo vivendo attualmente per il settore tecnologico:
• Esso non è un bene rifugio vista la sua correlazione con l’oro; semplicemente si trova in un contesto in cui tende a registrare delle buone performance, contesto comune al metallo prezioso.
Non andrò ora a commentare ulteriormente quest’ultimo punto; qualora vogliate approfondire, cliccate sui link condivisi precedentemente.
3. RALLENTAMENTO ECONOMICO: COPPER GOLD RATIO E CORRELAZIONE CON LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
Noi, appassionati di mercati finanziari, abbiamo ormai capito una questione diventata piuttosto “comune” tra gli addetti ai lavori: gli investitori scontano un rallentamento economico o, male che vada, una “lieve recessione”. Una conferma a questa certezza è il rapporto copper/gold:
Cos’è questo rapporto? Perché è importante?
• Il rame è la commodity industriale per eccellenza e la sua domanda è legata all’intensità economica: al salire di quest’ultima, aumenterà la domanda da parte delle industrie e dunque il suo prezzo. L’oro, al contrario, è un bene rifugio e il suo valore è legato alla sua richiesta in momenti di incertezza economico-finanziaria; se il rame tende ad apprezzarsi all’aumentare dell’intensità economica e l’oro in una condizione opposta, cosa si potrà affermare?
“Un rialzo dell’indice di forza è da interpretare come un’aspettativa di crescita/espansione economica mentre un ribasso come una di rallentamento/recessione”
La conferma che l’indice è in grado di esplicitare le aspettative descritte giunge dalla correlazione positiva (a livello mensile) tra lo stesso e il dato macroeconomico sulla produzione industriale americana misurata a/a:
E, guarda caso, il dato macroeconomico è correlato positivamente al prodotto interno lordo a/a:
Concentriamoci ora sull’ultimo periodo:
Il prezzo del “rapporto” si trova all’interno di un canale discendente, figura tecnica ribassista; quest’ultima è da leggere come un’aspettativa pessimista del mercato.
È lecito chiedersi:
“Ma quanto pessimista? Il mercato sconta un rallentamento economico o una recessione? Un soft landing o hard landing”?
Per quantificare il livello di pessimismo, è possibile utilizzare un particolare indice di sentiment: quello tra XLK e GLD (che è un ETF che replica il prezzo dell’oro), rappresentato nella figura successiva:
4. UN INDICE DI SENTIMENT PER MISURARE LE ASPETTATIVE DI RECESSIONE DEL MERCATO: XLK/GLD
Come è possibile che l’indice di forza possa esplicitare le aspettative degli investitori sul corso futuro dell’economica?
Per poter capire, saranno ora ipotizzati due scenari.
4.2. SCENARIO DI RALLENTAMENTO/LIEVE RECESSIONE
È importante specificare che scenari di rallentamento economico o lieve recessione non sarebbero capaci di impattare in maniera molto negativa sugli utili delle aziende tecnologiche; è altrettanto vero che, in quello stesso contesto e come commentato nell’analisi del 16 maggio, il settore tecnologico andrebbe a beneficiare di una pausa/taglio dei tassi di interesse. Questi fattori darebbero probabilmente forza ad un rialzo dell’ETF XLK.
Anche “GLD” andrebbe tuttavia a beneficiare di una politica monetaria via via meno restrittiva (per il calo dei tassi reali e la debolezza del dollaro).
Ci potremmo dunque ritrovare in un contesto caratterizzato dai due ETF a carattere rialzista ma…chi andrebbe a sovraperformare?
• Andrebbe a sovraperformare XLK vista la maggior volatilità rispetto a GLD
4.3. SCENARIO DI GRAVE RECESSIONE
Se si dovesse palesare uno scenario del genere, gli utili delle società tecnologiche (non solo di quelle, ovviamente) sarebbero sicuramente impattati in maniera molto negativa. Questo catalizzerebbe il tipico scenario di risk off con la classica rotazione di capitali da asset “rischiosi” a quelli “rifugio”. Per questo motivo:
• GLD andrebbe a sovraperformare XLK visto e considerato il suo ruolo di bene rifugio
5. ATTENZIONE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Un fattore che potrebbe andare ad influenzare l’indice di forza potrebbe essere quello sull’intelligenza artificiale. La “mania” sull’IA ha infatti catalizzato una grande quantità di acquisti sulle società coinvolte nel progetto.
Quale potrebbe essere il metodo da utilizzare per “scovare” una possibile manipolazione? Osserviamo la grafica successiva:
Dal 4 al 19 maggio LQDH ha sovraperformato LQD: l’indice di forza, come discusso nell’analisi del 16 maggio, misura l’aspettativa sui tassi di interesse degli investitori: l’oro (GLD), a causa dell’aumento dei tassi reali, ha formato un ritracciamento mentre XLK, al contrario, ha registrato un aumento.
L’indice di forza XLK/GLD è salito: questo significa che nell’ultimo mese il mercato ha scontato un “soft landing”? No, perché XLK, che sarebbe dovuto scendere come l’oro, ha invece creato un piccolo impulso rialzista; perché? Proprio perché spinto al rialzo dall’euforia sull’intelligenza artificiale. La figura ha rappresentato l’esempio di cosa significhi avere un “indice manipolato”, dove XLK non ha risposto alla dinamica politica monetaria hawkish/dowish.
5. BREVE RIEPILOGO
Riprenderemo l’indice di forza XLK/GLD tra qualche tempo. Qualora abbiate trovato l’analisi di difficile comprensione commentate pure.
Buona giornata.
Bitcoin: quali segnali attendere Dopo aver rotto la trendline che agiva da supporto (linea gialla ascendente) il prezzo ha successivamente rotto al ribasso anche il livello 0.382 di Fibonacci (ritracciamento dallo swing low del 10 marzo allo swing high del 14 aprile).
Il prossimo livello da tenere d'occhio è lo 0.5 di Fibonacci che corrisponde ai 25263 dollari, livello da cui mi aspetto che il prezzo possa confermare un higher low e ripartire per tornare in area 30k/35k (nel caso in cui il top relativo non sia ancora stato raggiunto).
Nel caso in cui lo swing high del 14 aprile poco sotto i 30.000 dollari si rivelerà come top relativo il prezzo in teoria non dovrebbe riuscire a confermare l'higher low.
La mancata conferma dell'higher low alimenterebbe di molto le possibilità per questo scenario, e avremo una conferma (in ritardo) di tale scenario con la rottura della struttura rialzista se si va al di sotto dei 24k.
Due possibili scenari per BitcoinCiao Trader, leggi la mia analisi su Bitcoin e lo scenario della crisi bancaria
Analisi macro
Premettendo che siamo in un momento storico molto particolare abbiamo visto che Bitcoin reagisce positivamente al fallimento di una banca.. tuttavia ritengo che un fallimento su larga scala innescherebbe una crisi di liquidità e Bitcoin e crypto in quanto risk on assets ne risentirebbero molto. Considerando che la Fed vuole esattamente questo per poter spegnere l'inflazione senza alzare ulteriormente i tassi d'interesse (inducendo l'economia ad una recessione) mi aspetto che la situazione continui a peggiorare.
La narrativa usata dalla Fed e da grandi investitori come Warren Buffett "i correntisti saranno tutelati".. andando a socializzare la perdita cosi che a pagarne il prezzo saranno i contribuenti in aggregato, e intanto le grandi banche come JPMorgan e Goldman stanno facendo affari come non mai e beneficiando di questa situazione, in quanto i correntisti delle banche regionali si rifugiano verso banche ritenute più sicure (fly to quality). In tal modo si va a centralizzare sempre di più il sistema bancario.
Analisi prezzo
Dal punto di vista del prezzo ci sono due possibili scenari che vorrei portare alla tua attenzione, siamo in una fase del ciclo di mercato di Bitcoin in cui si dovrebbe raggiugnere il top relativo dopo il ritracciamento ribassista del bear-market.
La domanda è: abbiamo già fatto il top o no?
La risposta purtroppo non può essere univoca.. valutiamo perciò le informazioni che possediamo per entrambi gli scenari.
Ipotesi 1: il top è già stato fatto sfiorando i 31.000 dollari il 14 aprile. La conformazione dell'area di top ha due massimi relativi all'estremità e un massimo assoluto al centro.. facendo intendere che il mercato è stato definitivamente respinto da quei livelli. In tal caso, la rottura delle due trentine di supporto ascendenti darebbe già un segnale di inversione.
Ipotesi 2: il top deve essere ancora fatto, idealmente in zona 35.000 dollari. Dal punto di vista della formazione di prezzo c'è una bullish flag in gioco che potrebbe far ripartire il prezzo per un'ultimo. Una conferma che potremmo attendere per questo scenario potrebbe essere la chiusura di una candela settimanale saldamente sopra i 30.000 dollari.
Inflazione in USA in calo ma non abbastanzaBuongiorno a tutti,
oggi vi proponiamo un grafico che mostra l'andamento dell'inflazione americana negli ultimi anni e che mette in risalto il valore dell' impulso rialzista del 2021 con il dato medio equivalente all'intorno del 2%, quale valore target della banca centrale americana.
L'ultima volta che l'inflazione in USA aveva avuto questa accelerazione erano gli anni 70 ed il paese dovette subire una forte recessione per mitigarla.
Oggi i dati macro dell'America si stanno pian piano deteriorando (vedi tabella sottostante), pur continuando a dimostrare una forte resilienza, e per la prima volta da mesi nell'ultima minuta della banca centrale americana è comparsa la parola recessione, nella forma di "recessione lieve" o " mild recession ".
Sarà veramente così? Si tratterà realmente di una recessione lieve?
Di sicuro le condizioni che hanno portato all'attuale aumento dell'inflazione sono diverse da quelle avute in passato - nessuno aveva mai sperimentato prima d'ora una pandemia mondiale in grado di congelare la produzione e gli scambi di interi paesi - e non sappiamo se l'attuale aumento dei costi obbligherà ad una recessione dura ( Hard Landing ), per riportare il dato al valore di target.
Quello che sappiamo è che oggi, al netto di alcune banche fallite, o prossime al fallimento, a causa di una errata gestione del rischio, e al netto di un prodotto interno lordo in rallentamento, non vi sono al momento dati particolarmente preoccupanti che possano far presagire ad una crisi economico finanziaria.
Di seguito riportiamo un estratto del MyMonitoringSystem con i dati macro di riferimento:
EVENT gen-23 feb-23 mar-23 apr-23
ADP Nonfarm Employment Change 235.000 106.000 242.000 145.000
Nonfarm Payrolls 223.000 517.000 311.000 236.000
Unemployment Rate 3,5% 3,4% 3,6% 3,5%
JOLTs Job Openings 10.458.000 11.012.000 10.824.000 9.931.000
ISM Manufacturing PMI 48,4 47,4 47,7 46,3
ISM Non-Manufacturing PMI 49,6 55,2 55,1 51,2
Core Retail Sales (MoM) -1,1% 2,3% -0,1% -0,8%
Retail Sales (MoM) -1,1% 0,3% -0,4% -0,1%
Building Permits 1.337.000 1.339.000 1.524.000 1.550.000
Existing Home Sales 4.020.000 4.000.000 4.580.000 4.440.000
New Home Sales 616.000 670.000 640.000 683.000
Core Durable Goods Orders (MoM) -0,1% 0,7% 0,0% 0,3%
Pending Home Sales (MoM) 2,5% 8,1% 0,8% -5,2%
GDP (QoQ) 2,9% 2,7% 2,6% 1,1%
Fed Interest Rate 4,00% 4,75% 5,00% 5,00%
Qual'è il vostro parere a riguardo analizzando il grafico ed i dati?
Saluti,
Silvio Esposito
ANALISI su BTC - tf 4H - Inversione di trend o stiamo cerando unIl prezzo di Bitcoin è stato rigettato dal livello del POC risalente a Maggio-Giugno 2022, come evidenziato nella scorsa analisi.
Il prezzo è stato rigettato definitivamente con la perdita del livello 30.000 questa mattina presto.
A questo punto i bulls dovranno tentare una conferma del supporto dei 28500 (circa) che aveva agito diverse volte nello scorso mese come resistenza.
Al contrario i bears cercheranno di far perdere il livello 28.000 e puntare su un ritracciamento più pronunciato.
C'è da sottolineare che a difendere il supporto dei 28.000 c'è la media mobile esponenziale a 200 periodi (sul tf 4h) a 28153 dollari e il POC di volumi della barra di lateralizzazione dello scorso mese a 27900 dollari.
Gran parte dei movimenti del mercato verranno dettati sul risvolto della situazione della politica monetaria della Federal Reserve. A questo proposito Michael Burry ( investitore reso famoso dal film "The Big Short") ha affermato di essersi sbagliato sul crollo dei mercati e che potremmo essere agli inizi di un mercato rialzista.
Iniezione di liquidità della FED da 395 miliardi di DollariSe vi state chiedendo di quanto è stata l'iniezione di liquidità da parte della Banca Centrale Americana, in seguito alla crisi bancaria trovate la risposta qui. Di solito questo accade in seguito alle crisi o in piena crisi finanziaria e prende il nome di QE. Questo non è un QE vero e proprio e non è ancora accompagnato da un taglio dei tassi d'interesse.
Allarme Forex: maratona di sei ore di discorsi dei funzionari deAllarme Forex: maratona di sei ore di discorsi dei funzionari della Fed
Le numerose apparizioni dei funzionari della Federal Reserve statunitense scuoteranno il mercato durante le ore conclusive di questa settimana di trading?
Nel corso delle sei ore che precedono la chiusura del mercato questa settimana, sentiremo parlare Lorie K. Logan (Fed di Dallas), Raphael Bostic (Fed di Atlanta), Michelle W. Bowman (Board of Governors) e Tom Barkin (Fed di Richmond), in quest'ordine, fino alla chiusura del mercato forex.
Con così tante presenze consecutive, i trader potrebbero subire un sovraccarico di informazioni che li porterebbe ad evitare il mercato. In alternativa, potrebbero entrare nel mercato durante questa sessione tipicamente a basso volume per posizionarsi per il trading del lunedì mattina. In quest'ultimo caso, la speranza è che si mettano davanti agli altri operatori di mercato che hanno bisogno di tempo per digerire tutti i commenti dei funzionari della Fed durante il fine settimana.
Mercoledì scorso, il presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari ha espresso preoccupazione per i dati sull'inflazione e sull'occupazione ricevuti a febbraio, dopo il rialzo di 25 punti base dei tassi della Reserve. Kashkari ha dichiarato di essere "aperto" a un rialzo dei tassi di 25 o 50 punti base per il prossimo. Il sentimento degli altri funzionari della Fed in merito a questa questione dovrebbe aiutare a definire le posizioni commerciali di venerdì e della settimana successiva.
I trader di EUR/USD e GBP/USD potrebbero essere interessati a sapere che questa settimana parleranno anche i funzionari della Banca centrale europea e della Banca d'Inghilterra. Isabel Schnabel della BCE parlerà giovedì (EST) in occasione della pubblicazione dei conti della riunione di politica monetaria della BCE, seguita da Huw Pill della BoE poche ore dopo. Anche Christopher Waller della Fed statunitense parlerà giovedì alle 16:00 (EST), dopo Pill.
Investitori in attesa dei verbali della Federal ReserveLe quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno dato vita ad una seduta caratterizzata dalle vendite. Diverse le tematiche sotto i riflettori degli investitori, in primis sul fronte macroeconomico con gli indici S&P Global manifatturiero, dei servizi e composito di Eurozona e USA. Il dato composito europeo si è attestato a 52,3 punti, con l’attività delle imprese che ha mostrato l’accelerazione più rapida degli ultimi nove mesi. Ad aver stupito è anche il dato americano, con il composito a 50,2 punti contro le previsioni a 47,5 punti. Lato geopolitico sono da segnalare le indiscrezioni riportate dal Financial Times secondo cui Bruxelles starebbe valutando di utilizzare il budget europeo per prefinanziare l’acquisto di armi e munizioni in modo da accelerare la fornitura di armamenti all’Ucraina. Sempre stando ai rumors, la proposta della Commissione Europea sarà diffusa tra i vari Paesi del blocco prima del 7 marzo, quando è previsto un incontro tra i Ministri della Difesa. Intanto, il Ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, ha detto che le Nazioni dovrebbero “smettere di alimentare il fuoco” del conflitto, che secondo Pechino potrebbe andare fuori controllo. Qin Gang ha inoltre detto che la Cina continuerà a spingere per colloqui al fine di trovare una soluzione politica e ha presentato un piano contenente delle linee guida per prevenire conflitti armati. Oggi il focus sarà rivolto principalmente ai verbali dell’ultimo meeting del FOMC, che potrebbero fornire ulteriori indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria della Fed.
Il Mercato non sconta i dati della FED. A chi credere?Lo scorso 14 Dicembre, il presidente della Federal Reserve ha affermato che la Banca Centrale Americana non è vicina a terminare la sua campagna di aumenti dei tassi di interesse poiché, stando ai dati in essere, i dati sull'inflazione risultano essere troppo elevati.
"Abbiamo ancora molta strada da fare" , ha commentato Powell durante la sua conferenza stampa, dopo l'aumento dei tassi di interesse di 50 punti base a seguito del FOMC. Secondo le loro previsioni mediane, i tassi previsti dai Policymakers si concluderanno il prossimo anno al 5,1%, prima di essere poi ridotti al 4,1% nel 2024. (vedi Dot Plot Chart di Dicembre diffuso dalla FED).
E qui si nota una discrepanza tra il dato previsionale sui tassi nel 2023 e quanto effettivamente scontato dal Mercato.
Utilizzando i Tickers:
ZQH2023
ZQM2023
ZQU2023
ZQZ2023
è possibile visualizzare i 30 DAY FEDERAL FUNDS FUTURES dei periodi di Marzo, Giugno, Settembre, Dicembre, attualmente a:
ZQH2023: 95.310
ZQM2023: 95.165
ZQU2023: 95.265
ZQZ2023: 95.580
Sottraendo a 100 i dati di cui sopra (TradingView permette di poter definire la funzione, e salvarla, digitando il dato direttamente sulla barra di ricerca del simbolo), è possibile calcolare agevolmente il valore del tasso di interesse che il Mercato sconta nel periodo di riferimento, rispettivamente a:
100-ZQH2023: 4,690
100-ZQM2023: 4,835
100-ZQU2023: 4,735
100-ZQZ2023: 4,420
Il dato maggiore è rappresentato dal 100-ZQM2023 al 4,835%, distante 26,5 punti base dal 5,1% dichiarato dalla FED.
Se consideriamo il dato di Dicembre (valore di riferimento per il dato previsionale divulgato dalla FED) il valore è nettamente sottostimato.
Questo scostamento fa riflettere e dimostra ancora una volta come il Mercato non stia credendo alla FED e stia scommettendo su una politica economica più accomodante.
A chi credere?
Saluti e buona Domenica,
Silvio Esposito
MERCATI FINANZIARI ALTALENANTI NELLA 49ESIMA SETTIMANA DELL'ANNOLa frase che i mercati finanziari hanno esclamato dopo l’uscita del dato sull’inflazione alla produzione è stata la seguente:
“È vero che l’inflazione ha visto un incremento e ciò continua ad essere un problema; tuttavia, non crediamo che ciò potrebbe ostacolare la nostra speranza di assistere ad una Federal Reserve meno aggressiva”
Perché?
Buongiorno a tutti. L’obiettivo dell’articolo è quello di commentare, attraverso l’analisi intermarket, lo stato d’animo degli investitori dopo l’uscita dell’importante dato di venerdì 9 dicembre.
Buona lettura.
È VERO CHE L’INFLAZIONE HA VISTO UN INCREMENTO…
Venerdì, ore 14:30 italiane: il US Bureau of Labor Statistics comunica i dati sull’indice dei prezzi alla produzione che misurano l’aumento dei prezzi lato venditori e grossisti (dunque, l’inflazione alla produzione):
• A livello annuale aumento del +7.4% (maggiore delle aspettative di +7.2% e inferiore al precedente di +8.1%)
• A livello mensile, aumento del +0.3% (contro le aspettative di +0.2%)
Dati core (escluse le componenti volatili energia e beni alimentari):
• A livello annuale aumento del +6.2% (maggiore delle aspettative di +5.9% e inferiore al precedente di +6.8%)
• A livello mensile, aumento del +0.4% (contro le aspettative di +0.2%)
…E CIO’ CONTINUA AD ESSERE UN PROBLEMA
L’asset class che meglio ha evidenziato come l’inflazione continua ad essere un problema è senz’altro il mercato obbligazionario, per un motivo valido:
• È quello maggiormente impattato dal rialzo (o dal ribasso) dei prezzi
Quando si ha l’idea di investire in asset che possono essere liquide o illiquide (nelle borse valori o, ad esempio, in immobili) si valutano sempre i rischi ad essi associati; non è un caso che quando si parla di “investimenti” in obbligazioni venga spesso citato il rischio “inflazione”, capace di erodere non solo il valore del nostro portafoglio, bensì gli interessi sotto forma di cedole dei bond stessi; questo è il motivo per il quale la stessa asset class è notevolmente impattata. Delle diverse scadenze delle obbligazioni (nella fattispecie, dei titoli di stato del tesoro americano), quali sono le più influenzate dalla dinamica “inflazione”?
Le scadenze lunghe, come mostra la correlazione tra aspettative di inflazione a 10 anni (ticker “T10YIE”) e il rendimento del decennale americano:
Osserviamo le prestazioni dei rendimenti del decennale, ventennale e trentennale di venerdì 9:
• Il rendimento del decennale ha sfiorato i 3 punti percentuali
• Quello del ventennale ha superato abbondantemente i 3 punti percentuali
• Il rendimento a 30 anni si è mosso al rialzo del 3.85%
Dal momento in cui il rendimento di un’obbligazione si muove in maniera inversa al suo prezzo, ciò si traduce in una svendita di obbligazioni a quelle scadenze, proprio perché:
…” e ciò continua ad essere un problema”
“…TUTTAVIA, NON CREDIAMO CHE CIÒ POTREBBE OSTACOLARE LA NOSTRA SPERANZA DI ASSISTERE AD FEDERAL RESERVE MENO AGGRESSIVA”
Dopo l’uscita del dato, è come se il mercato avesse continuato a scartare la possibilità di assistere ad una FED più aggressiva; gli asset che meglio riassumono questa mia ipotesi sono:
• Le scadenze brevi della curva dei rendimenti, in particolare il rendimento del titolo di stato a 2 anni
• Il federal fund futures scadenza febbraio 2023
Ho svariate volte sottolineato come il rendimento del titolo di stato a 2 anni sia notevolmente impattato dalle aspettative di politica monetaria:
Che comportamento hanno presentato i due asset?
Il loro movimento (al rialzo) è stato di bassa entità; questo certifica la mia visione di come gli investitori persistano nel difendere questa loro “speranza”; se così non fosse stato, avremo sicuramente assistito a delle candele rialziste più intense, molto comuni in tutto il 2022.
Inoltre, la parola del titolo del paragrafo “potrebbe” indica un’ipotesi, mentre quella “speranza” incertezza; quale grafico più di qualunque altro sposa quest’ultimo termine? Sicuramente il VIX, l’indice di volatilità dell’S&P500:
Esso, come mostra in maniera accurata la grafica (timeframe 30 minuti), non ha mai preso una vera e propria direzione; bensì, è oscillato per tutta la durata di contrattazione di venerdì, tra certezze e incertezze.
Questa fase altalenate si è poi riversato sul mercato azionario e sul dollaro americano:
L’S&P500 ha reagito male all’uscita del dato, per poi recuperare parte delle perdite; successivamente, chiude la seduta al ribasso (-0.74%).
Il dollaro americano si è comportato in maniera opposta, per un semplice motivo: come mostra la grafica successiva, esso sta agendo per tutto il 2022 da bene rifugio:
Motivo per cui:
• A delle incertezze corrispondono un azionario al ribasso e un dollaro al rialzo
• A delle certezze corrispondono un azionario al rialzo e un dollaro al ribasso
Concludendo l’analisi, tenete a mente le varie correlazioni:
• Se gli investitori prezzano una Fed aggressiva, ciò si ripercuote su un rialzo del future Federal Fund e sul rendimento a 2 anni; per questo motivo, le “paure e le incertezze” aumentano, con relativa debolezza del mercato azionario e incremento del VIX e del dollaro americano (quest’ultimo influenzato non solo dal ruolo di “safe haven”, ma anche dalla correlazione diretta con il rendimento a due anni, come mostra l’immagine successiva:
CONCLUSIONI
Come mostra la grafica, il mercato azionario (S&P500) chiude la candela settimanale in negativo, al -3.37%. Il fear and greed index evidenzia un sentiment ora neutrale (a 54 punti), inferiore rispetto ai 67 (avidità) della settimana precedente.
La diminuzione dell’euforia degli investitori si concretizza in una performance settimanale negativa da parte di tutti i settori:
• Utilities: -0.82%
• Healthcare: -1.55%
• Real Estate: -2.34%
• Basic Materials: -2.41%
• Industrials: -3.25%
• Technology: -3.38%
• Financials: -3.56%
• Consumer cyclicals: -4.01%
• Communication Services: -5.45%
• Energy: -7.35%
Ciononostante, alcuni sottosettori riescono ad avere prestazioni positive:
• Carta e prodotti di carta: +3.66%
• Metalli e attività minerarie: +1.21%
• Immobiliare diversificato: +0.35%
• Piani sanitari: +0.19%
• Utenze-elettrico regolamentato: +0.08%
• Compagnie aeree: +0.04%
• Distribuzione industriale: +0.01%
Condivido un’altra grafica riguardante la mappa delle azioni dell’S&P500 della settimana 49 dell’anno:
Ciò che il dato sull’indice dei prezzi alla produzione ha causato è stata, come hanno mostrato le grafiche condivise, incertezza e confusione: basta pensare che il suo incremento inatteso ha destato preoccupazioni lato inflazione (come hanno mostrato le scadenze obbligazionarie lunghe), ma non lato “scelte di politica monetaria” (come hanno mostrato la scadenza del rendimento del bond a 2 anni e il future federal fund); quest’ultima tematica verrà probabilmente chiarita la prossima settimana:
• Il 13 dicembre, con l’uscita del dato sull’inflazione al consumo
• Il 14 dicembre, con la decisione sul tasso di interesse e per la guidance che Powell fornirà per il prossimo anno
Buona settimana, Matteo Farci
Lavoro Usa batte le attese, falchi pronti a spiccare il volo
Il dollaro USA torna nelle mani dei rialzisti con rendimenti USA rampanti.
•Gli occhi saranno tenuti d'occhio sulla debolezza dello yen e sull'IPC statunitense questa settimana.
Il dollaro USA ha fatto un'impressionante rimonta venerdì e si è rafforzato rispetto alle principali valute sulla scorta dei dati statunitensi che hanno mostrato che i datori di lavoro hanno assunto più lavoratori del previsto a settembre, suggerendo che la Federal Reserve per ora probabilmente si atterrà alla sua politica aggressiva di inasprimento. La probabilità di continui aumenti dei tassi di interesse ha contribuito a far salire ancora una volta i rendimenti del Tesoro. L'indice del dollaro DXY, che replica il biglietto verde rispetto a un paniere di altre sei valute principali, è salito dello 0,43% alla chiusura del gioco di venerdì e ha raggiunto un massimo di 112,5882. Il rendimento dei buoni del Tesoro a 10 anni di riferimento è salito a un massimo del 3,908%.
I salari non agricoli sono aumentati di 263.000, al di sopra della stima di consenso per un'aggiunta di 250.000 posti di lavoro. Il settore dei servizi ha aggiunto 244.000 posti di lavoro, trainato dai guadagni nei servizi educativi e sanitari, nel tempo libero e nell'ospitalità. L'Unemployment Tate è sceso al 3,5% a settembre dal 3,7% di agosto, a fronte delle richieste di mantenere invariato il tasso. Il tasso di partecipazione alla forza lavoro è sceso di 0,1 punti percentuali al 62,3%. Ciò va contro la loro battaglia per ripristinare l'equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro di fronte all'inflazione, il che significa che forti aumenti dei tassi sono un dato di fatto per il prossimo futuro e questo è un vento contrario per i prezzi dell'oro rispetto a una curva di appiattimento. Ciò rappresenterà un'altra settimana critica per i giorni a venire con molti eventi del calendario statunitense, inclusi i verbali della precedente riunione della Fed, i dati sull'inflazione negli Stati Uniti e le vendite al dettaglio.
I mercati stanno attualmente valutando una probabilità del 92% di un aumento di 75 punti base per la riunione del Federal Open Market Committee del mese prossimo. Il restante 8% di probabilità è per un aumento di 50 punti base. Anche i dati sull'inflazione statunitense saranno seguiti da vicino e potrebbero rivelarsi influenti nel definire le aspettative degli investitori per la Fed. Nel tentativo di domare l'inflazione alle stelle, la banca centrale ha alzato il suo tasso di riferimento da quasi zero all'inizio di quest'anno all'attuale gamma del 3,00% al 3,25%, e il mese scorso ha segnalato che erano in arrivo aumenti più ampi quest'anno. Questo è alla base del biglietto verde che sembrava aver raggiunto il livello minimo la scorsa settimana, come mostra la seguente analisi tecnica di seguito. Il DXY è aumentato di circa il 18% per l'anno finora.
"I prezzi core probabilmente sono rimasti forti a settembre, con la serie che ha registrato un altro grande aumento dello 0,5% su base mensile", hanno affermato gli analisti di TD Securities prima dei dati CPI. ''Probabilmente l'inflazione di riparo è rimasta forte, anche se prevediamo un forte calo dei prezzi dei veicoli usati. È importante sottolineare che i prezzi del gas hanno probabilmente portato di nuovo un ulteriore sollievo per le serie principali, in calo di circa il 5% su base mensile. Le nostre previsioni mensili implicano 8,2%/6,6% a/a per i prezzi totali/core.''
In altri eventi, verrà rilasciato il verbale del FOMC. Il dot plot di settembre ha rivelato un tasso terminale dei Fed Funds superiore alle attese del 4,625%, con una distribuzione di punti abbastanza uniforme attorno a questo livello. Gli analisti di TDS hanno affermato che "la domanda è quanto di questo si sia riflesso nelle deliberazioni della riunione di settembre. Il tono di queste deliberazioni è stato probabilmente più aggressivo, date le tendenze fondamentali dell'inflazione CPI, sconvolgendo l'attuale narrativa dei mercati pivot accomodanti.''
BoJ in fuga
Nel frattempo, una potenziale spina nel fianco del biglietto verde potrebbe essere la Banca del Giappone. Il dollaro ha invertito le prime perdite contro lo yen giapponese la scorsa settimana e questo è il rischio per i rialzisti del dollaro USAi l mese scorso il dollaro ha raggiunto il picco di 145,90 yen in 24 anni, che aveva indotto un intervento delle autorità giapponesi per sostenere il fragile yen. "Il rialzo dell'USD sarà più difficile da raggiungere a questo punto, in gran parte perché il MOF/BOJ sembra intenzionato a schiacciare il vol USDJPY", hanno affermato gli analisti di TD Securities.
''Finora ha avuto successo. Attualmente, siedono su circa $ 1 trilione di riserve, quindi hanno alcune munizioni per impegnarsi in questa operazione. Riteniamo che una mossa al di sopra di 145 rischi di nuovo un intervento sullo yen e ciò potrebbe introdurre un po' di trascinamento dell'USD nel complesso, anche se temporaneamente. 140/145 è giusto per USDJPY in questo momento.''
I rendimenti USA continuano ad andare avanti
I rendimenti del dollaro e del Tesoro USA sono aumentati dopo il rapporto sul lavoro, poiché gli investitori scommettono sui beni rifugio:
come si è visto, il grafico a 4 ore mostra piccoli segni di decelerazione a seguito di un aumento da un'inversione media del 50% del precedente impulso rialzista. Se la struttura di supporto regge, il segno del 4,00% rimarrà sul radar del rialzo e questo supporterà il biglietto verde.
Il legname costa il canarino alla miniera di carbone?
La rottura della scollatura della testa e delle spalle e il passaggio alla scollatura della formazione M sono prospettive rialziste all'interno del cuneo ascendente rialzista dei prezzi del legname. Gli aumenti dei tassi che hanno danneggiato il mercato immobiliare potrebbero essere una marea che sta cambiando. I prezzi del legname sono scesi del 70% da inizio anno poiché i tassi sui mutui hanno superato la soglia del 5%.
Nel frattempo, abbiamo visto un 62% di ritracciamento nel rally di settembre e un tentativo di salire di nuovo sul lato anteriore di una linea di tendenza di supporto dinamica che deve ancora cedere. C'è uno squilibrio dei prezzi nell'area grigia intorno a 114,00 che i rialzisti possono puntare per la settimana a venire nell'indice dei prezzi al consumo (CPI).
Inoltre, da tenere a mente, il dollaro USA sta guadagnando contro lo yuan offshore cinese USDCNH ed è destinato a continuare a farlo mentre l'economia cinese lotta sotto il peso dei focolai di COVID in corso e dei blocchi. Abbiamo visto ulteriori prove di ciò nel Caixin Services Purchasing Managers' Index (PMI) del fine settimana per settembre 2022, che è sceso a 49,3 da 55,0 di agosto, riportandolo in contrazione. Abbiamo anche visto che il PMI dei servizi ufficiali cinesi ha mancato il segno a 50,6 (previsto 52,0, prima di 52,6) e il PMI manifatturiero Caixin / Markit cinese per settembre è stato deludente a 48,1 (previsto 49,5, prima di 49,5). tutto questo dovrebbe cadere nelle mani del biglietto verde, soprattutto con il numero di rischi geopolitici gettati nel mix.
Il dollaro USA ha superato i minimi della scorsa settimana di circa 112,75, una caratteristica rialzista per la settimana a venire che lascia 114,00 sul radar finché 111,95/55 regge: