Oro ancora nessun segnaleSon passati 20 giorni dall’ultima volta che ho parlato dell’oro, ma per quanto riguarda posizioni di lungo nulla è cambiato.
Dopo la chiamata sullo short “ Oro su Weekly segnale di inversione ” del 12 Marzo e la presa del relativo target, c’è stato un movimento in trading range , infatti l’oro non ne rotto il supporto ne la resistenza.
Dal punto di vista ciclico mi aspetto ancora un gamba rialzista verso un doppio massimo, per poi iniziare a correggere, ma al momento non abbiamo segnali, per cui resto alla finestra, però con una posizione ancora long sulle miniere aurifere.
Gold
I MERCATI PREMIANO LE COMMODITIESBUONGIORNO FOREX DEL 19.04.2022
Si riparte sui mercati dopo le festività pasquali, ma il quadro macro e tecnico sembra non essersi modificato in modo significativo. I mercati continuano a premiare il comparto commodities , con il Ngas in primis che nella giornata di ieri ha toccato gli 8$ , ma seguono il wti che resiste sopra i 100$ , con un rally di 5 giorni consecutivi di rialzi e staziona attualmente a 108$ al barile . Fanno bene anche i metalli preziosi come il gold che dopo un test nella giornata di ieri dei 2000$ ,sembra aver trovato un ottimo supporto sui 1975$/oc.
Giornate di attesa per il comparto equity, che guarda già alla prossima riunione FED in attesa di scoprire tempi e ritmi del QT, e in questa attesa gli operatori sembrano voler dare vita ad un trend nettamente discendente con massimi e minimi decrescenti, e una struttura a mm ribassiste, che ha portato il nasdaq a toccare i 13700 pnt , l’S&P i 4350 pnt. Più stabile il dax che regge la flag partita dai minimi di 13900 del 12 aprime e che ora sostiene i prezzi in una discreta sequenza di minimi superiori, che se breccata a ribasso porterebbe i prezzi nuovamente sui minimi di periodo a 13900 pnt.
Il valutario vede ancora una buona forza di dollaro americano, che ha toccato 101, prima di dare vita a qualche storno ribassista, riflettendosi sulle dinamiche di tutte le majors, che si sono trovate schiacciate sui minimi di periodo.
Eurusd, a ridosso di 1.0775 vede l’83% dei traders retail in posizione long, alla ricerca di un respiro della moneta unica, che dopo la deludente riunione della BCE sembra fare ancora fatica a trovare motivazioni per strutturali respiri rialzisti.
Anche gbpusd ristagna a 1.30 figura, in una struttura grafica molto simile a eurusd, grazie alla fase di dollaro centrismo del mercato, e anche qui l’85% dei traders retail è in posizione long.
Interessante la caduta senza fine dello yen giapponese, che con un mega rally ribassista mantiene in forte sofferenza i traders che vanno alla ricerca di uno storno, con usdjpy a 128.25 di massimo e il 79% dei traders al dettaglio ancora in posizione contrarian short.
Rally rialzista infinito dunque per i cross yen, che vedono chiari eccessi nei sentiment retail senza trovare ancora un respiro degno di questo nome, usdjpy dopo aver rotto i massimi di 127, trova possibili successive aree di resistenza a 135.00 figura, ancora chfjpy è tornato sui massimi di 135.60 e trova le prossime aree di resistenza a 139.00 figura, infine cadjpy con un 93% dei traders in posizione short, dopo aver nuovamente rotto a rialzo le ultime resistenza a 101 figura, trova livelli tecnici interessanti non prima di 106.50.
Tanta strada ancora da poter percorrere dunque, attenzione al posizionamento contrarian, che in una fase del mercato cosi ricca di rally unidirezionali può creare non pochi disagi a chi opera sui mercati.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
COME CREARE UNA STRATEGIA DI TRADING CON L’ANALISI INTERMARKETSalve lettori, questa è un’analisi diversa rispetto alle precedenti.
Mi è stato chiesto innumerevoli volte come fosse possibile applicare l’analisi intermarket dei mercati finanziari al trading, in maniera tale da potersi costruire delle strategie fruttuose; ebbene, oggi vi mostrerò un esempio ideale dove andrò a combinare diversi asset, idee e ragionamenti basati su argomenti di cui ho discusso nel blog e qui su tradingview, incentrati sul mercato obbligazionario; per chi non l’avesse ancora fatto consiglio la lettura delle stesse analisi per avere una piena comprensione dell’argomento che affronterò quest’oggi.
Credo possa essere un modo per rendere più interessanti gli argomenti e il tipo di analisi che tratto, fatemi sapere se apprezzate!
La strategia che tra poco vi illustrerò sarà ideale, ossia non terrà conto dello strumento finanziario da utilizzare per poter operare, non terrà conto degli eventuali finanziamenti di overnight, degli adattamenti di rollover, del rischio, dei drawdown e dell’eventuale leva; è semplicemente un modo per farvi capire come vado a costruirmi una strategia di trading, per cui ciò non è assolutamente da intendere come un consiglio finanziario.
Trovate il video completo di questa analisi sul mio canale youtube al link:
www.youtube.com
Vi consiglio di iscrivervi al canale!
Detto questo, partiamo!
GLI ASSET UTILIZZATI PER LA COSTRUZIONE DELLA STRATEGIA: ORO E RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI
Come ho spiegato nel paragrafo precedente, volevo combinare asset e strumenti di cui avevo già parlato nel blog in maniera da rendervi la panoramica più chiara. Gli asset scelti sono stati:
• ORO (l’asset su cui avverranno le speculazioni in acquisto)
• RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI AMERICANI (l’asset di riferimento a cui applicare una strategia tecnica con lo scopo di avere dei punti di acquisto sul future dell’oro)
LA CORRELAZIONE DEI DUE ASSET FINANZIARI
Al centro della grafica ho tracciato una linea separatoria tratteggiata; il motivo è questo: per applicare questa strategia intermarket è necessaria una forte correlazione tra i due.
Utilizzando un coefficiente di correlazione a 20 periodi possiamo osservare che:
• Prima del 2007 non esiste una vera e propria correlazione, che io ho definito “mista”, per cui risulta difficile costruirci una strategia
• Dopo il 2007 la correlazione venutasi a creare è di tipo inverso, ragion per cui se uno dei due asset si apprezza, l’altro si deprezza; grazie a ciò, è quindi possibile crearsi una strategia
LA STRATEGIA INTERMARKET CON TRE MEDIE MOBILI E CROSS-DOWN
Ho quindi pensato: è possibile applicare al rendimento del decennale americano degli indicatori che mi possano indicare, sul grafico dell’oro, i punti di entrata e di uscita a mercato? Ebbene si. Tre medie mobili:
• Una veloce a 33 periodi (in rosso, che mi indica la tendenza del prezzo nel breve periodo)
• Una intermedia a 66 periodi (in blu, che mi indica la tendenza del prezzo nel medio periodo)
• Una lenta a 99 periodi (in verde, che mi indica il trend di lungo periodo)
Per chi non lo sapesse, cosa sono effettivamente le medie mobili?
Una media mobile è un indicatore matematico costruito su una determinata quantità di dati. Essa tiene conto delle chiusure giornaliere (o settimanali o mensili, a seconda del timeframe scelto) di un dato periodo di tempo generico chiamato “N” di un particolare asset finanziario.
Esempio: una media mobile a 50 periodi non è altro che quella media che tiene conto delle chiusure di prezzo delle ultime 50 sedute.
L’applicazione delle medie mobili è utile per una più facile visualizzazione di una tendenza, al ribasso o al rialzo che sia; le tre da me applicate sul rendimento del decennale americano saranno invece utili per evidenziare un cambio di tendenza, in maniera tale da ricercare un posizionamento in acquisto sull’oro, sfruttando la correlazione inversa di cui ho parlato prima.
La strategia è di facile comprensione: è necessario intercettare un trend ribassista sul prezzo del rendimento del decennale americano; in aiuto arriva la media veloce a 33 periodi: ogni qualvolta essa rompe al ribasso la media mobile intermedia a 66 e successivamente a 99 periodi (fenomeno che io definisco “cross-down”), si acquista oro. Successivamente quando si verifica il “cross-over”, ossia quando la media più veloce a 33 periodi taglia al rialzo le altre due medie mobili più lente, si chiude l’operazione.
I trade ideali saranno eseguiti su un grafico giornaliero.
Ipotizziamo:
• Un investimento da 1000€
• Un reinvestimento di tutto il capitale dopo ogni trade, sia che esso sia terminato in profitto o in perdita
Questi sono i risultati:
• Performance trade: +24.9%
• Durata trade: 9 mesi circa
• Capitale finale: 1240€
• Performance trade: +4.8%
• Durata trade: 6 mesi circa
• Capitale finale: 1299€
• Performance trade: +6.7%
• Durata trade: 3 mesi circa
• Capitale finale: 1386€
• Performance trade: +16%
• Durata trade: 6 mesi circa
• Capitale finale: 1607€
• Performance trade: +11.4%
• Durata trade: 9 mesi circa
• Capitale finale: 1790€
• Performance trade: +9.33%
• Durata trade: 4 mesi circa
• Capitale finale: 1957€
• Performance trade: -5%
• Durata trade: 1 mese circa
• Capitale finale: 1859€
• Performance trade: -5.6%
• Durata trade: 1 mese circa
• Capitale finale: 1755€
• Performance trade: -9.12%
• Durata trade: 1 anno e 3 mesi circa
• Capitale finale: 1595€
• Performance trade: -4.1%
• Durata trade: 3 mesi circa
• Capitale finale: 1530€
• Performance trade: +13.9%
• Durata trade: 8 mesi circa
• Capitale finale: 1743€
• Performance trade: +0.4%
• Durata trade: 5 mesi circa
• Capitale finale: 1750€
• Performance trade: -3.1%
• Durata trade: 1 mese circa
• Capitale finale: 1696€
• Performance trade: -3.2%
• Durata trade: 3 mesi circa
• Capitale finale: 1642€
• Performance trade: +18.2%
• Durata trade: 11 mesi circa
• Capitale finale: 1941€
• Performance trade: +20.33%
• Durata trade: 8 mesi circa
• Capitale finale: 2336€
• Performance trade: -0.6%
• Durata trade: 4 mesi circa
• Capitale finale: 2322€
Le performance ideali ottenute sono state:
• NUMERO TRADE: 17
• TRADE CON GUADAGNI: 10
• TRADE CON PERDITE: 7
• DURATA TOTALE INVESTIMENTO: 14 ANNI CIRCA
• PROFITTO: +132%
Posso concludere dicendo che le performance ideali per un investimento del genere di lungo periodo (14 anni) possono essere degne di nota. Ma ricordate, stiamo parlando di idealità, non di realtà!
CONCLUSIONI
Quella descritta oggi è solo una parte del mio processo, che posso dividere in diversi step:
• L’idea di un investimento nasce dalla conoscenza dell’analisi intermarket: osservando giorno dopo giorno i diversi mercati finanziari e conoscendo (e studiando) le varie correlazioni tra loro, vado a crearmi delle ipotesi ricercando le opportunità che potrebbero essere più vantaggiose.
Esempio: Ho osservato come il rendimento del decennale americano e l’oro siano inversamente correlati, come mostra la grafica sottostante:
Se ottengo un riscontro positivo (come in questo caso) passo alla seconda fase.
• Correlo i due prezzi sul timeframe in cui voglio operare (soprattutto sul giornaliero, ma non disdegno dell’orario) e vedo se la correlazione è forte e attendibile.
• Ipotizzo degli investimenti ideali per capire se ci possa essere un margine di guadagno adatto a soddisfare le mie esigenze (l’esempio mostrato oggi è esattamente questo step). Se esse sono soddisfatte, posso affermare di aver creato la “fase 1” della strategia
Metaforicamente parlando, immaginate che con questa prima parte di processo abbia creato la mia “app”. Sappiamo benissimo come la prima versione di un’applicazione qualsiasi sia spesso difettosa, ed è per questo che deve venire aggiornata. Lo stesso vale per le mie strategie: create esse, man mano vanno perfezionate.
• Cambio quindi i settagli degli indicatori che utilizzo (ad esempio aggiungendone, di tanto in tanto, nuovi) e li testo in maniera tale da trovare quale sia la miglior configurazione per massimizzare il rendimento (nell’esempio ho utilizzato medie mobili a 33, 66 e 99 periodi, ma ciò non mi vieta di aggiungere un’ulteriore media mobile ancora più reattiva a 18 periodi, ad esempio)
• L’analisi intermarket mi permette di sapere quali siano gli altri asset collegati a quelli utilizzati nella strategia (nel mio esempio esso potrebbe essere rappresentato dal dollaro americano dal momento che esso è correlato inversamente all’oro e, in diversi scenari economico finanziari, sia direttamente che inversamente al rendimento del decennale americano) e ciò mi permette di integrare alla stessa un upgrade in più
• La stessa analisi mi permette di creare degli indici di forza relativa capaci di fornirmi svariate informazioni, tra le quali possibili segnali di entrata e uscita a mercato, segnali di debolezza di un trend, di risk-on e risk-off e via dicendo. Un indice di forza relativo che potrebbe permettere alla strategia un’upgrande in più è quello tra l’S&P500 e il settore Utilities:
Questo indice mi da un’idea di quanto rischio c’è sul mercato. Tipicamente, quando il settore utilites sovraperforma il benchmark di riferimento S&P500, si ha il risk-off, condizione in cui l’Oro performa bene, e ciò è dimostrato graficamente dalla correlazione inversa con il metallo prezioso.
Quando considero questo “puzzle” concluso, posso dire di aver creato una vera e propria strategia.
L’IMPORTANZA DELL’ANALISI INTERMARKET E DELLE MIE ANALISI
I diversi punti trattati per la creazione di una mia strategia definiscono l’interesse che nutro per l’analisi intermarket. Non solo mi fornisce delle entrate passive, ma mi rende ricco dal punto di vista culturale, che, permettetemi, non è un qualcosa da sottovalutare; con la speranza che le mie analisi, il mio blog e il mio canale youtube possano arrichire anche voi, vi saluto.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
ANALISI TECNICA, FONDAMENTALE E INTERMARKET OROBuongiorno ragazzi. Era da qualche tempo che non analizzavo una materia prima; oggi ne approfitterò per analizzare l’oro, dal punto di vista tecnico e fondamentale; per quest’ultima analisi sfrutterò un report, quello del World Gold Council.
Troverete il video-analisi completo nel mio canale youtube al link:
www.youtube.com
WORLD GOLD COUNCIL
E’ un’azienda fondata nel 1987 che fornisce dei commenti sul mercato dell’oro. E’ importante conoscere i vari report incentrati sulle diverse materie prime in quanto riescono a fornire una panoramica completa attraverso analisi, grafici e stime di domanda e offerta che aiutano di conseguenza a prendere delle scelte di investimento migliori e più consapevoli.
ANALISI REPORT
Esso è incentrato sul primo trimestre dell’anno (Q1).
• Il metallo prezioso ha guadagnato nel trimestre un +8%, miglior performance trimestrale da Q2 (secondo trimestre) 2020.
• I principali motivi di questo apprezzamento sono un’inflazione fuori controllo e in rapido aumento e i rischi geopolitici derivanti dal conflitto in Ucraina. Tali eventi sono stati tanto forti da oscurare il rialzo dei rendimenti nominali del decennale americano, che vede una correlazione inversa con il metallo prezioso, infatti:
GLI AFFLUSSI SUGLI ETF DELL’ORO A MARZO 2022
Il ruolo dell’oro in qualità di bene rifugio giustifica gli afflussi in ETF avuti in marzo: sono infatti 17 i miliardi di dollari investiti negli stessi panieri.
Considerando gli afflussi sui Trade Exchange Fund regione per regione, Nord America e Europa sono state le mete preferite dagli investitori; al terzo posto troviamo l’Asia.
GLI ETF PREFERITI DAGLI INVESTITORI A MARZO 2022
• NORD AMERICA
SPDR GOLD TRUST: afflussi per 3.9 miliardi di dollari
ISHARES GOLD TRUST: afflussi per 1.2 miliardi di dollari
• EUROPA
ISHARES PHYSICAL GOLD: afflussi per 2,9 miliardi di dollari
INVESCO PHYSICAL GOLD: afflussi per 2.2 miliardi di dollari
COT REPORT
I flussi di capitali possono essere visualizzati nel COT REPORT, che è un report rilasciato dalla CFTC che elenca le partecipazioni (sotto forma di contratti) degli attori dei mercati su diversi futures, tra i quali quelli sull’Oro, quotato al Comex.
Ci concentriamo ora sulle posizioni speculative:
Notiamo innanzitutto come il numero di contratti long aperti dagli speculatori è stato concorde con il rialzo del prezzo e dei volumi, infatti:
• Maggiore è l’interesse nei riguardi di un asset, maggiori saranno i contratti aperti in acquisto per poterci speculare, superiori saranno i volumi di scambio, dimostrati nella grafica dal “golden cross” volumetrico (passaggio della media mobile volumetrica a 10 periodi al di sopra di quella lenta a 50 periodi, segnale rialzista).
Il massimo relativo del prezzo dell’oro raggiunto il 9 marzo a 2080$ è stato coincidente con il massimo relativo toccato dalla media mobile volumetrica a 10 periodi e con i massimi relativi segnati nel COT REPORT, con 275K contratti aperti in acquisto.
Il successivo ritracciamento del prezzo ha seguito le stesse dinamiche: i contratti long sono diminuiti da 275K a 258K e la media mobile volumetrica veloce è passata al di sotto di quella lenta (“death cross”) segnalando un momentaneo respiro da parte del prezzo.
IPOTESI FUTURA SULL’ORO: CHE INDICATORI CONSIDERARE?
Il report suggerisce che i catalizzatori che hanno spinto l’oro al rialzo in Q1 sono stati:
• Tassi di interesse più elevati a causa dell’inflazione in rapido aumento
• Rischio geopolitico inatteso
E’ quindi utile provare a capire se questi catalizzatori possano durare ancora a lungo, in maniera tale da continuare a sostenere il prezzo del metallo prezioso.
QUANTO PUO’ ANCORA DURARE L’INFLAZIONE?
Per provare a far luce su questa tematica dibattuta ormai dallo scorso anno, ci viene in aiuto il mercato obbligazionario, in particolare i tassi di inflazione di pareggio. Questo particolare tasso viene spesso definito anche “tasso di breakeven” e non è altro che la differenza tra il rendimento di un titolo di stato nominale ad una determinata scadenza e lo stesso rendimento dello stesso titolo protetto dall’inflazione.
L’andamento del tasso di pareggio fornisce una stima delle aspettative di inflazione che ha il mercato.
Per fare una stima del tasso di pareggio a 10 anni, sarà sufficiente calcolare la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni nominali e reali; se invece si vuole capire quali sono le aspettative di inflazione a 5 anni è sufficiente operare allo stesso modo utilizzando però i rendimenti dei titoli di stato con scadenza 5 anni.
Come possiamo osservare dalla grafica, entrambi i tassi di pareggio si trovano in un trend fortemente rialzista, sinonimo del fatto che, per il momento, gli investitori continuano a scontare un’alta inflazione nel lungo periodo, in particolare al 3% circa in un arco temporale di 5 anni e al 2.8% in un arco a 10 anni. Finchè quel trend non invertirà, non si può dire che il mercato inizi a scontare un’inflazione più bassa.
Un altro modo per calcolare le aspettative di inflazione è crearci un indice di forza relativa tra l’ETF sulle obbligazioni coperte dall’inflazione (TIP) e l’ETF che replica l’andamento dei titoli di stato nominali con scadenze tra i 7 e i 10 anni (IEF):
Se le obbligazioni con rendimento reale (TIP) vanno a sovraperformare quelle a rendimento nominale (IEF) significa sostanzialmente che le aspettative di inflazione crescono; perché? Perché altrimenti gli investitori non andrebbero ad acquistare più obbligazioni coperte dall’inflazione se l’aspettativa futura di un’alta inflazione non esistesse, preferendole a quelle nominali, non coperte dal CPI; si sarebbe magari assistito ad una lateralizzazione dell’indice di forza, ma non ad un trend così fortemente rialzista.
Se queste condizioni persistessero, quali potrebbero essere le performance dell’oro?
Le performance potrebbero essere buone dal momento che il metallo prezioso, sul lungo periodo, è correlato positivamente con le aspettative di inflazione.
IL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA E’ STATO SCONTATO DAI MERCATI?
Il conflitto, a parer mio, non è stato del tutto scontato. Vi mostrerò ora dei grafici che mi fanno capire ciò:
• LE AZIENDE DEL SETTORE DELLA DIFESA/MILITARE CONTINUANO A SOVRAPERFORMARE I BENCHMARK DI RIFERIMENTO S&P500 E SETTORE INDUSTRIALE
Avevo creato un indice del settore della difesa come termometro di “sentiment”, considerandolo come bene rifugio. Il motivo di questa funzione era dettata dal fatto che gli investitori avessero acquistato grosse quantità di azioni delle aziende facenti parte dello stesso indice (Lockeed Martin, Northrop Grumman, General Dynamics, L3harris Technologies e Raytheon Technologies) come copertura dal conflitto. Il mio ragionamento si basa sul fatto che se esse sono state acquistate in passato come bene rifugio, verranno poi rivendute o comunque gli investitori porteranno a casa i profitti quando il conflitto verrà digerito. Questo è accaduto? Direi di no, dal momento che i due indici di forza nella grafica dimostrano che lo stesso settore della difesa continua a sovraperformare i due benchmark di riferimento S&P500 e settore industriale.
Da notare come il movimento dell’oro sia stato piuttosto correlato positivamente in quest’ultimo periodo:
LA MIA VISIONE SULL’ORO
La mia visione sull’oro, in questo momento, è rialzista. I fondamentali che mi permettono di affermare ciò sono seguenti.
• CORRELAZIONE CON GLI INDICI DI FORZA TRA S&P500 E SETTORI DIFENSIVI
Nella grafica possiamo osservare la correlazione del metallo prezioso con i due indici di forza tra S&P500 e settore XLP (settore dei beni di prima necessità) ed S&P500 e settore XLU (settore utilities); vi ho evidenziato delle situazioni chiave attraverso dei canali discendenti negli indici di forza e canali ascendenti nell’Oro: tipicamente, quando i settori difensivi vanno a sovraperformare il bechmark di riferimento (in quanto XLU e XLP sono difensivi, appunto), l’oro tende a registrare performance positive. Questo è probabilmente legato a delle condizioni di risk-off: è infatti in questi particolari scenari che i settori difensivi vanno a sovraperformare il loro bechmark di riferimento, e l’oro di per sé è l’asset per eccellenza che restituisce grandi prestazioni negli stessi scenari finanziari.
La domanda è: quanto può ancora continuare la forza dei settori difensivi dell’S&P500?
Questo è difficile dirlo. Proviamo però a fare una stima, correlando due elementi: l’inversione della curva dei rendimenti e l’indice di forza tra S&P500 e settore Utilities:
Questa grafica mostra come l’indice di forza relativo sia stato (negli ultimi 20 anni) anticipatore dell’inversione della curva dei rendimenti; tale evento si è verificato nell’inversione del 2006, del 2019 e di qualche giorno fa; non si è verificato invece per la bolla di Internet. Ricordo che dopo l’inversione della curva dei rendimenti si è sempre verificata una recessione; succederà anche stavolta? E’ possibile, visti i dati macroeconomici in rallentamento, la stessa inversione della curva e l’aumento spropositato delle materie prime (seguite da un inflazione a massimi pluriennali). Se si verificasse l’evento di una recessione, l’oro sarebbe sicuramente tra gli asset preferiti dagli investitori per il ruolo di bene rifugio.
Che performance ha avuto l’oro dopo l’inversione della curva dei rendimenti?
Ha sempre avuto delle performance positive nel medio e lungo periodo, come è ben mostrato in questa grafica, in cui lo spread utilizzato è stato riassestato al settore ciclico dell’S&P500, ossia quello dei beni discrezionali. Assieme ad esso, ho condiviso anche le buone performance avute dall’azienda Barrick Gold e dalle obbligazioni protette dall’inflazione.
ANALISI TECNICA E PARTICOLARITA’ SUL COT REPORT
Il prezzo, da fine gennaio, è riuscito (per gli eventi già discussi nei paragrafi precedenti) a segnare in poco più di un mese una grande performance dal +16.63%. Tale rialzo è stato accompagnato dal grande afflusso di capitali di cui abbiamo discusso nei paragrafi precedenti e dal rialzo dei volumi, evidenziati nel grafico dalla “golden cross volumetrica”, ossia dal passaggio della media mobile volumetrica veloce al di sopra di quella lenta (veloce a 10 periodi e lenta a 50). Un segnale di questo tipo mi dà conferma del cambiamento di sentiment da parte degli investitori.
La forza del prezzo è testimoniata anche dalla distanza tra la media mobile a 50 periodi e quella a 200: maggiore è la distanza tra una media veloce e una lenta, maggiore sarà la forza di un trend (in questo caso rialzista dal momento che la media veloce sta al di sopra di quella lenta).
Il prezzo, dal 10 marzo, ha ritracciato rimbalzando sul ritracciamento di Fibonacci 61.8 e sulla struttura a 1910$ che a parer mio è il supporto più importante nel breve periodo, formato dal massimo relativo di giugno 2021.
Il prezzo sta ora comprimendo, con un relativo abbassamento di volumi denotato dalla “death cross volumetrica”, che evidenzia il fatto che gli operatori abbiano per il momento arrestato la corsa.
Se l’oro riuscisse a rompere al ribasso la media a 50 periodi, il supporto a 1910$ e il ritracciamento di Fibonacci 61.8 è probabile che si incanalerà tra la struttura a 1910$ e quella a 1750$.
Ora vi mostrerò una particolarità sul COT REPORT:
Ogni qualvolta il trend del numero di contratti ha incontrato la soglia dei 165mila, il prezzo ha creato un impulso rialzista. Ciò è accaduto sei volte tra il 2021 e il 2022: aprile, maggio, luglio, agosto e ottobre 2021 e febbraio 2022. Questa è quindi un ulteriore struttura che prossimamente andrò a considerare, dal momento che il prezzo, in sua corrispondenza, ha sempre reagito.
Tutti questi non sono da considerare consigli finanziari. E’ la visione di un grande appassionato dei mercati finanziari.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
Gold - ancora lateralitàDopo i massimi raggiunti a 2.070 il gold ha iniziato un movimento correttivo verso i supporti 1.890$/oz. Qui si sono formati due minimi che potrebbero indicare un buon livello da cui tentare ulteriori allunghi. Se dovesse fallire il recupero dei 1.950$/oz si potrebbe invece testare il supporto dei 1.850$/oz.
Oro ad un bivioL'oro nelle ultime settimane è stato testimone di una lotta tra i venditori nel mercato dei futures, da parte di trader tecnici che usano quindi la leva finanziaria e spesso con posizioni a breve termine, e compratori di oro fisico che investono più nel lungo termine allo scopo di proteggere i loro portafogli di investimento. SI è visto infatti un forte incremento delle posizioni di lungo termine nel mercato degli ETF appunto coperti da oro fisico. Dal punto di vista tecnico il primo supporto chiave si trova nell'area $1.890-$1.900 mentre per modificare l'attuale tendenza, è necessaria un ritorno sopra $1.950.
In particolare, i motivi dell'acquisto da parte degli investitori, sono le preoccupazioni per le prospettive di crescita dell'inflazione in modo incontrollato per un periodo prolungato E questo costringerebbe la Fed a rialzare i tassi molto più velocemente di quanto previsto esponendosi tuttavia a commettere un grave errore politico.
L'oro conferma lo short e la debolezzaL'operazione indicata sul gold 3 settimane fa con la chiamata ribassista si sta confermando. Allego il grafico originale del 13 Marzo.
Oggi il prezzo è andato ad appoggiarsi nuovamente sull'area supportiva, il set up degli indicatori si sta indebolendo.
Visto la situazione si può restate ancora aperti con stop ben in gain.
Analisi domenica 27 marzo 2022Gbp usd: trend settimanale ancora ribassista. Il cambio si è mosso sopra un range importante e la tenuta di 1,3090 su base settimanale indica una leggera forza rialzista. Seguire evoluzione del prezzo in h4 per eventuali strappi a rialzo sopra ,13270.
Oro: confermata la price action della scorsa settimana. 1950 era il target rialzista a mio avviso importante. L’evoluzione in h4 dei minimi creati a 1930 ha permesso un rialzo di 20 dollari del prezzo a rialzo andando a chiudere verso 1958 formando un massimo su 1965. Il trend fino a che rimane sopra 1887\1877 area rimane ancora rialzista di medio termine.
Yen: moneta attualmente venduta su tutto e contro tutto. Stare fermi per eccesso di movimenti.
Eur jpy: eur jpy dopo aver macinato 1000 punti a rialzo ha chiuso sotto due livelli weekly a 134,70/134,10. Sicuramente non indica debolezza ma la possibilità di una necessità di mercato di andare a fare un rintracciamento che potrebbe arrivare fino a 131,90 area. Da qui valutare eventuali long.
Cad jpy. Dopo lo strappo rialzista a 91,20 posizionamento precedente ha toccato quasi il 98. Da qui eventuali target di ultimo movimento fino a 99 per poi potenzialmente rintracciare fino a 94,20
Gbp jpy: Target settimanale del movimento a 161 si è mosso in maniera pressocché perfettamente tecnica. Eventuali movimenti a rialzo prima verso 163,80 area, 167,30/168,11. Rintracciamenti possibili in area 158,20.
aud Jpy: movimento rialzista senza rintracciamento fino a 92. Eventuali rintracciamenti di prezzo a 86. sopra abbiamo ancora 93,90/96,10.
nzd jpy: toccato il massimo di 85,22. Eventuali rialzi fino a 85,70/ 86,40/87. rintracciamenti a 82,50 figura fino a 81,50/60.
USD Cad: continua fase laterale di compressione di prezzo tra 1,2960 1,2470. Ultimo questo livello per vedere approfondimenti verso 1,2280\90 a ribasso.
Eur aud: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Eur nzd: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Eur cad: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Gbp aud: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Gbp nzd: seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Eur gbp: trend di medio periodo decisamente ribassista sul settimanale. Finché il prezzo si trova sotto 0,8470 indicati più gli short che i long. seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Nzd usd: trend iniziato il 28 gennaio ancora in fase rialzista. Ulteriori approfondimenti rialzisti fino a 0,7040 / 0,7170. seguire price action in h4 su livelli giornalieri.
Aud Usd: analogo al kiwi. seguire price action in h4 su livelli giornalieri. Resistenze 0,7550/0,7670.
eur cad: orientato verso 1,3440.
Sp rialzista con target verso i massimi. Approdi fino a 4590/4750/4815. sotto 4450 riprendono gli short.
GOLD (XAU/USD) - Momento di incertezzaIl time frame settimanale del mercato del GOLD (XAU/USD) mostra come è ripartito un trend rialzista da fine Marzo 2021 sino a raggiungere gli stessi livelli massimi di prezzo della settimana del 4 Agosto 2020.
Questa fase rialzista si è rafforzata dopo il break out al rialzo di un triangolo di movimento rappresentato in figura dalle due trend line dinamiche: la più bassa di supporto mentre la più alta di resistenza.
Il break out al rialzo è avvenuto lo scorso 14 Febbraio dando vita ad un impulso rialzista molto più forte e volatile.
Nella settimana del 7 Marzo 2022 il mercato ha raggiunto un'area di resistenza (rettangolo rosso in figura) che lo ha portato a scendere per alcune giornate formando una candela settimanale pin bar reversal; pattern confermato la settimana successiva con la continuazione del ribasso e la rottura del minimo della pin bar stessa.
Ora il mercato sembra leggermente recuperare anche se debole e voler dunque proseguire con una fase di lateralità o comunque con un movimento lateral rialzista.
Se andiamo a misurare il ritracciamento di Fibonacci dalla partenza del trend sino al massimo raggiunto la settimana del 7 Marzo 2022 notiamo come il mercato si è attualmente arrestato sul primo livello di ritracciamento 38,2% ma ci possono essere le condizioni per vederlo a livelli di prezzo più bassi ovvero raggiungere l'area di domanda/supporto rappresentata dal rettangolo verde in figura sino a ritestare la trend line di supporto.
Quanto sopra esposto non è un consiglio finanziario ma la nostra view basata sulla strategia PCTS/PFTS.
Buon trading!
CREARE UN INDICE DI FORZA PER PREVEDERE UN SEGNALE DI RECESSIONEBuongiorno ragazzi.
L’obiettivo di questa analisi è quello di costruire un indice di forza relativa capace di anticipare un segnale di recessione, ottenuto combinando tra loro mercato azionario e obbligazionario. Spiegherò passo passo i ragionamenti compiuti sperando di essere il più chiaro possibile.
Sul mio canale youtube ho condiviso un video-guida che tratta lo stesso argomento, al link:
www.youtube.com
Buona lettura!
RISCHIO=RENDIMENTO
Come ho spiegato nella mia analisi riguardante i ratings assegnati ai vari Stati Europei che trovate al link:
spiegavo come uno Stato si finanzi attraverso l’emissione dei titoli di stato. Ricordate come sono definiti?
Un titolo di Stato è un’obbligazione, ossia un titolo di credito che conferisce ad un investitore che lo acquista il diritto a ricevere, alla scadenza del titolo stesso, il rimborso della somma versata più una remunerazione, ossia un interesse.
In base alla capacità di uno Stato di onorare le obbligazioni assunte, esso riceve un determinato rating.
Più il rating assegnato è basso, maggiore sarà l’interesse riconosciuto. Questo perché? La risposta è semplice; immaginiamo che un investitore decida di finanziare uno Stato in rischio default (con un rating C), esponendosi così ad un rischio molto alto; il problema nasce dal momento che lo stesso potrebbe non riuscire a restituire la somma ad esso “prestata” più l’onere. Secondo voi, in una condizione del genere, un investitore si accontenterebbe di un interesse basso? Assolutamente no. Che senso avrebbe per lui rischiare una simile esposizione senza avere un grande incentivo? Assolutamente nessuno.
Questo è il motivo per cui il decennale russo, ad ora, rende il 13% circa (rating C).
Cosa ne conviene da tutto ciò che ho scritto finora? Che in campo obbligazionario un interesse (o rendimento) indica il grado di rischio a cui un investitore si espone, per cui:
RISCHIO =RENDIMENTO
LA CURVA DEI RENDIMENTI
Un paese emette diversi titoli di stato a diversa scadenza. Grazie ad essi è possibile costruire la famosa “curva dei rendimenti”, che non è altro che la rappresentazione grafica della relazione fra le varie scadenze dei diversi titoli di Stato e i relativi rendimenti.
Pensandoci bene, credo che questa curva, che fra poco vi mostrerò, sia uno degli indicatori più importanti nel mondo della finanza (e del trading). Perché? Perché saperla leggere aiuta noi traders a capire quali sono le aspettative degli investitori verso l’economia di un determinato Paese. Questo perché? Perché essa assume delle particolari forme in base al periodo economico (ripresa ed espansione economica, rallentamento economico e recessione) in cui viene calcolata.
RIPRESA/ESPANSIONE ECONOMICA
Questo particolare scenario economico segue un periodo di recessione; l’ultimo esempio l’abbiamo avuto da marzo 2020 a maggio/giugno 2021 circa.
Osservando la curva dei rendimenti costruita in quel periodo e immaginando di non conoscere per quale Paese essa sia stata costruita, possiamo essere in grado di capire lo stato di salute di quell’economia? Si. Ora vi mostrerò come:
Ogni qualvolta un paese si trova in ripresa/espansione economica, la curva dei rendimenti è inclinata positivamente, situazione definita dagli americani “steepening”; i rendimenti dei titoli di stato sono via via crescenti man mano che ci si avvicina a scadenze sempre più spostate nel tempo. Vi mostro ora due curve dei rendimenti inclinate positivamente, costruite dopo le recessioni del 2008 e del 2020:
Perché in questo particolare scenario economico la curva assume questa forma?
Lo scenario economico di ripresa ed espansione è caratterizzato da un clima di risk-on dei mercati. Cosa significa questo? Che gli investitori vanno a posizionarsi su asset finanziari ad alto rischio (come azioni, crypto e materie prime) poiché il rendimento che potrebbero ricevere da tali investimenti sarebbe più alto rispetto a quello che avrebbero ricevuto qualora avessero deciso di investire in titoli di stato, sicuramente con dei rischi più bassi, ma appunto meno convenienti. Il comportamento degli investitori si riflette così nella forma della curva: essi scaricano obbligazioni a tutte le scadenze (da pochi mesi a 30 anni) e, per il rapporto inverso che esiste tra obbligazioni e relativi rendimenti, vanno a imprimere la tipica pendenza positiva alla curva (vendono tutte le scadenze, fanno rialzare tutti i rendimenti).
• Un modo alternativo per capire che tale forma definisce un periodo di ripresa/espansione economica è controllare le scadenze brevi, soprattutto la scadenza a 2 anni. Tale scadenza è influenzata dalle scelte di politica monetaria della banca centrale: se le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse sale, tipicamente il rendimento del titolo a 2 anni sale. Possiamo affermare con certezza ciò vista la grande correlazione che lega questi ultimi due elementi:
In questi particolari scenari economici, una banca centrale va’ ad abbassare i tassi a zero per favorire la ripresa e la crescita e, per il rapporto diretto appena osservato per via grafica, a bassi tassi di interesse appartengono bassi rendimenti, e da qui si può spiegare quindi il fatto che i rendimenti della parte a scadenze brevi della curva rendono molto meno rispetto alle altre scadenze.
Per l’equazione RENDIMENTO=RISCHIO, possiamo affermare che quindi è più rischioso detenere titoli di Stato a lunga scadenza che non a breve scadenza. Perché? Perché è sicuramente più facile prevedere lo stato di salute dell’economia di un Paese per il breve periodo che non per il lungo.
RALLENTAMENTO ECONOMICO
Un’economia si riprende, si espande e successivamente raggiunge un picco, da cui successivamente inizia a rallentare: a questo scenario economico appartiene una curva dei rendimenti piatta (quando i rendimenti dei vari titoli di stato iniziano ad avvicinarsi tra loro in valore percentuale). L’esempio che vi riporterò è quella costruita venerdì 18 marzo 2022:
Ora vi confronterò la curva appena costruita con la curva di maggio 2021, che coincideva con lo scenario di ripresa/espansione economica. Vedete le grandi differenze?
L’appiattimento della curva dei rendimenti avviene fondamentalmente a causa di due motivi: scelte di politica monetaria e alta inflazione. Ora mi spiegherò meglio.
Uno scenario economico di ripresa ed espansione trascina con sé l’inflazione. Perché questo accade?
Perché nello stesso scenario la domanda di beni, da parte di industrie, privati e cittadini aumenta. Per la legge della domanda e dell’offerta, più un bene è richiesto e più tipicamente il suo prezzo aumenta. Da questo scaturisce il fatto che quando un’economia si è ripresa in maniera stabile, i valori di inflazione sono al di sopra dell’obiettivo della banca centrale, ossia al di sopra del 2%. Cosa accade quindi? Che per andare a calmierare l’inflazione per evitare un surriscaldamento eccessivo, la banca centrale alza i tassi di interesse.
Osserviamo ora la grafica di sopra:
• Una politica monetaria più aggressiva o “hawkish” va a riflettersi nella parte a scadenze brevi della curva, in particolare nel titolo a 2 anni. Questo perché? Riflettiamo assieme.
Immaginiamo di acquistare un titolo di stato a 2 anni, con un rendimento all’ 1.7% circa (a titolo di esempio chiaramente). Ammettendo che l’inflazione superi il 2%, che senso ha per un investitore acquistare obbligazioni a quella scadenza se l’interesse attraverso il quale andrebbero a guadagnare verrebbe completamente eroso dall’inflazione? Non avrebbe alcun senso, tant’è che si assiste ad uno scenario di sell-off e, per il rapporto inverso tra obbligazioni e rendimenti, più esse vengono vendute, più il rendimento sale, dando la forma rialzata alla parte breve.
Perché invece la parte a scadenze più spostate nel futuro (dai 10 a 30 anni) va ad appiattirsi?
• Un rialzo dei tassi di interesse, idealmente parlando, andrebbe a calmierare l’inflazione nel lungo periodo. Gli investitori, scontando questo, vanno quindi a riposizionarsi su titoli di stato a più lunga scadenza e, per il rapporto inverso tra obbligazioni e rendimenti, più titoli di stato vengono comprati, più il loro rendimento andrebbe a calare, dando la tipica forma piatta. Con un’inflazione regolata, infatti, la loro cedola non verrebbe erosa dall’inflazione, cosa che invece succederebbe per i titoli a 2 anni.
Quindi, per il rapporto RENDIMENTO=RISCHIO, possiamo affermare che il rischio al quale si espone un investitore è uguale sia che si esponga su titoli a breve scadenza che su quelli a lunga scadenza; questo particolare scenario non rappresenta chiaramente la normalità in quanto, come abbiamo visto prima, è più rischioso prestare dei soldi sotto forma di acquisto in obbligazioni per 10,20 o 30 anni (in quanto è difficile prevedere lo stato di salute economico dopo 10,20 o 30 anni) che per 1 o 2 anni.
Vi rilascio una grafica in cui vado a visualizzarvi il rapporto esistente tra ripresa/espansione economica, surriscaldamento inflazionistico e successivo rialzo dei tassi di interesse:
RECESSIONE
Arriviamo dunque alla recessione. Questo particolare scenario è sempre anticipato da un’inversione della curva dei rendimenti; si ha questa particolare forma quando gli stessi sulle brevi scadenze hanno un rendimento più alto rispetto a quelli sulle lunghe scadenze. Perché?
Riflettiamo assieme:
Se i rendimenti delle scadenze brevi (a 1,2,3 e 5 anni) sono più alti rispetto alle scadenze lunghe, significa sostanzialmente che gli investitori vendono obbligazioni a bassa scadenza (facendo quindi aumentare i relativi rendimenti) e comprano le stesse a lunga scadenza (facendo quindi abbassare i relativi rendimenti). Che senso avrebbe ciò? Vendono obbligazioni a breve termine quando, nello stesso arco temporale, non hanno una buona visione dell’economia (chi è che compra i titoli di stato di un Paese che potrebbe nei prossimi tempi trovarsi in recessione economica?) mentre vanno a comprare le obbligazioni a lunga scadenza in quanto scontano il fatto che poi in futuro (in un futuro a 10,20 e 30 anni), dopo l’intervento delle banche centrali (con interventi di politica monetaria come il quantitative easing) l’economia sarà migliorata.
Il rapporto RENDIMENTO=RISCHIO dà quindi l’immediata informazione che un’economia è sull’orlo di una recessione; ricordate: in condizioni normali, un rendimento è tanto più alto quanto maggiore è il tempo in cui si prestano dei soldi sotto forma di acquisto in obbligazioni.
SPREAD TRA I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI E A 2 ANNI
Calcolare lo spread tra i rendimenti sopraccitati è un modo più veloce di visualizzare l’inclinazione della curva, infatti:
Più esso si contrae (ossia inizia a creare un trend ribassista), più i rendimenti dei titoli a 10 anni e 2 anni si avvicinano tra loro in valor percentuale e più la curva si appiattisce. Più lo spread si dilata, più i rendimenti a 10 anni e 2 anni si allontanano in valore percentuale e più la curva si innalza.
Quando si è prossimi a una recessione, invece, lo spread scende al di sotto dello 0% (ciò matematicamente significa che i rendimenti a 2 anni hanno valori percentuali più alti rispetto a quelli a 10 anni e quindi, essendo i rendimenti a due anni il sottraendo mentre quelli a 10 anni il minuendo, si ottiene come differenza un numero percentuale negativo).
Vediamo una grafica in cui cerco di spiegare il tutto:
COME I TASSI DI INTERESSE INFLUENZANO LO SPREAD
Il 16 marzo, dopo diversi anni di tassi di interessi fermi allo 0.25%, la Federal Reserve ha deciso che era giunto il momento di agire andando a rialzarli, per andare a calmierare un’inflazione spintasi oltre i 7 punti percentuali. Se andassimo a correlare l’aumento dei tassi con lo spread, ci accorgeremo di un fatto peculiare: ogni qualvolta essi hanno subito un ciclo di rialzi, la curva ha successivamente invertito e in media, dopo 10/17 mesi, si è scatenata una recessione. Vi condividerò ora una grafica per farvi visualizzare il tutto:
COME “RIASSESTARE” LO SPREAD IN MODO DA OTTENERE ULTERIORI INFORMAZIONI
Come abbiamo visto pocanzi, lo spread non è ancora sceso al di sotto dello 0%, ragion per cui non possiamo affermare di essere di fronte alla possibilità di una recessione. Tuttavia, mi chiedevo come potessi “riassestare” lo spread in maniera tale da renderlo ancora più “reattivo” e “completo”, ed è così che sono giunto a questo ragionamento: nell’espressione US10Y-US02Y, posso introdurre una componente azionaria?
E’ vero che il mondo obbligazionario è l’asset class che meglio risponde alle dinamiche di cambio di cicli economici, ma è anche vero che gli stessi settori azionari hanno determinate performance a seconda del ciclo economico in cui si trovano; da qui l’idea:” qual è il settore dell’S&P500 più vicino all’economia? Chiaramente il settore ciclico. Per chi non lo sapesse, un settore è definito ciclico quando esso è dipendente dalle condizioni economiche. Qual è il settore ciclico dell’S&P500? Quello dei beni discrezionali (ticker XLY), al cui etf appartengono aziende che tendono a performare bene in periodi di ripresa ed espansione economica e a performare male in condizioni meno favorevoli (rallentamento economico, recessioni e, volendoci spingere oltre, depressioni).
A questo settore appartengono aziende quali:
Amazon (internet al dettaglio)
Tesla (automobili)
Ford (automobili)
Home Depot (vendita al dettaglio, catena di prodotti domestici)
Etsy (internet al dettaglio)
Sono tutte quelle aziende che tipicamente segnano delle trimestrali positive quando noi cittadini siamo più propensi a spendere, ossia in uno scenario di ripresa ed espansione economica.
Perché ho voluto introdurre nell’espressione questo settore azionario? Perché esso, come il mondo obbligazionario, è il settore che più risponde ai cambi di cicli economici.
Ho quindi impostato l’espressione:
((US10Y-US02Y))/XLY = SPREAD RIASSESTATO
Lo spread ha questo tipo di andamento:
Per poter capire le differenze rispetto allo spread precedente, cercherò di sovrapporlo allo stesso:
Possiamo notare come dal 1999 al 2009 gli stessi abbiano avuto pressoché le stesse fluttuazioni. La musica cambia dal 2009 ad oggi: lo spread con la componente azionaria si dimostra più dinamico, andando a staccarsi in maniera sensibile da quello con la componente unicamente obbligazionaria, anticipando dei segnali di recessione. E’ accaduto nel 2019 e, come potete osservare, anche qualche giorno fa. Ogni qualvolta lo spread riassestato ha infranto al ribasso la barriera dello 0%, è stata recessione. Ora siamo al valore di 0.001%. Sarà recessione?
QUALI SONO I MIGLIORI ASSET QUANDO LO SPREAD SCENDE AL DI SOTTO DELLO 0%?
Come conclusione vorrei condividervi alcuni asset che tendono ad avere delle performance positive ogni qualvolta lo spread scende al sotto dello 0%.
Vi ho condiviso 3 asset:
• Una materia prima, l’oro
• Un’azienda, Barrick Gold
• Un etf di buoni del tesoro degli Stati Uniti protetti dall’inflazione
Vi vorrei far osservare delle particolarità: ogni qualvolta lo spread è sceso al di sotto dello 0%, l’Oro ha creato degli impulsi rialzisti durati anni. Perché? Perché lo stesso, essendo il bene rifugio per eccellenza, va ad apprezzarsi in periodi di risk-off, tipici di una recessione; la scelta di Barrick Gold deriva dalla correlazione positiva con lo stesso metallo prezioso, essendo essa la società più grande del mondo di estrazione della stessa materia prima. Stessa cosa per quanto riguarda i TIPS, ossia i buoni del tesoro degli Stati Uniti. Vi rilascio in basso le varie correlazioni tra i tre asset:
Spero questa analisi vi sia utile.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
ANCORA VENDITE di YENBUONGIORNO FOREX DEL 24.03.2022
Rallenta la sua corsa il mercato equity mondiale, che nella giornata di ieri ha visto una buona fase di consolidamento, con un leggero storno che trova già nelle prime ore di questo 24 marzo nuovi acquisti, l’S&P che ieri ha toccato area 4445pnt , cosi come il Nasdaq che ha trovato nei 14450pnt il suo supporto giornaliero, sembrano tuttavia necessitare di ulteriori approfondimenti ribassisti , che troveranno conferma solo nei break out dei supporti citati.
Tornano gli acquisti sul petrolio, che recupera i 116$ al barile con una nuova spinta rialzista in vista dell’accordo USA-EUROPA ,che dovrebbe essere ratificata venerdi, sulle nuove forniture di petrolio e gas americano, che consentirebbero al vecchio continente di tagliare la dipendenza dalle risorse russe.
Con il petrolio l’intero comparto energy trova nuova spinta rialzista, basti notare il Ngas, che ieri ha toccato i massimi di 5.30$ e che dopo gli storni visti in serata, sembra pronto a nuovi allunghi rialzisti.
Il gold attacca la parte alta del range che lo vede prigioniero nelle ultime sedute, compreso tra 1950$ e 1900$, il break out delle aree di resistenza potrebbe dettare ulteriori allunghi rialzisti fino alle aree di 1975$/oc.
Il vero protagonista di questi giorni sembra essere il valutario con lo yen in caduta libera.
Anche ieri, seppur la giornata di contrattazione non abbia mostrato un sentiment di risk on cosi palese , lo yen giapponese ha continuato la sua corsa a ribasso, trainando ancora una volta tutti i cross su nuovi massimi di periodo.
Il sentiment retail sul basket yen resta sostenuto, long al 93%, cosi come usdjpy che vede il 94% dei traders retail in posizione short , con il cambio oramai giunto alle aree di 121.75, da qui ulteriori estensioni rialziste lo porterebbero a 124.00 figura in primis e 125.75 poi, massimi del 2014
Ancora fortissimi tutti i cross uen, che dopo un timido tentativo di storno hanno rapidamente recuperato le aree di open di ieri, e puntano gia in queste prime ore al test dei massimi di ieri, con eurjpy alle porte di 133.90, gbp jpy a160.75 prossimo ai massimi di 161.10.
I sentiment contrarian restano percentualmente sostenuti, ma i nuovi allunghi rialzisti dei prezzi, non mostrano nuovo interesse contrarian da parte dei retail, che non incrementano ulteriormente le loro posizioni short, in calo da ieri.
Sarebbe pertanto auspicabile il concretizzarsi di spike rialzisti oltre i massimi di ieri, con relativi riassorbimenti, che potrebbero confermare la fine di un trend lunghissimo contro lo yen giapponese.
Restano infine da monitorare le oceaniche con il dollaro australiano che ancora ieri ha visto ulteriori rialzi in linea con il sentiment delle mani forti espresso dal cot report, portando audusd alle porte di 0.7510, ma anche in questo caso non posiiamo non notare che il sentiment contrairo dei traders retail attualmente short all’89% inizia a vacillare, non trovando piu corrispondenza tra i nuovi massimi di prezzo e nuovi ingressi contrarian short, segno che probabilmente inizia ad essere giunto a maturazione , almeno per il breve periodo, il rally rialzista dell’Aussi.
Restiamo pertanto vigili sui mercati, che non hanno appuntamenti di estremo rilievo nel calendario economico di oggi.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
GOLD, a che punto siamo?Siamo al punto che : l’annuale si è chiuso, ma senza raggiungere il 50% .
Non che non abbiamo fatto il nostro guadagno eh, però il 50% sarebbe stato migliore anche per un altro motivo, ovvero avremmo potuto già parlare di ripartenza ciclica ad un buon livello di prezzo, invece adesso ci troviamo un po’ nel vuoto e nell’indecisione.
Sul semestrale siamo ancora in discesa dalla B1 alla A1, ma chi fosse ancora short sul gold dovrebbe stare attento, adesso siamo contro tempo sul ciclo superiore; possiamo ancora raggiungere il 50%? Sì. Troveremo in H4 un segnale buy a breve? Lo escluderei, non siamo in un livello del prezzo che ci permetterà a breve di ricevere un segnale chiaro. Quale sarebbe il movimento ideale?
Il movimento ideale del gold sarebbe che il prezzo raggiungesse il 78.6% a 1750 in A1 semestrale, avremmo tempo e prezzo dalla nostra parte, probabilmente verrebbe inserito un segnale Buy sull’MCS e allora lì sarebbero di nuovo c***i amari per il Gold. 😉
Per adesso possiamo solo attendere …quel verbo che alcuni trader odiano, ma che molti di voi hanno iniziato a rispettare e capirne l’importanza per far sì di entrare al momento giusto e al prezzo giusto.
Le pagine di questo sito non costituiscono servizio di consulenza finanziaria né sollecitazione al pubblico risparmio. Poiché le indicazioni riportate vengono fornite come semplici spunti di riflessione, si declina qualsiasi tipo di responsabilità, a carico dello staff TheCyclicalTrading, per le eventuali conseguenze negative che dovessero derivare da una operatività fondata sulla loro osservanza.
I MERCATI HANNO PAURA DEI FALCHIBUONGIORNO FOREX DEL 22.03.2022
Sembra calare la volatilità in questo avvio di settimana, complice anche un calendario macroeconomico scarno, che suggerisce poco agli investitori. A fare da market driver ieri le parole di Powell che ancora una volta si è dimostrato pronto, almeno nella dialettica, a politiche economiche più aggressive, là dove le condizioni lo dovessero richiedere.
L’obbiettivo numero uno della banca centrale americana resta la lotta all’inflazione, che oramai è chiaramente oltre i le soglie limiti e che desta non poche preoccupazioni, ciò non ostante la Fed ha rialzato i tassi di interesse nell’ultima riunione del 16 Marzo di soli 25BP, ma come ha ribadito ieri sera Powell, è pronta ad incrementi anche di 50Bp nelle prossime riunioni se le condizioni dovessero richiederlo, anche grazie alla fiducia nella congiuntura macro economica del paese, che a dire di Powell è bel lontana dal temere recessioni.
Molti operatori stanno ponendo la loro attenzione al comparto obbligazionario e ad un appiattimento della curva dei rendimenti tra 2, 10 e 30 anni, segno spesso di prossime fasi di contrazione dell’economia, ma ieri Powell ha chiaramente detto che è si un indicatore questo seguito dalla Fed, ma di maggiore attenzione è la curva di brevissimo , ovvero i rendimenti del 3 mesi e 18 mesi, quindi in orizzonti temporali entro il 2 anni, che al momento non danno il minimo segno di flessione.
Per il capo della Fed dunque non c’è da preoccuparsi, l’economia è robusta e può sopportare una politica più restrittiva senza timori di recessioni o stagflazioni, e questa sua ferma convinzione ha dato credito a possibili future scelte da Falco da parte della Fed intimorendo i mercati, che nella giornata di ieri hanno rapidamente testato i minimi di venerdi, per poi chiudere leggermente sotto la parità.
Ovvia la risposta del dollaro americano, che ha immediatamente preso forza in un rally che lo riporta verso i massimi di periodo a 99.00 pronto ad espansioni fino 99.20.
Ma se in America si respira aria di ottimismo e sono pronti ad una lotta all’inflazione, nel vecchio continente è tutt’altra la storia che si racconta, ieri la Lagarde ha affermato che Europa ed America sono attualmente due universi diversi, che vivono condizioni macroeconomiche diverse e pertanto inutile aspettarsi da parte della BCE degli allineamenti alla politca della FED.
Indubbiamente anche il contesto geo politico europeo non può che confermare quanto detto dalla Lagarde, considerando ancora che la guerra in Ucraina sembra ben lontana da una risoluzione, il che spinge ancora una volta il comparto energy a rialzo con il petrolio che torna prepotentemente sopra i 110$ al barile, andando a toccare 113.35$ stamattina.
Il gold resta fermo nelle aree sottostanti i 1950$/oc, ancora intrappolato in un trading range che lascia poco spazio alla direzionalità e al trading di posizione.
Il valutario si adegua rapidamente alle parole di Powell e alla rinnovata forza del dollaro, spingendo il sentiment retail ad un 68% short sul biglietto verde, e con lui, tutte le majors a ribasso con ovvia reazione di mean reverting per la maggioranza dei traders al detaglio che sono ora long al 77% su eurusd e all’81% su gbpusd.
Ancora forte il sentiment long sullo yen che vede oggi il 93% dei traders retail long , portando sia usdjpy ad eccessi con un 94% dei traders short, oramai intrappolati nell’ampio rally rialzista che vede usdjpy a 120.50, area target piu volte richiamata in queste righe e che ora potrebbe estendersi ulteriormente fino 121.75 in primis e 124.0 figura poi.
Continuano tutti i rally contro lo yen giapponese, con gbpjpy che vede i retail al 86% short e prezzi giunti finalmente anche qui alle aree target di 158. Figura -158.25 area di triplo massimo che se rotta a rialzo aprirebbe la strada verso nuovi massimi da ricercare nel lontano 2009.
Restano pertanto da monitorare tutti i cross yen che vedono persistenti eccessi nel sentiment retail, ed ovviamente il dollaro americano che potrebbe dare ancopra allunghi rialzisti contro le majors.
Seguiremo oggi l’appuntamento con le dichiarazioni della Lagarde, che come ieri Powell, potrebbe riservare sorprese per noi operatori.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
XAU - daily bearish engulfingBearish engulfing sul Daily per il Gold dove la seduta di venerdì chiude al di sotto di quella di giovedi. I prezzi dopo aver rimbalzato fino a 1.950$ una volta raggiunto il supporto statico a 1.895$ sembrano impostati pre proseguire il trend a ribasso con target I° 1.875 e target II° 1.850.
Gold, short a targetL’oro ha preso il target indicato per la chiusura dello short.
Tecnicamente lo si può tirare ancora un po’ ma a mio avviso è meglio smezzare la posizione, visto la situazione, diciamo “goepolitica”, che può portare a rapidi cambi di direzione.
Di seguito l'operazione indicata in precedenza
VIX e Gold in discesa, S&P500 in risalitaSappiamo che VIX (indice della paura) e Gold sono i due indicatori delle situazioni di tensione, in particolarmodo il VIX, la reazione dell'oro non è sempre scontata.
Confrontandoli con l'andamento del S&P500 possiamo osservare che ovviamente si muovono in contrapposizione, il dato che ci interessa sul breve e che VIX e Gold sono in discesa rispetto ad SP500, come se i mercati ormai si fossero abituati alla situazione di guerra o che stiano prezzando una possibile fine della guerra di Putin.
TRE GIORNI TRE BANCHE CENTRALIBUONGIORNO FOREX DEL 16.03.2022
Inizia oggi una serie di appuntamenti cruciali con le banche centrali a partire da questa sera ore 19.00 ora italiana, con la FED chiamata a decidere sul costo del denaro, ed il rialzo di 25Bp è dato oramai scontato dal mercato, la chiave sarà scoprire se Powell si spingerà ad un tono aggressivo, con un rialzo di 50Bp, e soprattutto occhi puntati sul DOT PLOT, per capire le intenzioni future del Board. L’ultima riunione proiettava la quasi totalità dei 9 componenti del board ad una serie consecutiva di rialzi tassi, al fine di combattere una dilagante inflazione, che oggi mostra una spinta rialzista forse peggiore dall’ultima riunione FED, pertanto le aspettative di un Board hawkish restano molto alte, ponendo l’attenzione degli operatori anche alle prospettive di riduzione del bilancio fed, che ha raggiunto livelli record, e che più volte Powell ha richiamato la volontà di ridurre subito dopo l’inizio dei rialzi tassi.
Domani sarà la volta della BOE ed infine la BOJ, ma procediamo giorno per giorno in questa serie di appuntamenti che impegneranno grandemente tutti noi operatori sui mercati finanziari.
Giungiamo a poche ore dal primo appuntamento di questa sera cin un dollar index in ampio trading range, come già richiamato nel buongiorno forex di ieri, compreso tra 99.20 e 98.60, con buone porbabilità rimmarremo in questa area per l’intera sessione europea in attesa di Powell. Il sentiment dei traders retail sul dollaro americano è al momento al 76% short, in leggero calo rispetto all’80% di ieri, ma naturalmente il vero sentiment partira dopo la FED, pertanto raccomandiamo cautela.
In tutta risposta il sentiment sugli altri basket valutari non subisce modifiche rispetto alla giornata di ieri, con i retail ancora short sull’euro al 53% e long sulle sterline al 75, in linea perfetta con le percentuali di ieri, solo il dollaro neozelandese vede un aumento del sentiment short che passa dal 47% di ieri al 60% di oggi, senza però decretare particolari trend su nessuno degli asset newzealand, che restano confinati al memento nei prezzi di inizio settimana.
Le commodities hanno completato un primo forte storno nella giornata di ieri, con il wti che ha raggiunto le aree di 95$ al barile e dopo qualche piccolo spike ribasista fino alle aree di 94$ sembra per oravoler consolidare.
Anche il gold ha toccato i primi supporti già richiamati ieri mattina in area 1915$ e per il momento rimaniamo su queste aree in compressione di volatilità in attesa della FED.
Ottimo infine il recupero del comparto equity, che ieri ha visto sia l’Europa che l’america respirare dalle aree di minimi mensile, con buoni storni anche oltre il 2%, ma ovvio che al momento possiamo parlare solo di correzioni , che speriamo possano essere preludio ad un mese di aprile statisticamente degno di recuperi sul comparto equity.
Sttendiamo dunque la FED di questa sera senza particolari indicazioni tecniche che potrebbero a questo punto manifestarsi solo dopo l’intervento di Powell.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Gasoline, chiusura del GAPDopo la chiusura delle posizioni in super gain sul CURRENCYCOM:GOLD e sul CURRENCYCOM:OIL_CRUDE della quale alcuni hanno criticato inizialmente anche la minima possibilità perchè in controtendenza con la teoria ” guerra = comprare oro ” ( spero per loro non fossero long a 2050), rimaniamo ad attendere la chiusura del GAP sul gasoline, che dopo una più che perfetta B2 semestrale, sta chiudendo suddetto ciclo in concomitanza con l’annuale (in leggero ritardo).
L’MCS mostra un’apertura eccezionale del canale dell’eccesso di forza verso la neutralità, per noi perfetta situazione perchè non annullerebbe nemmeno l’ipotesi di portare il prezzo fino al 50% come target, e allora si che sarebbe un gain stellare.
Consiglio di chiudere sul Gap quasi tutte le posizioni ed eventualmente lasciar correre una posizione piccola fino al 50%, abbiamo già preso tutto ciò che c’era da prendere da questo mercato volatile, non perdiamoci in azzardi superficiali.
Le pagine di questo sito non costituiscono servizio di consulenza finanziaria né sollecitazione al pubblico risparmio. Poiché le indicazioni riportate vengono fornite come semplici spunti di riflessione, si declina qualsiasi tipo di responsabilità, a carico dello staff TheCyclicalTrading, per le eventuali conseguenze negative che dovessero derivare da una operatività fondata sulla loro osservanza.
LA CINA AGO DELLA BILANCIABUONGIORNO FOREX DEL 15.03.2022
Si direbbe positivo l’incontro a Roma degli alti esponenti delle diplomazie di Cina e Stati Uniti, volto a trovare una strada di pace nel conflitto Russia - Ucraina, tramite un intervento di mediazione da parte cinese.
La Russia ha già rivolto il suo sguardo ad Est, e ha chiesto sostegno alla Cina, che in questa delicatissima partita sullo scacchiere mondiale potrebbe rivestire un ruolo fondamentale.
I toni sui mercati sembrano cambiare, special modo per le materie prime ed il comparto energy, anche a causa dei nuovi lockdown che sta portando con se la pandemia nelle città cinesi, con diversi fermi alla produzione ed ovvie ricadute alla domanda. Ben sappiamo cosa è accaduto al petrolio nel 2020 quando l’esplosione della pandemia ha fermato gran parte del mondo , ed oggi il wti si ritrova nuovamente sotto i 100$ al barile, con un approdo ai 98$, e una struttura che non sembra promettere rialzi nel breve.
Anche il gold, arriva sui supporti di 1925$/oc, con un buon movimento direzionale a ribasso , che lascia un ricordo i massimi di 2074$ segnale di estrema speculazione sulle tensioni geo politiche.
Ci avviciniamo a grandi passi a mercoledi 16, e all’appuntamento con la FED attesa ad un rialzo tassi di almeno 25Bp, dato oramai scontato, ma il focus resta altissimo su un potenziale rialzo di 50Bp e sugli scenari di Balance Sheet Reduction che potrebbero aprirsi da ora in avanti.
Il comparto obbligazionario inizia a trovare rendimenti degni di nota, con il decennale americano che tocca il +2.144% e mette in crisi il comparto equity, che ieri ha segnato ancora una giornata negativa, special modo i tecnologici, con il Nasadq sotto quota 13000pnt.
Ancora in laterale il dollaro americano, con il dollar index che resta in un ampio range tra 99.20 e 98.60, in attesa della FED, e con lui eurusd, ancorato a 1.10 figura senza per ora dare particolari indicazioni di direzionalità.
Usdjpy è giunto ai target di 118.50 dai quali potrebbe vedere prese di profitto, fino anche a 117.30,dati gli eccessi di sentiment short dei traders retail oramai al 93% short.
Giungono ai target indicati anche audusd, alle aree di 0.7175, dove al momento sembra aver trovato una buona aree di supporto con i traders retail all’86% long, ma ancora senza creare condizioni di vero eccesso, degni di un forte storno, pertanto ulteriori break out ribassisti non sono da escludersi.
Inizia il movimento di mean reverting il cross gbpnzd, che avevamo gia richiamato nel nostro buongiorno forex di ieri, con il break out di 1.9240 in primis e 1.9310 poi, dove i traders retail sembrano intenzionatio ad un cambio forse prematuro di sentiment spingendosi in vendite già ai primi segni di rialzo di un cross che ha vissuto un ottimo movimento di ribasso , meritevole di storni.
Seguiamo le dinamiche odierne, in attesa dell’appuntamento di domani con la FED
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
Oro su weekly un segnale di inversioneIl Gold è andato in settimana a fare un doppio massimo, toccando i livelli dell’Agosto del 2020 ed ha ritracciato scendendo del 4% alla chiusura di venerdì.
Sappiamo tutti le dramamtiche, tristi e foli motivazioni che ci sono dietro questo rialzo dell’oro, però limitandoci alla analisi tecnica, dobbiamo dire che su weekly si è creata una shooting star esterna alle Bande di Bollinger che usualmente da luogo ad un pattner di inversione.
Speriamo che questo pattner sia un buon segnale di auspicio per la fine dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina, anche se nei fatti purtroppo ciò non sembra.