EURUSD: in Bilico tra FED, Resistenze e Volatilità
Punti Chiave sull’Andamento del Cambio EurUsd
Il cambio EUR/USD si colloca intorno a 1,1640–1,1645 al 9 dicembre 2025, confermando una tendenza ascendente moderata nelle ultime settimane.
Tuttavia, la dinamica appare fragile: i segnali di ipercomprato e la presenza di pattern candlestick ribassisti suggeriscono che il mercato potrebbe entrare in una fase di consolidamento. L’analisi tecnica evidenzia un quadro misto, con il prezzo sopra la media mobile a 50 giorni ma con un RSI neutrale, segnalando che la spinta rialzista non è pienamente sostenuta.
La fotografia del mercato mostra un cambio EUR/USD stabile, con quotazioni bid a 1,1640 e ask a 1,1645. La resilienza sopra quota 1,163 nelle prime sessioni di trading riflette una domanda ancora presente sull’euro, ma i range intraday stretti segnalano cautela tra gli operatori. Questo comportamento è tipico delle fasi di attesa: i trader preferiscono non esporsi eccessivamente prima di eventi chiave, come la riunione del FOMC e i dati macro USA ed Eurozona.
Considerazioni Macroeconomiche: Una Settimana Cruciale
Il calendario macroeconomico di questa settimana è particolarmente denso e potrebbe imprimere direzionalità al cambio. La riunione del FOMC (9–10 dicembre) rappresenta il momento clou: un mantenimento dei tassi al 4.00% con tono hawkish rafforzerebbe il dollaro, mentre segnali dovish potrebbero indebolirlo. A ciò si aggiungono i dati USA – dalle aperture di lavoro JOLTS alle vendite al dettaglio – che, se superiori alle attese, potrebbero consolidare la forza del dollaro.
Sul fronte europeo, il discorso della presidente Lagarde e il CPI core dell’Eurozona (atteso al 2.6% YoY) potrebbero invece sostenere l’euro, soprattutto se l’inflazione si confermasse persistente. In questo scenario, la BCE sarebbe costretta a mantenere una postura restrittiva, alimentando aspettative di ulteriori rialzi o di un prolungamento della politica monetaria restrittiva.
Analisi Tecnica del Cambio EUR/USD
Il recente rally da quota 1,1513 di fine novembre ha riportato fiducia sull’euro, ma i segnali tecnici invitano alla prudenza.
I candlestick ribassisti degli ultimi giorni rafforzano l’idea di un mercato che sta testando i limiti della sua spinta. La sequenza di shooting star e doji suggerisce una possibile formazione di top, soprattutto in prossimità della resistenza a 1,1650.
La regressione lineare conferma un trend ascendente modesto, ma non dominante.
Questo significa che il cambio è vulnerabile a shock esterni, come sorprese nei dati macro o dichiarazioni inattese da parte delle banche centrali. Storicamente, dicembre tende a favorire l’euro grazie a fattori stagionali, ma le specificità del 2025 rendono il quadro meno prevedibile.
Il cambio EUR/USD si trova in una fase di equilibrio delicato. Da un lato, il momentum rialzista di breve termine sostiene l’euro; dall’altro, i segnali tecnici ribassisti e gli eventi macro imminenti potrebbero ribaltare la situazione. La resistenza a 1,1650 e il supporto a 1,1620 diventano livelli chiave: un breakout o un rifiuto su queste soglie determinerà la direzione del mercato.
In sintesi, la settimana si preannuncia ad alta volatilità, con rischi e opportunità bilanciati. La capacità degli operatori di interpretare correttamente i segnali provenienti da Fed e BCE sarà decisiva per comprendere se il rally dell’euro potrà proseguire o se, invece, lascerà spazio a una nuova fase di debolezza.
L’analisi tecnica del cambio EUR/USD al 9 dicembre 2025 evidenzia un quadro complesso, caratterizzato da segnali contrastanti che meritano un approfondimento dettagliato.
Struttura delle Medie Mobili:
Il prezzo si colloca sopra la media mobile esponenziale a 50 giorni (1,1647), elemento che conferma un momentum rialzista di breve periodo. Questo posizionamento suggerisce che, almeno nel breve, gli acquirenti mantengono il controllo del mercato. Tuttavia, la vicinanza alla resistenza statica di 1,1650 limita l’upside: un livello psicologico e tecnico che ha già mostrato capacità di respingere i tentativi di rottura. La media mobile a 200 giorni (1,1629), recuperata dopo la rottura di fine novembre, segnala un trend di lungo termine neutrale-rialzista. La sua posizione appena sotto i prezzi attuali indica che il mercato si muove in una zona di equilibrio: sopra la 200 giorni il bias tende a rafforzarsi, ma la distanza ridotta implica vulnerabilità a eventuali correzioni. Infine, la EMA a 20 giorni (1,1577) rafforza il bias ascendente nel brevissimo termine, fungendo da supporto dinamico.
Indicatori di Momentum:
L’RSI a 14 periodi, intorno a 51, si colloca in territorio neutrale. Questo livello non segnala eccessi né di acquisto né di vendita, ma invita alla cautela: il mercato potrebbe trovarsi in una fase di transizione, con possibilità di consolidamento. Storicamente, valori vicini a 50 precedono spesso movimenti laterali o correzioni, soprattutto quando coincidono con resistenze tecniche rilevanti.
Regressione Lineare e Trend:
L’applicazione della regressione lineare sugli ultimi 20 giorni di trading mostra un pendio positivo di circa 0.0004, confermando un trend ascendente moderato. Tuttavia, il coefficiente di determinazione (R² = 0.24) evidenzia che solo una parte limitata della variazione dei prezzi è spiegata dal tempo. In altre parole, il trend rialzista esiste ma non è dominante: la volatilità e i fattori esogeni (dati macro, dichiarazioni istituzionali) giocano un ruolo determinante. Questo rende il movimento attuale più fragile e suscettibile a inversioni improvvise.
Pattern Candlestick e Psicologia del Mercato:
Le ultime sessioni giornaliere hanno mostrato configurazioni candlestick ribassiste, come shooting star e doji. Questi pattern, soprattutto se formati in prossimità di resistenze chiave, rappresentano segnali di indecisione e di potenziale inversione. Lo shooting star dell’8 dicembre, con un rifiuto evidente sopra 1,1670, indica pressione di vendita e difficoltà nel superare le resistenze. Il doji del 7 dicembre rafforza l’idea di un mercato esitante, incapace di consolidare il rally. La sequenza di queste candele, dopo il recupero da 1,1513 di fine novembre, suggerisce che il mercato stia testando i limiti della sua spinta rialzista.
Scenari Tecnici Previsionali
Scenario Rialzista (Breakout sopra 1,1650)
Condizioni: superamento deciso della resistenza con volumi in aumento.
Target: estensione verso 1,1680–1,1700.
Driver: inflazione Eurozona persistente, tono restrittivo della BCE, eventuali segnali dovish dalla Fed.
Scenario Neutrale/Consolidamento (Range 1,1620–1,1650)
Condizioni: RSI neutrale e assenza di catalizzatori forti.
Target: oscillazioni laterali con supporto a 1,1620 e resistenza a 1,1650.
Driver: dati macro misti, equilibrio tra Fed e BCE.
Scenario Ribassista (Rottura sotto 1,1620)
Condizioni: conferma di pressione ribassista e forza del dollaro.
Target: ritorno verso 1,1580–1,1550.
Driver: dati USA superiori alle attese, tono hawkish del FOMC, indebolimento della fiducia sull’euro.
Considerazioni finali
Il cambio EUR/USD si trova in una fase di equilibrio delicato, con tre scenari tecnici ben delineati. La resistenza a 1,1650 e il supporto a 1,1620 diventano livelli chiave: un breakout o una rottura determineranno la direzione del mercato. La settimana si preannuncia ad alta volatilità, con rischi e opportunità bilanciati. La capacità degli operatori di interpretare correttamente i segnali provenienti da Fed e BCE sarà decisiva per comprendere se il rally dell’euro potrà proseguire o se, invece, lascerà spazio a una nuova fase di debolezza.
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Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Medie mobili
EUR/USD: mercato sospeso in attesa del CPI EUR/USD pronto all’esplosione: il dato CPI USA deciderà se l’euro sfonda 1,17 o crolla verso 1,15
EUR/USD apre dicembre consolidando sopra 1,16, dopo un recupero ordinato dai minimi di novembre in area 1,15, all’interno di un canale rialzista di breve ma ancora privo di una vera accelerazione direzionale. Le principali analisi tecniche convergono su una lettura costruttiva ma prudente: il cambio viaggia sopra le medie mobili chiave, con RSI e regressione lineare che confermano un trend moderatamente bullish, mentre i supporti critici restano concentrati in area 1,147–1,150 e le resistenze fra 1,1635 e 1,1675.
Sul fronte macro, il cross è sospeso tra una Fed in fase avanzata di allentamento graduale e una BCE più attendista ma vicina all’obiettivo di inflazione, in un contesto in cui il 2025 viene ormai letto come l’anno della “normalizzazione al ribasso” dei tassi nell’area euro e negli Stati Uniti. I prossimi dati USA su CPI e PMI/ISM rappresentano il vero catalizzatore potenziale per un’uscita dal range: sorprese “hawkish” su inflazione o attività reale potrebbero riattivare il dollaro e riportare EUR/USD verso i supporti, mentre numeri più deboli rafforzerebbero lo scenario di ulteriori tagli Fed e aprirebbero la strada a un tentativo di rottura delle resistenze in area 1,17.
In parallelo, la forza dell’euro appare selettiva: il 2025 vede una moneta unica tendenzialmente solida contro il dollaro e la sterlina (con range di riferimento 1,15–1,20 su EUR/USD e 0,84–0,89 su EUR/GBP), ma ancora meno convincente contro il franco, dove EUR/CHF oscilla vicino ai minimi di periodo a conferma del ruolo difensivo del CHF nelle fasi di incertezza globale. Per trader e investitori, il quadro che ne emerge è quello di un euro “robusto ma non dominante”, sostenuto dalla convergenza dei tassi verso livelli più neutri e da un graduale riequilibrio del differenziale di crescita con gli USA, ma ancora fortemente dipendente dal flusso dati e dal sentiment di rischio internazionale.
Quadro tecnico su EUR/USD
Le ultime rilevazioni collocano EUR/USD in area 1,161–1,162, poco sotto i massimi di due settimane sopra 1,165, con una variazione giornaliera contenuta e un recupero strutturale dai minimi di novembre in area 1,149–1,150. Il cambio si muove all’interno di un canale rialzista di breve, confermato anche da analisi di regressione lineare che mostrano una pendenza positiva della linea mediana e prezzi che oscillano nella parte medio‑alta del canale, segnalando un trend bullish ma non esplosivo.
Sul fronte delle medie mobili, il quadro resta costruttivo: le analisi tecniche di insieme indicano prezzo sopra le principali medie di breve e medio periodo (50 e 100 giorni), con la zona 1,16–1,1644 che coincide con resistenze dinamiche cruciali (es. 100‑day MA) e fa da spartiacque tra semplice rimbalzo e vera ripartenza. A livello di lungo periodo, la distanza sopra la 200 giorni resta modesta ma positiva, coerente con un euro in graduale riaccumulazione dopo i minimi pluriennali registrati in area 1,10 a inizio anno.
Indicatori: RSI, momentum e regressione
L’RSI a 14 periodi su base daily si mantiene sopra 50 ma lontano dall’ipercomprato, a conferma di un momentum rialzista “moderato” più che euforico. Il MACD su daily è passato in territorio lievemente positivo, mentre l’ADX resta su valori relativamente bassi (poco sopra 20) segnalando che il trend rialzista esiste ma non è ancora particolarmente forte o direzionale.
L’uso della regressione lineare sulle ultime settimane conferma un canale moderatamente rialzista, con supporti lungo la banda inferiore vicini alle aree 1,150–1,152 e resistenze dinamiche tra 1,166 e 1,17 come parte alta del canale. Proiezioni quantitative sui modelli di regressione utilizzati da vari desk tecnici indicano target potenziali verso 1,1675 in caso di tenuta dell’attuale fase correttiva leggera sopra 1,1600, con rischio di ritorno verso 1,1435–1,147 se la fascia 1,1605–1,1615 viene rotta al ribasso.
Pattern candlestick e segnali di prezzo
Sul grafico daily, le ultime sedute hanno mostrato la formazione di una shooting star in prossimità di 1,164–1,165, segnale di esaurimento del momentum rialzista di brevissimo e possibile avvio di una correzione verso i supporti inferiori. In precedenza, l’uscita dal minimo di novembre in area 1,149–1,150 era stata accompagnata da candele di tipo hammer/inverted hammer e configurazioni in parte assimilabili a un harami rialzista, evidenziando un’area di accumulazione importante tra 1,147 e 1,150.
La price action intraday mostra un mercato che “spinge” ripetutamente contro la resistenza 1,1615–1,1635 senza ancora un breakout pulito, coerente con la narrativa di consolidamento in attesa dei nuovi dati su inflazione e attività reale. La persistenza di pattern di indecisione (doji, upper shadow allungate) vicino alla parte alta del range raccomanda attenzione: un break convincente sopra 1,1635–1,1660 con chiusure daily sarebbe il segnale di sblocco, mentre un rifiuto deciso in quell’area riporterebbe rapidamente il focus su 1,150.
Supporti e resistenze daily/weekly
Sul timeframe daily, il mercato sta lavorando un ampio trading range ben definito:
• Supporto chiave: 1,1470–1,1500, area dei minimi di novembre e base della congestione attuale, che molti desk identificano come “floor” di breve.
• Supporti inferiori di backup: 1,1435–1,1437, zona indicata da diverse analisi come obiettivo in caso di rottura del floor 1,1605–1,1615 e del cluster 1,147–1,150.
• Resistenza primaria: 1,1615–1,1635, area tecnica testata più volte e citata come resistenza intraday/daily, che coincide con l’attuale “tetto” di consolidamento.
• Resistenza strategica: 1,1657–1,1675, comprendente max recenti, area 1,1644 della 100‑day MA e target di breve individuati dai modelli previsionali su 2 dicembre.
Sul timeframe weekly, la struttura di medio appare ancora laterale ma con un bias rialzista graduale:
• Supporto weekly primario: 1,1490–1,1500, minimo di novembre e base del presunto “bottom” di medio periodo citato da varie case come livello da difendere.
• Supporti più profondi: 1,1390–1,1400 e 1,1210–1,1060 come ex minimi significativi, da considerare in scenari di shock macro o inversione netta delle aspettative su Fed/BCE.
• Resistenza weekly principale: 1,164–1,166, che se superata con convinzione aprirebbe, secondo alcune proiezioni, spazio verso 1,17+ nel corso delle prossime settimane.
Fondamentali: Fed, BCE, CPI e PMI
Sul piano fondamentale, la dinamica di EUR/USD ruota intorno al differenziale di crescita e tassi tra USA ed Eurozona, e all’evoluzione delle aspettative su inflazione e ciclo economico. La Fed ha già avviato un percorso di allentamento moderato dopo la fase di rialzi, ma mantiene un atteggiamento prudente con inflazione ancora sopra target, mentre la BCE appare in “pausa comoda” con inflazione headline e core prossime alle proiezioni ufficiali per il 2025.
I dati più recenti sull’ISM Manufacturing USA mostrano un settore manifatturiero ancora in contrazione, con l’indice sceso a 48,2 in novembre, nono mese consecutivo sotto 50, accompagnato da sottoindici new orders ed employment deboli. In parallelo, il PMI manifatturiero S&P Global USA si mantiene sopra 50 (circa 52,2), indicando una picture più sfumata ma comunque coerente con una crescita in rallentamento e un dollaro meno aggressivo rispetto alla fase precedente.
Il ruolo dei CPI USA è centrale:
• Un CPI oltre le attese alimenterebbe timori di inflazione più persistente, spingendo in alto i rendimenti reali e rafforzando il dollaro, con effetti ribassisti su EUR/USD e possibile ritorno verso 1,150 o anche i supporti inferiori se il repricing sui tassi Fed è brusco.
• Un CPI sotto le attese, al contrario, consoliderebbe lo scenario di ulteriori tagli Fed nel 2026, riducendo il premio di rendimento in favore del dollaro e spingendo EUR/USD a rompere con più facilità la fascia di resistenze 1,1635–1,1675.
Anche i PMI – soprattutto ISM e indici compositi – fungono da leading indicator sul ciclo:
• PMI USA sotto 50 e in peggioramento netto di solito indeboliscono il dollaro perché anticipano revisioni al ribasso sulle stime di crescita USA e un posizionamento più dovish della Fed.
• PMI Eurozona ancora sotto 50, come il recente HCOB Manufacturing PMI sceso a 49,6, tengono invece un freno sull’euro perché dipingono una crescita debole, anche se il mercato tende a concentrarsi sul differenziale relativo: se gli USA rallentano più dell’area euro, l’effetto netto può comunque essere rialzista su EUR/USD.
Connessioni macro e scenari per EUR/USD
Nel medio termine, diverse analisi collegano il rapporto EUR/USD all’evoluzione del rapporto tra PIL Eurozona e PIL USA, che mostra una correlazione positiva: più l’Eurozona chiude il gap di crescita, più l’euro tende a rafforzarsi contro il dollaro. Le prospettive attuali vedono un’Eurozona con crescita modesta ma in lento miglioramento grazie a politiche fiscali meno restrittive, mentre gli USA affrontano l’onere di un debito elevatissimo e di una fase di normalizzazione dopo la stretta monetaria più aggressiva degli ultimi decenni.
Al tempo stesso, il quadro politico USA – con la presidenza Trump e un’agenda improntata a tariffe e misure pro‑domestiche – può generare volatilità: misure tariffarie possono risultare inflazionistiche nel breve, spingendo la Fed a un equilibrio complesso tra controllo dei prezzi e sostegno al ciclo, e producendo fasi alterne di forza e debolezza del dollaro. In Europa, il rischio politico (elezioni in grandi paesi, dibattiti sulle regole fiscali) rimane un elemento di coda che può limitare i rimbalzi dell’euro nelle fasi di risk‑off globale.
Forza relativa dell’euro vs GBP e CHF
Per pesare la “qualità” della forza dell’euro è utile guardare all’andamento contro sterlina e franco.
EUR/GBP – euro resiliente contro una sterlina fragile
Nel 2025 l’euro ha mostrato una discreta capacità di tenuta contro la sterlina, con EUR/GBP che si muove tendenzialmente sopra area 0,86–0,87 e proiezioni di alcune case che vedono obiettivi verso 0,87 nel medio termine. La debolezza relativa di GBP riflette una combinazione di fattori: preoccupazioni fiscali, prospettiva di ulteriori allentamenti da parte della BoE e un quadro di crescita britannico meno convincente, elementi che spingono diversi analisti a considerare la sterlina destinata a “laggare” rispetto all’euro anche nel 2026.
In questo contesto, il fatto che l’euro riesca a sovraperformare una valuta ciclica come la sterlina rafforza la percezione di un euro “difensivo ma non brillante”: sufficiente per guadagnare terreno contro GBP, ma ancora legato all’evoluzione del rischio globale e dei tassi reali per sfidare con decisione il dollaro.
EUR/CHF – euro debole contro un franco rifugio
Ben diverso il quadro contro il franco svizzero: nel 2025 EUR/CHF ha oscillato grosso modo fra 0,918 e 0,966, con una media annuale attorno a 0,9373 e minimi recenti in area 0,918, segno che il CHF continua a godere di un solido status di bene rifugio. Le analisi tecniche più aggiornate parlano di un “major bullish bottom” potenziale per EUR/CHF, ma sottolineano anche come il cambio resti vicino ai minimi di periodo, confermando che la forza dell’euro è limitata quando viene confrontata con una valuta safe haven.
Anche a livello fondamentale, diversi report evidenziano che, pur con una SNB poco incline a tollerare un eccessivo rafforzamento del franco e pronta, se necessario, a intervenire sul mercato, la struttura di rischio globale continua a favorire il CHF nei momenti di tensione. Il risultato è un euro che appare in ripresa contro USD e GBP ma ancora strutturalmente “debole” contro CHF, un mix coerente con un contesto di risk appetite moderato ma non pieno.
Lettura d’insieme per l’operatività
Mettendo insieme tecnico e macro, EUR/USD si presenta, a inizio dicembre, come un cross in fase di consolidamento rialzista sopra un importante pavimento a 1,149–1,150, ma ancora intrappolato sotto una fascia di resistenze strategiche 1,1635–1,1675. La postura attendista dei desk riflette l’alta sensibilità del cambio ai prossimi dati USA di inflazione (CPI) e attività (PMI/ISM), veri driver in grado di spingere rapidamente il prezzo o verso una rottura rialzista del range, o verso un ritorno in area 1,150 in caso di sorprese hawkish a favore del dollaro.
All’interno di questo quadro, la forza selettiva dell’euro – in miglioramento contro GBP ma ancora modesta contro CHF – invita a leggere con prudenza eventuali breakout di EUR/USD: un euro che fatica contro il franco ma tiene bene contro la sterlina suggerisce un contesto di crescita europea solo moderatamente migliore rispetto ad altre economie avanzate, e una propensione al rischio globale che resta fragile. In altre parole, l’eventuale prossima gamba rialzista del cambio avrà bisogno non solo di dollaro debole per effetto di CPI/PMI deludenti, ma anche di segnali più convincenti di ripresa strutturale in Eurozona per trasformare l’attuale fase di consolidamento in un vero trend di medio periodo.
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$NU Ready for Breakout?NYSE:NU
Nu Holdings Ltd. is a holding company, which engages in the provision of digital banking services. The company was founded by David Velez Osorno, Cristina Helena Zingaretti Junqueira, and Adam Edward Wible on February 26, 2016 and is headquartered in George Town, Cayman Islands.
Analisi Tecnica sull'Oro al 27 novembre 2025 Panoramica: l’ORO baricentro economico
L’oro è un bene rifugio tradizionale che attira investitori soprattutto nei momenti di incertezza economica e geopolitica.
Negli ultimi mesi ha mostrato una crescita significativa, sostenuta da aspettative di politiche monetarie più accomod anti negli Stati Uniti e da una riduzione delle tensioni geopolitiche, come l’accordo tra Ucraina e Russia per porre fine al conflitto.
Il prezzo dell’oro ha raggiunto circa 4.160 USD per oncia, vicino ai massimi delle ultime due settimane, con un incremento del 4,58% nell’ultimo mese e di quasi il 58% rispetto a un anno fa. Questi movimenti riflettono una combinazione di fattori tra cui dati economici USA più deboli, aspettative di tagli ai tassi della Fed, e timori geopolitici attenuati ma sempre presenti.
L'oro si distingue come asset rifugio principale rispetto ad argento, Treasury USA e Bitcoin, grazie alla sua stabilità storica e minore volatilità durante le crisi. Nel 2025, con il prezzo intorno ai 4.164 USD/oncia, ha superato i Treasury bond, rompendo la correlazione inversa tradizionale: mentre i rendimenti dei bond a 10 anni si stabilizzano al 4,1%, l'oro ha guadagnato il 42% grazie a deficit USA da 1,9 trilioni di dollari e timori fiscali.
L'argento, a 53,31 USD/oncia (+77% annuo), offre maggiore upside ma con volatilità doppia (26,6% vs 14,7% dell'oro) e dipendenza industriale (50% della domanda), rendendolo meno affidabile in risk-off.
Asset: prezzo attuale, performance, struttura di mercato
L’oro è trattato principalmente come un bene rifugio e un asset di diversificazione nei portafogli. Le banche centrali di tutto il mondo stanno aumentando le loro riserve auree nella prospettiva di volatilità economica e di un progressivo de-dollarizzazione dei mercati finanziari. L’oro è percepito come protezione contro la svalutazione delle valute nazionali e l’inflazione. Nel 2023-2025 molte banche centrali hanno aumentato le proprie riserve di oro dal 8% al 15% circa. Le dinamiche geopolitiche, come la crisi in energie e commercio mondiale, contribuiscono ulteriormente a sostenere la domanda di oro.
L'oro è quotato a 4.158,30 USD/oncia al 27 novembre 2025, con un leggero calo dello 0,10% rispetto alla giornata precedente. Il prezzo spot globale si attesta a 4.151,05 USD, mentre in India il metallo giallo è scambiato a ₹12.775 per grammo (24 carati), in flessione di ₹16 rispetto al giorno precedente. Le quotazioni restano vicine ai massimi delle ultime due settimane, sostenute dalle aspettative di taglio dei tassi Fed a dicembre (probabilità >80%).
La performance dell'oro nel 2025 è eccezionale, con un guadagno del +57,59% rispetto allo stesso periodo del 2024 e un rally del +5,22% nell'ultimo mese. Da inizio anno (YTD) fino a novembre, l'oro ha superato il +54%, posizionandosi in testa alla classifica degli asset macro globali. Il metallo prezioso ha raggiunto il suo 45° massimo storico il 8 ottobre 2025, toccando i 4.000 USD/oncia, segnando un passaggio chiave dalla soglia psicologica di 3.000 USD (nuovo floor di prezzo) ai livelli attuali.
I miner auriferi hanno registrato performance ancora più esplosive, con un incremento del +120% YTD, sebbene rimangano sottovalutati rispetto ai fondamentali.
Il mercato dell'oro presenta una struttura diversificata tra domanda fisica, futures e prodotti finanziari:
• Domanda fisica: Gioielleria (46%, ~95.547 tonnellate), lingotti e monete (21%, ~43.044 tonnellate), riserve banche centrali (17%, ~35.715 tonnellate per un valore di 2 trilioni USD).
• ETF e prodotti finanziari: Gli ETF fisicamente garantiti detengono circa 3.473 tonnellate (2% dell'oro sopra-suolo), equivalenti a 200 miliardi USD. Nel 2025 si registra il ritorno degli investitori occidentali agli ETF aurei, con afflussi netti che rappresentano la maggiore crescita annuale potenziale della domanda.
• Futures: Il mercato dei futures CME sull'oro scambia l'equivalente di 27 milioni di once al giorno, oltre 30 volte il volume dello SPDR Gold ETF (0,8 milioni di once/giorno), offrendo liquidità superiore e settlement fisico senza commissioni di gestione.
• Banche centrali: La domanda da parte delle banche centrali è strutturale, con acquisti netti stimati tra 900-1.000 tonnellate nel 2025, segnando il quarto anno più forte dal 1971, guidati dalla de-dollarizzazione e dalla diversificazione delle riserve.
La struttura del mercato evidenzia una transizione da asset prevalentemente fisico-ornamentale a veicolo strategico di investimento istituzionale e riserva sovrana.
Analisi tecnica evoluta: trend, momentum, volatilità e pattern
L’analisi tecnica sull’oro evidenzia una fase di consolidamento ad alta quota all’interno di un trend primario ancora impostato al rialzo. La struttura dei prezzi rimane costruttiva finché le quotazioni restano stabilmente sopra l’area dei 4.000 USD, che rappresenta sia un livello psicologico sia una soglia di equilibrio tra compratori istituzionali e venditori di breve periodo. In questo contesto, l’operatività professionale privilegia strategie “buy on dip” su supporti chiave, con gestione del rischio rigorosa in caso di rottura dei livelli tecnici principali.
La media mobile a 50 giorni svolge il ruolo di supporto dinamico principale, accompagnando il canale rialzista sviluppato dai minimi di area 3.700–3.800 USD. Finché i prezzi rimangono sopra la 50 giorni, il bias resta moderatamente bullish, con eventuali pullback verso la media da leggere come fasi di riaccumulazione piuttosto che inversioni strutturali. Una violazione decisa e confermata in chiusura giornaliera/settimanale al di sotto di tale media, invece, aprirebbe spazio per una correzione più profonda verso 3.800 USD, proiezione del precedente triangolo ascendente rotto al rialzo.
L’RSI a 14 periodi si è gradualmente raffreddato dagli eccessi di ipercomprato successivi al breakout di 4.000 USD, riportandosi in area neutra e segnalando un momentum rialzista meno esplosivo ma ancora coerente con una fase di consolidamento alto. Valori che oscillano tra 45 e 55 indicano un mercato in equilibrio tra forze long e short, con spazio per un nuovo impulso rialzista nel caso di ritorno sopra 60–65, oppure per una correzione più estesa se l’oscillatore dovesse scendere stabilmente sotto 40. In ottica professionale, questo contesto suggerisce di evitare entrate aggressive sui massimi e privilegiare ingressi su ritracciamenti con RSI in prossimità di 40–45.
L’analisi di regressione lineare applicata alle ultime settimane di contrattazioni mostra una pendenza positiva ma in attenuazione, coerente con una fase di normalizzazione del trend dopo il rally verticale che ha spinto l’oro oltre i 4.000 USD. I prezzi continuano a oscillare sopra la linea di regressione e all’interno del relativo canale, segnalando che, nonostante l’erosione del momentum, il controllo resta in mano ai compratori di medio periodo. Solo un ritorno persistente nella parte bassa del canale, accompagnato da volumi in aumento sul ribasso, costituirebbe un segnale di deterioramento strutturale del trend.
Dal punto di vista candlestick, nelle ultime sedute si osservano sequenze di doji, small body e occasionali hammer in prossimità dei supporti intraday, che rappresentano fasi di indecisione e tentativi di assorbimento delle prese di profitto da parte della componente long. La formazione di pattern di inversione positivi (hammer o bullish engulfing) sull’area di 4.000–3.950 USD confermerebbe la tenuta del supporto e la possibilità di un nuovo swing rialzista verso le resistenze successive. Al contrario, pattern ribassisti in prossimità di 4.200–4.300 USD (shooting star, evening star) andrebbero letti come segnali di esaurimento del movimento, con aumento del rischio di correzioni più ampie.
I livelli di prezzo tecnicamente più rilevanti rimangono:
Supporti: area 4.000 USD come primo pilastro difensivo, seguita da 3.900–3.885 USD in corrispondenza della media mobile a 50 giorni e dal target di proiezione verso 3.800 USD in caso di break deciso. Una discesa sotto 3.700 USD comprometterebbe il quadro rialzista di medio termine, riaprendo scenari verso 3.500 USD.
Resistenze: 4.200 USD come primo obiettivo tecnico post-breakout, coincidente con i massimi recenti indicati dai report tecnici, e una fascia superiore 4.250–4.300 USD in corrispondenza dei massimi storici di ottobre 2025 e delle proiezioni delle onde impulsive di medio periodo.
In sintesi, la lettura combinata di media mobile a 50 giorni, RSI, regressione lineare e pattern candlestick delinea un contesto di trend rialzista in consolidamento, dove l’oro continua a esprimere forza relativa ma con una dinamica meno verticale e più selettiva. In ottica operativa professionale, lo scenario rimane costruttivo finché i prezzi stazionano sopra 4.000 USD, con strategie di ingresso su debolezza controllata e gestione attenta del rischio in prossimità delle resistenze critiche 4.200–4.300 USD.
Scenario, prospettive e sintesi
Lo scenario per l’oro nel breve-medio periodo rimane fondato su due principali fattori: politica monetaria e rischi geopolitici. Le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed entro dicembre sono superiori all’80%, il che tende a ridurre il costo opportunità del detenere oro. Tuttavia, un rallentamento dell’economia USA e l'eventuale ritorno di instabilità geopolitica, come nuove tensioni commerciali o conflitti regionali, potrebbero spingere ulteriormente il metallo prezioso verso l’alto. Gli analisti stimano un prezzo target attorno a 4.100-4.300 USD per oncia nei prossimi 12 mesi, con potenziali rialzi se si materializzassero ulteriori rischi o politiche monetarie più espansive.
In conclusione, l’oro resta un asset strategico in portafoglio, la cui analisi tecnica conferma un mercato rialzista ma con segnali di prudenza. Le dinamiche socioeconomiche attuali e le politiche globali saranno determinanti nei prossimi mesi per valutare i livelli di prezzo chiave e le opportunità di trading.
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Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Nvidia e la corsa AI: rischi, rally e volatilità Panoramica: perché oggi Nvidia è il barometro globale dell’innovazione tech
Nvidia non è più soltanto un titolo azionario tecnologico, ma il baricentro di una rivoluzione industriale che nel 2025 corre al ritmo dell’intelligenza artificiale generativa e di una domanda senza precedenti di chip avanzati per data center, cloud e applicazioni enterprise. Forte di utili record e di una capitalizzazione che l’ha proiettata ai vertici di Wall Street, la società è diventata la proxy dell’intero ciclo AI: ogni trimestrale viene letta come referendum sulla sostenibilità degli enormi investimenti in infrastrutture digitali e può muovere centinaia di miliardi di dollari di valore di mercato in poche sedute.
Negli ultimi mesi il profilo di Nvidia si è ulteriormente trasformato grazie a partnership strategiche con i grandi hyperscaler USA e asiatici per la costruzione di infrastrutture AI globali, accordi che consolidano il suo ruolo di fornitore standard de facto di GPU per l’addestramento dei modelli più avanzati. In parallelo, il gruppo ha dimostrato una forte capacità di adattamento alle restrizioni statunitensi sull’export di chip verso mercati sensibili come la Cina, sviluppando varianti custom in grado di rispettare il quadro normativo senza rinunciare alla presenza in aree chiave per la crescita dei ricavi.
A completare il quadro, i nuovi lanci di prodotto in ambito gaming, data center e mobilità intelligente rafforzano la leadership sulle architetture hardware per l’AI e sui sistemi ottimizzati per carichi di lavoro intensivi, dal training nei supercomputer alla guida autonoma e alla robotica, alimentando la narrativa di Nvidia come piattaforma integrata più che come semplice produttore di semiconduttori.
La combinazione di fondamentali esplosivi, sfide regolatorie e aspettative elevate ha reso il titolo uno dei principali generatori di volatilità sui mercati globali: attorno alle trimestrali i volumi di scambio toccano livelli record, gli spread sulle opzioni prezzano movimenti eccezionali e l’interesse degli hedge fund resta elevato, segno che Nvidia è ormai un driver sistemico capace di orientare sia gli indici azionari sia il sentiment sugli investimenti nell’economia dell’intelligenza artificiale.
Asset: prezzo attuale, performance, struttura di mercato
Da inizio 2025 Nvidia ha messo a segno un rally superiore al 70%, spingendosi oltre la soglia psicologica dei 200 dollari nel post earnings prima di consolidare in un ampio trading range tra 180 e 190 dollari, area in cui si concentra gran parte della liquidità sul titolo. Questa dinamica è lo specchio della leadership di Nvidia tra gli asset globali: la capitalizzazione la colloca stabilmente tra le prime cinque big tech mondiali, mentre affluiscono capitali massicci sugli ETF tematici dedicati all’intelligenza artificiale e sui derivati legati al titolo, dove opzioni e futures vengono utilizzati sia per copertura sia per operazioni speculative ad alta leva.
Sul piano della performance, Nvidia ha generato un’alpha nettamente superiore a Nasdaq e S&P 500, diventando la componente chiave nei portafogli growth e tech che puntano a cavalcare il ciclo pluriennale degli investimenti in infrastrutture AI e data center.
La struttura della domanda resta sbilanciata a favore della mano forte: investitori istituzionali e grandi gestori continuano ad accumulare sulle fasi di correzione, mentre la componente retail e i desk quantitativi operano sul breve periodo con strategie di breakout e “buy on news”, amplificando le escursioni di prezzo in corrispondenza di trimestrali e guidance.
Il contesto macro rimane complessivamente favorevole al caso Nvidia, sostenuto dall’attesa di un ciclo espansivo dell’AI, ma il rischio di correzioni improvvise resta elevato e legato a variabili esogene come le decisioni della Federal Reserve sui tassi USA, eventuali inasprimenti regolatori nel comparto semiconduttori e reazioni del mercato a dati trimestrali anche solo lievemente sotto le aspettative.
Analisi tecnica evoluta: trend, momentum, volatilità e pattern
Sul piano tecnico, Nvidia si conferma protagonista di una tendenza strutturalmente rialzista, mantenendo il prezzo stabilmente sopra la media mobile a 50 periodi (MM50) in area 175–180$, considerata da mesi la linea di spartiacque tra fasi bull e bear trend. Questa MM50 ha rappresentato un punto di ingresso privilegiato per acquisti algoritmici e accumulazioni istituzionali durante ogni test di volatilità, risultando il principale livello di difesa nei recenti ritracciamenti.
L’indicatore RSI daily, che aveva raggiunto valori estremi di ipercomprato sopra 75 in occasione dei massimi post-trimestrale, è ora sceso in zona neutra tra 55 e 60. Questo “raffreddamento” tecnico permette al titolo di scaricare la pressione di breve periodo senza compromettere l’impostazione rialzista di fondo; eventuali divergenze RSI-bullish, con minimi crescenti dell’oscillatore a fronte di prezzi stabili, potrebbero aprire la strada a nuovi spunti direzionali.
Dal punto di vista del momentum, la regressione lineare sulle ultime 50 chiusure evidenzia un allentamento dell’inclinazione positiva, segno di normalizzazione e di una fisiologica diminuzione dell’euforia. Tuttavia, finché i prezzi restano sopra la MM50 e la curva della regressione resta ascendente, il trend costruttivo di medio periodo rimane intatto.
La volatilità implicita e realizzata rimane su livelli massimi annuali, offrendo opportunità per strategie avanzate su opzioni come straddle e covered call, specie in prossimità di resistenze chiave. Il sentiment di mercato sul comparto AI resta positivo, alimentato da news su nuovi investimenti globali, partnership strategiche e risultati record di altri attori come IBM e AMD, condizioni che potrebbero stimolare ulteriori rally futuri.
Per i livelli tecnici operativi, i principali supporti si individuano tra 180–175$ (MM50 linea di difesa per posizioni bullish) e 165–160$ (swing low e cluster di domanda istituzionale), mentre le resistenze più immediate sono comprese tra 190–195$ (zona di distribuzione post–rally) e 200–205$ (massimi storici e possibile trigger per accelerazione verso 215–225$ su estensione di Fibonacci). Tra i pattern osservati spiccano la bandiera di consolidamento sopra MM50, la formazione di un doppio massimo temporaneo sui 200$ e il rischio di bear trap sotto 175$, spesso seguite da rapide inversioni sostenute da news e reazioni di mercato.
Scenario, prospettive e sintesi
L’outlook tecnico su Nvidia resta fra i più seguiti del settore, con il titolo che continua a catalizzare l’attenzione degli investitori grazie alla leadership nell’AI e alle performance record. Attualmente, la partita si gioca su livelli tecnici determinanti che definiscono le tendenze operative, senza fornire alcun orientamento su acquisto o vendita, ma solo la mappatura dei range più rilevanti.
• Sopra la MM50 (175–180$): Il titolo mantiene un’impostazione tecnica positiva, con la fascia 190–195$ come area di breakout per l’estensione verso nuovi massimi. Il superamento di questi livelli può aprire spazio per accelerazioni tipiche dei rally AI, a condizione che venga assorbita la forte volatilità e i volumi siano in crescita.
• Sotto la MM50: Se i prezzi scendono sotto la MM50, si entra in un’area dove storicamente avviene normalizzazione del trend, con maggiore flessibilità richiesta nelle strategie operative e preferenza per la gestione dinamica del rischio. Il focus si sposta verso livelli inferiori di supporto e fasi di consolidamento.
• Rottura sopra 200$: Una spinta definitiva oltre la soglia psicologica dei 200$ può generare accelerazioni importanti, avviando la fase successiva del rally e proiettando possibili target in zona 215–225$ secondo le più recenti estensioni tecniche.
La gestione del rischio rimane centrale: trailing stop, opzioni di copertura, attenzione alle date di earning e monitoraggio continuo su news macro e geopolitiche sono elementi essenziali in un contesto dove la volatilità rimane elevata. Permane anche la necessità di osservare attentamente possibili rischi correlati a regolamentazioni USA, supply chain, eccessi di euforia tipici delle “bolle AI”, e deterioramento del sentiment tech/global high-beta.
Allo stesso tempo, Nvidia resta il principale beneficiario dei mega-trend 2025: grazie agli investimenti record, partnership strategiche, e leadership consolidata, continua a guidare l’innovazione AI a livello globale. Tuttavia, la disciplina tecnica e la capacità di adattamento alle oscillazioni di scenario sono requisiti indispensabili per chi punta a seguire il trend senza esporsi a rischi eccessivi.
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Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
DAX sotto pressione in attesa della trimestrale NvidiaLe probabilità in diminuzione di assistere ad un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della Fed quest'anno e le vendite sul settore tech hanno spinto i mercati azionari europei in territorio negativo per il quarto giorno consecutivo martedì.
La giornata odierna è invece al momento poco mossa, con gli investitori che sembrano essere riluttanti ad assumere nuove posizioni direzionali prima della pubblicazione dei risultati trimestrali di Nvidia, attesi questa sera dopo la chiusura di Wall Street.
L’evento è di altissima importanza per i mercati visto che negli ultimi anni il colosso dei semiconduttori è diventato la proxy globale del boom dell’intelligenza artificiale e i numeri in arrivo potrebbero influenzare significativamente il sentiment sui titoli growth e, di riflesso, sull’intero comparto azionario mondiale.
Dax future in indebolimento tecnico: violata la media a 200 giorni
Nel pomeriggio di martedì il future sul principale indice tedesco ha toccato un minimo intraday a 23.135 punti, per poi recuperare leggermente e chiudere a 23.250 punti, comunque sotto la media mobile a 200 giorni; un’inversione di questo tipo è generalmente monitorata a livello istituzionale e considerato uno spartiacque tra trend rialzista e contesto correttivo nel medio periodo.
La seduta di mercoledì si è aperta pressoché invariata, con il benchmark che continua ad oscillare a ridosso dei minimi di giugno.
Cosa attendersi ora?
Nonostante la violazione della media mobile a 200 periodi, il Dax continua a scambiare all’interno della cruciale fascia di supporto compresa tra 23.250 e 23.000 punti, un’area che negli ultimi mesi ha più volte intercettato flussi in acquisto e generato inversioni di breve periodo.
Finché questa zona resterà intatta, il mercato conserva concrete probabilità di sviluppare un rimbalzo tecnico, favorito anche da condizioni di ipervenduto su alcuni oscillatori di momentum.
Tuttavia, il quadro tecnico tornerebbe costruttivo solo con un recupero stabile dei 23.600 punti, livello che coincide non solo con una precedente area di supporto, ma anche con il reingresso sopra la media mobile a 200 periodi, il cui ruolo come discriminante direzionale di medio termine rimane determinante.
Un breakout sopra questo livello confermerebbe un miglioramento del sentiment e potrebbe aprire spazio a estensioni verso 23.800, primo target rilevante di breve.
Al contrario, una chiusura sotto i 23.000 punti incrementerebbe il rischio di accelerazioni ribassiste, con potenziale estensione verso 22.750–22.600, zona dove passa anche il supporto dinamico del trend di medio periodo.
Pe la sessione odierna qualora dovessimo tenere i minimi attuali potremmo valutare ingressi long sulla rottura dei 23.280 punti, con obiettivo il test dei 23.480 punti e stop sul minimo odierno a 23.121 punti.
Tech in bilico: Nasdaq tra consolidamento e breakout imminentePanoramica finanziaria del NASDAQ
Il NASDAQ conferma il proprio ruolo di barometro dell’innovazione globale e dell’appetito per il rischio sull’azionario USA, alimentato da flussi istituzionali e forti movimenti nel comparto tecnologico.
A novembre 2025, l’indice si colloca in una fase strategica di consolidamento, immersa in un contesto macro-denso di incognite tra politiche monetarie restrittive, revisione delle prospettive di crescita e volatilità elevata sulle maggiori piazze mondiali.
Dopo i “new highs” di periodo, l’indice sta mostrando segnali di pausa e riassestamento, con l’attenzione dei trader rivolta ai livelli chiave di supporto e resistenza, e ai movimenti degli operatori istituzionali.
Il sentiment resta costruttivo: la permanenza sopra la media mobile a 50 periodi e l’incanalamento dei prezzi lungo la regressione lineare di medio termine sono segnali tecnici che mantengono la struttura rialzista, pur in presenza di un RSI che oscilla su valori di neutralità (zona 49), a testimoniare una condizione di mercato in equilibrio precario, pronto a reagire a nuovi impulsi macro o micro-settoriali.
Asset tecnologico sotto i riflettori
Negli ultimi sei mesi, l’indice Nasdaq ha vissuto una progressione costante con un trend rialzista solido, complice l’euforia legata a trimestrali tech e le prospettive di una nuova stagione di investimenti in AI e hardware. Il rally è stato sostenuto da:
• Prospettive Fed: Le attese sui tassi USA e il “wait and see” della Fed sul ciclo di strette hanno tenuto basso il costo-opportunità per gli investimenti azionari.
• Dati macro USA: Il rallentamento del jobs market, con disoccupazione in lieve aumento e payrolls sottotono, ha ridotto i timori di rialzi aggiuntivi dei tassi.
• Volatilità: L’alternarsi di correzioni tecniche rapide e recuperi pronti, alimentato da dati macro-discordanti e volatilità implicita storicamente elevata.
Sul breve, il Nasdaq 100 oscilla tra i livelli critici di 24.600 (supporto principale) e 25.660–26.180 (resistenze strategiche), con il pivot giornaliero calendarizzato in area 23.074 punti. Break tecnici sopra le resistenze potrebbero innescare nuove onde rialziste, mentre la tenuta dei supporti rappresenta la condizione essenziale per la prosecuzione del trend positivo. Il recente aumento dell’ATR segnala una volatilità sostenuta e impone disciplina nella gestione della leva e nella definizione di stop-loss.
Focus sul NASDAQ
Il NASDAQ, replicando la dinamica del listino tecnologico, evidenzia una configurazione altrettanto interessante, con un’impostazione tecnica che conferma la forza relativa del comparto.
Nella seconda metà del 2025, la crescita dei prezzi è stata accompagnata da sostenuti volumi rialzisti, con la media mobile a 21 giorni a fare da magnete per i compratori.
L’RSI a 14 giorni oscilla nella fascia medio-alta, ad indicare una progressiva saturazione del movimento rialzista e la potenziale vicinanza ad un’area di ipercomprato.
Livelli tecnici chiave
• Supporto principale: 24.500 punti
• Resistenza primaria: 26.000 punti
• Target breakout: 27.500 punti
• Livello di allerta in scenario ribassista: 23.000 punti
La struttura dei prezzi mostra la formazione di un triangolo ascendente: tipico pattern di accumulazione, favorito dalla partecipazione delle mani forti e dall’ingresso di nuovi capitali nei momenti di consolidamento.
Una rottura della resistenza a 26.000-26400 punti, specie se accompagnata da crescenti volumi, rappresenterebbe il segnale di una nuova gamba rialzista, con estensione plausibile fino a 27.500-28000 punti.
Al contrario, una rottura convinta del supporto a 24.500 riposizionerebbe il quadro tecnico in ottica di pullback, con obiettivo in area 23.000 e incremento della pressione ribassista.
Scenario e prospettive
Il contesto attuale suggerisce disciplina e tempestività: strategie long sulle rotture confermate delle resistenze, implicano una massima gestione attiva del rischio tramite stop loss stretti.
Sul lato opposto, la perdita decisa dei supporti chiave aprirebbe a fasi correttive e potenziali inversioni di breve/medio periodo, con la necessità di monitorare i pattern di prezzo e il comportamento degli indicatori di momentum (RSI, MACD).
Considerazioni finali
Il Nasdaq si conferma trainante nei portafogli tech-oriented, ma il quadro resta sensibile agli sviluppi macro (politica Fed, dati NFP) e alle dinamiche geopolitiche globali. In questa fase, la gestione della volatilità e la lettura multi-timeframe rappresentano gli strumenti essenziali per intercettare i cambi di scenario e ottimizzare le performance, in ottica sia tattica che strategica.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Oro: Pronto al breakout? Ecco i livelli da monitorare!Panoramica finanziaria dell’ORO
L’ORO continua a rappresentare un’indicazione fondamentale della fiducia globale nei mercati finanziari e nella gestione del rischio geopolitico. Nel novembre 2025, l’ORO si posiziona in una zona tecnica cruciale, alimentata da sviluppi macroeconomici, politiche monetarie aggressive e tensioni internazionali, con i prezzi vicini ai massimi storici e una volatilità crescente sulle principali borse mondiali. Dopo aver superato quota 4.250 dollari l’oncia nel primo semestre, il metallo prezioso ha avviato una fase di consolidamento, con correzioni verso l’area 3.800–3.950 dollari, considerate da molti analisti come opportunità di accumulo strategico.
La domanda di riserva da parte di banche centrali e fondi istituzionali rimane sostenuta, con flussi record negli ETF e una crescente allocazione in oro come copertura contro l’instabilità valutaria e l’eccessiva concentrazione del mercato azionario USA. Il fenomeno FOMO (fear of missing out) ha contagiato anche gli operatori professionali, spingendo figure come Gundlach e Wilson a rivedere i modelli di asset allocation, con proposte che includono fino al 25% di esposizione in oro.
Sul fronte macro, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, i segnali di rallentamento economico e le prospettive di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve alimentano la ricerca di protezione. Parallelamente, la debolezza del dollaro e la progressiva de-dollarizzazione delle riserve globali rafforzano il ruolo dell’oro come asset strategico in un contesto di transizione finanziaria globale
Asset Rifugio sotto i Riflettori
Nell’arco degli ultimi sei mesi, l’ORO ha registrato una crescita costante con una tendenza rialzista solida, favorita dall’acuirsi dell’incertezza globale e dal deterioramento dei dati macro USA. Il rally dell’oro è stato supportato da:
• Attese sulla Federal Reserve: A inizio novembre, i dati sul mercato del lavoro USA hanno deluso le aspettative, con un peggioramento del sentiment dei consumatori e segnali di rallentamento economico. Sebbene l’inflazione resti “sticky”, le probabilità di un taglio dei tassi a dicembre si mantengono elevate (>64%), alimentando flussi verso asset difensivi come l’oroFinanzaOnline+1.
• Banche centrali: Gli acquisti da parte delle banche centrali, in particolare dei paesi emergenti, continuano a sostenere la domanda. JP Morgan ha recentemente rivisto al rialzo le proiezioni, ipotizzando massimi oltre 5.000 USD/oncia entro il 2026.
• Volatilità azionaria: Lo stallo degli indici equity, con prese di profitto sui tecnologici e una crescente vulnerabilità dei rendimenti obbligazionari, ha rafforzato il ruolo dell’oro come bene rifugio privilegiato nei portafogli istituzionali.
Sul breve, l’ORO oscilla tra i livelli chiave di 4.100 e 4.155 USD/oncia, con la soglia di 4.100 che ha agito da resistenza tecnica multipla a ottobre e ora rappresenta un punto di snodo per il prossimo impulso. Il breakout recente ha attivato una nuova onda impulsiva di breve termine, ma il momentum mostra segnali di indebolimento. Il volume nella congestione è in calo, tipico delle fasi di attesa prima di una mossa direzionale di rilievo.
Scenario di Mercato
• Struttura grafica L’ORO mostra una configurazione di flag rettangolare in fase di completamento, coerente con una pausa tecnica dopo il rally di ottobre. Il prezzo si attesta attorno ai 4100/4.009 USD, con escursione giornaliera tra 3.981 e 4.035 USD. L’RSI (14) è in zona neutra a 55.02, con inclinazione moderatamente rialzista. L’ADX (14) si colloca a 20.63, indicando una fase di trend debole. La media mobile a 21 giorni (MA21) è posizionata a 4.007 USD, agendo da supporto dinamico.
• Livelli di prezzo chiave
• Supporto principale: 4.000 USD (base del consolidamento e MA21)
• Supporto secondario: 3.950 USD (area di rimbalzo tecnico e Fibonacci 38.2%)
• Resistenza primaria: 4.050 USD (massimo recente)
• Resistenza estesa: 4.100–4.155 USD (zona di congestione e ex supporto di ottobre) Una chiusura sopra 4.050 USD, accompagnata da volumi in aumento, confermerebbe la ripresa del movimento direzionale con obiettivi progressivi a 4.168/4.180 USD, in linea con le proiezioni di JP Morgan per il 2026.
• Zona di congestione critica Il range 4.035–4.050 USD rappresenta un’area ad alta probabilità di falsi breakout, con volatilità latente e momentum debole. In questa fascia, l’RSI tende a oscillare senza direzionalità e il volume si riduce, segnalando indecisione tra gli operatori.
• In caso di rottura ribassista sotto 3.950 USD, si aprirebbero scenari correttivi verso 3.850 USD, con potenziale inversione a medio termine. È essenziale monitorare eventuali divergenze negative su RSI e MACD, che potrebbero anticipare pressioni ribassiste.
Analisi Multi-Timeframe – ORO
Daily Chart (D1)
• Contesto: Il grafico giornaliero mostra una fase di consolidamento post-rally, con struttura laterale tra 3.950 e 4.050 USD. La candela del 11 novembre evidenzia indecisione, con corpo ristretto e volumi in calo.
• Indicatori:
o RSI (14): 55.02 – neutro, con lieve inclinazione rialzista
o ADX (14): 20.63 – trend debole, in fase di costruzione
o MA21: 4.007 USD – supporto dinamico confermato
• Osservazioni: La compressione dei prezzi e la riduzione della volatilità suggeriscono una fase di accumulo. La tenuta del supporto a 4.000 USD è cruciale per mantenere la struttura tecnica favorevole.
4-Hour Chart (H4)
• Contesto: Il timeframe H4 evidenzia una congestione più stretta tra 4.000 e 4.035 USD, con volumi decrescenti e candele inside bar. La struttura è coerente con una pausa tecnica in attesa di catalizzatori macro.
• Indicatori:
o RSI (14): 48.7 – neutro, senza divergenze
o MACD: piatto, con histogramma in contrazione
o SuperTrend: flat, senza segnale direzionale
• Osservazioni: Il timeframe H4 conferma la mancanza di momentum e la necessità di un evento esogeno (dati macro, news geopolitiche) per attivare una nuova fase direzionale.
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Eventi Chiave e News Recenti
• FOMC e Politica Monetaria USA Le minute del FOMC pubblicate il 7 novembre hanno confermato un orientamento prudente da parte della Federal Reserve. Pur riconoscendo segnali di rallentamento economico, il board ha evitato toni esplicitamente dovish, lasciando aperta la possibilità di un taglio dei tassi di 25–50 punti base nelle riunioni di fine anno. Le dichiarazioni di Powell hanno evidenziato una crescente attenzione alla tenuta del mercato del lavoro e alla stabilità finanziaria, elementi che rafforzano la funzione dell’ORO come asset difensivo in contesti di transizione monetaria.
• Occupazione USA e Dati NFP I dati sul Non-Farm Payrolls (NFP) di inizio novembre hanno mostrato una crescita occupazionale inferiore alle attese, con revisioni al ribasso per i mesi precedenti. Il tasso di disoccupazione è salito al 4.1%, mentre la crescita salariale ha rallentato. Questi segnali di debolezza hanno alimentato timori recessivi e rafforzato la domanda di ORO come copertura contro scenari di stagflazione e perdita di potere d’acquisto.
• Accumulo Istituzionale e CME I flussi verso l’ORO da parte di fondi pensione, hedge fund e riserve strategiche sono in forte aumento. Secondo i dati CME, l’open interest sui contratti GCZ5 ha raggiunto livelli record, con volumi in crescita e una netta prevalenza di posizioni long. Gli ETF sull’oro hanno registrato acquisti netti per 146 tonnellate nel solo mese di settembre, pari a 17,3 miliardi di dollari, segnalando una riallocazione strutturale nei portafogli globali.
• Geopolitica e Escalation Commerciali Le tensioni in Medio Oriente, con nuovi focolai tra Israele e Libano, e le minacce di dazi fino al 100% tra USA e Cina
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L’Oro al Centro della Volatilità Globale
L’ORO continua a catalizzare l’attenzione dei mercati globali, confermandosi asset strategico in un contesto di transizione monetaria e instabilità geopolitica. La configurazione tecnica attuale riflette un equilibrio delicato tra persistenza del trend rialzista e rischio di consolidamento laterale, con la price action compressa tra 4.135 e 4.155 USD. Questo intervallo rappresenta una zona di snodo cruciale: la sua violazione con volumi significativi potrebbe definire la direzione del prossimo impulso.
Dal punto di vista macro, le attese sui tassi USA, la debolezza del mercato del lavoro e l’aumento delle tensioni internazionali rafforzano il ruolo dell’ORO come bene rifugio privilegiato. L’interesse istituzionale, confermato dai dati CME e dagli afflussi negli ETF, suggerisce una riallocazione strutturale nei portafogli difensivi, con esposizioni crescenti al metallo giallo.
In questo scenario, l’approccio analitico richiede disciplina e pazienza operativa. La conferma tecnica di una rottura direzionale – al rialzo o al ribasso – dovrà essere validata da volumi crescenti, momentum coerente e assenza di divergenze. Fino ad allora, la gestione del rischio e la lettura multi-timeframe restano strumenti essenziali per navigare una fase di mercato ad alta sensibilità esogena.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Battaglia sulle Valute: EUR/USD tra Tensioni e Dati ChiaveTensione sui cambi
Il mercato valutario si trova in una fase di grande incertezza, con l’EURUSD che nelle ultime 24 ore ha vissuto oscillazioni rilevanti su fondamenti macro e segnali tecnici contrastanti.
Le dichiarazioni di membri della Federal Reserve hanno confermato un atteggiamento di attesa e di decisioni basate sui dati (orientamento “data dependent”) fino a fine anno, influenzando la forza relativa del dollaro. In particolare, i rendimenti dei Treasury USA a 10 anni sono saliti a 4,9%, spingendo gli investitori verso la valuta americana come rifugio sicuro in vista dei dati sul mercato del lavoro USA attesi per venerdì.
Sul fronte europeo, le minute interne della BCE hanno evidenziato divisioni nette tra i membri del Consiglio: mentre una parte del board auspica un primo taglio dei tassi nel secondo trimestre 2026, altri membri preferiscono mantenere una linea attendista in attesa di conferme sull’andamento dell’inflazione. Questo ha provocato una pressione sull’EURUSD, che ha arrestato il rialzo consolidandosi attorno a 1,1650, dopo aver toccato massimi di settimana intorno a 1,1725.
La tenuta di quota 1,1500 è stata favorita però da un certo arretramento del dollaro, influenzato da timori di uno shutdown governativo statunitense, che riduce la pressione sul cambio. I dati macro europei, come le vendite al dettaglio, non hanno finora fornito impulsi di rilievo, mantenendo un clima di indecisioneEURUSD ha mostrato una dinamica di consolidamento sopra quota 1.1500, sostenuto da un parziale arretramento del biglietto verde dovuto alle preoccupazioni legate alla crisi politica e al rischio shutdown negli Stati Uniti. La BCE mantiene un profilo prudente: nessuna indicazione di taglio imminente dei tassi, mentre i dati macro europei – come le vendite al dettaglio – hanno avuto impatto limitato sugli scambi..
Dal punto di vista tecnico, la coppia si mantiene sopra la media mobile a 20 periodi (attorno a 1,1485) e l’indicatore RSI ha recuperato dalla soglia di 40 a 44, segnalando una momentanea riduzione del momentum ribassista. Resistenze chiave si collocano a 1,1520 e 1,1550, mentre i supporti immediati sono 1,1500 e 1,1450, livelli che possono influenzare l’andamento nei prossimi giorni in attesa di importanti dati macro.
La struttura tecnica del cambio euro-dollaro evidenzia un progressivo indebolimento del recupero rialzista iniziato a inizio settimana. Le medie mobili a 20 e 50 periodi si sono avvicinate e potrebbero convergere a breve, indicando un momentum ridotto e una possibile fase di consolidamento laterale o prossima inversione. La resistenza tra 1,1710 e 1,1730 è un ostacolo consolidato, dove nelle ultime sessioni si sono formate candele con ombre superiori marcate — chiaro segnale di pressione di vendita in questa fascia tecnica. La volatilità nelle ultime 24 ore è stata contenuta, con un range intraday ristretto di circa 60 pips, indice di un mercato in attesa e compressione.
Dal lato fondamentale, l’indice PMI dei servizi nell’Eurozona si è attestato a 51,4, leggermente sotto le attese di 51,8, causando un temporaneo indebolimento della valuta unica. Negli Stati Uniti, l’ultimo dato ADP sui nuovi occupati privati è uscito a +123.000, inferiore ai +143.000 previsti, ma non abbastanza da innescare una correzione profonda del dollaro. Questo mantiene aperto il dibattito sulla futura strategia della Fed, che almeno per ora lascia il mercato in un’atmosfera di attesa cauta.
Indicatori come lo Stochastic e RSI mostrano segnali tecnici misti: lo Stochastic è rimbalzato da zona di ipervenduto al livello medio, suggerendo ancora spazio per un rimbalzo tecnico, mentre l’RSI si muove in una zona neutrale. Entrambi indicano potenziale per momenti di breve termine di forza relativa dell’euro, ma la struttura complessiva rimane vulnerabile.
Analisi
Il quadro generale tecnico mostra una leggera pressione ribassista con supporti chiave tra 1,1620 e 1,1600. Una rottura netta e sostenuta sotto questa soglia potrebbe esporre il cambio a movimenti verso livelli critici di 1,1550 e 1,1500, dove si sono consolidate zone di compratori verso la fine di ottobre. D’altro canto, un recupero convincente sopra 1,1730 potrebbe riaprire prospettive rialziste con target su 1,1780 e 1,1820, livelli raggiunti solo una settimana fa.
La lateralità tecnica degli ultimi giorni fa pensare a una pausa che potrebbe preludere a un movimento più deciso, ma su volumi ancora insufficienti e con bassa partecipazione istituzionale, ogni tentativo di breakout appare fragile. Solo un cambiamento di scenario, come un cambiamento netto nella narrativa Fed o un’accelerazione significativa dell’inflazione europea, potrà rompere questo equilibrio precario.
Comparazione tecnica con DXY
L’indice del dollaro USA (DXY) ha perso slancio rispetto ai massimi di inizio settimana, calando a 104,65 dagli oltre 105 punti. Lo shutdown governativo USA e la conseguente incertezza sui piani futuri della Fed pesano sull’indice, che ha mostrato una debolezza negli ultimi giorni. Essendo l’euro la componente maggioritaria del DXY, una sua stabilità o debolezza può influenzare direttamente il valore complessivo del dollaro nell’indice.
Negli ultimi due giorni la debolezza relativa del dollaro ha permesso a EURUSD di stabilizzarsi sopra i supporti critici, in attesa dei futuri dati macroeconomici USA, in particolare l’atteso report sul mercato del lavoro che potrebbe polarizzare nuovamente il sentiment e far oscillare l’indice DXY e la coppia EURUSD in modo più netto.
La relazione inversa tra EURUSD e DXY rimane cruciale: quando il DXY sale, il cambio euro-dollaro subisce pressione ribassista, e viceversa. Attualmente entrambi si trovano ancora in zone di prezzo tecnicamente sensibili, dove la stabilità o la rottura di certi livelli possono cambiare direzione velocemente.
Prossimi eventi macro chiave
Le prossime sessioni saranno particolarmente ricche di eventi macro che potrebbero fornire impulsi decisivi per EURUSD e DXY:
1. Dati sull’occupazione USA (Friday, 8 novembre): Il report ufficiale sul mercato del lavoro statunitense, con il tasso di disoccupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro (Non Farm Payrolls), sarà il driver principale. Attese per +180K nuovi posti di lavoro e una disoccupazione stabile al 3,8%. Dati più forti potrebbero rafforzare il dollaro, mentre risultati deludenti potrebbero spingere EURUSD verso l’alto.
2. Decisione BCE sulla politica monetaria (prevista il 14 novembre): Attesa una conferma sulla linea prudente con possibile revisione delle prospettive inflazionistiche. Un segnale di maggior cautela o di rallentamento del ciclo restrittivo può rafforzare l’euro.
3. Rapporto sull’inflazione nell’Eurozona (CPI, atteso entro la prossima settimana): I dati sull’inflazione saranno cruciali per valutare la possibilità di tagli tassi o la permanenza di una politica monetaria restrittiva da parte della BCE.
4. Riunioni e interventi Fed: Qualsiasi indicazione da parte dei membri Fed nei prossimi giorni, in particolare in vista del FOMC di dicembre, sarà monitorata per anticipare eventuali aggiustamenti nella strategia monetaria.
5. Situazione politica USA: Lo sviluppo dello shutdown governativo e i negoziati sul budget federale potrebbero influenzare il sentiment del mercato e la forza del dollaro.
Questi eventi rappresentano potenziali catalizzatori per la volatilità su EURUSD e DXY, e potrebbero determinare rotture significative sui livelli tecnici visti in questa analisi.
Conclusione
L’EURUSD si mantiene in una “zona cuscinetto” tra 1,1600 e 1,1730 dove prevale la cautela, con un dollaro ancora protagonista ma con spazi limitati a causa delle incertezze politiche e macroeconomiche. Le prossime uscite macro saranno decisive per definire la traiettoria di breve termine. La compressione della volatilità potrebbe preludere a un movimento esplosivo, guidato dagli eventi chiave elencati.
Questa visione integrata di tecnica, fondamentali e correlazioni di mercato offre una base dettagliata per monitorare i prossimi sviluppi e prendere decisioni consapevoli nel trading di EURUSD.
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EURUSD trattiene il fiato sulla “linea di trincea” 1,1570-1,1530EURUSD: Cosa Succede?
Il mercato valutario è sospeso tra due fronti cruciali: la recente svolta della Federal Reserve e la posizione strategica della BCE, che oggi ha lasciato intendere una prudenza quasi ferrea. Solo pochi giorni fa, il 29 ottobre, la Fed ha deciso un taglio di 0,25 punti base, una mossa attesa che ha provocato una reazione immediata sulle piazze globali.
L’annuncio ha rafforzato il dollaro, consolidando la sua posizione di valuta rifugio e spingendo l’EURUSD sulle soglie di supporto chiave.
Ma la vera onda si è propagata fino a oggi — quando la BCE, davanti a dati di inflazione in rallentamento e una crescita europea superiore alle attese, ha scelto di mantenere una linea di massima cautela.
Nessuna fretta nel modulare la politica monetaria, ma piuttosto il tentativo di rassicurare i mercati, difendere la stabilità del sistema euro e frenare ogni eccesso speculativo proprio in prossimità delle aree 1.1570-1.1530, la nuova “linea di resistenza” dell’Euro sul mercato globale.
Questa doppia dinamica, fatta di iniziativa americana e difesa europea, ha cristallizzato l’attenzione degli operatori: da qui, il destino dell’EURUSD si giocherà sugli equilibri tra politica monetaria, speculazione e dati macroeconomici, in un clima che oggi non concede tregua né margini di errore.
Sul fronte tecnico, la situazione non lascia spazio a illusioni: le medie mobili evidenziano una chiara pressione ribassista e il prezzo fatica a riconquistare i livelli lasciati alle spalle. Il Momentum, fotografato da un RSI stabile tra zona neutrale e ribassista, riflette un mercato bloccato tra indecisioni e volatilità ridotta. Le candele degli ultimi giorni, brevi e strette, raccontano una guerra di nervi dove predominano tatticismo e attesa, senza alcuna formazione grafica decisiva all’orizzonte.
Parallelamente, le cronache macroeconomiche alimentano il clima d’incertezza. La BCE prosegue nella sua linea prudente, appesantita dalla necessità di gestire un’inflazione in raffreddamento e un’economia che sorprende per il vigore inatteso. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha deciso di fermarsi dopo il taglio di 0,25 punti base a fine ottobre, lasciando intravedere un 2025 senza ulteriori accomodamenti monetari. Il dollaro, saldo e difensivo, continua così a esercitare pressioni sull’Euro. I dati contrariati dal fronte USA — con PMI manufatturiero sotto attese ma un biglietto verde ancora dominante — bloccano di fatto qualsiasi tentativo di ripresa dell’Euro, inchiodandolo su livelli critici.
Analisi tecnica
Il confronto tra supporti e resistenze si fa ogni giorno più intenso. La zona dei 1.15 rappresenta l’ultimo baluardo dei compratori, mentre 1.18-1.19 resta una muraglia ardua da espugnare per i rialzisti.
La regressione dei prezzi suggerisce una leggera inclinazione ribassista e paventa ulteriori affondi verso aria 1.13-1.14. Mancano però volumi decisi e pattern tecnici di svolta: l’impressione è quella di un mercato immobilizzato in attesa del prossimo input macro o geopolitico capace di rompere l’equilibrio.
Conclusione
La “trincea” fra 1.1570 e 1.1530 reggerà l’urto dei ribassisti o assisteremo all’inizio di una nuova fase discendente per l’Euro? Il sentiment generale resta improntato alla cautela: in un simile scenario solo la prontezza nella lettura dei segnali di mercato e una gestione oculata della velocità d’azione potranno fare la differenza. La tensione resta palpabile, perché ogni nuova seduta potrebbe rivelarsi quella capace di cambiare il panorama valutario europeo.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
4° Step - Analisi Algoritmica con semplici strategieBuona domenica a tutti i trader, nel mio video andiamo a vedere come fare analisi algoritmica con strategie davvero semplici. Gli indicatori e gli oscillatori nel trading sono degli strumenti potentissimi che ci aiutano a prendere delle decisioni più smart. Nello specifico, vedremo come sfruttare le medie mobili, il momentum e l'RSI.
Medie Mobili: Il tuo alleato per il Trend
Per prima cosa, parliamo delle medie mobili (MA). Sono perfette per capire la direzione principale del mercato, perché "lisciano" il rumore dei prezzi e ti mostrano la rotta. Se il prezzo è sopra la media mobile, il trend è rialzista. Se è sotto, è ribassista. È semplicissimo! Le medie mobili non solo confermano un trend, ma possono anche segnalare quando sta per cambiare, ad esempio se il prezzo le attraversa.
Momentum e RSI: La Forza dietro i Movimenti
Dopo aver capito la direzione, ci serve sapere con quanta forza e velocità il mercato si sta muovendo. E qui entrano in gioco il momentum e l'RSI.
Il momentum ci dice quanto velocemente stanno cambiando i prezzi. Se è forte, il movimento è rapido. Se si indebolisce, il trend potrebbe essere vicino alla fine.
L'RSI (Relative Strength Index) è un oscillatore che misura la velocità e la variazione dei prezzi su una scala da 0 a 100. Se l'RSI va sopra 70, il mercato è ipercomprato e potrebbe esserci un'inversione al ribasso. Se invece scende sotto 30, è ipervenduto e potrebbe esserci un rimbalzo.
Unendo questi strumenti, avrai una visione completa. Le medie mobili ti dicono "dove sta andando il mercato", mentre il momentum e l'RSI ti dicono "con che forza ci sta andando". In questo modo, i tuoi segnali di trading diventano molto più affidabili.
Con questo è tutto un grande abbraccio.
Grazie ciao da Mauro
Vi cito le mie tre regole che coltivo costantemente:
Pazienza, disciplina ed avere sempre un piano.
NASDAQ Bearish Engulfing: inizia la correzione? Alla fine del mese il mercato mostra segnali ribassisti a breve termine, con possibilità di un’estensione verso il gap da chiudere.
Da capire se si è trattato di un ribilanciamento di fine mese dei portafogli oppure di una virata vera e propria.
Ecco i 3 punti chiave da conoscere:
• Bearish Engulfing sul Massimo: Il pattern ribassista "Bearish Engulfing" visibile sul massimo recente (intorno a 23.725) suggerisce una possibile inversione dopo un trend rialzista, con la candela rossa che "inghiotte" quella verde precedente.
• GAP da Chiudere: Si nota un gap tra 22.370, che il mercato potrebbe tentare di colmare nei prossimi giorni, indicando un potenziale supporto o resistenza.
• Supporto e Resistenza: Il livello di primo supporto di breve 22.951,5 (141,40%) sembra un supporto chiave, mentre il massimo recente a 23.725 funge da resistenza.
• Trend: Dopo il calo di ieri sera, il prezzo si trova sopra il supporto ma sotto il massimo recente, suggerendo cautela. Il volume (66,12K) indica un interesse moderato.
A livello operativo la tenuta del primo supporto è fondamentale per un ritorno di una fase equilibrata, laterale o anche rialzista.
Se dovessero arrivare al GAP e poi incrementare anche la volatilità allora potremmo vivere un Agosto molto turbolento.
Focus del giorno
Da oggi entrano in vigore i dazi di Trump per tutti i Paesi senza accordo bilaterale o lettera specifica. Il Messico ottiene una proroga di 90 giorni, mentre il Canada rischia l’esclusione a causa del supporto diplomatico alla Palestina. L’India valuta concessioni sugli acquisti energetici e sulle importazioni tech per evitare ritorsioni.
Nel frattempo, gli USA hanno firmato un accordo commerciale con la Corea del Sud, che comporta la rimozione di barriere non tariffarie. Il Brasile resta in posizione intermedia: il 45% delle sue esportazioni verso gli USA resta esente, il resto affronterà dazi del 50%.
L’impatto sarà graduale ma profondo: i settori più colpiti includono automotive, acciaio, pharma e chip.
NFP: la reazione attesa
Il dato NFP di luglio rappresenta il primo vero stress test per l’equity USA dopo la riunione Fed e l’attivazione dei dazi. Le attese sono per +104.000 posti di lavoro (vs 147k prec.), tasso di disoccupazione al 4,2% e salari orari in aumento dello 0,3% m/m. Secondo JPMorgan, “i risultati saranno distorti positivamente” e qualsiasi cifra sopra i 100k sarà ben accolta.
Ecco le reazioni attese:
• Sopra 140k → +1%/+1,5%
• Tra 120k–140k → +0,5%/+1,25%
• Tra 100k–120k → +0,25%/+0,75%
• Tra 80k–100k → -0,5%/-1%
• Sotto 80k → -1,5%/-2,5%
Powell ha ribadito che il tasso di disoccupazione è il vero termometro del mercato del lavoro.
La soglia “break-even” per la creazione di posti di lavoro sarebbe scesa a 80–100k. La Fed si manterrà attendista fino a settembre, salvo shock evidenti.
Gli ultimi risultati delle trimestrali
Le ultime trimestrali delle principali aziende USA (relative al Q2 2025) mostrano un quadro misto ma generalmente positivo.
Tecnologia: Aziende come Alphabet e NVIDIA hanno superato le attese, con Alphabet che ha beneficiato di una forte crescita nel cloud computing e nell'AI (utile a 28,2 miliardi di dollari), mentre NVIDIA ha registrato un aumento del 69% dei ricavi grazie alla domanda di chip AI. Apple ha riportato un fatturato record di 94,04 miliardi di dollari (+9,6%), trainato da iPhone e servizi, con margini elevati nel segmento digitale. Tuttavia, Tesla ha deluso con un calo del 12% dei ricavi a 22,5 miliardi, influenzata dalle continue sfide commerciali cinesi e dai blocchi politici da parte di Trump.
Le grandi banche (es. JPMorgan, Citigroup) hanno aperto la stagione con risultati solidi, sostenuti da tassi di interesse alti e ripresa delle attività di trading, anche se l'outlook rimane cauto per un possibile rallentamento dei margini con i futuri tagli dei tassi.
Netflix ha superato le stime con un aumento del 15,9% dei ricavi, grazie agli abbonati e ai piani pubblicitari. Amazon ha registrato una crescita del 9% a 155,67 miliardi, guidata da AWS e logistica, mentre Meta ha visto un +22% a 47,52 miliardi, spinta dall'AI e dalla pubblicità.
Grafico con il broker Pepperstone
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GBPUSD inversione ribassista con target ambizioso a 1.30 Il pattern "testa e spalle" è una formazione di inversione ribassista che si verifica dopo un trend rialzista. È composto da:
Spalla sinistra: Un picco iniziale seguito da un ritracciamento.
Testa: Un picco più alto (il massimo della formazione), seguito da un altro ritracciamento.
Spalla destra: Un picco più basso rispetto alla testa, allineato circa al livello della spalla sinistra.
Linea del collo (neckline): La linea di supporto che collega i punti di ritracciamento tra le spalle e la testa. La rottura al ribasso di questa linea conferma il pattern.
Nel grafico, il pattern è evidente con la testa intorno a 1.3661, le spalle sinistra e destra intorno a 1.3500-1.3600, e la neckline approssimativamente a 1.3350.
Forecast GBPUSD
Il target ribassista si calcola sottraendo l'altezza del pattern (differenza tra il vertice della testa e la neckline) dalla linea di rottura:
Altezza = 1.3661 - 1.3350 = 0.0311
Target = 1.3350 - 0.0311 = 1.3039
La zona di proiezione indicata nel grafico (1.29784-1.32755) è coerente con questo calcolo, suggerendo un possibile range di supporto tra 1.2978 e 1.3039.
Volumi Profile
Nella zona del target proiettato in questo momento si evincono anche forti volumi scambiati nelle ultime 200 candele. Tale configurazione afferma che al prezzo di 1.30 c’è stato un forte interesse istituzionale e che potrebbe tornare ad essere difeso.
Comportamento Operativo per swing trader
Segnale di vendita: Confermare la rottura al ribasso della neckline (1.3350) con un volume crescente. Entrare short dopo la chiusura di una candela giornaliera sotto questo livello.
Stop Loss: Posizionare sopra la spalla destra (es. 1.3590) per limitare il rischio.
Take Profit: Mirare alla zona di supporto tra 1.2978 e 1.3039. Monitorare i livelli di supporto aggiuntivi (es. 1.3000) per un’uscita parziale.
Gestione del rischio: Considerare un rapporto rischio/rendimento di almeno 1:2.
Comportamento Operativo per intraday trader o trader di breve termine
Segnale di vendita: Confermare la rottura al ribasso della neckline (1.3350) con un volume crescente su timeframe H1 o minori. Entrare short dopo la chiusura di una candela giornaliera sotto questo livello.
Stop Loss: Posizionare sopra la neckline (circa 1,3350 in questo momento) per limitare il rischio.
Take Profit: Mirare al minimo di Maggio a 1,3170 come primo livello
Gestione del rischio: Considerare un rapporto rischio/rendimento di almeno 1:2.
Ruolo del Dollaro
Il GBPUSD è una coppia valutaria che misura la forza della sterlina britannica (GBP) rispetto al dollaro statunitense (USD).
Un pattern ribassista su GBPUSD implica una potenziale debolezza della GBP o un rafforzamento del USD.
Fattori macroeconomici come tassi d’interesse, dati sull’inflazione o decisioni della Bank of England e della Federal Reserve possono influenzare questa dinamica. Al momento (29 luglio 2025), monitorare i dati economici USA (es. Non-Farm Payrolls) e le politiche monetarie potrebbe fornire indizi sul ruolo del dollaro nel movimento.
Ecco alcuni giorni e orari da tenere in mente:
• Decisioni sui tassi di interesse della Federal Reserve: La prossima riunione del FOMC è prevista per il 29-30 luglio 2025, con annuncio atteso intorno alle 20:00 CEST del 30 luglio. Le decisioni potrebbero riflettere i dati macroeconomici recenti e influenzare l'USD.
• Dati sull'inflazione USA (IPC): L'Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) per luglio 2025 è atteso intorno al 11-12 agosto 2025, con pubblicazione alle 14:30 CEST, salvo aggiornamenti del calendario economico. Questo dato è cruciale per valutare la pressione inflazionistica.
• Dati sul mercato del lavoro (Non-Farm Payrolls): I Non-Farm Payrolls per luglio 2025 saranno pubblicati il 1° agosto 2025 (primo venerdì del mese), alle 14:30 CEST. Questo dato, insieme al tasso di disoccupazione, sarà un indicatore chiave della salute economica USA.
• Performance economica globale: Dati rilevanti come l'inflazione dell'Eurozona o decisioni della BCE sono attesi a fine luglio (es. 31 luglio 2025, ore 14:45 CEST per l'inflazione flash), influenzando indirettamente l'USD tramite coppie come EUR/USD.
Grafico con il broker Pepperstone
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
AUDUSD riuscirà a colmare i massimi del 2024?AUD/USD si trova in una fase di consolidamento dei guadagni vicino ai massimi dell'anno, sostenuto da un migliorato sentiment di rischio e dati economici australiani robusti, mentre il Dollaro USA è sotto pressione. I livelli tecnici indicano un bias rialzista, ma è fondamentale monitorare i livelli di supporto e resistenza per capire la prossima direzione.
Il trend attuale potrebbe avere come obiettivo il raggiungimento delle zone di vuoto volumetrico di Ottobre – Novembre 2024 appena sotto al prezzo di 0,69.
Analisi Tecnica
• Tendenza Attuale: Il Dollaro Australiano ha raggiunto un massimo di 11 mesi superando il livello di resistenza chiave di 0.6600.
• Bias Rialzista Persistente: L'analisi del grafico giornaliero suggerisce un bias rialzista persistente, con la coppia che si muove all'interno di un canale ascendente. Ha mantenuto il suo uptrend sopra la media mobile a 50 giorni (50-DMA in Rossa).
• Momentum Rafforzato: L'Indice di Forza Relativa (RSI) a 14 giorni è posizionato sopra il livello 50, indicando un bias rialzista attivo segnalando che lo slancio dei prezzi a breve termine si sta rafforzando.
• Resistenza Testata: Il prezzo ha testato una resistenza di trendline superiore vicino a 0.66197, dove i venditori hanno limitato il rally. Una spinta rinnovata sopra questa trendline di resistenza vicino a 0.6620 darebbe ulteriore slancio agli acquirenti.
Analisi Wyckoff
Wyckoff: questa è la fase di accumulazione, caratterizzata da un Selling Climax (SC), dove i venditori capitolano, e un Automatic Rally (AR), in cui i compratori assorbono l'offerta in eccesso. L'aumento dei volumi in questa fase suggerisce che i grandi operatori stanno iniziando ad accumulare posizioni
Se il prezzo inizia a rompere le resistenze del range (es. 0,66-0,67) con un aumento dei volumi e candele rialziste più ampie, siamo nella fase di transizione verso il markup.
Questa fase mostra la dominanza della domanda, con avanzamenti di prezzo su volumi crescenti e ritracciamenti su volumi decrescenti, confermando la forza del trend rialzista emergente.
Volume Profile a 200 giorni
I prezzi si trovano sopra la value area a 200 giorni dinamica suggerendo una zona bullish sopra 0,6520.
Situazione Macroeconomica
Il contesto macroeconomico attuale è favorevole all'AUD, sostenuto da diversi fattori chiave:
• Sentimento di Rischio "Risk-On": L'allentamento delle tensioni commerciali globali, grazie a nuovi accordi tra Stati Uniti e Giappone, le speranze di un accordo imminente con l'Eurozona e la ripresa dei colloqui con la Cina, stanno stimolando l'appetito degli investitori per gli asset più rischiosi. Questo clima di fiducia tende a indebolire il Dollaro Statunitense, visto come valuta rifugio.
• Supporto per il Dollaro Australiano (AUD):
◦ La Cina è il principale partner commerciale dell'Australia, e le notizie sui colloqui USA-Cina per estendere le scadenze tariffarie offrono un sostegno significativo all'AUD.
◦ Il miglioramento del sentiment di rischio e i robusti dati PMI australiani hanno spinto l'AUD/USD al rialzo. In particolare, il PMI composito dell'Australia è aumentato a 53,6 a luglio, il livello più alto da aprile 2022, segnalando una crescita più rapida nel settore dei servizi e una rinnovata espansione nella produzione manifatturiera.
◦ Anche l'aumento dei prezzi del minerale di ferro contribuisce al rally dell'AUD.
◦ I commenti della governatrice della RBA, Michelle Bullock, che ha ribadito la necessità di un approccio cauto sui tassi d'interesse, indicando che i rischi inflazionistici sono sotto controllo senza deteriorare il mercato del lavoro, hanno gettato dubbi su un taglio dei tassi ad agosto e fornito ulteriore supporto all'Aussie.
• Debolezza del Dollaro Statunitense (USD): L'Indice del Dollaro Statunitense (DXY) continua a perdere terreno. Il sentiment positivo del mercato mantiene l'USD sulla difensiva.
• Prospettive Future: la lotta tra AUD e USD sarà influenzata dalle politiche delle banche centrali. Se la RBA mantiene tassi elevati mentre la Federal Reserve (Fed) rallenta i tagli dei tassi, ciò potrebbe portare a nuovi minimi storici per AUD/USD. Una potenziale "Guerra Commerciale" globale, se l'ex presidente Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, potrebbe alimentare pressioni inflazionistiche, e l'economia australiana potrebbe beneficiare da nuove interazioni commerciali con la Cina, dato il rapporto personale di Trump con il paese.
• AUD come "Commodity Currency": L'AUD è classificato come valuta legata alle materie prime ("commodity currency") grazie alle significative esportazioni australiane di metalli preziosi, petrolio e prodotti agricoli. Queste valute tendono a rafforzarsi nei mercati "risk-on" a causa dell'aumentata domanda di materie prime. La coppia AUD/USD correla anche con i prezzi dell'oro, considerato un bene rifugio contro l'inflazione
Grafico con il broker Pepperstone
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EURUSD - Analisi flash sul crossIl cross valutario EURUSD continua a registrare nuovi massimi, raggiungendo quota 1.1830 nella giornata odierna.
L'inizio della settimana ha visto un aumento del valore del dollaro statunitense (USD) dovuto all'escalation del conflitto in Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno colpito i siti di uranio iraniani e Teheran ha risposto lanciando missili contro basi statunitensi in Qatar. Lunedì sera, il presidente Trump ha annunciato un cessate il fuoco tra Iran e Israele dopo due settimane di attacchi. I mercati finanziari hanno mostrato un rinnovato ottimismo, nonostante le iniziali incertezze sulla tregua. Con la diminuzione delle tensioni, il rischio percepito è diminuito, i prezzi del petrolio sono crollati, i mercati azionari globali si sono ripresi e il valore del dollaro è sceso.
Il dollaro ha continuato a mostrare debolezza in seguito alla testimonianza del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, davanti al Congresso. Powell ha moderato le aspettative di una riduzione dei tassi di interesse nel mese di luglio, citando l'incertezza relativa ai dazi e all'inflazione. Ha confermato che l'economia è solida e non vi è alcun rischio di recessione. Inoltre, ha precisato che le richieste di abbassamento dei tassi da parte del presidente Trump non avranno alcuna influenza sulla politica della Federal Reserve.
I dati economici degli Stati Uniti della settimana scorsa hanno evidenziato un calo del Prodotto Interno Lordo del primo trimestre pari al -0,5% e un deficit commerciale di 96,6 miliardi di dollari nel mese di maggio. L'indice PMI composito di giugno è diminuito a 52,8 rispetto a 53 del mese di maggio.
In Europa, i PMI dell'Eurozona di giugno, pubblicati dalla Banca Commerciale di Amburgo, indicano una produzione manifatturiera stabile a 49,4 e un PMI dei servizi cresciuto a 50,0 rispetto a 49,7. L'indice PMI composito rimane invariato a 50,2.
In questa settimana i dati dell’Europa hanno mostrato una variazione in diminuzione delle vendite al dettaglio in Germania, con il dato che si è stampato al -1.6%, al di sotto delle aspettative dello 0.5% e inferiore al dato precedente rivisto al rialzo al -0.6%.
Al ribasso è stato anche il dato relativo al CPI tedesco che non ha subito alcuna variazione su base mensile e si è portato al 2% su base annuale, contro le aspettative rispettivamente del +0.2% e +2.2%.
Nella giornata odierna è stata data lettura del PMI in Europa, che ha visto il dato in Francia il lieve rialzo, in Germania invariato e in Italia al ribasso. Si rimane, comunque, sempre al di sotto della linea d’espansione dei 50 punti.
Sempre sul fronte Europa è stata data lettura del dato preliminare del CPI che ha visto il dato YoY invariato al 2% e quello mensile al + 0.3%.
Migliori sono stati i dati sul fronte opposto dell’oceano, con il PMI manifatturielo S&P che si è stampato al 52.9 su stime che lo davano al 52 e il dato ISM che si è stampato al 49, con stime del 48.8.
Anche i dati sul lavoro rimangono resilienti (dando ragione a Powell) con il dato Jolts che ha registrato ulteriori 7.769 milioni di contratti, rispetto alle stime di 7.320.
La BCE e la FED continuano a divergere nelle loro politiche. La FED, infatti, ha mantenuto i tassi al 4,25%-4,50% a giugno, ma ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione e disoccupazione a causa dei dazi. Il dot plot suggerisce ancora un allentamento di 50 punti base quest'anno. Il presidente Powell ha avvertito che l'aumento dei dazi potrebbe riaccendere l'inflazione.
Al contrario, la BCE ha ridotto il tasso sui depositi al 2,00% questo mese. La Presidente Lagarde ha indicato che ulteriori allentamenti dipenderanno dal peggioramento della domanda esterna, evidenziando la differenza politica con Washington.
I dati CFTC relativi al COT, alla settimana del 24 giugno mostrano che le posizioni lunghe nette sulla valuta europea hanno superato i 111.100 contratti, il livello più alto da gennaio 2024. Gli operatori non commerciali hanno aumentato le posizioni lunghe nette a 111.135 contratti, il massimo da dicembre 2023. L'open interest è salito al massimo delle ultime due settimane, con circa 6.746 contratti, mostrando una netta forza al rialzo dell’euro.
A livello tecnico .
Daily chart
Il prezzo è fortemente al rialzo con le medie mobili dirette tutte in posizione ascendente lontane dalla linea di prezzo.
Per quanto riguarda l’indicatore Ichimoku, il prezzo si tiene a distanza anche dalla Tenkan Sen, con la Chikou Span che ha superato in maniera netta la linea del prezzo e non ha alcun ostacolo al rialzo. La Kumo è scollata dal prezzo e in posizione rialzista.
Unico segnale di possibile rallentamento è dato dall’RSI in posizione di ipercomprato a livello 74,47 lontano dalla media mobile. Quindi attualmente sarebbe altamente esposta a rischio un’entrata al rialzo sebbene il trend abbia tale tendenza.
Partenza sprint del Gold!-ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Il Gold inizia la settimana in forte rialzo complice la debolezza del dollaro USA e il risk off che sembri voler accompagnare il primo giorno del mese di giugno. Detto ciò pronti via e questo lunedì con una performance al momento vicino al +2%, si sta attaccando i massimi della scorsa settimana, i prezzi sembrino voler uscire dalla mega flag che ha caratterizzato l'ultimo mese e mezzo, il fascio di medie dopo la forte incertezza della scorsa settimana inizia la sua fase di apertura al rialzo, vedremo se i prezzi continueranno con questo mood o sarà solo un fuoco di paglia.
-ANALISI VOLUMETRICA
I prezzi questa mattina hanno aperto sul POC settimanale e subito i BID hanno provveduto a lasciare la HVA della scorsa settimana, uscendo così dalla fase di equilibrio che la settimana scorsa ha regnato sul metallo giallo. Al momento i prezzi ancora non sono riusciti a superare il LVN monthly a quota 3382 che rappresenta il primo livello resistivo, il secondo a quota 3404 rappresenta la resistenza più grande quella più importante, che consentirebbe tra l'altro la rottura dell'ultimo massimo.
-STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
Per lo scenario long bisogna superare i livelli preferibilmente con un BAR rialzista di cui sopra.
Per lo scenario short attenzione se i livelli resistivi svolgono il proprio compito, si potrebbe verificare un ritorno sulla HVA della scorsa settimana a quota 3349 e se neanche questo livello dovesse tenere, allora si ritornerebbe sul POC previous week a 3323 nella zona di balance.
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Buon trading
Pietro Perrino
NASDAQ: POTENZIALE RIPARTENZA RIALZISTA DOPO CONSOLIDAMENTO📈 Cosa sta succedendo?
Il NASDAQ sta mostrando segnali di potenziale prosecuzione del movimento rialzista. L'indice, trainato dai titoli tecnologici, dopo circa 2 settimane di consolidamento sembra essere pronto per un ulteriore movimento rialzista.
⚡ Tripla conferma rialzista
Quello che rende questa situazione particolarmente interessante è la convergenza di segnali tecnici che suggeriscono una ripresa del trend dominante:
1️⃣ Incrocio rialzista delle medie mobili. La media mobile veloce a incrociato al rialzo la media mobile lenta giorno 28/05 sul time frame 4h.
2️⃣ Testa e spalle rovesciato. Figura che spesso anticipa un movimento rialzista (indicato dalle frecce verdi). Il definitivo superamento della neckline (indicata in viola) potrebbe dar via all’impulso rialzista.
3️⃣RSI (Relative Strength Index) in zona neutrale con ampi spazi di crescita.
🌍 Analisi fondamentale
Risultati aziendali solidi nel settore tech. Le trimestrali hanno mostrato il buon momento delle aziende tech nonostante le incertezze dovute al persistere di una politica economica ambigua negli USA
Dati sull'inflazione incoraggianti. I dati sull'inflazione (CPI o PPI) pubblicati negli Stati Uniti sono risultati in linea con le aspettative o leggermente inferiori, riducendo i timori di una politica monetaria eccessivamente restrittiva da parte della Federal Reserve e favorendo gli asset di crescita come i titoli tecnologici.
Commenti "Dovish" da membri della FED. Membro della Federal Reserve con diritto di voto hanno rilasciato dichiarazioni che suggeriscono una maggiore cautela nel rialzare ulteriormente i tassi ed un'apertura a tagli futuri se l'inflazione continua a moderarsi. Questo scenario tende a sostenere gli indici azionari, in particolare il NASDAQ, sensibile ai tassi.
Flussi e sentiment sull'IA. Continua il sentiment positivo degli investimenti nel settore dell'Intelligenza Artificiale (AI). Notizie positive su nuovi sviluppi o adozioni in questo campo possono fornire ulteriore spinta.
🎯 Obiettivo di prezzo
Target: 21.800
⚠️ Gestione del rischio
Stop Loss aggressivo: 21.025
Stop Loss conservativo: 21.025
💡 Conclusione
Il NASDAQ 100 sta mostrando una configurazione tecnica interessante, supportata da potenziali catalizzatori di analisi fondamentale. La combinazione di una figura tecnica come il testa e spalle, l’incrocio rialzista delle medie mobili e l’RSI in zona neutrale possono dar via ad un ulteriore impulso rialzista.
Ricordate sempre di fare la vostra analisi e di tradare responsabilmente!
Caccia al minimo su LVMH: ecco dove entrare nel lungo periodo📉 LVMH (Ticker MIL:1MC / mercato GEM): analisi di lungo periodo
📌 P/E: 24,01 – Ricavi: 84 miliardi € – Dividendo ~2,1%
Diamo un’occhiata al grafico mensile del colosso della moda francese.
Dopo un’ascesa ininterrotta culminata nel picco di aprile 2023 a quota 944€, seguita da un costante declino che ha riportato i prezzi fino agli attuali 480€, con una perdita di circa il 50% dai massimi.
In ottica di lungo periodo, assumono particolare rilevanza i ritracciamenti di Fibonacci. Il livello del 50% è già stato raggiunto, mentre il 61,8%, in area 370–400€, rappresenta un livello tecnico e psicologico di primaria importanza, grazie anche alla confluenza con una zona volumetrica significativa (POC).
📌 Sul grafico si evidenzia un grande testa e spalle ribassista già completato, con target teorico in area 180€. Tuttavia, su un time frame così ampio come il mensile, ritengo che figure di questa scala abbiano valenza limitata. La simmetria quasi perfetta tra le due spalle rende comunque la figura degna di nota.
🎯 Strategia: monitorare con attenzione il time frame settimanale. Un eventuale arrivo dei prezzi in zona 370–400€ potrebbe rappresentare un’opportunità di ingresso per un investimento di medio/lungo periodo, in attesa di conferme da parte del prezzo e dei volumi.
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DAX PRONTO PER NUOVI MASSIMI STORICI- ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Continua il Trend Long per l'azionario tedesco e si avvicina sempre di più ai massimi storici a quota 23749, il canale rialzista con la trendline supportiva rimane ancora valido, il fascio di medie in h1 è aperto al rialzo e le tre medie sono ben distanziate tra di loro, e si continuano a registrare nuovi massimi.
- ANALISI VOLUMETRICA
Il volume profile settimanale a forma di D-shape ci indica la forte fase di accumulazione tenutasi durante questi giorni, nel pomeriggio di ieri ed in aperura della sessione europea odierna i BID hanno provato a rompere al rialzo i Massimi settimanali e fare accettazione al di sopra di essi. Se quanto appena descritto dovesse accadere l'unica resistenza rimarrebbe quella della HVA annuale a 23688 e quella dei massimi storici a 23749 dove nel mese di Marzo ha svolto il compito fi resistenza formando così il doppio massimo prima di effettuare lo storno del mese di Aprile.
- STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
Lo scenario short al momento equivale a mettersi contro un campion a piena velocità sull'autostrada, detto ciò se le cose dovessero cambiare inizierei a prendere in considerazione posizioni corte solo se si rompono i minimi settimanali e si crea il pattern BAR ribassista al supporto evidenziato in grafico come area verde.
Lo scenario Long al momento resta quello privilegiato, e se dovesse fare accettazione e magari un retest sopra l'ultimo massimo ovvero quello della giornata di martedì si punterebbe ai massimi sia storici che annuali.
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ARGENTO POSSIBILE MOVIMENTO BULLISH📈 Situazione Attuale
Il prezzo dell’argento ha testato, giorno 1/05, il supporto chiave a 31,65$, zona critica che coincide con il livello di ritracciamento Fibonacci 0,34 dell’ultimo impulso rialzista.
⚡ Configurazione Tecnica
Media veloce che ha incrociato al rialzo la media lenta sul Time Frame 4h
RSI in zona neutrale con trend rialzista
🌍 Analisi Fondamentale
Domanda industriale record: +12% YoY nel fotovoltaico.
Politica monetaria della FED con una probabilità del 68% di tagli tassi a luglio
Acquisti delle banche centrali della russia e della cina (+535M$ previsti)
🎯 Obiettivi di Prezzo
Target 1 sopra 33.65$ (nuovi massimi relativi)
Target 2 35$ (nuovi massimi assoluti)
⚠️ Gestione del Rischio
Stop Loss aggressivo: 32,25 (precedente minimo relativo)
Stop Loss conservativo: 31,65 (supporto della zona di accumulo)
💡 Conclusione
La combinazione di fattori tecnici (incrocio rialzista delle medie mobili e RSI con trend rialzista) e fattori di natura fondamentale (taglio tassi FED a luglio e possibili acquisti delle banche centrali offrono un’opportunità interessante da valutare per l’argento.
Ricordate di fare sempre ulteriori analisi e di tradare responsabilmente gestendo in modo oculato il rischio.
DAX PROSECUZIONE TREND RIALZISTAIl DAX presenta un'opportunità rialzista nel breve-medio termine, supportato da una combinazione di fattori tecnici e fondamentali. Analisi su Time frame giornaliero e 4h.
📈 Situazione Attuale
L'indice tedesco ha superato il livello chiave 22.405 con un incremento dei volumi in acquisto, confermando il trend rialzista.
Media mobile 20 periodi su time frame 4h che offre un supporto dinamico
Media mobile veloce sopra la media mobile lenta su time frame 4h
RSI su time frame giornaliero non entrato ancora in zona di ipercomprato.
🌍 Analisi Fondamentale
Afflusso di capitali USA. Rotazione verso asset europei a causa di tensioni commerciali e valutazioni più attraenti.
Dati PMI Eurozona. Dato in netto miglioramento a 49.8 (vs 48.5 previsto), segnale di ripresa della filiera manifatturiera.
Politiche BCE. Attese di ulteriori stimoli monetari per sostenere la crescita.
🎯 Obiettivi di Prezzo
Target : 23.500 ovvero nuovi massimi
⚠️ Gestione del Rischio
Stop Loss aggressivo a 22.630
Stop Loss conservativo a 22.225
💡 Conclusione
La confluenza di un forte trend rialzista sostenuto dalla media mobile veloce sul time frame 4h e dei dati di natura fondamentale (afflusso istituzionale da USA e miglioramento dei dati macroeconomici europei crea un setup da valutare con attenzione.
Ricordate di fare sempre ulteriori analisi e di tradare responsabilmente gestendo in modo oculato il rischio.
WTI senza freni- ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Il WTI prende una piega decisamente ribassista continuando a segnare nuovi minimi rompendo livelli supportivi il nacked POC individuato come target nelle scorse analisi e l'inefficienza è stata chiusa, il fascio di medie si è ben aperto al ribasso e lo spazio per andare giù ci sta ancora fino a minimi del mese di Aprile a quota 54.5.
- ANALISI VOLUMETRICA
Il volume profile settimanale è molto frastagliato e non presenta una forma chiara ma è palese che la parte rossa quella delle vendite sta dominando, il POC weekly è al momento in confluenza con quello di ieri, poichè i BID intorno ai 58$ hanno cercato di metterci una pezza senza però ottenere alcun risultato.
- STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
Piccola premessa spero che tutti voi abbiate preso il trade dato che vi è arrivato sia l'alert che nell'analisi di ieri avevo preannunciato questo possibile scenario alla rottura dei livelli trigger. Per il resto chi è ancora in posizione short il successivo target lo vedo nel POC di qualche settimana fa ancora nacked a quota 56.7.
Per il resto ora attenderei un pò per vedere come si sviluppano le successive dinamica dato che ci sono state tante vendite e magari potrebbe anche respirare un pò attendiamo rimanendo in campana.
Silver in balance sui tre POC- ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Il Silver dopo le vendite di venerdì è rientrato nell'area di balance sporcando un pò la sequenza di massimi e minimi crescenti. Il fascio di medie in h1 ci conferma lo scenario appena descritto poiché la 21 ha incrociato la 100 al ribasso.
- ANALISI VOLUMETRICA
L'analisi volumetrica ci conferma la fase di balance poichè nell'area di oscillazione dei prezzi attuali troviamo il POC della scorsa settimana, quello mensile e quello annuale. IL profile della scorsa settimana con una forma a doppio cluster ci indica che l'area intorno al monthly Lvn a quota 33.185 fa da squarti acque.
- STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
Per lo scenario long il trigger è il monthly Lvn a quota 33.185 il BAR di questo livello è il superamento al rialzo della HVA previous week indicherebbe voglia di comprare e forza da parte dei BID. Lo scenario lo inizio a considerare solo se vengono rotti al ribasso i minimi della scorsa settimana a quota 32.050






















