Sesta settimana di ribassi. E' ora d una pausa? 13.05.2022Si conclude una settimana storica con SP500 che si allunga verso il basso per la sesta settimana consecutiva, cosa che non avveniva da diversi anni.
Il Nasdaq raggiunge l'area 11.500 che avevamo individuato come target la settimana scorsa e da li rimbalza vigorosamente.
Apple rompe al ribasso la struttura rialzista su scala settimanale, ultimo fra i FAAMG.
La settimana finisce con figure di hammer, il che lascia aperta la strada, dopo 6 settimane ininterrotte di ribassi, ad una fase di consolidamento e qualche rally correttivo importante sui titoli tecnologici.
Prudenza in ogni caso perché a questo punto i canali di regressione sono molto ben delineati.
Si rigirano al ribasso rame e argento. Vediamo il quadro.
ORO
Per l'Oro da monitorare il supporto a 1780Il supporto a 1780 è decisivo per i prezzi dell'Oro che però ricordiamo, in questo momento è anche vittima di un Dollaro molto forte!
Buon trading!!!
SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO: LA SUA IMPORTANZA Salve lettori! Prosegue la guida al mercato obbligazionario iniziata il 16 febbraio 2022. I temi trattati sono stati:
• Introduzione al mercato obbligazionario
• Move Index e le sue correlazioni
• Correlazione tra obbligazioni e dollaro americano in diversi scenari economici finanziari
• Correlazione tra mercato obbligazionario e mercato azionario
• Forza e debolezza di uno stato espresso dai ratings e dalle obbligazioni
• Indice di forza relativo capace di anticipare un segnale di recessione
• La correlazione tra obbligazioni e materie prime
• Obbligazioni societarie: investment grade e high yield
Spero di aver trattato i diversi argomenti in maniera chiara e semplice, in maniera da fornirvi una visione più semplice e chiara dei mercati finanziari (dopotutto, l’obiettivo primo è proprio questo).
In questa analisi mi concentrerò su un argomento riagganciandomi all’ultima analisi in cui trattavo le obbligazioni societarie: lo spread obbligazionario ad alto rendimento.
E’ un argomento che potrebbe creare qualche problema di comprensione, per cui cercherò di trattarlo in maniera semplice. Per qualsiasi dubbio, contattatemi pure.
Iniziamo!
COS’E’ UNO SPREAD OBBLIGAZIONARIO?
Come spesso ho spiegato, uno spread non è altro che una differenza; se si tratta di spread obbligazionario, sarà una differenza tra i rendimenti di due obbligazioni diverse tra loro; in particolare esse:
• Possono appartenere alla stessa classe dello stesso Paese emittente (esempio: titoli di stato del tesoro americano, come lo spread “US10Y-US02Y”)
• Possono appartenere alla stessa classe ma derivare da emittenti statali diversi (come ad esempio il famoso spread “btp-bund”)
• Possono appartenere a diversa classe, derivanti da emittenti diversi (obbligazioni statali e obbligazioni corporate).
Gli spread sono espressi in termini di punti percentuali o punti base.
SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO: CHI IL MINUENDO E CHI IL SOTTRAENDO DELLA DIFFERENZA?
Uno spread obbligazionario ad alto rendimento è la differenza tra il rendimento di un’obbligazione ad alto (minuendo) e una a basso rendimento (sottraendo).
Per l’uguaglianza di cui parlo spesso “RISCHIO = RENDIMENTO”, sarà quindi il differenziale tra un’obbligazione rischiosa ed una meno rischiosa; infatti, tenete bene a mente:
• Più è alto il rischio che un emittente non riesca ad onorare il compito di debitore (più è alta la possibilità che un emittente non riesca a ripagare l’interesse dell’obbligazione) più il creditore (un investitore, ad esempio) richiederà un alto rendimento per essersi assunto tale rischio
• Più è alta la possibilità che l’emittente riesca a onorare l’obbligazione assunta, minore sarà il rendimento richiesto dal creditore.
Ricordo brevemente:
• Le obbligazioni ad alto rendimento sono quelle che tipicamente vengono definite “junk bonds” (obbligazioni spazzatura), ai quali emittenti appartengono ratings da BB+ a D (emittenti considerati “poco capaci” di rispettare i propri doveri di debitori)
• Le obbligazioni a basso rendimento sono quelle che vengono definite “investment grade”, ai quali emittenti appartengono ratings AAA fino ad arrivare a BBB- (emittenti considerati in linea generale “capaci” di rispettare le obbligazioni assunte)
Gli emittenti di obbligazioni high yield sono rappresentati tipicamente da società o da Paesi Emergenti, mentre quelli di obbligazioni investment grade da Paesi come Stati Uniti e Germania.
In questa analisi prenderò in considerazione lo spread tra obbligazioni high yield emesse da società americane e obbligazioni del tesoro americano.
RISK ON E RISK OFF
Nella precedente analisi che trovate qui su tradingview dal titolo "obbligazioni societarie: investment grade e high yield" elencavo alcuni etf che replicavano il movimento di obbligazioni high yield a diversa scadenza.
Questi erano l’ISHARES 0-5 YEAR HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (SHYG):
e l’ISHARES IBOXX $ HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (HYG):
Avevo giustificato le recenti discese dei due etf basandomi sul concetto di risk-off dei mercati: quando l’avversione al rischio da parte degli investitori è bassa, essi tipicamente ruotano i loro capitali da asset più rischiosi ad asset meno rischiosi; era quindi piuttosto normale che si sarebbe verificato un deflusso di capitali da questi etf replicanti movimenti di obbligazioni molto rischiose, non credete?
Questo è solo uno dei tantissimi modi per capire quale sia il sentiment del mercato. Un altro è quello di paragonare tra loro i rendimenti di obbligazioni con stessa scadenza appartenenti a diversa classe, emesse da diversi emittenti, con diverso rischio, attraverso uno spread.
E’ possibile costruirne uno prendendo in considerazione obbligazioni high yield societarie e obbligazioni investment grade emesse dal governo statunitense? Si. L’ICE BofA US High Yield
ICE BOFA US HIGH YIELD: LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO
Lo spread ICE BofA US High Yield, con ticker “BAMLH0A0HYM2”, esprime il differenziale tra i rendimenti di obbligazioni high yield di società americane e i rendimenti del tesoro americano (con tutte le obbligazioni con scadenze superiori all’anno solare). Possiamo esprimere il segno “-“ della differenza come metro di paragone tra i due termini dello spread; molti di voi si chiederanno:
”che senso avrebbe paragonare i rendimenti obbligazionari societari con quelli dei titoli di stato”?
La spiegazione è da ricercare nell’affidabilità di debitore degli Stati Uniti: i suoi titoli di stato vengono considerati dal mercato come “esenti da ogni rischio” (avendo l’USA come rating AAA) vista la forza economica dello Stato e l’inesistente possibilità di default da parte sua; il rischio praticamente assente si riflette sui rendimenti che, per l’uguaglianza RISCHIO = RENDIMENTO, saranno bassi. Ciò fa degli stessi rendimenti un ottimo strumento di riferimento, in particolare come sottraendo dello spread.
Come minuendo dello spread vengono invece utilizzati gli high yield delle società americane che, in questo modo, vengono paragonati ai rendimenti dei titoli del tesoro:
• Se lo spread sale verso l’alto (ossia si “allarga”) significa che i rendimenti delle obbligazioni societarie stanno sovraperformando i rendimenti dei titoli di stato USA
• Se lo spread scende verso il basso (ossia si “contrae”) significa che i rendimenti delle obbligazioni societarie stanno sottoperformando i rendimenti dei titoli di stato USA
Come tutti sappiamo, il rendimento di un’obbligazione è correlato inversamente al suo prezzo, per cui:
• Se lo spread si allarga significa che c’è una maggior vendita di junk bonds societari rispetto alla vendita di titoli di stato USA. Ciò è da interpretare come una preferenza del mercato verso obbligazioni più sicure (US Treasury Bonds) rispetto a quelle high yield
• Se lo spread si restringe, significa che c’è una preferenza in acquisto di junk bonds rispetto a titoli di stato USA. Gli acquisti si concentrano più su strumenti ad alto rischio che su quelli a basso rischio (dal momento che il rendimento delle obbligazioni societarie scende maggiormente rispetto a quello delle obbligazioni statali)
Capire questi ultimi 4 punti è di fondamentale importanza, in quanto:
• Se il mercato si concentra su strumenti a più alto rischio rispetto ad altri a meno rischio, possiamo affermare il fatto di essere in clima di risk-on; graficamente, tale situazione viene rappresentata dal restringimento dello spread:
• Se il mercato si concentra su strumenti a più basso rischio rispetto ad altri a più alto rischio, possiamo affermare il fatto di essere in clima di risk-off; graficamente, tale situazione viene rappresentata dall’allargamento dello spread:
Per certificare queste mie ultime due affermazioni, correlo lo spread all’andamento dell’S&P500, utilizzando come etf l’SPX:
Osservate: ogni qualvolta il mercato preferisce acquistare junk bonds societari rispetto a titoli di stato, l’S&P500 tende ad avere ottime performance: il motivo è da ricercare nel clima risk-on, ossia quella particolare condizione in cui gli investitori si concentrano su asset finanziari rischiosi che offrono alti rendimenti. E in clima di risk off?
Quando l’avversione al rischio è bassa, gli investitori preferiscono concentrarsi su strumenti a più basso rischio (come titoli di stato) lasciando da parte strumenti ad alto rischio: è cosi che, in tale situazione, lo spread si allarga, con conseguenti discese più o meno brusche da parte del benchmark azionario (fatta eccezione per il periodo 1997-2000, in cui questo evento non si è verificato).
I grafici in cui correlo lo spread e il benchmark azionario sono utili per capire un qualcosa di necessario:
• Più lo spread si allarga raggiungendo percentuali sempre più alte, più l’avversione al rischio da parte degli operatori di mercato diminuisce
• Più lo spread si restringe raggiungendo percentuali sempre più basse, più l’avversione al rischio degli investitori aumenta
Per spiegare in maniera ancora più semplice questi ultimi due concetti mi servirò di una grafica in cui andrò a ricreare quattro situazioni di rischio diverse:
1. Grafico 1
Nel piano cartesiano rendimento (asse y) e tempo (asse x) ritroviamo i rendimenti dei titoli del tesoro (1%) e gli high yields dei junk bonds (4%). Lo spread, calcolato come differenza, è:
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = RENDIMENTO JUNK BONDS – RENDIMENTO TITOLI DI STATO
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = (4 – 2)% = 2%
Il grafico 1 riporta quella particolare condizione in cui gli operatori a mercato sono più avversi al rischio, in quanto lo spread è il più ristretto di tutti i quattro che vedremo
2. Grafico 2
In questo caso lo spread si allarga, raggiungendo valori del 3.6%, infatti:
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = RENDIMENTO JUNK BONDS – RENDIMENTO TITOLI DI STATO
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = (6 – 2.4)% = 3.6%
Con uno spread in aumento di 1.6 punti percentuali rispetto al caso precedente, il mercato inizia ad avere meno appetito al rischio
3. Grafico 3
Spread al 6.4%, in aumento di 4.4 punti percentuali rispetto al caso 1 e di 2.8 rispetto al caso 2. Allargandosi lo spread, l’appetito al rischio inizia a restringersi sempre di più
4. Grafico 4
Esso descrive la situazione tra le quattro diverse in cui gli operatori sono meno propensi a concentrarsi su strumenti ad alto rischio, visto lo spread a valori di 8 punti percentuali.
Spero di essere stato ancora più chiaro con questi ultimi 4 esempi.
ALCUNE CORRELAZIONI INTERMARKET
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E PIL POCO PRIMA E IMMEDIATAMENTE DOPO UNA RECESSIONE
Sapete quanto io reputi importante l’analisi intermarket e la correlazione tra le varie asset classes.
Ragionando sul fatto che il mondo obbligazionario è strettamente legato all’economia di un Paese, ho pensato che probabilmente potesse esistere una correlazione tra lo spread discusso in questa analisi e il pil statunitense; la forte correlazione è presto ritrovata intorno alle aree ombreggiate di color celeste, che indicano le recessioni americane dal 1997 ad oggi:
• Ogni qualvolta lo spread si è mosso al di sopra dei 9 punti percentuali (tutti i punti temporali sono stati cerchiati di rosso) siamo stati protagonisti di una recessione
• Aiutato da delle frecce di color nero e arancio, vi ho indicato come il dato macroeconomico e lo spread si correlino in maniera indiretta immediatamente prima e immediatamente dopo una recessione: osservate come ai crolli del prodotto interno lordo del 2000, 2008 e 2020 lo spread si sia mosso in maniera inversa, in particolare verso l’alto; al contrario, durante le successive riprese economiche, osservate il suo restringimento; perché ciò è accaduto?
Lo spread si è allargato durante i crolli economici in quanto, come ho detto prima, gli investitori in risk-off preferiscono strumenti meno rischiosi che più rischiosi; una massiccia vendita di obbligazioni high yield si riflette sui relativi rendimenti che “esplodono” verso l’alto, con effetto diretto sullo spread, che va ad allargarsi. Caso contrario per quanto riguarda le successive riprese economiche, in cui abbiamo assistito ad un restringimento visti gli acquisti di strumenti rischiosi ai danni di quelli meno rischiosi.
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI VOLATILITA’ DEL MERCATO AZIONARIO VIX
A metà analisi analizzavo la correlazione tra lo spread e l’S&P500, sottolineando come l’allargamento dello spread trascinasse al ribasso il benchmark e il suo restringimento lo riaccompagnasse al rialzo; la stessa correlazione appare molto più chiara correlando allo stesso spread il VIX, ossia l’”indice di paura” dell’S&P500. La correlazione tra i due appare diretta, per cui possiamo affermare che:
• Una preferenza di obbligazioni meno rischiose rispetto ad altre più rischiose coincide con un momento di incertezza e “paura” degli operatori: ciò si riflette sul VIX che in questo modo aumenta in valor percentuale, con la conseguente discesa del benchmark azionario
• Una preferenza di obbligazioni più rischiose rispetto ad altre meno rischiose coincide con un momento di “tranquillità” degli operatori: ciò si riflette in un ribasso del VIX con conseguente salita del benchmark
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI FORZA TRA SETTORE DEI BENI DI PRIMA NECESSITA’ E DEI BENI DISCREZIONALI
Possiamo ritrovare un’ulteriore correlazione diretta se paragoniamo lo stesso asset protagonista dell’analisi all’indice di forza relativa tra il settore dei beni di prima necessità e quello dei beni discrezionali:
Il motivo sta nella diversa natura dei due settori azionari:
• Quello dei beni di prima necessità ha natura difensiva e tipicamente sovraperforma quello dei beni discrezionali in momenti di risk-off, ossia quando si verifica l’allargamento dello spread. Al contrario, quello dei beni discrezionali, avendo natura ciclica (ossia essendo più dipende dal corso economico) ha la meglio in risk-on, ossia quando il rischio percepito dal mercato diminuisce, testimoniato dal restringimento dell’Ice BofA US High Yield
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI FORZA TRA ORO ED S&P500
Applicando gli stessi concetti espressi nella precedente correlazione, ritroviamo un’altra correlazione diretta, stavolta utilizzando come metro di paragone l’indice di forza tra oro ed S&P500:
Questa correlazione positiva nasce dal momento che l'oro, essendo un asset risk-off, va ad apprezzarsi all'allargamento dello spread obbligazionario, spingendo l'indice di forza al rialzo; contraria la situazione per l'S&P500 che, essendo un asset risk-on, va ad apprezzarsi invece al restringimento dello stesso spread, spingendo al ribasso l'indice di forza.
IL RAPPORTO TRA LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E LO SPREAD TRA I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO DEL TESORO AMERICANO A 10 E 2 ANNI
Esiste un modo per anticipare l’allargamento dello spread obbligazionario con successiva recessione? Osservando la grafica che segue, sembrerebbe di si. E’ necessario utilizzare come metro di riferimento lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato del tesoro americano a 10 e 2 anni. Perché?
La discesa dello spread US10Y-US02Y al di sotto dello 0% (ossia quando la curva dei rendimenti ha invertito) è stata sempre seguita dall’allargamento dell’ICE BofA US High Yield , culminata poi con periodi di recessione evidenziati nella grafica con dei rettangoli di color azzurro.
Si dimostra quindi utile il paragone tra i due spread, in quanto sembra che l’uno possa anticipare le successive mosse dell’altro.
L’analisi termina qua. E’ abbastanza lunga, ma volevo essere preciso in tutti i diversi paragrafi discussi.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
Il Gold ha rotto il supportoL'oro inizia la settimana con un -1,08% mentre scrivo, andando a rompere su base weekly il supporto che indicato già in una precedente analisi che risale al 16 Marzo che allego.
La situazione può sorprendere qualcuno, ma oltre la guerra in questi ultimi giorni è sopravvenuto un fattore che sposta un po' l'asse dell'interesse e che rivede la risalita rendimenti del mondo obbligazionario. Al momento l'aspetto verso i 1800$ prima di far ragionamenti su acquisti.
AUD-NZD: UN SEGNALE E...LONG!!Il cross neozelandese è senz'altro uno di quelli che ci mostra lo scenario più lineare e continuo nel mercato Forex. A partire infatti dal novembre dello scorso anno il prezzo ha iniziato una tendenza rialzista, con una correzione un po' più marcata tra febbraio e marzo di quest'anno, mantenendosi quasi sempre al di sopra della Ema21 e violando da poco l'importante area di resistenza 1,1030.
Lo scenario è rialzista anche nel time frame settimanale, per cui si potrebbe approfittare dell'attuale correzione di breve periodo in essere per cercare nuovi segnali di Price Action long nella zona precedentemente menzionata (da un punto di vista "giornaliero") o, meglio ancora, in avvicinamento alla media mobile in area 1,0980 (più interessante da un punto di vista "settimanale"). Il target di prezzo, guardando il canale rialzista, potrebbe essere collocato anche sul livello chiave 1,1270.
Attendiamo ovviamente segnali di prezzo nei prossimi giorni e vedremo che strategia utilizzare.
Maurizio
Xau - in attesa di segnali positiviI supporti a 1.850$/oz, zona con forte domanda, si sono fatti sentire consentendo il recupero delle quotazioni ed ulteriori discese. Nonostante il contesto inflazionistico e le incertezze a livello il geopolitico le quotazioni dell'oro soffrono il rialzo dei tassi nominali US e il rafforzamento del dollaro. Contesto incerto sull'oro, in caso di ulteriori allunghi possibile test 1.830$/z, verso l'alto bisognerebbe recuperare resistenza a 1.920$/oz come buon segnale di recupero.
PETROLIO: BASTA FALSI BREAKOUT?!Dopo l'inizio del conflitto bellico in Ucraina e la forte spinta rialzista che aveva portato, nel giro di una settimana, la quotazione del Petrolio WTI dai $92 ai $125, è iniziata una fase laterale di medio periodo con una serie di "rimbalzi" al ribasso e al rialzo che hanno formato una sorta di grande triangolo rialzista di continuazione di analisi tecnica. Nonostante questa lateralità di medio termine, evidente nel grafico daily con l'appiattimento della media mobile violata in continuazione nel corso degli ultimi due mesi, nel brevissimo periodo vi è un' impostazione leggermente più rialzista; di fatto la tendenza nel settimanale continua ad essere Long e quindi l'idea è proprio quella di ricercare delle opportunità rialziste, possibilmente con la rottura "definitiva" della zona di resistenza $108 che è già stata oggetto di falsi breakout, a fine marzo, il 18 aprile e nella sessione di ieri. Vediamo se oggi o comunque nei prossimi giorni si formerà un valido setup di Price Action long per tradare la rottura di tutta l'area $108/109 e rivedere quindi la quotazione sui massimi dei primi di marzo!
Per conoscere tutta la mia attività nel Forex e Azionario leggete il mio profilo Tradingview!
Maurizio
Analisi domenica 1 maggio Forex, Eur usd : Trend di lungo termine che mostra ancora una debolezza di euro contro dollaro. Dopo aver rotto a ribasso diversi supporti il prezzo sembra orientato ad andare verso 1,0340 supporto che risale ai minimi del 2016. L’attuale minimo di 1,0470 è il minimo battuto nel 2015. Destinazione del prezzo se vengono rotti tutti i minimi? Potenzialmente potremmo vedere l’euro verso 1,0150 prima, la parità poi e sotto il $. Questo dipenderà tutto dalla BCE se la Lagarde prenderà iniziative per correggere questo trend oppure no. Eventuali riprese di ripreso a rialzo dell’euro potremmo iniziare a vederle in area 1,0640 circa, valutando quindi minimi e massimi crescenti in h4\daily.
Gbp usd: trend ancora ribassista per la sterlina che dopo aver toccato il minimo a 1,2410 ha rimbalzato di oltre 150 punti chiudendo a 1,2570 circa. Questo forse perché il mercato sconta in anticipo eventuali rialzi dei tassi della BOE previsti a rialzo tra 1% punto e 0,75 %. Questo però potrebbe non essere sufficiente nel breve a vedere un rialzo del cambio, ricordando che l’attuale differenziale di rendimento dei tassi tra £ e $ è a favore del primo. Tornando quindi all’analisi di base sulla price action eventuali ripartenze e strappi rialzisti sono possibili sopra 1,2580 seguendo con cautela l’evoluzione del prezzo e un fallimento del superamento di 1,2670 potrebbe far tornare il cambio sotto pressione. A rialzo le resistenze sono 1,2670\1,12770 con strappi a rialzo su 1,2850 . Continuazioni a ribasso sotto 1,2480/1,2370/1,2245.
Usdj Jpy: sembra non voler terminare la fase rialzista di usd jpy che dopo aver piazzato un massimo a 131,20 ha iniziato una importante correzione verso 126,90 andando nuovamente a rialzo e chiudendo sopra 129,50 livello settimanale. Il cambio sembra orientato a rialzo verso 131,90\133,80\136. A ribasso potremmo vedere riprese e giro di trend sotto 126,90 verso 125,60\123,20\120,90.
Aud Nzd Cad seguono la price action di SP500: livello chiave 4450 sotto questo livello mercato risk off carry trade vendute.
Aud Usd: dopo essersi mosso in maniera precisa verso area 0,7060/0,7080 circa bisogna attendere evoluzioni del prezzo per capire dove va il mercato.. Rotto quest’ultimo supporto potremmo vedere il cambio fino a 0,6970. A rialzo invece per rivedere riprese del cambio sopra 0,7090 circa potrebbe riportare il prezzo con tendenze rialziste ma il fallimento del superamento di 0,7140 potrebbe rigettare il cambio a ribasso.
Nzd Usd: Trend del cambio sembra essere orientato decisamente a ribasso. Dopo ave rotto il supporto di 0,6530 importante livello chiave che aveva visto il cambio salire si è fermato sopra un supporto importante a 0,6450. Supporti chiave a ribasso sono 0,6380 I livelli tondi di 0,63/0,62 e a step fino a 0,6160. A rialzo solo chiusure giornaliere sopra 0,6530 potrebbero portare il cambio a rialzo.
Aud Jpy: la chiusura sotto 91,90 del cross potrebbe iniziare a indicare un cambio di trend che potrebbe portare il prezzo verso 90,20\89\ fino ad area 87,80\87,20. Personalmente vedo rialzista soltanto una price action che ci porta le chiusure sopra 92.
Nzd Jpy: chiusura del prezzo sopra 83,30 area dove si è battuto un minimo settimanale può indicare una momentanea pausa della fase ribassista del cross. Il mancato superamento nel breve termine di 84,30 potrebbe indicare ulteriori aprofondimenti del cross verso 91,90/80,50/79,10. A rialzo riprese dopo la resistenza di breve di 84,30 verso 85,80\87,30\91,80\94.
Cad Jpy: dopo la cavalcata con strappo rialzista da 91,20 il cross si è fermato in area 102,50 dove ha iniziato a mostrare debolezza. Eventuali retest a ribasso di 101 area potrebbero riportare il cross verso i minimi di 99 fino anche ad area 96,70\95\90. A rialzo abbiamo 102,10\103,60\105,30\106,40.
Eur nzd: il trend di lungo periodo rimane decisamente ribassista. Livelli chiave resistenze in area 1,6325/1,6525/1,6650. Supporti 1,6220/1,6160/1,6060/1,5880.
Eur Aud: il trend di lungo periodo è ribassista ma con la chiusura dei presi sopra 1,45 il trend di medio breve termine ha girato a rialzo. Supporti chiave in area 1,4890\1,48 dove si potrebbero vedere strappi ribassisti fino ai minimi di 1,4690 fino a 1,4590 da qui ulteriori discese potrerebbero a rotture ribassiste oltre 1,43. A rialzo se l’area di presso di 1,48 dovesse tenere potremmo vedere importanti rialzi verso 1,5050\1,5160\1,5320.
Gbp aud: dopo il rimbalzo a 1,7175 il cross ha tentato di girare a rialzo senza ancora confermare. Supporti 1,7390/1,75/1,7650. Resistenze:1,7930/1,8070/1,8170 Sopra questo potremmo vedere accelerazioni di prezzo verso 1,8380 e 1,85. Livello chiave per giro di trend a rialzo di lungo termine rimane 1,7930.
Gbp nzd: supporti: 1,9360/1,9180/1,9110/1,9050/1,8940/1,8850/,1,88. Eventuali riprese rialziste sopra l’ultimo massimo a 1,9360 verso 1,9560/9680/1,9790/1,9840 da qui i prezzzi potrebbero essere attratti verso 2,0
Sp500: Dopo aver toccato i target di breve sp (4222\4140) si è mosso in maniera abbastanza precisa a ribasso dove sembra orientato verso una price action ribassista su 4126\4106\4063\4039 e target di 4000 tondo. Fino a che rimarremo sotto i 4450 potrebbe rimanere uno scenario da risk Off.
Copio incollo i livelli di oro e Petrolio americano fin’ora rispettati dal mercato.
Usoil: il trend rimane rialzista sopra i 100 dollari soglia molto importante. Supporti in area di 94 dollari. Livelli chiave 102,15/104/107,10/112,80/117/129,40.
Oro/$: rimango dell’idea che fino a che oro rimane sopra 1914/1888,30/1877,97 il trend rimanre rialzista per vedere ulteriori rialzi del metallo prezioso.
Oro tra i 1917 ed i 1877!!!L'area di supporto a quota 1917 è stata violata e adesso i prezzi si trovano compressi tra due importanti riferimenti grafici.
Buon trading!!!
EUR-USD: CORREZIONE E SHORT!La coppia principale del Forex continua ad evidenziare una chiara tendenza ribassista nel grafico giornaliero ma anche nel time frame settimanale, come abbiamo visto in precedenti articoli e video di analisi.La correzione tecnica che riportò il prezzo in zona 1,1150 a fine di marzo ha lasciato poi spazio ad un netto e continuo movimento discendente che ha spinto il prezzo sotto la EMA21 e, poche sedute fa, sotto l'area 1,08. L'idea è ovviamente quella di entrare in questo downtrend e quindi attenderò una momentanea correzione tecnica sul livello appena menzionato per vendere Eur-Usd con un target in zona 1,05. Attendo quindi ritracciamento e segnale di Price Action short.
Maurizio
Analisi settimanale domenica 24 aprile ForexEur usd: Trend di lungo termine che mostra ancora una debolezza di euro contro dollaro. Fino a che si sta sotto 1,0950 difficilmente si potranno vedere rialzi importanti sulla moneta unica. Strappi rialzisti sopra 1,1180 area. A ribasso possiamo vedere delle discese abbastanza importanti sotto 1,0760 fino a 1,0640/1,0570 e ulteriori break fino a 1,0340 passando per punti intermedi di figure tonde come 1,040.
Gbp Usd: cable molto debole contro il dollaro dove ha rotto supporti importanti e il livello psicologico di 1,30. Approdi di prezzo a step passanti per 1,2730/1,12650 . Per vedere ora dei ritorni a rialzo del cambio possiamo solo attendere evoluzioni del prezzo sopra 1,29 in h4 con massimi e minimi crescenti.
Aud Usd: Ribassi molto importanti sul cambio hanno portato ad approfondimenti dell’aussie. Target di questo movimento rimangono in area 0,7160/0,7080 circa. Rotto quest’ultimo supporto potremmo vedere il cambio fino a 0,6970.
Nzd Usd: nonostante il tasso di cambio favorevole il kiwi è legato a doppio filo economico all’australiano . Entrambe le economie dipendono molto dalle esportazioni anche verso la cina per la quale ora il lockdown sembra pesare. Target del movimento ribassista potrebbe portare il cambio fino a 0,6530 ultimo livello sotto la quale potremmo vedere nuovamente nuovi strappi a ribasso verso 0,6380 area. Eventuali rialzi potrebbero iniziare a crearsi sopra 0,6730 in h4.
Usd Cad: nonostante il rialzo dei tassi della BOC il cambio continua a mantere una certa direzionalità. Toccati i minimi in area 1,2410 circa ha ripreso la rizalita in maniera abbastanza decisa. Target rialzisti area 1,2790 con fallimento di nuovi massimi sopra 1,30 potrebbero riportare il cambio in area 1,25 portando quindi a un periodo di lateralità compressa.
Yen : Cambi molto stirati ma ottime opportunità.
Usd Jpy: resistenze 129,40/130,40/132,25/133,80. Potremmo anche rivedere i massimi assoluti intorno area 137,25 a questo punto prima di rivedere eventuali discese.
Gbp Jpy: la sterlina rientra tra i cross yen che potrebbero essere più interessanti. Dopo il fallimento di chiusura sopra 167 potrebbe indicare una debolezza del cross più per debolezza di sterlina che non di yen. Possibili approdi verso area 163,80/161 e 158 poi. Strappi rialzisti a step sopra 168 fino a 170,40/174,90/180
Eur Jpy: Cross orientato a rialzo. Resistenze verso 140,90/142,10/144,10/147,20. Eventuali ribassi verso area 136 prima e 134 poi potrebbero invece indicare un giro del tren a ribasso.
cad jpy: interessante movimento anche di questo cross che potrebbe non aver terminato la spinta rialzista verso 103,20/104/106,40. A ribasso sotto 101 fino a 99. Eventuali accelerazioni fino a 96,80/95,90 fino a 94,20. Sotto questo livello potremmo rivedere riprese ribassiste di lungo termine.
Oceaniche Deboli
Aud jpy: fallimento dei massimi sopra 96 ha portato il cambio a un giro abbastanza importante di quasi 300 punti. A Step a ribasso potremmo vedere i supporti di 90,75/89/87,80 fino anche a 86.
Nzd Jpy: analoga situazione dell’aussie.La chiusura del prezzo sul valore di 85,20 è un segnale abbastanza importante. Rappresenta infatti la settimana di rialzo del 19\03. Da qui il cross ha stentato a salire verso massimi oltre 87,50. Resistenze 85,70/86,40/87,50. Supporti 84,25/83,70/82,50
Eur nzd: il trend di lungo periodo rimane ribassista anche se i prezzi hanno toccato dei minimi importanti in area 1,5640. resistenze in area 1,6325/1,6525/1,6650. Supporti 1,6220/1,6160/1,6060/1,59
Eur aud: il trend di lungo periodo è ribassista. Il rimbalzo di 1,4225 ha riportato i prezzi sopra 1,45. Resistenze 1,516/1,526,/1,5360 fino a 1,55. Supporti 1,4890/1,48/1,4750/1,4560.
Gbp aud: dopo il rimbalzo a 1,7175 il cross ha tentato di girare a rialzo senza ancora confermare. Supporti 1,7390/1,75/17650. Resistenze:1,7930/1,8070/1,8170 Sopra questo potremmo vedere accelerazioni di prezzo verso 1,8380 e 1,85.
Gbp nzd: supporti: 1,9360/1,9180/1,9110/1,9050/1,8940/1,8850/,1,88. Eventuali riprese rialziste sopra l’ultimo massimo a 1,9360 verso 1,9560/9680/1,9790/1,9840 da qui i prezzzi potrebbero essere attratti verso 2,0
Sp500: indice girato a ribasso con target di movimento nel breve di 4222 verso i minimi visti in area 4141 e 4106. Ulteriori strappi potrebbero portare il prezzo su 4000.
Usoil: il trend rimane rialzista sopra i 100 dollari soglia molto importante. Supporti in area di 94 dollari. Livelli chiave 102,15/104/107,10/112,80/117/129,40.
Oro/$: rimango dell’idea che fino a che oro rimane sopra 1914/1888,30/1877,97 il trend rimanre rialzista per vedere ulteriori rialzi del metallo prezioso.
Buon trading a tutti
Gold verso i 1917... sollevate gli scudi!L'area supportiva a 1917 è stata di notevole importanza per i prezzi dell'Oro nell'ultimo periodo.
In caso di foratura ribassista l'attenzione dev'essere massima perchè nei passati tentativi di violazione sono subentrati violenti acquisti a certificare una notevole sensibilità degli operatori verso tali quote.
Buon trading!!!
GOLD: effetti del Taper Tantrum nel 2013Buongiorno a tutti,
quest'analisi vuole mettere in evidenza gli effetti che la Crisi Finanziaria 2007-2008 e la Crisi Pandemica 2020 hanno avuto sul sistema finanziario mondiale ed in particolare sul GOLD in qualita' di "bene rifugio". (sul grafico questi due eventi sono stati riportati in colore rosso e segnalati da una bandierina)
Benche' siano eventi distinti, l'elemento che li collega è la PAURA. In entrambe le occasioni è stata infatti la paura per la gravita' degli eventi e per la risposta delle Banche Centrali ad innescarne l'apprezzamento.
Nel primo caso, dallo scoppio della bolla immobiliare americana, passando per la crisi dei subprime, per il salvataggio di Bear Stearns ed il fallimento Lehman Brothers, il GOLD è passato da un valore di 600$ fino a raggiungere un massimo di $2000 nell'Agosto 2011.
Nel secondo caso, dallo scoppio della pandemia, il metallo prezioso ha iniziato ad apprezzarsi da $1400 mantenendo tuttavia lo stesso punto di arrivo di 10 anni fa, cioe' $2000.
E' importante notare come, in entrambe i casi, per contrastarne gli effetti negativi e riportare la calma sui mercati finanziari la Federal Reserve, oltre ad aver azzerato i tassi d'interesse, abbia implementato i seguenti programmi di "Quantitative Easing" o QE:
QE1) Alla fine di novembre 2008 ha iniziato ad acquistare 600 miliardi di dollari in MBS (Mortgage Backed Securities);
QE2) Nel novembre 2010 ha annunciato un secondo round di quantitative easing acquistando $600 miliardi di Treasury Bonds;
QE3) Il 13 settembre 2012 ha lanciato un programma di acquisto di obbligazioni a tempo indeterminato da 40 miliardi di dollari al mese. Contestualmente il Federal Open Market Committee (FOMC) annuncio' che probabilmente il tasso sui fondi federali sarebbe rimasto vicino allo zero "almeno fino al 2015".
QE Infinite) La Federal Reserve ha annunciato il 15 marzo 2020 che avrebbe acquistato 700 miliardi di dollari di obbligazioni del debito pubblico e titoli garantiti da ipoteca. Ha raggiunto 8,36 trilioni di dollari USA a partire dal 7 settembre 2021.
(suddette misure di supporto all'economia sono sempre state accompagnate da tassi di interesse pari a ZERO)
Adesso che il quadro della situazione è chiara Vi invito a concentrarvi sul periodo post raggiungimento del livllo $2000 nel 2011 e nel 2020.
Fra l'Agosto 2011 e Aprile 2013 il GOLD si è stabilizzato sopra $1500 finche' la FED di Bernanke non annuncio' il Taper Tantrum con lo scopo di ritornare verso livelli di normalita'. Dal grafico si puo' notare come, a seguito di questo annuncio, il Gold abbia rotto il supporto 2011-2013 per stabilizzarsi in un range fra $1000 e $1500 per un periodo di 6 anni finche' non e' scoppiato la Pandemia.
Apparentemente direi che ci troviamo in una situazione molto simile se non identica a quella 2011-2013 in cui il GOLD sta sviluppando un pattern con massimi decrescenti in pressione su un supporto in previsione di un imminente annuncio di un nuovo Taper Tantrum da parte della FED.
Secondo Voi quali potrebbero essere i prossimi movimento del metallo giallo?
Spero la mia analisi sia abbastanza chiara ma se avete delle domande non esitate a chiedere.
Grazie e buon lavoro a tutti
Be good
Cozzamara
Oro ancora nessun segnaleSon passati 20 giorni dall’ultima volta che ho parlato dell’oro, ma per quanto riguarda posizioni di lungo nulla è cambiato.
Dopo la chiamata sullo short “ Oro su Weekly segnale di inversione ” del 12 Marzo e la presa del relativo target, c’è stato un movimento in trading range , infatti l’oro non ne rotto il supporto ne la resistenza.
Dal punto di vista ciclico mi aspetto ancora un gamba rialzista verso un doppio massimo, per poi iniziare a correggere, ma al momento non abbiamo segnali, per cui resto alla finestra, però con una posizione ancora long sulle miniere aurifere.
Eur-Usd: controtrend o "in trend"?!Il continuo movimento rialzista del Dollar Index ha favorito una discesa dell'Eur-Usd che, nel giro di un paio di settimane, è passato dall' area di resistenza 1,1150 al recente livello di supporto 1,0770. Da un punto di vista strettamente operativo sarebbe possibile sia approfittare di un momentaneo movimento controtrend, in caso di segnale long sul supporto appena menzionato oppure (è meglio ancora!) attendere un movimento di correzione rialzista di qualche giorno per rivedere la quotazione sulla zona intermedia di resistenza (sia statica che dinamica) 1,09 per verificare la presenza di un segnale di Price Action short e quindi valutare una strategia di vendita che potrebbe avere come possibile target di presa di profitto l'area 1,05 .
Attendiamo ovviamente segnali in tal senso.
Buona settimana di trading. Maurizio
Gold su livello triggerDecisivo livello per le quotazioni dell'oro, che arrivando da una settimana dove sembra aver ritrovato una certa forza ora si confronta con un area grafica che potrebbe "certificarne" la volontà rialzista; altrimenti si potrebbe riplanare sul granitico supporto dell'ultimo periodo!
Buon trading!!!
COME CREARE UNA STRATEGIA DI TRADING CON L’ANALISI INTERMARKETSalve lettori, questa è un’analisi diversa rispetto alle precedenti.
Mi è stato chiesto innumerevoli volte come fosse possibile applicare l’analisi intermarket dei mercati finanziari al trading, in maniera tale da potersi costruire delle strategie fruttuose; ebbene, oggi vi mostrerò un esempio ideale dove andrò a combinare diversi asset, idee e ragionamenti basati su argomenti di cui ho discusso nel blog e qui su tradingview, incentrati sul mercato obbligazionario; per chi non l’avesse ancora fatto consiglio la lettura delle stesse analisi per avere una piena comprensione dell’argomento che affronterò quest’oggi.
Credo possa essere un modo per rendere più interessanti gli argomenti e il tipo di analisi che tratto, fatemi sapere se apprezzate!
La strategia che tra poco vi illustrerò sarà ideale, ossia non terrà conto dello strumento finanziario da utilizzare per poter operare, non terrà conto degli eventuali finanziamenti di overnight, degli adattamenti di rollover, del rischio, dei drawdown e dell’eventuale leva; è semplicemente un modo per farvi capire come vado a costruirmi una strategia di trading, per cui ciò non è assolutamente da intendere come un consiglio finanziario.
Trovate il video completo di questa analisi sul mio canale youtube al link:
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Vi consiglio di iscrivervi al canale!
Detto questo, partiamo!
GLI ASSET UTILIZZATI PER LA COSTRUZIONE DELLA STRATEGIA: ORO E RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI
Come ho spiegato nel paragrafo precedente, volevo combinare asset e strumenti di cui avevo già parlato nel blog in maniera da rendervi la panoramica più chiara. Gli asset scelti sono stati:
• ORO (l’asset su cui avverranno le speculazioni in acquisto)
• RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI AMERICANI (l’asset di riferimento a cui applicare una strategia tecnica con lo scopo di avere dei punti di acquisto sul future dell’oro)
LA CORRELAZIONE DEI DUE ASSET FINANZIARI
Al centro della grafica ho tracciato una linea separatoria tratteggiata; il motivo è questo: per applicare questa strategia intermarket è necessaria una forte correlazione tra i due.
Utilizzando un coefficiente di correlazione a 20 periodi possiamo osservare che:
• Prima del 2007 non esiste una vera e propria correlazione, che io ho definito “mista”, per cui risulta difficile costruirci una strategia
• Dopo il 2007 la correlazione venutasi a creare è di tipo inverso, ragion per cui se uno dei due asset si apprezza, l’altro si deprezza; grazie a ciò, è quindi possibile crearsi una strategia
LA STRATEGIA INTERMARKET CON TRE MEDIE MOBILI E CROSS-DOWN
Ho quindi pensato: è possibile applicare al rendimento del decennale americano degli indicatori che mi possano indicare, sul grafico dell’oro, i punti di entrata e di uscita a mercato? Ebbene si. Tre medie mobili:
• Una veloce a 33 periodi (in rosso, che mi indica la tendenza del prezzo nel breve periodo)
• Una intermedia a 66 periodi (in blu, che mi indica la tendenza del prezzo nel medio periodo)
• Una lenta a 99 periodi (in verde, che mi indica il trend di lungo periodo)
Per chi non lo sapesse, cosa sono effettivamente le medie mobili?
Una media mobile è un indicatore matematico costruito su una determinata quantità di dati. Essa tiene conto delle chiusure giornaliere (o settimanali o mensili, a seconda del timeframe scelto) di un dato periodo di tempo generico chiamato “N” di un particolare asset finanziario.
Esempio: una media mobile a 50 periodi non è altro che quella media che tiene conto delle chiusure di prezzo delle ultime 50 sedute.
L’applicazione delle medie mobili è utile per una più facile visualizzazione di una tendenza, al ribasso o al rialzo che sia; le tre da me applicate sul rendimento del decennale americano saranno invece utili per evidenziare un cambio di tendenza, in maniera tale da ricercare un posizionamento in acquisto sull’oro, sfruttando la correlazione inversa di cui ho parlato prima.
La strategia è di facile comprensione: è necessario intercettare un trend ribassista sul prezzo del rendimento del decennale americano; in aiuto arriva la media veloce a 33 periodi: ogni qualvolta essa rompe al ribasso la media mobile intermedia a 66 e successivamente a 99 periodi (fenomeno che io definisco “cross-down”), si acquista oro. Successivamente quando si verifica il “cross-over”, ossia quando la media più veloce a 33 periodi taglia al rialzo le altre due medie mobili più lente, si chiude l’operazione.
I trade ideali saranno eseguiti su un grafico giornaliero.
Ipotizziamo:
• Un investimento da 1000€
• Un reinvestimento di tutto il capitale dopo ogni trade, sia che esso sia terminato in profitto o in perdita
Questi sono i risultati:
• Performance trade: +24.9%
• Durata trade: 9 mesi circa
• Capitale finale: 1240€
• Performance trade: +4.8%
• Durata trade: 6 mesi circa
• Capitale finale: 1299€
• Performance trade: +6.7%
• Durata trade: 3 mesi circa
• Capitale finale: 1386€
• Performance trade: +16%
• Durata trade: 6 mesi circa
• Capitale finale: 1607€
• Performance trade: +11.4%
• Durata trade: 9 mesi circa
• Capitale finale: 1790€
• Performance trade: +9.33%
• Durata trade: 4 mesi circa
• Capitale finale: 1957€
• Performance trade: -5%
• Durata trade: 1 mese circa
• Capitale finale: 1859€
• Performance trade: -5.6%
• Durata trade: 1 mese circa
• Capitale finale: 1755€
• Performance trade: -9.12%
• Durata trade: 1 anno e 3 mesi circa
• Capitale finale: 1595€
• Performance trade: -4.1%
• Durata trade: 3 mesi circa
• Capitale finale: 1530€
• Performance trade: +13.9%
• Durata trade: 8 mesi circa
• Capitale finale: 1743€
• Performance trade: +0.4%
• Durata trade: 5 mesi circa
• Capitale finale: 1750€
• Performance trade: -3.1%
• Durata trade: 1 mese circa
• Capitale finale: 1696€
• Performance trade: -3.2%
• Durata trade: 3 mesi circa
• Capitale finale: 1642€
• Performance trade: +18.2%
• Durata trade: 11 mesi circa
• Capitale finale: 1941€
• Performance trade: +20.33%
• Durata trade: 8 mesi circa
• Capitale finale: 2336€
• Performance trade: -0.6%
• Durata trade: 4 mesi circa
• Capitale finale: 2322€
Le performance ideali ottenute sono state:
• NUMERO TRADE: 17
• TRADE CON GUADAGNI: 10
• TRADE CON PERDITE: 7
• DURATA TOTALE INVESTIMENTO: 14 ANNI CIRCA
• PROFITTO: +132%
Posso concludere dicendo che le performance ideali per un investimento del genere di lungo periodo (14 anni) possono essere degne di nota. Ma ricordate, stiamo parlando di idealità, non di realtà!
CONCLUSIONI
Quella descritta oggi è solo una parte del mio processo, che posso dividere in diversi step:
• L’idea di un investimento nasce dalla conoscenza dell’analisi intermarket: osservando giorno dopo giorno i diversi mercati finanziari e conoscendo (e studiando) le varie correlazioni tra loro, vado a crearmi delle ipotesi ricercando le opportunità che potrebbero essere più vantaggiose.
Esempio: Ho osservato come il rendimento del decennale americano e l’oro siano inversamente correlati, come mostra la grafica sottostante:
Se ottengo un riscontro positivo (come in questo caso) passo alla seconda fase.
• Correlo i due prezzi sul timeframe in cui voglio operare (soprattutto sul giornaliero, ma non disdegno dell’orario) e vedo se la correlazione è forte e attendibile.
• Ipotizzo degli investimenti ideali per capire se ci possa essere un margine di guadagno adatto a soddisfare le mie esigenze (l’esempio mostrato oggi è esattamente questo step). Se esse sono soddisfatte, posso affermare di aver creato la “fase 1” della strategia
Metaforicamente parlando, immaginate che con questa prima parte di processo abbia creato la mia “app”. Sappiamo benissimo come la prima versione di un’applicazione qualsiasi sia spesso difettosa, ed è per questo che deve venire aggiornata. Lo stesso vale per le mie strategie: create esse, man mano vanno perfezionate.
• Cambio quindi i settagli degli indicatori che utilizzo (ad esempio aggiungendone, di tanto in tanto, nuovi) e li testo in maniera tale da trovare quale sia la miglior configurazione per massimizzare il rendimento (nell’esempio ho utilizzato medie mobili a 33, 66 e 99 periodi, ma ciò non mi vieta di aggiungere un’ulteriore media mobile ancora più reattiva a 18 periodi, ad esempio)
• L’analisi intermarket mi permette di sapere quali siano gli altri asset collegati a quelli utilizzati nella strategia (nel mio esempio esso potrebbe essere rappresentato dal dollaro americano dal momento che esso è correlato inversamente all’oro e, in diversi scenari economico finanziari, sia direttamente che inversamente al rendimento del decennale americano) e ciò mi permette di integrare alla stessa un upgrade in più
• La stessa analisi mi permette di creare degli indici di forza relativa capaci di fornirmi svariate informazioni, tra le quali possibili segnali di entrata e uscita a mercato, segnali di debolezza di un trend, di risk-on e risk-off e via dicendo. Un indice di forza relativo che potrebbe permettere alla strategia un’upgrande in più è quello tra l’S&P500 e il settore Utilities:
Questo indice mi da un’idea di quanto rischio c’è sul mercato. Tipicamente, quando il settore utilites sovraperforma il benchmark di riferimento S&P500, si ha il risk-off, condizione in cui l’Oro performa bene, e ciò è dimostrato graficamente dalla correlazione inversa con il metallo prezioso.
Quando considero questo “puzzle” concluso, posso dire di aver creato una vera e propria strategia.
L’IMPORTANZA DELL’ANALISI INTERMARKET E DELLE MIE ANALISI
I diversi punti trattati per la creazione di una mia strategia definiscono l’interesse che nutro per l’analisi intermarket. Non solo mi fornisce delle entrate passive, ma mi rende ricco dal punto di vista culturale, che, permettetemi, non è un qualcosa da sottovalutare; con la speranza che le mie analisi, il mio blog e il mio canale youtube possano arrichire anche voi, vi saluto.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
BITCOIN: CI VUOLE UN VERO BREAK OUT!E' stato solo un falso allarme! La violazione della lateralità di medio periodo dello scorso 27 marzo è durata solo una decina di giorni ed ha riportato di nuovo il Bitcoin all'interno del range violando (questa volta verso il basso) il livello chiave area 45mila. La tendenza di brevissimo periodo è ribassista e quindi si potrebbe anche valutare un ritorno nella parte bassa del range cercando segnali di trading short sul livellino di resistenza intermedio 42.100. Le strategie a mio avviso migliori potrebbero essere comunque quelle di ricercare un arrivo su uno dei due estremi del range per tradare proprio questa lateralità oppure attendere un breakout degli stessi estremi per poi, dopo una correzione tecnica, cercare un segnale di Price Action di conferma della rottura.Santa Pasqua a tutti voi!
Maurizio
ANALISI TECNICA, FONDAMENTALE E INTERMARKET OROBuongiorno ragazzi. Era da qualche tempo che non analizzavo una materia prima; oggi ne approfitterò per analizzare l’oro, dal punto di vista tecnico e fondamentale; per quest’ultima analisi sfrutterò un report, quello del World Gold Council.
Troverete il video-analisi completo nel mio canale youtube al link:
www.youtube.com
WORLD GOLD COUNCIL
E’ un’azienda fondata nel 1987 che fornisce dei commenti sul mercato dell’oro. E’ importante conoscere i vari report incentrati sulle diverse materie prime in quanto riescono a fornire una panoramica completa attraverso analisi, grafici e stime di domanda e offerta che aiutano di conseguenza a prendere delle scelte di investimento migliori e più consapevoli.
ANALISI REPORT
Esso è incentrato sul primo trimestre dell’anno (Q1).
• Il metallo prezioso ha guadagnato nel trimestre un +8%, miglior performance trimestrale da Q2 (secondo trimestre) 2020.
• I principali motivi di questo apprezzamento sono un’inflazione fuori controllo e in rapido aumento e i rischi geopolitici derivanti dal conflitto in Ucraina. Tali eventi sono stati tanto forti da oscurare il rialzo dei rendimenti nominali del decennale americano, che vede una correlazione inversa con il metallo prezioso, infatti:
GLI AFFLUSSI SUGLI ETF DELL’ORO A MARZO 2022
Il ruolo dell’oro in qualità di bene rifugio giustifica gli afflussi in ETF avuti in marzo: sono infatti 17 i miliardi di dollari investiti negli stessi panieri.
Considerando gli afflussi sui Trade Exchange Fund regione per regione, Nord America e Europa sono state le mete preferite dagli investitori; al terzo posto troviamo l’Asia.
GLI ETF PREFERITI DAGLI INVESTITORI A MARZO 2022
• NORD AMERICA
SPDR GOLD TRUST: afflussi per 3.9 miliardi di dollari
ISHARES GOLD TRUST: afflussi per 1.2 miliardi di dollari
• EUROPA
ISHARES PHYSICAL GOLD: afflussi per 2,9 miliardi di dollari
INVESCO PHYSICAL GOLD: afflussi per 2.2 miliardi di dollari
COT REPORT
I flussi di capitali possono essere visualizzati nel COT REPORT, che è un report rilasciato dalla CFTC che elenca le partecipazioni (sotto forma di contratti) degli attori dei mercati su diversi futures, tra i quali quelli sull’Oro, quotato al Comex.
Ci concentriamo ora sulle posizioni speculative:
Notiamo innanzitutto come il numero di contratti long aperti dagli speculatori è stato concorde con il rialzo del prezzo e dei volumi, infatti:
• Maggiore è l’interesse nei riguardi di un asset, maggiori saranno i contratti aperti in acquisto per poterci speculare, superiori saranno i volumi di scambio, dimostrati nella grafica dal “golden cross” volumetrico (passaggio della media mobile volumetrica a 10 periodi al di sopra di quella lenta a 50 periodi, segnale rialzista).
Il massimo relativo del prezzo dell’oro raggiunto il 9 marzo a 2080$ è stato coincidente con il massimo relativo toccato dalla media mobile volumetrica a 10 periodi e con i massimi relativi segnati nel COT REPORT, con 275K contratti aperti in acquisto.
Il successivo ritracciamento del prezzo ha seguito le stesse dinamiche: i contratti long sono diminuiti da 275K a 258K e la media mobile volumetrica veloce è passata al di sotto di quella lenta (“death cross”) segnalando un momentaneo respiro da parte del prezzo.
IPOTESI FUTURA SULL’ORO: CHE INDICATORI CONSIDERARE?
Il report suggerisce che i catalizzatori che hanno spinto l’oro al rialzo in Q1 sono stati:
• Tassi di interesse più elevati a causa dell’inflazione in rapido aumento
• Rischio geopolitico inatteso
E’ quindi utile provare a capire se questi catalizzatori possano durare ancora a lungo, in maniera tale da continuare a sostenere il prezzo del metallo prezioso.
QUANTO PUO’ ANCORA DURARE L’INFLAZIONE?
Per provare a far luce su questa tematica dibattuta ormai dallo scorso anno, ci viene in aiuto il mercato obbligazionario, in particolare i tassi di inflazione di pareggio. Questo particolare tasso viene spesso definito anche “tasso di breakeven” e non è altro che la differenza tra il rendimento di un titolo di stato nominale ad una determinata scadenza e lo stesso rendimento dello stesso titolo protetto dall’inflazione.
L’andamento del tasso di pareggio fornisce una stima delle aspettative di inflazione che ha il mercato.
Per fare una stima del tasso di pareggio a 10 anni, sarà sufficiente calcolare la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni nominali e reali; se invece si vuole capire quali sono le aspettative di inflazione a 5 anni è sufficiente operare allo stesso modo utilizzando però i rendimenti dei titoli di stato con scadenza 5 anni.
Come possiamo osservare dalla grafica, entrambi i tassi di pareggio si trovano in un trend fortemente rialzista, sinonimo del fatto che, per il momento, gli investitori continuano a scontare un’alta inflazione nel lungo periodo, in particolare al 3% circa in un arco temporale di 5 anni e al 2.8% in un arco a 10 anni. Finchè quel trend non invertirà, non si può dire che il mercato inizi a scontare un’inflazione più bassa.
Un altro modo per calcolare le aspettative di inflazione è crearci un indice di forza relativa tra l’ETF sulle obbligazioni coperte dall’inflazione (TIP) e l’ETF che replica l’andamento dei titoli di stato nominali con scadenze tra i 7 e i 10 anni (IEF):
Se le obbligazioni con rendimento reale (TIP) vanno a sovraperformare quelle a rendimento nominale (IEF) significa sostanzialmente che le aspettative di inflazione crescono; perché? Perché altrimenti gli investitori non andrebbero ad acquistare più obbligazioni coperte dall’inflazione se l’aspettativa futura di un’alta inflazione non esistesse, preferendole a quelle nominali, non coperte dal CPI; si sarebbe magari assistito ad una lateralizzazione dell’indice di forza, ma non ad un trend così fortemente rialzista.
Se queste condizioni persistessero, quali potrebbero essere le performance dell’oro?
Le performance potrebbero essere buone dal momento che il metallo prezioso, sul lungo periodo, è correlato positivamente con le aspettative di inflazione.
IL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA E’ STATO SCONTATO DAI MERCATI?
Il conflitto, a parer mio, non è stato del tutto scontato. Vi mostrerò ora dei grafici che mi fanno capire ciò:
• LE AZIENDE DEL SETTORE DELLA DIFESA/MILITARE CONTINUANO A SOVRAPERFORMARE I BENCHMARK DI RIFERIMENTO S&P500 E SETTORE INDUSTRIALE
Avevo creato un indice del settore della difesa come termometro di “sentiment”, considerandolo come bene rifugio. Il motivo di questa funzione era dettata dal fatto che gli investitori avessero acquistato grosse quantità di azioni delle aziende facenti parte dello stesso indice (Lockeed Martin, Northrop Grumman, General Dynamics, L3harris Technologies e Raytheon Technologies) come copertura dal conflitto. Il mio ragionamento si basa sul fatto che se esse sono state acquistate in passato come bene rifugio, verranno poi rivendute o comunque gli investitori porteranno a casa i profitti quando il conflitto verrà digerito. Questo è accaduto? Direi di no, dal momento che i due indici di forza nella grafica dimostrano che lo stesso settore della difesa continua a sovraperformare i due benchmark di riferimento S&P500 e settore industriale.
Da notare come il movimento dell’oro sia stato piuttosto correlato positivamente in quest’ultimo periodo:
LA MIA VISIONE SULL’ORO
La mia visione sull’oro, in questo momento, è rialzista. I fondamentali che mi permettono di affermare ciò sono seguenti.
• CORRELAZIONE CON GLI INDICI DI FORZA TRA S&P500 E SETTORI DIFENSIVI
Nella grafica possiamo osservare la correlazione del metallo prezioso con i due indici di forza tra S&P500 e settore XLP (settore dei beni di prima necessità) ed S&P500 e settore XLU (settore utilities); vi ho evidenziato delle situazioni chiave attraverso dei canali discendenti negli indici di forza e canali ascendenti nell’Oro: tipicamente, quando i settori difensivi vanno a sovraperformare il bechmark di riferimento (in quanto XLU e XLP sono difensivi, appunto), l’oro tende a registrare performance positive. Questo è probabilmente legato a delle condizioni di risk-off: è infatti in questi particolari scenari che i settori difensivi vanno a sovraperformare il loro bechmark di riferimento, e l’oro di per sé è l’asset per eccellenza che restituisce grandi prestazioni negli stessi scenari finanziari.
La domanda è: quanto può ancora continuare la forza dei settori difensivi dell’S&P500?
Questo è difficile dirlo. Proviamo però a fare una stima, correlando due elementi: l’inversione della curva dei rendimenti e l’indice di forza tra S&P500 e settore Utilities:
Questa grafica mostra come l’indice di forza relativo sia stato (negli ultimi 20 anni) anticipatore dell’inversione della curva dei rendimenti; tale evento si è verificato nell’inversione del 2006, del 2019 e di qualche giorno fa; non si è verificato invece per la bolla di Internet. Ricordo che dopo l’inversione della curva dei rendimenti si è sempre verificata una recessione; succederà anche stavolta? E’ possibile, visti i dati macroeconomici in rallentamento, la stessa inversione della curva e l’aumento spropositato delle materie prime (seguite da un inflazione a massimi pluriennali). Se si verificasse l’evento di una recessione, l’oro sarebbe sicuramente tra gli asset preferiti dagli investitori per il ruolo di bene rifugio.
Che performance ha avuto l’oro dopo l’inversione della curva dei rendimenti?
Ha sempre avuto delle performance positive nel medio e lungo periodo, come è ben mostrato in questa grafica, in cui lo spread utilizzato è stato riassestato al settore ciclico dell’S&P500, ossia quello dei beni discrezionali. Assieme ad esso, ho condiviso anche le buone performance avute dall’azienda Barrick Gold e dalle obbligazioni protette dall’inflazione.
ANALISI TECNICA E PARTICOLARITA’ SUL COT REPORT
Il prezzo, da fine gennaio, è riuscito (per gli eventi già discussi nei paragrafi precedenti) a segnare in poco più di un mese una grande performance dal +16.63%. Tale rialzo è stato accompagnato dal grande afflusso di capitali di cui abbiamo discusso nei paragrafi precedenti e dal rialzo dei volumi, evidenziati nel grafico dalla “golden cross volumetrica”, ossia dal passaggio della media mobile volumetrica veloce al di sopra di quella lenta (veloce a 10 periodi e lenta a 50). Un segnale di questo tipo mi dà conferma del cambiamento di sentiment da parte degli investitori.
La forza del prezzo è testimoniata anche dalla distanza tra la media mobile a 50 periodi e quella a 200: maggiore è la distanza tra una media veloce e una lenta, maggiore sarà la forza di un trend (in questo caso rialzista dal momento che la media veloce sta al di sopra di quella lenta).
Il prezzo, dal 10 marzo, ha ritracciato rimbalzando sul ritracciamento di Fibonacci 61.8 e sulla struttura a 1910$ che a parer mio è il supporto più importante nel breve periodo, formato dal massimo relativo di giugno 2021.
Il prezzo sta ora comprimendo, con un relativo abbassamento di volumi denotato dalla “death cross volumetrica”, che evidenzia il fatto che gli operatori abbiano per il momento arrestato la corsa.
Se l’oro riuscisse a rompere al ribasso la media a 50 periodi, il supporto a 1910$ e il ritracciamento di Fibonacci 61.8 è probabile che si incanalerà tra la struttura a 1910$ e quella a 1750$.
Ora vi mostrerò una particolarità sul COT REPORT:
Ogni qualvolta il trend del numero di contratti ha incontrato la soglia dei 165mila, il prezzo ha creato un impulso rialzista. Ciò è accaduto sei volte tra il 2021 e il 2022: aprile, maggio, luglio, agosto e ottobre 2021 e febbraio 2022. Questa è quindi un ulteriore struttura che prossimamente andrò a considerare, dal momento che il prezzo, in sua corrispondenza, ha sempre reagito.
Tutti questi non sono da considerare consigli finanziari. E’ la visione di un grande appassionato dei mercati finanziari.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
L'oro conferma lo short e la debolezzaL'operazione indicata sul gold 3 settimane fa con la chiamata ribassista si sta confermando. Allego il grafico originale del 13 Marzo.
Oggi il prezzo è andato ad appoggiarsi nuovamente sull'area supportiva, il set up degli indicatori si sta indebolendo.
Visto la situazione si può restate ancora aperti con stop ben in gain.
BITCOIN, ADESSO SI!!Torniamo a parlare di questa importante criptovaluta perché finalmente si è verificato ciò che attendevo! Come vi avevo accennato nell'ultima mia analisi di qualche settimana fa, non avrei valutato alcun tipo di operatività mentre la quotazione si trovava ancora in una fase di lateralità; dopo due mesi e mezzo di "trading range", finalmente, siamo usciti dallo stallo di medio termine con la violazione rialzista della resistenza 44.900 proprio in questa settimana. Ovviamente adesso sarà importante assistere ad un breve storno tecnico della quotazione sul livello violato e verificare la presenza di un chiaro segnale di Price Action Long che confermi il Breakout e ci dia la possibilità di entrare in acquisto su un buon livello, con un target di profitto in zona 52.000. Attendiamo quindi il timing da parte del prezzo.
Maurizio