Petrolio in rialzo tra crisi geopolitiche e tagli produzione Il petrolio gira al rialzo e rompe la trendline ribassista dopo la pubblicazione del dato molto positivo sulla diminuzione delle scorte. Si aggravano le tensioni tra USA e Iran con potenziali minacce di dispiegamenti di eserciti. I livelli attuali del petrolio sono i più alti da fine maggio. La forte rottura al rialzo di trendline e medie mobili fa presagire una paura degli operatori ai potenziali scontri e netta diminuzione delle scorte. Un accumulo al di sopra dei 60 dollari potrebbe far puntare i prezzi alla resistenza dei 65 dollaro, massimo da novembre 2018.
In caso di incertezza in chiusura di settimana e rottura al ribasso dei 56 dollari, il target torna ad essere il supporto psicologico a 50 dollari.
Scorte
Il bivio del greggio Il prezzo ha toccato l’area di resistenza individuata dalla EMA144 daily a quota 57.80 per essere respinto e ritracciare fino a 54.80 dollari al barile, dove è situato il supporto dinamico individuato dalla EMA20 daily. Qualora nel corso della giornata non venisse violato al ribasso questa zona di supporto, è probabile che la quotazione riparta verso i 58/60$. Se invece questo supporto dovesse cedere al ribasso, si vedrà il prezzo nuovamente tornare nei pressi della nuvola di supporto di Ichimoku su tf giornaliero, a quota 51 dollari al barile circa. Sarà importante capire il livello settimanale delle scorte di petrolio che verrà pubblicato alle 22.30.
Ad ora, sia tecnicamente che fondamentale, l’ipotesi più probabile è un rimbalzo sulla EMA20 daily per poi provare a raggiungere l’area di resistenza psicologica a quota 60$.