Velocity strategy su AAPLBuon Sabato a tutti ,
Oggi espongo la strategia che seguo su Apple nel grafico H1 con un mio indicatore proprietario
Lo utilizzo con le trend create direttamente sull'indicatore e solo long
Come si può vedere in chart i risultati sono molto buoni con un 2023 che ha performato con un +67% ovviamente del capitale dedicato .
Ora nel 2024 siamo a +12.3% con 6/6 trade vincenti .
Vi aggiornerò in futuro e cercherò di testarlo anche su altri titoli o indici per confermarne la validità e solo successivamente potrei anche pubblicarlo sulla piattaforma.
Buon trading Guys !!
Cerca nelle idee per "APPLE"
Mercato in Crescita: Tutte le Strade Portano a Tesla.A Wall Street si dice:
"Il rischio viene da non sapere cosa si sta facendo." Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Cari lettori di Marco Bernasconi Trading,
Il mercato ha finalmente preso slancio con tutti i principali indici in rialzo per la seconda sessione consecutiva ieri martedì, un'occasione che non si vedeva da oltre un mese.
Il NASDAQ ha registrato un balzo dell'1,59% (pari a circa 245 punti), portando il suo guadagno in due giorni al 2,7% dopo aver già guadagnato oltre l'1% lunedì. Questo indice ad alto contenuto tecnologico ha recuperato tutte le perdite subite venerdì e quasi la metà del ribasso della scorsa settimana. Gli investitori sono naturalmente entusiasti in vista dei quattro nomi tecnologici di "Mag 7" che presenteranno i loro risultati questa settimana, iniziando con Tesla (TSLA) dopo la chiusura di ieri.
Il pioniere dei veicoli elettrici sta attraversando un periodo difficile, come evidenziato dai deludenti risultati del primo trimestre. Tuttavia, al momento in cui scrivo, le azioni di TSLA stanno aumentando di oltre l'8% dopo l'orario di negoziazione. Gli investitori hanno accolto positivamente l'azienda che accelera il lancio di veicoli più accessibili e potrebbero aver giudicato che il titolo sia stato sufficientemente deprezzato.
Inizialmente, le prospettive sembravano cupe per Tesla, con il titolo che si è ridotto dai massimi vicino a $300 lo scorso luglio a un modesto $144 alla chiusura di ieri, in vista dei risultati trimestrali. Tuttavia, buone notizie sono emerse per gli investitori con le prime indicazioni di un'offerta.
Intanto, anche gli altri principali indici sono in rialzo per il secondo giorno consecutivo. L'S&P è aumentato dell'1,2% a 5.070,55, mentre il Dow ha guadagnato lo 0,69% (circa 263 punti) a 38.503,69.
Questo segna la prima volta che tutti gli indici principali registrano guadagni in sessioni consecutive dall'ultimo periodo di marzo (20/21 marzo), durante una serie di quattro giorni di vittorie consecutive. Sarebbe incoraggiante vedere un tale trend proprio ora dopo l'inizio incerto del secondo trimestre, ma nei prossimi giorni molto dipenderà da alcuni rapporti chiave sugli utili.
Speriamo che TSLA sia in grado di mantenere questi guadagni fino a mercoledì, il che sarebbe un buon auspicio per gli altri "Mag 7" in programma per questa settimana. Domani parleremo di Meta Platforms (META), seguita giovedì da Microsoft (MSFT) e Alphabet (GOOGL).
In questa fase, sembra che il mercato entri in una sorta di stasi per i trader. Questo è un altro modo per dire che scommetto che rimarremo all'interno di un range per un po'. Di solito, durante le prime due settimane della stagione degli utili, vediamo i mercati mantenersi in un range piuttosto ristretto, quindi sono rimasto sorpreso da tutte le vendite della scorsa settimana. Con il recupero dei mercati, non sarei affatto sorpreso se tornassimo verso i massimi recenti per poi vendere di nuovo.
A questo punto, mi definirei cautamente rialzista.
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti".
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica.
“Selezione di Titoli Vincenti"
Restate sintonizzati per ulteriori dettagli sui titoli interessanti da considerare:
Perimeter Solutions (PRM)
Continuate a seguirmi per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato. La conoscenza e la strategia sono le chiavi per il successo nel mondo degli investimenti.
Rubrica "L'angolo di Warren Buffet conosciuto come l'oracolo di Omaha"
Le azioni continuano a rimbalzare dopo la sensazione di vendita aggressiva che abbiamo sperimentato la scorsa settimana. Sin dall'apertura di lunedì mattina, abbiamo assistito a un costante flusso di acquisti, il che è stato un sollievo tanto necessario.
Nella sessione odierna, il mercato ha registrato un notevole aumento, con lo S&P in rialzo dell'1,20% e il Nasdaq che ha guadagnato un altro 1,51%.
Ora ci troviamo in una fase cruciale. Il rimbalzo di ieri non è stato così impressionante, ma oggi sicuramente lo è stato. Lo S&P ha cancellato tutte le perdite dalla scorsa settimana e i rialzisti sembrano pronti a testare la media mobile a 50 giorni.
Guardando il grafico, gli orsi appariranno attorno all'area 5120-40 nell'indice S&P. Devono difendere quest'area e, se falliscono, potremmo vedere nuovi massimi prima della fine di maggio.
La mia attenzione è ora rivolta agli imminenti risultati trimestrali delle grandi aziende tecnologiche come Apple, Amazon, Meta, Microsoft e Alphabet, insieme a NVDA. Quindi, ci aspettiamo un'azione discontinua nell'immediato futuro, con la possibilità di una correzione dopo il raggiungimento di determinati livelli.
Dati economici
Il PMI manifatturiero preliminare dello S&P di aprile è risultato essere 49,9 rispetto al 52,0 previsto, segnando la prima contrazione di quest'anno. Anche l'Eurozona ha registrato dati PMI manifatturieri inferiori alle attese, confermando la tendenza alla contrazione.
Sebbene alcuni potrebbero interpretare questi dati come segnali di recessione, è importante notare che il settore dei servizi negli Stati Uniti ha registrato il suo 15° mese consecutivo di espansione, mentre nell'Eurozona è il terzo mese consecutivo di crescita.
Inoltre, la Fed di Richmond ha pubblicato i suoi dati di aprile, con un valore di -7 rispetto al -8 previsto. Tuttavia, si osserva un'ottimismo crescente tra le aziende riguardo alle condizioni economiche locali.
Restate aggiornati per ulteriori sviluppi e analisi.
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi.
House of Trading: scendono le tensioni, salgono i mercatiLa risposta iraniana da un lato e la controffensiva israeliana dall’altro hanno avuto l’effetto controintuitivo di ridurre le tensioni geopolitiche: l’attacco partito da Teheran è stato facilmente intercettato anche perché ampiamente annunciato (e l’Iran non ha perso tempo per far sapere che si è trattato di una ritorsione una tantum) mentre Israele ha attaccato una città minore con danni limitati. La volontà di entrambe le parti di evitare un’escalation ha finito per tranquillizzare gli operatori tornando a spingere i mercati finanziari.
Il focus è così tornato sulle future mosse delle Banche centrali ed in particolare sulla partita BCE-Fed che, con tutta probabilità, a giugno vedrà l’istituto guidato da Christine Lagarde portarsi in vantaggio con il primo taglio dei tassi. La sensazione è che Powell, il n.1 della Fed, sia alla ricerca di una motivazione per ridurre i tassi ma, come lui stesso ha dovuto ammettere, il contesto macroeconomico non è in grado di sostenere la tesi di un ritorno al target dell'inflazione in tempi brevi.
La politica monetaria della Bank of England potrebbe finire per assomigliare a quella dell’Eurotower, i PMI manifatturieri della Zona Euro e del Regno Unito ad aprile si sono entrambi attestati sotto quota 50 punti, mentre la Bank of Japan sta provando a convincere gli operatori che potrebbe mettere in campo nuove strette sui tassi.
Di tutto questo, e di molto altro, si parlerà nella puntata di oggi di House of Trading, in onda sul canale YouTube di BNP Paribas.
House of Trading: cosa è successo nell'ultima puntata
Nella scorsa puntata di House of Trading, la squadra dei Trader, composta da Vincenzo Penna e da Nicola Duranti, ha utilizzato i Turbo Certificate di BNP Paribas per investire al rialzo sul Bund (stop loss, -1,25%) e sul Gas Naturale (target +24,8%) ed al ribasso sull’oro (a mercato, +11,65%) e sulle azioni Apple (a mercato +11,1%).
Nel caso invece delle operazioni inserite dagli analisti, la squadra era composta da Riccardo Designori e da Luca Fiore, lo “short” sullo S&P500 ed il long sulle azioni Nike non hanno raggiunto il punto di ingresso mentre il deal rialzista sulle azioni Intesa Sanpaolo ha raggiunto il target (+24,5%) e quello su Exxon Mobil è a mercato (+7,62%).
La classifica generale registra il consolidamento del vantaggio degli analisti con 18 operazioni a target contro le 15 degli analisti (3 carte a mercato per i primi, 2 per i secondi).
Cosa attendersi dalla puntata di oggi
Nella sedicesima puntata dell’edizione 2024, la squadra dei Trader sarà formata da Nicola Para e da Stefano Serafini mentre i due analisti saranno Enrico Lanati ed il conduttore Riccardo Designori.
Il sondaggio della settimana riguarda le Banche centrali: su quale mercato puntare con la sfida dei tassi? È possibile scegliere tra Eurozona, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.
L’appuntamento, come di consueto, è alle 17:30 sul canale YouTube di BNP Paribas.
House of Trading: è l’ora della divergenzaMentre la BCE confermava le stime degli operatori, e cioè che nel meeting in calendario a giugno il costo del denaro di Eurolandia registrerà una prima sforbiciata, dall’altra sponda dell’Atlantico arrivavano le indicazioni relative all’andamento dei prezzi al consumo. In aumento dal 3,2 al 3,5 per cento a marzo, l’inflazione USA impedirà alla Federal Reserve di seguire l’esempio dell’istituto con sede a Francoforte.
L’istituto guidato da Jerome Powell potrebbe mettere mano ai tassi nel meeting di luglio o anche in quello di settembre. È improbabile che la risalita del greggio influirà più tanto sulle future mosse della Fed visto che da una decina d’anni gli USA beneficiano dell’autosufficienza energetica.
Più complessa la relazione con le elezioni: in questo caso un primo intervento a settembre (ed ancor di più, nel meeting di novembre) si porrebbe eccessivamente a ridosso delle urne ed in quest’ottica è più probabile un taglio dei tassi a luglio. Ma senza dati a supporto, sarà difficile.
Sommata alle tensioni geopolitiche, la divergenza di politica monetaria sta favorendo il biglietto verde e l’indebolimento dell’euro, in presenza di un petrolio che sta rialzando la testa, potrebbe finire per pesare sulle future mosse dell’istituto guidato da Christine Lagarde.
Di tutto questo, e di molto altro, si parlerà nella puntata di oggi di House of Trading, in onda sul canale YouTube di BNP Paribas.
House of Trading: cosa è successo nell'ultima puntata
Nella scorsa puntata di House of Trading, la squadra dei Trader, composta da Giancarlo Prisco e da Stefano Serafini, ha utilizzato i Turbo Certificate di BNP Paribas per investire al rialzo sul T-Bond (stop loss), sugli indici Dow Jones (stop loss) e S&P500 (non entrato) e sulle azioni Barrick Gold (a mercato, -8,64%).
Nel caso invece delle operazioni inserite dagli analisti, la squadra era composta da Riccardo Designori e da Enrico Lanati, lo “short” sullo S&P500 non ha raggiunto il punto di ingresso, l’operazione ribassista sul Dax ha toccato il target (+6,12%) mentre quelle sulle azioni Nike ed Enel sono operative (+10,3% e +2,63%).
La classifica generale registra il sorpasso degli analisti con 15 operazioni a target contro le 14 degli analisti (5 carte a mercato per i primi, 2 per i secondi).
Cosa attendersi dalla puntata di oggi
Nella quindicesima puntata dell’edizione 2024, la squadra dei Trader sarà formata da Vincenzo Penna e da Nicola Duranti mentre i due analisti saranno Luca Fiore ed il conduttore Riccardo Designori. I primi investiranno sul Gas Naturale, sulle azioni Apple, sul Bund e sull’oro. S&P500 e azioni Nike, Exxon Mobil e Intesa Sanpaolo per gli analisti.
Il sondaggio della settimana riguarda l’andamento dei mercati: Borse in rosso ad aprile, cosa pesa sul sentiment dei mercati? È possibile scegliere tra crisi geopolitica, la politica monetaria della Fed, le trimestrali ed i rialzi delle materie prime.
L’appuntamento, come di consueto, è alle 17:30 sul canale YouTube di BNP Paribas.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 15.04.2024 Borse in recupero, dopo la chiusura pesante a Wall Street di venerdì.
BCE si muoverà per prima, a giugno, col taglio dei tassi. Fed solo a Settembre.
Dopo attacco di Iran a Istraele, si spera in de-escalation della violenza.
ECB aggiona stime su crescita Europea; solo +0,5% nel 2024, ma +1,4% nel 2025.
Giovedì 11 la Banca centrale Europea (ECB-BCE) non ha abbassato il costo del denaro, ma il Presidente Christine Lagarde, nella conferenza stampa post-Direttivo ha implicitamente avallato l’ipotesi di 1 taglio nella riunione di giugno (a maggio non c’è), se i dati macro dei prossimi 2 mesi non riserveranno brutte sorprese.
Negli Usa gli ultimi dati sull’inflazione al consumo (CPI) ci dicono che si è stabilizzata su livelli ancora troppo sopra all'obiettivo del 2%, e questo spinge analisti ed investitori a “spostare” l’auspicato taglio dei tassi da giugno a settembre.
Insomma, tra le Banche centrali dei Paesi sviluppati non e’ più la Federal Reserve ad agire da “first mover” nella svolta espansiva della politica monetaria: secondo il consenso, a muoversi per prima sara’ l’ECB a giugno e poi la Bank of England ad agosto, entrambe con un taglio da -0,25%.
L’inflazione in Europa continua a scendere al ritmo sperato anche a marzo: in Germania +2,2% annuo, dal +2,5% di febbraio, in Francia 2,3% da 3,0% di febbraio. Risale in Spagna, dal 2,8% di febbraio a +3,2%, principalmente per il ripristino dell’Iva “ordinaria” sull’energia, abbassata nel periodo “Covid”.
La seduta di ieri ha visto indici contrastati per le Borse europee, a suggellare una settimana comunque debole: Londra +0,94%, Milano +0,15%, Francoforte -0,11% Parigi -0,16%. Nella settimana, la 2’ consecutiva di cali, Milano ha perso -0,7%, Francoforte -1,5%, Parigi -0,6%, Madrid -2,1%, mentre Londra è salita +1,1%.
Le mutevoli prospettive sul taglio dei tassi, i vari focolai di guerra, con le crescenti tensioni in medio-oriente, la fondata paura di un imminente attacco dell’Iran contro Israele, e qualche incertezza sui risultati trimestrali di prossima uscita hanno pesato sui mercati azionari, peraltro reduci da un memorabile 1’ trimestre.
Wall Street ha chiuso pesante la seduta di venerdì: Dow Jones -1,24%, Nasdaq -1,62%, S&P500 -1,46%, nel giorno in cui diverse grandi banche Usa hanno rilasciato i numeri del 1’ trimestre.
JPMorgan ha mostrato ricavi in aumento del +9% e utili netti sopra le attese. Citigroup, pur battendo le stime, registra -27% di utile netto. Profitti in discesa anche per Wells Fargo, -7%. Conti scintillanti per BlackRock, con utile trimestrale in aumento, +36%.
L’Euro si e’ indebolito sino a 1,06 Dollari da 1,071 del closing di giovedi’, e a 162,7 da 164,1 contro Yen giapponese, scontando la prospettiva di tassi Usa fermi fino a settembre.
Le varie crisi geo-politiche hanno fornito ulteriore slancio al prezzo dell’oro, fino a 2.415 Dollari/oncia, e del petrolio, col WTI (greggio di riferimento Usa) a 87 Dollari/barile. In rialzo anche il prezzo del gas naturale, +3% sopra 30 Euro /mgwh.
Macro europea ancora debole: a febbraio la produzione industriale destagionalizzata è aumentata +0,8% mensile nell’Euro zona rispetto a gennaio, insufficiente a recuperare il -3,0% di calo a gennaio.
L’Uffico studi dell’ECB ha apportato leggere correzioni alle stime sulla crescita del GDP dell'Euro-zona: per il 2024 +0,5% annuale dal precedente +0,6%, per il 2025 +1,4% da +1,3%, invariata a +1,4% la prospettiva 2026.
Materie prime: stamane, 15 aprile, spicca il forte rialzo dei prezzi di alluminio, +9%, e nichel, +8%, dopo le nuove sanzioni imposte da Stati Uniti e Gran Bretagna alle forniture russe, in vigore dalla mezzanotte di venerdi: LME (London Metal Exchange) e CME (Chicago Mercantile Exchange) saranno “off-limit” per i metalli russi.
Molta attenzione, nel corso di questa settimana, ad alcuni dati macroeconomici rilevanti, tra cui oggi, 15 aprile, quelli delle vendite al dettaglio USA e domani, a quello sul GDP (PIL) cinese nel 1’ trimestre.
Sembra deteriorarsi la fiducia dei consumatori americani: l’indicatore calcolato dall'Universitá del Michigan, la vede calare ad aprile a 77,9 punti, dai 79,4 di marzo, sotto alle attese di 79.
Investimenti finanziari in calo in Cina, con attività a minimi termini sia da parte di operatori locali che internazionali: secondo il Financial Times (fonte Dealogic) nel 2023 le società cinesi hanno raccolto solo 6,4 miliardi Dollari sul mercato azionario, al minimo storico: stessa musica ad Hong Kong, US$ 1,6 miliardi, minimo dal 2003.
Stamane, 15 aprile, i mercati sembrano valutare in modo costruttivo gli eventi del weekend, ed in particolare l’attacco diretto dell’Iran su Israele, come se immaginassero che il picco del rischio sia stato superato e si possa confidare su una prospettiva di relativa de-escalation militare, dopo che i delegati Iraniani all’Onu hanno chiarito che la missione “punitiva” puo’ ritenersi conclusa.
Le Borse dell’Asia hanno segnato andamenti eterogenei: Tokio -0,9%, Hong Kong -0,7%, Seoul -0,4%. In rialzo Shanghai, +1,3%, e Shenzhen, +1,5%.
Positiva la mattinata delle Borse europee, in media +0,8%: anche i future su Wall Street anticipano riaperture in rialzo medio del +0,6%, nel giorno in cui vedremo gli effetti sull’azione Apple dell’indagine IDC che prevede un calo delle vendite globali di telefoni mobili di -9,6% nel 1’ trimestre 2024 e saranno pubblicati i numeri trimestrali di Goldman Sachs. (ore 13.30 CET)
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NASDAQ avanza dell'1,5% dopo il PPI: rassicura gli investitori.A Wall Street si dice:
"Il denaro è solo un modo per misurare il successo nei tuoi investimenti, ma non è l'obiettivo principale."
Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Cari lettori di Marco Bernasconi Trading,
I buoni vecchi giganti della tecnologia hanno guidato un rimbalzo ieri giovedì, incoraggiati dai dati sull’inflazione migliori del previsto. Ora, con l'inizio di una nuova stagione degli utili, gli indici principali mostrano una settimana mista.
Il NASDAQ è stato in rialzo dell'1,68% (circa 270 punti) a 16.442,20, con tutti i nomi di punta in crescita, tra cui Apple (+4,3%), NVIDIA (+4,1%) e Alphabet (+2,1%). L'S&P; ha registrato un aumento dello 0,74% a 5.199,06, mentre il Dow è rimasto piatto, anche se tecnicamente in ribasso dello 0,01% (poco più di 2 punti) a 38.459,08.
Gli investitori hanno accolto con favore i dati del PPI di ieri mattina, con i prezzi all'ingrosso in aumento dello 0,2% nel mese e del 2,1% nell'anno, leggermente al di sotto delle aspettative ma ancora positivi. Questi dati indicano una leggera flessione rispetto alle previsioni, in contrasto con l'IPC più caldo di mercoledì. Nonostante ciò, l'azione del mercato è stata caratterizzata da una resilienza generale e leggeri ritracciamenti.
Ieri, il tema comune è stato la resilienza dei rialzisti, con gli investitori che hanno mantenuto una posizione ottimistica dopo il miglioramento del PPI. Anche se gli indici erano solidi, l'attenzione è stata soprattutto sui titoli dei settori dei semiconduttori e dell’intelligenza artificiale.
Ora, con una pausa dai dati sull'inflazione fino al PCE del 26 aprile, l'attenzione si sposta sulla nuova stagione degli utili. Oggi, prima dell'apertura del mercato, ascolteremo i report dei giganti bancari JPMorgan, Wells Fargo e Citigroup. È l'inizio ufficiale della stagione degli utili 2024, e con la Fed apparentemente in attesa, ci si aspetta che i risultati sorprendano Wall Street.
I titoli tecnologici hanno registrato un'ottima performance ieri, con il NASDAQ in aumento dell'1,2% per la settimana. Sebbene gli indici principali possano mostrare qualche contrasto nell'ultima giornata, la settimana sembra comunque promettente rispetto ai cali della scorsa settimana. Restiamo sintonizzati per vedere cosa accadrà oggi.
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti"
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica “Selezione di Titoli Vincenti".
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MediaAlpha (MAX)(HTH)
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Rubrica "L'angolo di Warren Buffet conosciuto come l'oracolo di Omaha"
Le azioni hanno recuperato le perdite dopo il fresco PPI.
I futures S&P; hanno retto durante la notte, ma hanno iniziato a scendere al mattino, superando i minimi di ieri. Tuttavia, l'annuncio di un interessante dato PPI ha fornito ai rialzisti una spinta, portando i futures a salire di 50 punti rispetto ai minimi. Sebbene le azioni abbiano registrato la maggior parte dei guadagni in apertura, nel pomeriggio sono entrate in modalità di consolidamento e hanno cancellato le perdite dell'indice dei prezzi al consumo.
Questa mossa ha portato il prezzo dell'SPX alla media mobile a 21 giorni. L'S&P; ha guadagnato lo 0,74%, mentre il Nasdaq è salito dell'1,65%.
Interessanti dati sull'inflazione emergono quando un dato contrasta con un altro, come abbiamo visto ieri. Fondamentalmente, il mercato ora sembra ritener che l’inflazione non sia così grave come si pensava solo ieri.
L'IPP di marzo è stato dello 0,2% su base mensile, inferiore allo 0,3% previsto. L'annuale è stato del 2,1% contro il 2,2% previsto. Il core era in linea sul mensile e leggermente superiore al previsto su quello annuale.
Sì, questo è un buon numero e il mercato probabilmente pensa che aiuterà il deflatore del PCE alla fine di questo mese. Anche se ci si potrebbe aspettare un certo sollievo sul fronte dell'inflazione, non abbiamo visto un ritorno al mercato pre-CPI con tutte le offerte.
Perché acquistare? Non capisco affatto l'eccitazione. Certo, questo dato contraddice l’indice dei prezzi al consumo, ma si tratta comunque del ritmo annuale più alto da settembre. Il core annuale è stato superiore alle aspettative, quindi questa non è la notizia migliore.
Il movimento al rialzo è stato guidato dalla tecnologia, mentre il Dow ha faticato. Forse questa forza è semplicemente dovuta a una maggiore rotazione del mercato rialzista. Forse il movimento al rialzo è semplicemente il percorso di minor resistenza che continua a favorire i rialzisti. Forse il rally è derivato da una forte asta trentennale di metà giornata.
Qualunque sia la logica di questi acquirenti, non sono più sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda l’aspetto economico e fondamentale delle cose. Naturalmente, seguo soprattutto i miei grafici, ma quando le cose non si allineano, il mercato diventa difficile.
Penso che la Fed chiarirà nel corso del prossimo mese che non ci saranno tagli estivi e questo non piacerà al mercato. Tuttavia, con il prezzo superiore a 5215 SPX, otteniamo una rottura della resistenza del 61,8% e 5325 è il nuovo obiettivo. Probabilmente esauriremo le nostre posizioni short con una mossa del genere.
L'analista inizia a ridimensionare le aspettative. Continuo a vedere sempre più note degli analisti che dicono che giugno è terminato e che avremo un taglio a luglio. Tuttavia, FedWatch ha luglio sotto il 50%. Quindi si comincia a propendere per un taglio zero fino a settembre, cosa che probabilmente non avverrà a causa delle elezioni. Ciò significa che potremmo guardare a dicembre!
L'analista di BofA Mike Gapen lo ha affermato ieri: “Ci aspettiamo ora che la Fed inizi a tagliare i tassi a dicembre. Non crediamo più che i politici acquisiranno la fiducia necessaria per iniziare a tagliare a giugno. Il 2024 inizia ad assomigliare al 2015, ma al contrario”.
Continuate a seguirci per restare aggiornati su tutte le ultime novità e sviluppi di mercato.
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi Trading.
La Fed starà ferma, le borse scendonoCaduta improvvisa dei mercati azionari Usa, dopo la pubblicazione di ieri pomeriggio dell’inflazione Usa, salita più delle previsioni, e in attesa a questo punto, del rapporto sull'indice dei prezzi alla produzione di questo pomeriggio. Nelle contrattazioni di ieri, il Dow è sceso dell'1%, l'S&P 500 è sceso dello 0,95% e il Nasdaq Composite ha perso lo 0,84%. Dieci degli 11 settori dell'S&P hanno chiuso in ribasso, trascinati dal settore immobiliare, dai servizi di pubblica utilità e materiali.
Forti cali sono stati registrati nei titoli tecnologici ad alta capitalizzazione come Tesla (-2,9%), AMD (-2,1%) e Apple (-1,1%). Il mercato sembra entrato in una fase di risk off, o avversione al rischio, legata alle maggiori probabilità che la Fed mantenga i tassi fermi almeno fino a settembre, con al massimo due riduzioni del costo del denaro e non tre come in precedenza ci si poteva attendere. Altri ancora, pensano che l’autorità monetaria Usa tenga i tassi fermi per tutto il 2024. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli di stato hanno accelerato al rialzo con il decennale Usa salito sopra il 4.53%. A rimanere indietro per ora, solo gli indici di rischio con il Vix ancora sotto i 16 punti e il fear and greed in zona neutra a 54 punti.
INFLAZIONE USA
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è salito per il secondo mese consecutivo al 3,5% a marzo 2024, il più alto livello dal mese di settembre 2023, rispetto al 3,2% di febbraio e alle previsioni del 3,4%. I costi energetici sono aumentati più del previsto, con la benzina in aumento dell'1,3% così come quelli del gas e dell'olio combustibile. Inoltre, l’inflazione si è stabilizzata per gli alimentari, le abitazioni, ma è aumentata per i trasporti e l’abbigliamento. Nel frattempo, l'inflazione core annua è rimasta stabile al 3,8%, la stessa del mese precedente, anche se superiore alle previsioni del 3,7%. Anche il tasso mensile è rimasto stabile allo 0,4%, con i mercati che si aspettavano un rallentamento allo 0,3%.
BOC, TASSI INVARIATI
La Banca centrale canadese ha mantenuto il tasso di riferimento al 5% ad aprile, come ampiamente previsto, e si è astenuta dal dare indicazioni sull'inizio dei tagli dei tassi a causa dei persistenti rischi al rialzo per l'inflazione. La BoC ha osservato che le pressioni sui prezzi si sono allentate, ma ha aggiunto che il contesto macroeconomico incerto e i prezzi delle materie prime più alti del previsto, compreso il petrolio, impediscono una convergenza più agevole verso la disinflazione.
Il governatore Macklem ha aggiunto che, sebbene gli ultimi dati abbiano indicato alcuni progressi relativamente all’indice dei prezzi, i dati non sono ancora sufficienti per giustificare con sicurezza una politica monetaria meno restrittiva. Di conseguenza, la BoC prevede che l’inflazione rimanga vicina al livello del 3% nella prima metà di quest’anno prima di raggiungere solo il suo obiettivo del 2% nel 2025. Nel frattempo, i dati recenti, che indicano una crescita economica globale più forte del previsto, hanno spinto i politici a considerare una produzione interna più forte, con un PIL destinato a crescere dell'1,5% quest'anno e del 2,2% nel 2025.
VALUTE, RISCOSSA DEL DOLLARO
Mercoledì l’indice del dollaro è salito dello 0,7% a 104,8, spinto da un dato sul CPI più forte del previsto. I principali rapporti di cambio hanno visto il dollaro schiacciare tutte le principali valute concorrenti, con il ritorno della modalità risk off sul mercato più liquido al mondo. Il che vede il dollaro apprezzarsi in qualità di valuta rifugio, specialmente contro euro, sterlina e Jpy.
Rispetto alla moneta unica, le oscillazioni, dopo alcuni giorni di calma piatta, il biglietto verde si è apprezzato di circa l’1%, con EurUsd sceso da 1.0865 a 1.0730, prima di un rimbalzo, per ora assai modesto. Ora gli obiettivi sembrano posti almeno a 1.0700, per poi eventualmente intravedere qualche correzione maggiormente rilevante. La sterlina ha perso anch’essa circa 150 pip scendendo a 1.2535, non lontano dal supporto chiave di 1.2500 che se violato, potrebbe aprire la strada ad un movimento più importante.
UsdJpy addirittura sopra 153.25, il massimo degli ultimi 34 anni, mentre la Boj interviene solo verbalmente, tramite il portavoce del Governo Hayashi che non ha escluso un intervento a sostegno della valuta. Ma per ora sono solo chiacchiere. E il mercato spinge. I primi livelli che si notano guardando i grafici sono posti a 160.35, massimo dell’Aprile 1990. Sulle oceaniche, ribassi meno significativi con i prezzi che sono tornati ai livelli di una settimana fa a 0.6500 per AudUsd e 0.5980 per NzdUsd. Sale anche il UsdCad con il test dell’area di 1.3700 e possibili target nel mirino a 1.3900.
Sul fronte dati, segnaliamo che il CPI cinese questa notte è uscito inferiore alle attese, a +0.1% contro lo 0.4% atteso mentre i Ppi sono scesi del 2.8% su base annua. Oggi, alle 14.15, c’è attesa per la BCE, con i tassi che rimarranno probabilmente invariati al 4.5%. Sentiremo il Governatore e vedremo la reazione dell’euro, per capire se vi sarà divergenza tra la Fed e Bruxelles in materia di previsioni sui tassi. Nel pomeriggio poi attenzione ai pi Usa che potrebbero dare una ulteriore spinta al dollaro.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 09.04.2024Borse USA immobili, bene le chiusure EU di ieri, oggi calma piatta.
Oro, argento e metalli industriali in forte ascesa, trend da osservare attentamente.
Oro al nuovo record storico, supera 2.470 US$/oncia.
Mercoledi il dato, cruciale per la FED, sull’inflazione Usa di marzo.
Il dato sull’inflazione americana di marzo che sara’ pubblicato mercoledì 10 marzo, sara’ il potenziale punto di svolta per le Borse mondiali che, dopo l’exploit del 1’ trimestre, si muovono lateralmente da circa 3 settimane.
I numeri sopra le attese e fin troppo buoni del mercato del lavoro Usa pubblicati venerdì 5, allontanano la prospettiva di un imminente ammorbidimento della politica monetaria della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa), con circa il 50% di probabilita’ che il 1’ taglio arrivi solo nella riunione di giugno.
Sul tema dei “tassi troppo alti” si e’ espresso anche Jamie Dimon, Chairman e CEO di JPMorgan-Chase, nella sua leggendaria (forse anche per essere di oltre 60 pagine) lettera annuale agli azionisti: “Se i tassi a lungo termine salissero oltre il 6% e questo creasse recessione, ci sarebbe stress dentro e fuori il sistema bancario“.
Anche per il possibile slittamento della svolta della Banca centrale Usa si registrano continui rialzi dei rendimenti dei titoli del Tesoro americano, con la scedenza a 10 anni salita a 4,47%, al record da novembre.
La Banca centrale Europea si riunirà giovedi’: non sono previste decisioni sui tassi di riferimento, ma un aggiornamento delle “guidance”, dove gli analisti cercheranno conferme della prospettiva di un 1’ taglio a giugno.
Ieri, nella 1’ seduta della settimana, le Borse europee hanno comunque recuperato: Milano +0,90%, Francoforte +0,85%, Parigi +0,72%, Londra +0,41%.
Wall Street ha chiuso senza movimenti di rilevo: Dow Jones -0,03%, Nasdaq +0,03% ed S&P500 -0,04%, dopo aver segnato la settimana piu’ debole del 2024.
Sulle Borse Usa, a partire da questa settimana, iniziano le relazioni trimestrali delle Societa’ quotate, partendo dalle grandi banche: sono da seguire con attenzione anche per il confronto impegnativo con lo stesso periodo 2023.
Ieri Tesla ha guadagnato quasi +5%, dopo che il CEO Elon Musk ha annunciato la presentazione dell’atteso robotaxi il prossimo 8 agosto.
L’oro continua a brillare, anche sui mercati, trainato dalle tensioni geopolitiche, che da sempre alimentano la domanda di beni “rifugio”: ieri nuovo record storico a 2.372 Dollari/oncia, prima di un leggero ritracciamento in area 2.350.
Calma relativa sul mercato obbligazionario Europeo, dove lo spread tra BTP decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi e’ sceso a 136 punti base, dai 139 del closing precedente: il rendimento del BTp benchmark e’ stabile attorno 3,80%.
In lieve ridimensionamento il prezzo del petrolio, ma con gli occhi ben aperti sui conflitti in Medio Oriente, che potrebbero creare problemi di approvvigionamento se l'Iran dovesse rispondere all'attacco di Israele al suo consolato in Siria: un barile di WTI (greggio di riferimento Usa) vale circa 86 Dollari.
Macro europea: ieri i dati sulla produzione industriale tedesca di febbraio hanno confermato che la fase peggiore della manifattura potrebbe essere superata, come rivelava già il +1,0% di gennaio, peraltro rivisto a +1,3%. In recupero il settore costruzioni, come a gennaio, ma anche l’auto e la chimica.
Macro europea: il dato clou e’ quello dell’inflazione al consumo (CPI) di marzo: il consensus prevede una risalita al 3,4%, dal 3,2% di febbraio, con l’indicatore core, che esclude cibo ed energia, a +3,7% su base annua, invariato su febbraio ma ancora troppo lontano dal target del 2,0%.
Intanto, nel tardo pomeriggio di oggi, 9 aprile, avremo la pubblicazione dei verbali della riunione della FED del 20 marzo, potenzialmente foriera di spunti sulle prossime mosse, specie dal vaglio degli argomenti a favore del mantenimento alla guidance dei 3 tagli nel 2024. Ieri James Bullard, ex Presidente Fed di St-Louis, ha difeso quest'ipotesi data l’inflazione in avvicinamento al target.
Stamane, 9 aprile, variazioni per lo più positive per le Borse asiatiche: bene Tokyo +1,08%, nel giorno del lieve recupero, a 39,5 da 39,0 di febbraio, della fiducia delle famiglie giapponesi a marzo.
Tra le altre Borse dell’area, bene il Sensex indiano, +0,30% e l’Hang Seng di Hong Kong, +0,81%: tra i listini cinesi, alla riapertura dopo 3 giorni di “vacanze”, Shenzen +0.76%, e Shanghai + 0,08%.
Tsmc, il più grande produttore di chip al mondo, ha raggiunto i massimi storici +4,1% alla Borsa di Taipei, che e’ salita a sua volta +1,5%, grazie all’accordo da 11,6 miliardi di Dollari con l’amministrazione Usa, di cui 6,6 miliardi in sovvenzioni e fino a 5,0 miliardi in prestiti, per finanziare la costruzione di una 3’ fabbrica in Arizona, a Phoenix. Tsmc e’ un cruciale fornitore di chip per Apple e Nvidia.
A fine mattinata, e dopo un’apertura incerta, le Borse europee mostrano oscillazioni minime, in media +0,1% mentre i futures su Wall Street anticipano riaperture leggermente positive, in media +0,2% (ore 14.30 CET).
Poche novita’ sul versante valutario tradizionale, mentre e’ sempre vivace il comparto delle cryptovalute che, dopo l’exploit di ieri, in media +3,5%, oggi segnano un ritracciamento medio di -1,5%. (ore 13,30 CET)
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Equity, correzione ridottaMercoledì i listini americani hanno registrato una modesta ripresa, con l'S&P 500 e il Nasdaq in rialzo rispettivamente dello 0,11% e dello 0,23%, mentre il Dow Jones è sceso dello 0.11%. I movimenti di Wall Street sono dipesi soprattutto dalle dichiarazioni dei funzionari della Fed e dai dati macroeconomici, che ieri, sono apparsi contrastanti. Il rapporto ISM PMI dei servizi è sceso a 51,4 a marzo dal 52,6 del mese precedente, deludendo le aspettative, anche se l’indicatore dei prezzi è sceso al minimo di 4 anni, confermando quindi un calo dell’inflazione. D’altro canto, il rapporto ADP ha mostrato invece che il mercato del lavoro, da parte del settore privato, continua a dimostrarsi forte, con le imprese che hanno aggiunto 184 mila posti di lavoro a marzo, superando le previsioni.
Sempre ieri, poi, nel tardo pomeriggio, all’Università di Stanford, ha parlato Jerome Powell, il quale ha affermato come sia troppo presto per dire se i recenti dati sull'inflazione siano qualcosa di più di un semplice aumento. Le prospettive sono ancora piuttosto incerte, e la Fed deve far fronte a rischi su entrambi i lati del proprio mandato. Tali rischi continuano a trovare però un migliore equilibrio. La Fed continua a credere che il tasso ufficiale sarà probabilmente al suo picco per questo ciclo economico. In ogni caso saranno i dati a chiarire, come sempre, la situazione.
Venerdì sarà giorno dei Non Farm Payrolls. Tornando ai titoli di Wall Street I giganti della tecnologia come Meta, Apple, Nvidia e Amazon hanno registrato guadagni, mentre Microsoft ha registrato un leggero calo. Intel ha dovuto affrontare una battuta d’arresto significativa con le sue azioni che sono crollate di oltre il 6% a causa delle perdite operative dichiarate di 7 miliardi di dollari nella sua divisione di produzione di chip per il 2023.
L’EURO TORNA PREPOTENTEMENTE SOPRA 1.0800
Reazione veemente della moneta unica, va detto, con il ritorno prepotente sopra quota 1.0800 che rappresentava l’area di resistenza chiave. La valuta europea ha beneficiato della discesa del biglietto verde, in seguito ai dati peggiori sull’Ism Pmi, che riavvicinerebbero l’eventualità dei tre tagli programmati dalla Fed per il 2024. EurUsd a 1.0845 mentre il cable è salito a 1.2640, circa 80 pip sopra l’apertura dei mercati europei.
UsdJpy invece è rimasto a ridosso di quota 152.00, incapace di violare i supporti a 151.30 e le resistenze, dove per ora però la BoJ non si è ancora vista. Sono risaliti tutti i cross dello Jpy, trascinati da una debolezza generalizzata del biglietto verde e in contrasto quindi con un UsdJpy che non è sceso ugualmente, cosìcchè AudJpy, NzdJpy, EurJpy, CadJpy e GbpJpy hanno tutti attaccato al rialzo.
EurChf a ridosso di 0.9800 con il UsdChf che finalmente tiene mentre l’EurUsd sale. Obiettivi del cross la parità mentre per il UsChf, riteniamo che l’area di 0.8690 possa rappresentare un buon supporto. Interessanti i cross del Chf come CadChf e NzdChf che sembrano puntare a 0.6820 e 0.5540 rispettivamente.
ADP E ISM PMI DEI SERVIZI
Le imprese private negli Stati Uniti hanno assunto 184 mila lavoratori nel marzo 2024, dopo i 155 mila del mese precedente, peraltro rivisti al rialzo e dopo aver battuto le previsioni di 148 mila. Si tratta del più grande aumento di assunzioni in otto mesi, con l'aumento dell'occupazione nei servizi, vale a dire tempo libero, ospitalità, commercio, trasporti, servizi pubblici, oltre a istruzione, sanità, e attività finanziarie. Il settore della produzione di beni ha aggiunto 42 mila posti di lavoro, principalmente nell’edilizia, mentre il settore manifatturiero ne ha aggiunti solo 1.000.
Nel frattempo, "L'inflazione si sta raffreddando, ma i nostri dati mostrano che le retribuzioni stanno aumentando sia nel settore dei beni che in quello dei servizi", ha affermato Nela Richardson, capo economista dell'ADP. L’ISM Services PMI è invece sceso a 51,4 a marzo dal 52,6 di febbraio e al di sotto delle previsioni di 52,7. La lettura ha evidenziato la crescita più debole nel settore dei servizi in tre mesi, poiché i nuovi ordini sono aumentati meno mentre le scorte sono diminuite. D’altro canto, l’attività commerciale e la produzione e i nuovi ordini dall’estero sono aumentati a un ritmo più rapido e la pressione sui prezzi si è allentata al livello più basso da marzo 2020.
EUROZONA, SCENDE L’INFLAZIONE
Il tasso di inflazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona è sceso al 2,4% su base annua nel marzo 2024, eguagliando il minimo di 28 mesi di novembre e inferiore alle aspettative del mercato del 2,6%, come ha mostrato una stima preliminare. Anche il tasso core, escludendo la volatilità dei prezzi alimentari ed energetici, è sceso al 2,9%, il punto più basso da febbraio 2022 e al di sotto delle previsioni del 3,0%.
I prezzi dell'energia hanno registrato un calo dell'1,8% (rispetto al -3,7% di febbraio), mentre il ritmo dell'aumento dei prezzi è stato moderato per generi alimentari, alcol e tabacco (2,7% rispetto al 3,9%) e beni industriali non energetici (1,1% rispetto all'1,6%). Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,8% a marzo, dopo un aumento dello 0,6% a febbraio.
PETROLIO
I prezzi dell’oro nero continuano a consolidare al rialzo, mantenendosi sopra quota 85.5 per il Wti e 89 per il Brent. Si tratta dei livelli più alti degli ultimi 5 mesi, ovvero da ottobre 2023. I tagli alla produzione dell’Opec + oltre alle diverse limitazioni dell’offerta e una domanda crescente in paesi come Cina e Usa, hanno rappresentato la ragione principale della tenuta sopra tali livelli. Proprio ieri l’Opec + aveva deciso di mantenere la sua attuale politica di fornitura di petrolio e ha invitato alcuni membri a rafforzare il rispetto dei tagli alla produzione.
Gli analisti hanno anche notato che gli attacchi di droni ucraini contro le raffinerie russe hanno ridotto la fornitura di carburante, così come i timori che la guerra tra Israele e Hamas possa estendersi fino a includere l’Iran. Dal lato della domanda, gli ultimi dati economici statunitensi hanno evidenziato un mercato del lavoro resiliente, rafforzando le prospettive per il consumo complessivo e la domanda di energia.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Powell e PCE, i temi della giornataI principali indici azionari, negli Stati Uniti, sembrano aver trovato livelli difficili di violare al rialzo, anche se consolidano in attesa del prossimo movimento. Lo stesso non si può dire per il Dax che invece continua ogni giorno a realizzare nuovi massimi storici, non lontano ormai dai 20 mila punti. l’S&P ha chiuso positivo di 25 punti, mentre il Dow Jones appena sopra 39.720. Il Nasdaq invece ha ceduto lo 0,2%. I dati macro intanto hanno evidenziato situazioni contrastanti (Chicago Pmi in deciso calo, jobless positivi), in attesa di quelli di oggi relativi al PCE, ovvero il dato che la Fed valuta come il miglior indicatore di inflazione, insieme alle aspettative relative all’intervento di Jerome Powell.
Tra gli ultimi dati segnaliamo altresì la revisione al rialzo del PIL del quarto trimestre, uscito migliore del consensus. Sul fronte aziendale, Apple, Meta e Tesla sono scese di oltre l'1% mentre Nvidia è scesa dello 0,2%. Considerando il primo trimestre, l'S&P 500 è in rialzo di circa il 10%, il miglior guadagno del primo trimestre dal 2019. Il Dow Jones ha guadagnato il 5,5%, la sua performance del primo trimestre più forte dal 2021 e il Nasdaq ha guadagnato il 9,3%.
CRESCE AL 3.4% L’ECONOMIA USA
Secondo la terza stima, l’economia statunitense è cresciuta del 3,4% anno su anno nel quarto trimestre del 2023, leggermente al di sopra del 3,2% riportato in precedenza, sostenuta dalla spesa dei consumatori e dagli investimenti delle imprese. La spesa dei consumatori è stata rivista al rialzo, guidata dai servizi, mentre i beni sono aumentati meno. Inoltre, gli investimenti hanno continuato a crescere anche se leggermente meno del previsto (2,8% contro 2,9%). Guardando oltre, la spesa pubblica è cresciuta più del previsto, (4,6% contro 4,2%), ma sia le esportazioni (5,1% contro 6,4%) che le importazioni (2,2% contro 2,7%) sono cresciute meno di quanto inizialmente riportato.
VALUTE, L’EURO RIPIEGA
EurUsd in difficoltà nella giornata di ieri con la violazione del supporto chiave a 1.0800. La debolezza della moneta unica, ha trascinato al ribasso il Cable e soprattutto le oceaniche, mentre il UsdJpy non è riuscito a tornare sui massimi per i timori di intervento della Boj. A questo punto gli obiettivi per la moneta unica sembrano posti a 1.0740-50 inizialmente a cui seguirà 1.0700. Solo sopra 1.0830 potremmo assistere ad una ripresa. Cable che tiene meglio con EurGbp che punta a 0.8510 20 area. Target 1.2560 e 1.2520 per il “Cavo”.
EurJpy che sta distribuendo, con target possibili in area 162.70. Un mercato, quello dei cambi, che sembra cominciare a muoversi in direzione pro-dollaro, ma fino a che punto? Molto dipenderà dai dati macro, che sono tornati ad assumere una importanza chiave rispetto a qualche tempo fa, quando contava esclusivamente l’inflazione, che ora è stata accantonata nelle aspettative degli investitori dopo che le banche centrali hanno dichiarato la fine delle politiche restrittive.
JOBLESS CLAIMS
Il numero di persone che hanno fatto richiesta dell’indennità di disoccupazione è diminuito di 2 mila unità a 210.000 nella settimana terminata il 23 marzo, battendo le aspettative del mercato di 215.000. Nel frattempo, le richieste continuative sono aumentate di 24 mila a 1.819.000 nella settimana precedente, compensando la revisione al ribasso di inizio marzo. Tuttavia, i dati continuano a mostrare che il mercato del lavoro statunitense rimane assai rigido, in linea con l’ultima valutazione della Federal Reserve e che potrebbe spostare in avanti la data del primo ribasso dei tassi della Fed.
PETROLIO
Giovedì i futures del greggio WTI sono saliti sopra gli 82 dollari al barile, segnando il terzo aumento mensile consecutivo alimentato dall’ottimismo sui continui tagli alla produzione da parte dell’alleanza OPEC+. Nonostante le crescenti tensioni geopolitiche che potrebbero interrompere l’offerta, si prevede che l’OPEC+ manterrà le attuali politiche sulla produzione di petrolio nella riunione di mercoledì prossimo.
Nel frattempo, il rapporto più recente dell’EIA ha mostrato un aumento a sorpresa delle scorte di petrolio greggio e benzina negli Stati Uniti a causa dell’aumento delle importazioni di greggio e della debole domanda di benzina. Sebbene la creazione dell'inventario sia stata inferiore a quanto previsto dall'API, è rimasta al di sotto dei tipici modelli stagionali. Inoltre, l’aumento dei tassi di utilizzo delle raffinerie statunitensi ha ulteriormente sostenuto i prezzi.
ORO SEMPRE SUI MASSIMI STORICI
Venerdì l'oro si è mantenuto sopra i 2.230 dollari l'oncia, attestandosi ai massimi storici, tra le aspettative di ribasso dei tassi di interesse, e le tensioni geopolitiche che lo rendono uno degli asset rifugio per eccellenza. Nel solo mese di marzo la performance è stata del 9%. Difficile richiamare target, dal momento che siamo su terreni inesplorati, ma certamente diventa assai difficile trovare livelli di vendita nelle condizioni attuali.
Buon trading e buone feste.
Saverio Berlinzani
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Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Volatilità in ribasso sui mercatiProsegue la fase di congestione dei mercati azionari, in un contesto di calo generalizzato della volatilità. Nella seduta di ieri, il Dow e l'S&P 500 sono scesi rispettivamente dello 0,08% e dello 0,28%, in calo per il terzo giorno consecutivo. Anche il Nasdaq Composite è sceso dello 0,42% per la seconda seduta consecutiva in perdita. Otto degli 11 settori dell'S&P hanno chiuso in ribasso, trascinati dai servizi di pubblica utilità, dall'energia e dalla tecnologia.
La sensazione è che siamo di fronte ad un periodo di prese di beneficio sui listini, che sembrano aver perso, come ricordato anche ieri, momentum e impulsività al rialzo. Per quanto riguarda le notizie aziendali, Apple ha perso lo 0,7% poiché le spedizioni di iPhone in Cina sono diminuite di circa il 33% su base annua a febbraio. Al contrario, Tesla ha guadagnato il 2,9% dopo che Elon Musk ha presentato una prova di un mese della sua tecnologia Full Self-Driving per i clienti statunitensi.
VALUTE
Niente di nuovo da segnalare sul valutario, con le price action sempre nel trading range delle ultime sessioni, ancorato in 30-40 pip di oscillazioni giornaliere. Anche il UsdJpy, che sembrava decisamente più brillante, si è fermato dopo le diverse dichiarazioni dei portavoce e funzionari della BoJ che di fatto ne hanno stoppato il movimento. Siamo sempre a ridosso di 151.80 – 00, peraltro toccato questa notte, il massimo degli ultimi 34 anni, area che potrebbe rappresentare la “line in the sand” da non oltrepassare per le autorità monetarie di Tokyo. Ma proprio per sincerarsene, il mercato sta provando ad attaccare questi livelli.
Sugli altri rapporti di cambio, gli originali, non c’è molto da segnalare, con EurUsd e Cable che hanno perso lo slancio di due giorni orsono e dopo tentativi al rialzo a 1.0860 e 1.2770, sono tornati sui supporti a 1.0830 e 1.2620. Sugli oceanici ribassi di un mezzo punto percentuale per entrambe AudUsd e NzdUsd, mentre il UsdCad è rimasto stabile a ridosso di 1.3590. Franco svizzero che lentamente perde quota contro euro, con un massimo realizzato a 0.9820 mentre rispetto al dollaro, la valuta elvetica ha perso qualcosa, con UsdChf sopra 0.9040. Tutto sommato un equilibrio stabile che necessita di qualche cambiamento nelle politiche monetarie e aspetta i prossimi dati macro. Solo le divergenze di risultati tra le diverse aree potranno riportare volatilità sul forex.
AUSTRALIA
L’indice dei prezzi al consumo (CPI) in Australia si è attestato al 3,4% a febbraio, invariato rispetto agli ultimi due mesi e inferiore alle aspettative del 3,5%. Tuttavia, si tratta del livello più basso dal novembre 2021, con i prezzi dei prodotti alimentari che sono aumentati meno considerando gli ultimi 25 mesi (3,6% contro 4,4% a gennaio). Prezzi in calo per alcool, tabacco (6,1% contro 6,7%) e comunicazioni (1,7% contro 2,0%). Nel frattempo, l’inflazione è rimasta stabile per l’edilizia abitativa (al 4,6%) e la sanità (al 3,9%).
Il dato core, che esclude alimentari ed energia, è aumentato del 3,9% a febbraio, in calo rispetto al 4,1% di gennaio. L'inflazione rimane pertanto ancora di fuori dell'intervallo obiettivo della RBA del 2-3%. Dollaro australiano in leggera ripresa dopo l’uscita del dato, circa lo 0.25% di rialzo a 0.6528.
DATI USA
I nuovi ordini di beni durevoli negli Stati Uniti sono aumentati dell’1,4% su base mensile nel febbraio 2024, sopra alle aspettative del mercato che avevano previsto un aumento dell’1,1% e in seguito ad un ribasso del 6,9% rivisto a gennaio. Sono aumentati gli ordini di mezzi di trasporto (3,3% contro -18,3%), in particolare gli ordinativi di autoveicoli e componenti (1,8% contro -0,5%).
Escludendo i trasporti, i nuovi ordini sono aumentati dello 0,5%. Escludendo la difesa, sono cresciuti del 2,2%. Sul fronte dati la giornata di oggi non ci regala, presumibilmente, volatilità, con pochi dati e non in grado di spostare le price action. Alle 11.30 sono attese le minute della Bank of England, mentre nel pomeriggio l’unico dato degno di nota sarà quello relativo alle scorte di petrolio Usa.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 26.03.2024L’incertezza sull’inflazione di marzo “congela” le Borse sui massimi.
Prezzi al consume visti ancora in calo in Europa, possibili sorprese in Usa.
L’Europa, dicono i dati, e’ in una prolungata fase di ristagno economico.
Nuove schermaglie tra USA e Cina sui componenti tecnologici.
L’attesa per i dati sull’inflazione Europea di marzo e le paure innescate dal sanguinoso attacco terroristico a Mosca non hanno depresso le Borse europee ieri, 25 marzo: nella 1’ seduta di una settimana “breve” (venerdi 29 sara’ fatalmente “semi-festiva”) hanno prevalso i rialzi: Milano +0,9%, la migliore, Francoforte +0,3%, Madrid ed Amsterdam +0,1%, piatta Parigi, Londra -0,2%.
Wall Street ha chiuso debole: Dow Jones -0,4%, Nasdaq e S&P500 -0,3%. Colpite dalla vendite alcune big-tech, come Meta, Apple e Alphabet, alla notizia che la Commissione Europea ha avviato un’indagine contro le 3 aziende per presunta “non conformita’” al Digital Markets Act, (legge sui mercati digitali).
Vendite prevalenti anche su Intel, con cali sino a -3% dopo che il Financial Times riporta di nuove norme varate dalla Cina che impedirebbero l’uso di micro-chip Intel e AMD nei server e nei computer governativi. Schianto fino a -6% delle azioni di United Airlines: la Federal Aviation Administration Usa ha dichiarato che sottoporra’ la societa’ a maggiori controlli per verificarne le procedure di sicuezza.
E’ una settimana pre-Pasquale anche negli Usa, dove tra gli operatori finanziari le discussioni vertono soprattutto sui prezzi al consumo, che faticano a scendere nei primi 2 mesi 2024, sulla soprendente resilienza dell’economia, nonostante i tassi di interesse elevati, e sulla prospettiva incerta di ammorbidimento della politica monetaria della Banca centrale Usa (Federal Reserve).
Wall Street si accinge comunque a chiudere il 5’ mese consecutivo di guadagni, e nei giorni scorsi gli indici azionari USA hanno segnato massimi storici, grazie ai forti guadagni settimanali: Dow Jones +1,9%, S&P500 +2,3%, e Nasdaq +2,9%.
Banche centrali: la scorsa settimana, mentre l’ECB (Banca centrale Europea) ha lasciato intendere che preferisce stare in attesa, la Banca centrale Svizzera ha inaspettatamente “tagliato”, ed anche il Chairman della FED Powell, pur confermando i tassi vigenti, ha usato toni piu’ “dowish” (da “colomba”).
Il Presidente della Regional FED di Chicago, Austan Goolsbee, si e’ dichiarato tra i “responsabili politici” che prevedono 3 tagli dei tassi d’interesse nel 2024, ma il suo collega di Atlanta Raphael Bostic ha ribadito che se ne aspetta 1 solo (!!). Non resta che aspettare giugno, quando si attende il 1’ taglio di FED e ECB.
Inflazione europea: si attendono conferma dei cali a marzo, in diversi Paesi: mercoledì 27 marzo i dati Spagnoli, venerdì 29 quelli di Francia e Italia e anche quelli Usa riferiti all’indice PCE (Personal consumption expenditure) che, in quanto deflattore del Pil (misura l’inflazione rapportata alle spese della famiglia “tipo”) è l’indicatore preferito dalla FED nelle sue scelte di politica monetaria.
La nuova settimana vede rialzi di prezzo per molte materie prime: quello del petrolio sconta i rischi di carenza di offerta dopo i danneggiamenti di alcune raffinerie russe, mentre il cartello Opec+ non prevede cambi di strategia nelle riunione della prossima settimana. Record storico per il cacao, ad oltre 9.600 US$/tonnellata.
Stamane, 26 marzo, sul fronte macro europeo si segnala un leggero miglioramento della fiducia dei consumatori tedeschi a marzo: l’indice Gfk è salito a -27,4, da -28,8 di febbraio, facendo anche meglio delle attese di -28,0.
Il rapporto Deficit/GDP Francese nel 2023 ha raggiunto -5,5% (dati Insee, Istituto Nazionale di Statistica), peggiorando il -4,8% del 2022 e la stima governativa di -4,9%. Il peso del debito pubblico e’ pari a 110,6% del Pil, lievemente piu’ basso del 111,9% del 2022, ma molto piu’ alto delle previsioni del Governo di 109,7%.
Le Borse europee salgono di circa +0,5% a fine mattinata (ore 13.00 CET), mentre quelle asiatiche stamattina hanno chiuso contrastate: Tokyo -0,04%, attende le indicazioni sull’inflazione di marzo in Giappone, previste venerdì. Intanto lo Yen resta debole sul Dollaro Usa a151,4, e ancor piu’ sull’Euro, a 164,10.
Va detto che ieri ed oggi Giappone e Cina sono intervenuti in difesa delle valute nazionali: le Autorità giapponesi mirano a contrastare la speculazione, concetto ribadito sia Ministro delle Finanze Suzuki che dal suo vice Kanda, quelle cinesi puntano, dopo il recente calo, ad una ripresa del Yuan al livello desiderato.
Intanto e’ ripartita la corsa del Bitcoin, salito oltre 71 mila Dollari.
I listini azionari cinesi hanno chiuso in lieve rialzo: Shanghai +0,17%, Hong Kong +0,88% trainato dal recupeo del tech e da un timido recupero del sub-indice del comparto immobiliare/costruzioni, +0,38%, innescato dalle dichiarazioni del Presidente della Banca centrale Pan Gongsheng che vede sintomi di ripresa.
Il Direttrice generale del FMI (Fondo Monetario Internazionale), Kristalina Georgieva, intervendo al China Development Forum di Pechino, ha esortato il Governo cinese a intervenire a sostegno dei consumi interni: il Premier Li Qiang ha replicato che i consumi domestici sono comunque abbastanza floridi.
I future sui maggiori indici di Wall Street anticipano riaperture frazionalmente positive, +0,3% in media (ore 13.30 CET), nel giorno in cui parlera’ il Chairman della FED Jerome Powell e saranno pubblicati i dati ordini di beni durevoli di febbraio, quelli sui prezzi delle case, e quello sulla fiducia dei consumatori a marzo.
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Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
WisdomTree _ Tactical Daily Update - 22.03.2024Le maggiori Borse mondiali prolungano la fase “risk–on”.
Nuovi massimi storici per Wall Street e per Tokio, borse cinesi in stabilizzazione.
Indici PMI europei depressi anche a marzo: manufattura in difficolta’.
Intelligenza artificiale: un mega-trend di cui sentiremo parlare a lungo.
Mercoledi la Federal Reserve ha confermato che entro il 2024 taglierà i tassi 3 volte, la 1’ delle quali a giugno, per un totale di 75 bps. Cio’ ha favorito chiusure positive ieri per le Borse europee, supportate non solo dall’atteso ammorbidimento nella politica monetaria Usa ed Europea, ma anche dalla discesa dell'inflazione nel Regno Unito e dal taglio dei tassi deciso dalla Banca centrale Svizzera, da 1,75% all'1,50%.
Londra e’ stata la migliore, +1,9%, bene anche Francoforte +0,9%, senza strappi Milano, +0,1% e Parigi, +0,2%: sul listino francese ha brillato Esso France (divisione Europea di Exxonmobil attiva nella raffinazione e distribuzione di prodotti petroliferi), +24%, grazie al maxi-dividendo straordinario di 12 euro, da aggiungere ai 3 Euro “ordinari”.
Wall Street, ormai inarrestabile, anche ieri si e’ mossa al rialzo: Dow Jones +0,7%, S&P500 +0,3%, al 20’ record storico di quest’anno, Nasdaq +0,2%.
Giornata movimentata per alcune azioni della tecnologia: Apple ha perso oltre -4% perche’ colpita da un’indagine Antitrust del Dipartimento di Giustizia americano.
Debutto col botto a Wall Street per Reddit, prima Ipo di social network dopo Pinterest nel 2019: l’azione della piattaforma piu’ diffusa di forum online, collocata a 34 Dollari/azione e’ schizzata anche sopra 56.
Micron Technology ha sorpreso il mercato con l’utile netto del 4’ trimestre di 42 US$ cents, e alzato la guidance 2024. Broadcom e’ balzata di +5.6% nel giorno del suo "Al Day" nel quale il suo management si e’ detto ottimista sulla prospettiva di acquisire crescenti quote dell’esplosivo mercato delle reti Al e degli “acceleratori personalizzati”.
Ieri protagoniste, a vario titolo, numerose Banche centrali: quella Svizzera (BNS), come detto, ha abbassato i tassi, mentre il consenso se li aspettava stabili, innescando l’indebolimento del Franco svizzero, -0,7% verso Euro, a 1,024.
La Bank of England (BoE) ha lasciato i tassi invariati a 5,25% per la 5’ riunione consecutiva, pur rimarcando che il dato di marzo sull'inflazione al consumo in UK sia calatao a 3,4%, minimi dal 2021. Il Governatore Andrew Bailey conferma l’approccio prudente, e “data dependant”, attendo il consolidamento del trend positivo.
La Banca centrale di Turchia ha invece aumentato di 5 punti, da 45 a 50% il tasso di interesse di riferimento, quale ennesimo tentativo di raffreddare l’inflazione.
Il Presidente della Bundesbank e membro del board dell’ECB (Banca centrale Europea), Joachim Nagel, ha ammesso la “probabilità aumentata di taglio tassi prima della pausa estiva...ovviamente dipendera’ dai dati, questa non vuol essere una scusa ma il miglior approccio in un contesto dove l'incertezza resta alta anche a causa della guerra in Ucraina”.
Sempre la Bundesbank nel consueto rapporto periodico ritiene che l’economia tedesca restera’ probabilmente in recessione nel 1’ trimestre e, vista la debolezza dei consumi e degli ordini all’industria, l’intera 2024 si prospetta stagnante. Come nota incoraggiante, l’indice Ifo sul business climate in Germania a marzo è salito a marzo a 87,8, oltre le stime.
Sul fronte macro Usa emergono segnali contrastanti, che in media confermano la resilienza dell’economia: l’indice Pmi manifatturiero di marzo, smentendo le attese, e’ salito a 52,5 punti, dai 52,2 di febbraio: il Pmi servizi invece scende a 51,7, sotto alle stime.
Le vendite di case esistenti negli Usa a febbraio sono salite oltre le attese: +9,5% a 4,38 milioni, mentre il superindice economico (LEI-leading indicator Index), curato dal Conference Board, è aumentato a febbraio di +0,1% a 102,8 punti, facendo meglio del previsto e “cambiando segno” dopo 22 cali consecutivi.
I dati macro europei confermano invece la debole corrente dell’industria: l’indice Pmi manifatturiero dell’Euro-zona a marzo è sceso a 45,7, da 46,5 di febbraio: quello composito, invece, è salito a 49,9 da 49,2 di febbraio, ai massimi da 9 mesi, grazie al contributo dei servizi, il cui indice PMI e’ salito a 51,1 da 50,2.
Dopo l’inatteso calo delle scorte petrolifere Usa ieri il prezzo del greggio e’ sceso di circa -1%, col WTI a 81,1 Dollari/barile: sempre depresso il metano europeo, attorno a 27 Euro/MWh sulla trading venue TTF Amsterdam.
Ieri 21 marzo, giornata memorabile per l’oro, arrivato a superare per la 1’ volta i 2.200 US$/oncia, prolungando il movimento rialzista osservato da metà febbraio e favorito dalle crescenti tensioni politiche, commerciali e militari globali.
Stamane, Borse asiatiche in calo: quelle Cinesi soffrono probabilmente la debolezza del Yuan onshore, salito oltre 7,2 per USDollar, record da novembre e sintomo che le autorita’ monetarie di Pechino avallano una parziale svalutazione della valuta.
La Borsa di Tokyo ha segnato un nuovo massimo storico, grazie al +0,2% del Nikkei, a 40.883, ad una settimana dalla decisione della Banca del Giappone (BoJ) di avviare, con cautela, la normalizzazione della sua politica monetaria. Intanto accelera l'inflazione nipponica: quella al consumo (CPI “core”, al netto dei cibi freschi) +2,8%, quella “generele” +3,2%, in linea col consenso.
Borse europee “flat” a fine mattinata, leggermente positivi i future sugli indici Usa. Sulle cryptovalute prevalgono di nuovo le vendite, cali medi di -3%. (ore 13.30 CET)
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Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
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Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
Borse irriducibiliI mercati azionari globali continuano a far registrare nuovi massimi, senza soluzione di continuità, in un contesto che vede la realizzazione di nuovi record ad ogni sessione. Nelle contrattazioni di giovedì, il Dow è salito dello 0,68%, l'S&P 500 ha guadagnato lo 0,32% e il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,2%. Nove degli 11 settori S&P sono saliti, guidati da industriale, finanziario ed energetico.
Le ragioni sono da ricercare nell’ottimismo dilagante relativo allo stato di salute dell’economia americana, nonostante i tassi ai massimi degli ultimi 25 anni, unitamente alla volontà comunque di effettuare tre tagli del costo del denaro già nel 2024.
Sul fronte societario, Micron Technology è cresciuta di oltre il 14% sulla scia di un rapporto ottimistico sugli utili, mentre Apple è scesa del 4% dopo che il Dipartimento di Giustizia ha intentato una causa antitrust contro il produttore di iPhone. Nel frattempo, Reddit ha iniziato a fare trading sul NYSE dopo che la piattaforma di social media ha raccolto circa 750 milioni di dollari dalla sua IPO.
SNB TAGLIA I TASSI
La Banca nazionale svizzera, a sorpresa, ha ridotto i tassi di riferimento di 25 punti base all’1,5% nel marzo 2024, facendo registrare il primo taglio in nove anni. Una mossa non prevista, che ha fatto in modo che l’Istituto centrale elvetico, sia di fatto la prima banca centrale del primo mondo, ad allentare la politica monetaria. Il taglio arriva dopo che l'inflazione svizzera è scesa all'1,2% a febbraio, il nono mese consecutivo in cui i prezzi si sono mossi all'interno dell'intervallo target dello 0-2% della BNS, indicativo della stabilità dei prezzi.
La banca centrale ha tenuto conto della riduzione della pressione inflazionistica e dell'apprezzamento reale del franco svizzero nell'ultimo anno. I banchieri elvetici prevedono che l’inflazione rimarrà all’interno dell’intervallo di stabilità dei prezzi nei prossimi anni e la monitoreranno attentamente per garantire che rimanga all’interno di questo intervallo.
La BNS prevede un’inflazione media annua pari all’1,4% per il 2024, all’1,2% per il 2025 e all’1,1% per il 2026. Nel frattempo, la crescita economica dovrebbe rimanere modesta nei prossimi trimestri, con un tasso di crescita di circa l’1% quest’anno.
DATI USA
Il numero di persone che hanno richiesto l’indennità di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso a 210.000 nella settimana terminata il 16 marzo 2024, al di sotto delle aspettative del mercato di 215.000. Allo stesso tempo, le richieste di disoccupazione continuative sono rimaste relativamente invariate a 1.807.000 nella settimana precedente. I dati continuano a mostrare che il mercato del lavoro statunitense rimane teso, in linea con l'ultima valutazione della Federal Reserve, il che offre alla banca centrale un margine di manovra per ritardare l'inizio dei tagli dei tassi. La media mobile di quattro settimane, che rimuove la volatilità settimanale, è aumentata di 2.500 a 211.250.
Contestualmente l’indice S&P Global US Composite PMI è sceso a 52,2 nel marzo 2024, rispetto al massimo di otto mesi di febbraio pari a 52,5, secondo una stima preliminare. Tuttavia, l'ultima lettura indica ancora un solido miglioramento mensile dell'attività commerciale delle società statunitensi. Nel complesso, i nuovi ordini sono aumentati a un ritmo più lento, mentre il tasso della creazione di posti di lavoro è aumentata, segnando il tasso più rapido registrato finora nel 2024.
Sul fronte dei prezzi, l’inflazione dei costi di acquisto ha raggiunto il livello più alto in sei mesi, mentre l’inflazione dei prezzi di vendita è stata la più marcata in poco meno di un anno. Infine, la fiducia delle imprese è salita ai massimi di quasi due anni, in un contesto di segnali di ripresa dell’economia statunitense nel suo complesso.
VALUTE
Sul mercato dei cambi, mentre fino a qualche tempo fa si osservavano movimenti a bassa volatilità, perché il mantra per tutte le banche centrali era l’inflazione, mentre oggi cominciano finalmente ad emergere le differenze di tempi e modi con cui i diversi Istituti Centrali si muoveranno sui tassi di interesse, e queste differenze cominciano ad evidenziarsi anche sui prezzi, tanto è vero che il dollaro, nelle ultime ore, ha ripreso prepotentemente quota, proprio grazie al fatto che ora, si stima che la Fed sarà l’ultima banca a tagliare il costo del denaro.
Tornano quindi di moda i principali aggregati macro e non solo l’inflazione, e quindi la volatilità dovrebbe tornare anche sulle valute. L’EurUsd ha perso 100 pip da ieri tornando sui supporti chiave, a ridosso di 1.0800 e mettendo a rischio tutta la ripresa del mese di febbraio. La violazione di 1.0800, aprirebbe la strada al test almeno di 1.0690, livello di medio termine. Cable in ribasso di 180 pip da ieri con i supporti posti di medio termine non lontani a 1.2600 e 1.2530.
UsdJpy sempre a ridosso di 151.80, nel silenzio compiacente della Boj e con la possibilità anche di sfondare al rialzo. Attenzione però all’inflazione importata, di cui nessuno parla, e al fatto che stanotte i dati sul CPI giapponese, sono saliti improvvisamente al 2.8% dal 2.2% del mese precedente. Se la BoJ è preoccupata dell’inflazione derivante dall’accordo di aumento sui salari chiuso con le grandi aziende, perché non dovrebbe avere il timore di una inflazione causata da uno Jpy che sprofonda? Sugli altri cambi, come le oceaniche, ancora forza di dollaro e ritorno vicino ai supporti chiave. Se questo movimento sarà strutturale, lo vedremo presto.
TURCHIA, TASSI AL 50%
La Banca Centrale turca ha inaspettatamente aumentato il tasso di interesse di riferimento di 500 punti base, portandolo al 50%, nella riunione di marzo e ha lasciato intendere che continuerà nella propria politica monetaria restrittiva, qualora le prospettive di inflazione dovessero peggiorare ulteriormente. Il Comitato di politica monetaria ha spiegato che questo rialzo vuole essere una risposta all’inflazione, uscita recentemente superiore alle attese a febbraio, primo segnale di una inversione dei prezzi rispetto alla tendenza di fondo che sembrava aver imboccato la strada della discesa.
L’inflazione annuale è stata registrata l’ultima volta a quasi il 70% a febbraio, la più alta in 15 mesi. La decisione è anche coerente con il forte deprezzamento della lira turca, che continua a estendere il suo minimo storico. EurTry che aveva toccato quasi 36 lire per un euro, è sceso qualcosa tornando a 34.80. La banca centrale prevede che le pressioni inflazionistiche permangano prima che inizi la tendenza disinflazionistica nella seconda metà dell’anno.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Fed, tassi ancora invariatiAZIONARIO
Mercoledì i listini americani hanno guadagnato terreno dopo che la Federal Reserve ha mantenuto invariati i Fed Funds, avendo però confermato almeno 3 tagli dei tassi nel 2024 e nel 2025. L'S&P 500 ha guadagnato lo 0,7% e il Dow Jones è avanzato di oltre 300 punti, entrambi in rialzo a massimi storici, mentre il Nasdaq 100 è aumentato dell'1%. Le aspettative dei membri del FOMC mostrano un taglio totale dei tassi di 75 punti base quest'anno. Il grafico indicava anche tre tagli nel 2025, uno in meno rispetto a dicembre, nonostante una leggera revisione al rialzo dell’inflazione PCE.
Tuttavia, le forti revisioni al rialzo delle proiezioni del PIL statunitense hanno continuato a sostenere le azioni statunitensi, in linea con il rally di quest'anno e nonostante la politica restrittiva della Fed. L’attrazione verso il comparto tecnologico a grande capitalizzazione ha guidato i principali indici, con Meta, Alphabet e Apple in rialzo vicino all'1%. Inoltre, le azioni JPMorgan sono salite di quasi l'1% dopo che la più grande banca del paese ha inaspettatamente aumentato il suo dividendo del 9,5% sulla scia di profitti record.
FED
La Federal Reserve ha lasciato invariati i Fed Funds al massimo degli ultimi 23 anni tra il 5,25% e il 5,5% per la quinta riunione consecutiva, in linea con le aspettative del mercato. I politici prevedono ancora di tagliare i tassi di interesse tre volte nell’anno in corso, come era stato previsto nella riunione di dicembre scorso. Il dot plot indica anche tre riduzioni nel 2025, uno in meno rispetto a dicembre, e altre tre riduzioni nel 2026. Nel frattempo, la crescita del PIL statunitense è prevista più elevata nel 2024 (2,1% contro 1,4% nella proiezione di dicembre), nel 2025 (2% contro 1,8 %) e 2026 (2% contro 1,9%).
Le previsioni di inflazione PCE sono state mantenute invariate per il 2024 (2,4% contro 2,4%) ma sono state aumentate per il 2025 (2,2% contro 2,1%) mentre il tasso core è più alto quest'anno (2,6% contro 2,4%) mentre le previsioni sono rimaste invariate per il 2025 al 2,2%. Il tasso di disoccupazione è previsto inferiore al 4% nel 2024 (rispetto al 4,1%), ma le proiezioni sono state mantenute al 4,1% per il prossimo anno. Jerome Powell si è mostrato realista sottolineando i progressi dell’economia che tuttavia non possono essere garantiti per il 2024.
Ora i rischi sono controbilanciati e quando anche il mercato del lavoro comincerà a dare segnali di raffreddamento, sarà il momento di ridurre i tassi. La crescita dei salari si è attenuata e la Fed ha bisogno di certezze riguardo al ribasso dell’inflazione. Insomma, Powell alla fine ha ammesso che quest’anno i tassi verranno ridotti anche se gli ultimi dati su CPI e PPI potevano far cambiare idea alla Fed che invece sostiene che sono stati dati congiunturali e stagionali.
VALUTE
Crollo del dollaro dopo la Fed, in seguito alla conferma che i tagli dei tassi saranno tre nell’anno in corso. EurUsd sopra 1.0900, Cable a 1.2780 e UsdJpy che dai massimi di 151.80 ha perso 100 pips per poi stabilizzarsi in area 150.80. Mercato però che per ora non ha violato i livelli chiave posti a 1.0975 per l’euro, 1.2880 per il Cable, e con possibili correzioni per il UsdJpy con obiettivi a 149.20 area. Oceaniche in ripresa con AudUsd non lontano dai livelli cruciali di 0.6600 mentre NzdUsd deve rompere 0.6120.
Finalmente però la volatilità è aumentata con la correlazione intermarket che ritorna a fare capolino, ovvero azionario salgono con dollaro che scende. Interessanti movimenti dei cross dello Jpy che rimangono vicino a nuovi massimi per via della salita della moneta unica e delle altre (Gbp, Aud, Nzd e Cad), che più che compensano la discesa del UsdJpy. CadJpy ancora su nuovi massimi degli ultimi 16 anni a 112.25.
UK, SCENDE L’INFLAZIONE
Il tasso di inflazione del Regno Unito è sceso al 3,4% su base annua nel febbraio 2024, in calo rispetto al 4% registrato sia a gennaio che a dicembre e al di sotto delle aspettative del mercato del 3,5%. Si tratta del tasso più basso da settembre 2021, trainato dal rallentamento dell'aumento dei prezzi di alimentari e bevande analcoliche (5,0% contro 6,9% a gennaio), ristoranti e alberghi (6,0% contro 7,0%), attività ricreative e cultura (5,4% vs 5,7%) e beni e servizi vari (3,6% vs 4,5%).
D'altro canto, i costi sono scesi a un ritmo più lento sia per l'edilizia abitativa che per i servizi pubblici (-1,7% contro -2,1%) e per i trasporti (-0,1% contro -0,3%). Il tasso annuo di inflazione core, che esclude voci volatili come energia e cibo, è sceso al 4,5%, il tasso più basso da gennaio 2022 e leggermente al di sotto del consenso del mercato del 4,6%.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
C'è la Fed, tutti sull'attentiWall Street rimane vicino ai massimi, con investitori e analisti che rimangono cauti in vista della decisione di politica monetaria della Fed prevista per stasera. I servizi tecnologici e di comunicazione hanno registrato le performance peggiori, mentre energia e servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato. Le azioni di Nvidia sono scese di circa l'1,4% dopo che gli ultimi annunci alla conferenza della società non sono riusciti a impressionare gli investitori. In ribasso anche Meta (-2,4%) e Tesla (-1,3%) mentre Apple e Alphabet sono rimaste poco scambiate.
Se sull’azionario poco si è mosso, va ricordato che sui cambi, ugualmente, la volatilità resta tendenzialmente assai ridotta, con il Dollar Index che si assesta vicino ai massimi, mentre gli operatori del settore scommettono su un rinvio del taglio del costo del denaro. Importante, nella valutazione di quel che dirà la banca centrale Usa, sarà il dot plot, ovvero quello schema in cui si evidenziano le previsioni dei banchieri centrali Usa relativamente non solo ai tassi di interesse, ma alla maggior parte dei più significative aggregate macro. In tal senso, crediamo che dopo stasera, il mercato si potrà orientare meglio.
PBOC, TASSI INVARIATI
La Banca Popolare Cinese ha mantenuto invariati i tassi sui prestiti a 1 e 5 anni, come da attese. Il tasso primario sui prestiti a un anno (LPR), il punto di riferimento per la maggior parte dei prestiti alle imprese e alle famiglie, è stato mantenuto al 3,45%. Nel frattempo, il tasso a cinque anni, legati ai mutui immobiliari, è stato mantenuto al 3,95% dopo la più grande riduzione mai vista di 25 punti base a febbraio. Entrambi i tassi sono ai minimi storici, poiché la banca centrale cerca di far ripartire l’economia di fronte alla crisi del settore immobiliare e ai livelli minimi della fiducia dei consumatori.
La mossa di mercoledì è arrivata dopo che le autorità monetarie hanno lasciato i tassi sui prestiti a medio termine la scorsa settimana e hanno drenato liquidità dal sistema bancario per la prima volta da novembre 2022 a causa delle preoccupazioni che troppa liquidità all’interno del sistema potesse non confluire nell’economia reale. Recentemente, la PBoC ha segnalato che c'è spazio per ulteriori tagli al RRR delle banche, ovvero alla riserva obbligatoria che le banche devono detenere nel sistema centrale.
CANADA, CALA L’INFLAZIONE
Rallenta l’inflazione nel paese nordamericano, con un +2.8% a febbraio 2024 dal 2,9% di gennaio 2024, segnando il livello più basso dal giugno 2023. Il risultato contrasta anche con le aspettative che erano per un incremento del 3,1%. Il tutto a questo punto, aumenta le probabilità che la BoC, possa cominciare a ridurre il costo del denaro nella seconda metà dell'anno. In sensibile calo il costo per i servizi cellulari (-26,5%) e per i servizi di accesso ad Internet (-13,2%).
Nel frattempo, l'inflazione si è raffreddata per i prodotti alimentari (3,3% contro 3,9% nel mese precedente) grazie al calo dei prezzi dei generi alimentari. I prezzi della benzina invece, sono rimbalzati (0,8% contro -4%) in un contesto di elevati costi globali del greggio dovuti alla prevista estensione dei tagli alla produzione. Inoltre, l’aumento dei rendimenti obbligazionari ha fatto lievitare i tassi ipotecari e i prezzi degli alloggi (6,5% contro 6,2%). Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% a febbraio, dopo una variazione pari a zero nel periodo precedente.
USA, MERCATO IMMOBILIARE IN CRESCITA
I nuovi cantieri, negli Stati Uniti, sono aumentati del 10,7% su base mensile, a febbraio, con un tasso di crescita di 1,521 milioni su base annua, dopo essere diminuiti del 12,3% a gennaio e aver battuto le previsioni di 1,425 milioni, in un contesto di persistente carenza di offerta. La costruzione di case unifamiliari è balzata dell'11,6% a 1.129 milioni, quella delle unità in edifici con cinque unità è aumentata dell'8,6% a 377mila. Mercato immobiliare quindi che tiene nonostante i mutui sui tassi siano ancora intorno al 7%.
GERMANIA, ZEW IN NETTA RIPRESA
L’indicatore ZEW che misura il sentiment del settore istituzionale tedesco è aumentato per l’ottavo mese consecutivo a +31,7 nel marzo 2024, raggiungendo il livello più alto da febbraio 2022 e superando le aspettative del mercato di +20,5. Migliora quindi l’outlook per la più grande economia europea, guidato dall'anticipazione di potenziali tagli dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea nei prossimi sei mesi, il che spiega le prospettive più ottimistiche per il settore delle costruzioni.
Inoltre, il settore dell’export ha beneficiato delle migliorate aspettative economiche in Cina e del previsto deprezzamento del dollaro rispetto all’euro. La valutazione della situazione economica in Germania è invece rimasta a un livello molto basso, con il relativo indicatore è aumentato di soli 1,2 punti a -80,5.
VALUTE
Si rafforza ancora il dollaro, soprattutto contro Jpy, con il raggiungimento di quota 151.50, e una salita di quasi 600 pip in 6 sedute. La BoJ non sembra voler intervenire e anzi sembra assolutamente bisognosa di uno Jpy ancora debole, in un contesto in cui il rialzo del costo del denaro e l’abbandono del Qqe, sono apparsi come meri interventi di facciata, con la conseguenza che i mercati non hanno creduto all’autorità monetaria e hanno continuato a vendere asset denominati in Jpy.
Tra l’altro non si capisce perché da un lato la BoJ sia preoccupata delle conseguenze dell’aumento dei salari sull’inflazione, e al contempo non lo sia della perdita di valore della divisa, che comunque è causa di inflazione importata in ragione di maggiori oneri per pagare le materie prime. I possibili target sono ora visti in area 152.00 ove i precedenti vertici della BoJ, con Kuroda a capo della banca centrale, erano intervenuti negli ultimi due anni.
Poco da segnalare sulle altre valute con l’EurUsd che rimane in un contesto di trading range tra 1.0840 e 1.0910 così come il Cable sembra stabile tra 1.2670 e 1.2760. Cross stabili tranne ovviamente tutti quelli contro Jpy che si rivalutano e raggiungono livelli vicino ai massimi degli ultimi 16 anni come l’EurJpy. Senza la Boj non si scende, almeno per ora. Intanto l’attesa per ascoltare Jerome Powell è spasmodica. Vedremo se riuscirà a schiodare il mercato valutario dall’apatia attuale.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 19.03.2024La Bank of Japan alza i tassi di 0,1%, chiudendo 17 anni di interessi sotto 0.
Sorprendente dato tedesco Zew: a marzo torna l’ottimismo sulle prospettive.
Oggi si riunisce la Federal Reserve: nessuna novita’ prevista sui tassi.
Dai vertici EU e dall’ECB monito congiunto sui debiti pubblici dei 27 Paesi.
Ieri, 18 marzo, le Borse europee, sono rimaste quasi immobili, alla chiusura della 1’ seduta di una settimana incentrata sulle decisioni e le comunicazioni delle Banche centrali.
Milano ha chiuso in pareggio, ma nel corso della seduta ha superato 34 mila punti dell’indice Ftse Mib, toccando i massimi dal 2008: invariata anche Francoforte, e Madrid: progressi minimi, +0,2% per Amsterdam, e piccole limature per Londra, -0,1%, e Parigi, -0,2%. Positiva, senza strappi, Wall Street: Dow Jones +0,2%, Nasdaq +0,8% e S&P500 +0,6%.
Negli Usa e’ tornato l’interesse per i titoli tech: Alphabet e Apple hanno “strappato al rialzo” alla notizia che sarebbero in trattativa per dotare gli iPhone di applicazioni di intelligenza artificiale sviluppate dalla Divisione Gemini di Google. Ben comprate anche Nvidia, alla vigilia della conferenza sull’intelligenza artificiale e Tesla, che ha aumentato di 1.000 US$ il prezzo del Model Y negli Usa.
Stamane, martedì 19 la Bank of Japan, ha chiuso una lunga fase, durata 17 anni di tassi negativi, e ha deciso un piccolo aumento, +0,1%, del costo del denaro.
Domani, mercoledì 20, tocchera’ alla Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED), che li lascera’ invariati, ma fornira’ indicazioni sulle mosse future. La prossima settimana sara’ la volta della BCE (ECB-Banca centrale Europea).
La scorsa settimana, i dati più alti delle previsioni sull’inflazione hanno spinto in avanti le previsioni sulla data del 1’ taglio dei tassi d’interesse: secondo il FedWatch Tool del Cme Group, c’è il 53% di possibilità di un taglio alla riunione di giugno ed un taglio cumulato nel 2024 di massimo -0,75%, meta’ di quanto previsto solo 3 mesi fa.
Il quadro macro globale e’ articolato, e non univocamente orientato alla crescita: nel corso di questa settimana saranno da seguire con attenzione gli indicatori Pmi (Purchasing managers Index) sull’attività economica a marzo nell’euro Zona.
Intanto ieri abbiamo avuto conferma del calo dell’inflazione nell’area-Euro a febbraio: a 2,6% da 2,8% (a febbraio 2023 a 8,5% annuale). In Cina la produzione industriale di febbraio, +7% annuale, ha sorpreso positivamente, mentre le vendite al dettaglio di gennaio-febbraio, +5,5%, hanno un po’ deluso.
Il rinvio del tanto atteso momento del 1’ taglio dei tassi in Usa sta creando una spinta rialzista ai rendimenti dei Treasury, tornati vicini ai massimi dell’anno, con quello del decennale al 4,34% al closing di ieri.
Come gia’ citato, la Banca centrale del Giappone (BoJ) ha alzato il suo tasso di interesse di riferimento (“repo rate”) di +0,1%, ad un intervallo ora compreso tra 0,0 e 0,1%, chiudendo la lunga stagione di tassi di interesse negativi intrapresa 17 anni per supportare la crescita economica con la “leva monetaria”.
La Banca centrale Giapponese ha anche annunciato il progressivo abbandono del meccanismo di controllo dei rendimenti, attivato nel 2016 e lo stop agli acquisti sul mercato aperto di asset rischiosi, anche per il tramite di Etf azionari.
Sul mercato valutario sorprende l’indebolimento di stamane, 19 marzo, dello Yen, sintomo che il mercato da’ piu’ peso ai toni ’dovish’ del Governatore della BoJ che al piccolo aumento del costo del denaro: Euro/Yen a 163,1, da 162,2 di ieri,e Dollaro/yen a 150,2, da 149,2. Il cross Euro/Dollaro Usa e’ stabile a 1,085. Nuovo ampio calo, attorno a -5,0% per Bitcoin, sceso a 64.340 Dollari.
Dopo un’apertura incerta, questa mattina i mercati azionari europei, salgono in media +0,4% alle 13.00 CET, avedno ripreso vigore dopo l’inatteso balzo dell’indice Zew in Germania a 31,7 contro 19,9 di febbraio e 20,5 previsto: lo Zew misura l’ottimismo sulla situazione economica presente e prospettica di una platea intervistata di circa 300 operatori qualificati.
E’ degno di attenzione il fatto che il Presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, in una lettera al Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, richiami al fatto che "l'Unione bancaria deve ancora essere completata" e in questo contesto sottolinei “la necessità di finalizzare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) attraverso la ratifica del Trattato in tutti gli Stati membri".
Sembra un chiaro richiamo a ripristinare i parametri di stabilita’ dei conti pubblici dei 27 Paesi membri e a prevenire eventuali attacchi speculativi e/o figli della sfiducia verso il debito pubblico dei Paesi piu’ indebitati. Gli fa eco il vicepresidente dell’ECB Luis de Guindos affermando che "i mercati in questo momento sono tranquilli, ma non possiamo dare per scontato che restino così".
Ancora De Guindo: "I livelli di debito e deficit sono aumentati, e a settembre i Paesi dovranno presentare programmi di aggiustamento con la necessaria riduzione dei livelli di debito molto elevati", pur osservando il "calo impressionante" dei premi al rischio (spread) per Paesi come Grecia, Portogallo, Italia e, in misura minore, Spagna".
ll prezzo del petrolio, dopo la risalita dei giorni scorsi, stamattina perde frazionalmente: quello del Wti (greggio di riferimento Usa) secnde -0,3% a 81,9 Dollari/barile (-0,26%). In rialzo quello del gas naturale europeo: +1,9% a 29,4 Euro/MWh.
Quadro misto sulle Borse asiatiche stamattina: a Tokyo il Nikkei, +0,66%, supera i 40.000 punti dopo il picccolo rialzo del costo denaro della BoJ. Shanghai ha chiuso a -0,72%, Shenzhen a -0,43%, ai minimi di seduta.
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Azionari in distribuzione o ennesima fintaI mercati azionari venerdì scorso, nel giorno delle tre streghe (che ricorre ogni terzo venerdì del mese finale di ogni trimestre, e nel quale scadono futures su undici azionari, futures su opzioni e future su singoli titoli azionari), hanno chiuso in ribasso, con l’S&P 500 che ha perso lo 0,6%, il Nasdaq l’1% e il Dow Jones circa lo 0.50%. La sessione è stata volatile, caratterizzata da una significativa scadenza di opzioni e da un sell off sul comparto tecnologico, con gli investitori in attesa della decisione della Federal Reserve questa settimana.
I dati recenti hanno evidenziato prezzi al consumo e prezzi alla produzione al di sopra del consensus, numeri che hanno portato a ipotizzare che i tagli dei tassi di interesse potrebbero essere rinviati oltre il mese di giugno, che era la scadenza, alla quale la maggior parte di investitori e analisti avevano fatto riferimento per una riduzione del costo del denaro.
Tra i titoli azionari, segnaliamo Microsoft (-2%), Apple (-0,2%), Amazon (-2,4%) e Alphabet (-1,5%). Nvidia ha chiuso leggermente in ribasso dopo aver perso il 3,2% giovedì. Adobe è crollata del 13,6% dopo che le previsioni sui ricavi trimestrali sono state deludenti. Su base settimanale, va ricordato che comunque i tre indici sono rimasti intorno allo zero con l'S&P 500 e il Dow Jones che hanno guadagnato lo 0,3% e lo 0,2% mentre il Nasdaq ha perso lo 0,1%.
Attenzione perché la settimana è densa di appuntamenti chiave come le decisioni sulla politica monetaria da parte della BoJ, Fed, BoE, PBoC, SNB ed RBA in cima alla lista delle priorità.
DATI DELLA SETTIMANA ENTRANTE
L’ottava entrata è assai importante per tante ragioni a cominciare dalla decisione della Fed mercoledì sera, con le previsioni economiche del FOMC. Il consensus vede una banca centrale americana ancora guardinga, con tassi di interesse invariati per la quinta riunione consecutiva, in un contesto di mercato del lavoro ancora forte e di un graduale rallentamento delle pressioni inflazionistiche.
Gli investitori esamineranno attentamente le previsioni economiche del FOMC e le proiezioni del cosiddetto "dot plot" per ottenere ulteriori indizi sulla potenziale tempistica di un prossimo eventuale taglio del costo del denaro. soprattutto dopo che i dati CPI e PPI più alti del previsto di questa settimana hanno spinto gli operatori a modificare le proprie aspettative. Vi sono poi i dati sui PMI di marzo, che dovrebbero segnalare un leggero rallentamento della crescita del settore manifatturiero, dopo che a febbraio è stata registrata l'espansione più forte da luglio 2022.
Nel frattempo, vi sono altri dati importanti in arrivo, il sentiment dei costruttori di case e l'indice manifatturiero della Fed di Filadelfia. Per quel che riguarda altri dati provenienti dal continente nordamericano, segnaliamo i dati sul tasso di inflazione, sul commercio al dettaglio e sui nuovi prezzi delle case riferiti al Canada.
Tornando dalle nostre parti, segnaliamo la decisione della BoE giovedì prossimo, con la Banca d'Inghilterra che dovrebbe mantenere i tassi stabili al 5,25%, mentre è previsto un taglio dei tassi ad agosto. L'inflazione principale di febbraio è probabilmente aumentata dello 0,7% su base mensile, determinando un rallentamento su base annua al 3,6%, il livello più basso da settembre 2021.
I trader attendono anche dati sui PMI globali di S&P, fiducia dei consumatori GfK, prezzi alla produzione, commercio al dettaglio, indebitamento netto del settore pubblico e ordini alle fabbriche CBI. Inoltre, le banche centrali di Svizzera, Norvegia e Turchia decideranno sui tassi di interesse. Si prevede che gli indici PMI globali indicheranno una stabilizzazione dell’attività commerciale in Eurozona a marzo, con una minore contrazione del settore manifatturiero e un’espansione dei servizi. Tuttavia, Germania e Francia sono ancora destinate a mostrare una contrazione.
BOJ E PBOC
In Giappone, si prevede che la BoJ metterà fine alla sua politica di tassi di interesse negativi dopo che il lavoro annuale ha portato le principali aziende ad accettare forti aumenti salariali. I trader monitoreranno inoltre da vicino i dati sull’inflazione, i PMI flash, le esportazioni e le importazioni, l’indice Reuters Tankan e i dati finali sulla produzione industriale.
Nel frattempo, in Cina, la Banca Popolare Cinese dovrebbe mantenere invariati i tassi di riferimento sui prestiti a 1 e 5 anni. Nella notte sono usciti i dati sulla produzione industriale, aumentata del 7% anno su anno, al di sopra delle previsioni del 5% e più alto del dato precedente di dicembre (+6.8%): Si tratta dell’aumento più consistente degli ultimi due anni. Anche le vendite al dettaglio sono cresciute del 5.5% superando il consensus del 5.2% e indicando che il paese ha avviato la strada della ripresa economica.
VALUTE
Sul fronte cambi ancora sedute poco volatili e in trading range, in attesa di qualche innesco che possa modificarne le price action. Le decisioni delle banche centrali in molte aree, questa settimana, dovrebbero e potrebbero scatenare la volatilità di breve di alcuni tassi di cambio, ma solo se le dichiarazioni dei banchieri centrali andassero in direzioni differenti, altrimenti molto probabilmente la stabilità dei prezzi nel mercato dei cambi sarebbe garantita anche in questa ottava.
EurUsd che sembra essere ancorato nella fascia di oscillazione compresa tra 1.0870 e 1.0930 senza grandi slanci anche se non è da escludere un ribasso fino a 1.0800, supporto di medio termine. Sul Cable medesima price action con i livelli di 1.2670 e 1.2630 a fare da livelli chiave da non violare per mantenere un view rialzista di medio termine.
UsdJpy tornato sopra 149.00 dopo che è chiaro al mercato che la BoJ abbandonerà il QQE senza però alzare il costo del denaro. Non si deve escludere neppure il test di 150.60 a questo punto, seguito da 151.80 00.
UsdChf che rimane reciproco di EurUsd in questa fase, tra 0.8725 e 0.8890 trading range, con EurChf stabile sopra 0.9600 ma sotto la resistenza chiave di 0.9700. UsdCad, infine, che è tornato sopra 1.3500 con possibili target in area 1.3600-10.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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Torna il mantra “good news are bad news”?AZIONARIO
Dati americani contrastanti, hanno reso la giornata di ieri decisamente interessante, e non solo nel comparto equity. Gli indici azionari hanno iniziato una correzione al ribasso dopo che il mercato ha interpretato i dati come estremamente positivi, nella parte dei prezzi alla produzione e nonostante le vendite al dettaglio siano uscite peggiori del consensus.
Si è trattato del ritorno del mantra che avevamo imparato a conoscere nel 2022, ovvero “good news are bad news”, cioè buone notizie sul fronte macro fanno scendere le borse e salire il dollaro come valuta rifugio. E così, dopo un inizio di seduta ancora al rialzo, i tre indici principali Usa hanno cominciato a perdere quota chiudendo in rosso, dopo che i dati economici chiave hanno supportato la recente cautela dimostrata dalla Fed e l’idea di posticipare il taglio del costo del denaro.
Sul fronte aziendale, Nvidia ha perso circa il 2,9% e Tesla è scesa dell'1,6% dopo che un analista di Wells Fargo ha affermato che quest'anno ci sarà una crescita zero nei volumi di vendita per il produttore di veicoli elettrici. D'altro canto, Microsoft ha guadagnato il 2% e Apple lo 0,8%. Sul fronte degli utili, Adobe ha tagliato i guadagni anticipati prima della pubblicazione degli utili.
VALUTE
Sul fronte cambi, abbiamo finalmente assistito ad un movimento degno di questo nome, con il dollaro in deciso recupero contro quasi tutte le valute, anche contro lo Jpy, che si era distinto invece, ad inizio giornata, in un recupero dovuto alle dichiarazioni della BoJ, che ha affermato, tramite un suo portavoce, di voler uscire nella prossima riunione della settimana prossima dall’espansione monetaria che dura da più di 10 anni, il QQE. UsdJpy che dopo avere fatto registrare un minimo di giornata a 147.42, è balzato in poco più di 6 ore fino a 148.35. E non è detto che l’uscita dall’espansione monetaria sarà il viatico per la grande salita dello Jpy che molti auspicano.
EurUsd che, d’altro canto, ha violato 1.0900 ed è sceso come il Cable che ha sfondato quota 1.2800 ed è andato al test di 1.2731, dove si trova mentre scriviamo. Tecnicamente, su base daily, sembra di essere solo all’inizio di un movimento pro-dollaro, che però deve violare alcune resistenze chiave per accelerare in modo significativo e tali livelli sono a circa 40-50 pip dai livelli attuali per i tre cambi analizzati. Anche sulle oceaniche è iniziata una correzione ma occorrono conferme in tal senso e oggi con i dati in uscita, potremmo averne qualcuna.
VENDITE AL DETTAGLIO USA
Le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,6% su base mensile nel febbraio 2024, dopo un calo dell’1,1% rivisto al rialzo a gennaio e al di sotto delle previsioni di mercato che erano per un aumento dello 0,8%. Si tratta di una ripresa inferiore alle previsioni, che dovrebbe proseguire nel medio termine, e sfociare in un rallentamento più importante della spesa per i consumi. Gli incrementi maggiori si sono registrati nelle vendite nei settori dei materiali edili, e in quello automobilistico. Gli effetti dei tassi alti, comunque, cominciano a far sentire i loro effetti anche sulla parte finale della filiera della produzione.
PREZZI ALLA PRODUZIONE USA
L’indice dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti è invece aumentato dello 0,6% su base mensile nel febbraio 2024, evidenziando l’incremento maggiore dall’agosto 2023 e superando le aspettative del mercato di un aumento dello 0,3%. I prezzi dei beni sono aumentati dell'1,2%, il massimo in sei mesi, principalmente guidati da un aumento del 4,4% dei costi energetici e da un aumento dell'1,0% dei prezzi dei prodotti alimentari.
Il dato core, esclusi alimentari ed energia, è aumentato dello 0,3%, in rallentamento rispetto all’aumento dello 0,5% osservato a gennaio ma sopra al consenso dello 0,2%. Su base annua, l'inflazione dei prezzi alla produzione è accelerata all'1,6% dallo 0,9% di gennaio, superando facilmente le previsioni dell'1,1%.
MERCATO DEL LAVORO
I Jobless Claims, ovvero coloro che richiedono il sussidio di disoccupazione sono scesi di 1.000 unità a 209.000 nella settimana terminata l’8 marzo 2024, al di sotto delle aspettative del mercato di 218.000. Il livello della settimana precedente è stato rivisto al ribasso di 7.000, da 217.000 a 210.000. Le richieste di sussidi di disoccupazione continuative sono aumentate invece da 17.000 a 1.811.000 nella settimana precedente, rispetto alle aspettative del mercato di 1.900.000. La media mobile di 4 settimane è stata di 208.000, in calo di 500 rispetto alla media rivista della settimana precedente. La media della settimana precedente è stata rivista al ribasso di 3.750, da 212.250 a 208.500.
DATI DI OGGI
Termina così un’altra ottava, che è stata caratterizzata comunque da movimenti ridotti, e da price action nei trading range delle ultime settimane. Oggi chiudiamo in bellezza con tutta una serie di dati rilevanti, tra cui i dati finali sull’inflazione francese e italiana, a cui seguiranno le vendite al dettaglio nel nostro paese.
Nel pomeriggio, dati dagli Usa, quali prezzi alle importazioni ed esportazioni, con la produzione industriale e manifatturiera, unitamente agli aggregati redatti dall’Università del Michigan. Market movers che potrebbero dare un poco di volatilità ad un mercato che però aspetta ben altro per muoversi veramente.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
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Venti di equità crescentiNello spazio delle equità, una delle caratteristiche più importanti di questo ciclo è stata il grado di costernazione per la stretta ampiezza di mercato. In altre parole, i guadagni che abbiamo visto, soprattutto quelli fatti nel 2023, sono arrivati grazie a un notevole rally in un piccolo numero di componenti dell'indice - un gruppo che ora conosciamo tutti come i 'magnifici sette'.
Tuttavia, ci sono segni che emergono che suggeriscono che questa dinamica potrebbe essere, lentamente ma sicuramente, iniziare a cambiare, fornendo un contesto sempre più favorevole per le azioni in generale.
Uno dei segni più evidenti di questo può essere trovato guardando l'indice S&P 500 con pesi uguali; semplicemente, un indice che contiene gli stessi 503 componenti del tradizionale S&P 500, ma assegna a ciascuno lo stesso peso, anziché pesare i membri dell'indice in base alla loro capitalizzazione di mercato. La scorsa settimana, l'indice S&P 500 con pesi uguali ha esteso i recenti guadagni, raggiungendo un nuovo record di chiusura per la prima volta in oltre due anni, superando il precedente massimo storico stabilito nel gennaio 2022.
Segni simili di ampliamento dei guadagni di equità sono evidenti anche altrove.
Le azioni dei 'magnifici sette', ad esempio, non stanno più tutte salendo in modo indiscriminato con una correlazione quasi perfetta l'una con l'altra, con sviluppi specifici di azioni o settori che sembrano avere un impatto molto maggiore quest'anno rispetto allo scorso. Tesla, ad esempio, è scesa di circa il 30% dall'inizio dell'anno a causa delle preoccupazioni per la domanda in calo di veicoli elettrici, mentre Apple è anche scesa notevolmente dall'inizio dell'anno, principalmente a causa del deterioramento delle prospettive di vendita in Cina.
Nel frattempo, Nvidia ha continuato a superare le aspettative, poiché il gioco delle 'picks and shovels' nell'ambito della frenesia dell'AI in corso persiste, mentre Meta ha continuato a salire in modo significativo grazie ai prosperi ricavi pubblicitari.
Tutto questo indica un grado di frenesia speculativa notevolmente inferiore rispetto a quanto alcuni temevano potesse essere iniziato lo scorso anno. Il fatto che i fondamentali continuino a contare e influenzare il prezzo di ciascuno di questi giganti suggerisce che il trading è di natura molto più ponderata rispetto alla modalità 'compra ogni azione delle MAG 7' che sembrava dominante nelle menti dei partecipanti al mercato lo scorso anno. La mancanza di una mania speculativa suggerisce che i rischi di una 'bolla' siano relativamente bassi e che probabilmente ci sia spazio per ulteriori rialzi nel medio termine.
Uno sguardo più ampio al mercato suggerisce qualcosa di simile. Tornando all'idea di ampiezza, poiché il rally si è allargato nei mesi recenti, poco meno del 30% dei componenti dello S&P 500 hanno toccato un massimo storico quest'anno, anche se il settore industriale è l'unico in cui la maggioranza dei membri ha raggiunto questo traguardo. Tuttavia, ciò non solo suggerisce un rally che sta prendendo piede, ma suggerisce anche uno che probabilmente ha ancora margine per salire, con abbondante spazio per altre azioni che partecipino anche ai guadagni.
Inoltre, ci sono diversi altri fattori di supporto per il rischio.
Naturalmente, uno di questi rimane il contesto politico, con le banche centrali del G10 pronte a intraprendere un "estate di facilitazione" poiché l'inflazione rimane in linea con il ritorno al 2%, con tagli dei tassi che coincideranno con la fine dei programmi di stringency quantitativa, portando così a un ulteriore aumento della liquidità man mano che l'anno procede. Naturalmente, i responsabili politici saranno in grado di fornire ulteriori sostegni mirati nel caso in cui specifiche aree dell'economia dovessero incontrare problemi specifici. In altre parole, il "put" della banca centrale è tornato, dando agli investitori maggiore fiducia nell'aumentare l'esposizione al rischio.
Inoltre, il contesto di crescita, in particolare negli Stati Uniti, sembra destinato a rimanere favorevole, con i dati economici in arrivo che continuano a indicare una resilienza in tutta l'economia, e con le aspettative di crescita reale del PIL continuamente riviste al rialzo, il che dovrebbe sostenere ulteriormente la crescita degli utili man mano che l'anno avanza.
In sintesi, quindi, rimane difficile in questo momento costruire un convincente scenario ribassista, con gli interni del mercato azionario che indicano il potenziale per ulteriori guadagni, il contesto politico che rimane di supporto e un contesto economico in miglioramento che probabilmente fornirà ulteriori venti in poppa.
Azioni in Caduta con NVIDIA buone notizie dal Mercato del LavoroA Wall Street si dice:
"Sii avido quando gli altri sono spaventati, e spaventato quando gli altri sono avidi"
Warren Buffet
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Cari lettori di Marco Bernasconi Trading,
Venerdì scorso, il mercato è stato testimone di una pausa improvvisa nell'inarrestabile corsa del titanio dell'intelligenza artificiale, NVIDIA (NVDA), che ha contribuito a una giornata e una settimana negative per le azioni.
NVDA ha registrato una perdita del 5,6% durante la sessione, chiudendo a circa 875 dollari, un giorno dopo aver superato la soglia dei 900 dollari per la prima volta. Nonostante ciò, il titolo è ancora cresciuto di oltre il 6% durante la settimana.
Ma il NASDAQ ha mostrato una performance diversa. Pur avvicinandosi ai nuovi massimi, l'indice ha registrato un calo dell'1,16% (circa 188 punti) a 16.085,11 durante la sessione, con una chiusura settimanale in ribasso dell'1,2%. Tuttavia, tutto sommato, la situazione non è stata così negativa.
Nonostante la perdita di NVDA, altri titoli come Apple (AAPL) e Alphabet (GOOGL) hanno attratto flussi di denaro, offrendo un certo sostegno al NASDAQ e impedendo un crollo più significativo. Vale la pena notare che AAPL ha interrotto una serie di sette giorni di calo registrando un aumento dell'1%.
Nel corso della settimana, l'S&P ha registrato un calo dello 0,65%, scendendo a 5123,69, mentre il Dow ha segnato un declino dello 0,18% (circa 68 punti), chiudendo a 38.722,69. Questi indici hanno registrato perdite rispettivamente dello 0,3% e dello 0,9% nel corso della settimana.
Nonostante le perdite consecutive del Dow, è interessante notare che questa è solo la terza settimana perdente nelle ultime 19 per il NASDAQ e l'S&P.
Venerdì, l'attenzione principale è stata focalizzata sul rapporto sui libri paga del settore non agricolo, che ha rivelato l'aggiunta di 275.000 posti di lavoro nel mese di febbraio. Sebbene superiore alle aspettative di circa 200.000, questo dato è stato meno sorprendente rispetto all'eccedenza di gennaio di circa 170.000. Inoltre, il mercato ha reagito positivamente al fatto che il tasso di disoccupazione sia salito dal 3,7% al 3,9%.
Tuttavia, l'entusiasmo iniziale è stato temperato da un sentimento di incertezza, poiché i mercati riflettono sulle implicazioni a lungo termine di questi dati economici positivi, in particolare riguardo alla politica della Fed sui tassi di interesse.
La prossima settimana, l'inflazione tornerà al centro dell'attenzione con la pubblicazione dell'IPC martedì e del PPI giovedì, seguiti dalle vendite al dettaglio. Questi dati saranno fondamentali in vista della prossima riunione della Fed prevista per il 19-20 marzo.
Rubrica "Selezione di Titoli Vincenti"
In questa sezione della mia analisi, vorrei mettere in evidenza alcuni titoli interessanti che ritengo possano catturare l'attenzione dei miei lettori. So che chi consulta le mie analisi è costantemente alla ricerca del titolo giusto, e quelli che condividerò in questa sezione sono sicuramente delle valide opzioni.
Tuttavia, è essenziale sottolineare che semplicemente leggere i nomi dei titoli e procedere all'acquisto senza una strategia ben definita può essere rischioso. Anche se fornirò indicazioni di grande valore, la corretta implementazione di una strategia è fondamentale per garantire che l'acquisto sia efficace e non comporti perdite o risultati controproducenti.
Quindi, tenendo presente questo importante consiglio, ecco i titoli che presento oggi in questa nuova rubrica “Selezione di Titoli Vincenti".
Restate sintonizzati per ulteriori dettagli sui titoli interessanti da considerare:
Orion Group Holdings (ORN)
Recursion Pharmaceuticals (RXRX)
Continuate a seguirmi per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato. La conoscenza e la strategia sono le chiavi per il successo nel mondo degli investimenti.
Rubrica "L'angolo di Warren Buffet conosciuto come l'oracolo di Omaha"
Venerdì è stato un giorno ricco di sviluppi sul fronte del mercato, con la grande inversione di tendenza in NVDA che ha attirato l'attenzione. Nonostante ciò, le vendite negli indici non sono state così marcate come ci si sarebbe aspettati. Questo suggerisce una forza di fondo persistente che potrebbe aver sottovalutato l'attuale atmosfera di mercato.
Nonostante la flessione delle azioni, lo S&P ha registrato una perdita moderata dello 0,65%, mentre il Nasdaq ha mostrato una diminuzione più significativa dell'1,53%.
L'andamento di NVDA è stato particolarmente osservato, con il titolo che ha toccato i $974 prima di invertire la rotta. La discesa verso i $950 ha segnato una possibile inversione di tendenza, portando il prezzo a crollare fino a $910, per poi rimbalzare a $880 e successivamente a $865.
Questa settimana rappresenta la nona settimana verde consecutiva per NVDA, nonostante l'inversione odierna. La prossima settimana, un rimbalzo verso l'area dei $920 sarebbe auspicabile; in caso contrario, un ritorno sotto i $900 potrebbe offrire opportunità short fino alla media mobile a 21 giorni, attualmente a $780.
In un contesto tecnico ideale, il prezzo potrebbe testare il supporto a $660, corrispondente al 50° giorno. Questo livello rappresenta l'estensione del 161,8% di un potenziale ritracciamento di Fibonacci del 61,8%, calcolato dai minimi di 2/29 ai massimi di oggi. Oggi abbiamo osservato un supporto a metà strada.
Tuttavia, è possibile che il mercato non sia così dipendente da NVDA come in passato ipotizzato. Bitcoin ha mantenuto una buona resistenza e le azioni a piccola capitalizzazione hanno mostrato una solida performance per l'intera giornata. Anche il settore solare e immobiliare ha dimostrato di essere un punto di forza.
Concentriamo la nostra attenzione su due punti chiave: lo S&P e il Nasdaq.
SPX
Nonostante i nuovi massimi toccati a 5189, osserviamo una grande barra rossa sul grafico giornaliero. Potremmo assistere a un ritiro sotto il punto 5100, ma ciò diventa significativo solo con una rottura del livello 5050. In quel caso, entreremmo nuovamente nel canale rialzista che si estende dai minimi di ottobre 2022, con la possibilità di rompere al ribasso la media mobile a 21 giorni. Da lì, potremmo ritrovarci a 4925, il punto di riferimento della media mobile a 50 giorni. Senza ritracciamenti significativi dai minimi di ottobre 2023, il grafico suggerisce un rischio considerevole di calo, con un'area di acquisto potenziale tra 4500 e 4650.
Nasdaq
Analizzando il grafico dei futures del Nasdaq, osserviamo un mercato più ristretto, con il Nasdaq che non è riuscito a superare in modo significativo i massimi recenti. Sebbene il massimo odierno sia stato di 18.436, ci troviamo a oltre 400 punti da quel livello, portando l'NQ a chiudere la terza settimana rossa dell'anno. La rottura della media mobile a 21 giorni, prevista per la prossima settimana a 17.960, potrebbe spingere rapidamente il prezzo verso il livello di 17.500, corrispondente alla media mobile a 50 giorni. Anche qui, come nell'SPX, un ampio ritracciamento è possibile, con un'area di acquisto ipotizzabile tra 15800 e 16300.
PFN
Oltre alla frenetica azione dei mercati, non possiamo trascurare l'importanza dei dati sull'occupazione!
Sebbene il tasso di disoccupazione sia salito al 3,9% dal 3,7%, le buste paga sono state superiori alle attese, con un incremento di 275.000 rispetto ai previsti 200.000. Tuttavia, è importante notare che il mese precedente è stato revisionato al ribasso. Anche se i dati sulle buste paga sono stati positivi, il mercato ha reagito favorevolmente poiché il rapporto ha rivelato alcune vulnerabilità nel mercato del lavoro, con un aumento del tasso di disoccupazione, revisioni al ribasso e salari inferiori alle aspettative.
Dopo il rapporto, i futures della Fed indicano una maggiore probabilità di tagliare i tassi nei prossimi mesi, suggerendo che l'economia potrebbe indebolirsi durante l'estate e che la Fed sarà pronta a intervenire per sostenere il mercato del lavoro.
Continuate a seguirci per ulteriori aggiornamenti e analisi di mercato.
Cordiali saluti,
Marco Bernasconi Trading.
Massimi intraday e chiusure al ribasso, è la svolta?Sembrava, venerdì scorso, durante la sessione americana, che i mercati azionari potessero andare a chiudere ancora una volta su massimi storici, toccati peraltro dopo la pubblicazione dei payrolls (S&P500 e Nasdaq), ed invece, nel prosieguo della sessione, sono emerse vendite importanti che hanno di fatto ribaltato lo scenario precedente.
A perdere terreno e a causare il sell off pomeridiano, i titoli tecnologici, con le azioni di Nvidia che sono scese del 5,4%, generando il ribasso dei titoli del comparto e di conseguenza degli indici relativi, con S&P 500 e Nasdaq 100, in calo dello 0,6% e dell'1,5%. Anche il Dow Jones ha perso 68 punti, ma un rialzo dell'1% delle azioni Apple ha limitato le perdite dell'indice blue-chip, con il titolo a mega capitalizzazione che ha interrotto la sua serie di perdite di sette giorni.
I dati sul mercato del lavoro hanno rafforzato le scommesse sulla possibilità che la Fed inizi a tagliare i tassi di interesse a giugno. I dati relativi alle buste paga di febbraio (Non Farm Payrolls) sono risultati superiori alle previsioni, ma i guadagni occupazionali sia di gennaio che di dicembre sono stati rivisti nettamente al ribasso, mentre il tasso di disoccupazione è inaspettatamente aumentato al 3.9% rispetto al 3.7% atteso e al 3.7% precedente.
Tra i titoli, Broadcom è scivolato del 7% poiché le previsioni per il 2024 e gli utili trimestrali hanno mancato le stime. Nel corso della settimana, l'S&P è sceso dello 0,2% e il Nasdaq è sceso dell'1%. Nel frattempo, il Dow Jones ha perso lo 0,7% registrando la settimana peggiore da ottobre. Sul fronte obbligazionario, il decennale americano ha visto i rendimenti scendere al 4.07% dal 4.12 del giorno precedente e rispetto al 4.35% di qualche giorno orsono.
Gli indici risk on/risk off restano in abbondante area di appetito al rischio, in ragione delle speranze di riduzione del costo del denaro a breve, che comunque avverranno in un contesto di rallentamento controllato delle economie, a detta dei banchieri centrali. Per far tornare l’avversione al rischio, l’unica eventualità è che i mercati vadano in recessione, ma in questo momento non sembrano esserci condizioni tali da temere un prossimo hard landing delle principali economie occidentali.
NON FARM PAYROLLS E MERCATO DEL LAVORO
L’economia statunitense ha aggiunto 275.000 posti di lavoro nel febbraio 2024, battendo le previsioni di 200.000 e superando i 229.000 di gennaio rivisti al ribasso. Gli aumenti di posti di lavoro si sono verificati nel settore sanitario (67.000), soprattutto nei servizi sanitari (28.000) e negli ospedali (28.000); governo (52mila), ovvero enti locali, esclusa l'istruzione (26.000); servizi di ristorazione (42mila), poco variati nei tre mesi precedenti; assistenza sociale (24.000); e trasporti e magazzinaggio (20.000), poiché corrieri e fattorini hanno aggiunto 17.000 posti di lavoro, dopo aver perso 70.000 posti di lavoro nei 3 mesi precedenti.
L’occupazione è aumentata anche nel settore edile (23.000), ma è cambiata poco in altri settori importanti, compreso il manifatturiero (-4.000). La lettura di gennaio è stata rivista nettamente al ribasso rispetto ai 353.000 iniziali, il livello più alto dell'anno. Anche la lettura di dicembre è stata rivista al ribasso da 43.000 a 290.000. Con le revisioni di gennaio e dicembre, l’occupazione combinata è inferiore di 167.000 rispetto a quanto riportato in precedenza.
PETROLIO
Venerdì i futures sul greggio WTI sono scesi dell'1,17% a 78,00 dollari al barile, con una perdita settimanale del 2,45%. Il sentiment del mercato è rimasto cauto riguardo alla domanda cinese, nonostante il gruppo OPEC+ abbia esteso i tagli all’offerta. Le forniture sono rimaste relativamente scarse a causa dei tagli alla produzione dell’OPEC e delle sanzioni che hanno rallentato le esportazioni russe.
Ci sono preoccupazioni per il rallentamento della domanda da parte della Cina, poiché le importazioni di petrolio sono diminuite di circa il 5,7% a 10,8 milioni di barili al giorno nei primi due mesi dell’anno, rispetto agli 11,44 milioni di barili al giorno di dicembre. Inoltre, il processo di allentamento monetario, ormai avviato, dovrebbe nel medio termine, sostenere la domanda.
VALUTE
Nel nostro mercato la sessione di venerdì ha generato alta volatilità di breve, ma alla fine i prezzi sono tornati dove erano partiti, con Eurusd che da area 1.0930-35 è schizzato su al test di 1.0980 per poi tornare ai minimi di 1.0920 chiudendo poi a 1.0930.
Stessi movimenti per le altre coppie valutarie, in particolar modo il UsdJpy che ha fatto ei minimi a 146.50 e dei massimi a 147.50 dopo i dati, per poi chiudere a 147.00. Medesime price action per le oceaniche, con i cross che si sono mossi in laterale, mantenendo una alta volatilità di breve periodo.
Il trend del dollaro, almeno nel breve periodo, potrebbe rimanere ribassista, con il Dollar Index che ha obiettivi in area 10.000, circa il 2.5% dai livelli attuali, il che significherebbe un 1.1200 su EurUsd come obiettivo. Interessanti i movimenti dei cross dello Jpy che dovrebbe mantenere un ruolo rialzista per le prossime sedute. Le oceaniche potrebbero rimanere favori per via della ripresa dell’inflazione in Cina.
CPI CINA
I prezzi al consumo cinesi sono aumentati dello 0,7% su base annua nel febbraio 2024, al di sopra delle previsioni di mercato dello 0,3% e di un'inversione di tendenza rispetto al calo più forte in oltre 14 anni dello 0,8% a gennaio. L’ultimo risultato è stata la prima inflazione al consumo dallo scorso agosto, che ha raggiunto il livello più alto in undici mesi a causa della robusta spesa durante le vacanze del Capodanno lunare.
I prezzi dei prodotti alimentari sono diminuiti meno in otto mesi (-0,9% contro -5,9% di gennaio), riflettendo l'aumento dei costi della carne suina e delle verdure fresche. Nel frattempo, l’inflazione non alimentare ha accelerato bruscamente all’1,1% dal precedente 0,4%, con i prezzi in ulteriore aumento per l’abbigliamento (1,6% contro 1,6%), l’edilizia abitativa (0,2% contro 0,3%), la sanità (1,5% contro 1,3%) e istruzione (3,9% contro 1,3%); mentre il calo dei prezzi dei trasporti si è fortemente moderato (-0,4% vs -2,4%).
L'indice dei prezzi al consumo core, detratti i prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia, è aumentato dell'1,2% su base annua a febbraio, il massimo da gennaio 2022. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dell'1,0%, segnando il terzo mese consecutivo di aumento e raggiungendo il livello più alto da gennaio 2021.
QUESTA SETTIMANA
Negli Stati Uniti, i dati sotto la lente sono quelli relativi ai prezzi al consumo, ovvero il tasso di inflazione, insieme alle vendite al dettaglio, ai prezzi alla produzione, all’indice della fiducia dei consumatori del Michigan e alla produzione industriale. Nel Regno Unito, l’attenzione si concentrerà sul tasso di disoccupazione, sulla produzione industriale, sui dati sulla crescita del PIL di gennaio e sulle statistiche del commercio estero.
Per l’Eurozona, occhio ai dati su Prezzi al consumo e produzione industriale. Dalla Cina, l’attenzione si concentrerà sugli indicatori monetari, tra cui nuovi prestiti in yuan, vendite di automobili e indice dei prezzi delle case. Inoltre, attenzione ai tassi di inflazione in Brasile, India e Russia.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.