LA MIA VISIONE RIBASSISTA DEI MERCATI AZIONARI AMERICANI Salve lettori.
Mirko, uno dei primi ad aver sostenuto il mio lavoro all’interno del blog, mi ha contattato qualche giorno fa ponendomi una domanda riguardante il mercato azionario americano, nutrendo alcuni dubbi riguardo i suoi ritracciamenti, ma soprattutto sulle possibili risalite.
Ho deciso dunque di scrivere due analisi in maniera tale da fornirgli spunti di riflessione, e come a lui spero anche a voi; in questa che leggerete oggi spiegherò la mia visione ribassista basandomi sullo studio della curva dei rendimenti e sull’analisi del ciclo economico in cui ci troviamo, mentre in quella che pubblicherò tra qualche giorno andrò ad utilizzare determinati indici di forza che vado a creare per capire quale sia il sentiment del mercato.
Buona lettura.
ANALISI DEL CICLO ECONOMICO
Il 9 dicembre, all’interno di tradingview, pubblicavo un’analisi dal titolo “L’inversione dei mercati azionari giungerà nel 2022”?
All’interno di essa avevo argomentato temi inerenti ai diversi cicli economici e il loro susseguirsi, sottolineando come nel biennio 2020-2021 avessimo assistito ad un susseguirsi molto rapido di tre diversi cicli: una fase di recessione, una di ripresa e la successiva espansione. Ipotizzavo infine che la probabilità che arrivassimo ad un rallentamento economico fosse alta, non basandomi soltanto sullo studio dei diversi scenari economico finanziari, bensì concentrandomi anche su un tema che io reputo abbastanza importante: lo studio della curva dei rendimenti dei titoli di Stato del tesoro americano.
LA CURVA DEI RENDIMENTI E LE SUE VARIE INCLINAZIONI
Riprendendo questo tema, essa può avere tre forme caratteristiche diverse:
• Inclinata positivamente o “steepening”, quando il rendimento di ciascuna obbligazione aumenta all’aumentare delle relative scadenze
• Piatta o “flattening”, quando i rendimenti tra le diverse obbligazioni a diversa scadenza sono tutti simili (o uguali) tra loro
• Invertita, quando le obbligazioni con scadenze più brevi presentano rendimenti più alti rispetto a quelle con scadenze più lunghe
Possiamo riassumere brevemente con la grafica:
CURVA DEI RENDIMENTI INCLINATA POSITIVAMENTE
Una curva dei rendimenti “inclinata positivamente” si forma quando il mercato ha aspettative di crescita economica; viene considerata la “curva normale” in quanto è quella in cui i rendimenti aumentano all’aumentare delle scadenze stesse (per il rapporto RISCHIO = RENDIMENTO di cui parlo sempre, acquistare obbligazioni a lunga scadenza espone un investitore ad un rischio più alto, che quindi vorrà essere più remunerato dal punto di vista economico).
Il fatto che la curva assuma questo tipo di inclinazione in periodo di crescita economica è dettata dal fatto che gli investitori tendano ad acquistare più titoli di stato a breve scadenza (in quanto sanno che appunto, nel breve, le prospettive economiche saranno positive) che a lunga scadenza (in quanto per loro è più difficile prevedere gli scenari economici futuri).
Arriva successivamente un punto in cui le aspettative di inflazione iniziano ad aumentare: durante una crescita economica aumentano i consumi e la domanda, che sono alcuni dei diversi fattori per i quali l’indice dei prezzi al consumo cresce; lo stesso dato macroeconomico erode il potere di acquisto e i guadagni futuri, motivo per il quale gli investitori tendono a scaricare più obbligazioni a lunga durata (facendo gonfiare i rendimenti) in quanto il rendimento percepito sarebbe poi eroso dal consumer price index stesso. Per dire: che senso avrebbe per loro acquistare un’obbligazione a 10 anni con rendimento al 3% se le prospettive di inflazione a 10 anni si attestassero al 4%? Non avrebbe senso. Per tutti questi motivi, preferiscono più le obbligazioni a breve termine che a lungo termine; è così che tale preferenza va a far “impennare” ancora di più la curva sulle lunghe scadenze.
Per cui, ricapitolando, possiamo avere due curve inclinate positivamente:
• Una in cui le aspettative di inflazione alte non si sono ancora palesate
• Una in cui le stesse aspettative iniziano a creare problemi tra gli operatori a mercato
Esse sono rappresentate nella grafica che segue:
Importante considerare anche il fatto che ad una crescita economica appartiene un risk on del mercato azionario, clima in cui l’obbligazionario non performa bene (per la loro correlazione inversa).
CURVA DEI RENDIMENTI PIATTA
Una curva dei rendimenti piatta si forma tipicamente in fasi economiche di rallentamento o di transizione; si palesa tipicamente in prossimità della fine di una crescita economia. Per quale motivo? Vi spiegherò il tutto con due grafiche:
Nell’appiattimento della fase 1, i rendimenti sulle brevi scadenze vanno a gonfiarsi per due motivi:
1. Deterioramento dei dati macroeconomici
2. Alta inflazione
Gli investitori vanno così a posizionarsi sulle scadenze più lunghe, scontando dati macroeconomici futuri migliori e un’inflazione più bassa (che non eroderebbe il valore delle cedole).
Nell’appiattimento della fase 2, l’intervento delle banche centrali va ad influenzare la parte breve della curva attraverso l’innalzamento dei tassi di interesse, gonfiando ancora di più i rendimenti; il verificarsi di ciò è anche causato da un pessimismo sulle prospettive economiche a breve termine: gli operatori preferiscono così posizionarsi sulle lunghe scadenze.
Per il rapporto RISCHIO = RENDIMENTO, possiamo affermare ciò: sia che ci si posizioni su obbligazioni a breve che a lunga durata, il rischio è lo stesso; ciò non è strano? Assolutamente si, e ciò rappresenta l’incertezza degli operatori.
La curva piatta si osserva tipicamente in periodi di transizione tra una curva normale, inclinata positivamente, ed una curva invertita.
CURVA DEI RENDIMENTI INVERTITA
Si viene a creare quando le scadenze brevi hanno un rendimento più alto rispetto alle scadenze lunghe. Si palesa tipicamente dai 10 a 17 mesi prima di una recessione.
Il rapporto RISCHIO = RENDIMENTO ci aiuta a capire il senso di questa curva e il motivo per il quale essa si forma prima di una recessione: notiamo come sia più rischioso investire sul breve termine (a 6 mesi o 1,2,3 anni) che sul lungo termine (10,20 o 30 anni). Perché?
Gli investitori vendono quantità massicce di titoli di stato sul breve in quanto si aspettano in un arco di tempo relativamente breve pessime condizioni economiche, riconducibili a una possibile/probabile recessione; proprio per questo si aspettano un interesse più alto qualora investissero nello stesso arco temporale.
Ricordate: maggiore è il rischio al quale ci si espone, maggiore sarà l’interesse richiesto.
Per quanto riguarda le scadenze lunghe, ritroviamo dei rendimenti inferiori in quanto il rischio a cui ci si espone viene considerato più basso; è chiaro quindi che questa curva non rappresenta buone prospettive economiche.
UNO SGUARDO AI GIORNI NOSTRI
Ho reperito sul sito di Investing.com la curva dei rendimenti appartenente ad oggi, ad un mese fa e ad un anno fa:
Ora le commenterò.
• In color celeste ritroviamo la curva di un anno fa. Essa possiamo definirla come inclinata positivamente. Come ho spiegato nel paragrafo precedente, essa si forma quando ci sono aspettative di crescita economica; non è un caso che in Q2 2021 gli Stati Uniti si trovassero in uno scenario economico di prosperità. Da notare anche il fatto che il rendimento del decennale non superasse i 2 punti percentuali. Ciò significa che le aspettative di inflazione di un anno fa non si dimostravano alte come ora. Questo può essere dimostrabile condividendo il grafico sui tassi di inflazione a breakeven a 10 e 5 anni, che danno una misura sulle aspettative di inflazione a 10 e, appunto, a 5 anni:
• Ritroviamo ancora la curva di color rosso (calcolata un mese fa) e blu (calcolata ad oggi). Le differenze tra quest’ultime due rispetto a quella calcolata un anno fa sono lampanti: l’intervento della Federal Reserve con il rialzo dei tassi di interesse ha innanzitutto influenzato le scadenze tra i 6 mesi e i 3 anni che, ad oggi e ad un mese fa, rendono quasi il triplo rispetto a maggio 2021; nelle due curve più recenti troviamo oltretutto un appiattimento tra le scadenze a 2 anni e quelle a 10; non è un caso dal momento che ora i dati macroeconomici sono in rallentamento, al contrario di un anno fa. Come ho già specificato, l’appiattimento della curva si verifica in periodi di rallentamenti economici!
Da non trascurare un’ulteriore considerazione: il titolo di stato a 20 anni ha un rendimento maggiore rispetto a quello a 30 anni; per il rapporto RISCHIO = RENDIMENTO significa che gli investitori reputano più “pericoloso” prestare dei soldi al governo americano per 20 anni che non per 30; ciò non vi appare piuttosto strano? Questo fatto non rappresenta una condizione economica stabile, dal momento che le scadenze lunghe della curva rispondono a dinamiche inflazionistiche e alle leggi di domanda e offerta!
• Da ricordare anche che la curva, il primo aprile, ha invertito: questo è dimostrato tra lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato americani a 10 e 2 anni:
Questo significa che per qualche giorno gli investitori hanno reputato più rischioso investire nel breve termine (a 2 anni) rispetto al lungo (a 10 anni); questo è il motivo per il quale l’inversione della curva ha sempre anticipato una recessione.
IL CICLO ECONOMICO E’ CAMBIATO
Il recente “crollo” dei mercati finanziari non è stato solo dettato dal mondo obbligazionario e dalle molteplici informazioni che esso fornisce, ma anche da un ulteriore aspetto: il ciclo economico è cambiato.
Esso può essere diviso in 6 fasi, e in ognuna di esse le diverse asset classes registrano performance diverse.
Per essere più chiaro fornirò una grafica reperita su Google Image:
Osservandola, posso affermare il fatto che, da marzo 2020, abbiamo vissuto le fasi 1,2,3,4 e 5.
• FASE 1
La Fase 1 è quel particolare ciclo economico nel quale un Paese entra in recessione; le performance delle maggiori asset classes sono:
1. Mercato azionario: ribassista
2. Materie prime: ribassiste
3. Obbligazioni: rialzista
I motivi di tali performance sono i seguenti:
1. I mercati entrano in clima di risk off: si registra una fuga di capitali dagli asset considerati rischiosi, come appunto le azioni, e vanno ad apprezzarsi i cosidetti “safe assets”, ossia i beni rifugio
2. La domanda dei consumatori e delle industrie verso le materie prime diminuisce. Esse quindi, essendo dipendenti dalle leggi di domanda e offerta, registrano delle performance negative
3. Le obbligazioni sono viste come un bene rifugio e vengono acquistate
Come potete osservare nella grafica, come “obbligazionario” ho utilizzato il titolo di stato a 10 anni, essendo esso anche un bene rifugio, come indice di materie prime il “bloomberg commodity index” e come indice azionario l’S&P500.
• FASE 2
La fase 2 è quel particolare ciclo economico in cui la recessione tocca il suo minimo; da questo punto in poi, come vedremo tra poco, si avrà la successiva ripresa.
Le performance delle asset classes sono:
1. Mercato obbligazionario: rialzista
2. Mercato azionario: rialzista
3. Mercato delle materie prime: ribassista
I motivi di tali performance sono i seguenti:
1. Il mercato obbligazionario continua il suo trend rialzista in quanto il clima di risk-off non è scomparso
2. Il mercato azionario inverte la sua tendenza in quanto gli investitori iniziano a scontare dati macroeconomici migliori (ricordate: il mercato anticipa sempre tutto)
3. Il mercato delle materie prime non cambia ancora il suo trend in quanto la domanda ed esse legata rimane ancora a livelli bassissimi, soprattutto da parte del settore industriale
• FASE 3
La fase 3 è quel particolare ciclo economico di ripresa; essa, dopo aver toccato il “bottom” della recessione, riparte.
Le performance delle asset classes sono:
1. Mercato obbligazionario: rialzista
2. Mercato azionario: rialzista
3. Mercato delle materie prime: rialzista
I motivi di tali performance sono i seguenti:
1. Il mercato obbligazionario continua il suo trend rialzista in quanto le prospettive di inflazione, che non si sono ancora palesate in maniera forte, non erodono le cedole; è quindi ancora conveniente detenerle (riferendomi, in particolare, sul decennale)
2. L’azionario sale, spinto dall’ottimismo degli investitori tipico del clima risk-on
3. In ripresa economica la domanda di materie prime riprende da parte di industrie, privati e individui: per la legge della domanda e dell’offerta, esse incrementano il loro valore
La Fase 3 è l’unica parte del ciclo economico in cui tutti e 3 le asset classes si trovano in trend rialzista.
• FASE 4
Arriviamo al ciclo di espansione economica.
Le performance delle asset classes sono:
1. Mercato obbligazionario: ribassista
2. Mercato azionario: rialzista
3. Mercato delle materie prime: rialzista
I motivi di tali performance sono:
1. Il mercato obbligazionario, in particolare il decennale americano, diventa poco attraente dal momento che l’inflazione inizia ad essere di ostacolo, in quanto eroderebbe le cedole. Come ho spiegato all’inizio dell’analisi, quando le aspettative di inflazione aumentano, la curva dei rendimenti registra un’ulteriore cambio di pendenza positivo, che, tradotto, significa maggior vendita di obbligazioni alla stessa scadenza
2. Il mercato azionario mantiene la rotta rialzista in quanto lo scenario risk on non è cambiato
3. Stesso discorso per le materie prime: la domanda continua ad essere robusta, motivo per il quale il trend rimane costantemente rialzista
• FASE 5
Il ciclo economico ha raggiunto la sua massima espansione ed ora inizia a rallentare.
Le performance che in questo ciclo economico caratterizzano le asset classes sono:
1. Mercato obbligazionario: ribassista
2. Mercato azionario: ribassista
3. Materie prime: rialzista
I motivi di tale performance sono:
1. Il decennale americano si mantiene ribassista in quanto l’inflazione è diventata tanto alta da essere poco attraente da tenere nei portafogli
2. Il mercato azionario inverte la tendenza in quanto si inizia a respirare un clima di risk off dovuto all’intervento della Federal Reserve che da “accomodante” diventa “aggressiva” con il rialzo dei tassi di interesse. Tutti i settori che avevano spinto al rialzo l’azionario nei cicli precedenti iniziano ad essere ribassisti, mentre vengono preferiti quelli definiti “difensivi”
3. La domanda al quale le materie prime sono correlate positivamente persiste; questo è il motivo per il quale esse mantengono la tendenza rialzista
CONCLUSIONI SU CURVA DEI RENDIMENTI E CICLI ECONOMICI E POSSIBILE IMPATTO DELL’AUMENTO DEI TASSI DI INTERESSE SULL’ECONOMIA AMERICANA
L’analisi che vi ho fornito mette alla luce un fatto ineccepibile: l’economia si trova in una fase di rallentamento. Il primo campanello d’allarme è giunto dapprima con l’appiattimento (Q4 2021) e successiva inversione (Q2 2022) della curva della curva dei rendimenti. E’ in quel momento che ho iniziato ad essere più cauto nel fare determinati investimenti, specie nel mercato azionario; il motivo è uno ed uno solo: in determinati scenari, esso non tende a performare bene.
La conferma schiacciante l’abbiamo avuta dal cambio di ciclo economico che vi ho mostrato. Ci troviamo ora nella fase 5 nella quale, come da manuale, il mercato azionario tende a performare male.
Questo è il motivo per il quale la mia visione è ribassista.
La possibilità che possa esserci una recessione è reale, per 5 motivi:
• L’appiattimento della curva dei rendimenti che stiamo osservando si forma tipicamente dopo una curva inclinata positivamente e prima di una invertita
• L’inversione della stessa l’abbiamo osservata ad aprile
• Siamo ora alla fase 5 del ciclo economico, avvicinandoci sempre più alla recessione
• I dati macroeconomici si stanno deteriorando
• Il rialzo dei tassi di interesse ha sempre portato l’economica in recessione
Riferendomi all’ultimo punto, vi rilascio una grafica:
Essa mostra il legame esistente tra ogni ciclo di rialzo dei tassi di interesse e la successiva recessione; osservate: ogni aumento di essi è sempre stato anticipatore.
Per il 2022 è previsto un aumento per così dire “aggressivo” di essi: anche stavolta il passato si ripeterà?
Spero l’analisi sia stata di vostro interesse, a breve pubblicherò la seconda parte.
Buona giornata, Matteo Farci
Cerca nelle idee per "COMMODITY"
Per l'Oro da monitorare il supporto a 1780Il supporto a 1780 è decisivo per i prezzi dell'Oro che però ricordiamo, in questo momento è anche vittima di un Dollaro molto forte!
Buon trading!!!
Oro tra i 1917 ed i 1877!!!L'area di supporto a quota 1917 è stata violata e adesso i prezzi si trovano compressi tra due importanti riferimenti grafici.
Buon trading!!!
Gold verso i 1917... sollevate gli scudi!L'area supportiva a 1917 è stata di notevole importanza per i prezzi dell'Oro nell'ultimo periodo.
In caso di foratura ribassista l'attenzione dev'essere massima perchè nei passati tentativi di violazione sono subentrati violenti acquisti a certificare una notevole sensibilità degli operatori verso tali quote.
Buon trading!!!
Gold su livello triggerDecisivo livello per le quotazioni dell'oro, che arrivando da una settimana dove sembra aver ritrovato una certa forza ora si confronta con un area grafica che potrebbe "certificarne" la volontà rialzista; altrimenti si potrebbe riplanare sul granitico supporto dell'ultimo periodo!
Buon trading!!!
TSLAVoglio segnalarvi un interessante idea di trading su Tesla. Come possiamo vedere la resistenza dinamica di ieri ha gemmato 3 punti di contatto estremamente validi.
Il rapporto rischio rendimento è estremamente interessante, come potete vedere uno stop loss appena sopra resistenza e un target profit su il 50% di Fibonacci.
Ha conferma, di questa idea, la divergenza ribassista del Commodity Channel Index.
LA CORRELAZIONE TRA MERCATO OBBLIGAZIONARIO E MATERIE PRIMEBuongiorno ragazzi. Dopo aver analizzato le correlazioni del mercato obbligazionario con quello azionario e con il dollaro americano, oggi analizzeremo quello con le materie prime.
Come riferimento obbligazionario utilizzerò il rendimento del titolo di Stato a 10 anni, per quanto riguarda le materie prime l’ETN Bloomberg Commodity Index (DJP), che contiene all’interno del suo paniere, in diverse percentuali, tutte le commodities. Le prime 4 partecipazioni sono date dall’oro (14.08%), natural gas (8.47%), greggio WTI (8.42%) e greggio brent (7.35%)
Per poter spiegare la correlazione esistente tra le due asset classes mi servirò del dollaro americano in quanto, come capirete, rivestirà un ruolo importante (se non fondamentale).
Come ho specificato all’inizio del paragrafo, avevo già parlato della correlazione esistente tra obbligazioni e dollaro; vi consiglio di leggere l’analisi al link:
LA CORRELAZIONE INVERSA TRA OBBLIGAZIONI E COMMODITIES SU TIMEFRAME SETTIMANALE
Inizialmente condividerò un grafico settimanale in cui andrò a correlare il rendimento del decennale americano con il DJP, utilizzando il coefficiente di correlazione impostato a 20 periodi, in maniera da avere una panoramica generale:
Dal 2006 ai giorni nostri la correlazione si è mantenuta per la maggior parte dell’arco temporale in territorio positivo. Ciò significa che ogni qualvolta le obbligazioni sono state vendute (con il relativo rialzo dei rispettivi rendimenti visto il rapporto inverso obbligazione/rendimento), le materie prime sono state invece acquistate. Cosa ne conviene da questa osservazione? Queste due correlazioni:
• Correlazione diretta tra rendimenti del decennale americano e materie prime
• Correlazione indiretta tra titoli di stato americani a 10 anni e materie prime
Ora scenderemo più nei dettagli andando a condividere dei grafici giornalieri e aggiungendo all’interno dell’analisi il ruolo del dollaro americano, condividendo il suo indice DXY.
LA CORRELAZIONE “MISTA” TRA OBBLIGAZIONI E COMMODITIES SU TIMEFRAME GIORNALIERO
PERIODO GIUGNO 2006-GIUGNO 2007
Tra giugno 2006 e giugno 2007 i rendimenti a 10 anni hanno perlopiù lateralizzato, seguiti dal DJP. Possiamo quindi affermare che la correlazione tra essi si è mantenuta diretta. Abbiamo invece assistito ad una svendita di dollaro americano.
PERIODO GIUGNO 2007-LUGLIO 2008
Giungiamo alla prima metà della crisi immobiliare scoppiata negli Stati Uniti intorno alla fine del 2007. Vediamo come il rendimento del decennale americano abbia nello stesso arco temporale creato un trend ribassista; il motivo è da ricercare nel ruolo di bene rifugio degli stessi titoli di Stato a quella scadenza: gli investitori, in climi di risk-off dei mercati (in quanto si trattava di recessione), ricercano dei rendimenti stabili e sicuri, e i titoli di Stato USA a 10 anni ricoprono quel ruolo: tale funzione deriva dalla stabilità del Paese stesso che gli emette: un alto rating (più un rating è alto e più un Paese è credibile nell’onorare le obbligazioni assunte) rassicura gli investitori sul fatto che lo Stato riesca sicuramente a restituire il prestito (acquistare un’obbligazione equivale a prestare dei soldi ad un Paese) con un interesse riconosciuto; questi acquisti di obbligazioni sono per questo motivo considerati sicuri e affidabili, e si sono riflessi sui rendimenti relativi che, come abbiamo osservato, hanno creato un trend ribassista.
Lo stesso discorso fatto finora non è replicabile per quanto riguarda il dollaro: esso non riesce ad assumere il suo ruolo di bene rifugio e questo si riflette sull’indice delle commodities, che si muovono in maniera inversa rispetto ai rendimenti (e, di conseguenza, in maniera diretta rispetto ai titoli di stato).
Perché accade ciò? Le materie prime all’interno del DJP sono commerciate in dollari USA. Questo significa che la loro richiesta tende ad aumentare quando il dollaro si indebolisce mentre tende a diminuire quando la stessa valuta si rafforza.
Facciamo un piccolo esempio: immaginiamo voglia comprare un barile di petrolio il cui prezzo è 100$. La mia valuta di riferimento è l’euro; immaginiamo un EUR/USD a 1.22; il cambio valutario indica il fatto che 1€ vale 1.22$.
Andrò a pagare il mio barile di petrolio 81,96€ (100$/1,22$).
Immaginiamo ora che il dollaro si rafforzi, immaginando un cambio EUR/USD a 0.85 (come negli anni 2000);
Questo significa che 1€ andrebbe a valere 0.85$. A questo punto andrei a pagare lo stesso barile non più 81.96€, bensì 117.64€.
Applicate ora questo piccolo ragionamento fatto al DJP:
• Più il prezzo diventa conveniente (con un dollaro in fase di indebolimento), più è probabile che l’indice delle materie prime salga
• Meno il prezzo diventa conveniente (con un dollaro in fase di rafforzamento), più è probabile la discesa dell’indice
Questo è il motivo per il quale obbligazioni e materie prime hanno avuto lo stesso trend: quest’ultime sono fortemente dipendenti dalla forza o dalla debolezza della valuta con la quale sono scambiate: è quindi necessario utilizzare nella correlazione che stiamo analizzando il dollaro americano.
PERIODO LUGLIO 2008-MARZO 2009
Troviamo un cambio di correlazione a partire da luglio 2008: i titoli di stato a 10 anni continuano a comportarsi da beni rifugio e ad essere di conseguenza acquistati, e lo stesso ruolo viene assunto dal dollaro. A questo punto si ha il cambio di rotta da parte dell’indice DJP: dai massimi a 74$ di giugno 2008, l’indice perde oltre il 50% del suo valore, correlandosi in maniera indiretta con i titoli di Stato; uno dei motivi del loro crollo è dovuto anche alla stessa recessione: in un contesto economico di questo tipo, esse tendono a performare male; il motivo è da ricercare nella domanda dei consumatori e nella loro predisposizione a spendere: essendo in recessione, il “consumer spending” cala, e con esso anche la richiesta di materie prime e il loro prezzo, a causa della legge della domanda e dell’offerta; infatti:
MINOR DOMANDA = DIMINUZIONE DEL PREZZO
PERIODO GENNAIO 2009-DICEMBRE 2009
In tutto l’arco dell’anno solare 2009, i rendimenti del decennale salgono come conseguenza delle vendite sui titoli di stato e lo stesso dollaro si correla in maniera diretta con questi ultimi: l’effetto sulle materie prime è da manuale: una svalutazione della moneta rende più conveniente l’acquisto delle materie prime da parte degli investitori e il DJP, come conseguenza diretta, si tiene in trend rialzista per tutto l’arco di tempo analizzato.
PERIODO DICEMBRE 2009-GIUGNO 2010
Verso la fine della crisi immobiliare assistiamo ad una “parità” dei titoli di stato, un rafforzamento del dollaro e un conseguente indebolimento del DJP.
PERIODO GIUGNO 2010-APRILE 2011
Da giugno 2010 ad aprile 2011 i rendimenti dei titoli di stato non prendono un vero e proprio trend; ciò non è vero per gli altri due asset: il dollaro americano disegna un trend ribassista mentre il DJP uno rialzista.
PERIODO APRILE 2011-AGOSTO 2013
Osserviamo come, da aprile 2011 ad agosto 2013, gli investitori abbiano spostato i loro capitali su titoli di stato e dollaro, andando a farli apprezzare. Il rafforzamento del dollaro ha poi pesato sull’indice delle materie prime, che in due anni e due mesi perde il 40% circa del suo valore.
PERIODO AGOSTO 2013-GENNAIO 2015
Nei due anni successivi la musica non cambia, infatti assistiamo agli stessi trend da parte di tutte le tre asset classes osservate nel biennio precedente 2011-2013.
PERIODO GENNAIO 2015-DICEMBRE 2016
Biennio 2015-2016 caratterizzato da una lateralizzazione da parte dei titoli di stato e da parte del dollaro USA; le materie prime continuano la loro caduta, portandosi ad un prezzo di 24$ circa.
PERIODO DICEMBRE 2016-APRILE 2018
Tra tutti i periodi analizzati finora, questo è l’unico in cui le materie prime e i titoli di stato lateralizzano. La debolezza della valuta mondiale non riesce a rinvigorire il DJP.
PERIODO APRILE 2018-CROLLO COVID 19
Il biennio 2018-2019 è stato caratterizzato da un acquisto di titoli di stato con corrispondente diminuzione del relativo rendimento e da un rafforzamento del dollaro americano, con conseguente deprezzamento da parte delle materie prime.
PERIODO CROLLO COVID19-GIORNI NOSTRI
Dai crolli dei mercati azionari di marzo 2020 abbiamo assistito ad una generalizzata vendita di titoli di stato, un non-definito trend da parte del dollaro ed un’esplosione da parte del DJP.
LE DIFFERENZE TRA IL BREVE E IL LUNGO PERIODO
L’aver analizzato la correlazione tra materie prime e titoli di stato a livello giornaliero e a livello settimanale ha messo in luce un argomento che vorrei chiarire:
- Abbiamo assistito ad una correlazione inversa a livello settimanale
- Abbiamo assistito ad una correlazione “mista” a livello giornaliero
Che insegnamento dobbiamo trarne? Una correlazione può risultare “diversa” a seconda del timeframe in cui viene analizzata; abbiamo infatti scoperto come essa si mantenga piuttosto indiretta (e diretta se si fa riferimento ai rendimenti ma non ai titoli di stato) se studiata a livello settimanale, ma assume un atteggiamento “controverso” se si fa riferimento al timeframe giornaliero; riferendoci a quest’ultimo riusciamo infatti a trovare degli archi temporali in cui la correlazione indiretta non si palesa (giugno 2006-giugno 2007, giugno 2007-luglio 2008, dicembre 2009-giugno 2010 ed infine gennaio 2015-dicembre 2016).
Per studiare una correlazione è quindi necessario scegliere un determinato timeframe, in quanto essa può risultare diversa a seconda che ci si riferisca al breve o al lungo periodo.
LA CORRELAZIONE TRA MATERIE PRIME, TITOLI DI STATO E INFLAZIONE
Il consumer price index gioca un ruolo fondamentale in questa correlazione. Qual è il motivo? Riflettiamo assieme:
Ho già specificato diverse volte l’influenza che ha l’inflazione nelle obbligazioni (titoli di stato): se essa sale, è meno conveniente per gli investitori detenerle, per il fatto che il rendimento che loro otterrebbero da tale investimento sarebbe totalmente eroso dal CPI stesso. Quello che dobbiamo aspettarci quindi è una correlazione inversa tra inflazione e titoli di stato: più l’inflazione sale, più i titoli vengono venduti e viceversa.
Per quanto riguarda le commodities, esse vanno a performare bene in territori inflattivi; perché? Perché esse sono le maggiori responsabili del dato oggettivo: più il loro prezzo sale, maggiori saranno le pressioni inflazionistiche.
Basandoci su tutto quello esplicitato in questo paragrafo, cosa possiamo aspettarci?
- In fasi di recessioni, i livelli di inflazione calano poiché la domanda di beni da parte di industrie, privati e cittadini diminuiscono dal momento che lo stesso “consumer spending” cala in maniera diretta e di conseguenza, dal momento che il mondo delle commodities è dominato dalla legge della domanda e dell’offerta, minore è la domanda, minore sarà il prezzo. Per quanto riguarda le obbligazioni, il concetto si capovolge: il calo dei prezzi al consumo le rende più appetibili in quanto il rendimento non sarebbe più eroso dal CPI; la conseguenza diretta è un loro acquisto; da non dimenticare anche il ruolo del decennale americano come bene rifugio, che tende ad apprezzarsi in momenti di risk-off.
- In fasi di riprese ed espansioni economiche tutto si ribalta: l’inflazione vede degli aumenti a causa dell’aumento della domanda di beni, e da qui l’aumento di prezzo delle materie prime. Le obbligazioni diventano invece poco attraenti per i motivi spiegati poc’anzi.
Questo è possibile osservarlo a livello grafico?
RECESSIONE 2007-2009
RIPRESA ED ESPANSIONE ECONOMICA 2009-2011
RECESSIONE COVID-19
RIPRESA ED ESPANSIONE ECONOMICA 2020-2021
L’analisi termina qua. Essa è generalizzata a tutte le materie prime dal momento che ho correlato le obbligazioni ad un indice di esse. Prossimamente scriverò delle analisi che si incentreranno sulla correlazione tra le stesse obbligazioni e materie prime specifiche.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 24.03.2022 La nuova impennate del prezzo di oil e gas frena il recupero delle Borse.
Il Presidente Usa Biden e’ in Europa e chiedera’ nuove sanzioni alla Russia.
Procedono lentamente e senza svolte le negoziazioni per un cessate il fuoco.
Accelera il movimento al rialzo dei rendimenti di Govies e Corporate Bond.
Ieri, 23 marzo, le Borse europee dopo essere tornate su livelli simili a quelli della vigilia del conflitto in Ucraina nelle sedute precedenti, hanno chiuso in rosso una seduta condizionata negativamente dal forte aumento del prezzo del petrolio e del gas. Il Presidente russo Putin ha imposto il pagamento in rubli delle forniture di gas e petrolio ai clienti dei Paesi “non amichevoli”.
In sintesi, Francoforte (Dax 40), Parigi (Cac40) Madrid (Ibex35) hanno perso oltre -1%, mentre Milano ha limitato i danni a -0,9%. Chiusure negative anche per Wall Street, col Dow Jones ed il Nasdaq a -1,3%, e lo S&P500 a -1,2%. A soffrire sono stati in particolare i titoli tecnologici, immobiliari e delle costruzioni, mentre sono risalite le azioni del comparto energetico.
L’evoluzione della guerra in Ucraina resta determinante per le sorti dei mercati finanziari, anche perche’ l’auspicata svolta diplomatica verso un rapido “cessate il fuorco” stenta ad arrivare. Nel frattempo, il Presidente americano Biden e’ in Europa per partecipare ad un summit straordinario della Nato, ad un vertice del G7 e ad una riunione del Consiglio europeo.
All’orizzonte nuove sanzioni contro la Russia, tra le quali l’ipotesi di interrompere gli acquisti di petrolio e gas russi, scenario su cui la Germania ha gia’ rimarcato la sua contrarieta’, giudicandola dannosa e controproducente per le economie energivore europee che faticherebbero a trovare un rapido rimpiazzo.
La Banca Centrale Russa ha deciso il ripristino delle negoziazioni della Borsa di Mosca da oggi, 24 marzo 2022, per le azioni di 33 società incluse nell'indice Moex, che ha segnato +5,2%. L’orario e’ ridotto, dalle ore 9.50 alle ore 14.00 locali, e sono vietate le vendite allo scoperto. La Borsa di Mosca era ferma dallo scorso 28 febbraio.
Secondo indiscreazioni raccolte da Bloomberg, la Governatrice della Banca Centrale, Elvira Nabiullina nei giorni scorsi era intenzionata a lasciare l’incarico, ma sarebbe stata convinta da Putin a restare al suo posto in questa fase “molto delicata”.
Dopo la pausa di ieri, 23 marzo, oggi tornano a correre i rendimenti dei Governativi Usa ed Europei. Quello del BTP decennale benchmark tocca +2,04% mentre lo spread col Bund 10 anni tedesco si mantiene attorno a 152 bps. Quello del Treasury decennale Usa segna muovi record da maggio 2019, a +2,37%.
La notte scorsa, 23 marzo, il Chairman della FED di di St Louis James ha nuovamente affermato che la Banca Centrale Usa dovrebbe rapidamente varare operazioni di contrasto dell’inflazione, correggendo alcuni eccessi nel mercato finanziario Usa indotti anche dal prolungato stimolo monetario, e avallando lo scenario di un rialzo dei tassi di +0,5% alla prossima Riunione del 3-4 maggio
Come accennavamo all’inizio ieri, 23 marzo, il prezzo del petrolio e’ tornato a correre, superando i 120 Dollari/barile nel caso del Brent (greggio di riferimento europeo). Nell’ultima rilevazione settimanale le scorte petrolifere negli Stati Uniti sono scese di oltre 2 milioni di barili a 414, contro attese di variazioni nulle.
Il prezzo del gas naturale in Europa (trading venue TTF olandese) e’ tornato a crescere a partire da ieri, toccando 123,5 Euro/megawattora, +10% (ore 13.00 CET).
Sul mercato valutario spicca l’impennata del rublo, seguito all'annuncio di Vladimir Putin di imporre, in tempi rapidi, pagamenti in valuta nazionale russa per le forniture energetiche a Paesi “non amici”. Il cambio Euro/Rublo si e’ rapidamente portato da 113 a 106 (ore 13.00 CET). Euro in calo verso Dollaro, -0,2% a 1,098: Bitcoin conferma la tendenza recente al recupero, +1,4% a 42.900 Dollari (ore 13.00 CET).
Stamattina, dopo il recupero segnato dai future su Wall Street, in frazionale rialzo, le principali Borse asiatiche hanno recuperato dai minimi di seduta e limitato i danni in chiusura. L’Hang Seng di Hong ha perso -0,3%, col recupero dei titoli dei business tradizionali e legati ai consumi personali, mentre quelli tecnologici, dopo due sedute di vistosi recuperi, mostrano debolezza.
Il CSI300 di Shanghai&Shenzen ha perso -0,7%, il Kospi coreano -0,4% e l’ASX200 australiano, ricco di società minerarie, ha segnato +0,3%, stessa misura del rialzo del Nikkei giapponese.
Oggi le principali materie prime sembrano prendere una pausa dopo la lunga fase rialzista: l’indice Bloomberg Commodity perde -0,5%, dopo il +2,5% di ieri (ore 13.00 CET). Il prezzo del petrolio WTI (greggio di riferimento Usa), che ieri aveva guadagnato oltre +5%, segna oggi, 24 marzo, un frazionale assestamento a 114,6 Dollari/barile, -0,3%.
Sul versante dei metalli preziosi, un accenno di recupero per l’oro, +-,2% a 1.946 Dollari/oncia: piu’ marcato il rialzo di quello dell’argento, +1,2% a 25,5 Dollari/oncia.
A fine mattinata le Borse europee si muovono incerte, con variazioni minime, in media -0,2%, rispetto alle chiusure di ieri (ore 13.30 CET).
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Palladio (US$/OZ), Strategia rialzista di lungo periodoPalladio (US$/OZ), Strategia rialzista di lungo periodo
Data analisi: 25/ 05 /2021
Prezzo: 2768 $
Target Price Palladio di lungo periodo:
1° Target Price: 12314.97 $
2° Target Price: 10540.74 $
3° Target Price: 7668.27 $
4° Target Price: 4793.15 $
5° Target Price: 3017.02 $
CACAO (CC) - Nuovo impulso ribassista?Il mercato del CACAO (CC) sul time frame giornaliero mostra come, dopo aver raggiunto un picco massimo nella giornata del 10 Febbraio, ha avviato una intensa fase ribassista sino a raggiungere nuovamente una trend line dinamica che sta fungendo da supporto ormai da inizio Dicembre 2021.
In corrispondenza della trend line i compratori hanno nuovamente preso il sopravvento spingendo il prezzo al rialzo con possibilità di raggiungere l'area di offerta/resistenza evidenziata in figura con il rettangolo rosso. Quest'ultima area potrebbe rappresentare il termine del ritracciamento avviando una nuova gamba ribassista
Se la salita si arrestasse effettivamente nella zona di offerta/resistenza si verrebbe inoltre a creare una configurazione testa e spalle di inversione con neckline rappresentata proprio dalla trend line dinamica che, se dovesse essere rotta al ribasso, rappresenterebbe un ulteriore forte segnale di continuazione della debolezza.
Quanto sopra esposto non è un consiglio finanziario ma la nostra view basata sulla strategia PCTS/PFTS.
Buon trading!
HEDGE PER INFLAZIONE❗️Il palladio viene principalmente esportato dalla Russia, in quanto serve fortemente al comparto automotive europeo, quest'ultimo ha un peso non indifferente nel calcolo dell'inflazione.
‼️Da un punto di vista tecnico, la commodity sta consolidando vicino ai massimi di breve, in caso di chiusura giornaliera al di sopra dell'area, si può comodamente strutturare una strategia long atta alla copertura dell'inflazione nel breve-medio termine
Perchè la settimana passata Nasdaq+2,4% e Treasury 1,905 sono...Perchè la settimana passata Nasdaq +2,4% e Treasury 1,905 sono entambi saliti?
A Wall Street si dice:
"Non litigate con il mercato, perché è come il tempo: anche se non è sempre buono, ha sempre ragione."
Kenneth Walden
Nell’ultima sessione a Wall Street, l’SP 500 è variato del +0,52%. Nel momento in cui scrivo questa analisi i futures statunitensi sono negativi: S&P 500 -0,10%, per il Nasdaq -0,03% e per il Dow Jones -0,16% circa.
La prestazione ad 1 anno dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• FTSE MIB +13.56%
• Dow Jones +11.80%
• S&P 500 +14.94%
• Nasdaq +0,79%
La prestazione dal 1° gennaio dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• FTSE MIB -2.72%
• Dow Jones -3,44%
• S&P 500 -5.57%
• Nasdaq -9.89
Perché il mercato ha chiuso in maniera misto positiva l’ultima sessione a Wall Street?
• I mercati finanziari sono sistemi di vasi comunicanti. Se il valore delle obbligazioni diminuisce o aumenta in modo significativo, ciò può influenzare il prezzo delle azioni, ma questa settimana però non è andata così.
• Quando si verifica che due asset finanziari si muovono in tandem si parla di correlazione.
• Alcune correlazioni storicamente conosciute sono:
• Dollaro canadese/Prezzo del petrolio. Il prezzo del petrolio ha un impatto significativo sull'economia canadese e per questa ragione questa correlazione è molto forte.
• Dollaro australiano/Prezzo del ferro. L'Australia è il più grande produttore di minerali di ferro nel mondo e naturalmente la ricchezza dell'economia e il valore della sua moneta sono fortemente correlati alle prospettive del ferro. Pertanto, le prospettive di questa commodity sono considerate un proxy per le prospettive del dollaro australiano.
• Dollaro neozelandese/Prezzo del latte. La Nuova Zelanda è l'Arabia Saudita del latte. È il più grande esportatore di latte al mondo e rappresenta il 40% del commercio internazionale dei lattiero-caseari. I prodotti lattiero-caseari rappresentano il 7 per cento della produzione economica totale del paese. Inoltre, la più grande azienda esportatrice di latte, Fonterra, è anche la più grande azienda neozelandese.
• Dollaro americano/Prezzo dell'oro. A differenza dei casi di AUD e NZD, l'economia statunitense non dipende dai prezzi di una merce specifica, in questo caso l'oro. Tuttavia, esiste una forte correlazione inversa tra il dollaro e l'oro. La correlazione inversa è una relazione contraria tra due mercati. Quindi, quando un mercato aumenta di valore, l'altro di solito diminuisce. Questo avviebe per due ragioni importanti: un dollaro in calo può aumentare il valore di altre valute. Questo aumenta la domanda di materie prime, compreso l'oro. Quando il dollaro inizia a perdere il suo valore, gli operatori cercano fonti alternative per memorizzare il valore. Ciò è dovuto al fatto che una diminuzione di USD è di solito connesso con i tassi di interesse in calo. Con i tassi sono più bassi, i trader cercano un profitto altrove e l'oro è un'alternativa.
• Questa settimana il valore delle obbligazioni è salito significativamente, ma il settore tenologico più direttamente correlato al valore delle azioni, (e questo si è visto accadere per moltissime sessioni di borsa recentemente ) è salito in parallelo.
• Evidentemente questa correlazione non può essere l'unico punto su cui impostare il nostro trading e la settimana appena conclusa è la dimostrazione che questa teoria utilizzata male porta a non comprendere tutte le sfumature che un mercato può avere.
• Nella settimana appena conclusa, venerdì, abbiamo visto un nuovo forte rapporto di un titolo dei FAANG che ha aiutato i titoli azionari a recuperare dal pesante calo di giovedì e ha permesso ai principali indici una seconda settimana consecutiva di rialzi. Contemporaneamente, un report sull'occupazione molto migliore del previsto ha dato alla Fed il "via libera" per continuare sul suo percorso aggressivo nella politica dei possibili rialzi dei tassi di interesse.
• La mia attenzione e quella del mercato nella settimana appena conclusa è stata principalmente dedicata ai FAANG. Tre delle ”trillion dollars company”, hanno rilasciato i propri utili e questo ha avuto un immediato e forte impatto sul mercato. Gli ottimi reports di Alphabet e Amazon hanno aiutato il settore tecnologico a riprendersi dalla recente debolezza, al contrario i deludenti dati di Meta Platforms (FB) hanno portato ad una delle peggiori giornate del 2022.
• Riprendendo il tema della correlazione, fortissima è la correlazione: Utili aziendali/Prezzo azionario. È stato estremamente istruttivo vedere il movimento effettuato dai 5 maggiori titoli Tech a stelle e strisce in risposta ai loro reports trimestrali nei giorni passati. Alphabet e Amazon hanno letteralmente aggiunto centinaia di miliardi di dollari alle loro capitalizzazioni di mercato nella sessione di trading del giorno successivo. Facebook con dati deludenti ha perso centinaia di miliardi di dollari di capitalizzazione nella sessione di trading del giorno successivo.
• Venerdì, la settimana si è conclusa con Amazon che ha fatto la differenza sul mercato dopo che la società di Jeff Bezos ha presentato un sorprendente dato degli utili di oltre il 600% nel quarto trimestre. Le entrate sono salite del 9%. Le azioni di Amazon sono salite del 13,5%.
• Il NASDAQ ha chiuso in rialzo del +1,58%, portando il bilancio settimanale al +2,4%. L’S&P è salito del +0,52%. Il Dow Jones è sceso leggermente del -0,06%. I due indici sono saliti nella settimana rispettivamente del +1,5% e del +1%.
• Oltre agli utili di Amazon c'è stata un'altra notizia importante venerdì. La situazione occupazionale, il governo ha dichiarato che l'economia ha aggiunto 467.000 posti di lavoro in gennaio. Questo dato ha polverizzato le aspettative che erano attestate a circa 150.000, ed in prospettiva è un dato incredibilmente alto visto che è avvenuto in un mese in cui ci si aspettava una contrazione a causa dell'epidemia di omicron.
• Purtroppo il mercato non è potuto salire di più perché anche se questo dato è certamente positivo per l'economia dà allo stesso tempo alla Fed il "via libera" per mantenere il percorso con i suoi piani di aumentare i tassi quattro volte (5?????) quest'anno.
Perchè la settimana passata Nasdaq +2,4% e Treasury 1,905 sono entambi saliti?
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
• Ok adesso smetterò di di tormentarvi con i FAANG e il numero di posti di lavoro. Questa è la settimana dei dati CPI (il paniere di mercato che consiste in un elenco di elementi fissi utilizzati per tracciare il progresso dell'inflazione in un'economia. Il CPI è utilizzato per indicizzare il valore reale degli stipendi, delle pensioni al fine di regolare i prezzi). Il prossimo rapporto CPI uscirà il 10 febbraio, se l'inflazione si surriscalderà ulteriormente causerà certamente volatilità nel mercato azionario. Molti tra di noi continuano a credere/sperare che l'inflazione sia transitoria. Quello che non è stato transitorio sicuramente sono stati i dati sugli utili: • l'aumento del 20% di Amazon su Prime • i dati di Starbucks, e tutti gli altri previsti questa settimana, non sembrano essere 'transitori'".
• La prestazione negli ultimi trenta giorni dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• FTSE MIB -3,67%
• Dow Jones -3,15%
• S&P 500 -3.77%
• Nasdaq -5.61%
Le mie performance invece: Nel Mercato Italiano il mio Portafoglio "Mib 40" che include tutti i 40 titoli del Mib ha fatto +7,53%. Nel Mercato Americano il mio Portafoglio "Best Brands" che è composto da 34 titoli presi da questi 3 indici ha fatto +1,20%
• La prestazione negli ultimi sette giorni dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• FTSE MIB -0.78%
• Dow Jones -0.12%
• S&P 500 -0.33%
• Nasdaq -1.00%
• Nel Mercato Italiano il mio Portafoglio "Mib 40" che include i migliori titoli italiani a grande capitalizzazione +7,56%. Nel Mercato Americano il mio Portafoglio "Best Brands" che è composto da 34 titoli presi da questi 3 indici ha fatto +6,15%. Ma sono anche consapevole che la borsa è così che bisogna saper stare nella borsa come un marinaio sa navigare tutti i mari. Non si può essere marinai solo quando il vento è in poppa. Quindi continuo il mio lavoro con un atteggiamento positivo e una testa fredda.
• Concludo con la mia solita domanda riflessione ai miei lettori: Avete chiaro come muovervi adesso nel mercato azionario? Quali settori privilegerete nei vostri acquisti? La mia posizione sugli indici per mezzo della quale opero sui Futures è la seguente:
• Nasdaq 100 LONG,
• Dow Jones LONG,
• S&P 500 LONG,
• Euro Stoxx 50 LONG,
• Dax LONG,
• Ftse Mib LONG,
• Rimando alla mia analisi pomeridiana dedicata a come opero sui Futures per maggiori dettagli.
• La mia operatività è rivista ogni 24 ore: gli abbonati al mio blog finaziario ricevono i miei livelli operativi esatti in tempo reale per copiare esattamente il mio trading.
Mi piacerebbe leggere sotto la mia analisi le vostre opinioni.
I livelli dei 3 maggiori indici americani dopo l’ultima sessione di borsa sono:
• L’S&P 500 è variato di +23,11 punti a 4.500,54 per un +0,52%. Ultimo record il 3 gennaio.
• Il Dow Jones è variato di -21,42 punti a 35.089,75 per un -0,06%. Ultimo record il 4 gennaio.
• Il Nasdaq 100 è variato di +193,24 punti a 14.694,35 per un +1,33%. Ultimo record il 19 novembre.
L’indice Russell 2000 rappresentativo delle small-cap è variato di +0,57% ed adesso vale 2.002,36.
Il rendimento del Treasury a 10 anni, che influenza direttamente i tassi di interesse sui mutui e altri prestiti al consumo, ha chiuso a 1,907% dall’1,847% del giorno precedente.
Il valore dell’oro dal minimo di marzo di 1.680$ dollari l’oncia ha guadagnato 130$ ed adesso si attesta sui $1.810 dollari.
Il prezzo del Future greggio americano WTI è variato di -0,15 dollari questa mattina e in questo momento quota 92,22 dollari albarile.
L'indice di volatilità VIX S&P 500 ha chiuso a 23,22. Minimo e massimo delle ultime 52 settimane 14,10 e 38,94.
Ecco il rendimento completo di tutti i miei portafogli nell'ultimo anno.
Classifica dei migliori rendimenti dal 03/02/2021 al 02/02/2022:
• 1.Portafoglio Commodities, Bitcoin, Index + Oper. Straord. (USA) +154,61
• 2.Portafoglio Mib 40 (AZIONI ITALIA) +126,90%
• 3.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - Italia (AZ. ITALIA) +101,77%
• 4.Portafoglio BEST BRANDS (AZIONI USA) +91,57%
• 5.Portafoglio numero 1 Oggi in Italia (AZ. ITALIA) +88,37
• 6.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - USA (AZIONI USA) +49,51%
• 7.Portafoglio numero 1 Oggi in USA (AZIONI USA)30,94%
Eccezionale ad oggi ci sono ben 3 portafogli su 7 che nella classifica superano il 100% di performance nella performance ad 1 anno.
Sull'ORO il 1834 respingerà le quotazioni verso il basso?Il grafico del metallo giallo si trova a fare i conti con l'importante resistenza a 1834!!!
Per il momento le quotazioni permangono al di sotto di essa e si rimane in attesa di un eventuale reazione ribassista al di sotto del range delle ultime tre sessioni giornaliere; ma un importante movimento rialzista sopra il riferimento grafico cambierebbe le carte in tavola.
Buon trading!!!
S&P 500 e Dow Jones nuovi record, Nasdaq a soli 82 punti dal suoS&P 500 e Dow Jones nuovi record, Nasdaq a soli 82 punti dal suo. Cosa farò oggi.
A Wall Street si dice:
"Quando sono in perdita molti diventano “investitori di lungo termine”. La differenza tra un trader e un investitore sta nella durata della scommessa e nel controvalore corrispondente. Non c’è assolutamente nulla di male nell’investire a lungo termine, purché non lo si mischi con il trading di breve termine. Semplicemente molti diventano investitori di lungo termine dopo aver perso i soldi, posponendo così, nel loro rifiuto di affrontare la situazione, la decisione di vendere".
Nassim Nicholas Taleb
Nell’ultima sessione a Wall Street, l’SP 500 è variato del +0,14%. Nel momento in cui scrivo questa analisi i futures statunitensi sono negativi: Nasdaq -0,08%, per il Dow Jones -0,03% e per l’S&P 500 -0,05% circa.
• La prestazione dall'inizio dell'anno dei tre maggiori indici americani e dell'indice italiano è la seguente:
• Dow Jones +19,22%
• S&P 500 +27,61%
• Nasdaq +22.33%
• FTSE MIB +22,99%
Perché il mercato ha chiuso in maniera mista nell’ultima sessione a Wall Street?
• Il mercato azionario e diviso storicamente tra due distinte e nette categorie gli Orsi e i Tori. Uno dei miei siti web si chiama appunto orsoetoro.com e orsoetoro è anche il nome del mio trading system nato da 30 anni di esperienza sui mercati. Ma in definitiva cosa nascondono questi due nomi? Semplicemente due personalità psicologiche ben distinte i pessimisti e gli ottimisti. Io parlo da un osservatorio privilegiato in quanto ho la possibilità quotidianamente di avere feedback da decine e decine di operatori del mercato di qualunque livello, economico, culturale, molto esperti o solo principianti della borsa. Per quanto ognuno di noi voglia essere oggettivo nell'espressione della propria opinione, il tratto psicologico distintivo di fondo che ci appartiene, e cioè essere pessimisti o ottimisti aggiungerà quella soggettività che inevitabilmente andrà ad influenzare, (facendoci commettere degli errori) la nostra operatività. Io mi sento spesso come una “VOX CLAMANTIS IN DESERTO“ espressione latina che significa « LA VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO». Si tratta di una frase biblica che allude ad un avvertimento non ascoltato, alla mia opera di persuasione verso i miei followers che risulta vana. Dividere i fatti dalle opinioni. I fatti sono ciò che l'analisi tecnica mi mostra tutti i giorni e quello e solo quello conta. Le opinioni sono tutto il resto, e valgono tanto quanto “il caso”, e cioè eventi accaduti per cause che certamente vi sono ma non sono conosciute ovvero "non-lineari", sconnesse o meglio "intricate", che non presentano una sequenza causalità-effettualità necessitata, cioè deterministica, tale da permettere l'identificazione di esse e la predicibilità degli effetti. Veniamo al mercato di oggi ma non dimenticate questa premessa: Siamo stati tutti viziati da questo mercato. Da quando si è toccato il fondo dopo il crollo del primo covid, le azioni sono tornate ai massimi di tutti i tempi per poi ogni tanto fare brevi storni ma che sono sempre stati riacquistati in modo aggressivo, riavviando subito il ciclo verso nuovi massimi storici. Per poi, quando il mercato torna a queste altezze vertiginose, lasciare gli ottimisti-tori con un bel sorriso ed i pessimisti-orsi a chiedersi (e chiedermi…bla, bla, bla, bla,) come è possibile e quando tutto crollerà.
• Piuttosto che fare il tifo per l'Armageddon come stanno facendo i pessimisti-tori in questo momento, (l’Armageddon è il nome usato nell’Apocalisse 16, 16 a indicare il luogo dove i re malvagi, alleati della Bestia, si concentreranno nel gran giorno per la guerra contro Dio) guardo i numeri. Ed esattamente mi concentro oggi sui bassi volumi che contraddistinguono queste giornate di vacanza. Bassi volumi che però lentamente spingono i mercati verso record storici di tutti i tempi quasi ogni giorno. L'S&P 500 ha chiuso la giornata aggiungendo altri 6,71 punti e chiudendo ad un altro massimo storico a 4.793,05. Oramai ci stiamo avvicinando così tanto ai 5.000 dell'S&P 500 che ne sento quasi l'odore. Ieri poi è stato il turno anche del Dow Jones a segnare un nuovo record storico. L'indice degli industriali ha aggiunto 90,42 punti chiudendo a 36.488,64. E sono due su tre!
• Valutando solo l'ultima settimana abbiamo i seguenti risultati:
• • Dow Jones +1,50%
• • S&P 500 +1,42%
• • Nasdaq +0,72%
• • Ftse Mib +1,21%
• Vediamo insieme quali sono state le notizie che ieri hanno movimentato il mercato:
• 1. I magazzini all'ingrosso hanno aumentato le loro scorte nel mese di novembre del +1,2% su base mensile, dato inferiore alle aspettative di +1,5%.
• 2. Le scorte al dettaglio di novembre invece sono salite di +2.0% su base mensile, dato migliore delle aspettative di +0.5% e maggiore incremento in 29 anni.
• 3. Le vendite di case nel mese di novembre sono inaspettatamente scese del -2,2% su base mensile, dato più debole delle aspettative che erano per un +0,8%.
• 4. La media a 7 giorni di nuove infezioni Covid degli Stati Uniti è salita ad un massimo record di 271.081 dato di martedì, che se confrontati con i dati del 1° dicembre significano un rialzo del +216%.
• Vediamo adesso insieme, cosa hanno fatto nell'ultima sessione alcuni titoli rappresentativi per l'intero mercato.
• Biogen ha chiuso in rialzo di oltre il +9% miglior titolo nello S&P 500 e Nasdaq 100. La notizia che ha sorpreso positivamente i mercati è stata data dal Korea Economic Daily il quale ha riportato che Biogen era in trattative per vendersi al gruppo Samsung.
• Western Digital ha chiuso in rialzo di oltre il +5%. La notizia positiva per questo titolo è stata data dalla banca d'affari Wells Fargo (NYSE:WFC) Securities, la quale ha emesso un report in cui segnalava che le infezioni Covid in Cina hanno avuto un impatto sulla produzione di chip NAND, e "lo vediamo come un fattore positivo per Western Digital e Micron Technology". Micron ha chiuso più di +3%.
Cosa invece ha aiutato il mercato nell’ultima sessione?
• Anche ieri sia i titoli delle compagnie aeree che quelli delle catene di casinos sono scesi a causa del l'impatto immediato delle infezioni di covid. Ripeto da diversi giorni oramai che ogni calo di questi titoli deve essere preso come occasione di acquisto per una sicura risalita a breve. American Air Lines Group ha chiuso in calo di oltre il -2%, e Alaska Air Group e United Airlines Holdings hanno chiuso in calo di oltre il -1%. Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Intel (NASDAQ:INTC), Advanced Micro Devices e General Motors (NYSE:GM) hanno tutti annunciato che non avrebbero organizzato presentazioni in presenza alla conferenza annuale sulla tecnologia CES a Las Vegas il mese prossimo a causa dei casi di Covid. Wynn Resorts e Las Vegas Sands hanno chiuso in calo di oltre il -1%, e Caesars Entertainment e Penn National Gaming hanno chiuso in calo del -0.5%.
• Nel mio portafoglio nel mercato USA attualmente i titoli con la migliore performance, aperti recentemente tra quelli a larga capitalizzazione sono presenti:
• TESLA MOTORS INC +15,98%
• CISCO SYSTEMS INC +15,45%
• IBM +11,60%
• CARNIVAL CORP +10,58%
• COCA COLA (NYSE:KO) BOTTLING +10,41%
• Nel mio portafoglio nel mercato USA attualmente i titoli con la migliore performance, aperti negli ultimi 7 giorni tra quelli a media capitalizzazione sono presenti:
• Alpha And Omega Semi +18,82%
• EXPEDIA GROUP INC +143,49%
• New Fortress Energy Llc +9,20%
• Republic First Bcp +8,86%
• EVOLUS INC +7,07%
• Nel mio portafoglio nel mercato ITALIA attualmente i titoli con la migliore performance, aperti recentemente tra quelli nel MIB 40 sono presenti:
• UNICREDIT (MI:CRDI) +27,00%
• SNAM (MI:SRG) rete gas +9,36%
• AMPLIFON +9,22%
• CNH (MI:CNHI) INDUSTRIAL +8,96%
• TERNA (MI:TRN) +8,52%
• Nel mio portafoglio nel mercato ITALIA attualmente i titoli con la migliore performance, aperti recentemente tra quelli a media capitalizzazione sono presenti:
• BASICNET +12,94%
• ALKEMY +9,22%
• BIESSE +8,06%
• AUTOGRILL SPA +7,75%
• ESPRINET 6,64%
• Questi portafogli fanno parte del mio abbonamento: Portafoglio Azioni Italia e Usa.
• Questo portafoglio è diviso in 6 sotto-portafogli. Tre di questi sono dedicati all'area geografica Italia. • Mib 40. • Numero 1 oggi in Italia (Ogni giorno indico il titolo che secondo me è il migliore acquisto che faccio sul mercato italiano). • Tutte le recenti numero 1 Italia.
• Tre di questi sono dedicati all'area geografica Italia. • Best Brands. • Numero 1 oggi in USA (Ogni giorno indico il titolo che secondo me è il migliore acquisto che faccio sul mercato USA). • Tutte le recenti numero 1 USA.
• Come impostare la strategia corretta per il copy trading della mia strategia sul canale 1 Mib 40 e canale 4 Best Brands.
• Premesse:
• La crescita di questi portafogli è stata molto lineare durante tutto il corso dell'anno e quindi si sono prestati bene ad essere seguiti durante tutto il corso del 2021.
• Strategia per applicare il copy trading statistico:
• Divido il mio capitale in 15 parti con le quali compero 15 titoli, 6,66% su ogni titolo.
• Il portafoglio Best Brands è composto di 34 titoli e quindi acquistandone 15 praticamente possiedo il 44,11% (il Mib 40 di 40 titoli e quindi il 37,5%) dell'intero portafoglio, abbastanza per avere una rilevanza statistica che nel lungo periodo creerà le condizioni per avere le performance allineate con quelle del 100% del portafoglio.
• Acquisto fino ad esaurimento del capitale i titoli mano a mano che diventano long e quindi max 15 titoli in portafoglio.
• Vendo i titoli in portafoglio mano a mano che scatta il segnale di vendita e con la nuova liquidità sono pronto a ricominciare gli acquisti.
• Conclusioni:
• I portafogli Mib 40 e Best Brands nel corso del 2021 sono stati molto lineari nella loro crescita ed in ogni momento dell'anno hanno dato performance in crescita e quindi ritengo siano stati un perfetto esempio per copiare il mio trading con il metodo statistico sopra descritto.
S&P 500 e Dow Jones nuovi record, Nasdaq a soli 82 punti dal suo. Cosa farò oggi.
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
• Rimanendo in tema biblico, la mia profezia ripetuta tante volte nelle mie analisi in questi giorni di dicembre “Prevedo nuovi massimi sul mercato entro il 31 dicembre!” del 23/12, “L'S&P 500 supererà i 4800 punti entro il 4 gennaio.” del 27/12, “Se volete la mia opinione di nuovo vi dico che anche il Nasdaq ed il Dow Jones raggiungeranno i massimi di tutti i tempi la prossima settimana.” ribadita quotidianamente si è praticamente già avverata. Solo i titoli tecnologici del NASDAQ 100 sono rimasti indietro, questo indice ha guadagnato solo +2,35 punti chiudendo a 16.491,01 e adesso si trova solo a 82 punti dal segnare il nuovo record storico.
• Per sottolineare la forza di questo rialzo indìco oggi il prezzo del petrolio greggio. Penalizzato quando le preoccupazioni della domanda che circondavano gli impatti delle nuove varianti COVID hanno tirato giù i prezzi di questa commodity che sono scesi dai massimi raggiunti vicino agli 84 dollari. La maggior parte del mese di novembre è stata in calo per i prezzi del greggio che hanno toccato il fondo il secondo giorno di negoziazione di dicembre a 62,43 dollari. Ma da quel giorno, i prezzi sono saliti di oltre 14 dollari o del 22% a 76,62 dollari. La mia personale operatività nel "Portafoglio Commodities, Bitcoin e Index" ha colto sia il ribasso che il rialzo e la mia posizione è attualmente long da diversi giorni sul petrolio. Con il rialzo di ieri il greggio si è portato sopra la media mobile a 50 giorni a 76,50 dollari. Questa é la prima volta che il greggio è scambiato sopra la media mobile a 50 giorni dal 24 novembre. Con la seduta di ieri abbiamo raggiunto la quinta sessione positiva consecutiva per il greggio. Questo movimento conforta il rialzo dei mercati verso le preoccupazioni per la gravità di Omicron che diminuiscono in tutto il mondo, e sta diventando più evidente che il mondo è più vicino a tornare alla normalità che a tornare in isolamento.
Cosa farò oggi?
• Mi aspetto che la settimana continui ad essere una noiosa deriva verso l'alto. Sono molto contento dei massimi storici raggiunti da SP 500 e Dow Jones. Ma non voglio fermarmi a questa fine dell'anno e al “Rally Di Babbo Natale”. A breve ci aspetterà la “EARNING SEASON”. E io vedo un'enorme opportunità proprio dietro l'angolo con la stagione degli utili in arrivo. L'inizio dell'anno è tipicamente un forte periodo stagionale per le azioni. C'è ancora tantissima liquidità in attesa di essere investita, Omicron è alle corde del ring e tra poco verrà messo KO, c'è la forte probabilità che questa stagione degli utili sia una “bellissima stagione”.
• Concludo con la mia solita domanda riflessione ai miei lettori: Avete chiaro come muovervi adesso nel mercato azionario? Quali settori privilegerete nei vostri acquisti? La mia posizione sugli indici è la seguente la mia operatività è rivista ogni 24 ore: Nasdaq 100 Long, Dow Jones Industrial Long, S&P 500 Long, Euro Stoxx 50 Long Ftse Mib Long
• Mi piacerebbe leggere sotto la mia analisi le vostre opinioni.
I livelli dei 3 maggiori indici americani dopo l’ultima sessione di borsa sono:
• L’S&P 500 è variato di +6,71 punti a 4.793,05 per un +0,14%. Nuovo record storico.
• Il Dow Jones è variato di +90,42 punti a 36.488,64 per un +0,25%. Nuovo record storico.
• Il Nasdaq 100 è variato di +2,35 punti a 16.491,01 per un +0,01%. Ultimo record il 19 novembre.
L’indice Russell 2000 rappresentativo delle small-cap è variato di +0,12% adesso vale 2.249,24.
Il rendimento del Treasury a 10 anni, che influenza direttamente i tassi di interesse sui mutui e altri prestiti al consumo, ha chiuso a 1,543% dall’1,477% del giorno precedente.
Il valore dell’oro dal minimo di marzo di 1.680$ dollari l’oncia ha guadagnato 119$ ed adesso si attesta sui $1.799 dollari.
Il prezzo del Future greggio americano WTI è variato di -0,21 dollari questa mattina e in questo momento quota 76,38 dollari al barile.
L'indice di volatilità VIX S&P 500 ha chiuso a 17,27. Minimo e massimo dell'ultimo anno 14,10 e 37,57.
Le quattro migliori azioni Italiane da acquistare oggi.Se seguite le mie analisi ed emulate le mie operazioni realizzerete le mie stesse performance.
1. Tod's Spa (TOD) sopra 51,61 in chiusura.
2. Credito Emiliano Spa (CE) sopra 5,87 in chiusura.
3. Gvs Spa (GVS) sopra 11,10 in chiusura.
4. Cir Spa-Compagnie Industriali (CIR) sopra 0,4850 in chiusura.
Attenzione io compro questi titoli in chiusura di sessione solo alla rottura della resistenza indicata.
Seguo questa strategia con rigore assoluto, non compro il titolo se non dimostra la forza necessaria per rompere la resistenza perché potrebbe essere addirittura controproducente.
Presento nel mio blog quotidianamente il livello aggiornato della resistenza.
Conoscere un titolo ed una resistenza sono però solo il 50% del lavoro da fare.
L’altro 50% consiste in come gestire il trading, diversamente da altre strategie che piazzano il target sopra la linea del mercato, la mia strategia prevede di non uscire ma di alzare lo stop (o take profit) ulteriormente avvicinandomi alla linea di mercato sempre più ma sempre attendista rispetto all’uscita. La mia strategia prevede un inseguimento del titolo con una velocità algoritmica di allineamento dello stop/take profit costantemente in aumento per catturare il massimo del rialzo cercando però di non uscire prematuramente da trade fruttuosi.
Una strategia sviluppata in 30 anni di trading che è inclusa nel mio metodo operativo e che io mostro ai followers che si abbonano al mio blog finanziario.
Abbonandoti al mio blog vedrai in tempo reale quali titoli scelgo e quelli sui quali entro.
Il mio livello di acquisto, la gestione che faccio di ogni titolo ed il mio livello di stop e take profit.
Vedrai come io applico la mia strategia ed il mio metodo statistico.
La notizia di oggi:
Nel mio portafoglio “Commodities, Bitcoin, Index più operazioni straordinarie” in questo momento svetta una super performance del +47% con una posizione long sul “LUMBER” il famoso legname da costruzione americano.
Precedentemente mi ero espresso rispetto al valore di questa commodity che mi sembrava che livello di $448 fosse un significativo livello di supporto al ribasso per il prezzo del legname in previsione dell'ultimo trimestre del 2021.
I futures sul legname in quel momento valevano 627,50 dollari ed io ho iniziato la mia operatività con un long quel giorno. ieri 9 dicembre, il prezzo era sopra il livello di 1.000 dollari.
Il legname è un mercato di futures altamente illiquido.
I mercati illiquidi tendono a muoversi più in alto o più in basso portando a un massiccio apprezzamento o deprezzamento del prezzo.
Nel 2021, il mercato del legname è passato dalla festa alla carestia e di nuovo alla festa con un rally che ha portato il prezzo a più del doppio del minimo di agosto.
Il legname può non essere commerciabile, ma è un barometro per l'inflazione e il mercato immobiliare, dato che è un elemento costitutivo delle case e dei progetti di costruzione.
Con i tassi d'interesse che saliranno nel 2022, sembra che i partecipanti al mercato stiano mordendo il freno e pagando per le nuove costruzioni.
Inoltre, la ricostruzione delle infrastrutture negli Stati Uniti richiederà molto legno nei prossimi anni.
Il legname sta inviando un messaggio ai mercati di tutte le Altre commodities, anche se i prezzi del greggio e delle materie prime energetiche sono diminuiti nelle ultime settimane.
QUALE E' STATO IL MIGLIORE PORTAFOGLIO DI MARCO BERNASCONI SU CUI INVESTIRE NEL 2021?
Ecco il rendimento completo di tutti i miei portafogli nel 2021.
Classifica dei migliori rendimenti dal 04/01/2021 al 10/12/2021:
1.Portafoglio numero 1 Oggi in Italia (AZIONI ITALIA) +139,35%
2.Portafoglio BEST BRANDS (AZIONI USA) +126,22%
3.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - Italia (AZ. ITALIA) +104,57%
4.Portafoglio Mib 40 (AZIONI ITALIA) +102,71%
5.Portafoglio Tutte le Recenti N.1 - USA (AZIONI USA) +97,19%
6.Portafoglio Commodities, Bitcoin, Index + Oper. Straord. (USA) +96,57%
7.Portafoglio numero 1 Oggi in USA (AZIONI USA)62,44%
Eccezionale ad oggi ci sono ben 4 portafogli su 7 che nella classifica superano il 100% di performance nel 2021
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