DISNEY in cerca di un nuovo CEODISNEY dichiara di stare esplorando per nuovi candidati a CEO.
Per me è una notizia che crea un sentiment bullish.
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Cerca nelle idee per "RISK"
CARNIVAL breakout rialzistaCCL sta realizzando un breakout rialzista che potrebbe spingere i prezzi verso 28 dollari.
Da monitorare l'eventuale pullback in area 20 dollari per cercare un entrata.
Qui mi piacerebbe vedere anche un incremento volumetrico più incisivo
Seguimi per altre idee e per l'accesso alla lista completa
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Lululemon potrebbe cercare un supportoDopo il recente rialzo potrebbe cercare un supporto a 280 dollari
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NIKE è finito il rimbalzo? o sta preparando un supporto?NIKE ha un grafico interessante perchè ha mostrato i muscoli subito dopo l'affondo. Tuttavia mi aspettavo un ritorno dei prezzi sopra 95.
A questo punto penso che la tenuta di 80 dollari sarà fondamentale... per alcuni il livello di stop loss e per altri un buon ingresso per giocare su un RR interessante.
La reazione sui minimi di settembre è la chiave di lettura.
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Amazon costruisce un supporto?Amazon si avvicina ai 180 dollari e sembra creare un primo livello di rallentamento della correzione.
Grafico molto interessante.
Amazon ha per ora sottoperformato rispetto a sp500.
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Alphabet reagisce positivamenteAlphabet... amo questo grafico
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L’EUFORIA ASIATICAToday’S Trading del 30.09.2024
MACRO BACKGROUND
La tanto attesa riscossa della Cina sembra finalmente arrivata. Dopo circa 4 anni dalla caduta dell’economia cinese a causa della crisi covid, arriva un piano di sostegno all’economia che può essere definito un Bazooka. La volontà di raggiungere una crescita del 5% in questo 2024 è rimasto un progetto sino ad oggi incompleto, con il settore immobiliare che non riesce a riprendersi dall’ultima forte crisi ed una generale sfiducia sia dei consumatori che degli investitori esteri che ha lasciato la seconda economia mondiale incapace di reagire.
La risposta della PBOC come del Governo non ha tardato , e con un super piano di stimoli all’economia sembra aver dato nuova fiducia agli investitori ed ai mercati.
La serie di iniziative messe in campo in questo settembre , per diversi analisti potrebbe essere solo una prima manovra, alla quale seguirà poi una seconda indata di aiuti che metterebbe in luce la determinazione del governo nel raggiungere i suoi target di crescita.
Il mercato Cinese torna ad interessare agli investitori che con grandi flussi di denaro riportano l’indice CSI 300 su del 16% in una settimana, crescita che non si vedeva dalla crisi del 2008.
C’è da notare che la rinnovata fiducia sulla Cina arriva anche in un momento in cui l’America potrebbe perdere il suo fascino, perché se è vero che la FED ha iniziato il suo ciclo di taglio tassi è anche vero che la fase recessiva non è staa di certo scongurata.
La possibilità di un rallentamento economico USA è un’opzione ancora presente sul tavolo, e con il bisogno di controllare l’infalzione in occidente, non si può certo sperare in grandi manovre per salvare l’economia , se non qualche ulteriore taglio del costo del denaro e questo mette in primo piano la CINa dove iniezioni di liquidità piacciono molto di più agli investitori.
Insomma euforia e risk on dominano la scena, stavolta con protagonista la Cina, super eroe inatteso dell’economia globale.
FOREX
Si chiude il mese di settembre con un dollaro USA asfittico, valuta peggiore del panorama delle big seven con una performance media del – 1.50%, seguito dal canadese con un -1.44%. La forza si concentra sullo yen, che al netto di una altissima volatilità si colloca al primo posto come aset migliore del mese con un +1.57% medio. Dopo la deludente riunione della BOJ nella quale Ueda aveva disatteso gli investitori con tono morbidi e poco decisi su un futuro rialzo tassi, lo yen aveva perso tereeno mettendo in luce nuova debolezze, è servita l’elezione del nuovo primo ministo Ishiba a dare nuova speranza per politiche di rilancio all’economia e nuova speranza di tassi alti. Seguono la scia di euforia asiatica le oceaniche, con l’australiano che chiude il mese con un +1.20% medio godendo delle forti partnership con la Cina e la natura economica del paese tipicamente esportatrice di materie prime.
EQUITY
Azionario nuovamente in risk on, innegabile la super performance delgi indici asiatici, l’hang sang in due settimane segna un +20.90% , Cina 50 batte un +21.60% insomma torna la voglia di comprare Cina. Segue come proxy l’Europa che potrebbe godere della rinascita cinese, special modo la Germania che è partner commericale , pertanto il Dax si lancia in uovi massimi a 19660pnt , segnaliamo che la forte spinta long di questi gioni ha lasicato scopeto il poc di giovedi, a 19300 pnt, area che potrebbe necessitare di ricoperture prima di vedere nuovi allunghi rialzisti.
In America continuano le rotazioni settoriali, evidente la dinamica di venerdi, dove il Nasdaq ha chiuso negativo con un -0.60% a 20220pnt, mentre il Dow ha aggiornato i massimi a 43000 pnt prima di riassorbire e chiudere comune a 42.650 pnt.
COMMODITY
Rallenta il Gold, che dopo aver segnato massimo storico a 2709$ venerdi mette a segno il primo ritracciamento short cion una close a 2668$ portandosi ai primi Low Volume Node del composito mensile. Le quotazioni ora restano comprese tra i due Hight volume node di 2685$ e 2650$
Da segnalare ancora il WTI che dopo la fase di accumulo in area 67.50$ trova spunti di ripartenza long fino al test delle prime resistenze a 69.20$, si guarda ora ai break out rialzisti fino ai massimi precedenti di 71$.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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Dow Jones, un record storico al giornoContinua senza sosta il periodo caratterizzato da decorrelazione tra i diversi asset finanziari, alimentata dall’incertezza globale sia sul fronte geopolitico, ma soprattutto su quello economico e finanziario. Il mercato azionario continua a muoversi spinto delle rotazioni di portafoglio che hanno visto, ultimamente, il settore tecnologico ripiegare, in ragione di logiche prese di beneficio, a favore dei settori tradizionali.
Sugli altri mercati prevale una leggera tendenza di debolezza del dollaro (in quello valutario), alimentata da un risk on persistente (indice Vix a 16 e Fear and greed in piena area di appetito al rischio), mentre sugli obbligazionari e titoli di Stato, i rendimenti scendono con cautela, con movimenti e price action decorrelate tra di loro. Ne è la riprova l’Oro che intanto è salito su nuovi massimi storici.
Tornando all’azionario, con riferimento a quello Usa, i listini hanno chiuso, venerdì scorso, una sessione volatile e mista, poiché l'incertezza ha prevalso dopo il rally della sessione precedente, alimentata dal taglio, al di sopra del consensus, dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. L'S&P 500 e il Nasdaq sono scivolati rispettivamente dello 0,2% e dello 0,3%, mentre il Dow Jones raggiunto un nuovo massimo storico, salendo dello 0.09%.
I banchieri, responsabili della politica monetaria Usa, hanno espresso opinioni diverse sull'inflazione, con il governatore Christopher Waller che ha sostenuto il taglio dei tassi di mezzo punto a causa dei dati favorevoli sui prezzi, mentre il governatore Michelle Bowman, l'unica dissenziente, ha segnalato che l'inflazione non è stata ancora sconfitta.
Tra i vari titoli, FedEx ha perso il 15,2% dopo aver pubblicato una debole trimestrale e aver abbassato le sue previsioni di fatturato, mentre le azioni Nike sono aumentate del 6,9% dopo l'annuncio di Elliott Hill come nuovo CEO. Nonostante la flessione, le azioni hanno registrato una settimana positiva, con l'S&P 500 in rialzo dell'1,3%, il Nasdaq in crescita del 2,1% e il Dow in crescita dello 0,8%.
ORO, NUOVI MASSIMI STORICI
Venerdì l'oro è salito oltre i 2.600 dollari l'oncia, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.626. La ragione principale sembra essere legata alle crescenti tensioni geopolitiche che ne hanno accresciuto l'appetibilità. La paura di un incremento degli scontri in Medio Oriente, con Israele che avanza verso il confine con il Libano sollevano preoccupazioni sulla possibile escalation del conflitto.
D’altro canto, a sostenerne ulteriormente il prezzo, molte banche centrali, specie del sud est asiatico, sembrerebbero essere le principali acquirenti di metallo giallo, in questa fase storica. E’ tecnicamente difficile individuare target in un mercato che non ha punti di riferimento storico intorno a questi livelli, per cui, prima i avventurarsi in possibili “vendite perché è alto” converrebbe probabilmente, far costruire una configurazione a doppio massimo o a massimi decrescenti.
VALUTE
Nel mercato dei cambi, prevale ancora la debolezza del biglietto verde (eccezion fatta lo Jpy), anche se non così accentuata come si potrebbe pensare. Il dollaro tiene ancora i supporti chiave contro euro e sterlina soprattutto, ma i livelli di 1.1200 e 1.3340 non sono stati ancora violati, anche se la valuta britannica appare maggiormente in trend rialzista, grazie agli ultimi dati macro positivi e alle aspettative di una Boe ferma sui tassi di interesse, nonostante una inflazione che sembra calare.
Il UsdJpy invece si riprende e accumula, sostenuto dal risk on dei mercati azionari e con la possibilità di correggere al rialzo, specie dopo il nulla di fatto della Boj, la settimana scorsa, sui tassi. Siamo a 144.00 con un recupero di oltre 400 pips nelle ultime 4 sedute operative. Target possibili, nel caso di superamento di 144.00, anche 147.00 e 149.50, i primi due punti sensibili che rileviamo. L’appetito al rischio si rileva anche sull’indebolimento del franco svizzero, tornato contro euro a ridosso di 0.9500, e anche se la resistenza chiave si trova a 0.9575, il movimento attuale sembra di buon auspicio per il test dell’area suddetta.
Infine segnaliamo il movimento di CnhJpy, uno dei tassi di cambi del futuro, che dai minimi di 19.70 è salito a 20.50 e sembrerebbe voler tornare verso area 20.80 prima e 21.40 poi, in una correzione di un trend primario ribassista sul daily che dai massimi storici di 22.20 era sceso a 19.70. Nel lungo periodo, il movimento principale è ancora orientato al rialzo, ma in fase di esaurimento, come visto dalle ultime price action.
UK, VENDITE AL DETTAGLIO IN CRESCITA
Le vendite al dettaglio nel Regno Unito sono aumentate dell'1% su base mensile ad agosto 2024, dopo dato precedente rivisto al rialzo dello 0,7% a luglio e ben al di sopra delle previsioni dello 0,4%. Le vendite sono aumentate dell'1,8% nel settore alimentare, mentre a livello generale sono aumentate dello 0,6%.
Considerando i tre mesi fino ad agosto, le vendite al dettaglio sono aumentate dell'1,2%. Su base annua, sono aumentate del 2,5%, il massimo da febbraio 2022, dopo un aumento rivisto al rialzo dell'1,5% a luglio e al di sopra delle previsioni dell'1,4%. Sterlina sempre sugli scudi, per via sia dei dati, sia del delta tasso favorevole contro le altre valute.
CANADA, VENDITE AL DETTAGLIO IN RIPRESA
Le vendite al dettaglio in Canada sono aumentate dello 0,5% rispetto al mese di agosto. Ciò estenderebbe l'aumento dello 0,9% rispetto a luglio, che è stato rivisto al rialzo, rimbalzando dal calo dello 0,2% di giugno. L'aumento di luglio ha rappresentato la crescita più significativa dall’aprile 2023, forse in ragione dei tagli aggressivi dei tassi da parte della Banca del Canada.
L'aumento del commercio al dettaglio è stato sostenuto da una maggiore domanda da parte di rivenditori di veicoli a motore e ricambi, oltre a quelli di alimenti e bevande. Inoltre, i volumi aggregati sono stati superiori dell'1% rispetto al mese precedente, sottolineando la ripresa della domanda. Rispetto all'anno precedente, il fatturato al dettaglio è stato superiore dello 0,9% a luglio. UsdCad che ha tenuto come conseguenza, la resistenza di 1.3650 per poi chiudere la settimana a 1.3570. Il non superamento della resistenza chiave ci porterebbe a pensare ad una possibile discesa verso 1.3430, minimo di fine agosto.
FOCUS SUI DATI
Negli Stati Uniti, uno dei dati principali in uscita questa settimana, è quello dei prezzi Pce, che la Fed osserva con particolare attenzione per l’analisi dell’inflazione. Ma è anche la settimana, sempre negli Usa, del dato su spese e redditi personali e soprattutto della terza e ultima rilevazione del Pil del secondo trimestre. A livello di interventi verbali, segnaliamo quelli del presidente Jerome Powell, anche se non sarà il solo che rilascerà dichiarazioni.
Occhio infine ai dati PMI globali S&P, la fiducia dei consumatori CB, gli ordini di beni durevoli. A livello globale, cioè osservando i dati in uscita in altre aree, segnaliamo i PMI di settembre per Australia, Giappone, India, Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito, ma anche estremo interesse per le decisioni sui tassi di interesse di Australia, Svezia, Svizzera e Messico. Per ultimo, attenzione ai dati sull’inflazione per i seguenti paesi: Australia, Francia e Spagna. E infine, la Germania pubblicherà i suoi dati Ifo Business Climate, GfK sulla fiducia dei consumatori e sull'occupazione.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 20.09.2024Ottimismo e “risk on mood” sulle Borse mondiali dopo il taglio della FED.
Dati su produzione industriale e “jobless claims” avvalorano soft landing Usa.
Bopo la BoE, anche le banche centrali Japan e China non toccano i tassi.
Borse asiatiche in recupero “corale”, su anche la Cina….
Cresce sui mercati azionari la fiducia degli investitori nel cosiddetto “soft landing” dell’economia americana, ossia un misurato rallentamento che lascia un margine di crescita positiva contenuto, soprattutto non inflazionistica, evitando la recessione.
Il taglio da -50 bps della Federal Reserve testimonia la convinzione della stessa Banca centrale Usa nell’atterraggio morbido, aiutando i listini di tutto il Mondo, a cominciare da quelli asiatici ieri mattina, a segnare marcati progressi.
Le Borse Europee hanno chiuso la seduta di ieri, 19 settembre, in forte recupero: Parigi la migliore, +2,3%, Milano +1,2%, Amsterdam +1,8%, Francoforte +1,5%, Londra +0,9%, Madrid +0,8%.
Lo scenario di soft landing dell’economia Usa sembra avvalorato anche dal dato sulle nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, comunicate come ogni giovedì dal Dipartimento del Lavoro Usa: le 219 mila unità della settimana scorsa sono il livello più basso da maggio e sono sotto la media mobile a 4 settimane di 227 mila.
Wall Street ieri ha archivato una seduta tutta all’insegna del “risk-on” per chiudere con sontuosi progressi: Dow Jones +1,3%, S&P500 +1,7%, Nasdaq +2,5%. I titoli tech sono stati abbondantemente acquistati, ma i progressi sono stati generalizzati, e “across the board”, per usare un termine anglofono molto efficace.
La Banca centrale del Regno Unito (Bank of England) ieri, 19 settembre, ha votato a schiacciante maggioranza, 8 contro 1, per confermare il tasso base al 5,0%: solo 1 membro avrebbe preferito un taglio di -0,25 punti percentuali a 4,75%.
Torna la calma sul mercato obbligazionario e lo spread tra Btp decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi è sceso ieri a 136 punti base, dai 138 della vigilia: il rendimento del Btp decennale benchmark è sceso a 3,55%, -2 bps dal 3,57% del closing precedente.
Sul fronte valutario, alla vigilia della decisioni sui tassi della Bank of Japan, è tornato ad indebilirsi lo Yen, -0.6% a 143,0 contro US Dollar e -0,7% a 159,2 nel cross con l'Euro. La moneta unica europea e' stabile, attorno a 1,113 contro Dollaro, sui livelli massimi da inizio anno, scontando il robusto taglio dei tassi deciso dalla FED.
Per restare sul tema delle banche centrali, molta attenzione sarà riservata, nel pomeriggio di oggi, 20 settembre, al discorso del Presidente dell’ECB Christine Lagarde: la sua “narrativa” potrebbe anticipare convinzioni ed intenzioni sulle future scelte in tema di costo del denaro, specie dopo che l'inflazione europea ad agosto è scesa a +2,2%, molto vicina al target del 2,0%.
Oggi, 20 settembre, le Borse globali sembrano chiedere una pausa, dopo la corsa di ieri che ha riportato la capitalizzazione azionaria globale a meno del 2% dal massimo storico.
I mercati azionari asiatici, Tokio in primis, attendevano novità dalla Bank of Japan, dopo che il tasso di inflazione al consumo ha toccato l’iperbolico livello, per gli standard nipponici, di +3,0% ad agosto. La BoJ ha confermato invece le attese della vigilia ed ha lasciato i tassi invariati.
Nessuna decisione anche per la PboC (People Bank of China), che ha lasciato invariati i tassi di riferimento, in linea con le attese del mercato.
A Tokyo il Nikkei ha chiuso l'ultima seduta della settimana in netto rialzo, +1,5% contagiato positivamente dalla semi-euforia di ieri sera a Wall Street, e dai segnali di conferma del “soft landing” usa emersi dalle richieste di disoccupazione e dalle statistiche sul comparto manifatturiero.
Nuovo indebolimento per lo Yen giapponese: Euro/Yen a 158,5, Dollaro/Yen a 142,1. Euro sempre relativamente “muscolare” sul Dollaro Usa, indebolito dalla prospettiva di prossimo ulteriore “easing monetario” (alias di altri tagli dei tassi...)
Il prezzo del petrolio recupera, senza slancio, da minimi dell’anno toccati la scorsa settimana: quello del Wti (West texas Intermediate) segna, a fine mattinata, 71,4 Dollari/barile, +0,6%.
Le Borse europee terminano la mattina con cali frazionali, in media -0,3% alle 13.30 CET, consolidando comunque una settimana di vistosi progressi: Stoxx600 Europe +2,3%.
I Future sui maggiori indici di Wall Street indicano riaperture invariate rispetto al closing di ieri sera, ma l’ottimismo di ieri sera potrebbe riservarci una “coda” positiva, visto che i rialzi hanno riguardato anche i comparti meno ciclici del listini.
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I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
SPY vs Consumer ETF a confrontoDal minimo del 2023 ad oggi l'ETF SPY (che replica SP500) ha sovraperformato l'ETF XLYS Invesco Consumer Discretionary di un 15%.
L'attuale situazione di incertezza sugli azionari potrebbe creare una rotazione favorevole per questi ultimi che sono rimasti indietro.
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Energetici al supporto?Da Lunedì riprendo con la pubblicazione delle mie analisi su TradingView.
Oggi anticipo la mia view sugli energetici che arrivano su una zona supportiva dove potrebbe crearsi un accumulo.
In questo momento è un po presto per muoversi ma ritengo che bisogna stare attenti e svegli su questi livelli.
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CHI NON LAVORA… FA TAGLIARE I TASSI ALLA FED!Today’S Trading del 06.09.2024
MACRO BACKGROUND
Il risk off sembra non lasciare i mercati finanziari e la serie incerta di dati macroeconomici che sono stati pubblicati sino ad oggi no aiuta ad aver maggior chiarezza nelle scelte d’investimento.
I dati sui PMI sono contrastanti ancora una volta, da un lato il comparto manifatturiero che rallenta pesantemente e mette in crisi la fiducia futura mostrando un calo preoccupante dei nuovi ordini e delle assunzioni, mentre il comparto service resta meno pessimista trovandosi addirittura in leggera crescita per agosto rispetto al mese di luglio. Unico punto sul quale concordano è il mercato del lavoro, dal quale risultano aziende che non licenziano , ma che nemmeno assumono.
La scarsa quantita di mano d’opera lasica le aziende in una condizione di stallo, dove non licenziano personale in attesa di una potenziale ripartenza, ma non procedono nemmeno ad assunzioni per timore di un rallentamento nella domanda, pertanto coloro che lasciano il lavoro di fatto on vengono rimpiazzati lasciando raffreddare il mercato del lavoro.
Ieri l’ADP research ha pubbilcato la sua ricerca mensile sui nuovi posti di lavoro privati mostrando solo 99K nuove unità,decisamente poche! Il capo economista Nela Richardson, ha cosi commentato: “La deriva verso il basso del mercato del lavoro ci ha portato ad assunzioni più lente del normale dopo due anni di crescita sproporzionata. Il prossimo indicatore da tenere d'occhio è la crescita salariale, che si sta stabilizzando dopo un drammatico rallentamento post-pandemia.”
Poco altro da aggiungere dunque, il mercato del lavoro si raffredda rapidamente e se oggi i NFP dovessero confermare il trend rialzista della disoccupazione USA la FED potrebbe vedersi costretta ad un taglio di 50bp e ridurre il costo del denaro per questo 2024 forse oltre il punto percentuale.
I mercati restano in modalità risk off
FOREX
Il forex si adegua rapidamente al mood di periodo, premiando in questa primissima parte di settembre gli asset rifugio, con uno yen in gran spolvero che guadagna un +1.65% medio rispetto alle majors concorrenti. La possibilità di una BOJ aggressiva e la mecessità di asset rifugio portano i big players a comprare yen , anche il rapporto COT mostra ben 25868 contratti netti long nelle tasche dei non commercial.
Sale anche il franco svizzero, con un +0.45% medio in linea con la moneta unica , a segnalare l’esigenza di protezione e rifugio.
Male in ovvia correlazione gli asset ciclici da investimento, come il dollaro australiano che perde il +1.10% da inizio mese, seguito dal canadese con un -0.66% e dal neozelandese con un +0.56%, a segnalare la fuga dagli asset valutari correlati direttamente al ciclo economico.
Infine prosegue la debolezza del dollaro USA che con un -0.54% medio continua a lasciare intenddete paura per i tagli tassi FED e per una possibile recessione che porta con se storicamente caduta del biglietto verde a beneficio di tutte le altre majors.
EQUITY
Pessime le aperture di questo venerdi, dopo due giorni di lateralità i mercati scelgono la strada ribassista.
In Europa il dax rope i 18560 pnt e allunga a 18440 aprendo la strada a potenziali affondi verso i 18000, male tutti gli altri indici europei , IBEX -0.58% , UK100 – 0.37% , piu ampio l’EUSTXX500 a -0.58%.
L’Asia lascia crollare il Nikkey che segna un pessimo -2.23% segnalando la forte sfiducia nel comparto asiatico. Diverse le banche d’affari che in coro vedono impossibile per la Cina la tanto attesa ripartenza ed il raggiungimento del target del 5% del PIL.
Indici americani che pur avendo ora un pre market decisamente debole aspetteranno la pubblicazione dei dati NFP di oggi pomeriggio.
COMMODITY
Fermo sui minimi il WTI che buca i 70$ per trovare floor a 68.80, non sono tuttavia sufficienti le dichiarazioni dell’Opec + di voler rimandare l’aumento di produzione due mesi a sostenere le quotazioni. Come sempre a farla da padrona è la domanda, sulla quale resta l’incognita recessione.
Meglio i metalli, con il gold che torna a 2550$ e gode ora della debolezza del dollaro USA. La prospettiva di tagli tassi da parte della FED e la possibilità di una fase recessiva fanno tornare la fame di protezione.
Resta per oggi dato cardine il mercato del lavoro USA che potrebbe capovolgere le aspettative e diradare le nubi di paura ed incertezza, cosi come confermare le paure e generare panic selling, massima cautela dunque per oggi.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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Il mese della FedE così, anche il mese di agosto è terminato, dopo un inizio carico di incognite e timori verso le due questioni che più hanno attanagliato i mercati e le decisioni degli investitori, ovvero quella geopolitica, che comprende il conflitto Russo Ucraino, oltre a quello Israelo Palestinese, (con il possibile allargamento all’Iran), ancora ben lontani da una conclusione pacifica, e quella macroeconomica, che aveva fatto pensare, all’inizio del mese, ad una possibile recessione negli Stati Uniti, con conseguente aumento dell’avversione al rischio su scala globale.
Con il passare dei giorni, le notizie provenienti dal medio oriente, con tentativi di instaurare colloqui di pace, ma soprattutto i dati americani relativi ai principali aggregati macro, hanno di fatto allentano la tensione, diminuendo drasticamente le probabilità di recessione negli Usa, capaci ancora di sfornare numeri positivi, a dimostrazione di una certa resilienza della congiuntura americana. E così, i listini, che dalla metà di Luglio avevano cominciato a perdere colpi, hanno raggiunto i minimi intorno al 5-6 agosto, e da quel momento, la ripresa si è fatta sentire con i principali indici tornati quasi sui massimi storici.
Nelle ultime sedute, causa la rotazione di portafoglio avvenuta in concomitanza con i dati del colosso dell’Ai Nvidia, ci sono state oscillazioni non correlate tra i principali indici, ma in generale possiamo dire che il risk on è tornato a farla da padrone. Ad aiutare tale price action, dobbiamo segnalare le dichiarazioni dei banchieri della Fed, che dopo mesi e mesi di approccio conservativo, hanno finalmente cominciato a sostenere la riduzione del costo del denaro.
E così il mese di settembre diventa quello dell’attesa spasmodica verso la decisione di mercoledì 18 dicembre, quando la Fed, dopo anni di tassi in rialzo, abbasserà per la prima volta il costo del denaro di 25 punti base. Forse, le price action attuali andranno avanti fino a quella data, poi, per il principio di “buy on rumors and sell on news”, potremmo assistere ad un cambiamento delle dinamiche di breve termine. Ma questo lo vedremo a tempo debito.
VALUTARIO
Sui cambi, il periodo di Luglio-Agosto ha visto il dollaro perdere strutturalmente quota, contro le principali valute concorrenti, in ragione delle aspettative di ribasso dei tassi negli Usa, che ne hanno alimentato la debolezza. In primis, il UsdJpy che nel periodo in oggetto, ha perso quasi 2000 punti, che in percentuale rappresentano circa il 13%, che per un movimento di un mese è estremamente significativo, anche se ovviamente è stato agevolato dall’intervento a sostegno dello Jpy da parte della Boj.
Da inizio agosto, il ritorno del risk on ha generato una fase di congestione compresa tra 143.50 e 149.50. Nello stesso periodo, la debolezza del biglietto verde si è manifestata anche su altre coppie come EurUsd, che da 1.0780 si è arrampicato fino a 1.1200 circa, per poi iniziare a correggere la settimana scorsa, per via di dati tedeschi deludenti, e che, presumibilmente costringeranno al Bce a ridurre ugualmente il costo del denaro nelle prossime riunioni, vanificando la riduzione della forbice tassi tra Europa e Stati Uniti.
Analogo discorso per le altre coppie, in particolar modo la sterlina che nello stesso periodo ha guadagnato 600 pips ovvero quasi il 5% da 1.2660 a 1.3260. Anche in questo caso ha avuto un ruolo fondamentale la Boe che ha, per effetto di una inflazione ancora alta, messo in guardia da una politica di allentamento troppo anticipata. La sorpresa, probabilmente, viene ancora dal franco svizzero, che schiaccia le valute concorrenti, in particola modo il dollaro, ma anche l’EurChf che nel periodo di cui stiamo parlando, anziché risalire la corrente per effetto del risk on presente, ha ceduto ancora terreno, tornando a 0.9380.
WALL STREET CHIUDE IL MESE IN BELLEZZA
Wall Street ha chiuso l'ultimo giorno di contrattazione del mese di Agosto in positivo, in ragione dei dati pubblicati sul Pce, il dato chiave sull'inflazione attentamente monitorato dalla Federal Reserve. L'S&P 500 è salito dell'1%, il Nasdaq 100 ha guadagnato l'1,3%, mentre il Dow Jones ha raggiunto un nuovo massimo storico a 41.586. L'indice dei prezzi Personal Consumption Expenditures (PCE), l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, è aumentato dello 0,2% su base mensile e del 2,5% su base annua, in linea con le aspettative.
Questi dati hanno rafforzato le speranze di tagli dei tassi da parte della Fed tra un paio di settimane, poiché l'economia ha mostrato forza in un contesto di inflazione in calo, mantenendo quindi la porta aperta a potenziali allentamenti. A livello di risultati trimestrali, segnaliamo Dell Technologies, che è balzata del 4,3% dopo che i suoi utili del secondo trimestre hanno superato le aspettative.
Intel è balzata del 9,5% sui report di ristrutturazione, nonostante un calo del 56% quest'anno. Al contrario, Super Micro Computer è scesa del 2,5%, crollando di oltre il 34% nel solo mese di Agosto, il mese peggiore mai registrato. Tutti e tre i principali indici hanno chiuso un mese volatile, in territorio positivo, con l'S&P 500 in rialzo del 3,9%, il Nasdaq del 4,1% e il Dow in crescita del 2%.
IL PCE CONFERMA IL PROSSIMO TAGLIO DELLA FED
L'indice dei prezzi PCE core degli Stati Uniti, l'indicatore preferito dalla Federal Reserve per misurare l'inflazione di fondo, è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente a luglio 2024, in linea con le aspettative del mercato e coerente con l'aumento dello 0,2% di giugno. Nel frattempo, i prezzi PCE core sono aumentati del 2,6% rispetto al periodo corrispondente del mese precedente, al di sotto del consenso del 2,7% e in linea con lo sfondo che giustifica l'inizio dei tagli dei tassi da parte della Federal Reserve.
CANADA, IL PIL CRESCE
L'economia canadese è avanzata dello 0,5% nel secondo trimestre del 2024, dopo un aumento dello 0,4% nel periodo precedente, segnando il suo secondo trimestre consecutivo di espansione. Questa crescita è stata trainata principalmente da un aumento dell'1,5% della spesa pubblica, alimentato da salari più elevati, e da una ripresa degli acquisti di beni e servizi da parte del governo federale, provinciale e territoriale, che in precedenza erano diminuiti.
Al contrario, la spesa delle famiglie è rallentata allo 0,2% nel secondo trimestre, in calo rispetto allo 0,9% del primo trimestre, poiché la maggiore spesa per i servizi (+0,5%) è stata compensata dalla riduzione degli acquisti di beni (-0,2%). Le esportazioni e gli investimenti immobiliari sono entrambi diminuiti, rispettivamente dello 0,4% e dell'1,9%. Su base annua, il PIL canadese è cresciuto del 2,1% nel secondo trimestre, il dato più alto dal primo trimestre del 2023, accelerando da un aumento rivisto al rialzo dell'1,8% nel trimestre precedente e superando le previsioni dell'1,6%.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Azionario poco mossoI listini americani hanno vissuto una sessione poco volatile ieri, con performance contrastanti. Il Dow Jones ha chiuso a un massimo storico, mentre l'S&P 500 e il Nasdaq 100 sono scesi rispettivamente dello 0,3% e dell'1%, appesantiti dalle perdite nei titoli tecnologici, in particolare Nvidia e Tesla. La sensazione è che sia in atto una rotazione dai titoli tecnologici, con il settore energetico dell'S&P 500 in crescita di oltre l'1%.
Questo cambiamento arriva mentre gli investitori sono ormai certi del taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, una mossa che dovrebbe avere un impatto diverso nei differenti settori. Si attendono poi i risultati trimestrali di Dell, Salesforce e Dollar General, nonché i dati sulla spesa per consumi personali attesi venerdì. Ricordiamo anche i dati sugli ordini di beni durevoli, cresciuti del 9,9% a luglio, dopo che nel mese precedente si era assistito ad un calo del 6,9%.
VALUTE
Cambi fermi nel trading range delle ultime due sessioni, con oscillazioni di 30 40 pips e price action poco significative. Il dollaro ha cercato un timido recupero, recuperando qualcosa nel confronto con le valute concorrenti. Stabile il UsdJpy, che ha provato a scendere sotto quota 143.40 senza riuscirvi, per poi rimbalzare circa 100 pips dai minimi. Anche l’EurUsd, dopo aver cercato di violare 1.1200, ha ritracciato 40 pips verso 1.1160,supporto che per ora ha tenuto.
Cable che analogamente, dopo il test dei massimi a 1.3220, ha ripiegato leggermente scendendo a 1.3180, supporto chiave per ora inviolato. Stabilità sulle altre coppie eccetto UsdCad che ha approfondito la discesa testando il supporto a 1.3480. La sensazione è che la battaglia tra risk on e risk off non sia finita e dopo il parziale recupero del dollaro, la tendenza principale, che è ribassista per la divisa Usa, possa riprendere.
GERMANIA, IFO IN DISCESA
L'indicatore Ifo Business Climate per la Germania è sceso a 86,6 ad agosto 2024, il livello più basso da febbraio, in calo rispetto a 87 a luglio, spinto da un crescente pessimismo tra le aziende e da una sentiment negativo anche per quel che riguarda la situazione attuale. Le previsioni avevano indicato una lettura inferiore di 86. Il presidente dell'Ifo Clemens Fuest ha espresso preoccupazione, osservando: "L'economia tedesca sta entrando sempre più in crisi".
BENI DUREVOLI USA
I nuovi ordini di beni durevoli prodotti negli Stati Uniti sono aumentati del 9,9% rispetto al mese precedente a luglio 2024, compensando il calo rivisto al ribasso del 6,9% nel periodo precedente, il più alto da maggio 2020 e decisamente al di sopra delle aspettative del mercato, che erano per una espansione del 5%. Il risultato è in contrasto con il crescente pessimismo sull'attività manifatturiera negli Stati Uniti, dimostrando che l'attuale rallentamento potrebbe anche essere temporaneo.
PETROLIO IN SALITA
I future sul petrolio greggio Brent sono saliti sopra gli 80 $ al barile lunedì, estendendo i guadagni per la terza sessione, spinti dalle preoccupazioni sui rischi di fornitura legati ai crescenti timori di un conflitto più ampio in Medio Oriente. Gli ultimi scontri tra Israele e Hezbollah, con quest’ultimo che ha lanciato centinaia di razzi e droni in rappresaglia per l'assassinio di un comandante di alto rango non fa che generare timori di riduzioni dell’offerta.
Va detto però che, allo stesso tempo, le aspettative di una politica monetaria meno restrittiva rafforzano il sentiment nel mercato delle materie prime. Tecnicamente siamo vicini a resistenze assai significative, in area 82.30, che se violate, aprirebbero la strada almeno ai target fissati in area 88.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
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TOGLI AZIONARIO , METTI OBBLIGAZIONARIOToday’S Trading del 12.08.2024 –
MACRO BACKGROUND
Fase di incertezza sui mercati finanziari, da un lato la possibilità sempre maggiore di una recessione Usa , dall’altra la speranza che la FED sia ancora in tempo per intervenire e salvare l’economia con un Soft landing.
A sostegno della teoria recessiva, gli svariai dati sul mercato del lavoro ( dall’ormai nota teoria di Sham, ai semplici initial jobless claim, ai nfp) fino ai PMI in calo per terminare con il LEI che segnala oramai da quasi un semestre la recessione USA.
Al contrario i sostenitori del soft landing, ripongono fiducia negli ottimi dati sulle trimestrali USA, la salute delle aziende americane sembra ancora una valida ancora di salvezza, ancora il GDP che sebbene ultimo dato macro ad allinearsi alla fase recessiva, ancora non da segnali di cedimento, pertanto tutto sembra ora essere nella mani della FED e nel suo tempismo per gli interventi necessari.
Nel dubbio di cosa accadrà nel prossimo semestre, gli investitori iniziano a chiedersi se non sia il momento di aumentare le quote in portafoglio di obbligazioni , rispetto all’azionario.
Fino ad oggi la forte inflazione, unita a rendimenti nominali scarsi sul debito sovrano, non davano al comparto obbligazionario un adeguato vantaggio , tale da giustificarne grandi quote di portafoglio al netto del necessario bilanciamento. Sino ad oggi è stato molto piu vantaggioso spingere sul comparto azionario che ha garantito ( a fronte di altissimi rischi) rendimenti migliori , capaci di coprire abbondantemente l’inflazione e lasciare ampi margini di profitto.
Ora i rischi sembrano molto piu alti, coprirsi con strumenti classici come le opzioni è oramai costoso ( basti guardare il VIX ) pertanto ridurre la quota di azionario per far salire l’obbligazionario sembra la soluzione piu adeguata.
Il debito sovrano garantisce ancora buoni rnedimenti, a fronte di un’inflazione in calo con la garanzia del tesoro USA.
FOREX
Il mercato fx apre la settimana con un blando approccio risk on, con le valute oceaniche in buono spolvero rialzista, mentre franco svizzero e Yen giapponese tornano nel loro mood ribassista.
La possibilità che il risk on torni e si ricostruiscano le posizioni di carry trading sembra un ipotesi non cosi remota.
Usdjpy torna ad aggredire le resistenze a 147.60-148 figura, livelli che aprirebbero ad ulteriori allunghi long fino anche 151.00, non meno interessante l’affondo di usdcad che grazie alle ricoperture di posizioni cad si porta ai supporti di 1.3725-1.37 figura, aree di potenziale ripartenza dopo 8 giorni di sola caduta ribassista.
Interessante ancora la forza rialzista del dollaro australiano che si porta al test dei massimi della scorsa settimana a 0.66 , area che se dovessere essere violata con rotture rialziste potrebbe aprire al porta ad allunghi verso 0.6675-0.67 figura.
EQUITY
L’azioanrio segue il mood di risk on lasciato lo scorso venerdi. Buoni i recuperi dai minimi che hanno dato vita ad interessanti configurazioni tecniche su base weekly sia per il Nasdaq che per l’Sp500 , entrambi pronti a ricoprire le inefficenze lasciate durante la caduta della scorsa settimana.
Collochiamo i primi supporti per il nasdaq a 18505 e 18300 poi, mentre gli allunghi rialzisti potrebbero spingersi fino 18870 prima fino 19225 poi.
In Europa il dax ritesta i primissimi supporti intraday a 17960 pnt ma non si discosta troppo dall’open settimanale, lasciando ancora aperte tutte le possibilità, sebbene il mood della scorsa settimana sia chiaramente un movimento rialzista in un chiaro trend long, collochiamo i primi supporti chiave a 17600 pntprima e 17450 poi.
COMMODITY
Avvio di settimana scoppiettante per i metalli che si portano rapidamente verso i massimi di periosi, con il cold che batte i 2484 $ lasciando inefficienze importanti lungo la salita, tuttavia riteniamo piu tecnico il silver che rimanendo all’interno di un trend ribassista di medio periodo, si porta al test della trend line resistiva a 28.10 $. Collochiamo i primissimi supporti intraday a 27.80$ poi 27.50$
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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La calma prima della tempesta?Dopo un inizio di settimana estremamente volatile, il resto della precedente ottava, ha visto le price action ridimensionarsi, con volatilità in calo e ritorno di un parziale risk on che ha portato ad alcune sedute di consolidamento. Wall Street ha chiuso una sessione tranquilla, con S&P 500 e Nasdaq che hanno guadagnato rispettivamente lo 0,4% e lo 0,5%, mentre il Dow Jones ha chiuso quasi invariato. Tutti i settori hanno chiuso in positivo.
Tra i titoli più interessanti, c'è stato Expedia, le cui azioni sono aumentate del 10,2% dopo che la società ha riportato risultati del secondo trimestre che hanno superato le aspettative. Anche Eli Lilly ha visto una spinta, in rialzo del 5,5%, dopo che diverse società di Wall Street, tra cui Morgan Stanley, hanno aumentato i loro obiettivi di prezzo sulle azioni della società. Concludendo, è stata una settimana ad alta tensione nella quale alla fine, le perdite subite all’inizio sono state compensate di pull back successivi.
L'S&P 500 ha segnato la quarta settimana consecutiva di perdite, anche se nell’ottava ha perso solo lo 0,04%, il Nasdaq è sceso dello 0,2% e il Dow Jones ha registrato una perdita dello 0,6%. Ma il futuro appare ancora incerto proprio perché le tensioni geopolitiche non accennano a placarsi, e congiuntamente i dati macro sembrano ancora in rallentamento. La calma prima della tempesta ? Può darsi.
VALUTE
Sui cambi, dopo un inizio di settimana caratterizzato da movimenti estremamente volatili di Jpy e Chf, il resto del tempo ha visto un mercato recuperare un po’ di fiducia, con il risk on tornato a fare capolino. Inevitabilmente Jpy e Chf hanno corretto al ribasso, e il resto delle majors e oceaniche hanno cominciato a rivedere la luce. Le price action rimangono decisamente aperte a qualsiasi scenario, perché le notizie sul fronte geopolitico e quelle macro, possono in ogni istante ribaltare gli scenari che di volta in volta si presentano.
Per il momento l’EurUsd è all’interno di un trading range compreso tra 1.0780 e 1.1010, e non sembra avere la forza d violare gli estremi. L’impressione è quella di un possibile futuro ancora rialzista per la moneta unica, in ragione di un dollaro che potrebbe scendere per le politiche della Fed che prima o poi dovrà tagliare i tassi. Sulla sterlina, osserviamo tentativi di ribasso verso 1.2600 che rappresenta il supporto chiave di medio e lungo termine, che deve tenere per poter riproporre un trend rialzista con possibili obiettivi sopra 1.3100.
UsdJpy che nel medio termine dovrebbe continuare a scendere, con obiettivi più ambiziosi e verso i target più o meno in area 130.00. Ci sono poi il franco svizzero e i suoi cross, con oscillazioni che alternano risk on e risk off e movimenti indipendenti dagli altri tassi di cambio, ma dipendenti dalle notizie macro ma soprattutto geopolitico. Ma nel medio termine l’idea è che il franco, eccessivamente sopravvalutato, possa in parte ridimensionarmi.
SALE L’INFLAZIONE IN CINA
Il tasso di inflazione annuale della Cina è salito allo 0,5% a luglio 2024 dallo 0,2% di giugno, superando le previsioni di mercato dello 0,3% ed evidenziando il risultato più alto da febbraio. È stato anche il sesto mese consecutivo di rialzo dell’inflazione, poiché Pechino ha aumentato gli stimoli per sostenere i consumi. I prezzi dei prodotti alimentari hanno invertito i cali dei dodici mesi precedenti in mezzo a condizioni meteorologiche avverse.
Nel frattempo, i prezzi core hanno continuato ad aumentare, segnati da aumenti sostenuti nel settore dell'abbigliamento, della sanità e dell'istruzione. I prezzi al consumo di base, deducendo i costi di cibo ed energia, sono aumentati dello 0,4% anno su anno, il minimo in 6 mesi. Mensilmente, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,5%, il primo guadagno dal mese du aprile e superiore al consenso dello 0,3%.
SALE L’INFLAZIONE IN RUSSIA
Il tasso di inflazione annuale in Russia è salito al 9,1% a luglio 2024 dall'8,6% del mese precedente, il più alto da febbraio 2023, quando gli effetti di base delle sanzioni occidentali hanno attenuato i crescenti livelli di crescita dei prezzi nell'economia russa. L'aumento è stato in linea con l'avvertimento della Banca di Russia secondo cui una combinazione di una diffusa crisi di capacità e una certa trazione per la domanda da parte dei consumatori russi ha sollevato l'inflazione oltre le aspettative precedenti, giustificando l'ultimo aumento dei tassi della banca centrale. L'inflazione è aumentata per i servizi, compensando un leggero calo dell'inflazione del settore dei beni. Rispetto al mese precedente, l'indice dei prezzi al consumo russo è aumentato dell'1,1%.
DATI DELLA SETTIMANA
La settimana entrante torna interessante, per quelli che saranno gli interventi dei responsabili della Fed, ma non solo. L’attenzione sarà rivolta anche ai report su inflazione (Cpi), e sui prezzi alla produzione (Ppi). A nel corso della prossima ottava, non bisogna dimenticare i dati sulle vendite al dettaglio, insieme alla fiducia dei consumatori del Michigan, i prezzi all'esportazione e all'importazione, e permessi di costruzione e produzione industriale.
Nel Regno Unito, per contro, sarà una settimana intensa con la pubblicazione di dati su disoccupazione, inflazione, tassi di crescita del PIL, produzione industriale e vendite al dettaglio. Andando in Asia, segnaliamo che la Cina pubblicherà i dati sul mercato immobiliare, sulle vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazione. Altrove, segnaliamo la pubblicazione del Pil del secondo trimestre in Giappone, Paesi Bassi, Polonia e Thailandia.
Sui tassi di interesse, segnaliamo la decisione ella Rbnz, che dovrebbe tenere i tassi invariati al 5.5%. In Australia, saranno pubblicati NAB Business Confidence e Westpac Consumer Confidence mentre la Germania pubblicherà lo Zew Economic Sentiment Index, l’indice di fiducia del settore istituzionale tedesco.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Equity in ripresaRecupero di Wall Street nella seduta di ieri, con il Dow Jones che ha chiuso in rialzo dello 0.8%, l'S&P 500 in aumento dell'1%, e il Nasdaq in crescita ugualmente dell’ 1% dopo che il rapporto sulle richieste di sussidi di disoccupazione è uscito migliore delle attese, allentando leggermente le pressioni verso un taglio del costo del denaro da parte della Fed nel prossimo mese.
Le richieste iniziali sono scese a 233K la scorsa settimana, il minimo in quattro settimane e ben al di sotto delle previsioni di 240K. Si tratta di un movimento contrario a quello osservato le settimane scorse, quando i sussidi, insieme a dati poco brillanti sulle buste paga (NFP), hanno provocato timori di un rapido rallentamento dell’economia a stelle e strisce, il che avrebbe spinto la Fed a implementare tagli dei tassi più aggressivi.
Tecnologia, servizi sanitari e di comunicazione sono stati i settori con le migliori prestazioni. Le megacap hanno chiuso tutte positive: Microsoft (0,9%), Apple (0,6%), Nvidia (1,6%), Amazon (0,3%), Meta (1,4%) e Alphabet (1,2%).
VALUTE
Sui cambi è tornato il sereno nel senso che il franco svizzero, principale motivo di aumento del risk off, è sceso e il cross EurChf è tornato in area 0.9460 dai minimi di 0.9210 15. Anche il UsdChf ha ripreso quota 0.8670 dopo aver visto 0.8430 con la valuta elvetica che finalmente ha lasciato spazio ad un ribasso, anche in assenza di interventi della Snb.
Sul UsdJpy siamo in mezzo al guado. Dopo il recupero del UsdJpy dai minimi di 141.75, il mercato ha congestionato e da due sedute ormai, oscilliamo tra 145.50 e 147.80, in una fase interlocutoria nella quale il mercato attende ulteriori notizie da parte della Boj sui tassi di interesse, in seguito all’ultimo rialzo. Risale il Cable e rimane stabile EurUsd con l’EurGbp scesa rapidamente di circa 60 pips da 0.8620 a 0.8560.
EurUsd ancora compresso tra 1.0890 e 1.0950 mentre la sterlina risele contro dollaro a 1.2750 dai minimi visti ieri a 1.2670. Si riprendono anche i cross risk on come NzdChf o CadChf, e scendono i cross dell’Euro contr oceaniche, come EurAud ed EurNzd. Oceaniche in ripresa, specie NzdUsd, a ridosso ormai di 0.6050, area chiave.
JOBLESS CLAIMS
Il numero di persone che hanno richiesto sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso di 17.000 a 230.000 nel periodo conclusosi il 3 agosto, al di sotto delle aspettative di mercato di 240.000. Segue un rialzo di 250.000 nella settimana precedente, il più alto del 2024. Nonostante questo calo, il numero di richieste è rimasto significativamente al di sopra della media di quest'anno, poiché il mercato del lavoro statunitense si è indebolito dal suo picco post-pandemia, sebbene rimanga storicamente rigido.
Nel frattempo, il numero di richieste continuative è aumentato di 6.000 a 1.875.000 nella settimana conclusasi il 27 luglio, il più alto da novembre 2021. La media mobile a quattro settimane per le richieste iniziali, che riduce la volatilità di settimana in settimana, è aumentata di 2.500, al livello più alto da circa un anno a questa parte. I dati non devono ingannare, nel senso che il mercato del lavoro è in deciso peggioramento. E la Fed, nonostante le dichiarazioni dei vari rappresentanti, è pronta a tagliare.
USA, IN CALO I TASSI SUI MUTUI
Il tasso medio per un mutuo fisso a 30 anni, negli Stati Uniti, è crollato di 26 punti base al 6,47% l'8 agosto, raggiungendo il livello più basso da metà maggio 2023, secondo Freddie Mac. Questo calo si è verificato parallelamente ai rendimenti dei Treasury che sono scesi ai minimi di un anno, poiché i crescenti timori di una recessione negli Stati Uniti hanno alimentato un sentimento di avversione al rischio nel mercato.
"I tassi sui mutui sono crollati questa settimana al livello più basso in oltre un anno, in seguito a quella che sembra essere una reazione eccessiva a un rapporto sull'occupazione non proprio favorevole e alle turbolenze del mercato finanziario, nonostante l'economia rimanga su solide basi", ha osservato Sam Khater, capo economista di Freddie Mac.
CINA, INFLAZIONE IN RIPRESA
Il tasso di inflazione annuale della Cina è salito allo 0,5% a luglio 2024 dallo 0,2% di giugno, superando le previsioni di mercato dello 0,3%. Si tratta del dato più alto dal febbraio scorso. È stato anche il sesto mese consecutivo di inflazione al consumo, indicando un continuo miglioramento della domanda interna mentre Pechino ha aumentato gli stimoli abbassando i tassi.
I prezzi dei prodotti alimentari sono rimasti invariati, mentre i prezzi non alimentari hanno continuato ad aumentare (0,7% rispetto allo 0,8%), segnati da aumenti sostenuti nell'abbigliamento (1,5% rispetto all'1,5%), nell'edilizia abitativa (0,1% rispetto allo 0,2%), nella sanità (1,4% rispetto all'1,5%) e nell'istruzione (1,7% rispetto all'1,7%). I prezzi al consumo di base, ovvero il dato core, deducendo i costi di cibo ed energia, è aumentato dello 0,4% anno su anno, il minimo in 6 mesi. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,5%, il primo guadagno da aprile e superiore al consenso dello 0,3%.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Dopo il black mondayCorreggono i mercati azionari, in una seduta caratterizzata da movimenti e price action bilaterali, sempre ad alta volatilità però, dopo mesi e mesi di price action contenute ma costanti al rialzo. Fino a quando durerà questo movimento correttivo? Tornerà il sereno o è solo l’inizio di una estate turbolenta che potrebbe sfociare in un autunno altrettanto importante dal punto di vista delle price action?
Tecnicamente per le borse, al ribasso, c’è molto spazio, ma certamente non si devono né possiamo escludere correzioni prima eventualmente di andare a cercare i bottom, ovvero i minimi da cui, presumibilmente, il mercato ripartirà. Considerando il Nasdaq per esempio, non si può escludere un test dell’area di 16.750, che significherebbe un ribasso di circa 4 mila punti, pari al 20% di correzione, e movimenti analoghi potremmo vederli sugli altri indici.
Da un punto di vista macroeconomico, il sereno potrebbe tornare non appena la Fed metterà mano ai tassi, tagliando il costo del denaro, ma per il momento a giudicare dalle ultime dichiarazioni di Goolsbee, Presidente della Fed di Chicago, tutto ciò sembra ancora prematuro.
VALUTE
Giornata di consolidamento nel mercato valutario, con i principali rapporti di cambio compressi in 40 50 pips di oscillazione, in una alternanza continua tra risk on e risk off. EurUsd che si è mosso tra 1.0900 e 1.0940, mentre il Cable è rimasto debole con supporto a 1.2670 che per ora ha tenuto.
UsdJpy, dopo il recupero della notte precedente da 141.80 e 146.00, ha provato a rompere i supporti di 143.30, trovando però ordini di acquisto di dollari sul livello suddetto. E questa notte, dopo le dichiarazioni accomodanti del vice governatore della Boj, è salito quasi 300 pips a 147.70. Uchida infatti ha dichiarato che la Boj deve mantenere l’attuale livello de tassi senza procedere ad ulteriori rialzi.
E così le valute rifugio Jpy e Chf, (lo Jpy m olto di più, mentre il Franco è appena agli inizi), hanno cominciato a scendere alimentando il ritorno del sereno sui mercati. Anche NzdChf che aveva toccato 0.4945 lunedì, è salito a 0.5160 nuovamente.
USA, BILANCIA COMMERCIALE
Il deficit commerciale negli Stati Uniti si è ridotto a 73,1 miliardi di dollari a giugno 2024 dal massimo degli ultimi 20 mesi, registrato nel mese di maggio, a 75 miliardi di dollari, ma al di sopra delle aspettative di mercato, che erano per un disavanzo commerciale di 72,5 miliardi di dollari. Le esportazioni sono aumentate dell'1,5% a 265,9 miliardi di dollari, il secondo livello più alto mai registrato.
In deciso aumento le vendite di aeromobili civili, veicoli automobilistici e materie prime energetiche, tra cui gas naturale, prodotti petroliferi e olio combustibile. L'aumento delle esportazioni di beni è stato sufficiente a compensare una leggera diminuzione delle esportazioni di servizi. Nel frattempo, le importazioni sono aumentate di un più debole 0,6% a 339 miliardi di dollari.
EURO, CALO DELLE VENDITE AL DETTAGLIO
Le vendite al dettaglio nell'area euro sono diminuite dello 0,3% mese su mese a giugno 2024, sopra le aspettative di mercato che vedevano un calo dello 0,1% e dopo un aumento dello 0,1% a maggio. Le vendite di prodotti alimentari, bevande e tabacco sono diminuite dello 0,7%, rispetto a un aumento dell'1% e quelle di prodotti non alimentari sono diminuite dello 0,1%, dopo un calo dello 0,3%.
D'altro canto, le vendite di carburante per auto sono aumentate dello 0,5%, estendendo un aumento dello 0,3%. Su base annua, le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,3%, in calo rispetto a un aumento dello 0,5% a maggio.
CANADA, SURPLUS COMMERCIALE
Il Canada ha registrato un surplus commerciale di 0,64 miliardi di CAD a giugno 2024, il primo da febbraio, dopo un deficit rivisto al rialzo di 1,61 miliardi di CAD a maggio e rispetto alle stime di mercato di un divario di 1,84 miliardi di CAD. Le esportazioni sono aumentate del 5,5% a 66,7 miliardi di CAD, l'aumento più forte da febbraio, trainato in gran parte dalle maggiori vendite di oro, argento e metalli (+35,3%), nonché di petrolio greggio (+13,3%).
Le importazioni sono aumentate dell'1,9%, quasi raggiungendo il massimo storico di giugno 2022, per raggiungere 66 miliardi di CAD. Questa crescita è stata dovuta principalmente a un aumento significativo di veicoli a motore e parti di ricambio (+5,1%) e beni di consumo, in particolare prodotti farmaceutici (+16,9%). Il dollaro canadese, dopo un ribasso significativo visto lunedì, si è ripreso, con il UsdCad che dal massimo di 1.3948 è sceso a 1.3770, in un trend rinnovato al ribasso che sembra manifestarsi.
NUOVA ZELANDA, SALE LA DISOCCUPAZIONE
Il tasso di disoccupazione in Nuova Zelanda è salito al 4,6% nel secondo trimestre, dopo un 4,4% rivisto al rialzo nel trimestre precedente. Si tratta del livello più alto dal primo trimestre del 2021 e leggermente al di sotto delle aspettative di mercato del 4,7%.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro destagionalizzato, che include sia gli individui occupati che quelli disoccupati, si è attestato al 71,7%, rispetto al 71,6% del trimestre precedente. Il dollaro neozelandese, è tornato sopra quota 0.6000 contro dollaro, e sembra riprendersi anche sui cross contro Jpy e Chf.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Mercati, profondo rossoProsegue imperterrita la correzione (se così possiamo chiamarla), dei mercati azionari, in una price action che sta piuttosto assumendo i contorni di un trend ribassista. Wall Street ha ceduto pesantemente, con perdite sopra al 2% per tutti e tre gli indici, con una continua liquidazione di posizioni sui tecnologici. Il mercato sta smontando i carry trades che aveva costruito nell’ultimo anno, anche se per ora, a livello mensile le perdite sono calcolabili in un 12% per il Nasdaq, un -6.6% sull’S&P 500 e un -1.50% per il Dow Jones.
A livello annuale i tre indici sono ancora positivi, con percentuali che variano dal 9% del Dow Jones, al 15.5% dell’S&P 500 e quasi il 17% del Nasdaq. I titoli tecnologici a grande capitalizzazione che hanno guidato il rally di quest'anno sono scesi di più lunedì, tra cui Nvidia (-6,4%), Microsoft (-3,3%) e Tesla (-4,2%). Anche Apple è scesa del 4,8% dopo che la Berkshire Hathaway di Warren Buffett ha dimezzato la sua partecipazione nel produttore di iPhone.
A pesare sono non solo i timori di un rallentamento economico negli Stati Uniti, che potrebbe diventare recessione, ma anche la questione geopolitica che inevitabilmente, tiene banco e che ha spinto gli indici di rischio, tra cui il Vix e l’indice fear and greed in zona rossa, ovvero in deciso risk off. L’insieme di questi due eventi non può che alimentare preoccupazioni tra gli investitori. Va ricordato però che ieri pomeriggio, l’ISM Services Pmi ha offerto agli investitori un po’ di sollievo, indicando un rimbalzo importante nel settore dei servizi.
USD INDEX
L'indice del dollaro è sceso fino a 101.8 nella sessione di ieri per poi assestarsi intorno ai 102,5, rimanendo vicino a livelli più bassi degli ultimi 7 mesi. A contribuire alla discesa, i deboli dati economici che hanno sollevato preoccupazioni sulla resilienza dell'economia statunitense e hanno aumentato le scommesse sulla necessità che la Fed tagli prima del previsto i tassi di interesse. Il mercato, ora sconta quasi 125 punti base di riduzione del costo del denaro nell’anno in corso, con le probabilità di una riduzione di 50 punti base a settembre che si attestano a quasi il 92%, rispetto a circa il 12% della scorsa settimana.
I dati di venerdì hanno mostrato che l'economia statunitense ha aggiunto meno posti di lavoro del previsto, e anche il tasso di disoccupazione generale è balzato inaspettatamente al livello massimo dal 2021, al 4,3% e la crescita dei salari ha rallentato più del previsto. In precedenza, l'ISM Manufacturing PMI aveva indicato una contrazione a sorpresa nel settore manifatturiero. D'altro canto, l'ISM Services PMI è uscito migliore delle attese contribuendo al rimbalzo successivo. Il dollaro si è indebolito soprattutto nei confronti dello yen e del franco svizzero.
Sui principali rapporti di cambio abbiamo notato un indebolimento del dollaro che poi ha recuperato leggermente nella seduta pomeridiana, con l’EurUsd salito a 1.1010 per poi correggere di una sessantina di pips e ora sembrerebbe poter correggere qualcosa in più. Il cable è rimasto debole e incapace di rompere 1.2800 con EurGbp che ha toccato 0.8620 per poi correggere 50 pips.
UsdJpy che dopo aver sfiorato 141.50 è tornato a salire e ora quota 145.40. Il Franco svizzero ha pressato tutte le valute concorrenti con l’EurChf che dopo aver testato il doppio minimo a 0..9220 è risalito sopra 0.9370. UsdChf sempre debole a 0.8550, ma ha anche visto 0.8430. Fino a quando rimarrà forte il risk off, difficile vedere un calo della divisa elvetica.
SCENDONO I RENDIMENTI
Il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni è sceso al 3,752% tra le preoccupazioni per una potenziale recessione economica degli Stati Uniti, alimentando le scommesse sul fatto che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse in modo più aggressivo. Tuttavia, un PMI dei servizi ISM migliore del previsto, salito a 51,4 da 48,8, ha leggermente attenuato questi timori indicando una ripresa dell'attività dei servizi negli Stati Uniti.
Nonostante ciò, i rendimenti del titoli del Tesoro statunitense rimangono al livello più basso dall’inizio di quest’anno. A luglio, l'economia statunitense ha aggiunto solo 114.000 posti di lavoro, al di sotto dei 175.000 previsti, mentre il tasso di disoccupazione è salito inaspettatamente al 4,3% e la crescita salariale ha rallentato più del previsto.
RBA FERMA SUI TASSI
La Reserve Bank of Australia (RBA) ha lasciato invariati i tassi nella riunione di questa notte, al 4,35% mantenendoli fermi per la sesta riunione consecutiva come da previsioni. Nello statement si legge che il board è preoccupato di una inflazione che rimane al di sopra dell'intervallo target del 2-3% a causa dei persistenti costi dei servizi.
Pertanto Il consiglio ha ribadito la necessità di rimanere vigili sui rischi al rialzo dei prezzi, e prospettando l’eventualità di rimanere flessibili sia al rialzo, ma anche al ribasso, sul costo del denaro e indipendenza dai dati macro. La politica monetaria, pertanto, sarà sufficientemente restrittiva finché l'inflazione non si muoverà in modo sostenibile verso l'obiettivo.
Allo stesso tempo, il consiglio ha evidenziato una sostanziale incertezza sulle prospettive economiche, evidenziata dalla lenta crescita del PIL e dall'aumento del tasso di disoccupazione. AudUsd stabile in area 0.6500.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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Ancora ribassi per gli azionariIl Dow Jones è crollato di oltre 377 punti, nella sessione di venerdì, mentre l'S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente lo 0,7% e lo 0,8%. Le ragioni sono da ricercarsi nei timori innescati dall’interruzione IT globale, che ha bloccato le attività in diversi settori, tra cui per esempio, le compagnie aeree ma non solo. Il problema è stato causato, sembra, da un aggiornamento di CrowdStrike, azienda di cybersicurezza, che ha provocato il blocco di un gran numero d Pc windows. Microsoft ha annunciato in un post sul proprio blog che i PC colpiti ammontano a circa 8,5 milioni.
L'aggiornamento incriminato ha causato la temutissima "schermata blu della morte" su innumerevoli sistemi utilizzati da ospedali, compagnie aeree, banche e altri servizi essenziali, causando un blocco temporaneo delle loro attività. Solo i dispositivi Windows sono stati vittime del problema. Ciò ha evidentemente rappresentato un qualcosa di anomalo, che ha riportato l’avversione al rischio sui mercati, con l’indice Vix salito da 12.20 a 17.00 nel giro di poche sedute, mentre l’indice paura e avidità, ha parzialmente coretto tornando in zona neutra.
La discesa degli azionari, che nell’ultimo periodo ha colpito soprattutto i tecnologici ad alta capitalizzazione, potrebbe anche voler dire, considerato il ritorno del Dow Jones sui massimi e dell’indice Russell 2000 relativo alle aziende a bassa capitalizzazione, una rotazione di portafoglio che ha avuto inizio e che potrebbe anche rappresentare una nuova opportunità da qui in avanti. Del resto, non va dimenticato, siamo nell’anno elettorale e nessuno vorrà arrivarci con un mercato azionario in flessione.
Pertanto le aspettative sul taglio dei tassi potrebbero fungere da catalizzatore per il rafforzamento dei settori in ritardo. E il tutto accade mentre Joe Biden ha fatto un passo indietro e non sarà lui che correrà per la Presidenza Usa, per i democratici. Si fa il nome di Kamala Harris. Vedremo.
VALUTE
L’EurUsd ha interrotto la sua ultima corsa e ha chiuso la settimana invariato, appena sotto il livello di 1,0900. Tuttavia, ha raggiunto un nuovo massimo pluri mensile di 1,0947 a metà settimana, ripiegando sia dopo l'annuncio di politica monetaria della Banca Centrale Europea, ma anche in ragione del ritorno del risk off sugli altri mercati, che hanno rafforzato il dollaro in generale. L'ottimismo per un possibile taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti (USA) aveva messo sotto pressione il dollaro USA all’inizio della settimana.
Le price action avevano decisamente scontato la probabilità che la Federal Reserve (Fed) fosse pronta a ridurre il costo del denaro nel prossimo mese di settembre, secondo il CME FedWatch Tool, ma solo, per ora di 25 punti base. Il ritorno del risk off, tuttavia, ha aiutato il biglietto verde. La principale ragione del pullback del settore tecnologico è derivata dalle minacce dell'amministrazione statunitense, di severe restrizioni alle esportazioni dei produttori di chip stranieri verso la Cina.
Aggiungiamo poi il fatto che la continuazione della discesa degli azionari di venerdì è stata causata dall’interruzione globale di Internet, che ha poi alimentato ulteriormente la forza della divisa Usa. E così oltre all’EurUsd è sceso il Cable insieme alle oceaniche, mentre paradossalmente il solo Jpy ha retto in ragione dei recenti interventi della Boj che ne hanno impedito un nuovo indebolimento.
Vedremo se questa avversione al rischi sarà destinata a durare oppure no, cioè di fatto se il dollaro continuerà a mantenere la tendenza rialzista appena osservata o se sarà invece temporanea offrendo l’occasione ai venditori di dollari di rientrare short. Noi propendiamo ancora per questa seconda ipotesi.
INFLAZIONE STABILE IN GIAPPONE
Il tasso di inflazione annuale in Giappone si è attestato al 2,8% a giugno 2024, mantenendosi stabile per il secondo mese consecutivo pur rimanendo al livello più alto da febbraio. I prezzi dell'elettricità sono rimasti elevati, mentre il costo del gas è aumentato per la prima volta in 13 mesi in seguito alla fine del periodo dei sussidi statali.
Allo stesso modo, va detto che i prezzi hanno continuato a salire per cibo, alloggi, e trasporti, nonché abbigliamento e assistenza sanitaria. Nel frattempo, il tasso di inflazione core ha raggiunto un massimo di tre mesi del 2,6% a giugno, accelerando per il secondo mese e mantenendo le aspettative di rialzo dei tassi di interesse da parte della Boj. Jpy che per ora sembra aver trovato una base, grazie anche all’intervento silente della Boj e, a nostro avviso, ha ancora enorme spazio di rafforzamento da un punto di vista tecnico.
CINA, PBOC TAGLIA A SORPRESA
La Banca Popolare Cinese ha tagliato i tassi di prestito chiave a nuovi minimi record al fixing di luglio per aiutare l’attuale fragile ripresa economica. Il tasso primario sui prestiti a 1 anno (LPR), il benchmark per la maggior parte dei prestiti aziendali e domestici, è stato tagliato di 10 punti base al 3,35%.
Anche il tasso a 5 anni, un riferimento per i mutui immobiliari, è stato tagliato dello stesso margine al 3,85%. Le decisioni sono arrivate in seguito alla riduzione del tasso reverse repo a 7 giorni all'1,7% dall'1,8%, il primo taglio del genere in quasi un anno, tra gli sforzi per ottimizzare le operazioni di mercato aperto e aumentare il supporto finanziario.
Bloomberg News ha affermato che il tasso a 7 giorni potrebbe essere il futuro tasso di riferimento della politica monetaria poiché la PBoC ha recentemente segnalato uno spostamento verso il tasso a breve termine per guidare i mercati. Tutte le mosse sui tassi della Cina di oggi servono a contrastare la debolezza del Pil, cresciuto meno delle attese (4.5%) la settimana scorsa.
DATI CHIAVE DELLA SETTIMANA
Negli Stati Uniti, i momenti salienti della prossima settimana, ovvero i principali market movers, saranno concomitanti alla con la pubblicazione del tasso di crescita anticipato del PIL del secondo trimestre (prima rilevazione), l'inflazione PCE, oltre a spesa e reddito personali. Inoltre, non vano dimenticati i dati sull'S&P Global Manufacturing and Services PMI, gli ordini di beni durevoli e le vendite di case esistenti.
La stagione degli utili raggiungerà il culmine con oltre trenta aziende che vantano capitalizzazioni di mercato superiori a 100 miliardi di $, che rilasceranno le trimestrali. Fuori dagli Usa, segnaliamo i dati Manufacturing and Services PMI per Australia, Giappone, India, Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito. In Germania, attenzione all’indice Ifo business e alla fiducia dei consumatori.
Per quel che riguarda le decisioni delle banche centrali, c’è attesa per quella della Banca centrale Turca mentre per quella cinese, abbiamo detto. E speriamo che i dati in questioni creino volatilità e soprattutto maggiori certezze, in un periodo in cui il mercato, per la verità, sembra pronto ad andare in vacanza.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlizani
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IL TECH LASCIA I MASSIMI TRA GEOPOLITICA E BANCHE CENTRALIToday’S Trading del 17.07.2024 –
MACRO BACKGROUND
I mercati cambiano abito e se fino ad oggi il mondo finanziario era incentrato esclusivamente al settore tech, le forti incertezze geopoliche unite alle mosse delle banche centrali , spingono gli investitori a cercare porti più sicuri e soprattutto di natura diversa.
Il primo punto di incertezza sono le elezioni politiche in Usa , dove sebbene l’elezione di Trump sembri quasi scontata, restano incerte le linee guida che potrà dare al paese. I punti caldi di una nuova presidenza Trump restano le accomodanti politiche fiscali, che non saranno certo di grande aiuto alla lotta all’inflazione, ma anche i dati e le guerre commerciali con la Cina, punto focale che contrasta con la recente bolla AI. Bloccare il commercio internazionale con uno dei maggiori produttori di Chip e ostacolare le vendite delle grandi multinazionali che tentano non sembra una prospettiva che possa piacere agli investitori, tanto è vero che ieri il titolo ASML ( produttore di semiconduttori e chip) ha perso oltre il 7% essendo quest’ultima fortemente esposta alle vendite in Cina, vendite già penalizzate da un’economia asiatica non certo brillante.
È dunque corretto lasciare il mondo tech per fare spazio in portafoglio a settori più prudenti e meno volatiliti alle incertezze future, idea che da propellente rialzista agli indici Russell e Dow che mettono a segno il loro maggior recupero con l’Sp500 mai registrato.
Tema caldo ancora le banche centrali, partiamo dai dati UK che stamattina hanno evidenziato ancora un’inflazione stabile, a causa dei prezzi del settore service ed Hospitality che restano sorretti dai consumi che a loro volta godono dei rialzi salariali che si attestano a circa il 10% per questo 2024.
A completare il quadro dei temi macro resta l’intervento della BoJ che dichiara stavolta apertamente, il suo sostegno allo Yen, per contrastare le azioni speculative contro la valuta nipponica.
FOREX
Il forex resta dunque incentrato su due temi caldi, il primo è la debolezza strutturale del dollaro USA, schiacciato da un lato dall’aspettativa di tagli del costo del denaro, dall’altro dalla possibilità sempre piu pressante di una fase recessiva per gli USA.
La debolezza del biglietto verde stamattina è accompagnata dalle vendite massicce di usdjpy che si porta da 159.00 a 156.00 lasciando ora definitivamente le aree di 162.00. resta ora palese la volonta della BOJ di mantenere lo yen lontano da queste aree, ricordiamo ora l’imminente riunione della Boj di luglio che potrebbe riservare ancora importanti sorprese per la valuta nipponica ora in piena forza rialzista.
Oltre allo yen guadagnano terreno tutte le altre majors con eurusd che tocca 1.0950 e mantiene ancora vivo il trend rialzista partito da 1.0660, ma restano ora le incognite legate alla riunione BCE di domani. Ancora fortissima la sterlina che grazie ai dati sull’inflazione di questa mattina vede allontanarsi nuovamente la possibilità di un’intervento della Boe nella prossima riunione di luglio, pertanto ancora vivo il trend long in atto, che spinge le quotazioni a 1.3045
EQUITY
L’azionario si divide sempre di piu: da un lato l’Europa, che segna tutto territorio negativo, dove il Dax rompe i minimi di ieri e si lancia ai 18403 pnt verso i primi supporti di 18360 e 18200 poi.
L’America invece viaggia a due velocità, da un lato il tech che perde ancora un -1.41% in pre amrket, attestandosi a 20304pnt, mentre il dow ripiega leggermente dai massimi di 41300 pnt per attestarsi si primi supporti di 41150 pnt.
Il generale mood di risk off che ora vivono i mercati sembra ancora penalizzare i settori a maggior rischio , portando gli investitori a cercare porti piu sicuri
COMMODITIES
Nel mondo delle commodities non possiamo non toccare il gold, che fa ancora una volta la sua funzione di porto sicuro, godendo quindi del grande flusso di acquisti che porta le quotazioni ai massimi storici di 2489$.
Difficile ora stabilire dei target, la voglia di comprare oro trova ora un terreno molto fertile dato dalla fase di risk off dei mercati azionari, dallo storno dei tassi obbligazionari in vista dei tagli tassi e da una generale debolezza del dollaro USA.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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DIASORIN mantengo view al rialzoDIASORIN daily rimane rialzista anche se vorrei vedere un poco di volumi al rialzo.
105 è il prezzo resistenza... a quel punto sarà molto importante capire se ci sarà una reazione volumetrica.
Risk Disclaimer
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