EURAUD >> Testa Spalla H4 // Bisogno di Ritracciamento su WKLYBuongiorno Ichimokers,
Già la settimana scorsa vi avevo proposto questa analisi (che vi metto qua sotto), ma dato che l'ordine è scattato solo adesso, e che in una settimana cambiano tante cose, ho deciso di rifarla, anche per una mia chiarezza mentale.
Partiamo dal settimanale , il grafico che potete vedere in copertina, dove ciò che vedo adesso è un trend rialzista , in f ase rialzista , che attualmente sta combattendo contro due resistenza importanti , che mi fanno pensare che i prezzi avranno bisogno di un ritracciamento .
Analizzando l'ultima candela è chiaro che i prezzi abbiamo provato a venire giù, ma che in un certo senso la discesa non è riuscita:
Traccio il supporto più vicino a noi, e mi rendo conto che di fatto i prezzi l'hanno toccato , d'altra parte mi chiedo se sia stato abbastanza come ritracciamento :
Ed effettivamente inserendo Fibonacci mi rendo conto che questo supporto non rappresenta nemmeno il 23.6% o il 38.2% (zona a cui vorrei puntare:
Inserendo Ichimoku vedo che non c'è equilibrio , e trovo molto interessante che la Kijun corrisponda al 23.6% , mi da una confluenza di target :
Passando al giornaliero , vedo più nel dettaglio il movimento, e noto che la zona di supporto settimanale è comunque una zona molto importante, non da sottovalutare:
Ichimoku mi mostra la rottura della Kijun e della Tenkan e l'attuale retest :
Passando ad H4 trovo finalmente il testa spalle , nonché il segnale ribassista che cercavo:
Con la neckline vicinissima alla Kijun giornaliera :
L'operazione che farò sarà molto semplice:
Entrata sul retest della Neckline , stop sulla spalla destra e target sulla Kijun settimanale + 23.6% di Fibonacci , con particolare attenzione alla zona di supporto.
Una volta arrivata da quelle parti, se succederà, valuterò eventuali rallentamenti delle candele e pattern del prezzo per riprendere il long.
Cosa ne pensate di questa operazione? Voi cosa fareste?
>> Lasciami un like se la pensi come me 👍🏼
>> Scrivimi nei commenti qual è la tua idea 💬
Cerca nelle idee per "WWW.TRADINGVIEW.COM"
EURAUD >> Testa Spalle su H4 // Cerco Segnali ShortBuona domenica Ichimokes,
Oggi vi propongo l'analisi di questo cross che sto tenendo d'occhio da quasi una settimana, per la possibile formazione di un testa spalle su timeframe H4 , il quale mi sta portando a cercare un'entrata ribassista , ma il tutto deriva da un'analisi molto più approfondita che adesso vi mostro.
>> Settimanale <<
Come al solito, per prima cosa, parto dal timeframe settimanale, e mi interrogo sul trend in corso, molto importante per la decisione che andrò a prendere circa l'operatività.
In questo caso mi rendo conto che non ho un vero e proprio trend, posso, piuttosto, parlare di fasi , tra cui l'ultima, che è decisamente rialzista .
Proprio in questo momento, infatti, ci troviamo a ridosso di una delle due.
Vedendo questo lunghissimo impulso mi chiedo se non abbia bisogno di una correzione , pertanto vado ad inserire Fibonacci .
E mi segno sul grafico il 23.6% e il 38.2%.
Prossimo passo, inserisco I chimoku , e mi rendo conto di due cose molto interessanti:
1) Il 23.6% di Fibonacci corrisponde alla Kijun settimanale ;
2) I prezzi non solo sono a ridosso di una resistenza, ma siamo anche in assenza di equilibrio , data la distanza fra le linee.
Questo disequilibrio ci viene confermato anche dalle Bande :
Infine analizzando semplicemente le candele , mi rendo conto che le ultime due doji sono state simbolo di poca forza , sia nella salita, ma anche nella discesa, come se qualcosa stesse bloccando i prezzi.
In conclusione, quello che voglio dopo aver analizzato questo timeframe è uno short, per andare a recuperare un equilibrio al momento assente, e poi, eventualmente, continuare a salire.
>> Giornaliero <<
Sul daily trovo, invece, un trend rialzista , cosa normale data la lunghissima fase rialzista sul settimanale.
Al contrario, la fase , qui, sembra aver ripreso il rialzo , con una correzione appena terminata.
Ichimoku mi mostra, su questo timeframe, un ottimo equilibrio , dal quale si potrebbe riprendere un long. Io, però, non mi faccio fregare da ciò che ho visto sul settimanale, ricordandomi anche delle due doji, che mi fanno pensare che in realtà i prezzi al momento non mi stiano dicendo nulla di nuovo rispetto a due settimane fa.
Noto che la Kijun daily corrisponde alla Tenkan settimanale , linee che stanno facendo da forte supporto per i prezzi che sembra non riescano a venire giù.
In conclusione il daily , rispetto a ciò che ho visto prima, non mi dice nulla di nuovo, anzi, mi trae in inganno con una situazione apparentemente in equilibrio e pronta per un long, io però continuo la ricerca dello short che voglio dal settimanale.
>> H4 <<
Su H4 le cose cominciano a quadrare, e mi rendo conto che l'ultima correzione che abbiamo avuto , è stata, in realtà, un po' troppo profonda , dando così l'avvio alla p ossibile formazione di un testa spalle .
Inserendo Ichimoku vedo che in questo momento i prezz i sono proprio a ridosso della Kijun , e che anzi l'hanno rotta a rialzo, rottura che però non mi convince minimamente analizzando la candela, che mostra un bel rifiuto del rialzo.
Quello che voglio adesso è aspettare e vedere se i prezzi formeranno la spalla destra , dopodiché aspettare la rottura del supporto statico , ed entrare con uno short per andare a riprendere l'equilibrio attualmente mancante, dalle parti della Kijun settimanale + 23.6% di Fibonacci.
WALMART, troppo caro ma si va longChart di Capital.Com
Siamo in presenza di un titolo un po’ particolare.
È tra i 15 titoli del listino americano che negli ultimi 10 anni hanno prodotto più valore per gli azionisti, tra rivalutazione e dividendi.
Tuttavia, ha il difetto di quotare molto a premio.
Morningstar stima il suo fair value, semplificando il “giusto” valore che dovrebbe avere, poco più della metà di quello che invece gli riconosce il mercato.
Con il mercato in generale condivide la forma della candela di aprile che ha segnato la caduta e la ripresa seguendo la stessa traiettoria delle decisioni del criceto che sgambetta nella testa di Trump.
Sul grafico settimanale la ripresa dei corsi è avvenuta a contatto con la ema50 con una spettacolare long white e bullish engulfing, con la ciliegina di volumi esplosivi.
Sul grafico settimanale si apprezza la possibilità che potremmo essere in presenza di un pattern diamond top.
A parte il fatto che questo pattern, come molti altri nell'analisi tecnica, spesso sono anche di continuazione e questo è tra quelli.
Quello che non mi convince è la candela della scorsa settimana, troppo rialzista e troppi volumi.
Abbiamo l'area di supporto a 90 dollari mentre i prezzi continuano ad essere sostenuti dalla ema 50 sul giornaliero.
Diciamo che il titolo si presta ad una visione à la carte.
Abbiamo in corso la formazione di massimi e minimi decrescenti che potrebbe mettere in dubbio il trend rialzista.
Chiusure sotto l'ultimo minimo decreterebbero lo scenario.
In ottica rialzista invece propongo lo scenario descritto sul giornaliero dove, in aggiunta e con un po' di fantasia, si potrebbe anche leggere un testa e spalle rialzista di continuazione
Io propendo, sperando di non sbagliarmi ma potrebbe essere, per la visione rialzista per cui
Azioni cinesi: il potenziale di recupero rimane interessanteIntroduzione: Mentre il mercato azionario statunitense ha registrato un'impennata verticale dall'inizio di aprile grazie alla diplomazia commerciale, l'S&P 500 non è lontano dai suoi massimi storici ed è nuovamente costoso in termini di valutazione del mercato. Dal punto di vista della diversificazione, il mercato azionario cinese sembra offrire alcuni vantaggi, sia dal punto di vista tecnico che da quello fondamentale. È molto lontano dal suo massimo storico, a differenza dell'indice azionario MSCI World, che ha appena raggiunto il suo massimo storico e potrebbe avere un po' di respiro nel breve termine.
Di seguito è riportato un grafico che mostra le candele giapponesi mensili dell'indice azionario MSCI World.
1) Il mercato azionario cinese è significativamente più economico di Wall Street in termini di valutazione
Con il rialzo delle azioni statunitensi dall'inizio di aprile, l'S&P 500 è vicino al livello di valutazione di gennaio, che è elevato rispetto agli standard storici.
In questa sede vengono analizzati due barometri di valutazione: il PE di Shiller e l'indicatore di Warren Buffet, quest'ultimo rappresentato dal rapporto tra la capitalizzazione totale del mercato e il PIL.
La prima tabella mostra una colonna con il rapporto tra capitalizzazione di mercato e PIL per i principali mercati azionari del mondo. Mentre la capitalizzazione di mercato di Wall Street rappresenta quasi il 200% del PIL statunitense (una bolla speculativa secondo l'indicatore di Buffet), questo rapporto è solo del 66% per il mercato azionario cinese, un mercato azionario considerato a buon mercato secondo questa statistica di valutazione.
Il grafico seguente confronta il PE Shiller dell'S&P 500 con il PE Shiller del CSI 300, l'indice di riferimento della Borsa di Shanghai. Secondo questo rapporto di valutazione, molto rispettato dalle più importanti istituzioni finanziarie del mondo, il mercato azionario cinese è più della metà di quello statunitense.
2) Le politiche monetarie e fiscali della Cina sono molto accomodanti e sostengono il mercato azionario.
Oltre alla valutazione interessante, il mercato azionario cinese sta beneficiando della politica monetaria altamente accomodante della Banca Centrale Cinese, nonché di una politica fiscale volta a stimolare l'economia, gli investimenti e i consumi delle famiglie.
In definitiva, ciò si traduce in una marcata tendenza al rialzo dell'offerta di moneta in Cina, una combinazione di fattori fondamentali che agiscono a sostegno del mercato azionario cinese.
Per illustrare questo aspetto, i grafici seguenti mostrano i regolari tagli dei tassi della BPoC, nonché la tendenza al rialzo della liquidità in Cina e del debito pubblico per stimolare la crescita economica cinese.
3) Dal punto di vista dell'analisi tecnica, il potenziale di rialzo dei principali indici azionari cinesi è ancora forte.
Per concludere questa nuova view di mercato su TradingView (non esitate a iscrivervi al nostro account per essere avvisati in tempo reale delle nostre nuove analisi di mercato), ecco tre rappresentazioni grafiche degli indici azionari di riferimento delle borse di Shenzhen e Shanghai.
Per entrambi gli indici, il mercato ha rimbalzato negli ultimi mesi da un importante livello di supporto storico e i principali livelli di resistenza sono ancora ben al di sopra del livello di prezzo attuale.
Questa analisi di mercato verrebbe messa in discussione se i principali supporti tecnici mostrati nei grafici sottostanti venissero rotti.
DISCLAIMER GENERALE:
Questo contenuto è destinato a persone che hanno familiarità con i mercati finanziari e gli strumenti di investimento, ed è fornito a scopo puramente informativo. L’idea presentata (inclusi commenti di mercato, dati e osservazioni) non rappresenta un prodotto del dipartimento di ricerca di Swissquote o delle sue affiliate. Questo materiale ha lo scopo di evidenziare le dinamiche di mercato e non costituisce consulenza in materia di investimenti, legale o fiscale. Se sei un investitore al dettaglio o non hai esperienza nel trading di prodotti finanziari complessi, è consigliabile consultare un consulente autorizzato prima di prendere decisioni finanziarie.
Questo contenuto non è destinato a manipolare il mercato né a promuovere comportamenti finanziari specifici.
Swissquote non fornisce alcuna garanzia circa la qualità, completezza, accuratezza o non violazione di tale contenuto. Le opinioni espresse sono quelle del consulente e sono fornite esclusivamente a scopo educativo. Qualsiasi informazione relativa a prodotti o mercati non deve essere interpretata come raccomandazione di una strategia o operazione di investimento. Le performance passate non garantiscono risultati futuri.
Swissquote e i suoi dipendenti e rappresentanti non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per danni o perdite derivanti direttamente o indirettamente da decisioni prese sulla base di questo contenuto.
L’uso di marchi di terze parti è a scopo informativo e non implica approvazione da parte di Swissquote né che il titolare del marchio abbia autorizzato Swissquote a promuovere i propri prodotti o servizi.
Swissquote è il marchio commerciale che rappresenta le attività di: Swissquote Bank Ltd (Svizzera) regolata da FINMA, Swissquote Capital Markets Limited regolata da CySEC (Cipro), Swissquote Bank Europe SA (Lussemburgo) regolata dalla CSSF, Swissquote Ltd (Regno Unito) regolata dalla FCA, Swissquote Financial Services (Malta) Ltd regolata dalla MFSA, Swissquote MEA Ltd (UAE) regolata dalla DFSA, Swissquote Pte Ltd (Singapore) regolata dalla MAS, Swissquote Asia Limited (Hong Kong) autorizzata dalla SFC e Swissquote South Africa (Pty) Ltd supervisionata dalla FSCA.
I prodotti e i servizi Swissquote sono destinati esclusivamente a chi può riceverli secondo la legge locale.
Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
NATURAL GAS, quadro tecnico delicatoChart di Capital.Com
Il Natural gas sembra essere strattonato a destra e a manca dalla geopolitica, dal meteo/stagionalità, dalle scorte, dal ciclo economico e dall'analisi tecnica.
Tra queste, la variabile più grande incerta e potenzialmente influente in questo momento sembra essere la politica aggressiva di Trump che nel tentativo di sistemare il deficit delle partite correnti.
Il presidente sembra un venditore porta a porta che cerca di piazzare, tra le altre cose, il gas naturale ad ogni partner commerciale.
Questo è un elemento di sostegno per le quotazioni poiché in occasione di eventuali accordi, molto probabilmente questi contempleranno un maggiore acquisto di gas dagli Stati Uniti.
Ugualmente di sostegno potrebbe rivelarsi il meteo poiché sono segnalate nel corso del 2025 temperature medie superiori rispetto al recente passato.
Mentre risulta di difficile interpretazione la componente legata al ciclo economico viste le notevoli condizioni di incertezza in cui versiamo.
Intanto, se lo guardiamo da molto lontano tutto sommato non sa dove andare
L'aggettivo più calzante, a mio giudizio, è flat.
Negli ultimi sette anni possiamo isolare due periodi, rispettivamente rialzista e ribassista
Il picco che le due tendenze condividono è rappresentato dagli eccessi, probabilmente irrazionalità, seguente all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
L'attuale movimento lateral-rialzista può essere compreso in un canale debolmente inclinato
I prezzi stanno passando e ripassando all'interno dell'area dei 3,5 dollari che, come si vede dal grafico proposto, in passato ha rappresentato un importante snodo di swing.
L'ultimo massimo importante è rappresentato da un livello di resistenza dinamico condiviso tra la tendenza ribassista di lungo periodo è quella rialzista di minore periodo
Sul grafico giornaliero il movimento ribassista originatosi dall'ultimo massimo ha la forma di un testa e spalle ribassista
Il pattern è già validato e possiamo apprezzarne il pullback di conferma sulla neckline
Si può notare come i volumi associati alla candela rialzista che ha prodotto il pullback sulla neckline siano particolarmente sostenuti.
Questo non si addice ad un movimento correttivo, tuttavia potrebbe essere giustificato dal fatto che il movimento rappresenta anche il rimbalzo sulla parte bassa del canale rialzista di medio termine.
Ora i prezzi hanno rotto quest'ultimo livello e stanno abbozzando un ulteriore movimento correttivo di pullback sulla stessa.
A mio parere si sta giocando una partita delicata.
Infatti attualmente i prezzi si trovano innanzitutto sotto l'area dei 3,5 dollari la cui importanza l'abbiamo vista prima.
In secondo luogo ci troviamo fuori dal canale rialzista di medio termine (colore rosso).
Qui i prezzi sembrano intenzionati a portare avanti un movimento correttivo di pullback sul livello violato.
Inoltre, il target canonico del testa spalle ribassista non è ancora conseguito, anche se questo è l'ultimo dei problemi nel senso che non sempre viene raggiunto.
Insomma, abbiamo un grumo di situazioni ribassiste che se decidessero di coalizzarsi potrebbero indurre i prezzi in cammino verso la parte bassa del canale ribassista di lungo periodo quindi non possiamo escludere di rivedere i minimi a 1,5.
Quest'ultima possibilità tecnica, tuttavia, per verificarsi necessariamente dovrà essere accompagnata ad un contesto macroeconomico e geopolitico che oggi, va detto, non vediamo.
Nel brevissimo, i prezzi comunque indugiare come dimostra il triplo minimo sul time frame a 4 ore.
In ottica rialzista invece come primo passo dovremmo assistere alla violazione della trendline ribassista, magari con l'aiuto del triplo minimo che potrebbe essere violato al rialzo.
Hai livelli attuali il movimento rappresenterebbe contemporaneamente la validazione del pattern di triplo minimo è la violazione della trendline ribassista.
Questo condurrebbe in primo luogo i prezzi al contatto con la parte bassa del canale violato e quindi a vedere se farà pullback su di esso o meno.
In tutto ciò il periodo festivo non aiuta certo a qualificare il movimento.
Una divergenza che fa riflettereIl mercato azionario statunitense ha mostrato una forza impressionante negli ultimi tempi, con continui nuovi massimi storici che si sono susseguiti durante l'anno. A tal punto che molti investitori potrebbero aver perso il conto di quante volte l’indice S&P 500 ha raggiunto nuovi picchi. Tuttavia, nonostante questo apparente vigore, ci sono alcuni segnali tecnici che suggeriscono che qualcosa potrebbe non essere come sembra. È possibile che la forza del mercato, per quanto evidente a prima vista, non sia pienamente confermata da alcuni indicatori chiave.
Osservando il grafico dell'ETF SPY, che replica l’andamento dell’indice S&P 500, si nota che da agosto di quest’anno l’andamento dei prezzi ha seguito un trend rialzista ben definito, caratterizzato da minimi progressivamente più alti. La linea di tendenza, tracciata congiungendo questi minimi, forma una solida trendline rialzista, inclinata all’incirca di 45 gradi. Tuttavia, a partire da metà settembre, questa stessa linea di tendenza ha cambiato pendenza, come evidenziato dalla linea tratteggiata nel grafico, indicando un ulteriore rafforzamento del trend rialzista.
Questo è ciò che emerge dall'analisi dei prezzi di SPY, ma un altro indicatore, l'RSI (Relative Strength Index), che misura la forza relativa del movimento dei prezzi, racconta una storia diversa. Mentre i prezzi di SPY continuavano a salire, l'RSI ha mostrato una netta divergenza rispetto ai prezzi, segnalando che la forza del mercato non è così robusta come potrebbe apparire dal solo grafico dei prezzi.
Analizzando più in dettaglio, possiamo osservare che, dal minimo registrato il 5 agosto, quando l'indice ha iniziato a recuperare, anche l'RSI ha seguito la stessa direzione, accompagnando il movimento rialzista dei prezzi. Tuttavia, sebbene l’RSI si sia mosso verso l’alto, l’intensità dell’aumento dei prezzi di SPY, come mostrato dalla linea rossa nel grafico successivo, è stata superiore alla forza effettiva espressa dall’indicatore RSI.
Divergenze di questo tipo non sono rare nel mercato azionario. Una situazione simile si è verificata prima dell’inizio del mercato ribassista del 2022. Anche allora, durante il terzo trimestre del 2021, l’indice aveva registrato performance positive non supportate dall’RSI, e sappiamo tutti come si sia evoluto il mercato successivamente.
Tuttavia, l’obiettivo di questa analisi non è quello di prevedere un imminente crollo dei mercati. Piuttosto, l’intenzione è di mettere in luce un aspetto tecnico interessante: la forza apparente espressa da SPY, in realtà, sembra essere fortemente influenzata da un indice chiave: il rapporto di forza tra i settori growth e value.
Per comprendere meglio questa relazione, consideriamo l’indice IVW/IVE, che misura la performance relativa tra le azioni growth (al numeratore) e le azioni value (al denominatore). In rosso, possiamo vedere l'andamento di questo indice, sovrapposto all'RSI calcolato su 14 periodi per SPY, rappresentato in nero. Osservando la figura successiva, appare chiaro che quando le azioni growth hanno iniziato a perdere terreno rispetto alle value – indicato dalla discesa dell'indice IVW/IVE – anche l'RSI di SPY ha iniziato a calare. Questo cambiamento si è verificato intorno a metà luglio.
Questo comportamento è spiegabile attraverso una logica di risk-off: nei periodi di ritracciamento dei mercati, le azioni growth tendono a subire maggiori perdite rispetto alle value a causa della loro maggiore volatilità. Tuttavia, a partire dal minimo registrato il 5 agosto, SPY ha ripreso il suo trend rialzista con forza. Al contrario, l'indice IVW/IVE non ha seguito lo stesso andamento. Infatti, come evidenziato dal grafico successivo, l'indice si trova attualmente in una fase di consolidamento all’interno di un triangolo ascendente e non ha segnato nuovi massimi da metà agosto, a differenza di SPY, che ha continuato a registrare massimi relativi e storici.
Per approfondire questa relazione, ho modificato il classico coefficiente di correlazione, calcolando non la correlazione tra SPY e IVW/IVE, ma tra quest’ultimo indice e l’RSI di SPY. In altre parole, ho creato un indicatore che misura la correlazione tra un dato (IVW/IVE) e l’indicatore tecnico di un altro dato (RSI su SPY). La correlazione risultante è positiva, suggerendo che l’S&P 500 potrebbe aver bisogno di un ritorno di forza da parte delle azioni growth rispetto alle value per sostenere un trend rialzista duraturo, supportato da una forza sottostante reale.
Credo che questo nuovo indicatore, che combina l’RSI con un coefficiente di correlazione modificato, possa risultare molto utile, fornendo segnali più chiari rispetto al classico indicatore di correlazione tra SPY e IVW/IVE. Come mostrato nella figura successiva, ci sono momenti in cui i due indicatori non sono perfettamente allineati, come è accaduto, ad esempio, prima del 2024. In questi casi, l'uso del nuovo indicatore può offrire una visione più accurata della forza reale del mercato.
In conclusione, la correlazione tra l'indice IVW/IVE (growth vs. value) e l'RSI di SPY suggerisce che il momentum di SPY sia strettamente legato alla forza relativa tra i settori growth e value. Quando il growth perde terreno rispetto al value, il mercato fatica a sostenere un trend rialzista robusto.
Il nuovo indicatore, che mette in relazione l’indice di forza con l'RSI di SPY, è potenzialmente più efficace rispetto alla semplice correlazione tra prezzi, poiché l'RSI può agire come leading indicator, anticipando i futuri movimenti di prezzo e fornendo segnali più precisi rispetto al semplice andamento dei prezzi.
Includendo in questa analisi il rapporto SPHB/SPLV, che misura la forza tra società ad alta volatilità (SPHB) e bassa volatilità (SPLV), il risultato non cambia. La correlazione tra SPHB/SPLV e l’RSI di SPY è anch'essa significativa: senza un ritorno di forza da parte delle società più volatili, rappresentate da SPHB, è improbabile che il trend rialzista di SPY possa mantenere la stessa intensità. In un bull market sano, infatti, sono proprio le aziende ad alta volatilità a guidare i rialzi, salendo più di quelle a bassa volatilità. Se ciò non accade, la forza del mercato potrebbe risultare meno duratura.
A presto!
Gli Istituzionali Tingono il Mercato di RossoBuongiorno e buon 1^ Maggio a tutti.
Giornata colorata di rosso ieri sui mercati in linea con le nostre analisi settimanali che ci siamo condivisi nel Video del Cot Report di sabato scorso dove gli Istituzionali hanno fortemente aumentato le loro posizioni Short. Salta all’ occhio come i mercati sembrerebbero aver anticipato i dati odierni per poi (probabilmente) oggi dare un ulteriore spinta a ribasso sotto notizia ma, ovviamente, queste sono solo ipotesi che lasciano il tempo che trovano senza alcuna rilevanza per i mercati che poi faranno sempre e solo quello che vogliono offrendoci tante possibilità di guadagno solo se manteniamo il nostro stato mentale su una frequenza di analisi oggettiva priva da pregiudizi.
Con questi presupposti allora facciamo il punto della situazione infrasettimanale capendo o cercando di capire cosa è successo ieri e poi vi condividerò anche i miei grafici operativi a 4 ore aggiornati ad oggi.
Ieri ed oggi si è verificata una condizione molto particolare:
- Ieri i dati sull’ inflazione Europea hanno rispettato le attese con una IPC contenuta e docile al 2.4
- Ieri si è chiusa la candela Mensile di Aprile
- Oggi la maggior parte dei mercati Asiatici sono rimasti chiusi per la festività del 1^ maggio
- Anche tutte le borse Europee oggi rimarranno chiuse per lo stesso motivo
- Oggi ci sarà una carrellata di dati macroeconomici americani importantissima soprattutto con la delicata situazione di resilenza dell inflazione americana.Si inizia in pieno premercato Usa alle 14:15 con gli Adp dei No Farm Payroll, poi Ism dei direttori del Acquisti, Nuovi Lavoratori Jolt e dulcis in fundo alle 8 di sera la Decisione sui Tassi di Interesse (che al 99% rimarranno invariati) seguita – e questa sarà la fase più importante di tutta la giornata dal “discorsetto” di Powell
- Domani saranno possibili forti Gap Down / Gap Up dovuti alla chiusura dei mercati Europei di Oggi, quindi fare molta attenzione
Ricapitolando oggi l’ America sarà l’ unica vera protagonista dei mercati senza alcuna controparte in campo e questo potrebbe aver indotto, ieri, molti operatori ad anticipare e chiudere molte posizioni a mercato in vista dei dati di oggi ed il tutto si è pure sommato alla già normale chiusura di fine mese che spinge molti operatori a contabilizzare le loro posizioni.
Cosa cambia tutto questo rispetto a quanto ci siamo già detti nel Video Report ?
NIENTE !
Tutto rimane in linea con la “naturalezza” del mercato e con quelli che sono i suoi movimenti fisiologici. Siamo noi che gli diamo una valenza emotiva positiva o negativa dipendendo rispettivamente se questi vanno a favore o contro alle nostre aspettative.
La mia impostazione per cui rimane Short con i target Weekly che abbiamo visto (anche se poi ovviamente ricordiamoci che il mercato potrà sempre e comunque ripartire da qui e magari oggi interpretare i dati che usciranno in modo favorevole ed il movimento di ieri aver già scontato i dati di oggi. Cosa succederà in questo caso? Anche qui Niente, solo che la mia analisi è stata sbagliata ed allora la riadegueremo in base ai nuovi elementi che arriveranno niente di più di questo).
Prossimi Target Weekly (grafici settimanali – RICORDIAMOCI CHE LA CANDELA ATTUALE NON E’ CHIUSA ! ) :
Euro
Sp https: //www.tradingview.com/x/dq9K3d8Q/
Nasdaq https: //www.tradingview.com/x/0DogI2s5/
Dax
Grafici operative H4:
Euro
Sp
Nasdaq
Dax
Io oggi la prenderò di pausa e relax. Buon primo maggio a tutti
Ciao Emi
A Caccia di Trend Day Parte 2: Strategie e Gestione OperativaBenvenuti nella seconda parte della nostra serie su come dare la caccia ai trend day. Nella prima parte, abbiamo esaminato le caratteristiche principali dei trend day e gli strumenti imprescindibili per individuarli in tempi rapidi. Passiamo ora ad analizzare le strategie avanzate per massimizzare le opportunità e gestire efficacemente le operazioni quando è in corso un trend day.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 80,84%% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore . Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro.
Strategie avanzate per individuare i trend day:
Pattern di compressione
Un trend day è solitamente accompagnato da un'espansione significativa del range giornaliero di trading. Dato che i mercati oscillano tipicamente tra fasi segnate da range giornalieri modesti o più ampi, i trader possono prevedere i trend day in presenza di periodi di intensa contrazione del range, ovvero i cosiddetti pattern di compressione.
I pattern di compressione possono assumere svariate forme e vengono definiti in tanti modi diversi, tra cui bandiere, cunei e triangoli. Si formano quando i range giornalieri di trading si contraggono per almeno tre sessioni di trading. Questi pattern rappresentano il contesto ideale in cui emerge un trend day, motivo per cui, quando i mercati iniziano ad andare in contrazione, i trader dovrebbero prestare massima attenzione a questa eventualità.
Esempio 1:
Prima:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri.
Dopo:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri.
Esempio 2:
Prima:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Dopo:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Breakout dai livelli chiave
I trend day sono sovente associati a un’elevata partecipazione sui mercati, il che rende i livelli chiave di supporto e resistenza dei catalizzatori naturali per il loro manifestarsi. Quando un mercato inizia a ondeggiare all'interno di una miriade di ristretti range di trading al di sotto dei livelli chiave, quello è il momento che dovrebbe indurre i trader a pensare che potrebbe essere l'alba di un trend day.
Esempi:
Prima:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Dopo:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Prima:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Dopo:
I risultati passati non sono indicativi dei risultati futuri
Ottimizzazione dei punti di entrata
Attendi una conferma:
Meglio evitare aperture anticipate e attendere sempre conferma del manifestarsi di un trend day prima di entrare nelle operazioni. È opportuno far ricorso agli strumenti descritti nella prima parte come ad esempio le rotture anticipate al di sopra o al di sotto del PDH/L, la tenuta al di sopra (o al di sotto) di un VWAP in aumento (o in diminuzione) e prolungati trend al di sopra dell'EMA a 9 periodi.
Allineamento del time frame:
Sincronizza il tuo time frame di trading con il trend prevalente su time frame più elevati, così da ottimizzare il timing delle tue operazioni e provare a massimizzare la redditività. L'analisi di più time frame è utile per riconoscere le confluenze e avvalorare le decisioni di trading.
Stai alla larga dall'overtrading:
Non perdere il controllo ed evita l'overtrading in occasione di un trend day. Non discostarti dal tuo piano di trading e ricorri esclusivamente a configurazioni ottimali che assecondino la tua strategia e le tue regole di gestione del rischio.
3 tecniche di gestione operativa durante un trend day
1. Scalin in e scaling out:
Invece di aprire immediatamente l’intera posizione, si potrebbe valutare di fare lo scaling graduale per entrare nelle operazioni, man mano che il trend day si manifesta. Analogamente, è preferibile fare lo scaling progressivo in uscita dalle posizioni per congelare gli utili, ma consentendo al contempo che una percentuale della posizione continui a cavalcare il trend per realizzare teoricamente ulteriori profitti.
2. Trailing Stop Loss:
Metti in atto una strategia di trailing stop loss per tutelare gli utili e minimizzare le perdite durante un trend day. Modifica il livello dello stop loss affinché segua le dinamiche dei prezzi, bloccando i profitti man mano che il trend evolve ma lasciando comunque sufficiente spazio di manovra alle operazioni.
3. Piramidazione:
La piramidazione consiste nell'affiancare nuove posizioni a quelle in utile quando un trend si consolida. Tuttavia, è opportuno prestare attenzione ed evitare di ricorrere a livelli troppo elevati di leva, in quanto le inversioni di un trend possono verificarsi repentinamente e tradursi in perdite ingenti.
Conclusione:
Padroneggiare l'arte di dare la caccia ai trend day richiede competenze di analisi tecnica, tecniche di gestione del rischio e disciplina psicologica. Adottando strategie avanzate per l’individuazione dei trend day e per una gestione ottimale delle operazioni, i trader possono assicurarsi di trarre il massimo quando si verificano.
Nella terza parte daremo uno sguardo a casi di studio reali di operazioni riuscite in occasione di trend day e analizzeremo i fattori psicologici che condizionano il trading durante tali eventi.
Disclaimer: La finalità del presente post è meramente informativa e didattica. Le informazioni qui riportate non costituiscono consulenza in materia di investimenti e non contemplano la situazione finanziaria o gli obiettivi individuali degli investitori. Le informazioni relative ai risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Per quanto permesso dalla legge, in nessun caso, Capital.com (o un suo affiliato o dipendente) assume responsabilità per qualsiasi perdita incorsa a causa dell’utilizzazione delle informazioni fornite. Chi agisce in base a tali informazioni lo fa a proprio rischio.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. 80.84 % di conti di investitori al dettaglio perdono denaro nelle negoziazioni in CFD con questo fornitore .Valuta se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre l'elevato rischio di perdere il tuo denaro
Attenzione a questo indicatore anticipatore!Buongiorno a tutti.
Oggi l’analisi sarà “lagging” poiché tratteremo un dato macroeconomico specifico, ovvero un sottoindice dell’ISM sui servizi americani, rilasciato il 5 gennaio: la variabile occupazione. L’obiettivo è quello di commentare l’ultimo dato rilasciato, spiegare perché è importante e discutere alcune delle relative implicazioni. Buona lettura.
1. L’ISM SUI SERVIZI E DIVERSE VARIABILI
L’Institute for Supply Management è indubbiamente una delle organizzazioni più riconosciute negli Stati Uniti, poiché pubblica due dati macroeconomici significativi. Questi dati, considerati indicatori anticipatori nel ciclo economico, sono il PMI manifatturiero e quello dei servizi, che valutano la forza dei rispettivi settori. Questi indicatori sono illustrati nella figura successiva.
I due PMI statunitensi rilasciati dall’ISM. Grafico mensile
I due dati macroeconomici sono considerati indicatori anticipatori del ciclo economico, e per capire il motivo, partiamo dalla definizione di PMI, l’Indice dei Direttori degli Acquisti. Questi professionisti gestiscono l’acquisto di materiali e servizi necessari per le loro aziende. Le loro decisioni non solo rispondono alla domanda attuale, ma possono anche prevedere le tendenze future dell’economia. Essendo molto vicini all’economia reale, sono tra i primi a percepire i cambiamenti nelle condizioni di mercato, come la domanda dei clienti o le variazioni dei prezzi. Ad esempio, se notano un calo della domanda, potrebbero ridurre gli ordini di materie prime o componenti e tagliare la produzione. Questo avrebbe un impatto negativo sulla produzione industriale e, di conseguenza, potrebbe influenzare l’andamento dell’economia. Quindi, le decisioni di acquisto dei responsabili degli acquisti possono effettivamente contribuire a modellare il corso dell’economia.
Esiste un approccio per comprendere le opinioni dei responsabili degli acquisti riguardo l’economia: è necessario analizzare tutte le variabili del sondaggio a cui partecipano, come illustrato nelle due figure seguenti relative ai servizi.
Le variabili attività economica, occupazione, nuovi ordini e tempi di consegna dei fornitori.
Le variabili prezzi, scorte, ordini inevasi, nuovi ordini di esportazione, importazioni e sentiment dell’inventario.
Il PMI dei servizi è costruito attraverso la media delle prime quattro variabili, cioè attività economica, occupazione, nuovi ordini e tempi di consegna dei fornitori. Analizzare le tendenze di tutte le variabili ci permette di ottenere una visione chiara della loro percezione dell’economia. Per esemplificare:
• Se la variabile “nuovi ordini” inizia a rallentare, ciò indica che i responsabili degli acquisti stanno segnalando un calo della domanda
Focalizziamoci sulla figura successiva: la variabile “occupazione” nel settore dei servizi.
La variabile “occupazione” ha registrato una forte contrazione a dicembre 2023. Grafico mensile
Essa ha mostrato una significativa contrazione nell’ultima lettura, passando da 50.7 punti nel novembre 2023 a 43.3 punti nel mese successivo, rompendo al ribasso la soglia critica di 50 punti che distingue l’espansione (valori superiori a 50) dalla contrazione (valori inferiori a 50). Ora, diamo un’occhiata all’andamento storico di questa variabile nella figura seguente.
Andamento storico della variabile “occupazione” nel settore dei servizi. Grafico mensile
Non si registravano valori così bassi dalla pandemia nel 2020 e dalla la crisi immobiliare del 2007-2009. Attualmente, il valore è addirittura inferiore a quello registrato durante la recessione del 2001.
Secondo l’ultimo report dell’ISM, a dicembre si è registrato un aumento dell’occupazione in sette settori:
• Agricoltura, silvicoltura, pesca e caccia
• Costruzioni
• Servizi di alloggio e ristorazione
• Assistenza sanitaria e assistenza sociale
• Servizi professionali, scientifici e tecnici
• Utilità
• Pubblica Amministrazione
Al contrario, otto settori hanno segnalato una diminuzione dell’occupazione nello stesso periodo:
• Immobiliare, noleggio e leasing
• Commercio al dettaglio
• Informazione
• Gestione delle aziende e servizi di supporto
• Finanza e assicurazioni
• Commercio all’ingrosso
• Servizi educativi
• Trasporti e magazzinaggio
Un altro aspetto interessante evidenziato nello stesso report è che l’aumento dei licenziamenti è dovuto al clima di incertezza economica e alla diminuzione della domanda da parte dei clienti. Infatti, come illustrato nella figura successiva, i nuovi ordini, che sono positivamente correlati alla variabile occupazionale, mostrano segni di rallentamento da ottobre del 2021.
La correlazione positiva tra le variabili “occupazione” e “nuovi ordini” dell’ISM non manifatturiero. Grafico mensile
Pertanto, considerando tutti i fattori discussi, sarà importante monitorare attentamente la variabile (la prossima lettura sarà il 5 febbraio). Da non dimenticare due aspetti fondamentali:
• Negli Stati Uniti, una consistente porzione della forza lavoro è impiegata nel settore dei servizi, il quale contribuisce in modo significativo al Prodotto Interno Lordo
• La variabile “occupazione” tende ad anticipare il tasso di disoccupazione, dato macroeconomico lagging, come mostra la figura successiva
La variabile “occupazione” dell’ISM non manifatturiero tende ad anticipare il tasso di disoccupazione. Grafico mensile
Non c’è motivo di preoccuparsi, l’analisi aveva semplicemente lo scopo di fornire un aggiornamento, seppur con un po’ di ritardo. Tuttavia, è fondamentale non trascurare la variabile occupazione dell’ISM manifatturiero (mostrata nella figura successiva).
La variabile “occupazione” dell’ISM manifatturiero ha registrato un miglioramento a dicembre 2023, a 48.1 punti. Grafico mensile
Nonostante si trovi in una fase di contrazione, con un punteggio di 48.1, ha mostrato un miglioramento a dicembre rispetto al punteggio di novembre, che era di 45.8.
Se notassi un deterioramento più pronunciato nel settore manifatturiero, accompagnato da un continuo deterioramento nel settore dei servizi, personalmente inizierei a…riflettere.
A presto!
CRYPTO ALTCOIN - LAST CALL e Preparazione per il 2025Mercato Altcoin Crypto in fase di accumulo, l'Altcoin season avviene sempre dopo che btc rompe i massimi storici, è importante quindi prepararsi prima.
Di seguito propongo alcune coin che possiedo e dei possibili sviluppi futuri, ragionando al 2025 ovvero l'anno dove questi asset potrebbero performare molto bene.
Grafico: ULTRA (Gaming)
THE GRAPH (AI)
ALTURA (Gaming)
GALA (Gaming)
NETVRK (Metaverse/Gaming)
UN DATO ANTICIPATORE CHE OGNI INVESTITORE DOVREBBE MONITORAREBuongiorno a tutti!
L’analisi di oggi si concentra su un particolare indicatore macroeconomico che ha la capacità di prevedere le tendenze future, un elemento chiave che ogni investitore dovrebbe tenere d’occhio.
1. LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI
Venerdì 8 dicembre è stata una giornata significativa poiché sono stati rilasciati due dati macroeconomici cruciali: le buste paga del settore non agricolo (NFP) e il tasso di disoccupazione. Ecco i dettagli:
• Le buste paga del settore non agricolo (NFP) hanno registrato un valore di 199K, superando le aspettative di 188K e mostrando un incremento rispetto alla precedente lettura di 150K
• Il tasso di disoccupazione si è attestato al 3.7%, inferiore sia alle aspettative del 3.9% che alla precedente lettura, anch’essa del 3.9%
Tuttavia, questi non sono stati gli unici dati rilevanti della giornata. Un altro dato di rilievo è stato l’indice di fiducia dei consumatori, rilasciato dall’Università del Michigan, che ha mostrato un aumento a 69.4 punti, in netto miglioramento rispetto ai 61.3 punti della precedente rilevazione.
Infine, un sottoindice del dato sulla fiducia dei consumatori, sempre rilasciato dall’Università del Michigan, ha suscitato particolare interesse: si tratta delle aspettative di inflazione dei consumatori per l’anno a venire. Questo dato, illustrato nella figura successiva, sarà il protagonista dell’analisi di oggi.
Le aspettative di inflazione dei consumatori. Grafico mensile
Si può notare un cambiamento significativo nelle aspettative dei consumatori riguardo all’inflazione. In dettaglio:
• La rilevazione di novembre indicava un tasso di inflazione previsto del +4.5%
• L’ultima rilevazione ha segnato un tasso del +3.1%, un livello che non si registrava da marzo 2021
Le aspettative di inflazione sono state sicuramente influenzate dalla recente diminuzione dei prezzi della benzina. Come si può vedere nel grafico successivo, dal picco raggiunto l’11 agosto 2023, il prezzo di questa risorsa energetica ha registrato un calo di oltre 30 punti percentuali, scendendo a 2.04$.
Il recente crollo dei prezzi della benzina; importanti la resistenza a 2.32$ e il supporto 2.02$. Grafico giornaliero
La correlazione tra i prezzi della benzina e le aspettative di inflazione dei consumatori è evidenziata nel grafico seguente. Questo dimostra come le variazioni nel costo della benzina possano avere un impatto diretto sulle previsioni inflazionistiche.
La correlazione positiva tra prezzi della benzina e aspettative di inflazione a un anno. Grafico mensile
2. LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI SONO UN LEADING INDICATOR
Potreste chiedervi perché ho condiviso questo specifico dato macroeconomico, derivante da un sondaggio. La ragione è semplice: esso funge da indicatore anticipatore. In particolare, come dimostrano le prossime tre figure, le aspettative di inflazione a un anno tendono a prevedere il tasso di inflazione, calcolato su base mensile rispetto all’anno precedente.
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni ’80. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’indice dei prezzi al consumo a/a negli anni 2000. Grafico mensile
Le aspettative di inflazione dei consumatori hanno anticipato l’ultimo picco dell’indice dei prezzi al consumo a/a nel 2022. Grafico mensile
Analizzando un periodo storico più esteso, si può notare una forte correlazione positiva tra le aspettative di inflazione dei consumatori e il tasso di inflazione effettivo rilevato. Questo suggerisce che le previsioni dei consumatori tendono ad essere un indicatore affidabile dell’inflazione futura.
La correlazione positiva tra aspettative di inflazione dei consumatori e tasso di inflazione anno/anno. Grafico mensile
3. ASPETTATIVE DI INFLAZIONE DEI CONSUMATORI, FEDERAL RESERVE E…OBBLIGAZIONI
Data la capacità predittiva delle aspettative di inflazione dei consumatori, è naturale chiedersi se queste possano influenzare le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve; la risposta è affermativa. Infatti, uno degli obiettivi della Federal Reserve è proprio la stabilità dei prezzi.
Le aspettative di inflazione sono attentamente monitorate perché possono influenzare le spese correnti dei consumatori. Ecco perché:
• Se ci attende un’inflazione del +10% per l’anno prossimo, è plausibile che i consumatori aumenteranno la loro domanda e quindi le spese per acquistare prodotti che probabilmente costeranno di più l’anno successivo
• Al contrario, se si prevede un’inflazione del +0.5%, è probabile che i consumatori posticiperanno alcune spese che costeranno meno l’anno seguente
Nel primo scenario, un aumento delle aspettative di inflazione porterà ad un aumento del tasso di inflazione effettivo a causa dell’aumento della domanda di beni e servizi. Nel secondo scenario, ci sarà una diminuzione, che potrebbe essere uno dei fattori scatenanti di una deflazione.
Ecco perché un calo così significativo delle aspettative di inflazione, al 3.1%, deve essere attentamente monitorato. C’è, tuttavia, un altro motivo importante: le aspettative dei consumatori possono influenzare direttamente le decisioni di investimento degli investitori.
Facciamo un esempio: come illustrato nel grafico seguente, esiste una correlazione positiva tra le aspettative di inflazione e l’indice TIP/IEF.
La correlazione positiva tra TIP/IEF e aspettative di inflazione dei consumatori. Grafico mensile
• Quando le aspettative di inflazione crescono, le obbligazioni indicizzate all’indice dei prezzi al consumo (ETF TIP) tendono a sovraperformare quelle non indicizzate con una duration simile (ETF IEF)
• Al contrario, quando le aspettative di inflazione calano, è l’ETF IEF a sovraperformare l’ETF TIP
Questo fenomeno non è casuale, ma un riflesso delle dinamiche del mercato.
Spero che queste informazioni vi offrano nuovi spunti di riflessione. Ricordate, tuttavia, che questo “indicatore anticipatore” che ho presentato oggi non è infallibile. Non dovreste aspettarvi che ogni sua lettura anticipi ogni variazione successiva dell’indice dei prezzi al consumo. Un’altra insidia che presenta è la sua volatilità, che è notevolmente superiore rispetto al tasso di inflazione tradizionale.
Alla prossima!
Finalmente è arrivata la conferma della forza del trend!Buongiorno a tutti. L’analisi di oggi si concentra sulle prestazioni dei mercati finanziari statunitensi nel mese di novembre, con un’attenzione particolare alle ragioni che mi portano ad avere un’ottimistica previsione per il mese di dicembre. Scoprirete che il mio ottimismo è alimentato da una tanto attesa “convergenza” tra due indici di sentiment. Ora, senza ulteriori indugi, iniziamo!
Il mese di novembre ha visto un notevole rialzo per i mercati finanziari statunitensi. Come illustrato nel grafico, tutti gli indici principali hanno registrato rendimenti positivi:
• L’S&P500 ha guadagnato un +8.62%
• Il Nasdaq è cresciuto del +8.68%
• Il Russel 2000 ha visto un incremento del +11.56%
• L’iShares Microcap ha avuto un aumento del +12.60%
Le prestazioni dei principali indici statunitensi a diversa capitalizzazione. Grafico giornaliero
Il grafico seguente mette in evidenza le performance degli 11 settori dell’S&P500. I settori ciclici hanno registrato un’ottima performance, con il settore immobiliare in testa che ha guadagnato un +13.70%. Al contrario, i settori difensivi, come quello dei beni difensivi e sanitario, hanno mostrato una crescita meno significativa. Il settore energetico, influenzato dal trend ribassista del petrolio, ha registrato la performance più debole con un incremento di soli +0.18% punti percentuali.
Le prestazioni dei settori dell’S&P500. Fonte: Finviz
Le obbligazioni di diverso grado di rischio hanno anch’esse mostrato performance positive:
• TLT, che riflette il movimento dei titoli di stato a lunga duration, ha registrato un incremento del +9.27%
• LQD, che segue il movimento delle obbligazioni societarie investment grade, ha guadagnato 6.9 punti percentuali
• HYG, che riflette il movimento delle obbligazioni societarie ad alto rendimento, ha realizzato un +4.3%
Le diverse prestazioni dei bond statunitensi. Grafico giornaliero
Considerando le performance mensili, gli investitori che detengono un portafoglio classico 60/40 (60% S&P500, 40% TLT) avranno sicuramente motivo di essere entusiasti. Come illustrato nel grafico successivo, questo tipo di portafoglio ha realizzato una performance di 9.40 punti percentuali nel mese di novembre.
Rendimenti mensili (2023) di un portafoglio 60/40 classico, orientato negli Stati Uniti.
La figura successiva fornisce una spiegazione per questi acquisti. Gli investitori hanno mostrato una forte propensione al rischio durante tutto il mese di novembre, iniziando a scontare uno scenario di crescita economica. Questo ottimismo è stato alimentato da aspettative di inflazione al ribasso e da previsioni di un allentamento della politica monetaria.
Queste aspettative sono derivate dalle tendenze dei tre indici di forza SPHB/SPLV, TIP/IEF e LQDH/LQD.
(Se stai leggendo una mia analisi per la prima volta e non conosci questi tre indici, ti consiglio di guardare il video in fondo alla pagina o di approfondire l’argomento cliccando sul link seguente):
Le tendenze dei tre indici di sentiment. Grafico giornaliero
È naturale che qualcuno possa chiedersi: “Qual è la conferma della forza del trend”? La risposta è… una divergenza che si è trasformata in una convergenza!
Il grafico successivo illustra la correlazione positiva tra due indici di sentiment sulle aspettative economiche: SPHB/SPLV e IWC/SPY. Questa correlazione può essere facilmente spiegata:
• Quando le aspettative economiche sono di crescita, le società cicliche ad alta volatilità (SPHB) tendono a sovraperformare quelle difensive a bassa volatilità (SPLV). Lo stesso vale per le microcap rispetto all’S&P500: in un contesto di aspettative di crescita economica, le microcap cicliche dovrebbero offrire performance migliori rispetto alle società dell’S&P500 data la maggiore volatilità, legata alla loro sensibilità alla domanda dei consumatori statunitensi (le microcap operano a livello nazionale, non internazionale)
La correlazione positiva tra SPHB/SPLV e IWC/SPY. Grafico settimanale
Ho approfondito IWC/SPY in maniera fortemente dettagliata al seguente link:
Secondo la logica precedentemente citata, gli indici SPHB/SPLV e IWC/SPY dovrebbero rimanere sempre in convergenza. Tuttavia, come illustrato nel grafico successivo, questi indici sono stati in divergenza per un periodo di tempo significativo.
La divergenza tra i due indici di sentiment. Grafico giornaliero
Questo ha rappresentato per me un segnale di attenzione, per una ragione molto semplice:
• Le divergenze possono talvolta anticipare un’inversione di tendenza
Tuttavia, dal 10 novembre, anche IWC/SPY, dal minimo raggiunto, sembra aver invertito la sua tendenza di brevissimo periodo, come mostra la figura successiva.
IWC/SPY ha invertito la sua tendenza di brevissimo termine. Grafico giornaliero
Questo mi rende più ottimista per l’ultimo mese dell’anno. Ma significa che sarà necessariamente positivo? Prestate attenzione a quanto segue:
• Tasso di disoccupazione e NFP: 8 dicembre (da monitorare per le aspettative di crescita economica)
• Comunicazione sul tasso di inflazione: 12 dicembre (se fosse in aumento, potrebbe influenzare l’indice TIP/IEF, che potrebbe tornare rialzista)
• Riunione della Federal Reserve: 13 dicembre (da tenere d’occhio per le aspettative sull’allentamento della politica monetaria)
Rimaniamo sintonizzati! Un saluto a tutti.
INVERSIONE CURVA DEI RENDIMENTI: COSA MANCA PER LA RECESSIONE?L’inversione della curva dei rendimenti è sempre attentamente monitorata da analisti, investitori ed economisti perché tende ad anticipare una recessione che, per il momento, non si è ancora verificata.
Questo potrebbe farci pensare che la famosa ‘inversione’ non sia più un segnale affidabile. Perché la tanto attesa contrazione economica non si è ancora verificata?
Buongiorno a tutti. L’obiettivo di questa analisi è quello di fornirvi un mio punto di vista su questo argomento tanto discusso negli ultimi tempi, fornendovi la variabile mancante affinché la recessione si verifichi realmente.
Buona lettura.
1. LA CURVA DEI RENDIMENTI 10-2 ANNI
La curva dei rendimenti 10-2 anni rappresenta la differenza tra il rendimento del titolo di stato americano a 10 anni e quello a 2 anni. Questa curva, che è illustrata nella figura successiva in azzurro, tende a seguire un andamento ciclico, con fasi di rialzo e ribasso. Quando la curva scende al di sotto della soglia dello 0%, si verifica la sua tanto famosa inversione.
Rendimento a 10 anni, a 2 anni e la relativa curva dei rendimenti a quelle scadenze. Grafico mensile
La figura successiva è particolarmente utile perché illustra i motivi per i quali una curva si espande (diventa ‘rialzista’) o si contrae, superando poi al ribasso la soglia dello 0%:
• Quando il rendimento a 2 anni è più basso rispetto a quello a 10 anni (come accaduto dal settembre 2000 al giugno 2003), la curva tende ad inclinarsi verso l’alto
• Successivamente, quando il rendimento a 2 anni inizia a riallinearsi con quello a 10 anni, la curva tende a inclinarsi verso il basso (come accaduto da novembre 2010 a settembre 2019)
• Quando il rendimento a 2 anni supera quello a 10 anni, si verifica l’inversione
Questi aspetti saranno chiariti nel paragrafo successivo.
L’espansione e la contrazione della curva dei rendimenti 10-2 anni. Grafico mensile
2. LA CURVA DEI RENDIMENTI 10-2 ANNI È INFLUENZATA DALLA POLITICA MONETARIA
L’evoluzione della curva è fortemente influenzata dalle aspettative di politica monetaria. Come illustrato nella figura successiva, esiste una correlazione negativa tra la curva e i tassi di interesse applicati dalla Federal Reserve.
La correlazione negativa tra curva dei rendimenti 10-2 anni e tassi di interesse della Federal Reserve. Grafico mensile
• Quando la FED riduce i tassi di interesse, la curva tende a espandersi
• Al contrario, quando la FED adotta una politica monetaria più rigida, la curva tende a contrarsi
Più aggressiva è la politica monetaria, più la curva tende a raggiungere valori inferiori allo 0%, in maniera progressivamente decrescente. Questo si verifica perché:
• Il rendimento a 2 anni risente maggiormente delle aspettative di politica monetaria
• Il rendimento a 10 anni, invece, è influenzato principalmente dalle aspettative di inflazione
I punti discussi in questo paragrafo mirano a chiarire un concetto fondamentale: il movimento della curva dei rendimenti è direttamente legato alle aspettative del mercato riguardo ai tassi di interesse.
3. CURVA DEI RENDIMENTI, PIL E…FIDUCIA DEI CONSUMATORI, LA VARIABILE MANCANTE!
Nell’introduzione dell’analisi abbiamo evidenziato come l’inversione della curva dei rendimenti 10-2 anni sia comunemente riconosciuta come un indicatore anticipatore delle recessioni economiche. Questo concetto è illustrato nella figura successiva:
La curva dei rendimenti 10-2 anni è un leading indicator di recessioni economiche. Grafico mensile
Perché, nonostante l’inversione della curva nell’estate del 2022, non si intravede ancora all’orizzonte una contrazione economica? Iniziamo ricordando le variabili che compongono il PIL (secondo il metodo della spesa:
PIL = C + I + G + (EXPORT – IMPORT)
Dove:
C: Consumi, ossia la quantità di beni e servizi acquistati dai consumatori
I: Investimenti, ossia le spese delle imprese e delle famiglie in immobili e beni strumentali
G: Spesa pubblica
(EXPORT – IMPORT): Bilancia commerciale
È fondamentale sottolineare che la variabile dei consumi è probabilmente la più significativa, dato che il PIL degli Stati Uniti ne dipende per il 70%. Questo suggerisce che l’economia della prima potenza mondiale è fortemente influenzata dai suoi consumatori. In particolare:
• Se i consumatori sono fiduciosi, tenderanno probabilmente ad aumentare le spese in beni e servizi, rafforzando così la variabile C del PIL e, di conseguenza, il PIL stesso.
• Al contrario, se la loro fiducia è bassa, la stessa variabile si indebolirà e il PIL risentirà di questa situazione.
Da queste due considerazioni deriva una delle correlazioni più importanti in ambito macroeconomico: quella positiva tra la fiducia dei consumatori e prodotto interno lordo!
La correlazione positiva tra fiducia dei consumatori e prodotto interno lordo. Grafico mensile
Abbiamo quindi individuato la variabile mancante per la recessione: la fiducia dei consumatori. Infatti, se osserviamo il grafico successivo, notiamo che, sebbene la curva dei rendimenti si sia invertita, segnalando un allarme di recessione, la fiducia dei consumatori non ha seguito lo stesso andamento. Al contrario, è in rialzo!
La curva dei rendimenti e la fiducia dei consumatori non stanno seguendo la stessa tendenza. Grafico mensile
È importante tenere presente un altro elemento: prima dell’insorgere di una possibile recessione, dopo l’inversione, la curva dei rendimenti dovrebbe risalire al di sopra dello 0%. Questo dettaglio è stato messo in evidenza tre grafici fa.
Tuttavia, questo ‘ritorno allo zero’ (come si può osservare nel grafico successivo) dovrebbe essere accompagnato da una diminuzione della fiducia dei consumatori.
Affinché ci possa essere una recessione, il ritorno allo zero della curva dovrebbe essere accompagnato da un calo della fiducia dei consumatori. Grafico mensile
Ecco, quindi, nel grafico successivo, quello che dovrebbe accadere:
Rimbalzo della curva accompagnato da un calo della fiducia dei consumatori. Grafico mensile
Per concludere l’analisi:
• L’economia statunitense dipende fortemente dai consumatori e dalle loro spese per beni e servizi. In un periodo di ‘espansione’ economica, la domanda di beni e servizi aumenta, rafforzando la variabile C del PIL e alimentando l’inflazione. A questo punto, la FED è costretta ad aumentare i tassi di interesse per mantenere la stabilità dei prezzi, causando di fatto l’inversione della curva dei rendimenti. Tassi di interesse elevati possono influenzare negativamente il sentiment dei consumatori. Pensate a coloro indebitati a tassi di interesse variabili per acquistare una casa, un’auto o qualsiasi altro bene discrezionale: avranno un reddito inferiore a causa delle rate più onerose. A redditi inferiori corrisponderanno spese minori, un indebolimento della variabile C del PIL e… una successiva (potenziale) contrazione dello stesso.
Quindi… sì, osserviamo la curva dei rendimenti, ricordando di tenere d’occhio anche altre variabili.
A presto
OPPORTUNITA' LONG GBP/USDQuesta analisi è strettamente correlata a quella pubblicata pochi giorni fa sul cambio EURUSD, che potete trovare ai link:
Buona lettura!
1. IL PROBLEMA INFLAZIONE NEL REGNO UNITO E LE DIFFERENZE CON GLI STATI UNITI
Mercoledì 21 è stato comunicato il dato sul tasso di inflazione nel Regno Unito:
• +8.7% anno/anno contro le aspettative di un +8.4% anno/anno
• Aumento del +0.7% anno/anno rispetto alle aspettative di un +0.5%
A che punto è il processo di disinflazione?
Come mostra la grafica successiva, è da considerarsi “appena iniziato”.
Osservando lo stesso processo a livello statunitense, balza subito all’occhio la grande differenza:
Quest’ultimo ha mostrato un’accelerazione ribassista più marcata; infatti, dai massimi raggiunti al 9.1% anno/anno, il dato statunitense si ritrova ora a valori del +4%.
Per capire l’effettiva differenza è utile andare a calcolare lo spread (visualizzabile nella grafica successiva) sottraendo al valore del tasso di inflazione britannico quello del tasso a livello USA:
L’obiettivo delle principali banche centrali mondiali è quello di riportare il tasso dell’indice dei prezzi al consumo a valori del 2%. Per questo motivo, le stesse hanno iniziato a perseguire la cosiddetta “politica monetaria restrittiva” per raggiungere tale obiettivo.
Andiamo ad osservare nella grafica successiva i tassi della Bank of England e della Federal Reserve:
• 4.5% BoE
• 5.25% FED
Gli Stati Uniti superano il Regno Unito di 75 punti base.
Quali potranno essere le aspettative del mercato sulle future mosse delle due banche centrali?
Probabilmente, nel prossimo futuro, sconteranno una BoE più aggressiva per due motivi:
• Tasso di inflazione più che doppio da “calmierare” rispetto alla FED
• Tasso di interesse più basso
Utilizzando la frase più comune di Jerome Powell negli ultimi due anni:
“La banca del Regno Unito ha più strada da fare rispetto alla Federal Reserve per ripristinare la stabilità dei prezzi”
C’è un ulteriore aspetto da considerare: non abbiamo considerato i dati “core”.
Nella grafica successiva è possibile osservare come il processo di rallentamento sul tasso di inflazione statunitense esclusi cibo ed energia sia ormai entrato in un trend ribassista; questo, tuttavia, non è vero per quello britannico, sui massimi.
Come approfittare di queste divergenze? Magari operando su GBP/USD. Perché?
2. SPREAD TRA RENDIMENTI E OPPORTUNITA’ RIALZISTE SU GBPUSD
GBPUSD potrebbe risultare un’ottima opportunità long, sfruttando le potenziali divergenze future tra politiche monetarie.
Il mercato, ad oggi, sconta una potenziale divergenza tra BoE e FED? È possibile scoprirlo attraverso uno spread tra i rendimenti a due anni dei titoli di stato britannici e di quelli statunitensi. Perché proprio quelli?
• Considerando l’intera curva dei rendimenti, la scadenza a 2 anni è la più influenzata dalle aspettative di politica monetaria
Osserviamo la prossima figura:
Negli ultimi tempi lo spread ha creato delle tendenze ribassiste e rialziste:
• Ad uno spread ribassista corrisponde un rendimento a 2 anni USA più rialzista (essendo esso il sottraendo della differenza); una tendenza di questo tipo è da interpretare come un’aspettativa dei mercati per una FED più aggressiva
• Ad uno spread rialzista, come da marzo di quest’anno ad oggi, corrisponde un rendimento a 2 anni britannico più rialzista (essendo esso il minuendo della differenza); una tendenza di questo tipo è da interpretare come un’aspettativa dei mercati per una BoE più aggressiva
È possibile affermare come il trend di GBPUSD sia catalizzato dalle aspettative degli investitori sulle mosse di politica monetaria futura delle due banche centrali. Questo è ben rappresentato nella grafica successiva:
La correlazione tra spread e GBPUSD è positiva!
Ricordate:
È risaputo che i tassi di interesse di una banca centrale influenzano i prestiti, finanziamenti, mutui e…le emissioni obbligazionarie (agendo sui rendimenti). Si dice sempre:
“Un aumento dei tassi di interesse tende a rendere più attrattiva una valuta”
Perché?
Gli stessi tassi di interesse rendono più attraenti i bond, vedendo essi un aumento dei loro rendimenti. A maggiori rendimenti corrisponderà maggior domanda degli stessi, acquistati con la loro valuta di denominazione. Maggior domanda di bond, maggior domanda di valuta di denominazione e…rafforzamento di quest’ultima, per la legge supply and demand.
Di seguito una panoramica più ampia della correlazione positiva tra GBPUSD e GB02Y-US02Y:
Se il coefficiente di correlazione tra i due elementi si manterrà positiva sarà possibile, ad oggi, affermare che:
• Se il mercato continuerà a prezzare una BOE più aggressiva della FED, lo spread continuerà la sua tendenza rialzista e, vista la correlazione, la sterlina continuerà a sovraperformare il dollaro; sarebbe quindi più logico operare in LONG
• Se il mercato prezzerà una FED più aggressiva della BOE, lo spread scenderà verso il basso, trasportando il tasso di cambio in territorio ribassista e offrendo, per questo motivo, opportunità SHORT.
Per maggiori informazioni commentate pure l’analisi.
A presto!
EUR/USD: IL GRAFICO DA SEGUIRE PER OPERARE SUL TASSO DI CAMBIOL’obiettivo dell’analisi è quello di costruire un indice (uno spread, in particolare) da seguire attentamente per capire quali saranno le prossime tendenze del tasso di cambio.
1. LE PAROLE DELLE DUE BANCHE CENTRALI
Federal Reserve e Banca Centrale Europea hanno parlato:
• La Federal Reserve ha mantenuto come da attese il tasso di interesse invariato al 5%-5.25% suggerendo la possibilità di ulteriori due aumenti da 25 punti base in questo 2023. Per l’ennesima volta ha dichiarato come le prossime decisioni saranno catalizzate dall’andamento dei dati macroeconomici, con focus principale sul tasso di inflazione core che, il giorno prima, aveva visto un valore del +5.3% anno/anno.
• La BCE ha alzato il tasso di interesse di 25 punti base, portandolo al 4%. Ha confermato come, da luglio, stopperà i reinvestimenti dei titoli in scadenza acquistati precedentemente nel Quantitative Easing e ha dichiarato come il processo di inasprimento della politica monetaria non sia terminato (“a meno di cambiamenti radicali dello scenario, continueremo ad alzare i tassi” – Lagarde)
In base a queste informazioni, quale potrà essere il destino di euro/dollaro? Quale grafico seguire?
2. ANALISI TECNICA EURO/DOLLARO
Il tasso di cambio ha visto un trend discendente dal massimo relativo dell’11 febbraio 2022 (a 1.14950) al minimo del 28 settembre 2022 (a 0.93360). Da quel punto ha ritrovato forza riuscendo a raggiungere a inizio febbraio 2023 il valore di 1.10330. Quella è, ad oggi, la struttura di prezzo più importante. Essa, trasformatasi da resistenza e testata dal prezzo tre volte, costituisce il lato superiore del triangolo ascendente evidenziato nella figura di color blu, figura di analisi tecnica rialzista.
Cosa spinge il tasso di cambio al rialzo e al ribasso?
3. DIVERGENZE TRA POLITICHE MONETARIE
È possibile affermare come il trend di EURUSD sia catalizzato dalle aspettative degli investitori sulle mosse di politica monetaria futura delle due banche centrali. Ora saranno chiariti i motivi.
Sappiamo come i tassi di interesse di una banca centrale influenzino i prestiti, finanziamenti, mutui e…le emissioni obbligazionarie (agendo sui rendimenti). Si dice sempre:
“Un aumento dei tassi di interesse tende a rendere più attrattiva una valuta”
Perché?
Gli stessi tassi di interesse rendono più attraenti i bond, vedendo essi un aumento dei loro rendimenti. A maggiori rendimenti corrisponderà maggior domanda degli stessi, acquistati con la loro valuta di denominazione. Maggior domanda di bond, maggior domanda di valuta di denominazione e…rafforzamento di quest’ultima, per la legge supply and demand.
Ho trattato questo argomento in maniera più approfondita in un’analisi pubblicata un mese fa circa, al link:
Qualora desideriate una migliore spiegazione su questo tema scrivetelo nei commenti.
Il rendimento della curva (dei rendimenti) più influenzato da una banca centrale è quello a scadenza due anni. Prendiamo in considerazione la BCE:
L’influenza dei tassi di interesse sul rendimento del bund a quella scadenza è lampante. Più interessante la grafica successiva, che mostra come il rendimento dello stesso bond tenda ad anticipare le future mosse della BCE, comportandosi dunque da “leading indicator”:
Lo stesso discorso è ovviamente applicabile al bond governativo a scadenza due anni statunitense con le mosse della relativa FED:
Possiamo concludere affermando che i due rendimenti siano ottimi indicatori per capire le aspettative degli investitori sulle future mosse di politica monetaria.
Come è possibile stabilire quale delle due banche applicherà azioni più restrittive? O, viceversa, più espansive?
È utile applicare uno spread. Osserviamo la figura successiva:
Lo spread di color nero è stato ottenuto dalla differenza tra i tassi di interesse USA e quelli europei. Ad una tendenza rialzista dello stesso corrisponderanno tassi di interesse in America più alti, al contrario tassi di interesse maggiori in Europa. La linea di color blu rappresenta invece le aspettative sulle due politiche monetarie (ottenute dalla differenza tra il rendimento a 2 anni del bond USA e del 2 anni del Bund) che, come mostra la figura successiva, tende ad essere un ottimo segnale anticipatore.
3. IL GRAFICO DA SEGUIRE
Avendo analizzato il tasso di cambio dal punto di vista tecnico e il rapporto tra aspettative di politiche monetaria esplicitato dallo spread tra i rendimenti dei due bond, perché è stato citato qualche riga fa come EURUSD sia influenzato proprio da quest’ultimo aspetto?
Perché, come mostra la grafica successiva, lo stesso tasso mostra una correlazione positiva proprio con lo spread!
Esplicitiamo le informazioni della figura:
• EURUSD ha realizzato il trend ribassista evidenziato dal canale discendente di colore rosso perché il mercato prezzava una FED più aggressiva della BCE
• EURUSD è riuscito ad invertire la tendenza di breve periodo (realizzando il rialzo evidenziato dal canale rialzista di color giallo) quando gli investitori hanno iniziato ad intravedere una pausa ai rialzi dei tassi USA e un continuo rialzo di quelli nell’euro zona (a causa del processo di disinflazione più “accelerato” negli Stati Uniti)
La correlazione tra spread e tasso di cambio è, da novembre 2022, fortemente positiva. Se il coefficiente di correlazione si manterrà tale è possibile, ad oggi, affermare che:
• Se il mercato prezzerà una FED più aggressiva della BCE lo spread scenderà verso il basso e, vista la correlazione, il dollaro sovraperformerà l’euro
• Se il mercato prezzerà una BCE più aggressiva della FED, lo spread salirà verso l’alto, trasportando il tasso di cambio in territorio rialzista.
Euro/dollaro non rappresenta l’unico tasso di cambio catalizzato dalla tematica discussa. Qualora desideriate un’analisi su altri tassi di cambio “simili”, scrivetelo nei commenti.
Buona settimana.
ANALISI S&P500: UN INDICATORE PER VALUTARE LA REALE TENDENZAQual è la reale forza del mercato azionario americano?
Buongiorno a tutti, in questa analisi andrò a condividere un interessante indicatore capace di esplicitare la reale forza del mercato azionario americano o, se preferite, dell’S&P500.
Molti di voi si chiederanno:
“Scusa, non basterebbe osservare l’andamento dell’S&P500, il benchmark di riferimento”?
Ebbene…buona lettura.
1. I SEGNALI DISCORDANTI DELLO SPY
Nella seduta di venerdì 9 giugno l’S&P500 riesce a raggiungere i massimi del 16 agosto 2022, entrando ufficialmente in “bull market”; dal 13 ottobre del 2022, infatti, il benchmark azionario riesce a realizzare una performance positiva di oltre 20 punti percentuali.
Questo è ben rappresentato nella figura seguente, dove viene condiviso il famoso ETF “SPY” che, come tanti di voi sapranno, mira a replicare le prestazioni dello Standard and Poor.
Nella parte destra della grafica viene riportata una scheda sui principali componenti dell’ETF che, in diversa ponderazione percentuale, sono:
• Apple: 7.39%
• Microsoft: 6.72%
• Amazon: 3.02%
• Nvidia: 2.58%
• Alphabet: 3.82%
• Berkshire Hathaway: 1.69%
• Tesla: 1.69%
• Meta: 1.64%
• UnitedHealth: 1.26%
Il peso totale di queste società all’interno del benchmark è pari al 29,81%. Fa riflettere il fatto che Apple e Microsoft rappresentano il 14.11% del totale. È importante questa informazione?
• La percentuale in peso di un componente all’interno di un ETF rappresenta l’influenza che lo stesso esercita sull’andamento generale di un indice; quanto più alto sarà il peso di una società in un paniere di azioni, tanto più la stessa sarà capace di catalizzare, più di altre, il movimento di un ETF
Possiamo quindi affermare come le prestazioni di Apple e Microsoft siano più responsabili del movimento di SPY di quanto lo siano Tesla e Meta.
Il fatto che un ETF sia “sbilanciato” rappresenta un problema. Quale? Lo stesso potrebbe lanciare dei segnali “discordanti”.
Poniamo il caso in maniera estremamente semplice:
• Se le prime 9 società del paniere sono fortemente rialziste mentre le restanti sono neutrali, l’S&P500 mostrerà una tendenza rialzista
Avremmo dunque un falso segnale! Nonostante lo SPY si mantenga in “forte salute”, non tutti i suoi componenti saranno altrettanto “sani”.
Un ulteriore “problema” deriva dalla ponderazione percentuale degli 11 diversi settori all’interno dell’ETF stesso; infatti, osservando la grafica successiva, è possibile osservare come il benchmark sia composto principalmente da società del settore tech (il 27.5%) e pochissimo dai settori immobiliare e dei materiali (4.92%) che, come molti di voi sapranno, sono fortemente ciclici.
Sarebbe dunque di fondamentale importanza avere un indicatore capace di esplicitare l’effettiva forza di tutte le società dell’S&P500. Esiste un indicatore di questo tipo?
2. S&P 500 STOCKS ABOVE 50-DAY AVERAGE
Ecco l’indicatore con quel tipo di funzionalità, rappresentato nella figura seguente: l’S&P500 STOCKS ABOVE 50-DAY AVERAGE.
L’indicatore riporta la percentuale di società all’interno del benchmark che si trovano al di sopra della loro media mobile a 50 periodi. Per questo motivo, lo stesso varia all’interno di un range compreso tra 100 e 0.
Esso ricopre una grande importanza per un semplice motivo:
• Uno dei diversi modi per valutare la forza del trend di una particolare società X è l’applicazione di una media mobile a 50 periodi al suo prezzo; quando quest’ultimo si ritrova al di sopra di essa fornisce un segnale di forza del trend; viceversa, di debolezza
Possiamo considerare l’indicatore come un indice di sentiment poiché lo stesso mostra una correlazione inversa con il VIX, l’indice di paura dell’S&P500:
• Al salire delle paure e delle incertezze degli investitori salirà il VIX e, vista la correlazione inversa, un numero X di società dell’S&P500 scenderà al di sotto della media mobile a 50 periodi
• Al salire del sentiment del risk on, scenderà il VIX e, al contrario, saliranno una quantità di società X al di sopra della stessa “moving average”
Diamo uno sguardo ad oggi:
Solo il 54.98% delle 500 società dell’S&P si ritrovano sopra la 50-day moving average. È possibile addentrarci ancora più nello specifico:
Dal 30 novembre 2022 una quantità sempre maggiore di società registra “debolezza”; in quella data, 462 delle 500 totali mostravano un’impostazione rialzista, mentre oggi una quantità di 275.
La prima figura dell’analisi ha mostrato come lo SPY sia nuovamente giunto ai massimi registrati nel precedente 16 agosto 2022; questo, però, non è avvenuto per l’indicatore:
Questo è da interpretare come un segnale di divergenza:
• Le società “con forza” il 16 agosto erano molto più numerose di quelle di oggi (91.84% contro il 54.98%)
Ed ecco il segnale di divergenza: indicatore ribassista ed S&P500 rialzista. Questo è il segnale di “discordanza” citato qualche riga fa:
Possiamo dunque concludere affermando che il risk-on che ha accompagnato lo SPY ai massimi relativi di venerdì 9 non è stato tanto “forte” quanto lo era stato quello del 16 agosto 2022; la mancanza di forza è rappresentata da tutte quelle società che, stavolta, non hanno spinto al rialzo.
È un segnale di un possibile crollo dei mercati finanziari? No!
È semplicemente un indicatore utile a stabilire la salute di una tendenza, rialzista o ribassista che sia.
Ricordate:
• Quante più società spingeranno al rialzo un benchmark, tanto più la tendenza dello stesso potrà essere considerare “forte” e “affidabile”
Sarà interessante riesaminare l’indicatore dopo la comunicazione del dato sull’inflazione americana (di martedì 13) e sulla decisione riguardante i tassi di interesse (del giorno dopo).
Tutto ciò trattato nell’analisi ha riguardato l’S&P500. È possibile utilizzare lo stesso approccio per ognuno degli 11 settori che compongono lo stesso? Si!
Discuterò prossimamente l'argomento in forma video.
Per qualsiasi domanda commentate pure.
Buona giornata!
FERRARI VS FORD: NON È LE MANS '66, MA UNO SPREAD INTERESSANTE24 ore di Le Mans, 1966. Tre Ford GT MK II vincono in parata la famosa 24 ore di Le Mans, ponendo fine al dominio Ferrari degli anni precedenti.
Erano le GT40 contro le 330 P3, era Henry Ford II contro Enzo Ferrari ma…come recita il titolo dell’analisi, non è Le Mans 1966. Oggi è il presente, motivo per il quale:
“Chi delle due case automobilistiche corre più in borsa”?
1. ANALISI TECNICA FERRARI
Poche parole per descrivere la forza di Ferrari:
• Dal minimo relativo raggiunto il 14 giugno 2022, il prezzo ha avuto un forte trend rialzista ben evidenziato dal canale ascendente (figura tecnica rialzista) di color rosso. Il prezzo si trova in corrispondenza dei suoi massimi storici (279.1€ a Milano e 302.86$ a New York)
2. ANALISI TECNICA FORD
Discorso diverso per Ford:
• La società si ritrova in un mercato ribassista dal 2022. All’interno della grafica è possibile osservare la formazione di un triangolo discendente (figura di analisi tecnica ribassista) dove la struttura più importante, testata dal prezzo otto volte da luglio 2022, è il supporto a 11$; interessante notare come il prezzo di trovi al di sotto della sua media mobile a 200 periodi (ulteriore segnale di debolezza del trend)
3. FORZA RELATIVA TRA FERRARI E FORD
È facile immaginare chi delle due aziende stia esprimendo più forza.
Si osservi l’immagine successiva, che rappresenta l’indice di forza relativa tra i prezzi delle due società:
Per coloro i quali hanno poca conoscenza sugli indici di forza relativa tra società:
• Si prendono in esame i prezzi di due società e si dividono tra loro
• Ad un indice di forza rialzista corrisponderà una maggior forza del prezzo della società al numeratore della differenza
• Ad un indice di forza ribassista corrisponderà il contrario: maggior forza del prezzo della società al denominatore
L’ultima figura, con Ferrari al numeratore e Ford al denominatore, è abbastanza esplicita:
• Dominio Ferrari all’interno del range gennaio 2022-luglio 2022
• Sorpasso di Ford a luglio 2022
• Controsorpasso di Ferrari a settembre 2022
Perché le due società hanno mostrato performance così diverse tra loro?
4. LA DIVERSA CICLICITA’ DELLE DUE CASE AUTOMOBILISTICHE
Il settore automobilistico è sicuramente uno dei più ciclici. Questo significa che le sue performance sono fortemente dipendenti dalle condizioni economiche:
• Dovrebbe mostrare buone prestazioni in condizioni economiche favorevoli
• Dovrebbe mostrarne negative in condizione avverse
Uno tra i diversi dati macroeconomici da osservare per capire la forza dell’intensità economica è sicuramente l’ISM sui servizi; in particolare, un “sottodato” di quest’ultimo: l’indice sul business activity, che è possibile osservare all’interno del sito:
www.ismworld.org
Il dato ricopre una grande importanza per due motivi:
• L’economia statunitense è fortemente dipendente dal settore dei servizi
• La sezione “business activity” misura la forza dell’intensità economica all’interno dello stesso settore
Il dato macroeconomico viene costruito attraverso delle interviste rivolte ai direttori degli acquisti delle società di quel ramo settoriale.
La logica vuole che, essendo gli Stati Uniti fortemente dipendenti dai servizi:
• Ad un rafforzamento del dato macroeconomico corrisponderà una condizione favorevole per i settori ciclici come l’automobilistico
• Ad un indebolimento il contrario: una condizione avversa andrà a penalizzare lo stesso
Scopriamo se la logica utilizzata può essere ritenuta affidabile andando a correlare Ford con il business activity:
Su timeframe mensile la correlazione appare per lo più diretta. Questa è la prova che Ford tende a beneficiare di contesti economici favorevoli. Per maggior chiarezza:
• Durante un’espansione dell’attività economica il prezzo di Ford tenderà a guadagnare grazie alle maggiori vendite e, dunque, ai migliori utili societari; questo accade perché in quello stesso contesto economico i consumatori saranno più disposti a spendere denaro per beni discrezionali (chiamati anche “beni ciclici”); l’ETF che replica questo settore è il famoso XLY, di cui Ford, guarda caso, fa parte.
Anche Ferrari è ciclica come la casa automobilista americana?
Per rispondere alla domanda, è utile porsi una semplice domanda:
“Che tipo di clientela presenta la casa di Maranello?”
Sicuramente una che dispone di reddito piuttosto alto.
I consumatori che dispongono di “alte risorse” sono tipicamente quelle meno soggette alle fluttuazioni dell’intensità economica perché sono generalmente capaci di generare reddito anche in condizioni avverse (potrebbero ricoprire alte cariche lavorative meno soggette a licenziamenti o potrebbero aver investito parte della ricchezza in attività mobili o immobili).
Questo cosa significa?
• I clienti Ferrari acquisteranno automobili in qualunque contesto non essendo “ciclici”
È possibile dunque affermare che la casa automobilistica italiana ha la capacità di generare utili societari anche in contesti economici poco favorevoli. Per questo, al contrario di Ford, può essere considerata meno ciclica e appartenente ad un altro settore, quello dei beni di lusso; non è un caso che “RACE” occupi la sesta posizione per peso dell’interno dell’ETF “Amundi S&P Global Luxury” che replica il movimento del settore dei beni di lusso a livello mondiale (figura successiva):
5. UNO SPREAD INTERESSANTE SU CUI OPERARE
Le ultime analisi pubblicate hanno visto l’utilizzo di particolari indicatori (come il rapporto rame/oro e il settore retail americano) utili a delineare il contesto economico USA che, al giorno d’oggi, sperimenta un rallentamento con la possibilità che lo stesso, tra qualche mese, si concretizzi in una recessione. Se così fosse e per gli argomenti trattati precedentemente, potrebbe essere un’ipotesi quella di poter operare in spread sui due titoli automobilistici.
Infatti, nel contesto attuale e in quella che potrebbe essere una recessione, Ford dovrebbe soffrire molto più di Ferrari. Ad esempio:
• I clienti Ford rappresentano generalmente una fascia a reddito medio-basso; quest’ultima è rappresentata dalla classe “operaia” … quella che, tipicamente, è la prima ad essere soggetta ai licenziamenti
A maggiori licenziamenti dovrebbero successivamente corrispondere maggiori risparmi dei consumatori e, quindi, minori clienti per l’intero settore automobilistico; ergo: utili societari in contrazione.
Dunque:
• LONG FERRARI
• SHORT FORD
Quello che potrebbe accadere è rappresentato nell’immagine successiva:
Ferrari potrebbe proseguire il suo trend rialzista e Ford, al contrario, rompere al ribasso il supporto a 11$ per visitare prezzi via via inferiori.
Prima di concludere, è utile ricordare che la casa automobilistica americana presenta una volatilità maggiore rispetto a quella di Maranello. Prendiamo in considerazione i BETA delle due società (che forniscono, appunto, una misura della volatilità rispetto all’S&P500):
• FORD: 1.55 (movimento di 1.55 volte il benchmark)
• FERRARI: 1 (movimento in linea con l’S&P)
Questo significa che, nell’ipotesi di un nuovo Bear Market, Ford andrebbe comunque a perdere più di Ferrari (nel caso in cui anche quest’ultima invertisse la tendenza perché, nonostante il discorso sulla sua clientela, la stessa risulta comunque appartenere al settore azionario che è…uno dei più rischiosi).
Ad oggi lo spread “RACE-F” si ritrova a 279$:
Continuerà a salire? O scenderà? Lo commenteremo tra qualche tempo.
Ci tengo a specificare che questa analisi non vuole rappresentare un consiglio finanziario.
Per dubbi di qualunque tipo commentate pure.
Buona giornata.
LA STAGIONALITA' DEL DOLLARO AUSTRALIANO!Dopo un inizio 2023 sottotono per le valute dei paesi del pacifico, il mese di marzo e l'attuale mese di aprile si stanno rilevando mesi di ripresa per AUD e NZD.
In un'analisi pubblicata l'8 Marzo, evidenziai la possibilità di vedere uno scenario rialzista per i messi successivi, e così è stato.
Dai minimi creati il 7 Marzo, AUD si è apprezzato di oltre il 2%, con picchi al 3,7%.
Come spiegato nello scorso articolo, AUD beneficia di un'ottima stagionalità nei mesi di Marzo e Aprile.
Cosa è la stagionalità?
La stagionalità si ha quando, in una serie storica, si riscontrano dei cambiamenti periodici e simili tra di loro, in questo modo possiamo avere delle conferme in più sulla probabilità di aspettarci un rialzo oppure un ribasso.
Attenzione al mese di maggio, statisticamente, al contrario dei mesi attuali, è un mese di possibili performance negative.
La borsa Australiana è tornata a testare i massimi annuali di febbraio, segnando una performance del 10% dai minimi di Marzo.
Sempre nello scorso articolo ho analizzato l'ottima correlazione che è presente tra il DOLLARO AUSTRALIANO E L'ORO, poiché l'Australia è un importante esportatore di queste materie prime.
L'oro, proprio nel mese attuale, ha registrato nuovi massimi annuali, toccando soglia 2050$ all'oncia.
Non dimentichiamoci che in questi mesi il Dollaro americano ha continuato il suo deprezzamento, situazione che favorisce l'apprezzamento delle altre valute.
Nonostante il movimento rialzista di questi 2 mesi, è bene evidenziare come AUD e NZD a confronto delle altre valute su base YTD rimangono le più deboli, situazione che rende difficile l'acquisto.
Buon trading a tutti
TUTTI RINGRAZIERANNO LA SILICON VALLEY BANK?!La scorsa settimana abbiamo potuto assistere ad un importante fallimento bancario, il più grande dalla crisi finanziaria del 2008.
Parliamo della SVB, Silicon Valley Bank, la 16esima banca degli stati uniti in termini di patrimonio.
Quali sono state le escalation che hanno portato al fallimento la SVB?
La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione.
I timori relativamente al fatto che i bond detenuti dalla banca non fossero valutati correttamente ha fatto insorgere un forte sospetto sulla reale solvibilità della banca stessa che, conseguentemente ha creato una corsa agli sportelli e causato una crisi di liquidità, determinandone l’insolvenza.
Questo ci ricorda in parte il caso Lehman brother, ma ai tempi l'impatto e il coinvolgimento della Lehman non sono confrontabili alla SVB.
La probabilità di un contagio con altre banche è molto basso.
Quantomeno, non ai piani alti.
Il grafico parla chiaro, Silicon Valley Bank è stata vittima della criticità delle banche medio-piccole statunitensi: riserve quasi a zero.
Problema che le grandi banche non hanno, le quali infatti, continuano a navigare nella liquidità in eccesso garantita dalla Fed.
Come si fa a continuare ad alzare i tassi, mentre il mondo trema per le banche che crollano?
Questo è il punto centrale dell'articolo.
Nei grafici precedenti possiamo evidenziare la reazione dei mercati obbligazionari (rendimenti 2-10 anni) all'insolvenza di SVB.
Perchè i bond sono stati scossi così fortemente?
La logica può essere una sola, i mercati si aspettano UNA BANCA CENTRALE MENO AGGRESSIVA.
Il prossimo grafico conferma la nostra teoria, con le aspettative di politica monetaria per settembre 2023 crollate da 5,5% a 4,7%, un taglio di 80 punti base in due giorni.
Nella giornata di ieri è stato rilasciato un report ufficiale da parte della Federal Reserve dove conferma che metterà disposizione ulteriori finanziamenti alle istituzioni.
La reazione dei mercati azionari non poteva che essere ribassista, con pressioni maggiori sul mercato europeo, -5%.
Il Vix schizza a 27, segno della forte incertezza in entrata sui mercati finanziari.
La Silicon Valley Bank potrebbe aver fatto un piccolo regalo ai mercati...era l'unico modo per rallentare l'aumento dei tassi della FED.
L'articolo verrà aggiornato con nuovi punti salienti nei prossimi giorni.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
EUR/USD: previsione azzeccata, ora rianalizziamoBuongiorno a tutti trader, nell'ultima analisi pubblicata abbiamo previsto come EUR/USD stava scambiando in un range che avrebbe portato molto probabilmente a un'esplosione direzionale (vi lascio in allegato l'analisi completa nei collegamenti a fine pagina); dopo la pesante reazione rialzista, la pair ha reagito perfettamente su una delle zone segnate in precedenza.
Tracciando il volume a intervallo fisso dal minimo al massimo dell'intero rialzo, notiamo anche come l'ultimissima spinta che ha portato il prezzo in zona di potenziale reazione sia stata poco scambiata (o comunque scambiata quasi unilateralmente), indicando in maniera evidente una spinta disequilibrata.
Ora, dopo aver rintracciato e raggiunto sia la zona di POC dell'ultimo macro swing ribassista sia quella dell'ultima spinta rialzista (che combacia anche col ritracciamento quartile), gli operatori a mercato hanno trovato la loro zona di equilibrio per scambiare la pair all'interno del range tra 0.9970 e 1.0055, zona corrispondente al 70% dei volumi scambiati prendendo di riferimento tutta la zona di accumulo.
Scendendo ad H1 ed analizzando la struttura di breve termine notiamo come dopo la formazione di un doppio minimo di liquidità (sotto il quale era quindi presente controparte) EUR/USD è andato a sbilanciarlo per andare successivamente a rompere la struttura al rialzo formando un nuovo Higher High. Attualmente siamo già in una potenziale zona di reazione per il proseguimento del trend al rialzo (delimitato dall'order block); quindi è lì che si può cercare una conferma strutturale a time-frame minori per entrare a mercato e targettizzare quanto meno l'ultimo vuoto volumetrico lasciato dalla discesa emotiva del prezzo. La visione rimarrà valida almeno fin quando la dominance tiene e l'ultimo Higher Low formato non verrà lotto in maniera decisa.
Dopo aver colmato i vuoti di volume rialzisti vedremo se ci sarà anche la forza necessaria per raggiungere l'ultima zona di reazione più in alto in zona 1.0220 (vista assieme nella scorsa analisi).
Nel caso in cui la demand cedesse, quello che mi aspetto è che il prezzo rintracci un minimo prima di raggiungere la seconda zona più appetibile per una continuazione rialzista, dandoci un'opportunità di allineamento alla struttura micro short prima di valutare set-up per il long di medio/lungo periodo
Per oggi è tutto, spero che l'analisi sia stata il più chiara possibile. Buon trading a tutti!
TORNA LA PAURA SUI MERCATI?!Condivido con voi gli aggiornamenti relativi ai dati sull'inflazione americana pubblicati ieri e i movimenti relativi dei diversi asset finanziari.
Il dato pubblicato ieri dalla U.S Bureau of Labor Statistics mostra dei dati chiari, l'inflazione in America non si sta abbassando velocemente quanto si aspettavano gli economisti.
I dati mostrano un lieve calo per la lettura dell'inflazione annuale, 8,3% contro 8,5% precedente ma superiore rispetto le attese (8,1%).
Quello che ha sorpreso a rialzo gli economisti sono state le letture delle componenti CORE, dove sia su base annuale che su base mensile hanno registrato dei dati superiori a quelli precedenti.
Le reazioni dei diversi asset sono state forti e volatili.
Analizziamo le probabilità dei prossimi rialzi dei tassi d'interesse americani rilasciate sul sito CME group.
La scorsa settimana le carte sul tavolo mostravano due possibili scenari, un rialzo di 50 punti base o un rialzo di 75 punti base.
Dopo l'uscita dei dati di ieri le carte in gioco sono cambiate, i 50 punti base sono stati spazzati via e si è aperta la possibilità di un prossimo rialzo di 100 punti base.
La reazione dell'indice del dollaro è stata rialzista, con un movimento forte in direzione dei massimi annuali.
In vista di una FED più aggressiva il movimento rialzista del dollaro era prevedibile.
Ricordo come i mercati finanziari tendono a scontare prima gli effettivi dati; In linea con le previsioni i mercati si aspettavano delle letture sull'inflazione in ulteriore calo, infatti i movimenti visti nei giorni precedenti al CPI sono stati in territorio negativo per il dollaro.
La reazione dei mercati obbligazionari è stata chiara, sell-off di obbligazioni di breve termine.
Lo spread tra i rendimenti a 10 anni e quelli a 2 anni è sceso, rimanendo in territorio negativo, sotto lo 0.
Movimento del VIX rialzista, tornando sui livelli di 27.
Le incertezze sui mercati e le paure si riflettono in questo indice, dove vediamo chiaramente che da diversi mesi a questa parte non riesce a rimanere per diverso tempo sotto la soglia dei 20 (zona di tranquillità).
Questa incertezza si riflette sui mercati azionari che ieri segnano delle grosse perdite.
Il deprezzamento giornaliero avuto dai mercati azionari nella giornata del 13 settembre è il più grande dal 2020.
Dal mio processo personale questa settimana, come quella passata, sto cercando posizionamenti short su EUR/USD, GBP/USD e XAU/USD.
Le uniche zone interessanti sono state trovate su EUR/USD e lavorate lunedì in vista del dato di martedì.
Come confluenza alla mia visione ribassista ho utilizzato i posizionamenti istituzionali .
Operazione su EUR/USD attualmente in running in vista dei dati sui prezzi alla produzione americani di oggi pomeriggio.
Una parte dei profitti sono stati presi e lascio correre a rischio zero.
EUR/USD: salita emotiva o primo segno di recupero?Salve a tutti. Oggi nuova analisi sulla nostra pair preferita.
Come sempre partiamo analizzando la situazione ad H4. La situazione rimane ovviamente pesantemente short sull'asset guardando al lunghissimo termine, ma analizzando l'ultimo swing notiamo come la discesa sia stata tutt'altro che efficiente, originatasi dall'accumulo avvenuto in zona 1.01/1.03 e mostrando esplosione direzionale dopo la perfetta chiusura strutturale avvenuta in zona 1.03700, lasciando poco spazio a rintracciamenti fisiologici che un mercato efficiente naturalmente fa. Vista la tendenza del mercato a recuperare le zone di "sbilancio", esattamente come è stato per la discesa precedente, andiamo a segnare le prime zone di potenziale reazione aiutandoci col volume a intervallo fisso.
Ieri il mercato è stato spinto al rialzo dalle notizie negative che hanno afflitto il dollaro, rompendo i massimi interni a 0.9950 e arrivando sulla zona di supply in area 1.0000, da cui poi ha avuto una prima reazione iniziando il ritracciamento.
Attualmente ci troviamo in una fase di stallo in cui il prezzo potrebbe considerare la rottura dei massimi di ieri come la prima spinta per iniziare il ritracciamento rialzista e andare a recuperare le varie aree calamita , efficientandole. In questo caso mi aspetto una reazione sulla zona di supply nel quale ci troviamo adesso chemioterapica vada a rompere i massimi confermandomi una volontà nel cambio trend di breve, posizionandomi sul ritracciamento dopo un'ulteriore conferma.
Dal lato contrario invece il movimento di ieri potrebbe essere stato generato unicamente dall'emotività delle notizie per recuperare il vuoto volumetrico e le zona di inefficienza lasciate in alto, da cui poi il prezzo ha avuto una reazione.
In questo caso mi aspetto un fallimento nella creazione del nuovo massimo (o la falsa creazione del massimo in un primo momento ma comunque la rottura del minimo successivamente) e la prosecuzione del trend di breve ribassista, fino alla creazione del nuovo minimo strutturale macro.
Comunque non escluderò operazioni nel breve termine se ci saranno occasioni interessanti.
Per ora è tutto, la cosa più importante da fare adesso è aspettare la mossa del mercato. Buon attesa a tutti!
EUR/USD: Operiamo nel breveNell'analisi pubblicata ieri vi ho condiviso come avrei voluto un arrivo del prezzo in zona 1.025 per poi cercare conferme per riallinearmi al trend di medio/breve long, osservando il fatto che c'era la potenzialità che il prezzo non avesse accettato zone superiori visto il mancato spostamento del POC. Il mercato è invece partito dimostrato subito forza rialzista e accettando quindi la zona in cui si trovava. Il problema si verifica nel momento in cui, arrivando in zona 1.036, inizia la discesa; dico problema perché da un lato della medaglia abbiamo avuto accettazione parziale H1 e H4 che dovrebbero portare alla conclusione di un trend rialzista in continuazione; dall'altro lato il prezzo è andato a mitigare una wick importante (ovvero il rifiuto della zona di immissione di volumi che ha provocato i nuovi minimi storici), continuando la discesa. In più vari vuoti volumetrici sono rimasti incolmati.
In questi casi quello che mi piace fare è operare nei micro trend (m15/m5) fino a vedere un eventuale cambio di rotta.
Ho cercato quindi un entrata sulla zona quartile dell'ultimo swing di breve, in confluenza del 50% della wick della candela che ha provocato la rottura ribassista e la continuazione del trend di brevissimo.
Stavo già monitorando il mercato alle 7:30, quando ho visto a timeframe minori 2 candele di rifiuto molto ghiotte, ma essendo fuori orario operativo (inizio a operare dalle 8:00) ho deciso di attendere un'occasione ad apertura mercato anche con il rischio di perdermi il trade. Dopo un'accettazione parziale del prezzo ad m5 (visibile meglio sul grafico a linea) mi sono posizionato a pendente sull'ulteriore 50% della wick dell'ultima candela di rifiuto.
Essendo in una zona già di potenziale reazione direzionale (abbiamo raggiunto il primo vuoto volumetrico e la chiusura strutturale), ho posizionato il primo target più safe sui minimi strutturali del micro swing, mentre ho lasciato il secondo target poco sopra il numero tondo in confluenza con la proiezione del -25 quartile e del recupero dell'inefficienza. Attualmente sono a BE.
Per qualsiasi dubbio, rispondo a tutti i commenti. Fatemi sapere se analisi di questa lunghezza risultano troppo noiose da leggere oppure no.
Buon trading a tutti!