Segnalitrading
AUD-NZD: UN SEGNALE E...LONG!!Il cross neozelandese è senz'altro uno di quelli che ci mostra lo scenario più lineare e continuo nel mercato Forex. A partire infatti dal novembre dello scorso anno il prezzo ha iniziato una tendenza rialzista, con una correzione un po' più marcata tra febbraio e marzo di quest'anno, mantenendosi quasi sempre al di sopra della Ema21 e violando da poco l'importante area di resistenza 1,1030.
Lo scenario è rialzista anche nel time frame settimanale, per cui si potrebbe approfittare dell'attuale correzione di breve periodo in essere per cercare nuovi segnali di Price Action long nella zona precedentemente menzionata (da un punto di vista "giornaliero") o, meglio ancora, in avvicinamento alla media mobile in area 1,0980 (più interessante da un punto di vista "settimanale"). Il target di prezzo, guardando il canale rialzista, potrebbe essere collocato anche sul livello chiave 1,1270.
Attendiamo ovviamente segnali di prezzo nei prossimi giorni e vedremo che strategia utilizzare.
Maurizio
PETROLIO: BASTA FALSI BREAKOUT?!Dopo l'inizio del conflitto bellico in Ucraina e la forte spinta rialzista che aveva portato, nel giro di una settimana, la quotazione del Petrolio WTI dai $92 ai $125, è iniziata una fase laterale di medio periodo con una serie di "rimbalzi" al ribasso e al rialzo che hanno formato una sorta di grande triangolo rialzista di continuazione di analisi tecnica. Nonostante questa lateralità di medio termine, evidente nel grafico daily con l'appiattimento della media mobile violata in continuazione nel corso degli ultimi due mesi, nel brevissimo periodo vi è un' impostazione leggermente più rialzista; di fatto la tendenza nel settimanale continua ad essere Long e quindi l'idea è proprio quella di ricercare delle opportunità rialziste, possibilmente con la rottura "definitiva" della zona di resistenza $108 che è già stata oggetto di falsi breakout, a fine marzo, il 18 aprile e nella sessione di ieri. Vediamo se oggi o comunque nei prossimi giorni si formerà un valido setup di Price Action long per tradare la rottura di tutta l'area $108/109 e rivedere quindi la quotazione sui massimi dei primi di marzo!
Per conoscere tutta la mia attività nel Forex e Azionario leggete il mio profilo Tradingview!
Maurizio
EUR-USD: CORREZIONE E SHORT!La coppia principale del Forex continua ad evidenziare una chiara tendenza ribassista nel grafico giornaliero ma anche nel time frame settimanale, come abbiamo visto in precedenti articoli e video di analisi.La correzione tecnica che riportò il prezzo in zona 1,1150 a fine di marzo ha lasciato poi spazio ad un netto e continuo movimento discendente che ha spinto il prezzo sotto la EMA21 e, poche sedute fa, sotto l'area 1,08. L'idea è ovviamente quella di entrare in questo downtrend e quindi attenderò una momentanea correzione tecnica sul livello appena menzionato per vendere Eur-Usd con un target in zona 1,05. Attendo quindi ritracciamento e segnale di Price Action short.
Maurizio
Eur-Usd: controtrend o "in trend"?!Il continuo movimento rialzista del Dollar Index ha favorito una discesa dell'Eur-Usd che, nel giro di un paio di settimane, è passato dall' area di resistenza 1,1150 al recente livello di supporto 1,0770. Da un punto di vista strettamente operativo sarebbe possibile sia approfittare di un momentaneo movimento controtrend, in caso di segnale long sul supporto appena menzionato oppure (è meglio ancora!) attendere un movimento di correzione rialzista di qualche giorno per rivedere la quotazione sulla zona intermedia di resistenza (sia statica che dinamica) 1,09 per verificare la presenza di un segnale di Price Action short e quindi valutare una strategia di vendita che potrebbe avere come possibile target di presa di profitto l'area 1,05 .
Attendiamo ovviamente segnali in tal senso.
Buona settimana di trading. Maurizio
EUR-CHF: SEMPRE SHORT, PER ORA!Dopo il movimento di correzione che ha contraddistinto il cross Eur-Chf dai primi di marzo, è ripresa una tendenza ribassista che potrebbe favorire gradualmente un ritorno verso l'importante (anche psicologico) livello della parità. Nel brevissimo periodo la quotazione sta realizzando un movimento di correzione favorito anche dal gap rialzista "elettorale" dell'euro di ieri sera ma l'obiettivo, al momento, è sempre quello di cercare dei segnali short, almeno per coloro che non sono come me già in vendita!
Spiego tutto nel video di oggi. Maurizio
PETROLIO, DA ACQUISTARE TRA POCHI GIORNI!Questa volta analizziamo il grafico del petrolio prendendo in considerazione il time frame settimanale per avere una visione di medio periodo che potrebbe però avere spunti operativi molto interessanti anche nel breve. Il grafico weekly ci mostra infatti una evidente tendenza rialzista che ha portato la quotazione dal quarto trimestre 2020 fino a novembre 2021 dai $35 ai $65, evidenziando poi una netta accelerazione del trend Long seguito dalla fortissima candela bullish, ad inizio della guerra in Ucraina, che ha portato nel giro di pochi giorni la quotazione sui massimi relativi in zona $125. Attualmente è in corso una fase di correzione tecnica che potrebbe riportare il prezzo nell'area di supporto statica e dinamica $93, zona sulla quale è in arrivo la stessa Ema 21 del grafico weekly; tale area risulta quindi essere particolarmente valida per andare a ricercare non solo dei segnali di Price Action Long sul settimanale ma anche delle interessanti opportunità di trading nel grafico giornaliero per migliorare il livello di entrata ed ottenere quindi un rapporto rischio/rendimento migliore, considerando un target minimo di presa di profitto in zona $113.
Ovviamente se il prezzo non realizzasse tale correzione settimanale ma tornasse di nuovo la pressione dei compratori, in tal caso andrei direttamente nel "daily" a ricercare opportunità long in tendenza.
Maurizio
BITCOIN, ADESSO SI!!Torniamo a parlare di questa importante criptovaluta perché finalmente si è verificato ciò che attendevo! Come vi avevo accennato nell'ultima mia analisi di qualche settimana fa, non avrei valutato alcun tipo di operatività mentre la quotazione si trovava ancora in una fase di lateralità; dopo due mesi e mezzo di "trading range", finalmente, siamo usciti dallo stallo di medio termine con la violazione rialzista della resistenza 44.900 proprio in questa settimana. Ovviamente adesso sarà importante assistere ad un breve storno tecnico della quotazione sul livello violato e verificare la presenza di un chiaro segnale di Price Action Long che confermi il Breakout e ci dia la possibilità di entrare in acquisto su un buon livello, con un target di profitto in zona 52.000. Attendiamo quindi il timing da parte del prezzo.
Maurizio
Usd-Yen, attendiamo uno short con Fibonacci?Le ultime due settimane sono state letteralmente "terribili" per lo Yen che ha sofferto un deprezzamento tale da portare la quotazione, contro il Dollaro, dalla zona 115 al recente massimo relativo in area 120,50 . Questo scenario è sicuramente comune a tutte le coppie con lo Yen (vedasi ad esempio il fortissimo rialzo di Cad-Yen!!) e potrebbe "tentarci" a momentanee vendite controtrend; la repentina spinta della quotazione potrebbe infatti portarci a considerare positivamente dei segnali di Price Action short che, sempre nel grafico Daily di Usd-Yen, potrebbero favorire una correzione del prezzo almeno fino alla zona 119,50 se non addirittura fino al livello 118,60 che sono tra l'altro, rispettivamente, i livelli 38% e 50% di Fibonacci!In un'ottica di medio termine è invece sicuramente consigliabile, dopo tale possibile correzione, cercare dei segnali long per riprendere la tendenza con un target di profitto sulla zona di resistenza 124.
Maurizio
PETROLIO, LONG FINO A 130$A seguito del forte movimento rialzista a cui abbiamo assistito dopo l'inizio bellico in Ucraina, la quotazione ha ripiegato dall'area $130 con un movimento tecnico che si è riportato sotto la Ema21 per ritestare la zona di supporto $95; in tale area è ritornata una pressione in acquisto che, soprattutto con la candela daily di ieri e di giovedì scorso, ha spinto di nuovo il prezzo sopra la media mobile e sopra la zona di resistenza $106. Questo livello rappresenta in questo momento la zona più interessante (sia statica che dinamica) per cercare una mini correzione ed un nuovo segnale di Price Action Long al fine di valutare una strategia rialzista che potrebbe spingere il prezzo sui massimi di cui sopra. La parola al prezzo...
Maurizio
EUR-USD, SIAMO IN ZONA DI VENDITA!L'Eur-Usd, dopo la violazione ribassista dell'importante supporto 1,1140 , è andato a ritestare pochi giorni fa il minimo quinquennale in zona 1,08 (salvo leggerissimo falso movimento del marzo 2020!) confermando il Trend ribassista in corso, evidente anche nel time frame settimanale. Attualmente siamo in una fase di correzione tecnica che, dopo il segnale di trading visto il giorno 10 marzo, potrebbe di nuovo fornire interessanti segnali di Price Action short proprio nell'area prossima alla media mobile (zona 110,60) per una possibile ripresa del movimento in tendenza che potrebbe avere come target di breve periodo il ritorno sul minimo sopracitato e nel medio termine un arrivo in zona 1,05. Attendiamo che il prezzo confermi per poi definire la strategia di ingresso.
Maurizio
BTC è davvero prossimo all'inversione?Buon fine settimana a tutti,
Se seguite BTC con il Kijun Trend Indicator avrete notato un importante breakout del prezzo negli ultimi giorni.
Ieri l'indicatore ha confermato il segnale long dopo alcuni giorni di consolidamento.
Questo potrebbe essere indice di un inversione di tendenza, si prega di monitorarlo e prestare attenzione alle ombre.
Voi siete già Long ?
Grazie per l'attenzione, felici di supportare la comunità di TradingView.
Petrolio ed Eur-Usd, che belle Pin tradate!!Il grafico del Petrolio ci mostra una bellissima tendenza di rialzo, sia giornaliera che settimanale, con un super segnale di Price Action tradato ad inizio settimana e che ha già portato il trade in area take profit! Situazione analoga anche per un trade short sull' Eur-Usd... spiego tutto nel video di oggi.
Saluti, Maurizio.
DAX, breakout annuale, vendiamo!Dopo quasi un anno e diversi tentativi andati a vuoto, il Dax riesce finalmente a rompere l'importante zona di supporto dei 15mila punti con la forte candela short di ieri che, complice il clima di guerra creato ad hoc, riporta l'indice sul livello successivo in zona 14.300 . Anche nei grafici settimanali, le tendenze dei listini (sia europei che americani) virano al ribasso per cui sarebbe a questo punto interessante attendere uno storno tecnico verso i rispettivi livelli di resistenza (area 15mila nel caso del Dax) per valutare un eventuale segnale di Price Action short ed entrare in vendita seguendo il trend.
Maurizio
MOVE INDEX: L'INDICE CHE FORNISCE TANTI SEGNALI CONCRETIMOVE INDEX: L’INDICE DELLA PAURA DEL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
Ciao lettori, questa analisi da me scritta è la seconda parte riguardante il mercato obbligazionario. All'inizio della prossima settimana, rispettando le linee guida imposte da tradingview, vi fornirò il link. Alcuni utenti di tradingview si sono già iscritti e per questo gli ringrazio.
Detto ciò, nella prima analisi sul mercato obbligazionario (che trovate solo nel mio blog) ho analizzato in linea generale cosa sono le obbligazioni, in particolare i titoli di stato americani. Ho collegato ciò alla curva dei rendimenti, facendo diversi esempi reali delle forme che essa può assumere, il tutto correlato con l’economia; successivamente ho trattato lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 e 2 anni, per poi concludere con i TIPS, ossia le obbligazioni indicizzate all’inflazione.
Oggi tratterò un indicatore molto particolare: il MOVE Index.
VOLATILITA’ STORICA E VOLATILITA’ IMPLICITA
Il MOVE index è l’indice di volatilità del mercato obbligazionario. Per chi ancora non lo sapesse, cos’è la volatilità? Non è altro che un indice che misura quanto i rendimenti di un certo asset (in questo caso quindi le obbligazioni) si discostano dal proprio valore medio in un determinato intervallo di tempo; facciamo un esempio: se un particolare asset ha registrato una volatilità del 2% in un dato periodo significa che, nello stesso periodo considerato, il valore dell’asset si è discostato in media del 2% dal suo prezzo medio.
E’ importante definire due tipi di volatilità ai fini di capire cos’è il MOVE:
• Volatilità storica: Essa ci dice quanto un asset, nel passato, si sia discostato dal proprio valore medio. E’ un dato che quindi ci fornisce informazioni di un periodo passato. Le bande di Bollinger o l’ATR sono ad esempio dei strumenti utilizzati da tanti analisti tecnici utili a calcolare la volatilità storica di un asset:
• Volatilità implicita: mentre la storica fornisce informazioni riguardanti il passato, l’implicita invece fornisce una stima della volatilità futura di un determinato sottostante; è quindi da considerare una misura delle aspettative degli operatori circa la variabilità futura dello strumento considerato.
Essa non può essere calcolata tramite strumenti quali ATR o Bande di BollInger, bensì attraverso il prezzo delle opzioni; non rappresenta l’ampiezza delle oscillazioni di prezzo di un dato asset in un determinato periodo, bensì una misura della certezza o dell’ incertezza sul comportamento futuro dello stesso asset.
IL MOVE INDEX
Tornando al MOVE, esso non è altro che un indice che misura la volatilità implicita del mondo obbligazionario.
E’ calcolato seguendo il movimento della volatilità implicita dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi (quelli che ho analizzato nel primo articolo) a 2, 5, 10 e 30 anni, con riferimento ai prezzi delle opzioni a 1 mese.
L’indice ha questo aspetto:
Per ricercarlo su tradingview è necessario scrivere nella barra di ricerca la signa “MOVE”.
I valori considerati dagli esperti come valori limiti sono gli 80 e i 120 punti. Gli 80 rappresentano uno stato emotivo di estrema “tranquillità”, mentre il valore di 120 una di “estrema paura”. Al di sopra dei 120 o al di sotto degli 80 abbiamo delle fasi di mercato instabili. In particolare, è quando il MOVE scende al di sotto dei 55 punti che si iniziano a presagire delle fasi finanziarie anomale. Vediamo perché:
Come potete osservare, le svariate volte in cui l’indice è arrivato ai 55 punti o è sceso al di sotto di essi, è stato anticipatore di determinati crolli azionari, causati dai più svariati problemi: nel 2007 è stato anticipatore della crisi immobiliare e nel 2020 della pandemia Covid-19; nel 2015 ha anticipato il crollo del mercato dovuto a un rialzo dei tassi di interesse seguenti ad anni di politica monetaria ultra accomodante; nel 2018, invece, è stato il preludio del crollo causato dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e da una politica monetaria restrittiva. Ma non solo: ha anticipato anche la bolla di internet del 2000 (purtroppo non posso farvi notare ciò a livello grafico in quanto tradingview non ha abbastanza dati storici).
Quindi, il più delle volte che il MOVE ha raggiunto valori appena mostrati, i mercati azionari ne hanno risentito, perdendo poi tanto in valore percentuale (sempre oltre i 15 punti percentuali). Questo cosa ha causato a livello emotivo ai mercati finanziari? Chiaramente tanta paura e incertezza. Dove possiamo riscontrare a livello grafico ciò che ho appena affermato? Sul VIX chiaramente, ossia l’indice di paura dell’S&P500 (il VIX mostra l'aspettativa di volatilità del mercato a 30 giorni ed è costruito utilizzando le volatilità implicite di un'ampia gamma di opzioni su indici S&P 500). Osservate:
Ho evidenziato nel MOVE, con dei quadratini neri, gli stessi valori negli stessi archi temporali considerati precedentemente. Ogni qualvolta esso abbia raggiunto valori di 55 punti (o inferiori), il VIX si è conseguentemente rialzato come naturale conseguenza di paura e incertezza degli investitori, fino ad arrivare successivamente a “sgonfiarsi” non appena il mercato trovava pace e certezze.
L’introduzione del VIX in questo particolare paragrafo mi è utile per spiegarvi essenzialmente due cose fondamentali:
• Il ruolo delle obbligazioni come bene rifugio
• I picchi del MOVE a 120 punti, oltre di essi o in loro prossimità (ossia in territorio di estrema paura)
Ora sarò più chiaro. Come abbiamo appena visto, la volatilità dell’S&P500 andava subito a salire oltre i 20 punti ogni qualvolta il bechmark stesso andava a crollare. Ciò in termini pratici cosa significa? Che gli investitori toglievano il denaro dal mercato azionario in quanto esso, essendo rischioso, non poteva costituire in determinati periodi un “porto sicuro”; il discorso è che gli investitori non lasciano mai il denaro “fermo”, bensì vanno a riposizionarli in porti considerati in quei particolari momenti più sicuri. Quali sono questi? Uno di è il mercato obbligazionario! Ogni qualvolta l’S&P500 ha avuto i cali conseguenti a livelli di 55 punti del MOVE, gli investitori sono sempre andati a riposizionarsi sulle obbligazioni, andando a comprarle, con il conseguente deprezzamento del rendimento dell’obbligazione associata. Quindi tutti quei picchi del MOVE che osservate a 120 punti, al di sopra di essi o in loro prossimità sono la rappresentazione grafica di uno spostamento di capitali da un mercato ad un altro, ossia da quello azionario a quello obbligazionario (quindi da uno più rischioso ad uno più sicuro).
Osservate questa grafica:
Come obbligazioni ho scelto il decennale americano, in particolare il suo rendimento. Ora focalizzate l’attenzione sugli andamenti dei vari asset all’interno dei diversi rettangoli gialli; vedete come ogni qualvolta il MOVE e il VIX siano sparati al rialzo il rendimento del decennale sia invece sceso? Ciò significa appunto che, per la relazione inversa tra obbligazione e rendimento (che ho spiegato nel precedente articolo), si compravano obbligazioni.
Lo stesso discorso può essere applicato anche utilizzando obbligazioni ad altra scadenza, in particolare quelle a scadenze di 2, 5 e 30 anni.
Spero di essere stato abbastanza chiaro.
Con questo ho terminato la parte teorica riguardando questo particolare indicatore di volatilità. Nel prossimo paragrafo vi svelerò invece alcune particolari correlazioni.
LA CORRELAZIONE TRA MOVE INDEX E LO SPREAD DEI RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO USA A 10 E 2 ANNI
Con il grafico soprastante voglio presentarvi un indicatore che probabilmente molti di voi non conosceranno: l’indice di correlazione. E’ facile da trovare: digitate nella barra di ricerca degli indicatori di tradingview la sigla “CC”, selezionate l’indicatore e successivamente scegliete l’asset che volete correlare con il sottostante preso in considerazione. Come potete constatare voi stessi, questo indicatore oscilla tra 1 e -1: con il numero 1 si fa riferimento ad una correlazione diretta al 100% (ossia entrambi gli asset seguono alla perfezione lo stesso andamento) mentre con -1 si fa riferimento alla situazione opposta, ossia ad una correlazione indiretta al 100% (se un asset sale, l’altro scende con un ugual intensità). Tutti i numeri compresi tra 1 e -1 sono riferiti a correlazioni non perfette.
Osserviamo il grafico: notate come, per la maggior parte del tempo, il MOVE e lo spread si muovano assieme segnando una correlazione diretta. Accade invece poche volte il contrario. Ma quando si verifica quest’ultima condizione, cosa succede all’S&P500? Vediamolo insieme:
Ogni qualvolta l’indice di correlazione entra in territorio negativo, il bechmark S&P ritraccia o crolla. Il fatto più interessante è che questo indice è un ottimo strumento per prevedere possibili ritracciamenti o crolli: se notate, tutte le volte che l’indicatore è entrato in negativo ha sempre anticipato il mercato, ad eccezione degli inizi del 2019.
RAPPORTO DI FORZA RELATIVA TRA VIX E MOVE
La linea di prezzo blu che vedete nella grafica di sopra altro non è che il rapporto di forza relativa tra il VIX e il MOVE. Per ricercare questo tipo di correlazione selezionate nella barra di ricerca di tradingview “VIX/MOVE” e otterrete lo stesso grafico.
I livelli da considerare, a parer mio, sono i 0.29 punti e i 0.13. Ora vi svelerò perché, correlando lo stesso indice con il rendimento del decennale americano e successivamente con l’S&P 500:
Prestate molta attenzione: ogni qualvolta l’indice ha stagnato intorno a valori di 0.15 punti o al di sotto, il decennale ha aumentato il suo rendimento. Questo, per il rapporto inverso tra obbligazione e rendimento, significa che, in quei stessi archi temporali, gli investitori vendevano obbligazioni. Caso contrario invece quando l’indice raggiungeva i 0.29 punti: rendimento del decennale in trend ribassista, dato dal fatto che gli investitori stessero comprando obbligazioni.
Ora correliamo il tutto al mercato azionario, in particolare all’S&P500:
Ogni qualvolta il VIX si dimostrava più forte del MOVE e si raggiungono valori di 0.29 punti e oltre, il bechmark tendeva a ritracciare (o crollare) ; in caso contrario, a valori bassi da 0.15 punti, tende invece a salire.
Ora riepiloghiamo:
• Valori di 0.29: azioni vendute e obbligazioni comprate
• Valori di 0.15: azioni comprate e obbligazioni vendute
Cosa ci dice tutto ciò? Ci da informazioni riguardo il sentiment degli operatori, in altre parole ci riferisce la rotazione dei capitali che avviene dal mondo azionario al mondo obbligazionario e viceversa! Dal lato teorico è facile spiegare il motivo per cui essa avviene: quando il VIX si dimostra più forte del MOVE significa che la paura nel mercato azionario è maggiore rispetto a quella nel mondo obbligazionario (visto che stiamo parlando di indici di paura): è per questo che gli investitori posizionano i loro capitali dove sanno di avere “meno rischio”. In caso contrario, se fosse il MOVE a dimostrarsi più forte del VIX, accadrebbe il contrario, con un azionario più forte dell’obbligazionario.
Possiamo quindi definire questo indice di forza relativa come un indicatore di sentiment di mercato.
Esso è inoltre utile per evidenziare bottom di mercato. Il segnale ci viene dato quando raggiunge i 0.37 punti.
Questo segnale tuttavia non è affidabile tanto quanto quello considerato dalla correlazione tra lo spread e il MOVE, tuttavia ci suggerisce che un mercato potrebbe aver arrestato la sua caduta.
La seconda analisi incentrata sul mercato obbligazionario termina qua. Nel blog, all'inizio della prossima settimana, pubblicherò un'analisi in cui utilizzerò gli stessi indicatori appena descritti per avere una visione più chiara di quello che oggi sta accadendo ai mercati finanziari.
MATTEO FARCI
Aud-Nzd, un' entrata in trend sarebbe l'ideale!Considerando il periodo di particolare volatilità legato all'incertezza del USD, la coppia dell'oceania ci mostra sicuramente una bella e lineare tendenza rialzista tale per cui sarebbe interessante approfittare di nuovi spunti operativi a continuazione del trend; vi spiego tutto nel video di oggi con i più interessanti scenari operativi.
Buona giornata e buon Trading
Maurizio
TRADING E ANALISI: LE COPPIE CON L'EURO!!La BCE, con le sue prospettive restrittive, ha dato particolare linfa all'Euro a partire da giovedì scorso. Andiamo a vedere in questo video la situazione delle principali coppie con l'euro e quelli che possono essere i migliori spunti operativi in base ai movimenti che vedremo tra domani e dopodomani, sempre in un'ottica di Price Action e grafici giornalieri, in modo da favorire un' operatività molto più tranquilla ma non meno profittevole!
Buona settimana di trading.
Maurizio
BTC è davvero prossimo all'inversione? Buon fine settimana a tutti,
Se seguite BTC con il Kijun Trend Indicator avete notato un importante breakout del prezzo.
Questo può essere già un segnale long, ma l'indicatore sta aspettando un'ulteriore conferma dell'inversione di tendenza che può richiedere almeno due giorni.
Si prega di monitorarlo e prestare attenzione alle ombre.
Voi siete già Long ?
Bitcoin, cerchiamo un nuovo short?!Che ne dite, dopo il take profit della scorsa settimana, ci mettiamo in cerca di un nuovo segnale di vendita? La zona migliore è esattamente l'area 38.000 dove già ieri si era sviluppata una interessante Pin ribassista ma, per me, non ancora un segnale di qualità top! Ci vorrebbero due-tre giorni in più di leggera correzione rialzista ed una media mobile leggermente più vicina per creare lo scenario ideale per una nuova strategia di vendita, simile a quella da me considerata con successo il 5 gennaio scorso, target zona 30.000.
Vediamo cosa succederà e mi raccomando: nessuna apertura di posizione in assenza di segnali di Price Action (per chi segue la mia metodologia ovviamente!).
Buon trading a tutti!
Maurizio