Mercati divisi: sterlina sostenuta o fragilità in vista?In questo articolo andremo ad analizzare la situazione attuale della sterlina dopo i dati sull’inflazione. Nel mese di luglio i prezzi al consumo nel Regno Unito hanno evidenziato una crescita mensile dello 0,1% dopo il +0,3% di giugno.
Su base annua, l’inflazione è salita al 3,8%, oltre la passata lettura pari a +3,6% e oltre le previsioni degli analisti pari al 3,7%, mentre il Cpi core (che esclude le componenti più volatili come alimentari ed energia) ha registrato anche in questo caso una piccola accelerazione superiore alle aspettative, dal 3,7% al 3,8%. L’inflazione dei servizi, un indicatore chiave monitorato dalla BoE, è salita dal 4,7% al 5%, oltre le stime degli economisti pari a +4,8%.
Come ha reagito la sterlina?
La sterlina si è rafforzata questa mattina dopo il dato sull’inflazione nel Regno Unito di luglio superiore alle aspettative. La Bank of England (BoE) ha segnalato nell’ultima riunione una crescente preoccupazione per l’inflazione, prevedendo un picco del 4% a settembre. Andando ad analizzare i dati, un rialzo dell’inflazione è stata messa in conto dalla BoE già da diverso tempo così come le aspettative per un ritorno verso il 2% nel corso di quarto trimestre di quest’anno.
La sterlina è andata a rialzo in mattinata, con l’inflazione dei servizi nel Regno Unito di luglio balzata al 5% su base annua dal 4,7%, al di sopra delle aspettative del mercato del 4,8%. In apparenza, questo sembra supportare la posizione della Banca d’Inghilterra, che raccomanda molta cautela riguardo a ulteriori tagli dei tassi. Tuttavia, da parte di alcuni economisti britannici viene osservato come l’aumento dell’inflazione dei servizi è stato in gran parte trainata dalle tariffe aeree, una componente che preoccupa meno la Banca d’Inghilterra in termini di pressione inflazionistica complessiva.
La Banca d’Inghilterra è maggiormente preoccupata per l’inflazione dei prodotti alimentari, che non è cambiata molto nel comunicato odierno”.
Secondo le previsioni degli economist, un taglio dei tassi a novembre diventa più incerto, sebbene rimanga il loro scenario di base.
Come si muoverà la BoE?
Le mosse future della BoE restano in primo piano. Dopo il complicato voto del meeting dello scorso 7 agosto, gli operatori hanno ridotto le loro scommesse su futuri tagli dei tassi. Alcuni funzionari britannici hanno, infatti, messo in guardia dal rischio di effetti di secondo impatto su salari e prezzi, mentre i consumatori cercano di recuperare il potere d’acquisto perso. Alcuni economisti affermano che è la BoE che deve affrontare la sfida più grande tra le principali banche centrali, essendo molto preoccupata per la fragilità delle dinamiche di mercato del Regno Unito. Da un lato, il governatore Andrew Bailey e il suo team temono che un ritardo nell’abbassamento dei tassi possa frenare la crescita economica; dall’altro, rimangono cauti riguardo alle pressioni inflazionistiche, dato che l’inflazione nel Regno Unito è ancora lontana dall’essere sotto controllo.
Come si sta muovendo GBPUSD?
Andando a dare uno sguardo al grafico di GBPUSD, possiamo andare a notare come il prezzo abbia perfettamente reagito alla zona di 1.34350, dopo che il prezzo ha continuato a seguire un canale ribassista partito da 1.35800.
Nel caso in cui il prezzo vada a rompere e accetti sopra gli 1.35000, potremmo vedere una prosecuzione a rialzo da parte degli operatori.
Altrimenti potremmo anche tenere in considerazione che il prezzo possa andare a prendere la seconda zona di interesse, prima di ripartire a rialzo.
La seconda zona di interesse, ci viene confermata anche dal Fixed Volume Profile, in cui possiamo notare come ci sia una zona di totale vuoto volumetrico che potrebbe fungere da calamita.
Motivo per cui sarà molto importante vedere il prezzo nei prossimi giorni, quale tipo di setup può darci ed ovviamente dobbiamo avere le giuste conferme prima di effettuare qualsiasi tipo di operazione. Ricordiamo che tradare CFD può comportare la perdita di denaro, perdita di denaro che può essere data anche dalla volatilità del mercato. Come sappiamo la sterlina è una valuta decisamente volatile.
Questa si tratta di una semplice analisi e non si tratta di alcun consiglio finanziario.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Domanda e offerta
WTI: H1!!! DISCLAIMER !!!
Nota bene:
Queste sono semplici bozze personali, da considerarsi come tali. La lettura va effettuata con un’ottica di breve termine. In altre parole, la prima fase del percorso disegnato rappresenta l’ipotesi principale. La parte restante del percorso (quella più lontana nel tempo) è strettamente legata all’evoluzione della prima fase. Di conseguenza, se quest’ultima non si realizza, l’intera idea deve essere considerata nulla.
Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
EURODOLLARO: AGGIORNAMENTO!!! DISCLAIMER !!!
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Putin, Trump e Zelenskiy: una svolta sulla guerra in Ucraina? ANALISI MACROECONOMICA
Negli ultimi giorni, la politica internazionale è tornata a occupare il centro della scena, riportando con forza l’attenzione sul conflitto tra Russia e Ucraina. L’incontro in Alaska tra Vladimir Putin e Donald Trump aveva inizialmente alimentato timori concreti: a Washington sembrava prendere forma l’idea che Kiev potesse essere spinta a cedere parte dei territori già occupati dai russi, pur di arrivare a un accordo di pace. Una prospettiva che avrebbe segnato un cambio radicale nella linea occidentale.
Eppure, nelle ultime ore lo scenario è apparso meno cupo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy si è recato a Washington insieme a una delegazione di alleati europei, trovando un’accoglienza ben più favorevole rispetto al passato.
La strategia adottata sembra chiara: mostrare gratitudine per il sostegno militare ed economico ricevuto dagli Stati Uniti e, al tempo stesso, puntare su un approccio più conciliante per provare ad ammorbidire le posizioni di Trump.
Non ci sono ancora decisioni definitive, né sulle eventuali concessioni territoriali né sulla forma che potrebbe assumere un accordo di sicurezza, ma emerge un dato importante: Washington appare più disposta a garantire la protezione di Kiev, pur chiedendo agli alleati europei di farsi carico di una quota maggiore dell’onere economico e militare.
Sul fronte macroeconomico, l’attenzione si sposta invece sul Regno Unito. Domani usciranno i nuovi dati sull’inflazione e le attese parlano di un ulteriore rialzo al 3,7% annuo, in accelerazione rispetto al 3,6% registrato a luglio. A rendere più complicato il quadro c’è la posizione della Bank of England: a differenza della Federal Reserve americana, la banca centrale britannica non bilancia il contenimento dei prezzi con l’obiettivo della piena occupazione.
Questo significa che, nonostante il mercato del lavoro stia mostrando segni evidenti di fragilità, con una perdita di 165.000 posti nell’ultimo report, la BoE continua a mantenere un atteggiamento restrittivo. I tassi d’interesse restano elevati e i rendimenti dei Gilt sono ormai oltre i 40 punti base, quasi il doppio della loro media storica. Una condizione che rischia di aggravare ulteriormente la già complessa congiuntura economica del Paese.
Nel mercato valutario, dopo alcuni giorni di debolezza, il dollaro sembra essersi stabilizzato. Pur rimanendo in calo di oltre l’1% medio da inizio agosto contro le principali valute, il biglietto verde ha mostrato segnali di recupero. L’euro e la sterlina, dal canto loro, stanno prendendo fiato dopo i recenti massimi. Per la sterlina, il cosiddetto “cable” ha testato il supporto in area 1,3475, mostrando l’intenzione di riprendere il trend rialzista. Tuttavia, solo la rottura di quota 1,3525 potrebbe dare lo slancio necessario per tornare verso i massimi a 1,36. L’euro, invece, resta ingabbiato in un range laterale tra 1,1640 e 1,1725: da un lato fatica a rompere al rialzo, dall’altro non sembra intenzionato a intaccare la struttura positiva di medio periodo. Vedremo se questa settimana avremo un quadro decisamente più chiaro.
Spostandosi sugli indici, gli operatori hanno iniziato a tirare il fiato. In Europa e negli Stati Uniti prevalgono prese di profitto. Il DAX tedesco continua a muoversi sotto la resistenza dei 24.500 punti, senza riuscire ad attaccare i massimi a 24.600. I livelli di supporto restano stabili a 24.300 e 24.100. Negli Stati Uniti, il Nasdaq ha perso slancio, scivolando sotto i livelli di volume chiave a 23.900 punti: una configurazione che disegna una possibile flag ribassista, con supporti individuati a 23.700.
Una chiusura settimanale in rosso appare probabile, complice la necessità fisiologica di consolidare dopo il lungo rally iniziato ad aprile e anche per esigenze di aggiustamento sul mercato delle opzioni.
Infine, sul fronte delle materie prime, i riflettori restano soprattutto sull’energia. I metalli proseguono la loro fase di consolidamento con l’Oro che staziona sui 3340$, senza particolari movimenti. Il petrolio WTI, invece, continua a oscillare nell’area di supporto tra 61,20 e 61,50 dollari, senza riuscire per ora a superare i massimi a 63,45. Una fase di stallo che riflette in parte le incertezze della domanda globale e in parte la cautela degli investitori, in attesa di segnali più chiari.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, continuiamo ad analizzare l’indice tecnologico americano, ovvero Nasdaq (NAS100 su Pepperstone). Possiamo notare che su un timeframe di 4 ore, vi è la formazione di un canale che ha portato il prezzo a toccare i 23650.
Cosa possiamo aspettarci nei prossimi giorni?
Possiamo notare come il prezzo sia rientrato nella banda alta del VWAP, quindi potremmo anche aspettarci che il prezzo possa raggiungere la banda centrale dei volumi. Ovviamente questa è una supposizione e non un consiglio finanziario. Sicuramente un’area di particolare interesse potrebbe essere i 23500, zona in cui è avvenuto l’ultimo movimento a rialzo, movimento ben supportato dai volumi d’acquisto.
Vedendo inoltre il Fixed Range Volume Profile, possiamo notare come il POC sia situato proprio nella zona in cui è avvenuto l’ultimo movimento rialzista. Ricordiamo che il POC indica la zona in cui è avvenuto il più alto scambio di volumi.
Questa si tratta di una semplice analisi tecnica che non fornisce alcun consiglio finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie ricerche e calcolare il proprio rischio di perdita. Ricordiamo che fare trading con CFD può comportare la perdita di denaro.
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Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
BTC ed ETH: il rally che sta facendo sognare il mercato cryptoNegli ultimi giorni il mercato delle criptovalute sta vivendo una fase di euforia.
Bitcoin ha infranto un nuovo record storico sopra i 124.000 dollari, mentre Ethereum viaggia veloce verso i suoi massimi, superando i 4.700 dollari. Sicuramente un doppio rally che sta catturando l’attenzione non solo degli investitori retail, ma anche dei grandi capitali istituzionali.
Andiamo a vedere più nel dettaglio i motivi di questo rialzo e cercare di andare a capire quanto potrebbe durare questo rally.
BTC è tornato a dominare la scena grazie a una combinazione di fattori favorevoli: quali sono i punti chiave?
Supporto politico negli USA
L’amministrazione Trump ha adottato una linea pro-crypto, annunciando la creazione di una “riserva strategica” di Bitcoin e aprendo alla possibilità di includere BTC nei piani pensionistici 401(k). Una mossa che legittima ancora di più l’asset digitale.
ETF in piena espansione
I nuovi ETF spot su Bitcoin stanno attirando miliardi di dollari, rendendo l’accesso a BTC semplice e regolamentato, proprio come avviene per le azioni.
Domanda reale sul mercato spot
I dati mostrano un forte aumento di acquisti diretti di Bitcoin, segnale di fiducia concreta e non solo speculativa.
Effetto post-halving
Dopo il dimezzamento delle ricompense ai miner nel 2024, la storia ha spesso premiato BTC con mesi di crescita. Alcuni analisti parlano di possibili target tra 125.000 e 131.000 dollari entro fine 2025.
Supporto dai mercati tradizionali
Con S&P 500 e Nasdaq in crescita, l’appetito per il rischio aumenta e spinge anche il settore crypto.
Ethereum: quali sono i punti chiave di questo rialzo?
Se Bitcoin è il re indiscusso, Ethereum è il motore della finanza decentralizzata.
E negli ultimi mesi ha iniziato una rincorsa impressionante:
Effetto scia di Bitcoin
Dopo il boom di Bitcoin, molti investitori stanno spostando capitali su ETH, ancora lontano dal suo potenziale massimo.
Upgrade tecnologico Pectra
L’aggiornamento di maggio ha reso Ethereum più veloce ed economico, migliorando l’esperienza per sviluppatori e utenti e potrebbe ridurre anche le fee derivanti dalle transazioni.
Regole chiare per le stablecoin
La recente legge statunitense “Genius Act” ha regolamentato in modo chiaro le stablecoin. Essendo Ethereum la casa di quasi metà del mercato stablecoin, la notizia ha un impatto diretto sulla sua crescita.
Accumulo aziendale
Sempre più aziende stanno seguendo l’esempio di MicroStrategy con Bitcoin, accumulando ETH come riserva strategica.
Previsioni ottimistiche
Standard Chartered vede ETH a 7.500 dollari entro fine anno e potenzialmente fino a 25.000 dollari entro il 2028.
Il filo conduttore del rally
Dietro la crescita di entrambe le criptovalute c’è una miscela di: Politiche pro-crypto e chiarezza normativa.
Flussi istituzionali massicci.
Le grandi banche ormai sono in accumulo da diverso tempo, chiaro segnale della prospettiva di lettura che hanno su questi asset.
Forte domanda reale , non solo speculativa.
Acquisti spot decisamente superiori ai derivati.
Sicuramente anche il Contesto macro favorevole con borse in rialzo, sta favorendo questo momento di salita.
Innovazione tecnologica , soprattutto lato Ethereum, come precedentemente citato.
Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Bitcoin sembra avviato a consolidare il suo ruolo di oro digitale, mentre Ethereum si afferma sempre di più come infrastruttura base della finanza decentralizzata.Se le condizioni attuali continueranno, nuovi record potrebbero arrivare già entro fine 2025.
Ma attenzione: i mercati crypto sono volatili per natura, e un rally di questa portata non sarà privo di correzioni lungo il percorso. Motivo per cui tocca prestare particolare attenzione a non esporsi troppo con i propri capitali e valutare sempre il rischio di perdita di denaro.
Il rally di Bitcoin ed Ethereum non è frutto del caso, ma il risultato di una rara combinazione di politica favorevole, adozione crescente e fiducia istituzionale.
Gli occhi del mercato restano puntati su questi due giganti, pronti a scrivere un nuovo capitolo della storia delle criptovalute.
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DAX: H1!!! DISCLAIMER !!!
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Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
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NQ: H1!!! DISCLAIMER !!!
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Mercati euforici: rally destinato a durare?ANALISI MACROECONOMICA
L’atmosfera sui mercati resta decisamente risk-on: gli investitori continuano a scommettere sul futuro della Federal Reserve, aspettandosi un cambio di leadership che potrebbe portare a politiche monetarie più accomodanti.
Il segnale forte è arrivato con la nomina, da parte di Donald Trump, di Stephen Miran al Consiglio dei Governatori della Fed, in scadenza a gennaio. Una mossa strategica: Miran è considerato vicino al presidente e favorevole a un approccio più espansivo in politica monetaria. Questo permette a Trump di guadagnare tempo nella scelta del successore di Jerome Powell, mantenendo tutte le opzioni aperte.Nel frattempo, cresce il nome di Christopher Waller come possibile nuovo presidente della Fed: è ben inserito nell’istituzione, favorevole a decisioni basate su proiezioni future e in passato ha già votato contro il mantenimento dei tassi invariati.
Altri due candidati restano in corsa: Kevin Warsh e Kevin Hassett. Secondo Trump, la rosa è ormai ristretta a tre nomi, e sarebbero già in corso colloqui anche per un ulteriore posto vacante nel board.Powell, il cui mandato scade nel maggio 2026, rimane formalmente in carica, e Trump ha dichiarato che un licenziamento anticipato è “altamente improbabile”, a meno di prove di frode.
Tuttavia, alcune fonti interne parlano di pressioni da parte di membri dell’amministrazione per trovare una “giusta causa”, legata anche a spese contestate per la ristrutturazione della sede della Fed.Sul fronte dei mercati, l’umore resta positivo. L’oro sale nei futures dopo i nuovi dazi sui lingotti, l’S&P 500 avanza dello 0,3%, lo Stoxx 600 europeo registra un lieve rialzo e il Nikkei-225 in Giappone guadagna l’1,8%, sostenuto da notizie commerciali favorevoli. Nonostante alcune aziende segnalino rischi a breve termine legati ai dazi, la solidità degli utili aziendali sta alimentando l’ottimismo.
Sul piano geopolitico, Trump continua a essere protagonista, con posizioni forti nei confronti di India, Giappone, Europa e Russia, in un contesto ancora segnato dalla guerra in Ucraina.
Mercato Valutario
Il Dollar Index resta sotto pressione, incapace di superare il supporto a 98.00. Una rottura aprirebbe la strada a nuovi ribassi verso 97.00 e 96.50.
L’EUR/USD rimane sotto la resistenza a 1.17, ma il trend daily resta rialzista. La sterlina beneficia della riunione della BoE: il taglio di 25 punti base è stato accompagnato da un atteggiamento neutrale, senza voti per mosse più aggressive. GBP/USD è risalito a 1.3445 dai minimi di 1.31, con quattro sedute positive di fila e prossimo obiettivo a 1.36.
Indici Azionari
In Europa, il DAX è tornato nell’area di interesse volumetrico di luglio: resistenza a 24.758 punti, supporto a 24.000, senza ancora rompere i massimi recenti. L’indice italiano si distingue per resilienza: ha recuperato i massimi di luglio e punta a nuovi record.
In Asia continua il clima di ottimismo: il Topix segna un nuovo massimo storico a 3.044 punti e il Nikkei vola a 42.130. Negli Stati Uniti, il Nasdaq riconquista quota 23.578, con nel mirino i 24.000 punti.
Materie Prime
L’oro testa i massimi di giugno 2025, arrivando a 3.530 $/oz. Una rottura decisa della resistenza aprirebbe la strada verso i 3.600 $. Il petrolio WTI resta invece fermo a 64,22 $, senza ancora una direzione chiara nel breve periodo.
Questa combinazione di attese politiche, mosse strategiche alla Fed e dati di mercato solidi sta alimentando un entusiasmo diffuso, con investitori pronti a cavalcare il rally finché il vento resta favorevole.
ANALISI TECNICA
Da un punto di vista di analisi tecnica, in questo inizio di settimana andremo ad analizzare il petrolio (SPOTCRUDE su Pepperstone). Andando a dare uno sguardo sul timeframe Daily, possiamo notare del ribasso accusato negli ultimi 7 giorni, passando dai 71$ a barile agli attuali 63$.
Andando a dare uno sguardo al fixed profile possiamo notare come il POC (point of control), ovvero la zona a più alto scambi di volumi, si trovi proprio in corrispondenza dei 62$, quindi ci si potrebbe attendere anche una potenziale reazione. Inoltre se andiamo a vedere lo Stochastic Momentum Index ci troviamo in una zona di forte ipervenduto.
Potremmo quindi pensare che gli operatori vogliano spingere il prezzo in quella zona prima di procedere ad un acquisto e che porti il prezzo ad una risalita.
Senza dubbio bisogna avere le dovute conferme prima di poter effettuare qualsiasi operazione, anche in base alla propria strategia di trading. Questi non si trattano di consigli finanziari, ma di una semplice analisi informativa. Inoltre fare trading con CFD può comportare la perdita di denaro, ed è importante che ogni trader calcoli il rischio di perdita.
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Dazi record di Trump sui chip, cosa sta succedendo davvero?Potrebbe sembrare una notizia da far tremare i mercati, difatti Donald Trump propone una tariffa del 100% sui chip importati, eppure nonostante tutto, i mercati finanziari hanno accolto il modo positivo questa news. Come si spiega questa reazione apparentemente illogica? La risposta sta tutta nella strategia del reshoring, uno dei pilastri della politica industriale dell’ex e (forse futuro) presidente.
Con il reshoring, Trump punta a riportare in patria le grandi produzioni strategiche, come quelle di chip e semiconduttori. Ma non solo con la forza dei dazi: l’annuncio fatto dallo Studio Ovale insieme a Tim Cook ha svelato che le aziende americane che investiranno sul territorio nazionale saranno esenti dalla nuova tassa del 100%, quindi la produzione effettuata sul suolo americano, non avrebbe alcun costo.
Apple ha subito raccolto la sfida, annunciando un colossale investimento da 100 miliardi di dollari per rafforzare la produzione negli Stati Uniti. Ma non è sola difatti anche Stargate, Nvidia, TSMC, GE Aerospace e altri giganti tech stanno preparando piani simili. Complessivamente, si parla di una potenziale ondata di investimenti per oltre 1.000 miliardi di dollari. Una cifra impressionante, che rappresenta un vero cambio di paradigma per l’industria americana.
Ecco come si spiega il motivo dell’euforia dei mercati. I grandi indici azionari sono saliti con forza. Il Nasdaq, ad esempio, ha raggiunto i 23.540 punti, con target tecnici su 23.600 e 23.800. Anche in Europa il clima è positivo: il DAX tedesco ha superato quota 24.180 punti, e guarda al prossimo livello chiave a 24.300.
Tuttavia, non tutte le aziende stanno festeggiando. Per le piccole e medie imprese che operano nel settore dei semiconduttori ma dipendono da fornitori esteri, la nuova politica tariffaria potrebbe essere un duro colpo. Molte di queste aziende producono componenti secondari, magari destinati a prodotti come radiosveglie, sistemi audio o piccoli elettrodomestici, e non hanno la forza finanziaria per riconvertire la produzione in tempi rapidi. Il rischio è che, mentre le big tech vengono premiate, le PMI si ritrovino penalizzate da una politica pensata per i colossi.
Anche sul piano geopolitico, la strategia americana sta creando frizioni. Con l’India, ad esempio, i dazi rimangono al 50%, una scelta che ha sorpreso (e infastidito) Nuova Delhi. E con la Cina, il confronto prosegue su più livelli. Pechino sta cercando attivamente di ridurre la propria esposizione verso gli Stati Uniti e diversificare i mercati di sbocco.
Proprio oggi è stato pubblicato un dato significativo sulla bilancia commerciale cinese: l’export è salito del +7.2%, ben oltre il +5.8% del mese precedente. Nonostante il crollo del -21% delle esportazioni verso gli USA, la Cina ha ampiamente compensato puntando altrove: +16% verso l’Asia, +9.3% verso l’Unione Europea. Uno yuan debole aiuta a mantenere alta la competitività, e l’apparato export cinese continua a girare a pieno regime.
Intanto, in Europa, tutti gli occhi sono puntati sulla Bank of England. Oggi si attende una possibile decisione di taglio dei tassi di 25 punti base, che porterebbe il tasso d’interesse al 4%. Il Regno Unito si trova però in una situazione macroeconomica complicata: inflazione in risalita al 3%, disoccupazione ai massimi dal 2021, tassazione aziendale elevata e assenza di stimoli fiscali. La BoE sta ancora attuando il suo programma di quantitative tightening, e c’è chi ipotizza una strategia nuova: ridurre gli acquisti di titoli a lungo termine (oltre 20 anni) e reinvestire nella parte breve della curva, per tamponare le emergenze immediate.
Nel Forex, il dollaro USA è sotto pressione: il Dollar Index scivola verso quota 98.00, e i minimi di luglio a 97.50 sembrano vicini. Se venissero rotti, si aprirebbero spazi per cali più profondi. In risposta, l’EUR/USD è tornato a quota 1.17, con i 1.18 nel mirino, mentre le valute oceaniche (come l’AUD/USD) stanno mostrando forza, con il cambio a 0.6540 e possibili target a 0.6560 e 0.66.
Sul fronte commodities, occhi puntati sui metalli preziosi: l’argento ha rotto la resistenza a 37.865 $, e ora guarda ai 39 $. L’oro resta in fase laterale, con resistenze a 3.480 $ e supporti a 3.320 $, ma mostra segnali di momentum positivo. Sarà importante capire cosa gli operatori vogliano fare, in quanto la materia prima per eccellenza sembra voler puntare nuovamente ai massimi. Trovandoci in una fase piuttosto laterale, sarà importante ricevere conferme per capire il prezzo in quale direzione voglia andare.
Questa è una semplice analisi informativa e non si tratta di alcun consiglio finanziario. Tradare CFD può comportare la perdita di denaro
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Cosa ci dice il crollo dell’S&P500?ANALISI MACROECONOMICA
Dal punto di vista macroeconomico, tiene banco il discorso dazi.
L’Unione Europea ha annunciato un rinvio di 6 mesi dei dazi programmati contro gli Stati Uniti, con l’obiettivo di aprire un dialogo commerciale con il presidente Donald Trump. Una mossa strategica per tentare di allentare le tensioni transatlantiche e negoziare nuovi termini prima dell’entrata in vigore delle misure.
Sicuramente una buona notizia per quanto riguarda le aziende, motivo per cui i mercati hanno risposto in maniera positiva a questa decisione.D’altro canto, Trump ha preso di mira la Svizzera, in quanto vorrebbe applicare un dazio del 39% sull’oro esportato negli Stati Uniti.La Confederazione Elvetica ha registrato un surplus commerciale record con gli Stati Uniti, superando i 40 miliardi di dollari nei primi cinque mesi del 2025. Solo nel primo semestre, quasi 500 tonnellate di oro sono state esportate verso gli USA. A partire dal 7 agosto, l’amministrazione Trump imporrà un dazio del 39% sulle merci svizzere, tra cui l’oro, per colpire quello che è stato definito un “deficit enorme” a danno dell’economia americana.
Dal punto di vista del calendario economico, questa settimana non sarà particolarmente rilevante, difatti agosto è un mese in cui i volumi solitamente calano. Andando a vedere le notizie più importanti troviamo che Martedi 5 Agosto avremo il dato sull’indice dei direttori degli acquisti del settore terziario e l’indice ISM non manifatturiero, entrambi riguarderanno il dollaro americano. Mercoledi 6 Agosto avremo il dato sulle scorte di Petrolio greggio, mentre per Giovedi 7 Agosto avremo un dato molto importante che riguarda la sterlina inglese, ovvero: decisione sul tasso d’interesse, in cui si prevede un taglio dello 0.25% da parte della Bank of England e il rilascio delle dichiarazioni della BoE sull’inflazione.
Entrambi porteranno parecchia volatilità su tutte le coppie valutarie della sterlina.Nel pomeriggio invece ci sarà il rilascio sul dato delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione che riguarda il dollaro americano.
Per quanto riguarda l’analisi della Forza Valute, troviamo in grande spolvero lo Yen giapponese, seguito dal dollaro mentre rimangono piuttosto neutri il dollaro canadese, dollaro australiano ed euro, mentre mostrano particolare debolezza NZD e GBP. La debolezza della sterlina deriva anche dal fatto che i dati non aiutano gli investitori e che preferiscono spostare parte della loro ricchezza altrove. Per quanto riguarda invece lo Yen, si è rafforzato e non poco, complice anche una situazione geopolitica ricca di tensioni su diversi fronti e che possiamo vedere anche sugli indici di borsa ed anche sulle materie prime, difatti anche l’ORO nell’ultima settimana ha avuto una forte impennata del prezzo, guadagnando circa 100$.
Per quanto riguarda l’euro rimane in una situazione piuttosto blanda dato anche dal fatto che vi è tutt’ora forte incertezza interna a livello politico. Il dollaro canadese invece rimane neutrale, resta solo da capire come continuerà la diatriba in ambito dazi.
Questa si tratta di una semplice analisi informativa che non costituisce alcun consiglio finanziario. Ricordiamo che tradare cfd comporta il rischio di perdita di denaro ed è bene che ogni trader valuti al meglio le proprie entrate.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, in questo inizio settimana andiamo ad analizzare la situazione sull’S&P500 (US500 su Pepperstone). Da un punto di vista Daily, possiamo notare come l’indice americano per eccellenza, abbia avuto una forte scossa ribassista nella giornata di giovedi e venerdi della scorsa settimana, passando dai 6440 punti a 6200 punti con un ribasso di circa il 3.40%. Ribasso parzialmente riassorbito nella giornata odierna dopo che l’indice ha trovato reazione in una zona di forte acquisto, quella dei 6200.
Scendendo su un timeframe H4, possiamo notare come il prezzo abbia contrattato fuori VWAP, ovvero fuori dai volumi ideali. Inoltre anche lo Stochastic Momentum Index ci indica come il prezzo fosse arrivato in una forte zona di ipervenduto e come sia stata immediata la reazione degli operatori.
Cosa potremmo aspettarci questa settimana?
Possiamo notare come il prezzo ora si trovi in una situazione di intermezzo dopo che ha raggiunto la banda centrale del VWAP. Sicuramente la discesa del prezzo è significativa, ma sarà da valutare anche quali ulteriori news macroeconomiche che potrebbero essere rilasciate e che potrebbero dare uno scossone al prezzo. Da tener d’occhio la zona di 6400 in quanto potremmo vedere qualche reazione short.
Questi non sono consigli finanziari, ma si tratta di una semplice analisi tecnica. Ogni trader deve effettuare le proprie ricerche tenendo presente il rischio di perdita di denaro che avviene sui mercati.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
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Powell frena o cede alle pressioni politiche? Nella giornata di Mercoledi abbiamo avuto il dato molto atteso sui tassi di interesse americani, dato che ha suscitato non poche dichiarazioni da parte di Trump nei confronti della presidente della FED Powell.
Un riassunto potrebbe essere che Trump preme per un taglio ma la Fed è molto cauta.
Negli ultimi giorni, il dibattito sui tassi d'interesse negli Stati Uniti si è riacceso con forza, complice anche un’uscita a effetto di Donald Trump. L’ex presidente ha dichiarato di aver sentito dire che la Federal Reserve taglierà i tassi già a settembre, accusando ancora una volta Jerome Powell di essere in ritardo. A suo parere I tassi sono troppo alti e stanno provocando danni economici alla gente.
Ma a fronte di questa pressione politica, la risposta ufficiale della Fed è stata decisamente più cauta. Dopo la riunione del FOMC (Federal Open Market Committee), la banca centrale ha confermato i tassi nel range 4,25% - 4,50%, lasciandoli invariati.
Il comunicato è apparso più prudente rispetto alle volte precedenti: è stata rimossa la frase secondo cui “l’incertezza è diminuita”, segnale chiaro che la Fed mantiene un approccio attendista e data-dependent.
Il voto all’interno del FOMC non è stato unanime: due membri, tra cui Bowman e Waller, hanno espresso la preferenza per un taglio immediato di 25 punti base. Un elemento che mostra come la Fed sia tutt’altro che compatta internamente su come gestire la fase attuale. Powell, in conferenza stampa, ha sottolineato che nessuna decisione è stata ancora presa per settembre, e che l’indicatore chiave da monitorare rimane il tasso di disoccupazione.
L’impatto dei dazi – citati anche come fonte d’inflazione temporanea viene considerato al momento limitato.
Nonostante il messaggio prudente, i mercati continuano a scommettere su almeno un taglio entro il 2025. Le aspettative si basano su un rallentamento economico in corso e su un'inflazione che, pur rimanendo elevata, sta mostrando segnali di raffreddamento.Intanto, la Fed si avvicina a una postura più neutrale: la crescita economica nella prima metà dell’anno si è moderata, il mercato del lavoro è ancora forte ma meno teso, e la banca centrale continua a ridurre il bilancio.
Sebbene Trump spinga per un taglio imminente e parte del mercato lo speri, la Fed si prende tempo. Settembre resta una data chiave, ma ogni decisione sarà presa solo alla luce dei prossimi dati su inflazione e occupazione.
Nella giornata di Venerdi invece ci sarà il rilascio dei dati dei Non Farm Payroll, dato molto atteso lato Stati Uniti. Dopo mesi di segnali contrastanti, un numero debole potrebbe rafforzare l’idea che la Fed sia vicina a tagliare i tassi, magari già in autunno. Al contrario, se i nuovi posti fossero sopra le attese, potremmo vedere una reazione prudente: la banca centrale potrebbe decidere di aspettare ancora.
Sicuramente bisogna prestare attenzione anche ai salari, difatti se crescono troppo, l’inflazione torna a preoccupare. Insomma, ogni dettaglio conterà. E i mercati dollaro in primis sono pronti a muoversi e a dare le prime risposte.
Sarà particolarmente interessante tenere d’occhio l’andamento del dollaro nella giornata in cui verrà rilasciato il dato sugli NFP, motivo per cui abbiamo un occhio di riguardo nei confronti di EURUSD.
Andando a vedere il grafico da un timeframe Daily, possiamo notare come ci sia stato un forte ribasso negli ultimi giorni, passando da 1.1785 ad un prezzo attuale di 1.1415.
Con l’uscita del dato potremmo aspettarci diverse ipotesi di movimento, motivo per cui tocca prestare estrema cautela, anche in vista della volatilità elevata.
Il prezzo potrebbe andare a prendere la prima zona di demand ( zona 1 ) per poi tornare a rialzo
Il prezzo potrebbe andare a prendere la zona 2 , zona in corrispondenza della banda più bassa del VWAP
Terza ipotesi non da escludere, è che il prezzo possa tornare in zone di potenziale short ( zona 3 )
Con gli NFP tocca tenere aperto qualsiasi scenario, in quanto sarà prevista estrema volatilità, motivo per cui è importante tener presente il rischio di perdita di denaro, specialmente se si tradano prodotti CFD. Questa si tratta di una semplice analisi formativa e non è alcun consiglio finanziario.
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Non vi è alcuna sollecitazione all’investimento; quanto riportato va inteso unicamente come il punto di vista di un utente della piattaforma. L’onere di approfondire ricade sul lettore, attraverso le proprie conoscenze ed esperienze.
Ogni commento che schernisce l’autore, l’idea o il grafico verrà segnalato al moderatore della piattaforma. Non fornirò ulteriori risposte in merito. Grazie per l’attenzione.
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La temporalità cambia tutto.
Spesso gli influencer divulgano idee sbagliate che finiscono per costare denaro alla comunità. Una delle opinioni più dannose, purtroppo accettata dalla maggior parte degli investitori, è che tutte le temporalità siano praticamente equivalenti, poiché il mercato sarebbe frattale. Con questo articolo desidero fare luce su questo fenomeno e dimostrare che le temporalità sono molto più di una questione di gusti.
Psicologia di massa e registro storico
I timeframe più brevi, come i grafici intraday, offrono un registro dei prezzi e un contesto più limitato rispetto ai timeframe più lunghi — giornalieri, settimanali o mensili —, il che può rendere difficile l'identificazione di modelli chiari e affidabili. Inoltre, un altro aspetto rilevante è che la durata di un fenomeno sul mercato è spesso un indicatore della sua consistenza: le tendenze che si protraggono nel tempo tendono a riflettere un comportamento più stabile e prevedibile.
Per questa ragione, gli investitori preferiscono basare le loro decisioni su un'analisi che tenga conto di una maggiore quantità di dati storici, come quelli offerti dai timeframe più lunghi. La mancanza di un registro storico completo limita la capacità di individuare modelli solidi e coerenti, aumentando il rischio di decisioni meno informate.
Notizie, eventi e voci
L'apparizione di un annuncio a sorpresa sui tassi di interesse o un evento geopolitico può scatenare panico o euforia tra gli investitori, portandoli a comprare o vendere asset senza una strategia chiara. Anche una semplice voce può causare caos nei grafici delle quotazioni, evidenziando quanto sia imprevedibile il comportamento umano di fronte a nuove circostanze. Questa instabilità si riflette generalmente con chiarezza nei grafici a 5, 15 o 60 minuti, dove la volatilità aumenta drasticamente. Il registro storico di questa irrazionalità raramente influisce sulle tendenze dei timeframe più lunghi, che offrono una prospettiva più stabile e coerente.
A tal proposito, il rinomato investitore e autore Dirk du Toit ha dichiarato quanto segue:
“Più piccolo è il tuo timeframe, maggiore è la casualità di ciò che stai osservando. Se osservi variazioni di prezzo ogni cinque o quindici minuti, il grado di casualità è molto alto e la tua probabilità di prevedere correttamente il prossimo movimento di prezzo, o una serie di movimenti di prezzo, è molto bassa.”
Manipolazione
I timeframe più lunghi richiedono un volume di capitale maggiore per essere manipolati, poiché gli interessi che formano l'azione del prezzo sono maturati nel corso di un periodo più lungo (aumentandone l'affidabilità). In generale, i timeframe più lunghi sono gestiti da partecipanti con maggiori capitali che operano con obiettivi a lungo termine.
Casualità
La casualità aumenta con l'accorciarsi dei timeframe. Un esempio di ciò è la riduzione del tasso di successo dei sistemi di trading man mano che si scende a timeframe più brevi. Sistemi redditizi (documentati) su grafici giornalieri possono diventare inutilizzabili in timeframe come quelli a 4 ore o 1 ora.
Idee aggiuntive:
- Tutti gli indicatori classici (MACD, RSI, Bande di Bollinger, Canali di Keltner, Canali di Donchian, Alligator di Williams, Nuvola di Ichimoku, SAR Parabolico, DMI, ecc.) sono stati creati sulla base di timeframe superiori all'intraday.
- Tutte le metodologie classiche conosciute (Teoria di Dow, Chartismo, Teoria di Elliott, Modelli armonici, Metodo Wyckoff, Teorie di Gann, Cicli di Hurst, Modelli di candele giapponesi, ecc.) sono state sviluppate con un focus su timeframe superiori all'intraday.
- Tutti i grandi analisti classici e la maggior parte degli investitori di spicco attuali adottano un approccio di investimento basato su timeframe superiori all'intraday.
Su alcuni autori:
- Richard W. Schabacker, nel suo libro *Technical and Stock Market Analysis Profits* (1932), ha strutturato le fluttuazioni del mercato in Movimenti Principali (grafici mensili o superiori), Movimenti Intermedi (grafici settimanali) e Movimenti Minori (grafici giornalieri). Le sue analisi si basavano sullo studio di questi timeframe.
“Più tempo ci vuole affinché un grafico formi l’immagine di una determinata formazione, maggiore è il significato predittivo di quel modello e più lungo sarà il movimento successivo, in termini di durata, dimensione e forza della nostra formazione.”
- Dirk du Toit, nel suo libro intitolato *Bird Watching in Lion Country*, commenta:
“Più piccolo è il tuo timeframe, maggiore è la casualità di ciò che stai osservando. Se osservi variazioni di prezzo ogni cinque o quindici minuti, il grado di casualità è molto alto e la tua probabilità di prevedere correttamente il prossimo movimento di prezzo, o una serie di movimenti di prezzo, è molto bassa.”
“Una moneta, proprio come un grafico a cinque minuti, non ha memoria. Solo perché è uscito testa otto volte di fila, non inizia a ‘aggiustarsi’ per fornire l’equilibrio di probabilità richiesto da un rapporto 50/50 in un determinato numero di lanci. I grafici a cinque o quindici minuti sono lo stesso. Cercare di prevedere se il prossimo periodo di cinque minuti finirà in rialzo o in ribasso è esattamente come lanciare una moneta in aria.”
Conclusioni:
Non intendo screditare le metodologie che sfruttano le fluttuazioni su timeframe più brevi. Il mio obiettivo è avvertire gli investitori al dettaglio sui rischi del trading intraday: casualità, manipolazione e informazioni limitate rendono questi timeframe un terreno pericoloso. Anche i sistemi efficaci testati su grafici giornalieri tendono a subire un deterioramento statistico. Al contrario, i timeframe più lunghi offrono chiarezza e coerenza, supportati dalla psicologia di massa, dal registro storico e dal volume delle operazioni.
Nota finale:
Se desiderate dare un’occhiata al mio registro di analisi, potete cercare il mio profilo in spagnolo, dove condivido in modo trasparente entrate ben definite sul mercato. Inviate le vostre buone vibrazioni se vi è piaciuto questo articolo e che Dio vi benedica tutti.
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