USD INDEX --- DOLLARO AMERICANO SEMPRE PIÙ IN DIFFICOLTÀIl grafico spiega tutto non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. In questo momento il dollaro è palesemente in difficoltà e sarà sempre peggio, con l'inizio della de-dollarizzazione dei paesi Asiatici, a cui si stanno aggiungendo via via altri e con un debito pubblico a livelli stratosferici, per il dollaro la vedo male. In questo grafico settimanale possiamo vedere dopo un trend durato 1 anno e mezzo da Settembre 2022 il dollaro ha iniziato la sua discesa e con le prossime chiusure cicliche a 1A e 18M credo che lo porteranno ancora più giù
Usdindex!!
CI SARà PAUSA NELLA CORSA DEI TASSI DI INTERESSE?IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 03.05.2023
-CONTESTO
Siamo giunti all’appuntamento con la FED per questo maggio 2023 e come sempre gli operatori si proiettano già alla prossima riunione dell’11 giugno, lavorando sulle aspettative più che sui dati che sembrano oramai essere già nei prezzi attuali di mercato.
Stasera poche sorprese per il riazo di 25Bp che sembra essere oramai scontato dal mercato, la chiave di lettura sarà la prossima riunione, e cercare di intercettare nelle parole di Powell e nello statement che accompagna la decisione di questa sera sui tassi di nteresse, se ci sarà o meno una pausa nella prossima riunione di Giugno.
Le aspettative per questa pausa, atta a valutare gli effetti cumulativi dei rialzi tassi messi in campo sino ad oggi, salgono sempre di più al presentarsi delle difficoltà del sistema bancario USA, che ha dovto già salvare SVB ed ora FRB. Il salvataggio dei due istituti di credito era doveroso per evitare un effetto domino, ma le banche regionali minori dovranno mettersi in guardia, stringendo i cordoli delle borse, elargendo meno prestiti e trattenendo maggiore liquidità e questo è un altro pesante fardello sull’economia USA.
Il drenaggio forzato di liquidità potrebbe generare una forte spinta alla fase di rallentamento economico in atto, e la FED potrebbe voler evitare di colpire ulteriormente l’economia e addentrarsi in profonde recessioni applicando politiche monetarie troppo aggressive.
Le scommesse sui potenziali rialzi tassi, ora mostrano un 84% di possibilità di rialzo di 25bp stasera, un una restante parte di possibilità di taglio tassi, ma nessuna opzione di incremento dl costo del denaro oltre i 25Bp.
Per la riunione di giugno si valuta anche un potenziale ritorno a tassi più bassi, ad indicare che tutte le opszioni sono aperte e valutare dal mercato che rimane ora in balia della congiuntura macroeconomica e della risposta che darà in questo mese di maggio.
-FOREX
In attesa dell’appuntamento di questa sera, ed in seguito ai brutti dati di ieri pomeriggio, il dollaro ha ripreso a scendere guardando la prospettiva di un tasso definitivo al 5.25% come opzione concreta che darebbe lo stop al biglietto verde, oramai sotto le resitenze di 102.25 e con uno sguardo puntato ai supporti di 100.83 . il dollaro resta a nostro avviso perdente in ogni scenario valutato da qui al termine di questo 2023.
Ovvia la risposta dei traders al dettaglio che oggi incalzano gli acquisti con un 61% di posizioni long in atto, aprendo la porta ad ulteriori allunghi ribassisti per il biglietto verde.
Salgono di contro le altre majors, dando spazio principalmente all’euro che stiamo da giorni richiamando a potenziali allunghi rialzisti.
Le prime resistenze sono poste a 1.1125 , resistenze che il modno retail spera facciano il loro lavoro per salvare un 72% di posizioni contrarian short. Attenzione dunque alle potenziali fasi di break out rialzista.
Ancora la sterlina con un 57% di posizioni short sul basket, porta gbpusd al test ancora delle resiste a 1.2550 pronta per eventuali ulteriori allunghi rialzisti verso 1.2650
Respira lo yen giapponese dopo gli eccessi dei giorni scorsi, lasciando tuttavia un 71% di posizioni retail ancora in mean reverting long. Il quadro tecnico di usdjpy mostra la tenuta delle resistenze a 138.00 ponendo ora lo guardo ai supporti di 129.85-130 figura.
Si sgonfiano anche le oceaniche,con il dollaro australiano che torna a perdere terreno dopo l’espansione rialzista di ieri in seguito alle notizie di rialzo tassi da parte della RBA. Ora il mondo retail che si porta a 55% di posizioni long lascia spazio ad afondi ribassisti fino 0.6560 supporti primo per audusd
Attenzione in ultimo al dolalro canadese che grazie al collasso del wti perde terreno contro tutto e trascina con se un 86% di posizioni long contrarian che soffrono ora il trend di ribasso del dollaro caandese.
-EQUITY
Il comaprto azionario resta sostanzialemnte in trading range e aspetta le dichiarazioni di FED e BCE di questi giorni, prima di prendere netta direzionalità, ma certo che un potenziale fermo nel raizlo del costo del denaro per la FED aprirebbe le porte al risk on e ad allughi rialzisti per gli indici USA e a catena quelli europei.
-COMMODITIES
Buone le performance del gold, che ora torna a dominare la scena grazie alla caduta del dollaro Usa e del calo dei rendimenti obbligazionari, ora non più cosi appetitosi se si crede in un tasso di equilibrio usa al 5.25% e un’inflazione futura in calo. Le resistenze prime a 2011$ sono state violate e si guarda ora a potenziali allunghi fino 2074$
In netto crollo il wti, che sprofonda sulle sole parole dell’OPEC+ di tagliare produzione, che non hanno visto tuttavia concretizzare nulla di quanto promesso, pertanto il prezzo affonda a 70.25$ e sembra poter aprirsi la strada verso i minimi di 65.45$. sarà interessante vedere se l’OPEC+ interverrà ancora un volta su questi livelli.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Oltre alla FED oggi in pubblicazione avremo i PMI dei servizi USA e gli ADP, dati che potrebbero dare volatilità ad un mercato teso in attesa di Powell stasera ore 20.00
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
DOLLARO USA VERSO IL TRAMONTOANALISI COT REPORT del 22.01.2023
-CONTESTO
Torniamo alla consueta rubrica settimanale di analisi dei dati forniti dal cot report sul posizionamento dei big players sui futures quotati al CME di Chicago, approcciandoci questa settimana con uno sguardo nuovo, con l’idea che il 2023 sembra avere tutte le carte in regola per essere l’anno dell’inversione.
Abbiamo vissuto il 2022 all’insegna dell’iper inflazione, con una crescita dei prezzi rapida e decisamente sottovalutata dai capi delle banche centrali occidentali, che sono corsi ai ripari con una sequenza di rialzi tassi come pochissime volte abbiamo visto nella storia.
I rialzi tassi jumbo da 75 Bp , sembravano oramai all’ordine del giorno e la lotta alla corsa dei prezzi, ha gettato panico e paura sui listini azionari mondiali, ponendo basi di incertezza sulle future condizioni delle aziende mondiali guardando come inevitabili i allentamenti della domanda globale.
Lo scenario di recessione globale è stato dato per scontato dalle banche centrali come dal FMI, e tutti aspettavano il crollo dei listini azionari, che a guardare le performance di fine anno, non possiamo certo dire che non si sia presentata.
Come sempre il mercato si adegua rapidamente e guarda subito al futuro, metabolizzando l’idea di recessione che dava gran valore al dollaro Usa come asset rifugio , siamo passati ora ad uno scenario di transizione, dove la speranza da forti segnali di ripresa ed i timori di una super recessione sembrano abbandonare i mercati che rigettano anche il dollaro Usa non più unico asset rifugio di questo nuovo anno.
Se da un lato il mondo equity , manifesta sprazzi di speranze rialziste, sulla scia dei rallentaamenti dei prezzi in America e sulla possibilità che la FED sia prossima ad un rallentamento nelle politiche monetarie dettate dai rialzi tassi fino a questo momento, dall’altro a non trovar più sostegno è il dollaro americano, che perde il suo fascino di bene rifugio, quel fascino che ha portato molti paesi esteri a far gran scorte di dollari Usa per compensare la corsa dei prezzi di materie prime e alimentari.
Ora che i prezzi dell’energia stanno rientrando, molti paesi ritengono inutile mantenere scorte alte di dollari, liberando cosi una buona quantità di dollari, per dirigersi verso altri asset , come ad esempio il gold.
-FOREX:
il mondo valutario vede oramai l’inversione netta della tendenza pro dollaro , che ha dominato tutto il 2022, per far spazio a nuovi asset nei portafogli degli investitori, come ad esempio l’Euro, o anche le valute oceaniche, che godono di prospettive sui tassi di interesse ancora molto elevati, dati gli alti livelli di inflazione presenti sia in Australia che in Nuova zelanda. Non da meno la moneta unica, dove gli operatori riservano buone speranze di vedere in azione una BCE rimasta molto indietro rispetto alla FED nella corsa ai rilazi tassi.
Insomma questo 2023 si apre sotto il segno delle inversioni delle tendenze viste nel 2022, con forti cambi di rotta e inversioni repentine, che non devono trovarci impreparati
Ma procediamo con il consueto ordine:
EURUSD
Leggero respiro nelle posizioni nete lunghe dei big players per l’euro, che vede le mani forti arrestarsi a 126 984 contratti netti lunghi, rispetto ai 134982 della precedente settimana.
Non possiamo tuttavia non notare come la corsa a rialzo delle posizioni nette long rispetto al loro valore medio sia ancora poderosa e parlare di possibili inversioni nel sentiment sembra del tutto fuori portata.
Il quadro tecnico, che premia l’assetto rialzista di eurusd, gode da un lato della spinta pro euro e dall’altro della debolezza del dollaro americano, portando eurusd ad un trend rialzista molto tecnico, che trova ora supporto a 1.0725-1.08 figura, sopra la mm21 daily con proiezioni long fino a 1.0930-50 prima e 1.1150 poi.
GBPUSD
Non brilla la condizione macroeconomica del regno Unito, che vive forse la recessione peggiore del blocco occidentale al momento, ma la sterlina, che pur vivendo ancora forti posizioni nette corte da parte dei big players, trova una modesta tendenza rialzista.
Le mani forti si portano a -24697 contratti netti corti, in linea con le ultime 3 rilevazioni, senza dunque esprimere nessuna netta tendenza, ma manifestando la voglie di ridurre lentamente la loro esposizione netta short.
Il rapporto con i valori medi delle posizioni big players, evidenzia la tendenza in atto, che ha abbandonato oramai le vendite aggressive viste con il Governo Truss, ma che ancora non gode del favore delle mani forti.
Il quadro tecnico al momento premia tutti gli asset contro dollaro, pertanto gbpusd continua la sua corsa rialzista portandosi sopra 1.23 e andando al test delle resistenze di 1.2450 prima , lanciandosi a possibili allunghi rialzisti fino 1.26-1.27 figura.
YEN
Anche per lo yen è anno di cambiamenti, sebbene gli operatori stiano ancora scommettendo su un futuro cambio di rotta della BOJ, che riamane per ora ferma nelle sue dichiarazioni di politica economica accomodante, sembra essere un lontano ricordo il posizionamento netto corto dei big players a oltre 100 000 contratti, se paragonati agli attuali 22961.
La tendenza a ricoprire le posizioni corte sullo yen sembra abbastanza evidente, e la riduzione di 12416 contratti di questa settimana, lascia pochi spazi a dubbi.
Il quadro tecnico di usdjpy, manifesta in pieno il cambio di rotta che oggi vogliamo mettere sotto la lenta, con un dollaro usa oramai alla deriva, e uno yen giapponese che trova le scommesse rialziste degli investitori.
La grande corse long di usdjpy è terminata, per lasciare spazio al trend ribassista chiaramente visibile sul daily, e che ora mantiene i prezzi sotto pressione a 129.50, con la prima area di approdo a 125.75, per poi guardare a potenziali allunghi ribassisti oltre i supporti, che confermerebbero il cambio di paradigma.
AUDUSD
Anche per le oceaniche inizia a palesarsi un cambio di rotta, con la tendenza del sentiment delle mani forti in netto recupero , sopra la media a 21 periodi, con 33620 contratti corti, stabili su un breve orizzonte temporale, ma in netto recupero sui periodi piu lunghi.
Il quadro tecnico in linea con la tendenza di recupero, al momento trova i prezzi sopra 0.6880 primo supporto tecnico , proiettandosi verso i break out rialzisti oltre le resistenze di 0.7050 a 0.7250
USACAD
Ancora pesante il dollaro canadese, che segue le orme del dollaro Americano, appesantito anche da una correlazione diretta con il WTI; in fase di storno dai massimi che non aiuta la ripartenza del dollaro canadese. Al momento le mani forti si trovano con -27259 contratti netti short, in linea con le ultime rilevazioni, e ancora sotto i valori medi delle ultime 21 rilevazioni.
Il quadro tecnico al momento ben evidenzia la fase di incertezza dei prezzi, che si bilanciano nella debolezza delle due valute, con i prezzi a 1.3375 in netta compressione di volatilità già da settembre 2022
NZDUSD
Anche il dollaro neo zelandese segue la scia del dollaro australiano con posizionamenti netti lunghi da aprte dei big players che si portano a 6058 contratti, mantenendo saldo il sentiment rialzista sopra la mm21 periodi.
Anche il quadro tecnico al momento conferma la tendenza rialzista, che vede i prezzi al test delle resistenze poste a 0.65-0.6575 livelli oltre i quali non si escludono approdi a 0.67 figura.
USDINDEX
Netta inversione per il dollaro americano, che vede con simpatia ora anche potenziali posizionamenti netti corti da parte dei big players, che ora si portano a soli 13358 contratti netti long, abbandonando i picchi massimi visti nel 2022 e portando ancora in scia negativa la tendenza del sentiment oramai stabilmente sotto la mm 21 periodi.
La rapidità con la quale le mani forti stanno liquidando le posizioni dollari ci fanno credere in possibili posizionamenti netti corti nel prossimo futuro.
Anche il quadro tecnico conferma questa tendenza, con le quotazioni che si portano al test di 101.25 livelli oltre i quali troviamo 99.50 come primo supporto.
L’inversione nella curva economica americana porta ad un chiaro ribilanciamento del dollaro rispetto alle altre majors concorrenti, che ora potrebbero addirittura essere viste come favorite.
-EQUITY:
il comparto azionario vive ancora fasi alternate di speranza e para, da un lato la speranza di vivere il pivot point delle politiche economiche mondiali, e dall’altro le dichiarazioni aggressive dei banchieri centrali e dai vari membri del consiglio che raffreddano rapidamente gli animi.
S&p
Il posizionamento delle mani forti rimane tuttavia ancora profondamente ribassista sull’sp500 con -226818 contratti, cosi come sul NASDAQ con -20633 contratti, senza per ora dare troppo spazio alla speranza.
La divergenza tra prezzi e sentiment è palese nelle ultime settimane, e la necessità di scoprire chi sta mentendo si fa pressante. A fare luce su questo dubbio sarà la FED che il giorno 1° febbraio ci farà capire chi prenderà il sopravvento sul mercato se la speranza o la paura.
COMMODITIES
Il mondo delle commodities ancora a doppia velocità, da un lato i metalli che trovano rinforzi nelle posizioni nette long, e dall’altro gli energy, che continuano la loro corsa ribassista.
gold
le posizioni dei big players sul gol passano a 153240 contratti long, mantenendo ora il nuovo mood rialzista, cosi come per il silver, dove troviamo 29599 contratti netti lunghi.
Entrambi gli asset sono meritevoli di storni tecnici, che tuttavia rimangono a nostro parere solo occasioni per rientrare in un buon trend rialzista in atto.
Ngas
Diverso il cammino degli energy, che vedono la caduta libera del NGAS con le mani forti nette corte di ben 177219 contratti, mantenendo la tendenza ribassista e sebbene tecnicamente sembri necessario uno storno, la pressione a ribasso rimane davvero importante.
Rimaniamo dunque in guardia in questo 2023 ricco di cambiamenti e pronti a tutte le novità che possono subentrare in un anno decisamente non privo di novità
buon trading
Salvatore Bilotta
LE BORSE IN VOLATA SOLITARIAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 25.10.2022
-CONTESTO
Terminata la fase di correlazione perfetta tra i vari comparti finanziari che ha caratterizzato il terzo trimestre del 2022 per dare vita ad una volata solitaria del mondo equity mentre il valutario rimane in attesa delle banche centrali con un dollaro in un timido laterale che da ancora il ritmo a commodities e obbligazionario.
I mercati finanziari trovano ancora un comparto obbligazionario debole nei prezzi e decisamente tonico nei rendimenti, special modo nelle scadenze più brevi come il 3 mesi e l’anno, segno che il bottom è ancora lontano il che farebbe pensare ad una prematura partenza del comparto equity, vediamo anche le commodities, special modo i metalli ,rispondere ancora alle salite del dollaro dettando un ritmo tipico delle fasi di risk off in un ciclo economico ribassista sebbene ricordiamo le commodities sarebbero secondo letteratura le ultime a ripartire a rialzo.
Il mercato equity vive ora giorni di rialzo solitario sostenuto da un lato dalla statistica stagionale di un q4 rialzista grazie anche al famoso rally natalizio , sebbene manchino 2 mesi alle festività di fine anno, riteniamo più probabile un riposizionamento sui mercati dopo un anno di ribassi, che potrebbe essere vivo grazie a prese di profitto e ribilanciamenti di portafogli in vista del nuovo anno.
Le trimestrali Usa entrano nel vivo con aziende del calibro di Microsoft, Coca cola, Visa e Apple, che daranno senza dubbio grande vitalità ai mercati azionari che fondano ora i movimenti di rialzo più su speranze ed aspettative che su dati reali, pertanto ci trovano poco concordi a prendere posizioni rialziste senza prima avere evidenze chiare nei numeri
-FOREX
Il comparto valutario è in sostanziale equilibrio , con un dollar index non lontano dai minimi di questo ottobre, in un trading range che va dai minimi di 111.80 ai massimi di 113.50, senza dare nessuna vera direzionalità all’intero comparto valutario.
Il mondo retail si adegua con una neutralità asfissiante, senza nessun sentiment deciso, con anache lo yen che ritraccia, e vede ora un 65% dei retail long, in attesa della prossima mossa della BOJ attesa per dopodomani alle decisioni di politica monetaria. In caso di un nulla di fatto e decisioni ancora dovish non possiamo dunque escludere una ripartenza di usdjpy a rialzo, non avendo una precisa area di sostegno da parte della banca centrale giapponese, la caduta dello yen potrebbe ripartire violenta.
-EQUITY
Tutti gli indici sono al test delle resistenze, con il dax a 13000 pnt, pronto per eventuali allunghi che trovano a nostro parere valide resistenze a 13450 pnt. In egual misura il nasdaq punta dritto alle aree di 11800pnt, prima vera resistenza statica in grado eventualmente di riportare l’indice tecnologico in un trend ribassista.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Il calendario macroeconomico rallenta in attesa delle banche centrali a aprtire da domani con la BOC e poi BCE ed infine BOJ.
Resta vivo il calendario delle trimestrali USA che vede oggi i dati di Microsoft , Coca Cola, Visa e Spotify che saranno senza dubbio in grado di dare volatilità ulteriore ai mercati asionari USA che restano focus di questa settimana.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
IL MONDO RALLENTA, E LE BORSE FESTEGGIANO!IL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 04.10.2022
-CONTESTO
Chiaro a tutti gli operatori oramai la determinazione con la quale le banche centrali rimarranno con toni hawkish per frenare la corsa dell’inflazione e colpire pesantemente la domanda, ma la scorsa settimana, una breccia è stata aperta nel muro di fermezza delle banche centrali occidentali, con la BOE che ha fatto una piccola marcia indietro, ritardando la partenza del programma di QT e apprendosi ad ulteiori acquisto di Gilt!
Alla necessità di un’economia in difficoltà, le politiche fiscali ricorrono ancora alla richiesta di liquidità e le banche centrali sembrano disposte a rispondere!
La domanda ora resta: quando sorgerà nuovamente la necessità di liquidità?
Come già più volte da noi richiamato nelle nostre analisi , il dollaro ripiegherà solo quando l’economia Usa mostrrerà chiari segnli di rallentamento, cosi da fare strada alla possibilità di banche centrali nemo aggressive, e la fame di dollari potrebbe essere cosi placata da nuovi linfa!.
Ieri i primi segnali di rallentamento mondiale i PMI pubblicati da Jp Morgan e ovviamente i dati ISM per l’America, che segnano il passo ad una forte frenata dell aprodzione industriale, con le aziende manifatturiere che portano il dato al +50.9% , ad un soffio dalla fase di recessione della produzione!
Ovvio che un dato conclusivo sotto il 50% sarebbe indiscutibilmente negativo, ma l’attuale trend di ribasso delle rilevazione di questi dati sono già sufficienti ad esplicitare la tendenza in atto!
Calano i nuovi ordini, calano la nuove assuzioni, salgono le scorte nei magazzini, insomma tutto lascia pensare ad imprese che si preparano ad un lungo fermo delle attività, il che crea nubi di profonda incertezza per il futuro più lontano.
Ma il motto per gli operatori resta lo stesso: BRUTTI DATI, SONO OTTIMI DATI!
Si perché la chiara difficoltà dell’economia mondiale, pone un passo più vicino la fine delle politiche hawkis della Fed e delle altre banche centrali mondiali e per questo le borse festeggiano, con i primi rialzi di questo inizio di trimestre.
-FOREX
Il comparto valutario trova respiro dal super dollaro, che come anticipato, inizia aconfermare i suoi ribassi al confermarsi di una congiuntura economica in rallentamento, che tuttavia dovrà trovare conferma nei dati sull’occupazione in pubblicazione il giorno 7 ottobre.
Dollar index passa dai massimi di 114.80 al test dei primi supporti a 111.60, ponendo le condizioni base per ulteriori affondi ribassisti fino 109.40 prima e 107.50 poi, senza tuttavia ancora invalidare il trend di lungo periodo nettamente rialzista.
Se vacilla il dollaro , ecco che le altre majors trovano spazio per interessanti recuperi a partire dalle oceaniche, che hanno abbondanti spazi di recupero dai minimi battuti in queste ultime settimane, ed è cosi che il dollaro neozelandese di porta al test delle resistenze a 0.5740 oltre le quali si potrebe assistere ad allunghi rialzisti fino le aree di 0.5880-0.59 figura.
Anche il dollaro australiano va al test delle resistenze poste a 0.65 e ¼ livello da rompere per parlare di possibili allunghi riazlisti degni di questo nome, e che porterebbero il test dei minimi a 0.6350 ad essere un ricordo lontano.
Non da meno eurusd, che consolida al momento nelle aree tra 0.9740 e 0.9850, con le medie mobili veloci che iniziano ad incrociare le medie mobili lente a rialzo per dare possibile struttura rialzista ad uno dei cambi attualmente ancora più penalizzati dal super dollaro.
-EQUITY
Se il comparto fx festeggia la debolezza del dollaro, fanno tanto meglio le borse mondiali, che partono in questo q4 con un vero e proprio boom rialzista, segnando ieri rialzi che vanno dal 2.50di s&p al 2.79 del nostro indice italiano al +2.80del nikkey al 2.31 del Nasdaq!
Rispondono alla grande i supporti di nasdaq posti a 11000pnt, e non sembra impossibile rivedere i test delle mm21 poeriodi daily a 11790 pnt, che ancora non invaliderebbe il mercato bearish in atto.
Recupera anche il dax che dai minimi di 11850 pnt si porta 12220pnt, ma resta resistenza chiave da rompere i 12440 pnt per parlare di potenziale inversione di tendenza, che resta tuttavia ancora senza nessun vero supporto nella congiuntura macroeconomica europea che ricordiamo essere ancora alle prese con una profonda crisi energetica.
-COMMODITIES
Recupera anche il gold, che mantiene viva la correlazione iversa con il mondo dei rendimenti sovrani , che ieri hanno visto ancora debolezza, offrendo sponda alla debolezza del dollaro usa, per trovare un gold decisamente tonico, che recupera dai minimi di 1610$ e balza in 4 sedute a 1699$, aprendo la strada a possibili allunghi rialzisti fino 1723$ prima e 1746$ poi.
Ancora una settimana ricca di eventi e dati macroeconomici che possono stravolgere il mood in atto, pertanto continuiamo a raccomandare la massima prudenza per un 2022 decisamente volatile!
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
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LA FED NON SI FERMERà A SETTEMBREIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 22.08.2022
L’attesa degli operatori si sposta su due appuntamenti cardine di questa settimana, da un lato la pubblicazione del PCE che rappresenta il vero indice di inflazione osservato dalla FED, e venerdi l’appuntamento con Jackson Hole e Powell per cercare di avere idee più chiare sui prossimi appuntamenti con le banche centrali a partire da settembre.
I dati sull’inflazione restano centro di tutte le attenzioni, perché è da li che si decideranno le mosse delle banche centrali, non intenzionate ad affidarsi ad una singola rilevazione in calo, e per di più sul generico IPC.
Per frenare la corsa a rialzo dei tassi di interesse per la FED ci sarà bisogno di una chiara tendenza ribassista dei prezzi, una serie continuativa di cali, che diano la chiara percezione che i prezzi stanno rientrando. Ancora tutti i dati macro economici mostrano una congiuntura forte nel Stati Uniti, il che lascia spazio di manovra alla FED che può procedere ancora senza grosse preoccupazioni a rialzi tassi importanti.
La prossima riunione di settembre, che a fine q1 doveva essere una riunione di pausa, dove la FED non alzava il costo del denaro, ma osservava la reazione dell’economia reale, si sta trasformando in una attesa di rialzo certo. L’unico dubbio rimasto è l’entità del rialzo tassi, se 50bp o 75bp, questa la forbice che separa una view hawkish da una dovish. Per quanto assurdo possa sembrare ma un rialzo di soli 50 bp potrebbe essere ben visto dai mercati, che lo potrebbero interpretare coma la fine della tempesta, e l’uscita da un clima hawkis predominante nella FED.
Tuttavia, seppur la FED dovesse rallentare il ritmo di rialzi tassi, non sappiamo ancora l’impatto che le politiche monetarie avranno sull’economia reale. Al momento i maggiori indicatori macroeconomici sembrano non subire l’incremento del costo del denaro, che in genere impiega dai 3 ai 6 mesi per riversarsi nell’economia reale. A quel punto potrebbero venir meno le rosee prospettive pubblicate dagli earing in chiusura di q2, con aziende che devono scontare alti debiti, a tassi importanti senza avere il sostegno dei consumatori, che potrebbero ritirarsi rapidamente, facendo crollare al domanda aggregata.
I timori non sono finiti, e la possibilità di mercati azionari in forte calo, non è terminata.
-FOREX
Il mercato valutario continua a vedere forza di dollari. Ilbiglietto verde resta principe del mercato fx, con la prospettiva di un tasso di interesse a fine anno oltre il 3% e soprattutto una congiuntura macroeconomica tra le migliori del panorama majors.
Dollar index oramai alle porte dei precedenti massimi a 108.67 – 109.40, area oltre la quale si andrebbero a segnare i nuovi massimi del 2022 per il biglietto verde, con una sequenza di 7 sedute di riazi consecutivi.
Ovvia la reazione delle altre majors, che subiscono la forza del dollaro e ne vengono schiacciate, a partire dall’Euro, che patisce l’assenza della BCE, che sembra non dare sostegno alla moneta unica in un clima privo di dichiarazioni , che possano stemperare l’assalto dei ribassisti. Eurusd oramai al ritest della parità a 1.0007 sembra intenzionato ad approfondire aprendo la strada a scenari ribassisti importanti.
Anche la sterlina non gode di un momento favorevole, con un’inflazione a doppia cifra e la BOE che oramai da per scontata una fase recessiva nel Q£, porta gbpusd al test di 1.18 figura, il che apre la strada verso i minimi di 1.16-1.15
-EQUITY
Si apre la strada ad una nuova fase ribassista per gli indici americani e mondiali, con la prospettiva di banche centrali ancora molto hawkish e la possibilità di una fase recessiva mondiale, le aziende sembrano non godere di un futuro cosi roseo come da loro prospettato, special modo se si considera che da settembre la FED inizierà a ridurre il Balance sheet ad un ritmo quasi doppio!
L’S&P punta dunque a 4100pnt, dopo aver abbandonato i 4310 pnt di massimo per questo rally rialzista che ha vissuto in questa estate. Solo sotto 4080 pnt, potremmo tornare a valutare affondi verso i minimi del 2022 dando il via nuovamente al bear market.
Quadro similare per il nasdaq che punta ai 12840 pnt, per entrare poi nuovamente in una grande area di attenzione volumetrica che giunge fino ai minimi di questo 2022.
Anche più pesante il dax, che segna giornate di profondi ribassi , ora alle porte dei 13300 pnt, che apre scenari ribassisti fino ai 13000 pnt, prima ed i minimi del 2022 poi.
-COMMODITIES
Per il mondo delle commodities, ancora pesa il dollaro americano sui metalli , che siano essi preziosi o industriali, il mood resta quello ribassista.
Il gold punta oramai ai 1722 dollari, livello oltre il quale si punterebbe dritto ai 1679 pnt., segue a ruota il silver che ha gia rotto l’area chiave dei 19 $ , e punta ai minimi dei 18.20$.
Diverso scenario per l’energy con il wti, che lotta sui supporti posti a 87.00$ 85.30$ senza per ora trovare spunti per rompere a ribasso e aprirsi verso i 77.00$, mentre spinge fortemente a rialzo il Ngas, che prosegue il suo rally rialzista che punto ora ai 9.60$ , livello oltre il quali si aprono scenari di allunghi rialzisti oltre i massimi di questo 2022.
L'INFLAIZONE USA RALLENTAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 11.08.2022
-CONTESTO
Inflazione in calo in America, per la rilevazione di Luglio i prezzi al consumo sembrano aver trovato il loro giro di boa. Il dato generale A/A passa dal 9.1% al 8.5% , mentre quello mensile va a 0%.
I prezzi al consumo rallentano grazie al rientro del comparto energy, che rallenta del -4.6%, con una spinta ribassista special modo per la benzina che rientra dell’11% su base mensile, ma a controbilanciare il calo del comparto energy ci pensa il food, che resta al +1.1%.
Il dato core, quindi epurato dalle componenti più volatili appena viste, cioè food ed energy, si registra anche lui in calo, alimentando le speranze degli operatori, per una FED meno aggressiva di quanto fino a ieri si potesse pensare.
L’ultimo dato sul mercato del lavoro, pubblicato venerdì, poneva un tassello a favore di un prossimo forte rialzo tassi da parte della FED che si proiettava in una forbice tra lo 0.75-1.00%, dato il gran numero di nuovi posti di lavoro creati, che porterebbero ad una tenuta della domanda e dei consumi, rendendo difficoltoso il rientro dell’inflazione. A controbilanciare il dato dei NFP, ieri il dato sull’inflazione che pone alle nostre spalle la maggior parte dei rialzi tassi da parte della FED e soprattutto i rialzi più aggressivi.
Che il solo dato di ieri possa fermare la corsa della FED risulta difficile da credere, ma pone un forte veto a rialzi oltre lo 0.50% per le prossime due riunioni della banca centrale in programma da qui a fine anno.
-FOREX
Immediata la risposta del dollaro americano sul quale iniziano a presentarsi le prese di profitto. Il dollar index prende fiato dal suo mega rally rialzista partito da 89.50 nel luglio 2021 e giunto in meno di un anno a 109.40-50 segnando un rialzo del 22%. Le posizioni long dollari che hanno tenuto le mani forti, sembrano oramai essere giunti al termine, il tempo di prendere profitto è giunto, il che non vuol dire che il trend rialzista di lungo periodo può dirsi concluso. I prezzi sembrano ora dirigersi verso i primi supporto posti a 103.70, area dove incontriamo la mm100 daily, solo oltre tale livello il trend potrebbe vedere la sua fine andando a testare l’ultimo baluardo a 101.25. presto dunque per parlare della fine del trend pro dollaro, ma di certo forti prese di beneficio ora sembrano la strada più probabile.
Ovvia la reazione delle altre majors, che in un mercato cosi dollaro centrico non potevano che beneficiare del mood di risk on che si è generato, e che ha portato a rialzi per eurusd che passa all’attacco delle resistenze poste a 1.0340-50, cosi come il cable, che punta a 1.23 figura, area di massimo relativo, che aprirebbe la strada a 1.26 figura, prima vera resistenza.
A far bene sono anche le oceaniche, che godono del mood di risk off che vivono i mercati, portando audusd oltre i precedenti massimi di 0.7050 a 0.71 figura. Solo la mm200 periodi daily sembra ostacolare la spinta rialzista che ha come targhet 0.7250.
La debolezza del dollaro si rispecchia anche inusdjpy, che inizia a creare una struttura di inversione con un primo massimo inferiore a 136.00 figura. Si punta al test dei supporti di 131.50-131 figura, lievelli oltre i quali si aprirebbero le porte per affondi a 125.90-126 figura.
Restano interessanti i cross eurchf e gbpchf, che vivono condizioni di eccesso sul posizionamento retail, al momento sbilanciato long oltre il 90% su entrambi gli asset, che entrano di diritto nella watchlist
-EQUITY
Festeggiano i listini azionari mondiali, trainati a rialzo dagli USA, con l’S&P che supera i massimi precedenti a 4200pnt, e pone in campo una chiara struttura a massimi e minimi crescenti, che proietta i prezzi verso 4300pnt e 4390 pnt. La fiducia nella congiuntura macroeconomica americana sembra dare benzina al risk on, l’atterraggio morbido a cui la FED puntava, sembra concretizzarsi e la paura di rimanere fuori dal prossimo bull market spinge gli operatori ad interessanti acquisti di asset di rischio.
Fanno bene anche i technology, con il nasdaq che testa la mm200 periodi daily a13516 pnt, e mira a 13700pnt, livello oltre il quale si aprirebbero ampi spazi di risalita fino a 15100-15200pnt, ma presto per gridare al bull rally, attendiamo i prossimi dati e le decisioni della FED di Settembre.
Piu pesante l’azionario europeo , con il dax che chiude il gap a 13750-13800pnt, ma non riesce a portare a casa chiusure daily oltre le aree di 13800 che aprirebbero la strada ai primi veri rialzi. La congiuntura macro economica europea al momento non mostra la forza espressa dagli USA ed i timori per una forte recessione sono ancora alti, pertanto si predilige ancora azionario americano al fronte europeo.
-COMMODITIES
Rimbalza il petrolio, che aiutato da un dollaro debole, riesce a non affondare sotto le aree di 86$, e va al ritest delle reistenze poste a 92.80$. la struttura a massimi e minimi decrescenti rimane, e la mm21 periodi daily accompagna ancora i prezzi nel movimentoribassista, che vedrebbe termine solo al superamento di 96$.
Respirano anche i metalli, con il rame che dopo l’affondo dei mesi scorsi fino a 3.13$, trova spunti tecnici per degli stroni che lo portano a 3.72$. le prime aree di resistenza che troviamo sono poste a 3.85$ e 4$, livelli non impossibili da raggiungere, e che non renderebbero nullo ancora il trend ribassista in atto.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO
Abbastanza scarno il calendario economico che pone l’attenzione degli operatori al PPI americano alle 14.30, e alle richieste di disoccupazione settimanali USA sempre attesi per le 14.30
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
LA BCE, L’EUROPA E L’ITALIAIL BUONGIORNO FOREX DI OGGI 21.07.2022
Oggi compito non facile per la BCE che tutti noi speriamo abbia trovato una quadra ad uno dei momenti forse più difficili per l’economia europea.
Il quadro che si presenta alla BCE è di una fortissima crisi energetica, con le forniture di gas, da sempre stabilmente provenienti dalla Russia e per le quali si stava lavorando al progetto del Nord Stream 2, al fine di potenziare il flusso di risorse a disposizione, si sta ora trovando con il solo Nord Stream 1 e al 40% del suo potenziale. I leader europei sono al vaglio di una riduzione forzata dei consumi di gas del 15%, per tentare di fare scorte minime per la stagione invernale, e per essere pronti ad eventuali ripercussioni da parte della Russia con eventuali stop alle forniture.
L’inevitabile conseguenza è stata una corsa a rialzo dei prezzi dell’energia, che già vivevano una fase di forte rialzo, per la ripartenza post covid. La banca centrale europea, cosi come tutte le banche centrali del mondo occidentale, hanno ricercato la ripartenza delle economie e dei consumi, e con questi una degna inflazione, ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e l’inflazione sembra essere sfuggita di mano. Allo stato attuale in Europa l’inflazione media è al 8.6% con il picco dell’Estonia al 22%!
Necessitano correttivi, la politica della BCE è stata in questo tempo mirata al sostegno dei paesi altamente indebitati, al fine di mantenere saldo il blocco europea, pur dovendosi scontrare con gli stessi paesi facenti parte della comunità! Difille gestire el diverse economie: il nord Europa, con bilanci più equilibrati, debiti sotto controllo, che mal vedono il sostegno a paesi come l’Italia altamente indebitati con l’estero, ma che godono di una buona ricchezza interna.
La BCE dovrà ora decidere in primis , con quanta forza attaccare la domanda , alzare i tassi per reprimere la domanda, per tenere a bada l’inflazione, ma ovvio , più facile nel dirsi che nel farsi. Alzare i tassi di interesse in maniera aggressiva, metterà a dura prova le economie più deboli , come quella italiana, alla quale servirà una tutela da parte della banca centrale. Nasce cosi l’idea di uno scudo anti spread, che non sarà facile da far mandar giù ai paesi nord europei.
La sfiducia nella riuscita di un progetto tanto ambizioso, quanto arduo, ha portato gli operatori a vendere massicciamente la moneta unica, che è toccato livelli sotto la parità con il dollaro americano. La crisi europea è il chiaro segnale, che gli investitori non guardano più al tasso di interesse, che ben sappiamo sarà rialzata in tutti i paesi ad altra inflazione, ma si guarda oramai alla capacità dei singoli blocchi economici di risollevarsi dalla condizione di iper inflazione e dalla probabile fase di recessione che ne potrebbe derivare.
Il mondo retail si fa trovare a questo appuntamento in sostanza neutrale, con un sentiment del 52% long sul basket euro, e un 49% long su eurusd, a mostrare una chiara indecisione.
Il dollaro americano che ha guidato i mercati fino ad oggi, special modo il mondo valutario che ha goduto di particolare dollaro-centricità in questo periodo, vede ora una fase di compressione nella volatilità , con dollar index femo nelle aree di 106.75, senza spunti direzionali, in attesa della FED del 27 luglio. Il mondo retail neutralizza il suo sentiment, portandosi al 54% short, sul basket dollari, senza particolari sbilanciamenti anche contro le principali majors, che non discostano il solo sentiment dal 50% medio.
Unica debolezza strutturale è lo yen giapponese, dove i retail restano contrarian long al 74% , pur consapevoli che stanotte la BOJ ha lasciato tassi invariati, e politiche ancora di contenimento per il debito sovrano, che resta con un rendimento massimo dello 0.25%. si continuano a stampare yen, pertanto, e sarà difille dunque vederne inversioni rialziste.
Elemento chiave quindi la riunione della BCE di oggi pomeriggio, che catalizzerà le nostre attenzioni.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
LA NOSTRA CHIAVE DI LETTURA è IL COMPARTO OBBLIGAZIONARIO.BUONGIORNO FOREX del 24.06.2022
Prosegue il timido rialzo dei mercati azionari USA, con il Nasdaq che attacca le prime resistenze poste a 11855pnt e l’S&P che approda a 3830pnt. Per quanto la speranza e la tentazione di vedere un mercato che torni a segnare i massimi storici è alta, dobbiamo fare i conti ancora con uno scenario di più ampio respiro che vede gli Stati Uniti sull’orlo di una possibile recessione, cosa che non darebbe spazio ovviamente ad allunghi rialzisti del comparto equity.
il vero errore a nostro avviso resta l’attenzione che gli investitori pongono sull’azionario, nell’attesa di segnali di ripartenza, senza considerare che il primo comparto che darà questi input sarà invece l’obbligazionario.
La vera chiave di lettura rimane il debito sovrano americano, il quale vive rendimenti, parliamo del decennale , al 3.10%, il che ci fa capire quanto debbano essere sostenuti i rendimenti, a fonte di un’inflazione ancora alta per garantire l’appetibilità di questo asset.
L’inflazione attesa sullo stesso orizzonte temporale , ovvero dieci anni, inizia a calare, portandosi al 2.50% ed è questo il nostro vero parametro guida: un calo dell’inflazione attesa , e quindi una fiducia nell’azione intrapresa dalla FED, sia essa con esito soft che con esito hard, porterebbe come ultimo risultato il calo dell’inflazione e in ovvia conseguenza un calo, o comunque uno stabilizzarsi dei rendimenti obbligazionari.
Il temine della corsa a rialzo dei rendimenti, sarebbe contestuale ad un arresto della caduta dei prezzi, e preludio ad una ripartenza degli stessi, ancora prima che l’economia reale sia in una fase di ripartenza vera.
Pertanto , come letteratura macroeconomica vuole, la ripartenza del mercato obbligazionario dovrebbe avvenire molto prima della ripartenza del mercato azionario, che potrebbe ancora scontare prospettive pessimiste sulle prossime trimestrali aziendali.
Se è vero che la prima preoccupazione per le economie occidentali è l’inflazione, sarà anche vero che i primi risultati positivi nella lotta contro la stessa, dovranno generare un contenimento dei rendimenti obbligazionari e una ripartenza dei prezzi, portando ad una risposta più rapida di quella espressa dal comparto equity, anche considerato il fattore aspettative. intendiamo con questo ribadire il concetto chiave che i mercati anticipano sempre, e lavorano sull’aspettativa futura, pertanto non saranno le pubblicazioni di dati positivi a far ripartire i mercati equity, ma sarà sufficiente avere l’aspettativa di ripartenza futura, l’aspettativa di potenziali trimestri nuovamente positivi, per dare il via al nuovo ciclo rialzista, che a nostro parere sarà anticipato dal comparto obbligazionario.
Decennale -aspettativa decennale
S&P
Ritornando all’aspetto puramente tecnico dei mercati, valutiamo i 3830 pnt di S&P come prima resistenza atta a frenare la ripartenza,l’eventuale break out porterebbe i mercati al test delle successive aree poste a 4129 e 4200pnt, area di precedenti massimi , dove confluisce la mm100 periodi daily.
Un’eventuale ripartenza ribassista porterebbe i prezzi sulle aree di minimo prima a 3740pnt e poi ai 3645, area di minimi per questo 2022.
Silver
Per il comparto commodities, ancora pesanti i metalli, special modo quelli industriali, che scontano ora il ritardo del comparto sul ciclo economico ribassista, zavorrando tutte le possibilità di ripartenza. Il silver al momento alle prese con i supporti di 20.88$ punta ai minimi di 20.474$, nella chiara intenzione di proseguire in un ciclo ribassista sul quale incide anche la forza del biglietto verde.
Dollar index
Ancora fase di congestione per il dollaro americano, che resta confinato in una serei di candele daily inside, comprese tra 105.086 e 103.80, senza per ora dare spazio a chiare direzionalità. L’oscillatore stocastico sembra voler incrociare a rialzo, e dare cosi il via ad un nuovo ritmo pro dollaro, ma tuttavia ricordiamo che gli indicato restano strumenti non predittivi dell’andamento di mercato, ma frutto del prezzo dell’asset analizzato, pertanto poniamo in secondo piano questo tipo di analisi.
Analisi retail
In ovvia conseguenza resta stabile il sentiment dei traders retail sul dollaro americano, con un 70% short, in perfetta linea con i dati di ieri. Aumentano di un 4% le posizioni long sul basker euro, portandosi dal 53% di ieri al 57% long attuale. Non segue la dinamica dell’Euro, la sterlina dove i retail riducono la loro posizione lunga dal 66% di ieri al 63% di oggi. Si riducono le posizioni long sullo yen giapponese, grande focus di questi giorni, passando da un 76% long di ieri ad un 74% attuale. Si ribilancia il sentiment sulle commodities currencies, con il dollaro neozelandese che vede i retail passare dal 70% long al 59% attuale. Stabile il dollaro australiano che resta al 64% long. Incrementano le posizioni long sul dollaro canadese che passa dal 52% long di ieri al 57% attuale.
Eurusd
Passando ai singoli asset, resta tutto sommato poco variata la dimanica di eurusd, che vede i retail long al 62% senza dare grandi spunti direzionali, ma lasciano i prezzi ancorati al range compreso tra 1.06 e 1.0480. solo la caduta del dollaro americano, come valuta prediletta dagli investitori potrebbe dare spazio ad una ripartenza della moneta unica, che tuttavia dovrebbe rompere a rialzo le resistenza sopra citate, poste a 1.0580 prima e 1.0610 poi.
Usdjpy
Grande attenzione in questi giorni per lo yen giapponese, ed in ovvia conseguenza per il cambio principe usdjpy, che dopo la corsa rialzista delle ultime settimane, si è portato a 136.25-137 figura. Chiave di lettura per la price action sarà la chiusra settimanale, che sta ponendo le basi per un hammer di indubbio peso su un asset che ha percorso in breve tempo , prezzi che di nosma ha visto in un’intero anno di contrattazione.
Usdjpy h4
Nostro malgrado dobbiamo notare che il posizionamento dei traders retail ancora non mostra i chiari segnali di mean reverting, che darebbero maggiore affidabilità a posizionamenti contrarian. Il mondo dei traders retailcontinua ad incrementare le posizioni corte, mentre è ancora latitante un sentiment long, che potrebbe essere segnale di prese di profitto della controparte del mercato retail. Sara importante a questo punto seguire le dimaniche della prossima settimana, per carpire i primi cedimenti del sentiment contrarian short dei retail e coglierne nel caso le occasioni di trading.
Usdchf
Interessante la dimanica di usdchf, che si trova a ridosso dei supporti chiave posti a 0.9550, con i retail che iniziano a sbilanciarsi long al 52% in cerca della tenuta dei minimi. Se cosi non dovesse essere , e si dovessero verificare break out dei supporti, la stada potenziale a ribasso sarebbe davvero interessante, fino alle aree di 0.9450prima e 0.9375 poi.
Gbpcad
Tra i vari corss attira la nostra attenzione gbpcad, che dopo i pesanti affondi ribassisti delle scorse settimane che lo hanno portato a testare i minimi di 1.5490, vede la nascita dio un lento sentiment short, in concomitanza dei minimi di periodo, il che ci fa propendere per la ricerca di posizionamenti long, per approdi potenziali fino alle aree di 1.6180 prima 1.65 figura poi
Audchf
Interessanti eccessi infine li troviamo su audchf, che vede il 93% dei retail in posizione long, alle prese con i supporti di 0.66 figura , che se viuolati aprirebbero la strada a ribassi fino alle aree di 0.6560 prima e 0.65 figura poi. Indiscussa la condizione di eccesso su questo asset, che tuttavia ancora non presenta le caratteristiche ideali per posizioanemti di mean reverting, che preferiamo a questo punto attendere.
Btc
Resta alta la correlazione tra btc e azionario americano, generando cosi interessanti ripartenze della crypto valuta, che attacca le prime resistenze poste a 21725$, rotte le quali si potrebbe approdare a 23300$. Condizione sine qua non , la rinascita di un sentiment di risk on, che al momento crediamo difficile, pertanto consideriamo uno scenario ugualemnte possibili quello ribassista, che troverebbe conferma nel breal out dei supporti a 20200 prima e 19700 poi, il che porterebbe ad approdi fino alle aree di 17900$.
buona giornata e buon trading
SALVATORE BILOTTA
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LATERALITà IN ATTESA DEI NFPBUONGIORNO FOREX DEL 02.06.2022
Mercato che sembra aver bisogno di una fase a minor volatilità, dopo questi primi mesi del 2022 non privi di emozioni, ci sembra ora necessaria una fase di consolidamento, con i prezzi che lateralizzano nei range delineati nel mese di maggio.
Usdindex
Primo tra tutti il dollaro americano, che resta confinato tra 103 figura e 101.25 alla ricerca di una nuova direzionalità e di nuove indicazioni sulle scelte future della FED. I prossimi due rialzi tassi da 50BP sono oramai scontati nei prezzi, l’attesa si sposta a settembre, mese nel quale la FED dovrebbe fermare i suoi aumenti del costo del denaro, sempre che l’inflazione mostri dei primi segni di cedimento. Pertanto occhi puntati ancora sui dati relativi all’inflazione, che per ora resta comunque ancorata ai prezzi dell’energy.
Wti
Focus sul petrolio, con la riunione dell’Opec+ in corso, e con la speranza che Arabia Saudita e altri mebri del cartello, possano alzare le soglie di produzione per compensare le mancanza che derivano dalla Russia. In questa speranza da ieri il WTI vede storni strutturali da 120$ a 111.70$ in una struttura h1 di chiari massimi e minimi discendenti, che potrebbero portare i prezzi alle porte di 108.50 prma e 106 poi.
Nasdaq
Lateralità anche per gli indici americani, con il nasdaq confinato tra 12800 pnt e 12500 pnt. Gli storni rialzisti delle ultime sedute fanno sperare in potenziali nuovi allunghi che possano giungere almeno alle prime resistenze di 13000- 13100pnt. Ultimo baluardo poi per un mercato bearish i 13580-13600 pnt, livello oltre il quale potremmo mettere il crisi la struttura di breve e medio periodo.
Dax
Al break out di una potenziale flag, il dax sembra voler puntare ai massimi di 14600 pnt , area oltre la quale troverebbe le resistenze dinamiche di lungo periodo, come la mm200 periodi su base daily, livello non facile da superare. Le aspettative per la riunione della BCE salgono , con l’inflazione in eurozona che è a livelli record,la speranza di una BCE falco sono ultimo baluardo anche per la moneta unica. Prossima riunione della BCE il 9 Giugno, riunione nella quale gli operatori sperano di avere indicazioni più chiare per quelle che saranno le scelte da implemantere a partire da luglio. Uno scenario di BCE maggiormanete aggressiva, potrebbe ovviamente danneggiare la struttura rialzista dell’azionario europeo, che ha goduto fino ad oggi di politiche più accomodanti rispetto a ciò che accade oltre oceano.
Eurusd
Seppur in lateralità il dollaro, le risposte della moneta unica sembrano essere toniche, con lente discese fino alle aree di supporto di 1.0625 per poi avere buone salite, che testano ora 1.07 figura, prima di potenziali allunghi rialzisti fino ai massimi di 1.08 prime e 1.0940 poi.
L’attuale fase di incertezza è ben espressa dal sentiment retail che si mantiene in un sostanziale equilibrio del 50/50.
Btc
Torna nel range il bitcoin, che dopo aver tentato allunghi rialzisti sopra le aree di 31000 $ torna a 29000$ in una zona di lateralità che guida i prezzi dai principi di Maggio 2022
Resta supporto l’area di 28500$ oltre la quale potrebbero aprirsi scenari ribassisti fino a 25230$.
Coinbase
Ovvia reazione ribassista anche del titolo coinbase, che ieri è tornato a 68.80$ dopo aver fatto timidi tentativi rialzisti fino alle aree di 90$. Aree di minimi interessante porte a 44.60$ e a 41$, ultimi baluardi per sperare in una fase di riaccumulo, ma il trend resta fortemente ribassista, e anche approdi sulle prime resistenze di 102.75$ e 132.50$ non invaliderebbero lo scenario ribassista di lungo.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
I BIG PLAYERS CAMBIANO ROTTAANALISI COT REPORT del 15.05.2022
Il mondo cambia rotta, le banche centrali sempre più determinare al controllo della corsa rialzista dei prezzi, sembrano determinate a non curarsi troppo delle possibili conseguenze.
Recessione, rallentamento economico, non sono problemi di cui curarsi per ora, unico vero mood è contenere l’inflazione, che sale ancora per una corsa sfrenata dei prezzi dell’energia, che resta un problema globale. La domanda non accenna a rallentare, i prezzi al consumo non colano, e la necessità di politiche hawkish oramai è evidente anche nel paese del sol levante, dove un primo dato inflazionistico sopra il 2% mostra quanto diffusa sia la corsa dei prezzi.
Le aziende iniziano a ridimensionarsi per il futuro, rilevante a tal proposito la notizia di Amazon che decide di liberarsi di grandi depositi in America, proprio in vista di un calo della domanda, segno che le prospettive rosse di earnings in crescita sono terminate, e le bigtech saranno le prime a pagare il conto.
I mercati azionari hanno goduto della grande liquidità immessa dalle banche centrali nella fase pandemica, dove le economie sono state artificialmente sostenute, generando tutta via una falsa crescita del mondo della finanza, con il mondo tech che ha fatto da traino alla creazione di una bolla che trova ora forse la sua fine.
Arduo il compito di sgonfiare una bolla senza farla esplodere, le banche centrali con la FED alla guida, si trovano ora a combattere un nemico che loro stesse hanno creato, e le possibilità di un cosi detto atterraggio morbido sono davvero poche.
Il quadro sembra essere ancora più complesso in aree come l’Europa, dove la BCE proprio per il timore di un impatto troppo violento sull’economia ha scelto la strada attendista, che tuttavia ha generato solo un ulteriore indebolimento della valuta che ha generato ulteriore inflazione! Un circuito vizioso dal quale non sarà facile uscire.
I mercati hanno bisogno di un cambio di rotta, e questo avrà un prezzo nella vita reale come sui mercati finanziari, cerchiamo pertanto di farci trovare pronti, cosi come si stanno preparando i big plaiers.
Procediamo con il consueto ordine:
Il mondo valutario continua a dare spazio al dollaro americano , ma attenzione all’euro che in vista di un’intervento della BCE al prossimo Luglio, inizia ad attirare l’attenzione dei big players, che si allontanano invece da asset come il dollaro canadese, forse in vista di un WTI che ripiega su valori medi più bassi in vista di un raffreddamento dell’economia e quindi della domanda globale di energia.
Ritornano le posizioni nette lunghe dell’euro,dove i big players sono posizionati con 20339 contratti netti long, andando ad incrementare il loro posizionamento proprio al raggiungimento dei minimi di i periodo, e in vista di un potenziale prossimo rialzo tassi da aprte della BCE che sembra finalmente decisa ad intervenire per contenere l’inflazione che ha raggiunto intanto record storici per l’area Euro.
Abbiamo raggiunto oramai aree di minimi di eurusd con 1.04, aree dalle quali possibili storni rialzisti, ci proietterebbero a 1.0875 prima e 1.0950 poi, previa conferma di una BCE hawkish.
Stabili le posizioni corte sulla sterlina, che probabilmente ha raggiunto i sui picchi di massima esposizione corta per i big players che si confermano a -79241 contratti corti, in linea con i -79598 della scorsa settimana. Non escludiamo dunque possibili prese di profitto, che porterebbero a potenziali storni del cable, almeno nel breve periodo.
Anche in questo caso dopo aver raggiunto i minimo di 1.2150, il cable sembra voler ripartire alla caccia delle resistenze, poste in primis a 1.2650 e a 1.30 figura poi. Anche per il cable, la premessa per dei movimenti di mean reverting long, è ancora un dollaro che cerca stroni, con allunghi ribassisti, a dare fiato alle restanti majors.
Stabili le posizioni corte sullo yen giapponese, dove i big players rimangono netti corti con 102309 contratti short, segno che la corsa ad asset rifugio è lenta e premia al momento molto di più il franco sizzero dello yen, forse anche a causa delle ancora iper accomodanti politiche della BOJ, che tuta via dovrà iniziare a fare i conti con i primi segnali di un’inlfaiozne in ripresa, probabilmente rimodulando la propria politica economica.
Il futures sullo yen rimane pertanto ancorato ai minimi non trovando ancora spunti per degli allunghi oltre i massimi di aprile, che aprirebbero la strada alla mm100 daily ed ai prezzi visti nello scorso marzo 2022.
Ancora pesante il posizionamento sul dollaro australiano, che dopo aver visto fortissimi recuperi dai minimi di periodo, ritrova oggi i big players ancora con 44642 contratti netti corti, segno che la fiducia nelle commodities currencies fatica a tornare. La prospettiva di un forte rallentamento economico non premierebbe questi asset, che devono comunque far conto con l’inlfazione e la prospettiva di minori esportazioni di materie prime, nel caso di un rallentamento nella domanda globale, ma restano scenari questi ancora in evoluzione e la certezza di una recessione globale ancora non l’abbiamo , pertanto rimaniamo vigili sulle prossime dimaniche mondiali.
Sempre in linea con un riassetto dei portafogli dei big players, che sembrano cercare posizionamenti più prudenti evitando asset come le commodities currencies legate alle materie prime, come ad esempio il dollaro canadese, ritroviamo anche in questo caso forti vendite, con i big players che sono al momento netti corti con ben 14496 contratti. il futures mostra l’evidente fatica che il dollaro canadese ha nel superare le resitenze poste in area 0.7725 e 0.7875. la strada della BOC in linea perfetta con la FED sembra aver dato fino ad oggi ottimi frutti, vedremo se il doppio filo che lega la valuta canadese al petrolio sarà un’opportunità di risalita o un tremendo cappio al collo.
Ultimo ma non per importanza il dollaro americano dove i big players mantenofgno il loro assetto rialzista con 36213 contratti netti lunghi, senza per ora dare segni di inversione. Resta tutta via plausibile delle prese di profitto che generino storni interessanti, ma sarà cruciale capire quando e dove potranno generarsio occasioni per entrare eventualmente in trend pro dollaro.
Le potenzialità di uno storno tecnico sono enormi, un primo approdo alle aree di 102.35 sarebbe solo un primissimo respiro che potrebbe allungare fino a 101 figura senza danneggiare il quadro tecnico rialzista, ma generando esclusivamente potenzialità rialziste da cogliere a prezzi migliori.
Il mondo dei big players cerca la giusta dimensione anche nel mondo azionario, consapevoli oramai che la fase dei rialzi senza se e senza ma , è giunta al suo termine.
Cambiano i tempi , cambiano le economie, cambiano le politiche, dobbiamo cambiare i nostri portafogli, pertando i big players lenatmente sgonfiano le loro posizioni long sul mondo tech in primis, andando a comprare asset come il vix, che seppur ancora in una fascia non di attenzione, inizia ad attirare la nostra attenzione.
Ancora netti long con 15174 contratti i big players, sembrano tutta via lontani da quelle massime esposizioni long che hanno guidato i rialzi alla fine del 2021. I prezzi oramai sui minimi per questo 2022 hanno segnato sette settimane di ribassi consecutivi, e le potenzialità per degli storni aumentano, senza tuttavia credere in nuovi massimi. Impossibile pensare dato l’attuale contesto economico , di rivedere massimi storici, ma al più il concretizzarsi di possibili storni e respiri del mercato, che porterebbero i prezzi al test delle prime arre di resistenza poste a 13000 pnt. Sarà una strada difficile per i longhisti quella che si intravede all’orizzonte del mondo tech, pertanto raccomandiamo cautela, special modo nella scelte delle size più adeguate.
Crolla in ovvia correlazione il posizionamento sull’S&P, dove i big players dimezzano di fatto le loro 121775 posizioni nette lunghe portandosi a 66646 contratti long. Massima cautela pertanto nel cercar di comprare il coltello che cade.
Ultimo richiamo di attenzione , il posizionamento dei big players sul vix, che pur rimanendo ancora su valori medi di 30, vede i big players accumulare contratti netti long, passando di fatto a -39565 contratti, livelli tra i piu bassi registrati negli ultimi anni, segnale che gli acquisti aumentano in maniera costante a cercare forse protezione da potenziali ulteriori ribassi del mondo equity.
A completare la rubrica il mondo energy, dove il ngas sembra cedere il passo al wti, con i big players che lasciano ben 2483 contratti sul natural gas, portandosi netti corti a 115012 contratti. resta invece ancora alta l’attenzione sul wti, dove i big players questa settimana hanno incrementato di 14834 contratti la loro esposizione netta long che passa a 325637 contratti.
Ciò non di meno le esposizioni nette lunghe sul wti restano tra le più basse degli ultimi 3 anni, segno che la fiducia in possibili ulteriori rialzi sta via via svanendo per lasciare spazio all’idea di quotazioni più in linea con un’economia mondiale in rallentamento.
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Salvatore Bilotta
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STORNA IL DOLLARO AMERICANOANALISI RETAIL DEL 20.05.2022
Giunge finalmente lo storno del dollaro americano, che dopo sei settimane di rialzi consecutivi sta per giungere alla prima chiusura in territorio negativo, rompendo i minimi della scorsa settimana e attaccando i primi supporti a 103.00 figura. Il movimento di ribasso dettato dal dollaro americano ha immediatamente attirato una gran parte dei traders retail che hanno preso posizione lunga.
I lotti long sul basket dollari sono passati difatti da 16028 di ieri mattina agli attuali 19337, sbilanciando cosi le percentuali da un modesto 31% long di ieri all’attuale 37%.
Permane dunque il sentiment predominante corto da aprte dei traders al dettaglio e quasto ci conferma ancora la view di più lungo respiro pro dollaro, che al momento non è stata invalidata, ne da notizie esogene, ne tanto meno da dati macro economici.
Restano quindi aperte le occasioni per acquisti di biglietto berve, che tuttavia potrebbe vedere ulteriori ribassi tecnici, fino ai primi veri supporti , posti in area 102.359 prima e 100.50 poi, livelli che se raggiunti non invaliderebbero ancora il quadro tecnico rialzista del dollaro americano.
Come già detto ieri, ripartono le valute cosidette rifugio, ovvero yen giapponese, ma più di tutte il franco svizzero, che ieri ha messo a segno un ottima performance, portando il futures sui livelli di massimo precedente a 1.0328. la spinta rialzista ha subi innescato l’interesse dei retail che dono passati dal 51% corti al 66% attuale, dando chiaro segnale di ricerca di mean reverting, in un momento di forte risk off.
Respira finalmente l’euro , che alla luce di maggiori prospettive di rialzi tassi nel prossimo luglio , inizia a godere di interesse da aprte degli investitori, andando come di consueto ad attrarre i traders retail in posizioni corte di mean revertig, che sono passate da un timido 40% di eiri ad un 47% attuale sull’intero basket, mentre sul cambio principale eurusd si passa da un 66% long ad un 57% attuale, segno che sui primi rialzi sono pronti ad uscire dalle posizioni long, per dare spazio al consueto posizionamento contrarian, che sarà benzina utile per eventuali partenze di trend, confermate dal break out dei massimi di 1.0610 per estensioni possibili fino 1.0950.
Il dollaro storna contro tutto e anche le oceaniche ne beneficiano in un movimento rialzista che porta audusd alle porte di 0.7075, con i retail ancora al 57% long, ma già pronti ad incrementare le posizioni corte, che stanno procedendo a rialzo nelle ultime ore, un break out dei massimi di ieri porterebbe i prezzi ad estenszioni fino alle arre di 0.7270 prima di valutare ulteriori ingressi short.
Con la caduta del dollaro americano e la partenza del franco svizzero il cambio usdchf non poteva che vedere profondi ribassi , passando dai assimi di 1.0080 a 0.97 figura, con un immediato ribaltamento del sentiment retail, che passa leggermente positivo con un 51% retail long. Dopo settimane di posizionamenti corti alla caccia di storni. La struttura ribassista fa sperare in allunghi , che troverebbero migliori prezzi di ingresso su eventuali storni nelle aree di 0.98 figura, area dove convergono le mm21 e 100 in h4 oltre ad una serie di resistenze statiche.
Siamo a venerdi e sarà interessante monitorare le chiusure settimanali, per valutare le potenziali proiezioni che ci condurranno alla fine di questo mese di maggio 2022.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
STORNO O INVERSIONE?BUONGIORNO FOREX DEL 18.05.2022
Dopo tanto attendere ecco che i mercati presentano i primi segnali di storno, primo tra tutti il dollaro americano, che dopo una sequenza di sei settimane di rialzi, inizia ad aggredire i minimi intraday andando a rompere i minimi della scorsa settimana a 103.40 per approdare sulla mm21 periodi daily a 103.10.
Il contesto macro non è cambiato, e ieri Powell ha ribadito la volontà di alzare i tassi di interesse fin tanto che l’inflazione non darà segni di cedimento, dunque questi primi movimenti di storno del dollaro sono già occasioni di acquisto?
Beh per buona parte dei traders retail si!
Dai 17881 lotti long sul basket dollari, oggi ne ritroviamo 29360, il che ribilancia le percentuali che passano da 68% corti di ieri a 54% attuale, segno che molti traders in posizione contrarian short hanno colto rapidamente questa occasione per uscire dalle loro posizioni mean reverting, e tanti erano pronti ad entrare in trend long sul dollaro.
Il quadro tecnico sul dollar index pone supporti importanti alle aree di 103.16-103.25, e sebbene anche la nostra idea rimane pro dollaro sul medio termine, non possiamo escludere maggiori affondi sul biglietto verde che potrebbe giungere alle aree di 101.00 prima e 99.00 poi senza ancora compromettere il quadro tecnico rialzista di lungo.
Le ripercussioni sulle majors sono state immediate, con eurusd che torna a 1.0550, con forti posizionamenti corti da parte dei retail che passano al 56% short, aprendo a possibili allunghi rialzisti che vedrebbero approdi alle aree di 1.0675, livello della mm200 in h4 anche in questo caso , senza dare ancora il via a vere e proprie inversioni di trend.
Anche il cable vede finalmente allunghi rialzisti, allontanandosi dai minimi di 1.2125 per approdare alle porte di 1.25 figura, con i traders retail che portano il loro posizionamento non lontano dalla parità al 51% long, il che farebbe ben sperare per allunghi fino alle aree di 1.2640, area dalla quale rivalutare eventuale nuova forza del dollaro.
Prosegue infine lo storno di usdcad , che mantiene una chiara struttura ribassista a massimi e minimi decrescenti in h4 sotto la mm21 con i retail long contrarian al 59%, il che ci farebbe propendere al breakout dei minimi di ieri posti a 1.28 figura per dei posizionamenti short ancora in linea con l’attuale fase correttiva del dollaro americano.
Tuttavia non cambiamo la nostra view di medio periodo, ovvero un dollaro americano ancora forte, in quanto le condizioni macro non sono variate, e gli attuali storni tecnici non possono essere visti vome vere inversioni di tendenza, in grado di mettere in crisi la struttura rialzista del biglietto verde.
Medesimo principio ci muove sul mondo equity, dove gli inequivocabili respiri degli ultimi giorni, non ci fanno ancora propendere per dei rialzi tali da invertire la tendenza di medio periodo, che riantra nella prospettiva di un rallentamento economico globale, domostrato ancora stanotte anche dal Giappone che ha pubblicato dati sul PIL del primo trimestre 2022 che in questo caso in rallentamento, seppur le politiche economiche della BOJ siano propense ad idee dovish di allentamenti economici importanti.
Dunque il Nasdaq che approda alle aree di 12520 rimane sotto la mm21 periodi daily, chesa ancora segnalare inversioni, ma timidi accenni di storno dai minimi, che potrebbero indubbiamente approdare alle aree di 12800 , lasciando invariato il quadro tecnico fortemente ribassista.
La debolezza del dollaro lascia respiro anche al mondo commodities, special modo i metalli come il silvers che stava vivendo un fortissimo ribasso con quattro settimane consecutive in territorio negativo, fino alle aree di 20,424$ per poi stornare agli attuali 21.60$ . anche in questo caso , le dinamiche dollaro centriche non modificano le nostre aspettative, che leggono nel breve solo uno storno di tutti gli asset class, senza determinare l’inversione di lungo. Anche sul mondo commodities quindi le prospettive di recessione globale peseranno a nostro parere sui prezzi dei metalli industriali come il silvers o il copper, seppur in una prospettiva di più lungo periodo.
Pubblicati infine stamattina i dati sull’inflazione UK, che seppur al di sotto delle aspettative, mostrano un balzo dal 7.0% dell’ultima rilevazione ad un poderoso +9.0%, segno che la corsa dei prezzi è tutt’altro che rallentata, e che i quattro rialzi tassi messi in campo dalla BOE non hanno ancora sortito nessun effetto reale.
Avremo poi appuntamento con l’inflazione in euro zona alle 11.00 anch’esso atteso sui massimi di +7.5% ma in questo caso la BCE on ha ancora giocato le sue carte, con la sola prospettiva di rialzi tassi nel prossimo giugno.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
DOLLAR INDEX NUOVI MASSIMIBUONGIORNO FOREX DEL 13.05.2022
Continua la forza del dollaro americano che segna nuovi massimi di periodo a 104.80, schiacciando di fatto tutte le altre majors, tuttavia il posizionamento retail di quest’oggi mostra segni di stanchezza da parte nel sentiment contrarian dollaro che abbiamo visto fino ad oggi.
Le percentuali lette nel basket dollari mostrano un 75% short, a fronte di un 78% di ieri mattina, segno che qualcosa sta lentamente cambiando, anche le correlazioni inter market mostrano questa mattina la voglie di stornare dai minimi.
Il percorso fatto fino ad oggi è stato un chiaro rally ribassista del mondo equity, una schiacciante forza del dollaro americano con la caduta pesantissima del comparto cripto, che ad oggi grida a gran voce la necessità di un respiro.
Eurusd che ha toccato 1.0350, area di minimo del 2016 sembra stamani trovare ingressi di posizioni short da parte dei retail che come spesso accade entrano in netto ritardo nel trend oramai concluso, dando cosi la possibilità ai grandi operatori di trovare controparte valida per scaricare posizioni in trend detenute fino a quel momento.
Eurusd mostra pertanto un sentiment long in netto calo, che passa dal 78% visto ieri al 73% attuale, segno che probabili allunghi fino alle aree di 1.0475 non sono da escludere, seppur non determinanti per un’inversione del trend ribassista.
Interessante anche usdjpy che dopo l’incredibile rally rialzista che lo porta a registrare ad oggi una performance da inizio anno del +12% sembra finalmente voler cedere qualche punto percentuale, iniziando a perdere le aree di 130 figura, giungendo nella giornata di ieri a 127.50, per poi recuperare 2 figure. Alta volatilità dunque , ma la struttura sembra cambiare e il test delle aree di precedente supporto di 129.50 sembrano poter dare spazio a nuovi allunghi ribassisti. Tuttavia rimaniamo cauti nel vendere dollari, che godono ancora di una grande forza strutturale e oltre a degli storni e prese di profitto non crediamo possano concedere molto di più
Con una sequenza di sei settimane consecutive di ribassi, il dollaro neozelandese giunge alle aree di 0.62 figura, da dove il mercato sembra cercare anche in questo caso degli interessanti respiri, che dovranno tuttavia essere confermati dal breakout dei massimi di ieri posti a 0.63 figura. Il sentiment retail rimane ancora al 78% lungo, ma anche in questo caso anomali ingressi di posizioni corte qui sulle aree di minimo fanno ben sperare per degli storni che potrebbero trovare target nelle aree di 0.6475.
Anche il comparto azionario rimbalza dai minimi di ieri, senza per ora invalidare la struttura di lungo periodo ribassista, ma tuttavia cerca di dare spessore ad un trend che altrimenti si limiterebbe ad essere un profondo rally. Potenziali storni potrebbero portare il nasdaq alle aree di 4061 e 4123 senza ancora invalidare la struttura ribassista, pertanto sono target da ricercare con estrema cautela, cosi come il dax che questa mattina sembra dare struttura rialzista e puntare alle aree di massimo della scorsa settimana di 14300pnt.
Anche il mondo crypto sconvolto dalle ultime notizie e avvenimenti sul token Luna e TerraUSt, sembra voler recuperare dai minimi di questo 2022 , con un Bitcoin che ha rotto il livello dei 30 000$, fino ai 25300$ per poi recuperare nella sessione asiatica, e riportarsi a quota 30700$.se il mercato mantiene la sua forte correlazione diretta tra Bitcoin ed Equity, non possiamo escludere un ribalzo di entrambi gli asset class che porterebbe potenzialmente bitcoin alle aree di 3500 $, ma oggi venerdi ultima giornata di questa ottava, e la cautela resta obbligo, portando le prospettive di storni ad inizio settimana prossima.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
IL DOLLARO PROSEGUE LA SUA CORSA, MENTRE IL MONDO CRYPTO SOFFREBUONGIORNO FOREX DEL 12.05.2022
Giornate non facili sui mercati finanziari mondiali, ieri la pubblicazione del dato sull’inflazione negli stati uniti ha dato ancora conferme di una corsa senza freni dei prezzi, con un IPC al +8.3% che può sembrare migliore del precedentre 8.5%, ma se consideriamo l’effetto base di cui abbiamo parlato ieri , l’inflazione reale potrebbe essere pari al 9-10%. Inutile quindi i primordiali indugi del mercato, che dopo un respiro brevissimo del dollaro e delle borse, hanno concretizzato la necessità di una FED aggressiva, che non ha scusanti per interventi decisi e concreti, pertanto su ancora il dollaro americano e giù le borse!
Ancora a far notizia ieri, le dinamiche legate al mondo crypto, che grazie anche ad una fortissima correlazione con il comparto equity, ha visto pesanti ribassi e questa volta a trascinare tutto sono state le vicende di TerraUSD, che ha registrato ribassi importanti fino altre l’80%.
L’intero comparto ne ha risentito, e le azioni di coinbase sono crollate di quasi il 30%, portandosi a ridosso dei 50$, portano a catena ribassi anche sul Bitcoin, che sfonda il muro dei 30K e approda a 26800$. Giornata impegnativa per il mondo delle crypto valute!
Il mondo FX legato alle majors , ha seguito le dinamiche dollaro centriche che dominano i mercati da mesi oramai, con il biglietto verde che schiaccia a ribasso tutte le concorrenti, in percentuali ovviamente diverse ma con dinamiche molto simili.
Eurusd seppur molto debole, mantiene i supporti di 1.05 figura e le prospettive di un rialzo tassi nel prossimo luglio sembrano prendere corpo, il che da la farza necessaria a non rompere i minimi di periodo, almeno per il momento, mantenendo cosi stabili anche le posizioni dei traders retail che oscillano da giorni intorno al 76% long, in attesa di qualche storno che nostro malgrado non trova condizioni fondamentali per concretizzarsi in una price action rialzista.
Pubblicati stamattina i dati sul PIL del regno unito, tutte le rilevazioni sono uscite negative , sia il mensile con un -0.1% , che l’annuale relativo al 1° trimestre di questo 2022 con un 8.7% ben sotto le attese del 9.0%,per finire con il pil trimestrale al +0.8% rispetto ad un precedente 1.3%. Dati non certo brillanti, che pesano grandemente su una situazione già di ampia difficoltà mostrata dalla sterlina, specialmente contro il dollaro americano , che si porta sulle aree di 1.22 figura, e trascina con se l’85% dei retail, che sono in posizione contrarian long, e che continuano a comprare, andando alla ricerca dei minimi giorno dopo giorno. L’espanzione dei prezzi, indica senza dubbio un eccesso di ribasso, tuttavia la congiuntura macro non giustifica un’inversione del trend ribassista se on per delle momentanee prese di profitto, in assenza delle quali un approdo in area 1.2075 e 1.20 figura non è da escludere.
Anche le oceaniche non fanno meglio contro il dollaro , con audusd che prosegue la sua discesa bucando i minimi di 0.69 e puntando a 0.6825 con un timido 67% dei traders retail long, il che fa pensare ad una forza in calo del trend ribassista, ma presto forse per cercare inversioni o respiri tecnici, la cautela in questi casi non va mai abbandonata.
Per finire usdcad a ridosso dei massimi di 1.3040 trova nuova linfa dai dati pubblicati ieri, e sepur alla 7° settimana di rialzi non possiamo escludere allunghi ulteriori, prima di prese di profitto che non determinerebbero comunque un’inversione del trend.i nostri colleghi retail continuano a mentenere posizione contrarian short al 72% senza demordere dalla ricerca dei massimi, che sta portando ad una lunga sofferenza in posizioni che non assecondano la forza schiacciante del biglietto verde.
Rimaniamo pertanto vigili e cauti nella ricerca di storni, riducendo il rischio specialmodo quando si lavora in contro trend.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
INFLAZIONE USA E L’EFFETTO BASE.BUONGIORNO FOREX DEL 11.05.2022
Giornata cardine per la settimana di contrattazione che stiamo vivendo sui mercati finanziari, l’attenzione è interamente rivolta al dato sull’inflazione negli Stati Uniti che per questo mese di Maggio 2022 dovrebbe godere del cosi detto “effetto base” , rendendo il dato distorto rispetto al valore reale dei prezzi al consumo.
Se andiamo a ricercare il livello di inflazione nel maggio 2021, cioè ad un anno fa, i dati ci mostrano la prima rilevazione oltre la soglia del 2% ,per la precisione un +4.2%, il che porterebbe il dato in pubblicazione oggi a rapportarsi con un tasso già elevato dei prezzi al consumo, rendendo inefficace o poco attendibile l’attuale rilevazione.
Inizia quindi a rendersi necessaria una lettura più approfondita dei dati macroeconomici, per riuscire a capire quanto le politiche monetarie intraprese dalla FeD riescano a contenere la corsa dei prezzi, e quanto dovrà essere più o mena incisiva nelle sue prossime mosse, pertanto l’aspetto macroeconomico diventa fondamentale per tutti i traders.
In attesa della pubblicazione dell’IPC di oggi, i mercati mostrano un dollaro americano stabile sui massimi di periodo a 103.80 dopo un breve test delle aree di 104.00, il che farebbe pensare ad una fase di distribuzione, che potrebbe dare fiato al biglietto verde, special modo se i dati di quest’oggi dovessero uscire migliori delle attese, ponendo le basi per una minore aggressività da parte della FED nelle prossime riunioni.
Alla luce di questa possibilità anche il comparto equity consolida sui minimi , con il Nasdaq sulle aree di 12450 pnt, senza offrire ancora spazio a veri e propri storni rialzisti, cosi come l’S&P che resta stabile a 4000pnt, livello psicologico chiave.
Mantengono alta la volatilità le commodities, come ad esempio il Ngas, di cui abbiamo discusso ieri, che dopo un affondo asulle aree di 6.40$ riconquista rapidamente i 7.50$, mostrando chiaramente la volontà di rimanere nell’intorno dei 7$ real value dell’asset in questa fase storica.
Stabili nel loro insieme i posizionamenti dei retail sul mondo forex, con un 77% short sul dollaro americano in linea con il 75% visto ieri, cosi come il 54% long sull’euro rispetto al 57% di ieri.
Unico basket dove i retrail sembrano focalizzare l’attenzione è il dollaro neozelandese, che ieri ha messo a segno un’ulteriore giornata di ribassi che ha offerto aspettative di mean revertig al 65% dei retail oggi in posizione long, rispetto al 59% dieiri.
Restano pertanto poco mossi i sentiment sulle majors, mentre restano interessanti gli eccessi su diversi cross valutari, come nzdcad, con un 91% dei traders in posizione long, con i prezzi che hanno trovato momentaneo supporto a 0.8180 offrendo possibilità di storni al breakout delle aree di 0.8250 per possibili allunghi fino alla mm21 periodi daily che si trova nelle aree di 0.8350, offrendo pertanto ottimo R:R
Ancora interessanti le dinamiche sul dollaro canadese, con il cross cadjpy che vede il 92% dei retail in posizione corta, mentre i prezi sembrano distribuire nella fascia compresa tra 99.50 e 102.50, ultimo baluardo supportivo 99.00 figura che se violato potrebbe aprire le porte ad importanti storni ribassisti.
Rimaniamo pertanto vigili sulla pubblicazione di quest’oggi relativa all’infalzione usa, per valutare le dinamiche che si svilupperanno sui mercati finanziari.
Se la lettura di oggi
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
PER I BIG PLAYERS NON è ANCORA IL TEMPO DELL’EURO!
ANALISI COT REPORT del 07.05.2022
Prosegue questo 2022 non privo di colpi di scena, la volatilità resta mediamente alta su tutti i comparti, e il cambio di rotta nelle politiche monetarie occidentali, mantiene con il fiato sospeso gli investitori che sembrano credere solo ed esclusivamente nel biglietto verde!
Il comparto valutario vede un generale scarico di posizioni, i big players liquidano posizioni un po su tutti gli asset in una settimana dove a pagare le spese di un clima di incertezze sui mercati finanziari sono l’euro e la sterlina più di tutte le altre majors, mentre resta stabile il posizionamento sul dollaro americano che resta per ora unica certezza nel mondo FX.
Abbiamo concluso una delle settimane più importanti per questo trimestre 2022, che ha visto la FED alzare il costo del denaro di 50Bp e aprire la strada ad una chiara lotta all’inflazione, cercando tuttavia un equilibrio con la congiuntura economica puntando alla ricerca di un tasso di equilibrio che possa permettere ai prezzi di rientrare senza tutta via correre i rischi di una recessione. Settimana che ha visto anche la BOE alzare per la quarta volta consecutiva il costo del denaro, senza tuttavia ottenere il medesimo effetto della FED, a causa proprio di una congiuntura macro economica decisamente più debole, con una domanda interna già molto penalizzata dall’alta inflazione e con un mercato del lavoro non certo paragonabile a quello USA, ma procediamo con il consueto ordine.
Passa in territorio negativo il sentiment dei big plaiers, che per la prima settimana di questo 2022 vedono una posizione netta short con -6378 contratti rispetto ai 22201 della scorsa settimana, con una spinta ribassista di ben 28579 contratti come solo altre 4 volte dal 2019. Oramai la BCE , nella sua scelta di inerzia nei confronti dell’inflazione, sembra decretare profonda sfiducia da parte degli investitori, che acnhe a causa della guerra in Ucraina, preferiscono spostare le loro aspettative e la loro liquidità in asset con prospettive migliori. La volontà di ritardare l’inasprimento delle politiche monetarie da parte della banca centrale europea, oramai letta come segno di sfiducia nella congiuntura macro è un chiaro segnale di quanto poco solida possa essere l’economia del vecchio continente, e quanta poca speranza si abbia nel crederla capace di resistere a politiche più aggressive senza cadere in una spirale di recessione.
Tutto questo porta la moneta unica a rimanere ancorata ai minimi di periodo di 1.0550-1.05 figura, e seppur il quadro tecnico sia meritevole di storni fino almeno alla mm21 periodo weekly posta in area 1.1080, le condizioni macroeconomiche e la forza schiacciante del dollaro lo impediscono, pertanto resta plausibile per il momento porre speranze per un respiro tecnico fino ai massimi della scorsa settimana di 1.0850.
Anche la BoE, la scorsa settimana ha dato le sue indicazioni di politica monetaria, alzando per la quarta volta consecutiva il costo del denaro, mostrando anche in questo caso la chiara volontà di combattere la corsa dei prezzi, che si proietta al picco del 10% secondo la Boe, la quale ha affermato che seppur non si entrerà in una recessione tecnica, il quadro macro economico potrebbe rimanere compromesso, e non sarà facile ripartire. Tuttavia un rallentamento economico, ci pare il minimo plausibile considerato gli anni di pandemia, i blocchi produttivi che ne sono derivati, la brexit, e per finire la guerra tra Russia ed Ucraina, che ha fatto schizzare i prezzi del comparto energetico.
Prospettive pesanti dunque per la sterlina che vede ancora posizionamenti netti corti da parte die big players, che passano a -73813 contratti short, rispetto ai -69621 della scorsa settimana, segnando cosi un nuovo record nel posizionamento corto dal 2019 ad oggi. Le ripercussioni sulla valuta sono state immediate e con un crollo di oltre il -2% la scorsa settimana, il cable mette a segno la terza consecutiva ottava in rosso, con una performance totale del -5.80% dai massimi di 1.3075. anche in questo caso respiri tecnici sembrano dovuti, ma la super forza del dollaro monopolizza ancora l’attenzione degli investitori, che non sembrano ancora stanchi di vendere sterline. tuttavia la possibilità di qualche breve storno ci sembra plausibile, anche per dare uno spessore al mercato , che potrebbe provare ritest della mm21 periodi daily in area 1.27, previo respiro del biglietto verde.
Stabioli infine le posizioni long sul dollaro americano, che vede i big players ancora netti lunghi con 33071 contratti, in linea con i precedenti 33879, il che da corpo ad una fase di consolidamento di dollar index sui massimi di 103.50-103.80. il trend del biglietto verde non sembra pertanto essersi esaurito, cautela nel ricercare occasioni di mean reverting sul dollaro americano, almeno fino a che i dati della congiuntura economica sembrano dar ragione a Powell e alla fiducia in un economia robusta. Le possiblità di vedere un mercato del lavoro più debole non è da escludere da qui ai prossimi mesi, e con lui anche la domanda potrebbe risentirne, ma la strategia è chiara: colpire la domanda per abbattere i prezz! Quindi allacciamo le cinture per i prossimi mesi sui mercati.
Come conueto oramai per la rubrica dedicata al posizionamento dei big players è doveroso dare uno sguardo anche agli indici che trovano forti riduzioni nel posizionamento dei big players sull’S6P, che passa da 122750 contratti netti lunghi a 52207, con una mega riduzione di ben 70543 contratti, segno che le parole di Powell e i timori di cosa potrà accadere alle aziende americane nei prossimi trimestri sta mettendo in guardia gli investitori che preferiscono liquidare posizioni e iniziare a rivedere il proprio posizionamento.
Stabili tutto sommato gli altri indici, che non vedono grandi scostamenti rispetto alla scorsa settimana, ma resta da segnalare il posizionamento sul vix che con 10496 contratti long, passa questa settimana i large speculators ad un posizionamento corto di soli 61729 contratti, segno che i timori aumentano.
Vedremo cosa accade la prossima settimana con i dati sull’inflazione usa e il PIL del regno unito, dati che sicuramente catalizzeranno l’attenzione dei grandi speculatori.
Buon Week End e buon trading
Salvatore Bilotta
T-NOTE 10 ANNI USA AL 3%... COSA SUCCEDE ORA?BUONGIORNO FOREX DEL 03.05.2022
Aumenta l’attesa per l’appuntamento con la Fed di mecoledi, i segnali di preoccupazione da parte degli investitori continuano ad aumentare, con le borse usa che ieri hanno registrato nuovi minimi di questo 2022 e i rendimenti del decennale americano che toccano il 3.00%, mentre il dollaro americano consolida sulle aree di massimo.
Resta invariata la tensione sui mercati, che non vedrà allentamenti fino alle dichiarazioni di Powell attese per mercoledì, con il rialzo tassi di 50Bp e un alleggerimento di bilancio atteso per 95mld $ /mese, composto da $60mld in treasury e $35 mld in titoli garantiti da ipoteca. A questo dobbiamo aggiungere le forti vendite che il Giappone, uno dei massimi detentori di debito USA sta costantemente effettuando sul mercato, anche a causa di un fortissimo costo di protezione dal rischio cambio considerando un usdjpy a 130.25
La FED è chiamata dunque a dare un forte segnale di lotta all’inflazione, e per mantenere salda la sua credibilità non potrà tenere un costo del denaro troppo basso per questo 2022, anno nel quale si stima un adeguamento al 2.25% come “idoneo “ a contrastare l’inflazione, mentre valori più bassi potrebbero essere visti come debolezza della FED e quindi dell’economia americana.
Presto ovviamente per fare proiezioni di cosi lungo respiro con un’economia globale tanto mutevole, limitiamoci a constatare i fatti e seguire i mercati, che al momento trovano vendite pesantissime nel comparto obbligazionario, facendo volare i rendimenti, portando il decennale usa al +3% il che sembra aver dato ulteriore fardello al comparto equity, che ha visto nuovi minimi per questo 2022 con il nasdaq che ha toccato quota 12712 pnt e S&p quota 4057pnt.
Rimaniamo con una view ribassita, ma attendiamo test delle aree di resistenza di 4237pnt per tentare ulteriori ingressi short, e 13330per il nasdaq, per avere un miglior rischio /rendimento.
Il dollar index non abbandona i massimi di periodo e resta ancorato alle aree di 103.80 massimo e 103 minimo, e crediamo plausibile un consolidamento in queste aree fino a mercoledì , mantenendo pertanto invariato anche il sentiment degli operatori retail che resta fermo all’81% corto.
Di riflesso tutto il mondo forex resta in una correlazione dollaro centrica che non permette ai cambi principali contro dollaro di prendere alcun tipo di direzionalità, mantenendo di fatto stabili tutti i posizionamenti del mondo retail con eurusd fermo ad un 80% long , usdjpy con un 77% short e cable con un 82% long.
Iper esposizioni ovviamente anche sulle oceaniche, sempre contro dollaro usa, con audusd che conferma un 85% long e nzdusd che conferma un 84% long dei retail, senza dare particolari indicazioni di contro trend.
Restano pertanto di maggiore interesse i cross come nzdcad, con un 93% long, e prezzi schiacciati sui minimi di 0.8260 , area che se dovesse mostrarsi in grado di reggere potrebbe decretare interessanti ripartenze rialziste.
Di nostra attenzione anche gbpcad, che dopo i fortissimi ribassi visti nel mese di aprile, sembra trovare supporto sulle aree di 1.6075, minimo di ieri, da quale eventuali allunghi sopra 1.62 figura potrebbero decretare la nascita di trend rialzisti, pronti ad allunghi fino 0.165 figura, ma il sentiment retail resta ancora molto spinto al 90% long, e sono ancora poche le ricerche di posizionamenti short, che decreteranno la fine del ribasso. Rimaniamo pertanto vigili sui mercati, e focalizziamoci sul mondo dei cross, che potrebbero in questa fase dare maggiori soddisfazioni ed occasioni rispetto al mondo delle majors.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
SUPER DOLLARO …CHE FARE?BUONGIORNO FOREX DEL 28.04.2022
Prosegue la fame di dollari americani, che torna al pari del marzo 2020 periodo di esplosione della pandemia, che ha spinto nel panico i mercati mondiali e dove gli operatori compravano solo e soltanto dollari.
Dollaro index oramai ha superato la soglia di 103 e ha sfiorato la resistenza di 103.80, livelli chiave che dobbiamo ricercare nel lontano 2017, mostrando un rally che potrebbe essersi spinto in eccessi ora meritevoli di respiri, che non sono da intendersi come inversioni di trend, in quanto fino all’appuntamento con la FED sarà difficile trovare debolezza di dollari, ma storni costruttivi, atti a dare struttura ad un mercato rialzista di dollari usa.
Tutte le majors si sono mosse in ovvia correlazione dollaro centrica con eurusd sui minimi del 2017 a 1.0450, che potrebbe essere area target per il momento, dove vedere respiri di biglietto verde e conseguenti storni di eurusd, ma la debolezza della moneta unica, spinta a ribasso dalla politica attendista della BCE dalle incertezze legate al conflitto in Ucraina, potrebbe vedere affondi fino ai minimi di 1.0350 livelli oltre i quali la parità non sarebbe più un tabù.
Anche gbpusd in forte ribasso, sia per i timori di una congiuntura macro in forte crisi con la BOE che ha effettuato già 3 rialzi tassi, un’inflazione che non accenna a calare, e la domanda che inizia a soffrire le scelte di una politica economica aggressiva, in aggiunta alla già richiamata forza del biglietto verde che ha spinto pertanto il cable ai minimi di 1.25 figura, portando il 90% dei traders retail a cercare occasioni di mean reverting, con acquisti che sono partiti da 1.35. anche in questo caso gli eccessi sono chiari e tentativi di accodarsi alla maggioranza dei trader long, potrebbe non essere cosi sbagliata, ma creando struture di trading, che ci proteggano in caso di ulteriori ribassi che potrebbero estendersi fino alle aree di 1.24 prima e 1.21 poi.
La forza del biglietto verde si evince in modo particolare contro lo yen, anche grazie all’intervento di stanotte della BOJ, che non solo ha lasciato invariato i tassi di interesse, ma ha anche confermato la volontà di contenere i tassi di interesse del debito sovrano entro lo 0.25%, procedendo ad acquisti illimitati di obbligazioni, e dando chiaro segnale di una politica iper accomodante, che va alla ricerca di un’inflazione che sembra appartenere esclusivamente al mondo occidentale, pertanto usdjpy vola alla soglia di 131.00 , proiettandosi verso i massimi di 135.25 con il 79% di traders retail in posizione contrarian short oramai da oltre 30 figure.
La forza del dollaro americano riflette timori chiari anche nel comparto equity, con gli indici americani che faticano a recuperare una struttura a massimi e minimi crescenti, rimanendo confinati in un trend discendente che al momento lascia poco spazio alle speranze di rivedere nuovi massimi, e che seppur supportati da discreti dati sugli earning delle maggiori aziende americane, sembra orami prezzare le prospettive future di un rallentamento economico che non da fiducia in rendimenti migliori degli attuali.
il nasdaq come l’S&P dopo aver raggiunto i minimi di questo 2022 sembrano voler prendere fiato, uno storno dovuto, dopo il pessimo mese di aprile che stanno mettendo a segno, preludio forse ad un’inversione di lungo periodo nelle prospettive degli investitori.
Attesi per oggi pomeriggio i dati del PIL usa relativo al 1°trimestre 2022 atteso ad un +1.1%, in netto rallentamento quindi rispetto al +2.3% del Q3 del 2021 e al +6.9% del Q4 del 2021, segnale che gli analisti non hanno rosse prospettive per questo 2022, che potrebbe veder reale declino nella congiuntura macro americana a partire dal Q2 di quest’anno anche a seguito delle politiche intraprese dalla FED.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
LE POLITICHE HAWKISH SPAVENTANO I MERCATIBUONGIORNO FOREX DEL 22.04.2022
Si mantiene alta la tensione sui mercati finanziari, ieri Powell ha confermato la volontà della FED di combattere la corsa dei prezzi, e la necessità di un rialzo tassi a maggio di 50bp, dando il via ad un processo di “ normalizzazione” delle politiche monetarie. La reazione del mercato non si è fatta attendere, il comparto equity ha chiuso la giornata con pesanti ribassi, andando a segnare i nuovi minimi per questa settimana, mostrandosi sotto attacco anche dal comparto obbligazionario, che nella sua continua caduta dei prezzi, trova rendimenti decennali non lontani dal 3%, che offrono sempre più allettante prospettiva per gli investitori in fuga dal mondo azionario.
La giornata di ieri si è caratterizzata anche da una rinnovata forza del biglietto verde, che sulla prospettiva di un rialzo tassi, ha ripreso la sua corsa a rialzo, dopo il breve, quanto necessario storno visto due giorni orsono. La forza schiacciante del biglietto verde ha riportato verso i minimi tutte le altre majors, dalle oceaniche, con un dollaro neozelandese debolissimo, fino alla sterlina e all’euro.
La sterlina, che vive una fase di profonda debolezza, continua a non godere del favore degli investitori, che trovano nella stretta monetaria della BOE e nell’altissima inflazione motivi più che validi per proiettare la congiuntura macro britannica tra le peggiori del G-20, creando quindi sfiducia nella valuta di riferimento.
Non va meglio per l’euro, che ieri ha visto un nuovo record nell’IPC annuale, che balza oltre il 7%, decretando la naturale reazione della valuta unica di profondo ribasso. Ricordiamo che un’alta inflazione genera di norma, come letteretura macroeconomica vuole, un deprezzamento della divisa di riferimento, ma in una fase storica in cui i tassi di interesse sono a zero o quasi, l’aspettativa di possibili interventi futuri da parte delle banche centrali volti ad un rialzo tassi, favorisce acquisti massicci da parte degli investitori che cercano di entrare sul mercato a prezzi ancora favorevoli.
Pertanto , mentre il dollaro americano , che vive si una fase di forte inflazione, gode di aspettative di rialzi tassi da parte della banca centrale, lo stesso non si puo dire per la moneta unica, sulla quale grava l’alta inflazione non contrastata da nessuna aspettativa di imminente rialzo tassi, generando pertanto la fisiologica svalutazione dell’Euro.
Il comparto valutario risponde in pieno alle dinamiche dell’ equity,con lo yen giapponese che finalmente respira dai minimi, in conseguenza delle forti perdite del mondo azionario, dando un timido segno di riequilibrio dalle forti condizioni di ipervenduto che avevamo visto nei giorni scorsi.
Dovremo necessariamente attendere gli sviluppi delle dinamiche intermarket , nelle quali il comparto equity sembra dettare il ritmo per eventuali ulteriori storni dello yen giapponese e allunghi del biglietto verde.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
IL CROLLO DELLO YEN , UN RALLY MERITEVOLE DI STORNI?IL CROLLO DELLO YEN
Prosegue la corsa a ribasso della valuta nipponica, che segnando nuovi record di ribassi consecutivi, raggiunge i 13 giorni consecutivi in rosso, come non succedeva da 50 anni.
La debolezza dello yen, non nasce ora purtroppo, ma un trend che prosegue dal 2021, e che in questi primi 4 mesi del 2022 non ha visto respiri degni di questo nome, portando lo yen giapponese a performare il -9.54% medio contro tutte le altre majors!
Performance questa che difficilmente si raggiunge per una valuta in un tempo cosi breve di soli 4 mesi.
Il distacco con le performance medie effettuate dalle altre majors rendono meglio l’idea della debolezza espresse e della volatilità con la quale si manifesta, soprattutto se consideriamo che la seconda valuta per debolezza da inizio anno ad oggi è l’euro, con un -2.52% medio.
Brilla ovviamente il dollaro americano, che segna un +3.11% medio da inizio anno ad oggi, mostrandosi valuta prediletta per questo 2022, sulle aspettative di una FED hawkish che dovrebbe dare il via al suo QT dalla prossima riunione di maggio.
L’estrema debolezza dello yen giapponese, porta a performance più che notevoli da inizio anno ad oggi sui cross come audjpy con un +13.06% , oramai al test di area di 95.00 figura, con un rally di salita che è partito dalle aree di 83.00: una corsa di 12 figure senza respiro.
Dobbiamo andare nel 2015 per trovare aree di resistenza che possano essere riconosciute come plausibili target , come 97.25 in primis e 102.50 poi.
Il mercato sta pesantemente punendo i traders retail che al momento hanno scelto la strada del mean reverting, che al momento sono l’85% delle posizioni. Il mercato dovrà tuttavia respirare, e anche solo prese di profitto tecniche potrebbero portare ad interessanti storni, ma la cautela in questi casi non è mai troppa.
Interessanti ovviamente tutti i cross con lo yen, ma in ordine di performance, poniamo attenzione a cadjpy che segna un +11.79% da inizio anno, e anche qui in un rally senza fiato, siamo oltre le ultime resistenza chiave poste a 100.75, proiettandoci oramai verso i massimi di 106.50, con grande sofferenza ancora del 93% dei traders al dettaglio, che sono in posizione contraria dai livelli di 85.00 figura e mantengono un pmc corto a 95.00. sarà probabilmente una ottima occasione, ma il grande insacco avvenuto fino ad ora, insegna che la prodenza on è mai troppa nella ricerca del mean reverting.
buon trading
Salvatore Bilotta
I MERCATI PREMIANO LE COMMODITIESBUONGIORNO FOREX DEL 19.04.2022
Si riparte sui mercati dopo le festività pasquali, ma il quadro macro e tecnico sembra non essersi modificato in modo significativo. I mercati continuano a premiare il comparto commodities , con il Ngas in primis che nella giornata di ieri ha toccato gli 8$ , ma seguono il wti che resiste sopra i 100$ , con un rally di 5 giorni consecutivi di rialzi e staziona attualmente a 108$ al barile . Fanno bene anche i metalli preziosi come il gold che dopo un test nella giornata di ieri dei 2000$ ,sembra aver trovato un ottimo supporto sui 1975$/oc.
Giornate di attesa per il comparto equity, che guarda già alla prossima riunione FED in attesa di scoprire tempi e ritmi del QT, e in questa attesa gli operatori sembrano voler dare vita ad un trend nettamente discendente con massimi e minimi decrescenti, e una struttura a mm ribassiste, che ha portato il nasdaq a toccare i 13700 pnt , l’S&P i 4350 pnt. Più stabile il dax che regge la flag partita dai minimi di 13900 del 12 aprime e che ora sostiene i prezzi in una discreta sequenza di minimi superiori, che se breccata a ribasso porterebbe i prezzi nuovamente sui minimi di periodo a 13900 pnt.
Il valutario vede ancora una buona forza di dollaro americano, che ha toccato 101, prima di dare vita a qualche storno ribassista, riflettendosi sulle dinamiche di tutte le majors, che si sono trovate schiacciate sui minimi di periodo.
Eurusd, a ridosso di 1.0775 vede l’83% dei traders retail in posizione long, alla ricerca di un respiro della moneta unica, che dopo la deludente riunione della BCE sembra fare ancora fatica a trovare motivazioni per strutturali respiri rialzisti.
Anche gbpusd ristagna a 1.30 figura, in una struttura grafica molto simile a eurusd, grazie alla fase di dollaro centrismo del mercato, e anche qui l’85% dei traders retail è in posizione long.
Interessante la caduta senza fine dello yen giapponese, che con un mega rally ribassista mantiene in forte sofferenza i traders che vanno alla ricerca di uno storno, con usdjpy a 128.25 di massimo e il 79% dei traders al dettaglio ancora in posizione contrarian short.
Rally rialzista infinito dunque per i cross yen, che vedono chiari eccessi nei sentiment retail senza trovare ancora un respiro degno di questo nome, usdjpy dopo aver rotto i massimi di 127, trova possibili successive aree di resistenza a 135.00 figura, ancora chfjpy è tornato sui massimi di 135.60 e trova le prossime aree di resistenza a 139.00 figura, infine cadjpy con un 93% dei traders in posizione short, dopo aver nuovamente rotto a rialzo le ultime resistenza a 101 figura, trova livelli tecnici interessanti non prima di 106.50.
Tanta strada ancora da poter percorrere dunque, attenzione al posizionamento contrarian, che in una fase del mercato cosi ricca di rally unidirezionali può creare non pochi disagi a chi opera sui mercati.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
I MERCATI HANNO PAURA DEI FALCHIBUONGIORNO FOREX DEL 22.03.2022
Sembra calare la volatilità in questo avvio di settimana, complice anche un calendario macroeconomico scarno, che suggerisce poco agli investitori. A fare da market driver ieri le parole di Powell che ancora una volta si è dimostrato pronto, almeno nella dialettica, a politiche economiche più aggressive, là dove le condizioni lo dovessero richiedere.
L’obbiettivo numero uno della banca centrale americana resta la lotta all’inflazione, che oramai è chiaramente oltre i le soglie limiti e che desta non poche preoccupazioni, ciò non ostante la Fed ha rialzato i tassi di interesse nell’ultima riunione del 16 Marzo di soli 25BP, ma come ha ribadito ieri sera Powell, è pronta ad incrementi anche di 50Bp nelle prossime riunioni se le condizioni dovessero richiederlo, anche grazie alla fiducia nella congiuntura macro economica del paese, che a dire di Powell è bel lontana dal temere recessioni.
Molti operatori stanno ponendo la loro attenzione al comparto obbligazionario e ad un appiattimento della curva dei rendimenti tra 2, 10 e 30 anni, segno spesso di prossime fasi di contrazione dell’economia, ma ieri Powell ha chiaramente detto che è si un indicatore questo seguito dalla Fed, ma di maggiore attenzione è la curva di brevissimo , ovvero i rendimenti del 3 mesi e 18 mesi, quindi in orizzonti temporali entro il 2 anni, che al momento non danno il minimo segno di flessione.
Per il capo della Fed dunque non c’è da preoccuparsi, l’economia è robusta e può sopportare una politica più restrittiva senza timori di recessioni o stagflazioni, e questa sua ferma convinzione ha dato credito a possibili future scelte da Falco da parte della Fed intimorendo i mercati, che nella giornata di ieri hanno rapidamente testato i minimi di venerdi, per poi chiudere leggermente sotto la parità.
Ovvia la risposta del dollaro americano, che ha immediatamente preso forza in un rally che lo riporta verso i massimi di periodo a 99.00 pronto ad espansioni fino 99.20.
Ma se in America si respira aria di ottimismo e sono pronti ad una lotta all’inflazione, nel vecchio continente è tutt’altra la storia che si racconta, ieri la Lagarde ha affermato che Europa ed America sono attualmente due universi diversi, che vivono condizioni macroeconomiche diverse e pertanto inutile aspettarsi da parte della BCE degli allineamenti alla politca della FED.
Indubbiamente anche il contesto geo politico europeo non può che confermare quanto detto dalla Lagarde, considerando ancora che la guerra in Ucraina sembra ben lontana da una risoluzione, il che spinge ancora una volta il comparto energy a rialzo con il petrolio che torna prepotentemente sopra i 110$ al barile, andando a toccare 113.35$ stamattina.
Il gold resta fermo nelle aree sottostanti i 1950$/oc, ancora intrappolato in un trading range che lascia poco spazio alla direzionalità e al trading di posizione.
Il valutario si adegua rapidamente alle parole di Powell e alla rinnovata forza del dollaro, spingendo il sentiment retail ad un 68% short sul biglietto verde, e con lui, tutte le majors a ribasso con ovvia reazione di mean reverting per la maggioranza dei traders al detaglio che sono ora long al 77% su eurusd e all’81% su gbpusd.
Ancora forte il sentiment long sullo yen che vede oggi il 93% dei traders retail long , portando sia usdjpy ad eccessi con un 94% dei traders short, oramai intrappolati nell’ampio rally rialzista che vede usdjpy a 120.50, area target piu volte richiamata in queste righe e che ora potrebbe estendersi ulteriormente fino 121.75 in primis e 124.0 figura poi.
Continuano tutti i rally contro lo yen giapponese, con gbpjpy che vede i retail al 86% short e prezzi giunti finalmente anche qui alle aree target di 158. Figura -158.25 area di triplo massimo che se rotta a rialzo aprirebbe la strada verso nuovi massimi da ricercare nel lontano 2009.
Restano pertanto da monitorare tutti i cross yen che vedono persistenti eccessi nel sentiment retail, ed ovviamente il dollaro americano che potrebbe dare ancopra allunghi rialzisti contro le majors.
Seguiremo oggi l’appuntamento con le dichiarazioni della Lagarde, che come ieri Powell, potrebbe riservare sorprese per noi operatori.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta