Crisi Iran-USA: mercati in allerta e tensioni globaliESCALATION MILITARE?
L’America è ufficialmente entrata in guerra con l’Iran. Durante il fine settimana, gli Stati Uniti hanno bombardato tre siti nucleari iraniani, utilizzando le ormai note bombe “bunker buster”, ordigni progettati per penetrare bersagli nascosti in profondità nel sottosuolo, come i bunker militari.
Dopo l’attacco, Trump ha dichiarato di volere la pace, ma solo a condizione che l’Iran accetti la resa. In risposta, il nuovo capo dei Pasdaran iraniani ha affermato che le operazioni contro Israele proseguiranno senza sosta.
Nel frattempo, l’Iran, attraverso i suoi portavoce, ha fatto sapere che quanto accaduto “avrà conseguenze eterne”.
La Cina ha condannato l'attacco americano, sottolineando che gli impianti colpiti erano sotto la supervisione dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Secondo Pechino, l’azione degli Stati Uniti viola gravemente i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, aggravando le tensioni in Medio Oriente.
Il governo cinese ha inoltre invitato tutte le parti in conflitto, in particolare Israele, a cessare il fuoco il prima possibile, a garantire la sicurezza dei civili e ad avviare un dialogo costruttivo.
Anche Mosca ha espresso forte preoccupazione, affermando che gli attacchi rappresentano un durissimo colpo alla credibilità del Trattato di non proliferazione nucleare e al sistema di verifica dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.
Infine, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato che Trump era stato eletto con la promessa di porre fine alle guerre degli Stati Uniti nel mondo, ma ha finito per tradire i suoi elettori.
MERCATI
In un contesto così delicato, ci sembra poco logico soffermarci, come di consueto, sui dati economici o sulle questioni ancora aperte, come il piano fiscale USA o i dazi, la cui proroga al 10% scadrà entro 15-20 giorni.
Quel che sta accadendo è troppo rilevante per non essere commentato. Quali saranno, al di là degli aspetti militari, le conseguenze sui mercati?
Una delle prime preoccupazioni riguarda le possibili reazioni dell’Iran, che minaccia la chiusura dello stretto di Hormuz, da cui transita circa il 20% del petrolio e gas mondiale. Se ciò accadesse, cosa succederebbe al prezzo del petrolio?
Alcuni analisti si sono spinti a ipotizzare un barile a 200 dollari. Un simile scenario avrebbe effetti devastanti sull’inflazione in Occidente.
Storicamente, l’inflazione era considerata una variabile dipendente dai cicli di politica monetaria. Tuttavia, la storia recente ha mostrato che anche fattori esogeni possono influenzarla. I dati dell’Università del Michigan indicano aspettative d’inflazione negli USA oltre il 4,5% a uno e cinque anni.
Questo significa che l’inflazione, inclusa quella energetica, tornerà a salire, trascinando con sé anche l’inflazione “core”, che non era ancora stata completamente domata.
In un contesto in cui si è eretto un muro a est e si guarda solo a ovest, l’Europa dovrebbe interrogarsi su quali contromisure siano state adottate per evitare una nuova ondata inflattiva, come quella post-Covid importata dagli Stati Uniti.
La manifattura europea, motore dell’export, ha il suo centro in Germania, ancora in fase di ripresa.
Tra gli asset da monitorare, oltre al petrolio, sarà interessante osservare l’andamento di oro, dollaro ed equity. I bond restano alla finestra, con la speranza che le banche centrali non siano costrette a rialzare nuovamente i tassi a causa della crisi mediorientale.
L’oro potrebbe toccare nuovi massimi, mentre il dollaro, grazie al suo status di valuta rifugio, potrebbe rafforzarsi contro le principali valute. Questo potrebbe temporaneamente invertire la consueta correlazione inversa tra oro e dollaro.
Venerdì, l’S&P 500 ha perso lo 0,2%, segnando la terza perdita consecutiva. Il Nasdaq è sceso dello 0,5%, mentre il Dow Jones ha guadagnato 35 punti. Tuttavia, gli investitori erano ancora ignari dell’intervento USA in Iran e speravano in tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, alla luce dei dati macroeconomici negativi.
Ora, dopo quanto accaduto, aumentano i timori di un’apertura in gap ribassista domattina, generando disagio tra gli operatori.
Sui mercati obbligazionari, molto dipenderà dalle aspettative sui tassi, che a loro volta saranno influenzate non solo dai dati macro, ma soprattutto dalle risposte iraniane, che non tarderanno ad arrivare.
Ci apprestiamo a vivere una settimana di passione, senza dimenticare le altre questioni ancora aperte. Trump sembra stretto in una morsa. Cosa farà ora?
Saverio Berlinzani
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Mercato forex
GBP in bilico: rischio o occasione?ANALISI MACROECONOMICA
Per quanto riguarda l’articolo di questo inizio settimana, e partendo dall’analisi macroeconomica, andiamo inizialmente a vedere un’analisi delle forza valute. Questa settimana troviamo al top EUR e USD, neutri GBP e CAD, abbastanza deboli JPY, AUD e NZD. JPY rimane abbastanza sornione su sviluppi che parlano di de escalation negli ultimi giorni, dunque diminuisce il sentiment di panico da parte degli investitori. USD assume un ruolo centrale nelle trattative sul fronte Israele - Iran e torna a rinforzarsi, alla pari di EUR che viene venduto nelle ultime sedute per preferire il peso strategico del dollaro americano.
CAD debole anche se il petrolio spinge. Dati tutto tranne che esaltanti, Macklem sempre dovish ed il gioco è fatto. GBP post cash rate e news di questa settimana si ritrova indebolito ma nulla di preoccupante. AUD e NZD soffrono tantissimo questa fase di transizione di mercato con gli scambi rallentati e equilibri geopolitici in mutamento.
Per quanto riguarda le materie prime, tiene banco soprattutto la possibile escalation della guerra tra Iran e Israele. Abbiamo potuto notare come il petrolio si sia apprezzato notevolmente nel giro di 10 giorni, e di come le più grosse banche abbiano stimato che il petrolio possa arrivare nuovamente sopra i 150/200$ a barile. Questo sicuramente porterebbe conseguenze decisamente gravi a livello mondiale, in quanto ci sarebbe nuovamente un’inflazione alle stelle che potrebbe portare ad un deciso aumento dei costi delle materie prime, oltre al prezzo del gasolio che potrebbe andare oltre i 2€ a litro. La conseguenza sarebbe un totale blocco a livello economico ed un possibile aumento della povertà.
In settimana la Federal Reserve ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse nel range del 4,25%-4.50% come ampiamente previsto dal mercato. Inoltre nel comunicato ufficiale del 18 Giugno i punti chiave sono quelli di una economia attualmente positiva che si espande in modo solido, disoccupazione bassa con condizioni del mercato che sono state definite solide, ma l’inflazione resta tutt’ora elevata ma la Fed ha dichiarato di mantenere l’obiettovo al 2%.
Inoltre il comitato ha affermato che l’incertezza è diminuita ma resta tutt’ora su livelli alti. In conclusione la Fed ha dichiarato che i tagli dei tassi arriveranno, ma saranno graduali e prudenti. La priorità sarà quella di evitare un allentamento prematuro che possa in qualche modo riaccendere le pressioni inflazionistiche.
Il Fondo Monetario Internazionale invece ha lanciato l’allarme soprattutto nei confronti dell’Eurozona. Difatti questa potrebbe scivolare verso una stagnazione economica se non ci sarà alcuna azione al rallentamento della crescita, la debolezza degli investimento e le tensioni geopolitche. I dati rilevano come ci sia una crescita ferma allo 0.8% nonostante ci sia una bassa disoccupazione ed un’inflazione che viene tenuta sotto controllo. Motivo per cui l’FMI chiede all’Europa una spinta decisa per poter in qualche modo rilanciare la produttività.
Questa si tratta di un’analisi a puro scopo informativo e non rappresenta alcun consiglio finanziario. Ogni trader deve effettuare le proprie ricerche ed analisi di mercato. Inoltre è bene ricordare che fare trading su CFD può comportare la perdita di denaro, quindi è bene valutarne il rischio.
ANALISI TECNICA
Per quanto riguarda l’analisi tecnica, questa settimana andremo a vedere l’attuale situazione su GBPUSD. Da un punto di vista del timeframe giornaliero, possiamo notare come ci sia un trend nettamente rialzista in questo momento, anche a causa della debolezza del dollaro americano. Gli operatori sembrano aver accettato di buon gusto il prezzo di 1.35000, ma non si esclude che questo possa anche rifiatare. Nella giornata di martedi abbiamo avuto un forte impulso ribassista che ha portato la coppia valutaria da un prezzo di 1.35800 fino a 1.34200, chiudendo con un’accettazione al di sotto della zona che ha portato all’ultimo massimo. Una zona di interesse potrebbe essere la demand intorno a 1.33000 ma senza dubbio dobbiamo prima avere le giuste conferme. Altrimenti potremmo vedere il prezzo anche puntare nuovamente ai nuovi massimi.
Se andiamo a vedere con il VWAP possiamo notare come la zona di possibile reazione nel caso in cui il prezzo continui a scendere, si trovi sulla zona di 1.33000/1.33200. Inoltre il prezzo è perfettamente rientrato dopo aver sbilanciato la banda superiore (banda rossa nel grafico) e al momento si trova in perfetto equilibrio.
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TRUMP ATTACCA L'IRANLa notte tra il 21 e il 22 giugno 2025, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo contro tre siti nucleari in Iran: Fordow, Natanz e Isfahan.
Gli attacchi sono stati effettuati con bombe bunker-buster e missili Tomahawk, distruggendo in modo significativo le infrastrutture nucleari iraniane.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato che l’operazione è stata un “successo militare spettacolare”, con l’obiettivo di impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari.
Le forze iraniane hanno risposto con una dichiarazione di forte condanna, accusando gli Stati Uniti di aver violato il diritto internazionale e di aver causato danni irreversibili.
Teheran ha fatto sapere di "riservarsi tutte le opzioni" per difendersi e contrattaccare, ma al momento non sono stati forniti dettagli su come reagiranno.
Attenzione ai potenziali CLIMAX di apertura dei mercati di questa sera.
--Chart di Capital.Com--
RIASSUNTO DELLA SETTIMANA 16-20 giugnoRiassunto della settimana 16-20 giugno:
- LA BOJ mantiene i tassi d'interesse allo 0,5%
- La fiducia dell'indice ZEW sale a 35, i massimi del 2024
- Le vendite al dettaglio USA calano più delle aspettative, -0.9% su base mensile
- L'inflazione UK scende al 3,4%, dal 3,5% precedente
- L'inflazione Euro scende all'1,9%, dal 2,2% precedente
- La FED mantiene i tassi invariati al 4,5%
- La BNS taglia i tassi di 25 punti base
- La Bank of England mantiene i tassi al 4,25%
Andamento delle valute:
- USD è stata la top perfomer della settimana
- JPY è stata la valuta più debole della settimana
--Chart di Capital.Com--
#AN009: USA attaccano IRAN, cosa succederà?
Il 22 giugno 2025 gli Stati Uniti hanno lanciato raid aerei su tre siti nucleari iraniani (Fordow, Natanz, Isfahan), impiegando bombe bunker‑buster e missili Tomahawk, alcuni sganciati da bombardieri stealth B‑2
Il Presidente Trump ha dichiarato che gli impianti sono stati “completamente e totalmente obliterati”
📈 Tensioni e contesto geopolitico
Tehran ha risposto con missile mirati verso Israele e ha promesso “risposte dure”
L’ONU e figure chiave come Guterres e Medvedev hanno definito l’azione come escalation pericolosa con il rischio di un nuovo conflitto su scala regionale .
Israele ha supportato gli attacchi, mentre l’Iran ha convocato il Consiglio di Sicurezza ONU per condannare l’aggressione.
💥 Impatto sui mercati
⚡ Settore energetico
Prezzo del petrolio scatto verso i 90–100 $ al barile per timori su flussi dall’Iran e potenziali chiusure dello Stretto di Hormuz .
Gli investitori hanno reagito con un movimento verso asset rifugio come Dollaro, Oro e Treasuries.
📊 Azionario e settori sensibili
Inizia su un tono incerto: futures S&P500 e Nasdaq “volatile open”, con penalizzazioni su travel e tech, e rialzi su energia e difesa.
Mercati del Golfo aperti in lieve rialzo (Saudi, Qatar, Bahrain, Kuwait), grazie all’attenuazione delle vendite iniziali .
🌍 Impatto economico globale
Blandessmenti da Banca Mondiale, IMF e OCSE prevedono un rallentamento economico dovuto a shock energetici e aumento delle tensioni globali.
📌 Scenario valutario e Forex
USD ha guadagnato terreno come attivo rifugio, beneficiando dei flussi Sicurezza .
Coppie commodity-linked, come AUD/USD, NZD/USD e CAD/USD, subiranno pressioni a causa del petrolio in rally.
Potenziale aumento della volatilità su EUR/USD e GBP/USD: ruotano verso safe haven e rischio politico USA/Cina.
📣 A cosa prestare attenzione
Candlestick daily e H4 in EUR/USD e GBP/USD per capire se il supporto regge sotto stress geopolitico.
Indicatori di volatilità (VIX | MOVE) in rialzo, utile calibrare la size e preferire trade strutturati.
Nei prossimi giorni sarà fondamentale monitorare:
Reuters/Bloomberg per aggiornamenti su eventuali sanzioni o ritorsioni pubbliche.
ASEAN e Asia per reazioni regionali sulle forniture energetiche.
Banche centrali su aspettative inflative dovute a petrolio alto.
💡 Conclusioni – Impatto mercato e Forex
Questa azione militare rappresenta uno shock geopolitico classico: rialzo del dollaro e asset difensivi, pressione sul petrolio e volatilità elevata su borse e cambio. A differenza degli attacchi israeliani, l’ingresso diretto degli USA aumenta il grado di incertezza macro.
Per trader Forex:
USD Index: potenziale rimbalzo all’interno del canale di trend bullish
Coppie con commodity: attivare strategie su breakout livelli chiave (es. AUD/USD, CAD/USD)
FX anti‑USD (EUR, GBP, JPY): sotto pressione e da usare in range rebound.
Per il comparto equity:
Rotazione verso settori difensivi, difesa, energia.
Possibile ingresso su bond governativi come copertura alta inflazione/politica.
Nel complesso, l’impatto è chiaro: aumento rischio geopolitico → volatilità elevata → shift verso USD/asset rifugio → penalizzazione asset sensibili.
Eur/Nzd: F.T.W. su base a 1,8900Se queste mie analisi ti sono utili ti prego di mettere un LIKE/BOOST all'articolo e seguire questo profilo.
Questo mi permetterà di continuare a fare questo lavoro gratuito.
Il cross EUR/NZD ha appena completato e convalidato una struttura tecnica di tipo F.T.W. sul time frame settimanale, mostrando una reazione pulita e decisa sul pavimento chiave di 1,8900.
Un segnale che merita attenzione.
La zona è stata difesa con decisione dai compratori, generando un pattern che – secondo il mio approccio – può rappresentare la continuazione di una fase long interessante.
Nei prossimi giorni monitorerò il cross con grande attenzione per valutare ingressi long in ottica multiday, solo in caso di conferme solide su TF inferiori ( daily-6H-4H)
🎯 Primo target tecnico:
L’area di 1,9700, che coincide non solo con una resistenza tecnica ma anche con il 211,80% di estensione Fibonacci della struttura FTW individuata sul weekly.
Successivamente abbiamo anche area 1,9900 ( 261,80% ), livello ambizioso ma coerente con la profondità del movimento atteso.
📉 Invalida tutto sotto 1,8800:
Un ritorno sotto questo livello andrebbe a compromettere l’intera struttura, invalidando la mia attuale lettura long e riportando il cross in una zona di rischio elevato.
🌍 Focus Macro: Eurozona vs. Nuova Zelanda – Chi guida davvero?
Mentre l’analisi tecnica ci offre uno spunto concreto, è fondamentale contestualizzare anche dal lato macro.
Tassi d’interesse: attualmente, la BCE ha abbassato da poco il costo del denaro portandolo al 2,15% mentre la RBNZ ha abbassato i tassi portandoli a 3,25% lo scorso 28 maggio.
Questo crea un differenziale di tasso sfavorevole per posizioni long su EUR/NZD, rendendo il costo del mantenimento di una posizione long più pesante sul piano swap/rollover.
Si deve quindi cercare di operare nel breve termine ( massimo qualche giorno ) per evitare troppa erosione di capitale sul possibile profitto del trade.
Per oggi è tutto, un caro saluto e… buon TRADING SIMPLE!
Ci stiamo allontanando dalla zona di pericolo su USD/JPYQualche settimana fa avevo fatto un analisi su Dollaro/Yen parlando dei rischi derivanti dall'avvicinarsi alla zona nevralgica dei 140$, che a mio avviso rappresenta un supporto di grande importanza per lo strumento.
Con la linea orizzontale bianca potete vedere come negli ultimi 2 anni abbia fatto in più di un occasione da argine, con successo, alle discese dello strumento.
Da inizio 2025 era in atto una sequenza di candele ribassiste consecutive fino ad avvicinarsi al livello di 140 $ verso fine Aprile, prima di avere l'ennesima respinta e fare un minimo più alto successivamente (appena dopo l'ultima analisi fatta sullo strumento); se uniamo una trendline da inizio Gennaio fino ad oggi (linea bianca diagonale), possiamo notare come potrebbe aver fatto un breakout e lasciar presagire una voglia di ripartire.
Quindi Long? Mmm, tecnicamente non sono amante delle trendline come strumento per fare trading, in quanto non le ritengo estremamente oggettive ed efficaci, tuttavia il fatto che non ci sia stato un nuovo minimo, anzi probabilmente un minimo più alto è un grande punto a favore dei long; tuttavia, per mio modo d'operare, preferirei avere qualche conferma in più, ossia la rottura di quel 148,5$ che creerebbe le premesse per un 1,2,3 di Ross.
Qualora ci fosse la rottura di punto 2 a 148,5$ si potrebbe valutare un long che avrà una stop sotto 140$, un primo target a 151$, per poi proseguire verso 158$, fino a giungere ai massimi in area 161$.
Inutile dire che una discesa sotto 140$ senza aver rotto i 148,5$ invaliderebbe tutto.
Qualche scarico su Euro/DollaroQualche lieve scarico questa settimana dopo la prova di forza della scorsa settimana.
Lunedì siamo partiti con un nuovo test dei massimi della scorsa settimana, ci siamo fermati sugli 1,1615 per poi iniziare a ripiegare ed effettuare qualche salutare scarico fino a Giovedì in area 1,145, prima di un lieve recupero per poi chiudere la settimana intorno ad 1,15 (momento in cui sto scrivendo).
Teniamo presente che il movimento avuto negli ultimi 6 mesi (10,43%, mentre 11% ed oltre da inizio anno) è decisamente importante per una valuta come questa e qualche lieve ritracciamento può solo essere salutare, ed un ottima occasione per tentare un ingresso long in ottica di breve.
Viste le premesse e visto il range di questa settimana, prendo il timeframe 1H per fare analisi:
- La dashboard mostra entrambe le valute forti con un euro maggiormente carico nei timeframe di breve/medio
- L'oscillatore in basso mostra, coerentemente con gli ultimi giorni, un uscita dall'ipercomprato ed un tentativo di scarico del cambio
- A livello volumetrico abbiamo: Una prima area di supporto in zona 1,15 ed una seconda verso i 1,145; al contrario al rialzo abbiamo due resistenze in area 1,157 prima ed 1,161 poi.
N.B. Visto il ristretto range settimanale ho deciso di fare un analisi su timeframe 1H per un precisione più capillare dei livelli, va da sè che essendo basso il timeframe, anche l'operatività sarà più celere.
A livello personale, vista la forza del trend, continuo a prediligere un operatività long, sui livelli menzionati, magari con pattern a conferma.
Buon weekend.