Divergenza shortDBC mercato delle commodity che potrebbe prendere una pausa dopo una super corsa al rialzo dovuta all'inflazione ed accentuata dalla guerra.Shortdi Nod1lAggiornato 0
LA FINE DEL SUPERCICLO DELLE MATERIE PRIME. E' POSSIBILE?Buongiorno ragazzi, stamani voglio condividervi un'idea riguardante il destino che potrebbero avere le materie prime nel medio periodo, prestando particolare attenzione all'inflazione, tassi di interesse e forza/debolezza del dollaro USA. IL BOOM DELLE COMMODITIES Siamo da aprile del 2020 godendoci il boom delle commodities. Per riassumervi questo loro comportamento, vi ho condiviso come asset l'Invesco DB Commodity Index, che non è altro che un indice che racchiude in sè, in percentuali diverse, le materie prime più conosciute. Vediamo come il prezzo è salito in maniera parabolica, segnando un rialzo dall'inizio del suo impulso ad oggi di quasi l'80%. Il rialzo di tutte le materie prime è scaturito da diversi fattori che, uno ad uno, ho sempre descritto in tutte le mie idee (per maggior chiarezza, vi consiglio di leggerle) : 1) Per il rapporto domanda/offerta, in quanto la ripresa economica è stata accompagnata da un boom di richieste da parte di tutti i Paesi mondiali: pensiamo alla Cina e a tutte le sue importazioni di materie agricole come, prime fra tutte, il mais; pensiamo alla transizione energetica che ha portato ad un'eccessiva domanda di materiali come rame e argento; pensiamo ai progetti infrastrutturali e alla conseguente richiesta di legname, alluminio e lo stesso rame; da non dimenticare l'industria automobilistica e ai connessi palladio e platino e, ancora una volta, rame. Insomma, vi ho citato solo alcuni esempi, in cui avrete sicuramente notato quanto di spicco sia stato il rame, la cui natura gli permette di essere utilizzato nei più svariati settori: non è un caso infatti che esso sia stato una delle migliori materie prime dalla metà del 2020. Non dimentichiamoci del (non meno importante) petrolio e delle scelte che l'Opec, strategicamente, ha attuato, in modo che il sottostante aumentasse il suo valore dopo i numerosi tagli all'offerta che ci ha accompagnato fino a poco tempo fa. 2) La debolezza del dollaro statunitense: dal momento che la stra gran maggioranza di materie prime sono scambiate in dollari, un dollaro più debole attira investimenti da parte di detentori di altre valute 3) Speculazione, che nel mercato c'è sempre stata, c'è e ci sarà. LA CORRELAZIONE TRA INFLAZIONE E TASSI DI INTERESSE E' da diverso tempo che ormai si parla continuamente di inflazione e di tassi di interesse. Ci troviamo in un periodo in cui la FED mantiene essi prossimi allo zero; l'obiettivo di questa azione è quello di favorire la crescita economica, perchè quando i tassi di interesse sono prossimi allo zero (o comunque bassi) le aziende sono più motivate a richiedere dei prestiti per i più svariati motivi; questo significa "più moneta circolante" e si sa che, più circola una moneta, più l'economica ha la possibilità di riprendersi. I tassi di interesse non sono utilizzati dalle banche centrali mondiali solo per favorire l'economica, ma anche per controllare l'inflazione: riagganciandoci al concetto precedente di "moneta circolante", più essa circola nei mercati e nell'economica di un Paese, più essa genera inflazione (ossia l'aumento dei costi dei beni); e qual'è il modo per combattere l'inflazione? I tassi di interesse! Alzando i tassi di interesse, le aziende non saranno più "incentivate" a richiedere prestiti e come conseguenza la moneta che era circolante inizia a ritirarsi. L'INFLAZIONE INDOTTA DALLE MATERIE PRIME Voglio precisare che l'inflazione non è soltanto indotta dai bassi tassi di interesse, ma anche da un'altra serie di fattori tra i quali rientrano anche i prezzi delle materie prime. Il motivo? Se ad esempio il prezzo del petrolio aumenta, è chiaro che i trasporti costeranno di più e, di conseguenza, anche ciò che i rifornitori trasportano aumenterà di prezzo, in maniera tale che il rifornitore stesso (anche di materie prime, per dire) possa guadagnare comunque nonostante il carburante per i trasporti sia aumentato di prezzo; pensiamo al rame o all'alluminio: se il loro prezzo è molto alto e se le infrastrutture costruite richiedono grandi quantità di queste ultime due, allora è chiaro che il prezzo delle infrastrutture stesse aumenterà, in maniera tale che l'ipotetica impresa costruttrice vada comunque a guadagnare lo stesso tanto, facendo quindi in modo che il rialzo dei prezzi di rame e alluminio non sortiscano effetto nei guadagni. Se il mais aumenta, è chiaro che anche il pane sarà poi venduto ad un prezzo più alto; ci sono tantissimi esempi, ve ne ho riportato solo alcuni di facile comprensione. IL PROBLEMA DELL'INFLAZIONE Nei mercati finanziari sta prendendo sempre più piede la parola "inflazione", che spaventa a tanti. Dopo la crisi dovuta al coronavirus, tutte le banche centrali hanno attuato le famose "politiche monetarie" volte a stimolare l'economica. La grande dose di denaro immessa nei mercati (non solo dalle banche centrali, ma anche dai governi) ha sostenuto il rialzo, facendo segnare ai più conosciuti S&P 500 e Nasdaq massimi storici su massimi storici. L'obiettivo della Federal Reserve (banca centrale USA) era quello di stimolare l'occupazione, cercando di eliminare il più possibile la disoccupazione. Fin'ora gli obiettivi sono stati rispettati, tant'è che questi due dati macroeconomici incrementano di mese in mese. Ritornando al paragrafo precedente, era abbastanza scontato che la gran mole di denaro in circolo presente generasse inflazione, e ciò è proprio il problema; come ho già detto, uno degli obiettivi di una banca centrale è quello di controllare l'inflazione, facendo in modo che essa oscilli in un range del 2%. L'ultimo dato ha invece mostrato che essa si attesta al 4.2% annuo rispetto allo scorso anno, valore più alto dal 2008. Questo ha allarmato tutti, ma non la FED, che sostiene che questa sia soltanto transitoria. A Powell, presidente della FED, sembra si siano quasi opposti altri colleghi quali il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan e Patrick Harker, capo della Fed di Philadelphia; essi richiedono al FED di considerare un tapering, ossia una diminuzione di quantità di denaro immessa dai mercati, in maniera tale da evitare che l'inflazione possa diventare incontrollabile. Questo potrebbe essere un primo passo verso l'aumento dei tassi di interesse (essi verranno aumentati solo quando l'economica si sarà ripresa in maniera stabile e i livelli di occupazione saranno soddisfacenti); RAPPORTO TRA TASSI DI INTERESSE, DOLLARO E MATERIE PRIME Se la Fed aumentasse i tassi di interesse, ciò andrebbe a rinforzare il dollaro, e questo accadrebbe perchè il dollaro, con un tasso di interesse più alto, avrebbe anche un rendimento più alto. Nei 3 punti toccati riguardo al boom delle materie prime, ho considerato il fatto che esse fossero salite anche grazie, chiaramente, ad un dollaro molto debole. La domanda ora è: se i tassi effettivamente aumentassero, potremmo comunque assistere ad un superciclo delle materie prime? Basteranno soltanto la speculazione e la dinamica di domanda/offerta per continuare a goderci questo splendido momento? Per il momento stiamo tranquilli perchè la FED dovrebbe modificarli tra la fine del 2023 e il 2024. Tuttavia, vi consiglio di studiarvi la storia delle banche centrali: potrebbe non essere la prima volta che una banca centrale non riesca più a controllare l'inflazione e, di conseguenza, si rimangi la parola e agisca prima del voluto. Vi invito (qualora foste interessati all'argomento) a leggere settimana dopo settimana i dati sull'inflazione e sull'occupazione (e disoccupazione): saranno molto utili per aver chiaro quello che la banca centrale farà. Spero la mia idea vi possa dare uno spunto, per qualsiasi cosa o per interesse che io condivida qualche altra idea riguardante qualche altro asset contattatemi pure, faccio ciò per passione. Buon trading! di MatteoFarci111120
CORRELAZIONE TRA IL DOLLARO USA E LE MATERIE PRIME:I MOTIVICiao ragazzi, come vi avevo promesso nella scorsa idea, oggi vi porto la spiegazione del motivo per cui il prezzo delle materie prime dipende fortemente dal dollaro USA. Come ben saprete, tutte le materie prime vengono scambiate, comprate e vendute con una sola moneta di riferimento, che è appunto il dollaro USA. La spiegazione di ciò credo sia il fatto che l'economia più forte nel mondo è appunto quella statunitense. Detto ciò, vi ho riportato nel grafico l'andamento del dollaro USA (prezzo in arancio), il DX1!, e un indice sulle materie prime, ossia l'Invesco db commodity index, che è formato da un paniere di 24 future sulle materie prime. La prima cosa che balza all'occhio è la grande correlazione, inversa in questo caso, tra i due asset: vediamo ad esempio che il massimo formato dal dollaro il 19 marzo 2020 corrisponde ad un minimo sul prezzo dell'indice delle commodities. Ancora, vediamo che dal 20 luglio 2020 il prezzo delle commodities è esploso al rialzo, mentre quello del dollaro è sceso in maniera quasi direttamente proporzionale rispetto alle commodities stesse. La domanda è: perchè questo accade? Come abbiamo detto in precedenza, tutte le materie prime sono scambiate in dollari; l'asset che vi ho riportato sul dollaro non è altro che un indice che ingloba all'interno di se altri piccoli asset (nel senso che se parliamo di indice di materie prime, parleremo di un indice formato da petrolio, mais, grano, zucchero, rame...mentre se parliamo di indice del dollaro, parleremo di un indice formato dal dollaro contro altre valute come EURUSD, USDCAD, USDJPY, NZSUSD ecc..).. se quindi l'indice del dollaro scende, cosa significa? Significa semplicemente che alcuni di quei cambi all'interno dell'indice si stanno rinforzando contro il dollaro . Per il nostro esempio, immaginiamo che l'Euro si sta rinforzando rispetto al dollaro. Siccome l'Euro si è rinforzato contro il Dollaro, significa che il mio Euro varrà di più rispetto al Dollaro stesso. Adesso immaginiamo che il 1 gennaio EURUSD valga 1.19 mentre il 1 febbraio valga 1.23; immaginiamo che voglia comprare un barile di petrolio, che costa 60$: il 1 gennaio, con i miei euro, spenderò 50,42€ (facendo la divisione 60$/1,19€).; se invece andassi a comprare il barile il1 febbraio, andrò a spendere meno, ossia 48,78 euro (facendo la divisione tra 60$/1,23€)..adesso capite? Quando il dollaro è debole, conviene a tutti gli investitori stranieri comprare qualcosa in USD, poichè, con gli stessi soldi (della loro moneta, nel nostro caso Euro) comprerebbero di più. Se invece il dollaro si trovasse a valori molto molto alti, converrebbe chiaramente di meno comprare: infatti, se EURUSD valesse, ad esempio, 0,85, io quel barile di petrolio da 60$ lo pagherei 70,58€, quindi molto di più rispetto a quando il dollaro era debole contro l'euro. Ecco spiegato il motivo di questo pump enorme delle materie prime. Molti trader (io stesso, ad esempio) hanno sfruttato proprio questa correlazione per andare a speculare, e sono sicuro avranno avuto enormi soddisfazioni. Vi è tutto chiaro? Se non lo fosse contattatemi, sono disponibile a tutti! Buon trading!di MatteoFarci224
long tattico DBC da 11,33 stop 10,80 usd 1,08calong tattico DBC da 11,33 stop 10,80 usd 1,08ca, target ipotetico mean reversion a 14,80, ma chiusura manuale sul daily molto più probabile, trade difficile visto il petrolio (40% del prodotto circa tra crudo e derivati), ma con 55 pezzi il rischio è di 30 usd circa e visto che ora gli usd sono a rendimento zero, basso rischio mi ci ficco!Longdi nisviumAggiornato 7
MATERIE PRIME = parola di NikTopScalper Allacciate le Cinture !Figura Grafica = dieci anni di discese repentine e lateralità in abbondanza fanno ben sperare ! Fondamentali = in che fase del ciclo economico ci troviamo ? a Buon Trader poche parole = Sovrappesare con moderazione :-)) Buon Trading ALLLongdi NikTopScalperAggiornato 3