PPI. Analisi del dato di giorno 12/06/2025Il Producer Price Index (PPI) è uno degli indicatori macroeconomici più significativi per chi fa trading. Difatti misura le variazioni medie dei prezzi che devono sostenere i produttori nazionali per i loro beni e servizi. In altre parole, il PPI ci dice quanto stanno cambiando i prezzi “all’ingrosso”, prima che questi aumenti (o diminuzioni) si riflettano sui consumatori finali.
Cosa dicono i dati PPI di Maggio 2025
Secondo il report ufficiale del Bureau of Labor Statistics, a maggio 2025 il PPI è aumentato dello 0,13% su base mensile. Il dato PPI pubblicato ieri mostra che l’indice è salito a 148,07, rispetto a 147,88 di aprile, segnalando una pressione inflazionistica moderata ma persistente. Questo dato è importante perché spesso anticipa i movimenti dell’inflazione al consumo (CPI). Difatti se i produttori devono sostenere costi più alti, è probabile che questi vengano trasferiti ai consumatori, facendo salire anche i prezzi al dettaglio.
PPI Core (esclusi alimentari, energia e servizi commerciali): +0,3% mensile e +2,7% annuo.
Componenti principali:
I prezzi dei beni sono cresciuti dello 0,3% a maggio, trainati soprattutto dal rialzo dei prezzi dell’energia (+1,1%).
I servizi sono aumentati dello 0,2%, con un contributo importante dei servizi di trasporto e stoccaggio.
Perché il PPI è importante per i trader
Il PPI in aumento può anticipare un rialzo dell’inflazione al consumo, influenzando le attese sui tassi d’interesse e le decisioni delle banche centrali.
Il PPI superiore alle attese può rafforzare il dollaro USA, penalizzare le obbligazioni (bond) e creare volatilità su azioni e materie prime.
Se il PPI sale, i trader che operano sul forex possono aspettarsi una Fed più aggressiva (tassi più alti), mentre chi opera sulle materie prime può vedere movimenti rialzisti su oro e petrolio in caso del timore di un incremento dell’inflazione.
Come utilizzare il PPI nel trading
Se il dato reale supera le attese, potresti vedere un rafforzamento del dollaro e una reazione negativa sui bond.
Se il PPI segnala inflazione in aumento, valuta coperture su portafogli obbligazionari o posizionamenti su asset “inflation hedge” come oro e real estate.
Un PPI forte può essere spunto per posizionamenti long su USD o su valute di paesi con politiche monetarie restrittive.
Conclusioni
Il PPI di maggio 2025 conferma una dinamica inflazionistica moderata negli Stati Uniti, con segnali da monitorare attentamente nei prossimi mesi.
Dollar Index
Nessun attività
Idee di trading
WisdomTree - Tactical Daily Update - 06.06.2025Le Borse mondiali sperano in un accordo USA – Cina sui commerci.
Parole concilianti e inviti reciproci da parte dei 2 Presidenti.
Difesa EU: Ministri dei 32 membri Nato unanimi su aumento spesa.
Alluminio, rame, argento chiudono una settimana di forti rialzi. Watch-out!
Il 5 giugno potrebbe aver segnato un momento chiave nei rapporti geopolitici e nei mercati finanziari: il presidente cinese Xi Jinping e l’ex presidente americano Donald Trump si sono sentiti al telefono, in un confronto tutto focalizzato sul commercio.
Nessun accenno a Russia o Iran, ma tanta carne al fuoco su dazi, scambi e diplomazia. Xi ha invitato “cordialmente” Trump e la First Lady in Cina, invito prontamente ricambiato. Ma soprattutto, ha chiesto di “correggere la rotta” nei rapporti tra le due superpotenze, auspicando più dialogo su economia, difesa e giustizia.
La notizia ha dato una spinta ai mercati azionari, ed anche petrolio che è salito: Brent a 65,64 dollari al barile (+1,17%) e WTI a 63,76 dollari (+1,4%).
Le piazze europee hanno mostrato andamenti altalenanti e chiusure incerte: Parigi ha perso -0,18%, Francoforte ha guadagnato +0,19%, Londra +0,11%. Ma è Milano che ha brillato, +0,74%.
Il buonumore iniziale era stato alimentato dal taglio dei tassi della BCE (Banca centrale europea), ma la fiducia si è un po’ raffreddata dopo che gli investitori hanno iniziato a dubitare di ulteriori interventi a breve scadenza.
Intanto a Bruxelles, i ministri della Difesa della NATO (32 Paesi) hanno approvato un incremento consistente degli investimenti nel settore militare. L’obiettivo è chiaro: arrivare a destinare il 3,5% del PIL all’anno al rafforzamento della capacità difensiva, e un altro 1,5% alla sicurezza. Totale: un imponente 5% del PIL annuo. I riflettori sono ora puntati sul vertice dell’Alleanza, il 24-25 giugno all’Aia.
Tornando all’ECB, la scelta di un’ottavo taglio di fila era scontata: ora rileviamo un Tasso sui depositi al 2,00%, quello di rifinanziamento al 2,15% ed il Tasso sui prestiti marginali al 2,40%. “Una decisione presa quasi all’unanimità”, ha detto Christine Lagarde, che però non ha confermato se ci sarà una pausa nel ciclo di tagli. Goldman Sachs si aspetta altri due interventi nel 2025, con il tasso sui depositi che potrebbe scendere fino all’1,5%.
Wall Street giù, pesa lo scontro Trump-Musk. Nonostante la “distensione” con la Cina, Wall Street ha chiuso male: Dow Jones -0,25%, Nasdaq -0,83%, S&P500 -0,53%. Il motivo? L’attacco di Trump a Elon Musk. Lo scontro tra i due ha fatto perdere a Tesla ben 100 miliardi di dollari di capitalizzazione in poche ore.
Trump ha minacciato lo stop ai sussidi e contratti pubblici per l’azienda. Musk ha risposto parlando di “ingratitudine” da parte dell’ex presidente, ricordando che senza di lui non avrebbe vinto le elezioni.
Il deficit commerciale statunitense è sceso ad aprile a 61,6 miliardi di dollari, ben oltre le attese (66,3 mld), e molto sotto il record di marzo (140,5 mld). Le esportazioni sono cresciute del 3% a 289,4 miliardi, mentre le importazioni sono crollate del -16,3% a 351 miliardi. Oggi, 6 giugno, l’attenzione si sposta sui dati del lavoro Usa, dopo segnali di rallentamento nel settore servizi e occupazione privata.
Eurozona: la BCE avverte: un’escalation commerciale tra USA ed Europa potrebbe costare fino all’1% di crescita tra il 2025 e il 2027. Nello scenario peggiore, il PIL salirebbe solo +0,5% nel 2025, +0,7% nel 2026 e +1,1% nel 2027, con un’inflazione al 1,8% contro il 2% atteso.
Il Ministro degli esteri italiano Tajani resta ottimista e vede un possibile accordo con gli USA sui dazi “entro il 9 luglio”, con una mediazione al 10-25%, e controdazi Ue inferiori a quelli americani.
Stamane, in Asia, mercati misti: il Nikkei sale +0,4%, Hang Seng, CSI 300 e Taiex scivolano di -0,1%. In Giappone, cala la spesa delle famiglie: -0,1% ad aprile, dopo il +2,1% di marzo. Panasonic, fornitore di Tesla, perde il 4%.
A Mumbai, il BSE Sensex guadagna lo 0,6% dopo un inatteso maxi-taglio dei tassi della Banca centrale indiana: -50 punti base, ora al 5,5%. Solo 1 su 34 economisti l’aveva previsto. Secondo la Reserve Bank of India, l’inflazione è sotto controllo e le prospettive sono buone.
Focus Materie prime: il CBOE Commodity Index segna il quinto rialzo settimanale consecutivo, con un +3% provvisorio. A trainare il rally l’Argento: +10% settimanale, sopra i 35 dollari l’oncia, massimo da oltre 13 anni. Da inizio anno +25%, quasi al pari dell’oro (+28%).
Bene anche il prezzo del Gas naturale USA: +8% e dell’alluminio: premi record negli USA a 1.323 dollari/tonnellata (60 cent/libbra), spinti dai nuovi dazi imposti da Trump. L’oro beneficia della debolezza del dollaro e segna +2,6% da inizio settimana.
Obbligazioni: calma piatta, ma spread italiano ai minimi. Nessuna scossa per i Treasury dopo le decisioni della Fed: il decennale si muove da 4,36% a 4,38%. In Europa, si prende fiato sui governativi: Bund a 2,58% (da 2,52%), BTP a 3,52% (da 3,49%), con il loro spread sceso a 94 punti base, il livello più basso da oltre tre anni, segno di fiducia verso l’Italia.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.
PMI USA Maggio 2025. Analisi dei dati macroeconomiciI dati PMI (Purchasing Managers' Index) pubblicati ieri hanno fornito un quadro misto sull’economia americana, con segnali di resilienza ma anche alcune ombre che meritano attenzione da parte di chi fa trading. Il settore dei servizi negli Stati Uniti rappresenta circa il 90% dell’economia e il suo andamento è un indicatore chiave per trader e investitori.
PMI primo segnale di contrazione dal 2024
Il PMI servizi, misurati dall’ISM, è sceso a 49,9, sotto la soglia dei 50 e in calo rispetto al 51,6 di aprile. È la prima volta dal giugno 2024 che il settore servizi registra una contrazione.
Cosa dicono i dati
Il calo a 49,9 punti da 51,6 di aprile ha sorpreso negativamente il mercato, che si aspettava un valore intorno a 52. Tra le componenti più deboli spiccano:
Attività commerciale. Scesa a 50 punti, segnale di stagnazione.
Nuovi ordini. Calati a 46,4 punti, indicazione di una domanda in diminuzione.
Occupazione. Leggero miglioramento a 50,7, ma ancora debole.
Pressioni sui prezzi. Aumentate ai massimi da febbraio 2023, con un indice prezzi servizi a 65,1, segnalando che i costi continuano a gravare sulle imprese.
Questi dati indicano che, nonostante la contrazione, il settore servizi mostra ancora una certa resilienza, ma l’incertezza e le pressioni inflazionistiche restano elevate.
Cause e implicazioni
Le imprese segnalano che i dazi e le tensioni commerciali continuano a influenzare negativamente i costi e la pianificazione, con frequenti cambiamenti nelle strutture dei prezzi e ritardi nelle catene di approvvigionamento. Inoltre, i tagli di bilancio federali rappresentano un freno ulteriore alla crescita del settore.
Cosa significa per i trader.
Il settore servizi rappresenta la maggior parte dell’economia USA. Una contrazione può aumentare la volatilità su S&P 500 e Nasdaq. Attenzione a eventuali conferme nei prossimi mesi, difatti una debolezza prolungata potrebbe cambiare le attese sulla crescita USA.
Conclusione
Il calo del PMI servizi a maggio rappresenta un campanello d’allarme per l’economia USA e per i mercati finanziari. Per i trader, è fondamentale interpretare questi segnali nel contesto più ampio della crescita economica e delle politiche monetarie, mantenendo un approccio disciplinato e flessibile per adattarsi ai cambiamenti del mercato.
FOMC Maggio 2025. Cosa ha detto la FedLa riunione della Federal Reserve (FOMC) di ieri, 7 maggio 2025, ha confermato un clima di attesa e cautela sui mercati finanziari. La Fed ha mantenuto il tasso di riferimento tra il 4,25% e il 4,50% per la terza volta consecutiva, come previsto dal consenso di mercato. Ecco cosa è emerso e quali sono le implicazioni pratiche per chi fa trading.
Cosa ha detto la Fed
Stato dell’economia. La Fed ha riconosciuto che l’attività economica continua a crescere a un ritmo solido, anche se permangono incertezze dovute alle oscillazioni delle esportazioni nette e alle nuove politiche tariffarie. Il tasso di disoccupazione resta basso e il mercato del lavoro è ancora robusto, ma l’inflazione rimane sopra il target del 2%.
I rischi di un deterioramento dei dati macroeconomici sono aumentati. La banca centrale ha sottolineato che i rischi di un aumento della disoccupazione e di un’inflazione persistente sono cresciuti. L’incertezza sull’outlook economico è aumentata, anche a causa delle tensioni commerciali e della possibilità di una crescita più debole.
Politica monetaria. Il FOMC ha votato all’unanimità per lasciare invariati i tassi e ha ribadito che continuerà a monitorare attentamente i dati macroeconomici, pronta ad agire se necessario per raggiungere i suoi obiettivi di piena occupazione e stabilità dei prezzi.
Bilancio- La Fed continuerà a ridurre gradualmente il proprio portafoglio di titoli di Stato e mortgage-backed securities.
Cosa significa per chi fa trading
Mercati poco mossi. La decisione era ampiamente attesa e i mercati hanno reagito con movimenti contenuti. L’S&P 500 è rimasto stabile, mentre il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso leggermente.
Prospettive sul taglio dei tassi. Il mercato prezza solo il 24% di probabilità di un taglio dei tassi già alla prossima riunione. La Fed, inoltre, prevede solo due tagli nel 2025, meno di quanto scontato dagli operatori nei mesi precedenti.
Focus sui dati macroeconomici. In questa fase, la Fed è “data dependent”: ogni dato su inflazione, occupazione e crescita può cambiare le aspettative e generare volatilità.
Gestione del rischio. In periodi di incertezza, è consigliabile ridurre la leva e utilizzare stop loss più stretti.
Opportunità su valute e bond. Se i dati macro dovessero sorprendere al ribasso, aumenterebbero le probabilità di tagli dei tassi, favorendo bond e penalizzando il dollaro. Al contrario, dati solidi potrebbero rafforzare il biglietto verde e pesare su oro e azioni.
Attenzione, il dollaro USA è a un bivio tecnico 1) Il dollaro USA rimarrà la principale valuta forex più debole nel 2025
Il dollaro USA ha vissuto un anno difficile sul mercato dei cambi (Forex), con un calo di oltre il 9% rispetto alle principali valute mondiali, nonostante il perdurare della rigida politica monetaria della Federal Reserve. Da un punto di vista tecnico, l'indice DXY ha raggiunto diversi obiettivi teorici ribassisti, in particolare secondo l'analisi eliottista, ma non ha ancora toccato l'obiettivo chiave del movimento A=C. Questa dinamica si riflette anche in una forte compressione grafometrica su base settimanale, che pone l'USD in un potenziale punto di breakout. Anche le coppie EUR/USD e USD/JPY si trovano in configurazioni di cerniera a lungo termine e le posizioni istituzionali rimangono ampiamente ribassiste sul dollaro USA rispetto a un paniere di valute principali.
Di seguito sono riportati due interessanti grafici sulla situazione attuale: il primo mostra i candelabri giapponesi mensili e il secondo è un promemoria teorico del funzionamento delle onde di Elliott.
Finché il dollaro USA contro un paniere di valute principali (DXY) si trova al di sotto della linea di pivot indicata, la tendenza rimane ribassista e l'obiettivo è 95/96 punti. Al contrario, un rimbalzo al di sopra della linea di perno incernierata porrebbe fine alla correzione annuale del dollaro USA e darebbe il via a una ripresa tecnica.
2) Un dollaro che si indebolisce nonostante una Fed inflessibile: come si spiega questo paradosso?
Questo apparente paradosso - un dollaro in calo mentre i tassi d'interesse statunitensi rimangono elevati e la Fed non prevede di tagliare i tassi prima di settembre/ottobre - può essere spiegato da qualcosa di più dei semplici differenziali dei tassi d'interesse. In un momento in cui la BCE ha già intrapreso una politica di allentamento monetario, il differenziale dei tassi con la Fed dovrebbe normalmente sostenere il dollaro USA. Tuttavia, altri fattori stanno prendendo il sopravvento: la crescente sfiducia dei mercati nei confronti degli asset statunitensi, alimentata dalle tensioni commerciali e dall'incertezza sulla politica fiscale di Trump, sta indebolendo la domanda di dollari. A ciò si aggiunge un importante fattore di liquidità: il recente aumento dell'offerta di moneta (M2) negli Stati Uniti e il calo delle operazioni di reverse repo, che riflettono un implicito allentamento delle condizioni finanziarie. Questo allentamento favorisce una persistente pressione al ribasso sul biglietto verde, nonostante una Fed che rimane intransigente sui tassi di interesse.
La prossima pubblicazione dell'inflazione PCE statunitense, prevista per venerdì 30 maggio, potrebbe svolgere un importante ruolo catalizzatore: un dato superiore alle attese rafforzerebbe la tesi di una Fed ancora più ferma, il che potrebbe offrire all'USD un temporaneo rimbalzo tecnico. Al contrario, una conferma della disinflazione alimenterebbe le scommesse su un futuro allentamento e accentuerebbe la pressione di vendita. In breve, il dollaro USA non si trova solo a un bivio tecnico, ma anche fondamentale, sospeso tra le prossime azioni monetarie e i segnali più profondi provenienti dal mercato globale della liquidità.
DISCLAIMER GENERALE:
Questo contenuto è destinato a persone che hanno familiarità con i mercati finanziari e gli strumenti di investimento, ed è fornito a scopo puramente informativo. L’idea presentata (inclusi commenti di mercato, dati e osservazioni) non rappresenta un prodotto del dipartimento di ricerca di Swissquote o delle sue affiliate. Questo materiale ha lo scopo di evidenziare le dinamiche di mercato e non costituisce consulenza in materia di investimenti, legale o fiscale. Se sei un investitore al dettaglio o non hai esperienza nel trading di prodotti finanziari complessi, è consigliabile consultare un consulente autorizzato prima di prendere decisioni finanziarie.
Questo contenuto non è destinato a manipolare il mercato né a promuovere comportamenti finanziari specifici.
Swissquote non fornisce alcuna garanzia circa la qualità, completezza, accuratezza o non violazione di tale contenuto. Le opinioni espresse sono quelle del consulente e sono fornite esclusivamente a scopo educativo. Qualsiasi informazione relativa a prodotti o mercati non deve essere interpretata come raccomandazione di una strategia o operazione di investimento. Le performance passate non garantiscono risultati futuri.
Swissquote e i suoi dipendenti e rappresentanti non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per danni o perdite derivanti direttamente o indirettamente da decisioni prese sulla base di questo contenuto.
L’uso di marchi di terze parti è a scopo informativo e non implica approvazione da parte di Swissquote né che il titolare del marchio abbia autorizzato Swissquote a promuovere i propri prodotti o servizi.
Swissquote è il marchio commerciale che rappresenta le attività di: Swissquote Bank Ltd (Svizzera) regolata da FINMA, Swissquote Capital Markets Limited regolata da CySEC (Cipro), Swissquote Bank Europe SA (Lussemburgo) regolata dalla CSSF, Swissquote Ltd (Regno Unito) regolata dalla FCA, Swissquote Financial Services (Malta) Ltd regolata dalla MFSA, Swissquote MEA Ltd (UAE) regolata dalla DFSA, Swissquote Pte Ltd (Singapore) regolata dalla MAS, Swissquote Asia Limited (Hong Kong) autorizzata dalla SFC e Swissquote South Africa (Pty) Ltd supervisionata dalla FSCA.
I prodotti e i servizi Swissquote sono destinati esclusivamente a chi può riceverli secondo la legge locale.
Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
Analisi Tecnica del DXY – Forte Supporto & Possibile InversioneZona Chiave di Supporto: 99.000 – 98.000
📍 Contrassegnata come “STRONG SUPPORT”, questa area ha dimostrato la sua forza più volte:
Rimbalzo confermato a inizio 2023 ✅
Nuova reazione a metà 2024 ✅
Attualmente il prezzo sta testando nuovamente questa zona con segnali rialzisti 🔥
📌 Confluenza con le Medie Mobili:
EMA 200 (blu): 102.401
EMA 50 (rossa): 103.725
Il prezzo è sotto entrambe, ma vicino alla EMA 200 → possibile rimbalzo verso la media (mean reversion) 📈
🔴 Zone di Resistenza da Monitorare:
Resistenza Intermedia: 109.000 – 110.000
⛔ Già respinta due volte: fine 2023 e inizio 2025
🧱 Zona di offerta tecnica – osservare attentamente per breakout o rejection
Zona dei Massimi Storici (ATH): 113.000 – 114.000
🚨 Livello tecnico e psicologico cruciale
🫡 Contrassegnata come “NEW ATH” – per superarla servirà forte momentum
📈 Scenario Potenziale del Prezzo:
Se il supporto tiene → rimbalzo possibile verso la zona 109.000 – 110.000 (vedi freccia)
Con ulteriore forza, si potrebbe tentare un nuovo attacco al massimo storico 🔭
⚠️ Ma una rottura sotto i 98.000 aprirebbe spazio a nuovi ribassi ❗
🧭 Considerazioni Strategiche:
✅ Bias rialzista sopra i 98.000
🔍 Conferma necessaria sopra 102.401 (EMA 200) e 103.725 (EMA 50)
👀 Massima attenzione alla reazione in zona 110.000 prima di puntare ai massimi
👁🗨 Nota Finale:
🧊 “World Eyes on this Level” – Come indicato sul grafico, questa zona è sotto osservazione globale.
🕵️♂️ Tieni d’occhio i driver macroeconomici (FED, inflazione, lavoro) che potrebbero accelerare il movimento.
Strategia Ribassista sull’Indice del Dollaro USA – Vendita dalla📉 Trend Attuale:
* 🔻 Trend ribassista confermato da massimi e minimi decrescenti
* 🧭 Il prezzo è sotto la media mobile esponenziale 70 (📈 curva rossa) → Segnale ribassista
📦 Zona di Offerta (Resistenza)
* 📍 Zona: 100.088 – 100.601
* 🔵 Area prevista per un rifiuto (inversione)
* 📌 Livello EMA (70): 100.178 si trova all'interno di questa zona
* ⛔ Stop Loss: 100.587 – 100.595 (appena sopra la zona di offerta)
✅ Punto di Ingresso
* 🔵 Prezzo: Circa 100.088
* 🟠 Il ritorno nella zona di offerta attiva la posizione short
* 🧩 Strategia con rischio controllato e obiettivi chiari
🧱 Zona di Supporto
* 📍 Zona: Intorno a 99.100
* 🔁 Possibile rimbalzo temporaneo
* ⚠️ Il prezzo potrebbe testare quest’area prima di scendere ulteriormente
🎯 Punto di Target (Take Profit)
* 📉 Obiettivo: 98.000
* 🎯 Coincide con un forte supporto precedente
* 💰 Rapporto rischio:profitto favorevole
🚨 Riepilogo della Strategia
* ✳️ Vendita nella Zona di Offerta
* 🔺 Stop Loss: 100.587
* 🔻 Target: 98.000
* ⚖️ Strategia con ottima gestione del rischio
Opportunità di Acquisto sul DXY da Zona di Supporto Strategica Punto di Entrata (ENTRY POINT): 99,416
Obiettivo di Target (EA TARGET POINT): 101,991
Stop Loss: 98,631
📊 Osservazioni Tecniche:
Il prezzo ha raggiunto una zona di supporto importante evidenziata in viola. In passato, questa zona ha fornito rimbalzi significativi.
Il grafico mostra una tendenza ribassista recente, con il prezzo al di sotto delle medie mobili (rossa e blu).
Tuttavia, il livello 99,416 potrebbe fungere da zona di accumulo, con potenziale rimbalzo verso il target 101,991 (+2,86%).
📉 Scenario Attuale:
Il prezzo sta testando il supporto e potrebbe reagire al rialzo se conferma una base solida.
Se il prezzo rompe sotto i 99,063 e soprattutto 98,631, il setup rialzista verrebbe invalidato.
✅ Strategia Proposta:
Entrata Long intorno a 99,416
Target a 101,991
Stop Loss a 98,631
Ottimo rapporto rischio/rendimento
⚠️ Fattori da Monitorare:
Eventuali dati macroeconomici USA che possano influenzare il dollaro.
Reazione del prezzo sulla zona evidenziata: conferma con pattern di inversione (es. martello, engulfing, ecc.).
📌 Conclusione:
Questa è una possibile opportunità di acquisto (long) sul DXY, sfruttando un rimbalzo da supporto. La strategia è valida finché il prezzo mantiene il livello di entrata sopra il supporto chiave
Analisi DXY - la Cina come "Sputnik moment".Analisi settimane macroeconomica e prospettive future.
Il dollaro statunitense ha registrato il terzo guadagno settimanale consecutivo, proseguendo il suo recupero dai minimi pluriennali raggiunti a metà aprile. L’indice del dollaro (DXY) ha consolidato ulteriormente la propria posizione al di sopra della soglia chiave di 100,00, un livello psicologico rilevante che, tuttavia, non è stato ancora superato con decisione.
Dopo aver subito una flessione di quasi il 9% rispetto ai massimi di marzo, con un temporaneo calo sotto quota 98,00 il mese scorso, il biglietto verde ha messo a segno un progressivo rafforzamento nelle ultime settimane. Tale ripresa è stata agevolata dal miglioramento del clima nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con sviluppi immediati attesi già nel fine settimana, in occasione di un incontro tra rappresentanti delle due nazioni in Svizzera.
L’apprezzamento della valuta statunitense è stato inoltre sostenuto dall’incremento dei rendimenti dei Treasury, che hanno raggiunto nuovi massimi su più scadenze nella seconda parte della settimana. Sebbene il movimento rialzista del dollaro sia rimasto contenuto, l’aumento dei rendimenti ha contribuito a consolidarne la forza, specie dopo che la Federal Reserve (Fed) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse mercoledì, con il Presidente Jerome Powell che ha ribadito un approccio prudente e improntato alla stabilità monetaria.
Questa settimana, la Casa Bianca ha evitato l’introduzione di nuovi dazi, ma il contesto commerciale ha subito un'evoluzione significativa. L’attenzione si è concentrata sulle crescenti speculazioni riguardo a una possibile riduzione dell’imponente tariffa del 145% sulle importazioni statunitensi di prodotti cinesi, precedentemente annunciata dal presidente Donald Trump. Tale ipotesi rappresenterebbe un allentamento sostanziale rispetto alla sua precedente strategia protezionistica. In un intervento preliminare a un importante incontro di sabato, il presidente ha suggerito che un’aliquota più contenuta, intorno all’80%, potrebbe essere "adeguata", lasciando intravedere un potenziale cambio di rotta nella politica commerciale americana.
A rafforzare il sentiment positivo sul dollaro statunitense, Washington e Londra hanno svelato giovedì un nuovo quadro commerciale bilaterale. L’intesa prevede un miglioramento delle condizioni di accesso al mercato e una semplificazione delle procedure doganali per le esportazioni statunitensi destinate al Regno Unito, mentre la Gran Bretagna beneficerà di un’esenzione tariffaria limitata su specifici settori, tra cui automotive, acciaio e alluminio.
Tuttavia, la reazione dei mercati è rimasta relativamente contenuta. Molti analisti hanno giudicato l’accordo di portata ridotta, considerandolo più un insieme di concessioni reciproche che una revisione strutturale delle relazioni commerciali bilaterali. In effetti, gli Stati Uniti manterranno un dazio di base del 10% sulla maggior parte dei prodotti britannici, rafforzando l’idea che un ritorno ai livelli tariffari precedenti al cosiddetto "Giorno della Liberazione" sia improbabile, indipendentemente dagli accordi in corso.
L’apparente ammorbidimento della postura commerciale di Trump segnerebbe un ulteriore ripensamento rispetto alle posizioni precedentemente rigide, in risposta alla volatilità dei mercati finanziari. Nelle ultime settimane, il presidente ha ridimensionato le minacce di imposizione generalizzata di nuovi dazi a seguito di una forte correzione azionaria, ha moderato le critiche rivolte al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e ha esaltato i successi commerciali ottenuti con Canada e Messico—risultati che, tuttavia, si sono rivelati prevalentemente simbolici.
Gli economisti avvertono che, sebbene una revisione delle tariffe possa alleviare alcune pressioni sui prezzi, le persistenti barriere commerciali continuano a rappresentare un fattore di rischio per l’economia globale. I potenziali effetti inflazionistici derivanti da tali misure potrebbero infatti indebolire la domanda dei consumatori e rallentare la crescita economica. Qualora i rischi di ribasso si acuissero, la Federal Reserve potrebbe trovarsi nella posizione di dover riesaminare il proprio approccio monetario prudente e basato sui dati.
Mercoledì, la Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, in linea con le aspettative del mercato, ma ha evidenziato l’emergere di rischi crescenti sia sul fronte inflazionistico che occupazionale nei prossimi mesi.
Nel comunicato diffuso al termine della riunione, la banca centrale ha sottolineato che l’economia statunitense continua a espandersi a un ritmo sostenuto. Tuttavia, la crescita più contenuta registrata nel primo trimestre è stata in larga parte attribuita all’incremento delle importazioni, poiché consumatori e imprese hanno cercato di anticipare l’impatto dei nuovi dazi imposti.
Durante la conferenza stampa successiva alla riunione, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito la solidità strutturale dell’economia statunitense, pur riconoscendo l’aumento dell’incertezza. Ha precisato che le future decisioni di politica monetaria saranno strettamente legate all’evoluzione dei dati macroeconomici e che il percorso della Fed potrebbe includere una riduzione dei tassi o un prolungato periodo di stabilità.
"La traiettoria futura potrebbe prevedere un allentamento monetario o il mantenimento dell’attuale livello dei tassi", ha dichiarato Powell, sottolineando l’adozione di un approccio più flessibile da parte della banca centrale, in un contesto caratterizzato da tensioni commerciali e da fattori di rischio globali che potrebbero influenzare le prospettive economiche.
Nelle ultime sedute, il dollaro statunitense ha mostrato segnali di stabilizzazione, attenuando le preoccupazioni legate alla stagflazione (una condizione economica caratterizzata da crescita debole e inflazione persistente) e fornendo un temporaneo impulso al sentiment degli investitori. Tuttavia, la valuta americana continua a essere soggetta a pressioni ribassiste, influenzata da un insieme di fattori avversi, tra cui l’impatto dei dazi, il rallentamento della crescita economica interna e il deterioramento della fiducia degli operatori di mercato.
L’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve, con gli ultimi dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC) e al PCE che confermano la persistenza delle pressioni inflazionistiche. A complicare ulteriormente il quadro di politica monetaria della Fed è la tenuta del mercato del lavoro, che continua a mostrare una resilienza superiore alle attese, riducendo le probabilità di imminenti interventi di allentamento sui tassi di interesse.
In aggiunta, le aspettative di inflazione al consumo hanno registrato un incremento. L’ultimo sondaggio condotto dalla Fed di New York indica che gli americani prevedono un aumento dei prezzi del 3,6% nel prossimo anno, in rialzo rispetto al 3,1% di febbraio, il livello più elevato da ottobre 2023. Tuttavia, le aspettative di lungo periodo restano ben ancorate, segnale di una persistente fiducia nella capacità della Fed di contenere le pressioni inflazionistiche.
Sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro ha mantenuto una relativa stabilità ad aprile, con il numero di occupati non agricoli (NFP) rivisto a 177.000 e il tasso di disoccupazione fermo al 4,2%. Tuttavia, gli analisti avvertono che tali dati potrebbero non riflettere ancora pienamente l’impatto delle misure tariffarie introdotte dopo il "Giorno della Liberazione", un elemento che potrebbe emergere con maggiore evidenza nelle prossime rilevazioni.
Nel complesso, il dollaro statunitense continua a muoversi in un contesto di elevata volatilità, influenzato da un mix di inflazione persistente, incertezza sulle politiche commerciali e indebolimento dei fondamentali macroeconomici. Di conseguenza, i mercati si preparano a una fase di turbolenza prolungata, con un andamento prudente per la valuta americana.
Nella prossima settimana, l’attenzione dei mercati sarà focalizzata sui dati relativi all’inflazione, con la pubblicazione dei report di aprile sull’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e sull’Indice dei Prezzi alla Produzione (IPP). Questi indicatori forniranno elementi chiave per valutare l’evoluzione delle pressioni inflazionistiche e il loro impatto sulle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve. In un contesto caratterizzato da inflazione persistente e segnali economici contrastanti, tali dati potrebbero risultare determinanti per le aspettative sui futuri interventi della banca centrale in materia di tassi di interesse.
Contestualmente, un ampio gruppo di esponenti della Fed è atteso per una serie di interventi che manterranno alta l’attenzione degli investitori sulla comunicazione della banca centrale, in seguito all’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Le dichiarazioni dei funzionari potrebbero offrire ulteriori indicazioni sulla traiettoria della politica monetaria e sulla valutazione dei rischi macroeconomici.
Oltre alle dinamiche legate alla Fed, i mercati continueranno a monitorare con attenzione gli sviluppi sul fronte commerciale, con particolare riferimento ai negoziati tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante le aspettative di progressi, le trattative hanno finora registrato risultati limitati, alimentando incertezza sulle prospettive delle relazioni economiche tra le due principali economie globali.
Analisi tecnica DXY
L' indice del dollaro statunitense ha continuato la sua ripresa costante, seppur lenta, chiudendo la terza settimana di rialzo registrando un +0,39% e un +0,78% da inizio mese.
Sul grafico giornaliero, una rottura sostenuta al di sopra del livello psicologico di 100,00, chiudendo la sessione giornaliera al di sopra delle Kijun Sen, potrebbe aprire la strada a un test della media mobile semplice (SMA) a 50 giorni a 102,60, seguita dalla più significativa SMA a 200 giorni a 104,30, appena al di sotto del massimo del 26 marzo di 104,6.
Tuttavia, i rischi al ribasso rimangono evidenti. Una nuova inversione ribassista potrebbe riportare in gioco il minimo del 2025 a 97,92, segnato il 21 aprile, con il minimo di marzo 2022 a 97,92.
Per ora, è probabile che la pressione al ribasso persista finché l'indice rimarrà al di sotto delle medie mobili.
Riflessioni finali.
La politica tariffaria adottata dall’amministrazione Trump non deve essere interpretata esclusivamente in chiave protezionistica, ma anche come uno strumento volto a fronteggiare criticità economiche di rilevante entità, che gli Stati Uniti potrebbero aver sottovalutato per troppo tempo. L’attuale governo si trova a dover affrontare una serie di sfide cruciali:
• Gestione del debito pubblico, con l’obiettivo di rifinanziare le scadenze dell’anno in corso a rendimenti più contenuti.
• Controllo dell’inflazione, cercando di mantenere la stabilità dei prezzi in un contesto di crescente pressione sui costi.
• Prevenzione della stagflazione, evitando una combinazione di crescita economica debole e inflazione elevata.
Tali obiettivi, senza un intervento diretto sul sistema fiscale—ipotesi considerata solo in ultima istanza dall’amministrazione Trump—appaiono perseguibili principalmente attraverso l’imposizione di dazi, misura che verrà comunque implementata. L’applicazione di tariffe doganali potrebbe rappresentare l’unico strumento efficace per mitigare gli effetti derivanti dall’elevata domanda interna e dal forte impulso ai consumi registrato negli ultimi anni.
Naturalmente, questa strategia ha un impatto significativo sulla politica monetaria della Federal Reserve, che si trova a dover bilanciare il difficile compito di contenere l’inflazione senza alimentare rischi di stagflazione. Inoltre, la banca centrale deve gestire le pressioni esercitate dal presidente Trump, il quale ha più volte sollecitato un orientamento più accomodante, con toni particolarmente incisivi. In questo contesto, la Fed dovrà mantenere un approccio prudente, basato sull’analisi dei dati economici e sulla valutazione delle implicazioni derivanti dalle misure tariffarie.
Il processo di de-dollarizzazione sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel panorama economico globale, con implicazioni significative per i mercati finanziari e valutari. Dall’inizio dell’anno, il dollaro statunitense ha registrato un progressivo indebolimento, accompagnato da una flessione dei mercati azionari americani. In contrasto, l’Europa ha mostrato una dinamica più favorevole, con la Germania che, nell’ultima settimana, ha raggiunto nuovi massimi storici.
Negli Stati Uniti, il mercato azionario è stato sostenuto principalmente dagli investitori retail, mentre gli investitori istituzionali di lungo termine hanno mantenuto un atteggiamento prudente, segnando l’undicesima settimana consecutiva di performance negativa. Tale scenario ha determinato una sovraperformance dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, sia in termini di mercato azionario che di forza valutaria. Per la prima volta, l’euro mostra un vantaggio competitivo così marcato rispetto al dollaro e potrebbe riportare gli investimenti all’estero verso il Vecchio Continente.
A far leva su un ritorno in patria degli investimenti, da parte dell’investitore europeo, sul fronte delle valutazioni azionarie (multipli), i mercati europei risultano molto più convenienti rispetto a quelli americani, alimentando l’interesse degli investitori verso il Vecchio Continente. La de-dollarizzazione, dunque, appare come un fenomeno in evoluzione, con dinamiche che sembrano essere in parte influenzate dagli stessi Stati Uniti. L’obiettivo implicito dell’amministrazione americana è, infatti, quello di indebolire il dollaro per favorire la competitività delle esportazioni americane, mantenendo al contempo l’economia fortemente ancorata alla valuta statunitense.
Nel contesto delle tensioni commerciali, Scott Bessent sta assumendo un ruolo di mediazione nelle trattative sui dazi, mentre l’accordo commerciale raggiunto in settimana tra Stati Uniti e Regno Unito sembra, in fin dei conti, avere come obiettivo strategico la Cina. Tale intesa tra i due Pesi, infatti, se la si legge tra le righe, mira a incidere sulla supply chain cinese destinata al mercato britannico, con possibili ripercussioni sulle dinamiche commerciali globali.
Quindi verrebbe, infine, da definire la Cina stessa come un vero e proprio “Sputnik moment” nei confronti del mondo ma soprattutto verso gli USA, confermandosi sempre più attore centrale nello scenario economico internazionale. Dopo le restrizioni sui semiconduttori e le recenti misure riguardanti l’intelligenza artificiale, il Paese continua a essere al centro delle strategie economiche e geopolitiche globali, con implicazioni di vasta portata per il commercio e la tecnologia.
Dollar Index in approdo sul supporto a breve. Reggerà?Sul grafico sotto riportato é evidenziato il livello di supporto chiave del Dollar Index.
L'indice del dollaro statunitense è al minimo degli ultimi tre anni, con supporto a 97 e 95 dollari. L'RSI indica anche che il dollaro sta entrando in livelli di ipervenduto. Ma questi livelli tecnici potrebbero non significare molto, considerando la presunta svalutazione intenzionale del dollaro. Questa tendenza sembra essere guidata più dalla strategia politica che dai fondamentali del mercato.
Nel frattempo, è probabile che la paura di investire in attività considerate rifugio si intensificherà finché la politica monetaria e le attuali mosse geopolitiche non genereranno un senso più chiaro di direzione e stabilità.
USD: CONTINUERA' A SCENDERE?Il dollaro statunitense ha toccato il livello più basso da marzo 2022 a causa delle crescenti preoccupazioni sull’indipendenza della Federal Reserve.
Le critiche pubbliche del presidente Donald Trump alla Fed e le dichiarazioni secondo cui starebbe valutando il licenziamento del presidente Jerome Powell hanno generato un’ondata di vendite.
Queste tensioni, già viste durante il primo mandato di Trump, questa volta potrebbero avere un impatto più duraturo, minando la credibilità della banca centrale e aumentando l’incertezza nei mercati.
In parallelo, l’oro è salito ai massimi storici, riflettendo la ricerca di asset rifugio da parte degli investitori.
Il dollaro potrebbe continuare a indebolirsi se la narrativa di una Fed politicizzata dovesse rafforzarsi.
La crescente sfiducia nella leadership economica degli Stati Uniti, combinata con la volatilità commerciale e la diversificazione da parte dei paesi asiatici, mette ulteriore pressione sulla valuta.
Il presidente della Fed di Chicago e funzionari europei hanno avvertito che interferenze politiche nella politica monetaria potrebbero danneggiare la stabilità economica e la fiducia internazionale nel dollaro.
In questo contesto, asset alternativi e valute come euro e franco svizzero stanno guadagnando terreno.
Buon trading a tutti
Dollar Index su nuovi minimiIl Dollar Index ha toccato nuovi minimi sotto quota 98, con gli operatori istituzionali concentrati sulle pretese di Trump nel voler rimuovere Powell da presidente della FED. Inoltre, sembra che gli investitori stranieri stiano vendendo in modo aggressivo asset statunitensi a causa delle guerre commerciali, che vedono il Dollaro USA in condizioni di estrema debolezza.
Attualmente il Dollar Index sta cercando una stabilizzazione in area 98,50. Se questo tentativo avrà successo i prossimi target sono stimati tra 98,80 e 99.
NIENTE DA DIRE LA RIBASSISTA SU DXY VINCE ANCORA.Continueremo a scendere ancora perché il nostro TF ANNUALE continua ad attirare il prezzo nella sua imballance e quindi al suo completamento potremo pensare a qualche salita del dollaro.
Comunque rimango sul fatto che un rintracciamento lo dovrà fare prima o poi ed è li che si può sfruttare l'opportunità di un discesa aggressiva come si deve.
il dollaro USA è la valuta più debole del Forex quest'anno 2025Caduta del dollaro USA: gli investitori istituzionali vendevano già a febbraio
Il dollaro USA (DXY) è ufficialmente la valuta più debole sul mercato fluttuante dei cambi (Forex) da inizio anno. In calo di oltre l'8% rispetto a tutte le principali valute mondiali, questa tendenza verticale al ribasso era stata anticipata dall'analisi tecnica già a gennaio. Non è una sorpresa per chi segue i principali segnali tecnici: breakout della media mobile a 200 giorni all'inizio di marzo, pressioni strutturali visibili con l'approccio frattale a onde di Elliott, segnali ribassisti dal sistema ichimoku... in breve, gli strumenti tecnici hanno parlato e il mercato ha effettivamente intrapreso una tendenza al ribasso quest'anno 2025.
La domanda ora è: è in vista un fondo? Nel breve termine, forse, il mercato sta testando il forte supporto grafico di 99/100 punti sul DXY (si veda il grafico principale di questa analisi).
Nel medio termine, la tendenza al ribasso potrebbe continuare. Una cosa è chiara: il posizionamento istituzionale ha giocato un ruolo centrale nella flessione: hedge fund e gestori patrimoniali sono diventati tutti ribassisti sul dollaro USA nel cuore dell'inverno. Già a febbraio, i primi sono diventati acquirenti netti di EUR/USD, come mostra il rapporto COT della CFTC. Poi, all'inizio di marzo, tutti gli investitori istituzionali sono diventati venditori netti di dollaro USA contro un paniere di valute principali (si vedano i dati inseriti nel grafico sottostante).
Bis repetita con il primo anno del primo mandato di Trump (2017)
È stata la guerra commerciale, quella dei cosiddetti dazi reciproci, a vedere l'aumento dei segnali tecnici ribassisti di medio termine sul dollaro USA contro un paniere di valute principali. La volatilità a Wall Street è esplosa, anche a causa dell'escalation dei dazi dell'amministrazione Trump. Il clima economico statunitense sta diventando sempre più imprevedibile per i mercati, con una politica commerciale apparentemente improvvisata e decisioni che generano incertezza sistemica.
Ma non è tutto: anche il mercato obbligazionario statunitense sta lanciando segnali di allarme. Il rendimento a 10 anni è salito e gli spread tra gli Stati Uniti e le altre economie sviluppate si sono ampliati. Alcuni parlano addirittura di una forma di pressione cinese sul debito statunitense, attraverso vendite massicce di Treasuries. L'indice MOVE, un barometro della volatilità obbligazionaria, lo conferma: la tensione c'è e sta chiaramente pesando sul dollaro.
DISCLAIMER GENERALE:
Questo contenuto è destinato a persone che hanno familiarità con i mercati finanziari e gli strumenti di investimento, ed è fornito a scopo puramente informativo. L’idea presentata (inclusi commenti di mercato, dati e osservazioni) non rappresenta un prodotto del dipartimento di ricerca di Swissquote o delle sue affiliate. Questo materiale ha lo scopo di evidenziare le dinamiche di mercato e non costituisce consulenza in materia di investimenti, legale o fiscale. Se sei un investitore al dettaglio o non hai esperienza nel trading di prodotti finanziari complessi, è consigliabile consultare un consulente autorizzato prima di prendere decisioni finanziarie.
Questo contenuto non è destinato a manipolare il mercato né a promuovere comportamenti finanziari specifici.
Swissquote non fornisce alcuna garanzia circa la qualità, completezza, accuratezza o non violazione di tale contenuto. Le opinioni espresse sono quelle del consulente e sono fornite esclusivamente a scopo educativo. Qualsiasi informazione relativa a prodotti o mercati non deve essere interpretata come raccomandazione di una strategia o operazione di investimento. Le performance passate non garantiscono risultati futuri.
Swissquote e i suoi dipendenti e rappresentanti non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per danni o perdite derivanti direttamente o indirettamente da decisioni prese sulla base di questo contenuto.
L’uso di marchi di terze parti è a scopo informativo e non implica approvazione da parte di Swissquote né che il titolare del marchio abbia autorizzato Swissquote a promuovere i propri prodotti o servizi.
Swissquote è il marchio commerciale che rappresenta le attività di: Swissquote Bank Ltd (Svizzera) regolata da FINMA, Swissquote Capital Markets Limited regolata da CySEC (Cipro), Swissquote Bank Europe SA (Lussemburgo) regolata dalla CSSF, Swissquote Ltd (Regno Unito) regolata dalla FCA, Swissquote Financial Services (Malta) Ltd regolata dalla MFSA, Swissquote MEA Ltd (UAE) regolata dalla DFSA, Swissquote Pte Ltd (Singapore) regolata dalla MAS, Swissquote Asia Limited (Hong Kong) autorizzata dalla SFC e Swissquote South Africa (Pty) Ltd supervisionata dalla FSCA.
I prodotti e i servizi Swissquote sono destinati esclusivamente a chi può riceverli secondo la legge locale.
Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
COM'E' LA SITUAZIONE DEL DXY IN QUESTA SETTIMANA?Io continuo a rimanere sul fatto che il DXY è ancora debole anche se sta mostrando grande forza di salita.
mi focalizzo sempre sui tf grandi quindi ciò mi permette di vedere molte cose e capire la direzione giusta del prezzo. I tf bassi aiutano ma solo se vuoi tradare tutti giorni.
nel mio caso trado quando il mercato me lo dice inviandomi una notifica del prezzo che entra nelle mie zone predefinite.
la price action e la liquidita non mentono mai e se un prezzo deve salire dovrà per forza andare a prendere liquidita al ribasso.
Anaisi Weekly DXYTVC:DXY
Lo scenario del dollaro è molto particolare. Continuiamo a vedere un apprezzamento della valuta americana nonostante molti si chiedono quando ci sarà il cambio di tendenza. In realtà il cambio strutturale è già avvenuto e le turbolenze geo - politiche non aiutano all'espansione della major, tuttavia le aree interessate sono visibili a tutti. Non grandi cambiamenti, il range dovrebbe essere questo per ancora lunghi mesi, ma nei TF minori le opportunità non mancheranno.
Che ne sarà del DXY dopo l'incontro della FED di oggiOggi, il 19 marzo, è un giorno cruciale per il mercato dei cambi, con la riunione della Federal Reserve (Fed) che potrebbe influenzare significativamente il valore del dollaro americano. In questo post, analizzeremo i punti chiave del DXY (U.S. Dollar Index) e cosa ci si aspetta dalla riunione della Fed.
Punti Chiave del DXY
Livelli di Supporto e Resistenza: Il DXY ha recentemente consolidato sotto il livello di resistenza a 104.976, mentre si avvicina a un importante livello di supporto che potrebbe innescare un rimbalzo rialzista se confermato da azioni di acquisto.
Tendenza Attuale: La tendenza rialzista del dollaro è stata sostenuta da dati economici positivi e dalla percezione del dollaro come rifugio sicuro durante le incertezze economiche globali. Tuttavia, recentemente il DXY ha mostrato segni di debolezza, con un calo di circa il 2.5% rispetto ad alcune valute maggiori.
Riunione della Fed del 19 Marzo
La Fed è attesa a mantenere i tassi di interesse invariati tra il 4.25% e il 4.50% durante la sua riunione di marzo. Questa decisione è influenzata da segnali economici misti, tra cui un'inflazione in moderata discesa verso il target del 2% e un mercato del lavoro resiliente.
Gli investitori sono più interessati alle proiezioni economiche aggiornate, note come "dot plot", che rivelano le aspettative individuali dei membri della FOMC sui futuri tassi di interesse. Queste proiezioni potrebbero fornire indizi sulla traiettoria futura della politica monetaria della Fed.
Perché il Dollaro Potrebbe Salire o Scendere?
Perché Potrebbe Salire:
Robustezza Economica: La forte crescita economica degli Stati Uniti e i dati positivi recenti potrebbero continuare a sostenere il dollaro.
Divergenza Monetaria: La differenza tra le politiche monetarie della Fed e quelle delle altre banche centrali potrebbe favorire il dollaro.
Incetrezza Globale: Il dollaro tende a rafforzarsi durante le incertezze economiche globali.
Perché Potrebbe Scendere:
Aspettative di Tagli ai Tassi: Se la Fed dovesse indicare una possibilità di tagli ai tassi nel secondo semestre del 2025, il dollaro potrebbe indebolirsi.
Riduzione delle Posizioni Lunghe: La riduzione delle posizioni lunghe sul dollaro da parte degli investitori potrebbe portare a una diminuzione del suo valore.
Rischi Commerciali: L'incertezza legata alle politiche tariffarie potrebbe influenzare negativamente il dollaro.
In sintesi, il DXY è attualmente in una fase di consolidamento, e la riunione della Fed potrebbe essere un punto di svolta per la sua direzione futura. Gli investitori devono essere pronti a reagire ai segnali provenienti dalla Fed e alle proiezioni economiche aggiornate.
Buona fortuna con i vostri trading!
Disclaimer: Questo post è a scopo informativo e non rappresenta un consiglio di investimento. È sempre importante effettuare una propria analisi e gestire il rischio adeguatamente.
Dollaro: Fed Resta Cauta In Vista Delle Decisioni di TrumpBuonasera caro Trader,
Oggi, 7 marzo 2025, il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha tenuto un discorso presso un forum economico a New York, delineando la posizione della banca centrale riguardo all'attuale situazione economica e alle future decisioni di politica monetaria.
Attuale situazione economica
Powell ha evidenziato che l'economia statunitense rimane in una posizione solida, con una crescita stabile e un mercato del lavoro robusto. Tuttavia, ha riconosciuto che recenti sviluppi, come l'introduzione di tariffe commerciali su partner chiave come Messico, Canada e Cina, hanno aumentato l'incertezza economica. Queste misure hanno causato volatilità nei mercati finanziari, con fluttuazioni nei mercati azionari e nei rendimenti obbligazionari.
Approccio della Federal Reserve
In risposta a queste incertezze, la Federal Reserve adotterà un approccio prudente, mantenendo invariati i tassi di interesse nel range attuale del 4,25%-4,50%. Powell ha sottolineato l'importanza di "separare il segnale dal rumore", indicando che la Fed attenderà maggiori chiarimenti sugli effetti delle politiche dell'amministrazione Trump prima di apportare ulteriori modifiche alla politica monetaria.
Inflazione e mercato del lavoro
Nonostante le preoccupazioni legate alle tariffe possano portare a un aumento temporaneo dei prezzi, Powell ha osservato che le aspettative di inflazione a lungo termine rimangono stabili. Il mercato del lavoro continua a mostrare segni di forza, con una crescita dell'occupazione solida e un tasso di disoccupazione relativamente basso. La Fed monitorerà attentamente questi indicatori per garantire che l'inflazione rimanga ancorata e che il mercato del lavoro non si surriscaldi.
Riassunto
In sintesi, il Presidente Powell ha ribadito l'impegno della Federal Reserve nel mantenere la stabilità economica, adottando un approccio cauto e basato sui dati disponibili. La banca centrale rimarrà vigile, pronta ad adattare la politica monetaria in base all'evoluzione delle condizioni economiche e all'impatto delle politiche governative.
Come sempre, ti invito a boostare l'articolo per aiutarmi a crescere nellla piattaforma.
Buon Trading
DXY: Torna la forza sul dollaro americanoSe queste mie analisi ti sono utili ti prego di mettere un LIKE/BOOST all' articolo e seguire questo profilo.
Questo mi permetterà di continuare a fare questo lavoro gratuito.
Buongiorno a tutti,
eccomi qui come sempre per l'analisi settimanale.
Quest'oggi andiamo sull'indice DXY, ovvero l'indice che misura la forza del dollaro USA su un paniere di valute dove le principali sono euro, yen, cable e canada.
In questo fine settimana si è creata una price action di continuazione della tendenza rialzista in atto da svariati mesi con un trigger operativo del mio metodo di lavoro: FTW/DMHC.
La tenuta della zona 106,00 infatti è molto importante per le prossime giornate e sarà possibile cercare sulle maggiori valute contro dollaro delle entry LONG USD oppure operare direttamente su questo indice.
Il vero fallimento della struttura rialzista in atto si avrebbe con rotture sotto area 105,00.
Primi livelli di resistenza li troviamo a 108,50 e successivamente sui massimi a 110,00.
Per oggi è tutto, vi auguro un buon week-end e un buon TRADING SIMPLE!
DXY in RialzoA priori dall'ultima analisi effettuata, il dollaro tende a ripartire verso nuovi livelli.
L'annuncio dei dati di disoccupazione alti hanno fatto liquidare il prezzo al di sotto dei precedenti livelli. Nella notte l'annuncio di Trump ha fatto ripartire il dollaro.
Se verrà confermata la tassazione a Canada e Messico il dollaro prenderà ancora PIU' forza.
Ci attende un periodo di SELL sulle coppie valutarie contro il dollaro se verrà confermata questa situazione.
WisdomTree - Tactical Daily Update - 17.02.2025Borse cautamente ottimiste, guardano ai rapporti Usa – Russia sull’Ucraina.
La tecnologia è ancora in auge e da inizio 2025 Europa meglio di Wall Street.
I listini asiatici salgono bene da inizio anno: l’ottimismo cresce.
Prezzo del metano EU sotto 50 Eur/mgwh! Bene per l’inflazione.
Gli ultimi sviluppi economici sembrano essere un mix di preoccupazione e speranza. Da un lato, l’Europa respira un po’ di sollievo dopo l’annuncio di Donald Trump sull’introduzione di tariffe “reciproche” per i Paesi che esportano negli Usa.
Sembra che i dazi siano meno imminenti del previsto, grazie a un periodo di verifica che farà slittare le misure di diverse settimane. Quindi, per ora, i mercati si sono mostrati più cauti che mai, anche se lo spettro delle nuove tariffe americane continua a pesare sulla scena globale.
A fare da sfondo, poi, ci sono le fragili trattative di pace tra Russia e Ucraina, che riescono a mantenere i mercati in una perenne attesa di novità.
Il prezzo del gas europeo, che era salito alle stelle a causa della guerra e dell’inverno rigido in Europa, ha iniziato a scendere in modo significativo, portando un po’ di respiro alle economie europee, con il prezzo che è scivolato sotto i 50 dollari/megawattora.
Tre giorni prima, il gas era vicino ai 60 dollari, ma la discesa non ha impedito alle Borse europee di chiudere con un passo cauto.
Tra le borse del vecchio continente Milano, comunque, è riuscita a guadagnare un +0,2%, come Parigi, mentre Francoforte e Londra hanno perso -0,4%.
A Wall Street, gli investitori sembrano più sollevati, nonostante l’annuncio di Trump, poiché la decisione finale non verrà presa prima di ulteriori verifiche.
Wall Street ha visto un’esplosione di energia di Airbnb, che ha guadagnato +14,5% grazie a una trimestrale migliore delle aspettative. Apple, invece, è salita +0,8%, consolidando un guadagno settimanale di +6%.
La mossa più interessante riguarda un nuovo prodotto, probabilmente un iPhone "economico", e la crescente integrazione dell'intelligenza artificiale di Alibaba.
Macro Usa: le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono scese -0,9% a gennaio, peggio delle previsioni, a segnalare una possibile frenata dei consumi.
Sul fronte italiano, il Ministero dell’Economia ha comunicato la serie dei tassi cedolari minimi per l’emissione del BTP Più, che partono dal 2,80% per i primi quattro anni e arrivano al 3,60% per i successivi quattro.
L’emissione inizierà lunedì 17 e durerà fino al 21 febbraio. In parallelo, il debito pubblico italiano è salito a 2.965,7 miliardi, un incremento di 97,3 miliardi rispetto all’anno precedente, ma in flessione dal record di novembre.
Gli occhi del mondo sono puntati sulla trattativa per la pace in Ucraina, che sta facendo nascere dubbi in Europa: potrebbero esserci trattative che escludono i Paesi del Vecchio Continente, con la paura di un accordo che indebolisca la posizione dell’Ucraina e possa minare la sicurezza in Europa.
In questo clima, i principali leader europei si riuniranno a Parigi, mentre negli Stati Uniti e in Russia si preparano a un nuovi vertice diplomatico in Arabia Saudita.
Le Borse asiatiche hanno chiuso in rialzo, con Shanghai, Shenzhen, Hong Kong e Seul che hanno registrato guadagni tra +0,2% e +0,75%. Un segnale positivo?
Forse, ma gli investitori restano concentrati sul settore tecnologico, che sembra essere il vero motore della crescita. La Cina in particolare ha visto una crescita nell’indice MSCI China, che Goldman Sachs prevede possa arrivare, nei prossimi 12 mesi, a guadagnare il 16%.
Ma attenzione: mentre l'Asia si risolleva, i mercati europei continuano a essere più robusti, con il FTSE MIB e il DAX che registrano rispettivamente +12,5% e +13%, i migliori risultati globali. Un'ulteriore conferma che l'Europa sta facendo bene, mentre Wall Street, pur solida, è più indietro.
Petrolio, il Brent ha chiuso con una leggera crescita (+0,1%) dopo settimane difficili, ma l’intensificarsi delle discussioni sulla pace in Ucraina sembra aver prevalso sugli allarmismi legati alla guerra commerciale.
Un possibile accordo potrebbe persino abbassare il prezzo del greggio. Intanto, l’India ha dovuto adattarsi alle nuove strategie americane, acquistando più petrolio e gas naturale dagli Stati Uniti per evitare i dazi e ridurre l’eccesso di surplus commerciale.
L’indice Bloomberg delle commodities ha chiuso la settimana sui massimi da maggio, con un guadagno dell'1,5%, segnando l’ottimismo verso gli sviluppi in Ucraina.
Secondo Goldman Sachs, un possibile accordo di pace avrebbe effetti diretti sul mercato energetico, con un abbassamento dei prezzi del gas in Europa che potrebbe oscillare tra il 15% e il 50%.
Cambio Euro/Dollaro: il Dollaro ha perso terreno nei confronti dell’euro, chiudendo la settimana con -1,5%, benchè il trend rialzista rimane intatto. Le vendite al dettaglio e la debolezza del dollaro indicano che la Federal Reserve potrebbe scegliere una politica più morbida.
Questo sembra dare una nuova spinta ai metalli preziosi, con l’argento che potrebbe essere il nuovo "Bitcoin", secondo Peter Schiff, noto economista e strategista Usa.
In conclusione, il panorama globale è ancora incerto. Sebbene le Borse siano in positivo e le commodity segnino buoni risultati, preoccupazioni per la pace in Ucraina, guerre commerciali e dei dazi continuano creare dubbi negli investitori.
Informazioni importanti
Comunicazioni emesse all’interno dello Spazio economico europeo (“SEE”): Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree Ireland Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Central Bank of Ireland.
Comunicazioni emesse in giurisdizioni non appartenenti al SEE: Il presente documento è stato emesso e approvato da WisdomTree UK Limited, società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.
Per fare riferimento a WisdomTree Ireland Limited e a WisdomTree UK Limited si utilizza per entrambe la denominazione “WisdomTree” (come applicabile). La nostra politica sui conflitti d’interesse e il nostro inventario sono disponibili su richiesta.
Solo per clienti professionali. Le informazioni contenute nel presente documento sono fornite a titolo meramente informativo e non costituiscono né un’offerta di vendita né una sollecitazione di un’offerta di acquisto di titoli o azioni. Il presente documento non deve essere utilizzato come base per una qualsiasi decisione d’investimento. Gli investimenti possono aumentare o diminuire di valore e si può perdere una parte o la totalità dell’importo investito. Le performance passate non sono necessariamente indicative di performance future. Qualsiasi decisione d’investimento deve essere basata sulle informazioni contenute nel Prospetto informativo di riferimento e deve essere presa dopo aver richiesto il parere di un consulente d’investimento, fiscale e legale indipendente.
Il presente documento non è, e in nessun caso deve essere interpretato come, una pubblicità o qualsiasi altro strumento di promozione di un’offerta pubblica di azioni o titoli negli Stati Uniti o in qualsiasi provincia o territorio degli Stati Uniti. Né il presente documento né alcuna copia dello stesso devono essere acquisiti, trasmessi o distribuiti (direttamente o indirettamente) negli Stati Uniti.
Il presente documento può contenere commenti indipendenti sul mercato redatti da WisdomTree sulla base delle informazioni disponibili al pubblico. Benché WisdomTree si adoperi per garantire l’esattezza del contenuto del presente documento, WisdomTree non garantisce né assicura la sua esattezza o correttezza. Qualsiasi terzo fornitore di dati di cui ci si avvalga per reperire le informazioni contenute nel presente documento non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione di sorta in relazione ai suddetti dati. Laddove WisdomTree abbia espresso dei pareri relativamente al prodotto o all’attività di mercato, si ricorda che tali pareri possono cambiare. Né WisdomTree, né alcuna consociata, né alcuno dei rispettivi funzionari, amministratori, partner o dipendenti, accetta alcuna responsabilità per qualsiasi perdita, diretta o indiretta, derivante dall’utilizzo del presente documento o del suo contenuto.
Il presente documento può contenere dichiarazioni previsionali, comprese dichiarazioni riguardanti le attuali aspettative o convinzioni in relazione alla performance di determinate classi di attività e/o settori. Le dichiarazioni previsionali sono soggette a determinati rischi, incertezze e ipotesi. Non vi è alcuna garanzia che tali dichiarazioni siano esatte, e i risultati effettivi possano discostarsi significativamente da quelli previsti in dette dichiarazioni. WisdomTree raccomanda vivamente di non fare indebito affidamento sulle summenzionate dichiarazioni previsionali.
I rendimenti storici ricompresi nel presente documento potrebbero essere basati sul back test, ossia la procedura di valutazione di una strategia d’investimento, che viene applicata ai dati storici per simulare quali sarebbero stati i rendimenti di tale strategia. Tuttavia, i rendimenti basati sul back test sono puramente ipotetici e vengono forniti nel presente documento a soli fini informativi. I dati basati sul back test non rappresentano rendimenti effettivi e non devono intendersi come un’indicazione di rendimenti effettivi o futuri.






















