$XLRE si distingue in una settimana dura per gli ETFIn una settimana impegnativa in cui anche gli ETF e gli indici più grandi hanno perso terreno a causa dei dati economici rilasciati,
AMEX:XLRE (Real Estate Select Sector SPDR Fund) si è distinto come il campione indiscusso tra i ticker analizzati. Mentre AMEX:SPLV (Invesco S&P 500 Low Volatility ETF) ha registrato una perdita significativa del -0,96%, AMEX:XLRE ha brillato con una performance positiva, segnando un incremento dello 0,63%. Questo suggerisce che AMEX:XLRE potrebbe essere considerato un investimento più resiliente rispetto a AMEX:SPLV nelle attuali condizioni di mercato.
Ma non è tutto! Ecco le performance giornaliere degli altri ETF e indici principali:
AMEX:XLK (SPDR Select Sector Fund - Technology): ha subito un calo del -2,59%.
NASDAQ:SOXX (iShares Semiconductor ETF): ha visto una diminuzione del -4,28%.
AMEX:XLF (SPDR Select Sector Fund - Financials): ha perso il -1,47%.
AMEX:IAT (iShares U.S. Regional Banks ETF): ha registrato un calo del -2,2%.
AMEX:XHB (SPDR Series Trust SPDR Homebuilders): ha mostrato una leggera crescita del +0,1%.
AMEX:IAK (iShares U.S. Insurance ETF): ha subito una perdita del -1,03%.
AMEX:XLB (Materials Select Sector SPDR): ha visto una diminuzione del -1,26%.
E per quanto riguarda gli indici principali:
S&P 500: ha perso il -1,13%.
NASDAQ 100: ha subito un calo del -3,18%.
Dow Jones Industrial Average: ha registrato una perdita del -0,43%.
I dati economici più importanti rilasciati questa settimana includono:
PMI manifatturiero USA: 49,8, indicando una contrazione nel settore manifatturiero1.
PIL USA (trimestrale): crescita dello 0,2%, in linea con le aspettative2.
Indice dei prezzi al consumo (CPI) USA: aumento dello 0,2% a luglio3.
In questo contesto, AMEX:XLRE emerge come una scelta vincente, dimostrando una notevole resilienza e potenziale di crescita. Guardando avanti, il prossimo livello di prezzo da monitorare per AMEX:XLRE é 45$, un obiettivo realistico considerando la sua recente performance e la stabilità del settore immobiliare.
Idee operative XLRE
XLRE tenta una figura di inversione target 36 13.11.23Mercati poco mossi in attesa dei dati sull'inflazione di domani.
Analizziamo alcune situazioni interessanti. XLRE è un importante ETF del settore immobiliare USA. Sempre finanza immobiliare settore sanitario analizziamo MPW che possiede 400 strutture ospedaliere in 10 paesi.
IPOTESI 2022. COS'HA SCONTATO IL MERCATO NELL'ULTIMO MESE?Buongiorno a tutti, siamo finalmente entrati in Q1 2022. Questa idea ha l’obiettivo di analizzare determinati “indicatori” e settori e i loro comportamenti in maniera tale da capire quello che potrà accadere in Q1 2022. La domanda importante da porsi è: dove i grandi investitori stanno posizionando i loro capitali?
RAPPORTO TRA AZIENDE VALUE, AZIENDE GROWTH ED S&P500
Il primo grafico che vi porto è il rapporto esistente tra aziende value e growth. Per chi ancora non lo sapesse, le aziende value sono quelle con un business molto forte che basano i loro guadagni nel presente; non hanno grandi prospettive di crescita futura e una parte dei loro guadagni sono ridistribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi; quelle growth, come dice la parola stessa, sono aziende di “crescita”, ossia basano i loro guadagni in un tempo futuro, talvolta accontentandosi di avere bassi guadagni in tempi presenti; parte dei loro guadagni sono poi rienvestiti nell’azienda in maniera tale da espanderla e di conseguenza, spesso, i dividendi forniti agli azionisti sono bassi oppure totalmente assenti.
Dal grafico possiamo notare come, da metà novembre circa, le aziende value hanno sovraperformato le aziende growth. Nella parte bassa del grafico vi ho riportato l’andamento dell’S&P500. Vediamo come la sovraperformance delle value ha conciso con un momento di perlopiù lateralizzazione da parte dell’indice di riferimento; sono così andato ad evidenziare tutti quei momenti nell’ultimo anno in cui abbiamo avuto le value più forti rispetto alle growth (momenti evidenziati da canali paralleli ascendenti) e osservato il comportamento dell’ S&P negli stessi periodi: notiamo come ad un rafforzamento delle value rispetto alle growth è coinciso un momento di lateralità o momenti di bassissimi guadagni da parte dello Standard and Poor.
Al contrario, invece, possiamo osservare come ad un rafforzamento delle growth rispetto alle value (in tutte quelle parti non evidenziate) l’S&P500 ha realizzato performance più cospicue. Come mai accade ciò?
Per provare a far luce a tutto ciò ci viene in aiuto il vix:
come potete notare, il vix si trova nella parte bassa del grafico, con la linea rappresentativa di color azzurro.
Ho tracciato una retta di color rosso nel livello 20, considerato lo spartiacque tra “paura” e “relativa tranquillità” dei mercati, ed inoltre ho utilizzato dei rettangolini azzurri per indicare tutti i picchi di volatilità avuti nel 2021:
E’ facile notare come gli investitori, in periodi prossimi o corrispondenti a picchi di volatilità, abbiano preferito comprare azioni di aziende value rispetto a quelle growth.
Notiamo infatti come il primo picco di volatilità (a febbraio circa) è stato seguito da una grande forza relativa delle value, che è continuata anche nel picco relativo a marzo. Ciò è accaduto anche a maggio e a metà luglio per arrivare a dicembre quando, a causa della scoperta di omicron, la volatilità era salita di tanto spaventando i mercati.
Abbiamo quindi spiegato il motivo per cui, ad una forza relativa maggiore delle value rispetto alle growth, l’S&P 500 talvolta ha stornato, lateralizzato o segnato bassi guadagni? Perché a questi momenti è sempre corrisposta una volatilità “preoccupante”, tale da indurre gli investitori a chiudere posizioni long sulle aziende growth e ad aprirne su azioni value, considerate quindi più “difensive”.
Quando poi invece la volatilità si riabbassava, le growth diventavano più forti delle value, segno del fatto che la stessa non spaventava più. In base a quest’ultima frase da me scritta, che insegnamento possiamo trarne per tutto il 2022? Che quando le growth vanno a sovraperformare le value, ci troviamo in un clima di risk-on dei mercati, e questo è appunto dimostrato dal fatto che le growth performano bene in periodi di bassa volatilità e perché lo Standard and Poor, negli stessi periodi, guadagna in maniera cospicua.
Questo grafico da me costruito sarà un’indicatore che guarderò molto da vicino per capire il clima di rischio sui mercati per valutare il rischio stesso di ogni investimento.
AZIONI HIGH BETA, LOW BETA ED SP500
Lo stesso discorso fatto per le aziende value e growth può essere fatto con aziende a basso beta e ad alto beta. Sapete di cosa parlo?
ll Beta è un coefficiente che misura la variazione attesa del rendimento di un certo titolo per ogni variazione di un singolo punto percentuale del mercato di riferimento.
Il valore di questo coefficiente tende a muoversi intorno a 1: nello specifico, se il Beta di un’azione è pari a 1, questa tenderà a muoversi in linea con il mercato di riferimento, senza amplificare o ridurre i movimenti dello stesso. Quando il Beta di un’azione è maggiore di 1 invece, si è davanti a un titolo “aggressivo”, che amplifica i movimenti del mercato, l’attività è considerata quindi più rischiosa. Se il Beta è compreso tra 0 e 1, si ha di fronte un’azione “difensiva”, la quale tende a muoversi in modo meno che proporzionale all’indice di riferimento. Infine, un titolo con Beta negativo tenderà a muoversi in maniera opposta al mercato.
Spiegato cos’è il coefficiente Beta, vediamo il grafico di sotto:
La linea superiore in azzurro è il rapporto tra aziende a basso beta e aziende ad alto beta, mentre in basso, identificato con una linea color arancio, abbiamo l’andamento dell’S&P500.
Ho messo i due asset a confronto, e osserviamo come l’S&P tenda a crescere quando le aziende ad alto beta sovraperformano quelle a basso beta mentre, in caso contrario, l’S&P500 tende a lateralizzare.
In quest’ultimo periodo siamo in un momento in cui quelle a basso beta rendono meglio rispetto a quelle a beta più alto.
Vi siete chiesti quali sono i settori “low beta” tra quelli che nomino sempre? Sono il settore delle utilities, dei beni di prima necessità e il settore sanitario; vi riporto ora la correlazione esistente tra le aziende a basso beta e i 3 settori nominati per farvi osservare graficamente la grande correlazione positiva:
• SETTORE UTILITIES
Nei vari rettangoli vi ho evidenziato la grande correlazione positiva.
• SETTORE BENI DI PRIMA NECESSITA’
• SETTORE SANITARIO
Riassumendo quello che vi ho detto fin’ora, abbiamo quindi capito come le aziende più “difensive” come il settore delle utilities, sanitario e dei beni di prima necessità stiano performando bene:
Ricordo a chi non lo sapesse che tipicamente i settori difensivi vanno a performare bene in tempi di incertezze o rallentamenti economici o comunque, più in generale, in periodi di risk off dei mercati: questo accade perché gli stessi settori riescono comunque a generare guadagni nonostante il particolare periodo economico.
Dico sempre che la finanza tende sempre a scontare prima quello che poi in realtà succede, e vi ho dimostrato più di una volta che questa ipotesi è vera (vi consiglio di leggere le mie ultime idee, troverete tanti spunti sotto questo punto di vista). La domanda da farsi quindi è: come mai nell’ultimo mese sono stati i settori difensivi i veri protagonisti? Il mercato si aspetta un periodo di incertezza economica o un rallentamento?
Per spiegare questo, utilizzo un indice, il Russell 2000; quest’ultimo racchiude nel suo paniere le più importanti 2000 aziende statunitensi a piccola e media capitalizzazione. Utilizzo quest’ultimo come indicatore perché le aziende più piccole tendono ad avere la loro attività negli Stati Uniti, al contrario delle mega-cap che hanno affari in tutto il mondo; aziende come Microsoft, Amazon oppure Apple, essendo delle multinazionali, nonostante siano statunitensi, vendono i loro prodotti in tutto il mondo. Capendo quindi che le small e mid-cap hanno affari soltanto a livello nazionale, possiamo affermare che vanno a riflettere meglio lo sviluppo dell'economia statunitense. Di conseguenza, cosa possiamo aspettarci a livello grafico? Che se gli investitori vedono nel futuro un’economia forte, anche il Russell 2000 dovrebbe presentarsi forte e in trend lateral-rialzista; viceversa, ad un’aspettativa di rallentamento economico, dovremmo aspettarci un Russell debole e in trend lateral-ribassista. Vediamo come si sta comportando nella grafica:
Vediamo come, dagli inizi di novembre, l’indice abbia iniziato a disegnare una parabola discendente. Vediamo invece come da ottobre 2020 a inizi 2021,quando eravamo in ripresa economica, il Russell fosse invece salito in maniera abbastanza forte, rispettando quindi la sua funzione di “termometro dell’economia statunitense”. Questo ci deve far capire un qualcosa di importante: se gli investitori avessero avuto una visione positiva dell’economia, perché negli ultimi 2 mesi avrebbe venduto il Russell? Semplice: ciò significa che la loro visione economica non è positiva.
A tale scopo vi ho poi condiviso nella parte bassa del grafico gli stessi settori difensivi che vi ho citato prima: vedete come sono saliti a dispetto del Russell?
RUSSELL 2000 E APPIATTIMENTO DELLA CURVA DEI RENDIMENTI COME SEGNALI ANTICIPATORI
Come vi ho spiegato diverse volte, un altro termometro economico importante è il mondo obbligazionario, in particolare i titoli di stato USA a diversa scadenza e i loro rendimenti. Avevo scritto un’idea riguardo al loro comportamento, in particolare come essi variavano nelle diverse condizioni economiche; per maggiori dettagli, vi linko l’idea qua sotto:
Nel grafico sottostante abbiamo con la linea arancio il Russell 2000 mentre con la linea azzurra lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato USA a 10 anni e 2 anni. Per chi non sapesse a cosa si riferisce questo spread, è molto semplice: i 10 anni vengono considerati una scadenza lunga, mentre i 2 anni una scadenza corta; ciò significa che più lo spread tra i due titoli si restringe, più si ha l’appiattimento della curva dei rendimenti. Infatti, vedete come da aprile 2021 lo spread ha disegnato un trend ribassista? Significa semplicemente che, pian piano, la curva sta andando ad appiattirsi, segno del fatto che gli investitori si aspettano un rallentamento economico.
E’ curiosa la correlazione tra il Russell e lo spread: in ripresa ed espansione economica (ossia la parte racchiusa entro il rettangolo arancio) entrambi gli asset erano saliti (ricordo che se lo spread tra i due titoli è più pronunciato positivamente, ossia a percentuali positive, la curva è da considerarsi più “steep”).
Successivamente, da aprile 2021 ad oggi, il Russel ha iniziato una fase di lateralità mentre lo spread è andato a contrarsi; questa correlazione mi fa capire quanto entrambi gli asset siano correlati all’economia statunitense e come, in particolare, ci diano le stesse informazioni dal punto di vista del sentiment del mercato.
IL SETTORE PER ECCELLENZA IN TEMPI DI INFLAZIONE: REAL ESTATE
Un altro grande settore dalle grandi performance è sicuramente quello del Real Estate:
Come possiamo vedere dalla grafica, il settore è stato sicuramente tra i migliori, con una performance di oltre il 40%. Sapete come mai il settore immobiliare performa bene in questo periodo? Grazie all’inflazione!
Questo perché le aziende immobiliari riescono a trasferire al consumatore l’aumento percentuale dei prezzi in quanto gli immobili, in tempi inflattivi appunto, tendono a conservare il loro valore, al contrario di altri beni. Infatti, come saprete, con un inflazione che aumenta, aumentano anche i prezzi degli affitti, delle case e degli stabilimenti, e questo significa che i guadagni delle aziende immobiliari, in particolare i REITS, non vengono erosi (proprio per la capacità degli immobili di conservare quindi il loro valore).
L’inflazione in USA è al 6,8%; si prevede che nel 2022 si abbasserà di qualche punto percentuale. Quando succederà? Questo non si sa, ma credo che guardando il prezzo degli energetici e i valori dei PMI potremmo avere in futuro qualche certezza in più.
Spero questa analisi vi possa servire. Vi auguro un felice anno nuovo! MATTEO FARCI
Il Real Estate ritorna sui massimiChiude segnando un nuovo massimo storico, il settore Real Estate che si mostra nella giornata di ieri, decisamente forte rispetto al movimento attuale del mercato e rispetto anche agli altri settori.
Dal grafico settimanale a seguito della caduta di fine agosto, ha recuperato con forza a partire da inizio ottobre fino ad oggi. La forza relativa rispetto al mercato, attualmente è allineata al rialzo anche se non è delle migliori. Infatti, dopo la lunga tendenza rialzista, oggi si trova all'interno di un trading range.
Sul grafico giornaliero, notiamo come da fine ottobre, il settore sia rimasto in trend laterale ma comunque sopra la media mobile veloce e in area massimo storico.
Per quanto mi riguarda, ieri ha dato un primo segnale interessante ma forse non ancora sufficiente.
Un'altra conferma che io aspetterei è la chiusura al rialzo sia della candela settimanale sia della forza relativa dandomi quindi ulteriori segnali positivi. A questo punto si potrebbe iniziare a scovare quali aziende sono le aziende forti.
Alcuni esempi di aziende che si sono mosse bene ieri sono:
1. Alexandria Real Estate Equities, Inc ( ARE ) => Chiude arrivando vicinissima al massimo intraday.
2. UDR , Inc. ( UDR ) => Chiude con un nuovo massimo storico
3. Mid-America Apartment Communities , Inc. ( MAA ) => Chiude con un nuovo massimo storico.
Le aziende sopra, sono solo degli spunti che rimangono da analizzare caso per caso con dettaglio.
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** DISCLAIMER **
L'analisi è frutto di miei considerazioni personali e non è nessuna sollecitazione all'investimento! Operatività segnalate non posso sostituire il libero ed informato giudizio dell'investitore che agisce per libera scelta e a proprio rischio.
Analisi settoriale - aggiornamento ultima settimana.Nell’ultima settimana abbiamo assistito ad un rimbalzo generalizzato, con performance positive in quasi tutti i settori.
Guidano i rialzi settimanali i seguenti (primo grafico):
• Real Estate;
• Consumer Discretionary;
• Materie Prime;
• Utilities;
• Tecnologia;
• Industriale;
Notiamo subito come alcuni dei settori più in difficoltà degli ultimi periodi, siano riusciti a segnare importanti performance. Allungando la nostra analisi ai precedenti 30 giorni (secondo grafico), il settore energetico continua farla da padrone, seguito dal finanziario e dalle materie prime.
Sebbene i segnali di questi giorni sembrerebbero essere interessanti, analizzando i singoli Etf è possibile farsi un’idea sull’impostazione tecnica dei vari settori.
In particolare notiamo come il “Real Estate” (Terzo grafico), malgrado l’interessante performance dell’ultima settimana, non sembrerebbe ancora essere in un’impostazione favorevole, con i prezzi ancora distanti dai precedenti massimi e dove non notiamo alcuna area di consolidamento, ma semplicemente un rimbalzo su un supporto.
Diverso il caso del Consumer Cyclical, da luglio osserviamo una struttura di consolidamento rotta al rialzo in maniera decisa negli ultimi giorni. I rialzi sono guidati dalle seguenti industrie:
• Department Store;
• Internet Retail;
• Auto Manufacturers;
• Lodging;
• Home Retail.
Nei miei piani di trading continuerò a seguire le posizioni già in essere nel settore energetico, facendole “correre” seguendo il trend fino ad inversione, cercherò di sfruttare qualche occasione nel settore finanziario, sempre ben impostato. Qualora dovessi avere dei segnali nel Consumer cyclical, seguirei le mie strategie, tenendo sempre bene a mente che siamo in una fase inflazionistica, con possibili manovre da parte delle banche centrali che potrebbero determinare reazioni importanti sui mercati.