DOLLAR INDEX, il dollaro torna a bullizzare il ForexChart di Capital.Com
Nonostante gli acciacchi del periodo, il dollaro americano nel lungo periodo mostra una inesorabile forza sul mercato dei cambi.
Tutte le valute soffrono contro di lui nel lungo periodo.
All'interno di quel canale rialzista di lungo termine, questa è l'attuale fase di timida debolezza
La debolezza recente è visibile sul grafico giornaliero perché confinata in un ripido canale discendente.
Di recente il dollaro ha ripreso a bullizzare nel Forex e, probabilmente, si appresta ad uscire da questo recinto che evidentemente gli sta stretto.
La candela che sembra aver infranto la parte alta del canale mostra volumi elevati.
Sul grafico a 4 ore abbiamo la possibilità di concentrarci sulla recente ripresa di forza del dollaro.
Si sta muovendo in un canale rialzista da cui già mostra volontà di uscire all'insù.
I prezzi stanno testando il supporto in area 105,5 per cui si può valutare un long sperando che regga.
Un generoso reward/risk incoraggia la prospettiva.
Idee operative DXY
Analisi DXY - la Cina come "Sputnik moment".Analisi settimane macroeconomica e prospettive future.
Il dollaro statunitense ha registrato il terzo guadagno settimanale consecutivo, proseguendo il suo recupero dai minimi pluriennali raggiunti a metà aprile. L’indice del dollaro (DXY) ha consolidato ulteriormente la propria posizione al di sopra della soglia chiave di 100,00, un livello psicologico rilevante che, tuttavia, non è stato ancora superato con decisione.
Dopo aver subito una flessione di quasi il 9% rispetto ai massimi di marzo, con un temporaneo calo sotto quota 98,00 il mese scorso, il biglietto verde ha messo a segno un progressivo rafforzamento nelle ultime settimane. Tale ripresa è stata agevolata dal miglioramento del clima nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con sviluppi immediati attesi già nel fine settimana, in occasione di un incontro tra rappresentanti delle due nazioni in Svizzera.
L’apprezzamento della valuta statunitense è stato inoltre sostenuto dall’incremento dei rendimenti dei Treasury, che hanno raggiunto nuovi massimi su più scadenze nella seconda parte della settimana. Sebbene il movimento rialzista del dollaro sia rimasto contenuto, l’aumento dei rendimenti ha contribuito a consolidarne la forza, specie dopo che la Federal Reserve (Fed) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse mercoledì, con il Presidente Jerome Powell che ha ribadito un approccio prudente e improntato alla stabilità monetaria.
Questa settimana, la Casa Bianca ha evitato l’introduzione di nuovi dazi, ma il contesto commerciale ha subito un'evoluzione significativa. L’attenzione si è concentrata sulle crescenti speculazioni riguardo a una possibile riduzione dell’imponente tariffa del 145% sulle importazioni statunitensi di prodotti cinesi, precedentemente annunciata dal presidente Donald Trump. Tale ipotesi rappresenterebbe un allentamento sostanziale rispetto alla sua precedente strategia protezionistica. In un intervento preliminare a un importante incontro di sabato, il presidente ha suggerito che un’aliquota più contenuta, intorno all’80%, potrebbe essere "adeguata", lasciando intravedere un potenziale cambio di rotta nella politica commerciale americana.
A rafforzare il sentiment positivo sul dollaro statunitense, Washington e Londra hanno svelato giovedì un nuovo quadro commerciale bilaterale. L’intesa prevede un miglioramento delle condizioni di accesso al mercato e una semplificazione delle procedure doganali per le esportazioni statunitensi destinate al Regno Unito, mentre la Gran Bretagna beneficerà di un’esenzione tariffaria limitata su specifici settori, tra cui automotive, acciaio e alluminio.
Tuttavia, la reazione dei mercati è rimasta relativamente contenuta. Molti analisti hanno giudicato l’accordo di portata ridotta, considerandolo più un insieme di concessioni reciproche che una revisione strutturale delle relazioni commerciali bilaterali. In effetti, gli Stati Uniti manterranno un dazio di base del 10% sulla maggior parte dei prodotti britannici, rafforzando l’idea che un ritorno ai livelli tariffari precedenti al cosiddetto "Giorno della Liberazione" sia improbabile, indipendentemente dagli accordi in corso.
L’apparente ammorbidimento della postura commerciale di Trump segnerebbe un ulteriore ripensamento rispetto alle posizioni precedentemente rigide, in risposta alla volatilità dei mercati finanziari. Nelle ultime settimane, il presidente ha ridimensionato le minacce di imposizione generalizzata di nuovi dazi a seguito di una forte correzione azionaria, ha moderato le critiche rivolte al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e ha esaltato i successi commerciali ottenuti con Canada e Messico—risultati che, tuttavia, si sono rivelati prevalentemente simbolici.
Gli economisti avvertono che, sebbene una revisione delle tariffe possa alleviare alcune pressioni sui prezzi, le persistenti barriere commerciali continuano a rappresentare un fattore di rischio per l’economia globale. I potenziali effetti inflazionistici derivanti da tali misure potrebbero infatti indebolire la domanda dei consumatori e rallentare la crescita economica. Qualora i rischi di ribasso si acuissero, la Federal Reserve potrebbe trovarsi nella posizione di dover riesaminare il proprio approccio monetario prudente e basato sui dati.
Mercoledì, la Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, in linea con le aspettative del mercato, ma ha evidenziato l’emergere di rischi crescenti sia sul fronte inflazionistico che occupazionale nei prossimi mesi.
Nel comunicato diffuso al termine della riunione, la banca centrale ha sottolineato che l’economia statunitense continua a espandersi a un ritmo sostenuto. Tuttavia, la crescita più contenuta registrata nel primo trimestre è stata in larga parte attribuita all’incremento delle importazioni, poiché consumatori e imprese hanno cercato di anticipare l’impatto dei nuovi dazi imposti.
Durante la conferenza stampa successiva alla riunione, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito la solidità strutturale dell’economia statunitense, pur riconoscendo l’aumento dell’incertezza. Ha precisato che le future decisioni di politica monetaria saranno strettamente legate all’evoluzione dei dati macroeconomici e che il percorso della Fed potrebbe includere una riduzione dei tassi o un prolungato periodo di stabilità.
"La traiettoria futura potrebbe prevedere un allentamento monetario o il mantenimento dell’attuale livello dei tassi", ha dichiarato Powell, sottolineando l’adozione di un approccio più flessibile da parte della banca centrale, in un contesto caratterizzato da tensioni commerciali e da fattori di rischio globali che potrebbero influenzare le prospettive economiche.
Nelle ultime sedute, il dollaro statunitense ha mostrato segnali di stabilizzazione, attenuando le preoccupazioni legate alla stagflazione (una condizione economica caratterizzata da crescita debole e inflazione persistente) e fornendo un temporaneo impulso al sentiment degli investitori. Tuttavia, la valuta americana continua a essere soggetta a pressioni ribassiste, influenzata da un insieme di fattori avversi, tra cui l’impatto dei dazi, il rallentamento della crescita economica interna e il deterioramento della fiducia degli operatori di mercato.
L’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve, con gli ultimi dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC) e al PCE che confermano la persistenza delle pressioni inflazionistiche. A complicare ulteriormente il quadro di politica monetaria della Fed è la tenuta del mercato del lavoro, che continua a mostrare una resilienza superiore alle attese, riducendo le probabilità di imminenti interventi di allentamento sui tassi di interesse.
In aggiunta, le aspettative di inflazione al consumo hanno registrato un incremento. L’ultimo sondaggio condotto dalla Fed di New York indica che gli americani prevedono un aumento dei prezzi del 3,6% nel prossimo anno, in rialzo rispetto al 3,1% di febbraio, il livello più elevato da ottobre 2023. Tuttavia, le aspettative di lungo periodo restano ben ancorate, segnale di una persistente fiducia nella capacità della Fed di contenere le pressioni inflazionistiche.
Sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro ha mantenuto una relativa stabilità ad aprile, con il numero di occupati non agricoli (NFP) rivisto a 177.000 e il tasso di disoccupazione fermo al 4,2%. Tuttavia, gli analisti avvertono che tali dati potrebbero non riflettere ancora pienamente l’impatto delle misure tariffarie introdotte dopo il "Giorno della Liberazione", un elemento che potrebbe emergere con maggiore evidenza nelle prossime rilevazioni.
Nel complesso, il dollaro statunitense continua a muoversi in un contesto di elevata volatilità, influenzato da un mix di inflazione persistente, incertezza sulle politiche commerciali e indebolimento dei fondamentali macroeconomici. Di conseguenza, i mercati si preparano a una fase di turbolenza prolungata, con un andamento prudente per la valuta americana.
Nella prossima settimana, l’attenzione dei mercati sarà focalizzata sui dati relativi all’inflazione, con la pubblicazione dei report di aprile sull’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e sull’Indice dei Prezzi alla Produzione (IPP). Questi indicatori forniranno elementi chiave per valutare l’evoluzione delle pressioni inflazionistiche e il loro impatto sulle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve. In un contesto caratterizzato da inflazione persistente e segnali economici contrastanti, tali dati potrebbero risultare determinanti per le aspettative sui futuri interventi della banca centrale in materia di tassi di interesse.
Contestualmente, un ampio gruppo di esponenti della Fed è atteso per una serie di interventi che manterranno alta l’attenzione degli investitori sulla comunicazione della banca centrale, in seguito all’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Le dichiarazioni dei funzionari potrebbero offrire ulteriori indicazioni sulla traiettoria della politica monetaria e sulla valutazione dei rischi macroeconomici.
Oltre alle dinamiche legate alla Fed, i mercati continueranno a monitorare con attenzione gli sviluppi sul fronte commerciale, con particolare riferimento ai negoziati tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante le aspettative di progressi, le trattative hanno finora registrato risultati limitati, alimentando incertezza sulle prospettive delle relazioni economiche tra le due principali economie globali.
Analisi tecnica DXY
L' indice del dollaro statunitense ha continuato la sua ripresa costante, seppur lenta, chiudendo la terza settimana di rialzo registrando un +0,39% e un +0,78% da inizio mese.
Sul grafico giornaliero, una rottura sostenuta al di sopra del livello psicologico di 100,00, chiudendo la sessione giornaliera al di sopra delle Kijun Sen, potrebbe aprire la strada a un test della media mobile semplice (SMA) a 50 giorni a 102,60, seguita dalla più significativa SMA a 200 giorni a 104,30, appena al di sotto del massimo del 26 marzo di 104,6.
Tuttavia, i rischi al ribasso rimangono evidenti. Una nuova inversione ribassista potrebbe riportare in gioco il minimo del 2025 a 97,92, segnato il 21 aprile, con il minimo di marzo 2022 a 97,92.
Per ora, è probabile che la pressione al ribasso persista finché l'indice rimarrà al di sotto delle medie mobili.
Riflessioni finali.
La politica tariffaria adottata dall’amministrazione Trump non deve essere interpretata esclusivamente in chiave protezionistica, ma anche come uno strumento volto a fronteggiare criticità economiche di rilevante entità, che gli Stati Uniti potrebbero aver sottovalutato per troppo tempo. L’attuale governo si trova a dover affrontare una serie di sfide cruciali:
• Gestione del debito pubblico, con l’obiettivo di rifinanziare le scadenze dell’anno in corso a rendimenti più contenuti.
• Controllo dell’inflazione, cercando di mantenere la stabilità dei prezzi in un contesto di crescente pressione sui costi.
• Prevenzione della stagflazione, evitando una combinazione di crescita economica debole e inflazione elevata.
Tali obiettivi, senza un intervento diretto sul sistema fiscale—ipotesi considerata solo in ultima istanza dall’amministrazione Trump—appaiono perseguibili principalmente attraverso l’imposizione di dazi, misura che verrà comunque implementata. L’applicazione di tariffe doganali potrebbe rappresentare l’unico strumento efficace per mitigare gli effetti derivanti dall’elevata domanda interna e dal forte impulso ai consumi registrato negli ultimi anni.
Naturalmente, questa strategia ha un impatto significativo sulla politica monetaria della Federal Reserve, che si trova a dover bilanciare il difficile compito di contenere l’inflazione senza alimentare rischi di stagflazione. Inoltre, la banca centrale deve gestire le pressioni esercitate dal presidente Trump, il quale ha più volte sollecitato un orientamento più accomodante, con toni particolarmente incisivi. In questo contesto, la Fed dovrà mantenere un approccio prudente, basato sull’analisi dei dati economici e sulla valutazione delle implicazioni derivanti dalle misure tariffarie.
Il processo di de-dollarizzazione sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel panorama economico globale, con implicazioni significative per i mercati finanziari e valutari. Dall’inizio dell’anno, il dollaro statunitense ha registrato un progressivo indebolimento, accompagnato da una flessione dei mercati azionari americani. In contrasto, l’Europa ha mostrato una dinamica più favorevole, con la Germania che, nell’ultima settimana, ha raggiunto nuovi massimi storici.
Negli Stati Uniti, il mercato azionario è stato sostenuto principalmente dagli investitori retail, mentre gli investitori istituzionali di lungo termine hanno mantenuto un atteggiamento prudente, segnando l’undicesima settimana consecutiva di performance negativa. Tale scenario ha determinato una sovraperformance dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, sia in termini di mercato azionario che di forza valutaria. Per la prima volta, l’euro mostra un vantaggio competitivo così marcato rispetto al dollaro e potrebbe riportare gli investimenti all’estero verso il Vecchio Continente.
A far leva su un ritorno in patria degli investimenti, da parte dell’investitore europeo, sul fronte delle valutazioni azionarie (multipli), i mercati europei risultano molto più convenienti rispetto a quelli americani, alimentando l’interesse degli investitori verso il Vecchio Continente. La de-dollarizzazione, dunque, appare come un fenomeno in evoluzione, con dinamiche che sembrano essere in parte influenzate dagli stessi Stati Uniti. L’obiettivo implicito dell’amministrazione americana è, infatti, quello di indebolire il dollaro per favorire la competitività delle esportazioni americane, mantenendo al contempo l’economia fortemente ancorata alla valuta statunitense.
Nel contesto delle tensioni commerciali, Scott Bessent sta assumendo un ruolo di mediazione nelle trattative sui dazi, mentre l’accordo commerciale raggiunto in settimana tra Stati Uniti e Regno Unito sembra, in fin dei conti, avere come obiettivo strategico la Cina. Tale intesa tra i due Pesi, infatti, se la si legge tra le righe, mira a incidere sulla supply chain cinese destinata al mercato britannico, con possibili ripercussioni sulle dinamiche commerciali globali.
Quindi verrebbe, infine, da definire la Cina stessa come un vero e proprio “Sputnik moment” nei confronti del mondo ma soprattutto verso gli USA, confermandosi sempre più attore centrale nello scenario economico internazionale. Dopo le restrizioni sui semiconduttori e le recenti misure riguardanti l’intelligenza artificiale, il Paese continua a essere al centro delle strategie economiche e geopolitiche globali, con implicazioni di vasta portata per il commercio e la tecnologia.
DOLLAR INDEX, vari possibili longChart di Capital.Com
Il mese di aprile volge al termine e presto ci consegnerà la sua candela mensile che andrà attentamente analizzata nei vari mercati.
Intanto, a meno di movimenti importanti, i primi 100 giorni di Trump 2 saranno i secondi peggiori per l'azionario americano dopo il Nixon 2.
Il dollaro si è indebolito per motivi macroeconomici “indotti” dall'amministrazione Trump.
Intanto, come altrove segnalato, qualcosa potrebbe cambiare.
Il calo è avvenuto con un pattern di 1 2 3 high e adesso una probabile inversione potrebbe avvenire con un hummer.
Questo hammer, su timeframe più basso ha la forma di un testa spalle rialzista.
Anche questo pattern era stato segnalato sebbene risulti ora aggiornato nella parte della spalla destra.
La testa a sua volta è un 1-2-3 low che come pattern di inversione ha già svolto il suo compito e null'altro gli chiedo.
Nel frattempo si è creato un canale rialzista di breve periodo sul grafico a 4 ore.
I prezzi stanno abbozzando la spalla destra a contatto con la parte bassa del canale.
Ora due possibilità si aprono davanti a noi.
La prima è quella di fare, scendendo su time frame orario, un long cercando di catturare il movimento di avvicinamento alla neckline
La seconda, soprattutto se andrà a target la prima, sarà quella di tradare normalmente la eventuale validazione del pattern di testa e spalle
E poi c'è la terza, lo so che erano due, che sostanzialmente si sovrappone al testa e spalle dal quale diverge soltanto nel livello di open
DOLLAR INDEX, si prepara una settimana al rialzoChart di Capital.Com
Per quel che riguarda il dollaro siamo nella terra di nessuno, al limite in una terra di svolta, probabilmente in una terra di ripensamento
Vero è che nel lungo periodo l'indice del dollaro è inserito in un canale rialzista.
Vero è pure che in queste settimane è impegnato in uno swing ribassista.
In questa settimana ha fatto una escursione sotto un precedente minimo crescente per poi riprendersi e per ora mantenersi su di esso
Come interpretare questo comportamento?
Nel tentativo di dare una risposta dobbiamo necessariamente scendere più nel dettaglio e vedere cosa sta rimuginando l'indice.
Intanto prendiamo come dato di fatto il temporaneo ripensamento a scendere sotto il precedente punto di swing.
Se scendiamo nel dettaglio del settimanale scorgiamo roba interessante.
Oggi è venerdì, la candela settimanale quasi completa ha la forma di un bel hammer.
Questo ipotetico punto di swing non ha associati volumi particolari, come d'altra parte in tutti gli altri precedenti punti di swing.
Dunque, con questo hammer abbiamo un primo punto da considerare per un eventuale cambio di trend di breve.
Sul grafico giornaliero scopriamo ancora qualcos'altro.
Nel familiare canale ribassista di breve termine, che abbiamo visto in precedenti analisi, ritroviamo oltre al già segnalato harami che ha allontanato i prezzi dalla parte bassa dello stesso, anche un non immediatamente visibile 1-2-3 low
Nel grafico a quattro ore ci imbattiamo anche, in una sorta di sintesi delle situazioni tecniche fin qui descritte, un possibile testa spalle rialzista che potrebbe rappresentare il complessivo punto di swing
DOLLAR INDEX, nel caos la direzione tieneChart di Capital.Com
A dispetto della fase di evidente difficoltà del dollaro nei mercati valutari, è bene ricordare che comunque il biglietto verde domina nel lungo periodo sia sul paniere delle principali valute globali che, in particolare, sulla principale del peer vale a dire l'euro
La schizofrenia del presidente Trump non può non avere effetti sui mercati ma i mercati valutari globali sono qualcosa di molto grande, più grande delle strategie di Trump.
A questo punto risulta evidente la strategia portata avanti dal presidente americano: sparare alto e confondere le acque in modo che ciò che otterrà, che sarà tanto, sembrerà poco.
Soffermandoci sul dollar index questa è la situazione
I prezzi sono in un canale rialzista di lungo periodo e, dopo averne testato la parte alta si stanno dirigendo verso la parte bassa.
L'ennesimo ammorbidimento delle posizioni da parte del presidente Trump, cui ormai ci sta abituando, ha contribuito al recupero di momentum del dollaro.
Sul grafico settimanale questo sta portando alla formazione di un ipotetico hammer la cui forma sarà tutta da vedere prima che chiuda la settimana.
Intanto sul grafico giornaliero qualcosa di interessante troviamo.
Certo in questi giorni formulare analisi operative è veramente arduo con le continue esternazioni del presidente Trump ad inquinare i movimenti di breve periodo.
Tuttavia, non ci demoralizziamo, andiamo avanti e questa è la situazione
Nel movimento verso la parte bassa del canale rialzista di lungo periodo abbiamo inquadrato i prezzi in un ulteriore canale di breve periodo
Adesso stanno testando la parte bassa di questo con un pattern di harami.
Le contrattazioni di oggi hanno validato i pattern e c'è la possibilità che i prezzi si spingano a contatto con la mediana del canale ribassista giornaliero ed, in estensione, verso quella del canale di medio termine.
Dollar Index in approdo sul supporto a breve. Reggerà?Sul grafico sotto riportato é evidenziato il livello di supporto chiave del Dollar Index.
L'indice del dollaro statunitense è al minimo degli ultimi tre anni, con supporto a 97 e 95 dollari. L'RSI indica anche che il dollaro sta entrando in livelli di ipervenduto. Ma questi livelli tecnici potrebbero non significare molto, considerando la presunta svalutazione intenzionale del dollaro. Questa tendenza sembra essere guidata più dalla strategia politica che dai fondamentali del mercato.
Nel frattempo, è probabile che la paura di investire in attività considerate rifugio si intensificherà finché la politica monetaria e le attuali mosse geopolitiche non genereranno un senso più chiaro di direzione e stabilità.
USD: CONTINUERA' A SCENDERE?Il dollaro statunitense ha toccato il livello più basso da marzo 2022 a causa delle crescenti preoccupazioni sull’indipendenza della Federal Reserve.
Le critiche pubbliche del presidente Donald Trump alla Fed e le dichiarazioni secondo cui starebbe valutando il licenziamento del presidente Jerome Powell hanno generato un’ondata di vendite.
Queste tensioni, già viste durante il primo mandato di Trump, questa volta potrebbero avere un impatto più duraturo, minando la credibilità della banca centrale e aumentando l’incertezza nei mercati.
In parallelo, l’oro è salito ai massimi storici, riflettendo la ricerca di asset rifugio da parte degli investitori.
Il dollaro potrebbe continuare a indebolirsi se la narrativa di una Fed politicizzata dovesse rafforzarsi.
La crescente sfiducia nella leadership economica degli Stati Uniti, combinata con la volatilità commerciale e la diversificazione da parte dei paesi asiatici, mette ulteriore pressione sulla valuta.
Il presidente della Fed di Chicago e funzionari europei hanno avvertito che interferenze politiche nella politica monetaria potrebbero danneggiare la stabilità economica e la fiducia internazionale nel dollaro.
In questo contesto, asset alternativi e valute come euro e franco svizzero stanno guadagnando terreno.
Buon trading a tutti
Dollar Index su nuovi minimiIl Dollar Index ha toccato nuovi minimi sotto quota 98, con gli operatori istituzionali concentrati sulle pretese di Trump nel voler rimuovere Powell da presidente della FED. Inoltre, sembra che gli investitori stranieri stiano vendendo in modo aggressivo asset statunitensi a causa delle guerre commerciali, che vedono il Dollaro USA in condizioni di estrema debolezza.
Attualmente il Dollar Index sta cercando una stabilizzazione in area 98,50. Se questo tentativo avrà successo i prossimi target sono stimati tra 98,80 e 99.
NIENTE DA DIRE LA RIBASSISTA SU DXY VINCE ANCORA.Continueremo a scendere ancora perché il nostro TF ANNUALE continua ad attirare il prezzo nella sua imballance e quindi al suo completamento potremo pensare a qualche salita del dollaro.
Comunque rimango sul fatto che un rintracciamento lo dovrà fare prima o poi ed è li che si può sfruttare l'opportunità di un discesa aggressiva come si deve.
il dollaro USA è la valuta più debole del Forex quest'anno 2025Caduta del dollaro USA: gli investitori istituzionali vendevano già a febbraio
Il dollaro USA (DXY) è ufficialmente la valuta più debole sul mercato fluttuante dei cambi (Forex) da inizio anno. In calo di oltre l'8% rispetto a tutte le principali valute mondiali, questa tendenza verticale al ribasso era stata anticipata dall'analisi tecnica già a gennaio. Non è una sorpresa per chi segue i principali segnali tecnici: breakout della media mobile a 200 giorni all'inizio di marzo, pressioni strutturali visibili con l'approccio frattale a onde di Elliott, segnali ribassisti dal sistema ichimoku... in breve, gli strumenti tecnici hanno parlato e il mercato ha effettivamente intrapreso una tendenza al ribasso quest'anno 2025.
La domanda ora è: è in vista un fondo? Nel breve termine, forse, il mercato sta testando il forte supporto grafico di 99/100 punti sul DXY (si veda il grafico principale di questa analisi).
Nel medio termine, la tendenza al ribasso potrebbe continuare. Una cosa è chiara: il posizionamento istituzionale ha giocato un ruolo centrale nella flessione: hedge fund e gestori patrimoniali sono diventati tutti ribassisti sul dollaro USA nel cuore dell'inverno. Già a febbraio, i primi sono diventati acquirenti netti di EUR/USD, come mostra il rapporto COT della CFTC. Poi, all'inizio di marzo, tutti gli investitori istituzionali sono diventati venditori netti di dollaro USA contro un paniere di valute principali (si vedano i dati inseriti nel grafico sottostante).
Bis repetita con il primo anno del primo mandato di Trump (2017)
È stata la guerra commerciale, quella dei cosiddetti dazi reciproci, a vedere l'aumento dei segnali tecnici ribassisti di medio termine sul dollaro USA contro un paniere di valute principali. La volatilità a Wall Street è esplosa, anche a causa dell'escalation dei dazi dell'amministrazione Trump. Il clima economico statunitense sta diventando sempre più imprevedibile per i mercati, con una politica commerciale apparentemente improvvisata e decisioni che generano incertezza sistemica.
Ma non è tutto: anche il mercato obbligazionario statunitense sta lanciando segnali di allarme. Il rendimento a 10 anni è salito e gli spread tra gli Stati Uniti e le altre economie sviluppate si sono ampliati. Alcuni parlano addirittura di una forma di pressione cinese sul debito statunitense, attraverso vendite massicce di Treasuries. L'indice MOVE, un barometro della volatilità obbligazionaria, lo conferma: la tensione c'è e sta chiaramente pesando sul dollaro.
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DOLLAR INDEX, una bussola per capire il momento del dollaroChart di Capital.Com
Dalla crisi finanziaria del 2008 il dollaro americano ha consolidato un trend di crescita nei confronti delle principali valute.
Curiose, quanto a regolarità, risultano le sue caratteristiche cicliche
Finora abbiamo tre cicli rialzisti che hanno prodotto ciascuno un apprezzamento del 28%, da ciascuno dei minimi relativi.
Abbiamo osservato due cicli completi di rialzi e ribassi ciascuno esattamente della durata di 6,5 anni.
In questo momento siamo nel mezzo del terzo ciclo e provenienti dal rialzo post covid che, come detto, ha già prodotto un apprezzamento del 28%.
Quindi potremmo attenderci la conclusione di questo terzo ciclo ovviamente senza darlo per scontato o, seppure avvenisse, con le stesse caratteristiche dei precedenti.
Come per qualunque fenomeno, anche questo in analisi tecnica è sempre e solo una questione di probabilità.
I motivi per vedere un dollaro ancora debole e che quindi possa giustificare la prosecuzione del ciclo con le caratteristiche evidenziate non mancano.
Gli economisti sono sostanzialmente concordi nel ritenere che il dollaro sia sopravvalutato dal punto di vista delle ragioni di scambio.
Su questa base, la lettura della nuova politica commerciale della presidenza americana potrebbe essere un catalizzatore del fenomeno che si discute.
Considerando il tempo che manca alla conclusione del ciclo e visto che il mandato di Trump è appena iniziato, da un punto di vista temporale le possibilità sono concrete.
Al di là della schizofrenia che sembra guidare la comunicazione e le azioni di Trump, mi piace pensare che dietro questa cortina di apparenza ci sia invece l'azione ponderata dei consiglieri economici e finanziari del governo federale.
L'aggressiva campagna commerciale, per il governatore della Fed di Saint Louis dovrebbe portare debolezza economica, non recessione, e inflazione vischiosa.
A leggere i manuali di macroeconomia questo ha un nome preciso e si chiama stagflazione, vale a dire poca crescita con inflazione che non cala verso il target di lungo periodo del 2%.
Questo contesto, immaginando che i tassi se non scenderanno quanto atteso, probabilmente neanche saliranno vista la debolezza economica.
Questo quadro è alla base anche della debolezza attuale del dollaro che potrebbe protrarsi nel tempo.
Così inquadrato possiamo meglio apprezzare l'attuale momento ribassista verso, ipoteticamente, la parte bassa del canale di lunghissimo periodo prima osservato
In considerazione dei sostenuti volumi che osserviamo in questo periodo, i prezzi sembra stiano consolidando il livello 103, da cui passa un supporto statico corrispondente con un precedente punto di swing oltre che livello di ritracciamento di 78.6 di Fibonacci dell'ultima gamba rialzista
Tenendo conto della recente apertura di Trump con la proroga di 90 giorni per l'applicazione dei dazi per 75 paesi, potremmo facilmente assistere ad un ritorno di forza del dollaro sui mercati.
A prescindere da quanto eventualmente strutturale potrà essere il movimento la probabilità esiste e quindi potrebbe essere sfruttata.
Come detto i prezzi stanno consolidando il livello 103 con elevati volumi e, a mio giudizio, potremmo ritracciare verso area 104/105
Trigger potrebbe essere una formazione 1 2 3 low.
COM'E' LA SITUAZIONE DEL DXY IN QUESTA SETTIMANA?Io continuo a rimanere sul fatto che il DXY è ancora debole anche se sta mostrando grande forza di salita.
mi focalizzo sempre sui tf grandi quindi ciò mi permette di vedere molte cose e capire la direzione giusta del prezzo. I tf bassi aiutano ma solo se vuoi tradare tutti giorni.
nel mio caso trado quando il mercato me lo dice inviandomi una notifica del prezzo che entra nelle mie zone predefinite.
la price action e la liquidita non mentono mai e se un prezzo deve salire dovrà per forza andare a prendere liquidita al ribasso.
DOLLAR INDEX, long con harami o hammerChart di Capital.Com
Il violento sell-off che sta interessando molti mercati non ha esentato il dollaro americano.
Osservando il grafico mensile e tenendo conto comunque della importante correzione ritengo lecito monitorare la possibilità di rimbalzi diffusi o inversioni
Per quel che riguarda il dollar index, se i minimi di periodo fossero alle spalle a fine mese c'è qualche possibilità di avere una candela di inversione.
Tuttavia, francamente è ancora troppo presto.
Intanto come detto un qualche rimbalzo potremmo anche vederlo e nostro compito è cercare di scovarlo in anticipo.
Sul settimanale abbiamo già una candela di inversione.
Si tratta di un hammer, non molto bello da vedersi, del quale prendiamo per buono soltanto l'idea sottostante dei prezzi di voler prendere fiato.
Nel grafico è anche evidenziato la figura di testa e spalle ribassista che ha originato il calo i cui target ribassista è stato per adesso raggiunto soltanto per il 90%.
Il 100% corrisponde esattamente con la parte bassa del canale.
Sul grafico giornaliero il rimbalzo sta avvenendo con un pattern semplice di arami con bellissimi volumi associati
A questo punto gli ingredienti ci sono tutti, tocca solo scegliere quale ricetta usare.
Si potrebbe restare sul giornaliero e tradare i pattern di harami
Mettendo come target la parte alta del canale ribassista di breve periodo oppure la parte alta del trading range di più lungo periodo.
Come si vede la ricompensa per il rischio assunto è sostanziale.
Sul grafico orario troviamo la situazione migliore da un punto di vista dell'efficienza
Il trade sembra già scappare si potrebbe tentare di acquistare con un by limit oppure aspettare un ritracciamento.
DOLLAR INDEX, pronto un long se fosse rimbalzoChart di Capital.Com
L'introduzione di dazi commerciali da parte degli USA in misura più elevati di quanto atteso hanno prodotto un po' di scompiglio nei mercati.
Non è rimasto esente il forex con il dollaro in caduta libera, affossato da prospettive di indebolimento economico indotto dalla guerra commerciale intrapresa da Trump.
Una prova evidente la troviamo ad esempio nella contemporanea caduta dei rendimenti del decennale americano, cioè nell'aumento dei suoi prezzi visto il legame inverso dei due valori.
Un indebolimento economico infatti porta con sé prospettive di allentamento monetario e dunque si acquistano i bond con elevata duration finora un po' trascurati per il rischio ritenuto non adeguatamente remunerato
A questo punto ritengo anche esaurito il compito assegnato al pattern di 123 high di Joe Ross a suo tempo segnalato
Considerando la disciplinata discesa dei prezzi dal precedente massimo potremmo considerare la possibilità che, se continuasse nella sua disciplina, si formi un nuovo minimo relativo portando alla formazione del prossimo swing rialzista
Considerando anche i forti volumi associati al rimbalzo dei prezzi, sul grafico a 4 ore, e facendo ricorso ad un pattern personale che molto somiglia al 1 2 3 di Ross, ma che ha una logica diversa, si può tentare un long per intercettare la prosecuzione del rimbalzo
DOLLAR INDEX, long con ripresa dei volumi Chart di Capital.Com
Era stato segnalato un pattern di doppio minimo che tuttora risulta validato ed attivo per il suo percorso verso il target
Sul grafico giornaliero i prezzi stanno abbozzando un pullback sulla mediana del canale laterale di medio periodo.
Questo potrebbe essere un interessante pattern che potrebbe portare il doppio minimo a target.
Sul grafico a 4 ore invece abbiamo la nascita di un nuovo canale rialzista all'interno di quale stiamo assistendo all'abbandono della sua parte bassa da parte dei prezzi.
I volumi sono in espansione, si può costruire un long con le caratteristiche evidenziate nel grafico.
Anaisi Weekly DXYTVC:DXY
Lo scenario del dollaro è molto particolare. Continuiamo a vedere un apprezzamento della valuta americana nonostante molti si chiedono quando ci sarà il cambio di tendenza. In realtà il cambio strutturale è già avvenuto e le turbolenze geo - politiche non aiutano all'espansione della major, tuttavia le aree interessate sono visibili a tutti. Non grandi cambiamenti, il range dovrebbe essere questo per ancora lunghi mesi, ma nei TF minori le opportunità non mancheranno.
DOLLAR INDEX, fast trade con doppio minimoChart di Capital.Com
Nel mercato assistiamo ad un ritorno di forza del dollaro.
Sul grafico settimanale avevamo evidenziato una possibile inversione ribassista con l'ausilio di un pattern 123 high.
Il pattern ha fatto un discreto lavoro portando i prezzi a contatto con la mediana del canale di lungo periodo.
Come atteso, in quest'area abbiamo assistito ad una pausa che potrebbe anche concretizzarsi in un rimbalzo come altrettanto spesso avviene.
L'idea è di tradare questa possibilità al rialzo.
Come si vede la settimana scorsa i prezzi hanno sostanzialmente sostato in questa area mentre la settimana in corso sta per chiudersi con qualche segnale long.
I prezzi si sono mossi sostanzialmente in un trading range orizzontale.
A rafforzare l'idea che possa conclamarsi uno strappo rialzista, ci viene in sostegno l'analisi sul grafico giornaliero
Potrebbe trattarsi di una pausa dei prezzi all'interno del trend ribassista, ma anche no come direbbe Veltroni (mi scuso con i più giovani che si staranno chiedendo chi sia, non perdete tempo a cercarlo).
E se Veltroni avesse ragione, ecco pronta un'idea long.
I prezzi sono approdati sulla parte bassa del canale ribassista che sta guidando il calo e da lì si sono cimentati in un andamento assolutamente laterale che, tra l'altro, li ha portati a contatto con la sua mediana.
Il movimento laterale ha assunto la forma di un pattern di doppio minimo la violazione rialzo del quale, sperando anche nell'aiuto dei volumi che sono in aumento, potrebbe portare dritti al contatto con la parte alta del canale dove è posizionato il target.
Che ne sarà del DXY dopo l'incontro della FED di oggiOggi, il 19 marzo, è un giorno cruciale per il mercato dei cambi, con la riunione della Federal Reserve (Fed) che potrebbe influenzare significativamente il valore del dollaro americano. In questo post, analizzeremo i punti chiave del DXY (U.S. Dollar Index) e cosa ci si aspetta dalla riunione della Fed.
Punti Chiave del DXY
Livelli di Supporto e Resistenza: Il DXY ha recentemente consolidato sotto il livello di resistenza a 104.976, mentre si avvicina a un importante livello di supporto che potrebbe innescare un rimbalzo rialzista se confermato da azioni di acquisto.
Tendenza Attuale: La tendenza rialzista del dollaro è stata sostenuta da dati economici positivi e dalla percezione del dollaro come rifugio sicuro durante le incertezze economiche globali. Tuttavia, recentemente il DXY ha mostrato segni di debolezza, con un calo di circa il 2.5% rispetto ad alcune valute maggiori.
Riunione della Fed del 19 Marzo
La Fed è attesa a mantenere i tassi di interesse invariati tra il 4.25% e il 4.50% durante la sua riunione di marzo. Questa decisione è influenzata da segnali economici misti, tra cui un'inflazione in moderata discesa verso il target del 2% e un mercato del lavoro resiliente.
Gli investitori sono più interessati alle proiezioni economiche aggiornate, note come "dot plot", che rivelano le aspettative individuali dei membri della FOMC sui futuri tassi di interesse. Queste proiezioni potrebbero fornire indizi sulla traiettoria futura della politica monetaria della Fed.
Perché il Dollaro Potrebbe Salire o Scendere?
Perché Potrebbe Salire:
Robustezza Economica: La forte crescita economica degli Stati Uniti e i dati positivi recenti potrebbero continuare a sostenere il dollaro.
Divergenza Monetaria: La differenza tra le politiche monetarie della Fed e quelle delle altre banche centrali potrebbe favorire il dollaro.
Incetrezza Globale: Il dollaro tende a rafforzarsi durante le incertezze economiche globali.
Perché Potrebbe Scendere:
Aspettative di Tagli ai Tassi: Se la Fed dovesse indicare una possibilità di tagli ai tassi nel secondo semestre del 2025, il dollaro potrebbe indebolirsi.
Riduzione delle Posizioni Lunghe: La riduzione delle posizioni lunghe sul dollaro da parte degli investitori potrebbe portare a una diminuzione del suo valore.
Rischi Commerciali: L'incertezza legata alle politiche tariffarie potrebbe influenzare negativamente il dollaro.
In sintesi, il DXY è attualmente in una fase di consolidamento, e la riunione della Fed potrebbe essere un punto di svolta per la sua direzione futura. Gli investitori devono essere pronti a reagire ai segnali provenienti dalla Fed e alle proiezioni economiche aggiornate.
Buona fortuna con i vostri trading!
Disclaimer: Questo post è a scopo informativo e non rappresenta un consiglio di investimento. È sempre importante effettuare una propria analisi e gestire il rischio adeguatamente.
DOLLAR INDEX, se il dollaro si siede un attimo...Chart di Capital.Com
Veloce recap.
Con una doji segnalata su grafico mensile abbiamo ipotizzato il rientro dei prezzi all'interno del trading range di lungo periodo
Lo stesso movimento atteso lo avevamo ipotizzato sul Time frame settimanale con un 1-2-3 high di Joe Ross
Poiché in passato il contatto con la mediana spesso ha comportato un rallentamento del corso dei prezzi, si prova a capire se possa formarsi un valido partner per catturare un rimbalzo un tantino più ambizioso.
Intanto oggi è giovedì e domani, se la struttura della candela non cambiasse sostanzialmente cioè se i prezzi non scendono ulteriormente, la candela settimanale sarebbe di inversione.
Infatti potrebbe formarsi un hammer o una pin bar.
Se così fosse, potrebbe generarsi un nuovo minimo relativo e proporre un nuovo canale rialzista che porti i prezzi potenzialmente riuscire dal trading range.
Neanche a dirlo, la discesa in corso si sta mantenendo all'interno di un canale parallelo che l'appoggio di questi giorni dovrebbe certificare.
Stamattina avevamo ipotizzato la possibilità che i prezzi salissero fino al contatto con la parte alta del canale discendente tracciato sul grafico a 4 ore ed eventualmente, in estensione del movimento, fino a toccare la parte alta di un canale questa volta ascendente che si stava formando come ipotesi di rimbalzo dei prezzi sulla parte bassa del canale settimanale e della mediana del trading range mensile.
Attualmente, a mio giudizio, diviene sempre più concreta un'altra possibilità rialzista che adesso vediamo
Visto che i prezzi si sono spinti fuori dal canale ribassista a quattro ore e si trovano a contatto con la parte alta di quello rialzista, una pausa di riflessione potrebbe anche arrivare.
Nel caso avvenisse, al ribasso avremmo come supporto la mediana del canale sul mensile che potrebbe frenare l'ipotetica discesa e confezionare la spalla destra di un testa e spalle rialzista in formazione.
A quel punto il nuovo pattern, stavolta complesso, potrebbe avere come target un livello più ambizioso ipotizzando in sequenza la mediana e la parte alta del canale ribassista giornaliero.
È una fase di attesa, occorre monitorare per valutare il long.
DOLLAR INDEX, fast trade di rimbalzoChart di Capital.Com
In una precedente analisi dedicata alla chiusura delle candele settimanali di febbraio, tra le altre avevo segnalato il caso dell'indice del dollaro.
La formazione di una candela di indecisione su una resistenza aveva attirato l'attenzione per le potenziali implicazioni ribassiste che portava con sé.
Ovviamente col senno del poi, registriamo l'efficacia di quel pattern il quale potrebbe avere esaurito il suo compito di breve accompagnando i prezzi all'interno del canale da cui erano usciti e precisamente sulla mediana.
Statisticamente qui potremmo anche attenderci un movimento contrario di consolidamento.
Lo scopo è quello di individuare una possibile situazione sufficiente per un trade.
Nel percorso verso la mediana i prezzi hanno seguito un canale discendente regolarmente inclinato e adesso si trovano, contemporaneamente, a contatto con la parte bassa di questo canale e la mediana di quello di periodo superiore.
Zoomando sul time frame a 4 ore troviamo la nascita di un canale rialzista con cui i prezzi stanno iniziando ad allontanarsi dal punto di supporto in cui siamo.
Sul grafico orario c'è la situazione migliore per individuare un long.
I livelli operativi sono in grafico.
Faccio notare che avendo postato l'analisi in ritardo i livelli sono in parte già raggiunti.
Resta ancora un target.
Dollaro: Fed Resta Cauta In Vista Delle Decisioni di TrumpBuonasera caro Trader,
Oggi, 7 marzo 2025, il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha tenuto un discorso presso un forum economico a New York, delineando la posizione della banca centrale riguardo all'attuale situazione economica e alle future decisioni di politica monetaria.
Attuale situazione economica
Powell ha evidenziato che l'economia statunitense rimane in una posizione solida, con una crescita stabile e un mercato del lavoro robusto. Tuttavia, ha riconosciuto che recenti sviluppi, come l'introduzione di tariffe commerciali su partner chiave come Messico, Canada e Cina, hanno aumentato l'incertezza economica. Queste misure hanno causato volatilità nei mercati finanziari, con fluttuazioni nei mercati azionari e nei rendimenti obbligazionari.
Approccio della Federal Reserve
In risposta a queste incertezze, la Federal Reserve adotterà un approccio prudente, mantenendo invariati i tassi di interesse nel range attuale del 4,25%-4,50%. Powell ha sottolineato l'importanza di "separare il segnale dal rumore", indicando che la Fed attenderà maggiori chiarimenti sugli effetti delle politiche dell'amministrazione Trump prima di apportare ulteriori modifiche alla politica monetaria.
Inflazione e mercato del lavoro
Nonostante le preoccupazioni legate alle tariffe possano portare a un aumento temporaneo dei prezzi, Powell ha osservato che le aspettative di inflazione a lungo termine rimangono stabili. Il mercato del lavoro continua a mostrare segni di forza, con una crescita dell'occupazione solida e un tasso di disoccupazione relativamente basso. La Fed monitorerà attentamente questi indicatori per garantire che l'inflazione rimanga ancorata e che il mercato del lavoro non si surriscaldi.
Riassunto
In sintesi, il Presidente Powell ha ribadito l'impegno della Federal Reserve nel mantenere la stabilità economica, adottando un approccio cauto e basato sui dati disponibili. La banca centrale rimarrà vigile, pronta ad adattare la politica monetaria in base all'evoluzione delle condizioni economiche e all'impatto delle politiche governative.
Come sempre, ti invito a boostare l'articolo per aiutarmi a crescere nellla piattaforma.
Buon Trading
DXY: Torna la forza sul dollaro americanoSe queste mie analisi ti sono utili ti prego di mettere un LIKE/BOOST all' articolo e seguire questo profilo.
Questo mi permetterà di continuare a fare questo lavoro gratuito.
Buongiorno a tutti,
eccomi qui come sempre per l'analisi settimanale.
Quest'oggi andiamo sull'indice DXY, ovvero l'indice che misura la forza del dollaro USA su un paniere di valute dove le principali sono euro, yen, cable e canada.
In questo fine settimana si è creata una price action di continuazione della tendenza rialzista in atto da svariati mesi con un trigger operativo del mio metodo di lavoro: FTW/DMHC.
La tenuta della zona 106,00 infatti è molto importante per le prossime giornate e sarà possibile cercare sulle maggiori valute contro dollaro delle entry LONG USD oppure operare direttamente su questo indice.
Il vero fallimento della struttura rialzista in atto si avrebbe con rotture sotto area 105,00.
Primi livelli di resistenza li troviamo a 108,50 e successivamente sui massimi a 110,00.
Per oggi è tutto, vi auguro un buon week-end e un buon TRADING SIMPLE!