WisdomTree - Tactical Daily Update - 10.01.2022Torna la pressione delle vendite sull’azionario, specie sulla tecnologia.
La curva dei tassi Usa incorpora 4 rialzi da 0,25% gia’ quest’anno.
Rallenta la corsa al rialzo dei rendimenti sui governativi Usa & Eu.
Crisi Kazaca e libica supportano prezzo del petrolio: WTI sopra 80, poi ripiega.
L’opinione consolidata che nella sua ultima riunione la FED (Banca Centrale Usa) abbia deciso per l'accelerazione del rialzo dei tassi di interesse incide sulle valutazioni e sulla prospettiva delle Borse mondiali. Inoltre, negli Usa, i dati sull'occupazione a dicembre comunicati venerdi’ 7 hanno parzialmente deluso, vista la creazione di 199 mila nuovi posti di lavoro, sotto le attese di 450.000.
Gli indici azionari europei, con l’eccezione di Londra, sono risultati in calo: FtseMib italiano -0,13%, Dax tedesco -0,65%, Cac40 francese -0,42%. Balzo inaspettato sul finale, invece, per il Ftse100 britannico, +0,47%.
L’inflazione troppo alta ed in ulteriore ascesa in dicembre avvalora uno scenario di poltiche monetarie piu’ restrittive da parte delle Banche Centrali che insieme al boom di contagi da variante Omicron, non aiuta ne’ la prospettiva di crescita profittevole dell’economia mondiale ne’ gli attuali livelli valutativi dei comparti azionari “growth”, cioe’ ad alta crescita.
Venerdì 10 l’indice Nasdaq ha perso -0,96%, lo S&P500 -0,41%, mentre il Dow Jones ha chiuso invariato, -0,01%. Il bilancio settimanale e’ ancora piu’ eloquente : il Nasdaq ha perso -4,5%, il Dow Jones solo -0,3%. Il ritrovato maggior favore verso il titoli “value” e pro-ciclici appare in tutta evidenza.
Venerdì pomeriggio il deludente dato sulla creazione di posti di lavoro a dicembre negli Usa (“non farm” payrolls”) e’ stato peraltro compensato dalla revisione al rialzo della “job creation” di ottobre e novembre (+140 mila), dal calo di -0,1% al 4,2% del tasso di disoccupazione, dal rialzo del tasso di partecipazione alla forza lavoro e dalla solida ascesa dei salari orari.
Tuttavia, dall’esame delle minute dell’ultimo FOMC (Comitato di politica monetaria della FED) emerge chiaramente che il focus e’ l’inflazione e non l’occupazione. Gli analisti ritengono probabile un rialzo del costo del denaro di 25 bps già col FOMC di marzo, seguito da altri 3 nel corso dell’anno.
Negli Usa, la tendenza al rialzo dei tassi d’interesse ha gia’ risvolti molto concreti: quelli sui mutui a 30 anni, la scorsa settimana, hanno toccato +3,22%, dal +3,11% della scorsa precedente, toccando i massimi da maggio 2020. Cio’ potrebbe incidere sull’attuale vivacita’ del mercato immobiliare americano, reduce da 2 anni di boom.
La Banca Centrale Europea non potra’ restare a lungo immobile, visto che l’impennata dei prezzi non ha piu’ natura transitoria e che la “transizione ecologica” potrebbe determinare un effetto inflazionistico. Ne e’ convinta Isabel Schnabel, membro del Comitato Esecutivo della BCE, in un’intervista pubbblicata sabato 8.
Guardando alla “macro” europea, Eurostat, l’ufficio centrale di statistica dell’Unione Europea, ha anticipato, in prima lettura, che l'inflazione annuale al consumo nell'Euro Zona potrebbe essere +5% a dicembre 2021, in aumento dal +4,9% di novembre.
La componente “energia” col +26% annuale a dicembre, in lieve calo rispetto al +27,5% di novembre, resta la principale causa dell’aumento dei prezzi, seguita a grande distanza da alcool, tabacco e generali alimentari, prodotti beni industriali non energetici e servizi.
La produzione industriale tedesca, a novembre, ha segnato un calo del -0,2% mensile e del -2,4% annuale, mentre rispetto a febbraio 2020, ultimo mese prima dell’esplosione della pandemia e del lock-down, il calo è -7%: insomma la locomotiva tedesca cammina, ma non corre come dovrebbe.
Le tensioni sociali in Kazakhstan e i conflitti fra milizie libiche che hanno causato ammanchi nella produzione ed esportazione hanno contribuito a riportare il prezzo del petrolio WTI (Greggio di riferimento Usa) sopra 80 Dollari/barile alla fine della scorsa settimana. Oggi, complice il mood negativo sui mercati, il WTI segna 78,5 Dollari/barile (ore 14.00 CET) .
Qualche segnale di raffreddamento anche nel trend di rialzo dei rendimenti obbligazionari. Quello del BTP decennale italiano e’ sceso a 1,28% e lo spread con l’omologo Bund tedesco e’ stabile a 135 punti base, ben sotto i 139 toccati la scorsa settimana. Il rendimento del Treasury Note decennale e’ +1,78%, il livello piu’ alto da febbraio 2020, + 26 bps in una settimana (ore 14.00 CET).
Poco da segnalare sul fronte valutario, con l'Euro a 1,132 verso Dollaro e 130,5 verso Yen. (ore 14.00 CET).
Come prevedibile, l’avvio settimanale dei mercati azionari e’ molto cauto, con cali medi del -0,6% in Europa e futures Usa negativi. La borsa giapponese è chiusa, l’HangSeng di Hong-Kong è in rialzo, +1,0,8% grazie al recupero della tecnologia. L’indice CSI300 di Shanghai&Shenzhen guadagna +0,45%, mentre il Kospi coreano perde -0,9%.
Inizia questa settimana la “earning season” americana, coi numeri del 4’ trimestre e dell’anno. Segnaliamo, venerdi’ 14, il trittico di “big bank” americane: JPMorgan, Citi e BlackRock.
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