WisdomTree - Tactical Daily Update - 14.01.2025Trump e i dazi: ipotesi di introduzionemorbida, da confermare.
Ancora in tensione i prezzi di petrolio e gas. Occhi aperti su inflazione gennaio.
La forza del Dollaro potrebbe creare inflazione EU nei prezzi alla produzione.
Borse cinesi in recupero: Pechino verso nuovi aiuti a investimenti imprese?
Il 13 gennaio, le Borse europee hanno chiuso in negativo, segnando un clima di incertezza generale sui mercati. Le preoccupazioni principali degli investitori derivano dalla possibilità di un ritorno dell’inflazione negli Stati Uniti e dal rallentamento dei tagli dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed), temi che continuano a pesare sul sentiment degli operatori.
A Wall Street registriamo performance contrastante: Dow Jones +0,86%, S&P500 +0,16%, Nasdaq -0,38%. Questo andamento riflette la tensione in atto sui mercati finanziari, soprattutto dopo il rialzo dei rendimenti dei titoli del Tesoro, ai massimi dal 2023.
In particolare, la risalita dei prezzi energetici, alimentata dalle nuove sanzioni statunitensi contro la Russia, ha aumentato i timori che l’inflazione possa riprendersi, mettendo in discussione la possibilità di nuovi tagli dei tassi da parte della Fed.
Gli investitori sono ora concentrati sui dati economici in uscita questa settimana, che potrebbero fornire indicazioni sul futuro andamento dell'inflazione negli Stati Uniti. Tra questi, i dati sull’inflazione di dicembre e le dichiarazioni dei membri della Fed potrebbero chiarire quale sarà la direzione della politica
monetaria della banca centrale americana nel 2025.
In particolare, la situazione del mercato del lavoro negli Usa continua a preoccupare, visto che i tassi di disoccupazione restano bassi, alimentando la possibilità di una Fed meno incline a ridurre i tassi.
Nel frattempo, i mercati europei hanno dovuto fare i conti con l’andamento dei titoli di stato. I rendimenti dei BTp italiani sono aumentati, con il differenziale di rendimento tra il BTp decennale e il Bund di pari scadenza salito a 124 bps, dai 121 della mattinata.
Il rendimento dei BTp benchmark è salito al 3,83%, dal 3,81% della giornata precedente e al 3,77% di venerdì. Questo ha avuto anche l'effetto di ampliare leggermente lo spread, ma a livelli non preoccupanti.
Nel mercato valutario, il dollaro ha registrato un rafforzamento significativo, salendo ai massimi da due anni contro le altre principali valute. L’euro ha toccato 1,0193 contro il dollaro, scendendo sotto la soglia di 1,02 per la prima volta dal novembre 2022. Il cross euro/yen è sceso a 160,73, mentre quello dollaro/yen è stato d 157,44, in calo rispetto ai 157,60 di venerdì.
Nel settore energetico, il rialzo dei prezzi è stato significativo. Il prezzo del petrolio ha visto un aumento a seguito delle nuove sanzioni Usa contro la Russia, che potrebbero avere un impatto sull’offerta globale di petrolio. Il future di febbraio sul WTI è salito del 3%, raggiungendo 79 dollari/barile. Anche il gas naturale ha visto un notevole aumento dei prezzi: ad Amsterdam, sul TTF, +7,5%, 48,4 euro/megawattora.
Oggi, 14 gennaio, provano a recuperare i principali mercati azionari europei, con un guadagno medio dello 0,5% alle 12:00 CET. Questo recupero è però accompagnato da incertezza e nervosità sui mercati, legate ai timori di un rallentamento dei tagli dei tassi da parte della Fed.
Il mercato è focalizzato sui dati sull'inflazione, coi numeri relativi ai prezzi alla produzione e al consumo negli Stati Uniti a dicembre, in uscita questa settimana. Il timore è che la Fed possa fare un solo taglio dei tassi a settembre.
Le borse asiatiche hanno avuto un andamento misto. L’approccio morbido dei dazi Usa, con la possibilità di aumenti graduali tra il 2% e il 5% al mese, ha contribuito ad un clima più ottimista sui mercati asiatici.
Le importazioni cinesi di rame hanno toccato il massimo in 13 mesi, indicando una domanda robusta, con il prezzo del rame che ha raggiunto i 9.000 dollari per tonnellata, in crescita del 3% dall'inizio dell’anno.
La greater China ha visto solidi guadagni, con Hang Seng e CSI300 che hanno guadagnato più del 2%, mentre il Nikkei giapponese ha chiuso in ribasso, principalmente a causa delle perdite nel settore dei chip e dell'automobile.
In Giappone, i rendimenti dei titoli governativi (JGB) hanno raggiunto i massimi da ottobre 2008, in seguito alle dichiarazioni che indicano la possibilità che la Banca del Giappone possa discutere un aumento dei tassi nella prossima settimana.
Anche il mercato delle criptovalute conferma l’elevata volatilità, con Bitcoin che ha rimbalzato dopo aver toccato un minimo di 90.000 dollari, il valore più basso dal novembre 2023. Nonostante la fluttuazione, MicroStrategy, la società maggior detentrice di Bitcoin come strategia di investimento, continua ad acquistarne ed è arrivata a detenere oltre il 2% di tutti i Bitcoin esistenti.
Il governatore della Banca centrale finlandese, Olli Rehn, ha dichiarato che la politica monetaria restrittiva della BCE dovrebbe concludersi entro metà 2025, sebbene le previsioni economiche siano influenzate anche dai possibili dazi commerciali, dalle incertezze globali e dall’inflazione che stenta a scendere.
Nell’Eurozona, il dato di dicembre ha mostrato un aumento al 2,4% annuale, in linea con le aspettative, ma al livello più elevato dalla scorsa estate, principalmente a causa dei maggiori costi energetici. L’inflazione core, alias ex food&energy, è rimasta stabile al 2,7%.
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monetaria della banca centrale americana nel 2025.
In particolare, la situazione del mercato del lavoro negli Usa continua a preoccupare, visto che i tassi di disoccupazione restano bassi, alimentando la possibilità di una Fed meno incline a ridurre i tassi.
Nel frattempo, i mercati europei hanno dovuto fare i conti con l’andamento dei titoli di stato. I rendimenti dei BTp italiani sono aumentati, con il differenziale di rendimento tra il BTp decennale e il Bund di pari scadenza salito a 124 bps, dai 121 della mattinata.
Il rendimento dei BTp benchmark è salito al 3,83%, dal 3,81% della giornata precedente e al 3,77% di venerdì. Questo ha avuto anche l'effetto di ampliare leggermente lo spread, ma a livelli non preoccupanti.
Nel mercato valutario, il dollaro ha registrato un rafforzamento significativo, salendo ai massimi da due anni contro le altre principali valute. L’euro ha toccato 1,0193 contro il dollaro, scendendo sotto la soglia di 1,02 per la prima volta dal novembre 2022. Il cross euro/yen è sceso a 160,73, mentre quello dollaro/yen è stato d 157,44, in calo rispetto ai 157,60 di venerdì.