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In una giornata priva di grandi spunti, specialmente nel vecchio continente, chiuso per la festività della Pentecoste in Francia e Germania, il mercato, per muoversi, ha dovuto attendere l’arrivo degli americani e soprattutto le dichiarazioni dei banchieri centrali della Fed, che si sono alternati in interventi con riferimento ai tassi di interesse.

Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, ha detto che i tassi di interesse americani potrebbero fermarsi su questi livelli per lungo tempo, in un quadro paragonabile agli anni ’90, e ha ammesso che forse la Fed potrebbe fermarsi ad un solo ribasso del costo del denaro nel 2024. Il Vicepresidente Barr, sempre della Fed di Atlanta, ha affermato che i dati sull’inflazione del primo trimestre sono stati deludenti, ovvero troppo alti per permettere una riduzione del costo del denaro. Di fronte a dichiarazioni del genere ci saremmo attesi, un cambiamento delle price action, specialmente sull’equity che invece, continua a salire e a far registrare nuovi massimi come se non ci fosse un domani.

Chi è short di borsa, ovviamente, non se la sta passando troppo bene, visti i continui e persistenti rialzi, pur di fronte a dati macro oggettivamente in peggioramento, va ricordato, ma non sufficienti ad abbattere una domanda che ancora sostiene l’inflazione. Ed è l’inflazione che la Fed sta osservando, quasi ignorando i dati sul mercato del lavoro che stanno peggiorando, oppure produzione industriale e manifatturiera in rallentamento, o ancora i PMI e gli ISM del mese scorso, in calo.

Wall Street, passateci il termine, “se ne frega” e continua ad arrampicarsi lentamente ma costantemente verso nuovi massimi. Il Dow Jones, consolida a ridosso dei 40 mila punti, mentre il Nasdaq ha fatto registrare un +0.80% e l’S&P lo 0.40%. E chi potrebbe fermarli se non la Fed che ci pare l’unica in grado di rallentarne una corsa che pare (sembra) una super bolla, ma che invece, per ora, è la realtà dei fatti, con buona pace degli short?

ORO, NUOVI MASSIMI DI SEMPRE

Lunedì l’oro è salito a 2.440 dollari l’oncia, raggiungendo un nuovo record, spinto dal crescente ottimismo (per certi versi inspiegabile date le considerazioni espresse da Bostic e Barr della Fed) sul fatto che la banca centrale Usa taglierà presto i tassi di interesse, oltre che dall’aumento della domanda di beni rifugio in un contesto di potenziale escalation delle tensioni geopolitiche.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è deceduto in un incidente in elicottero, aumentando l'incertezza politica in Medio Oriente. Allo stesso tempo, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha rinviato un viaggio in Giappone a causa della salute del re Salman. La scorsa settimana, i dati che mostravano segnali di rallentamento dell’inflazione al consumo negli Stati Uniti e di stallo delle vendite al dettaglio, hanno dato alla Fed più margine di manovra per avviare un allentamento monetario. I mercati stanno già scommettendo che la prima riduzione avverrà a settembre, nonostante ancora i rappresentanti di politica monetaria sembrino di tutt’altro avviso.

VALUTE

Mercato valutario in fase laterale, incapace per ora di spingere il dollaro al ribasso, in quanto le dichiarazioni dei banchieri Usa, sembrano ridare fiato al dollaro asset rifugio in una seduta in cui il risk off è sembrato leggermente riemergere. EurUsd sui primi supporti di 1.0850 mentre il Cable rimane a 1.2715, sostenuto dalla pressione ribassista di EurGbp che punta ancora al supporto di 0.8500. UsdJpy sempre forte dopo aver sfondato anche quota 156, e senza che la BoJ si faccia minimamente sentire. Poche novità sui cross in un mercato che li vede demoltiplicare una volatilità già di per sé, molto bassa anche sui cambi originali.

Nella notte sono uscite le minute della RBA che aveva lasciato, come ricorderete, i tassi invariati al 4.35%. Nello statement si legge che nonostante la pressione dei costi si sia allentata, il ritmo di discesa dei prezzi è stato più lento del previsto, a causa della persistente inflazione dei servizi. Secondariamente vi sono ritardi nella trasmissione della politica monetaria, il che costringe la RBA a rimanere falco sui tassi. Aud che sta correggendo verso 0.6600 dopo aver toccato 0.6700, anche se il trend rimane positivo, almeno per ora.


PETROLIO

Lunedì i future del greggio WTI sono rimasti sotto gli 80 dollari al barile, a causa delle tensioni geopolitiche in corso in Medio Oriente. Nonostante le questioni mediorientali però, e i fatti accaduti in Iran, non vi sono segnali immediati di interruzioni della fornitura di petrolio. Gli investitori stanno osservando attentamente l'imminente incontro dell'OPEC del 1° giugno per un potenziale prolungamento dei tagli alla produzione. Inoltre, eventi recenti come gli attacchi dell’Ucraina alle raffinerie russe e l’attacco missilistico degli Houthi su una petroliera diretta in Cina nel nel Mar Rosso hanno aggravato l’incertezza del mercato.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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