MatteoFarci

REPORT Q4 2023: attenzione al DAX!

XETR_DLY:DAX   Indice DAX
Questa settimana ho pubblicato un’analisi dal titolo “Report Q4 2023: i grafici da seguire per investire consapevolmente”. Essa è reperibile al link:
All’interno della discussione elencavo diversi indici di forza da seguire, responsabili dei movimenti di diverse asset class, tra le quali il mercato azionario statunitense. Uno di questi indici era LQDH/LQD, correlato inversamente al Nasdaq:
Questo a livello statunitense. E per quanto riguarda il mercato europeo? Quali indici o dati da monitorare per cavalcare potenziali tendenze sul DAX?
Buongiorno a tutti.
Questa analisi altro non è che un “sequel” dell’analisi precedente, frutto dell’estratto di un mio report personale. Come da titolo il focus sarà rivolto sul DAX tedesco, mentre gli altri protagonisti del report saranno:
• IFO sulla fiducia delle imprese
• ZEW sulla fiducia degli investitori
• Fiducia dei consumatori
• Indicatore sulle aspettative dei tassi BCE (IBGS/IBGM)
• PMI manifatturiero
• PMI sui servizi

Buona lettura!

1. LE PRESTAZIONI DEL DAX
Andiamo a commentare il DAX dal punto di vista tecnico:

L’indice azionario tedesco ha vissuto dei momenti di forte tendenza rialzista (dal 29 settembre 2022 al 19 maggio 2023) in cui è riuscito a realizzare una grande prestazione del +37.60% circa; la stessa forza pare sia svanita negli ultimi mesi. Osserviamo la grafica seguente:

Possiamo assistere ad una lateralizzazione del prezzo, indicata dal rettangolo di color giallo. Interessante notare come esso, dal 31 luglio, abbia realizzato un triangolo discendente (figura tecnica ribassista) che ha visto un breakout lo scorso 25 settembre.

2. DAX E DATI MACROECONOMICI CHIAVE: IFO, ZEW E FIDUCIA DEI CONSUMATORI
C’è ora da chiedersi quali potevano essere le forze che avevano sostenuto il rialzo dell’indice e quelle che ora stanno catalizzando il suo ribasso; a tal proposito, si osservino le due figure successive:


Il rialzo del 29 settembre ’22 / 19 maggio ’23 era stato sostenuto dalla forza di alcuni dati macroeconomici chiave (ovviamente a livello tedesco), tra i quali:
• IFO sulle aspettative future (che misura la fiducia delle imprese tedesche con un’ottica temporale a sei mesi)
• ZEW sulle aspettative future (che misura la fiducia di investitori istituzionali e analisti sul futuro economico tedesco)
• Fiducia dei consumatori
L’ultimo ribasso, al contrario, è stato sostenuto dalla debolezza degli stessi dati macroeconomici.
Perché essi riescono ad impattare sul DAX? Per spiegare ciò occorre osservare le tre grafiche successive che, in ordine, mostrano:
• La correlazione positiva DAX – IFO sulle aspettative future
• La correlazione positiva DAX – ZEW sulle aspettative future
• La correlazione positiva DAX – fiducia dei consumatori



Le correlazioni positive osservate sottolineano come quei dati macro riescano ad influenzare decisamente l’indice azionario.
Domanda delle domande:
“Perché?”
Proviamo a realizzare dei ragionamenti logici, partendo dal dato sulla fiducia dei consumatori.
• Ad una maggior fiducia di questi ultimi corrisponderà molto probabilmente un aumento della loro domanda per beni e servizi: essi andranno ad aumentare le loro spese; questo andrà a migliorare il sentiment delle imprese, che rafforzeranno i loro utili societari. Al verificarsi di queste condizioni migliorerà altresì il sentiment di analisti e investitori.
È importante ricordare che una delle variabili della formula del calcolo del PIL (utilizzando il metodo della spesa) sono proprio i consumi. La formula in questione è:
PIL = C + I + G + (EX – IM)
Dove:
C: Consumi
I: Investimenti
G: Spesa pubblica
(EX - IM): Export – Import
Dunque:
• All’aumentare della fiducia dei consumatori aumenterà la variabile C ma anche…quella I. Il motivo è semplice: vedendo un aumento della fiducia dei consumatori, le imprese saranno più incentivate ad investire dei capitali in nuovi progetti e beni strumentali
L’esempio è stato realizzato immaginando un contesto di espansione economica, caratterizzata da un aumento della domanda e degli investimenti delle imprese. È vero l’opposto in condizioni di rallentamento economico, dove le “variabili” di consumo e di sentiment andranno ad invertire la tendenza.
In un contesto del genere, come potrà mai essere il sentiment degli investitori? Sicuramente positivo, dal momento in cui è proprio in un’espansione economica che il mercato azionario realizza le sue migliori performance, sostenuto da un aumento degli utili delle società quotate!
L’esempio sottintende una questione importante:
• I tre dati macroeconomici si influenzano a vicenda e, a loro volta, influenzano il mercato azionario (DAX)

Troviamo conferma nelle successive correlazioni positive tra i tre dati macro:

3. ATTENZIONE ALLA BCE
Concentriamoci ora sulla politica monetaria in Euro Area.
L’ultima riunione datata 14 settembre ha visto una BCE “falco” aumentare i tassi di interesse di altri 25 punti base con lo scopo di combattere l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo.
I tassi, ad oggi, si trovano al 4.5%, come nell’epoca della bolla di internet (2000-2001); c’è da stupirsi? Direi di no, dal momento in cui la banca centrale ha dovuto affrontare un tasso di inflazione che al suo massimo anno/anno registrava valori in doppia cifra: +10% e poco oltre.

Più una politica monetaria si presenta restrittiva e più, nel medio periodo, impatta in negativo sul mercato azionario; spiegherò i motivi più avanti.
Ora è necessario ricavare un indice di forza che espliciti le aspettative del mercato sui tassi di interesse BCE; sarebbe stato utile avere un “LQDH/LQD” europeo, ma questo non è possibile. Come “arrangiarsi” in tal senso? Sfruttando il concetto di duration!
• Sappiamo che l’asset class obbligazionaria presenta il rischio “tassi di interesse”; all’aumentare di essi corrisponderà un deprezzamento dei bond. La duration, espressa in termini di tempo (in anni, tipicamente), ci fornisce una misura di quanto una particolare obbligazione (o ETF obbligazionario) venga effettivamente impattata. All’aumentare della duration, aumenterà il potenziale deprezzamento di un bond in seguito a un rialzo dei tassi di interesse
Prendiamo in considerazione due ETF obbligazionari che replicano l’andamento di prezzo di un indice di titoli di stato europei. Essi sono mostrati nella figura successiva:
• L’iShares € Govt Bond 1-3yr ETF, dal ticker “IBGS”
• L’iShares € Govt Bond 7-10yr ETF, dal ticker “IBGM”

Le due grafiche successive mostrano gli emittenti principali e le relative duration dei due ETF:

La duration di IBGM (7.84 anni) si presenta superiore rispetto a quella di IBGS (1.68 anni).
Il prezzo del primo ETF è stato più ribassista del secondo durante l’inasprimento della politica monetaria? Proprio così, e questo è dimostrato nella grafica successiva:

Dal 2022 ad oggi, durante il processo di rialzo dei tassi, l’ETF a maggior duration ha realizzato performance peggiori (del -21.36%) rispetto all’altro (-3.45%).
Osservate l’arco temporale gennaio 2022-giugno 2022:
• Nonostante i tassi di interesse fossero ancorati allo 0%, il movimento dei due ETF a diversa duration aveva anticipato il rialzo dei tassi
Questo cosa significa?
• Gli investitori acquistano o vendono le loro aspettative

Infatti, creando un indice di forza tra i due ETF, “IBGS/IBGM”, si ottiene un indicatore anticipatore (leading indicator) sui tassi di interesse. Questo è rappresentato nella figura successiva:

• Ad un rialzo dell’indicatore leading corrisponderanno aspettative di inasprimento monetario, al contrario aspettative di allentamento
Le aspettative del mercato sui tassi di interesse stanno impattando sull’indice azionario DAX? Proviamo a scoprirlo nella grafica seguente:

Sembrerebbe di sì. In particolare:
• È dal 6 luglio 2023 che DAX e IBGS/IBGM presentano tra loro una correlazione negativa; il ribasso dell’indice azionario (dal 31 luglio) ha avuto inizio al rialzo del leading indicator (nella medesima seduta di contrattazioni). La stessa correlazione inversa ha dato vita a due figure tecniche completamente opposte: un triangolo discendente ribassista e uno ascendente rialzista
Ma…non finisce qua! È interessante notare la formazione di altre correlazioni inverse del leading indicator con i tre dati macroeconomici citati precedentemente. A tal proposito, si osservino le tre figure successive:

Più una politica monetaria si presenta restrittiva e più, nel medio periodo, impatta in negativo sul mercato azionario.
• Al salire del costo del denaro, diminuirà la domanda dei consumatori per prestiti e finanziamenti per acquisti di beni discrezionali; a risentirne in negativo saranno le imprese, che vedranno volumi di vendita in rallentamento. A questo punto, in uno scenario di rallentamento economico, peggiorerà il sentiment di investitori e analisti
In uno scenario di questo tipo, riconducibile alla fase 6 del ciclo economico (che stiamo vivendo), che tendenza presenta (o, per lo meno, dovrebbe presentare) il mercato azionario? Ribassista!
Per tutti i motivi evidenziati, la mia visione da oggi alla fine dell’anno sarà ribassista. Andrò ad osservare attentamente le correlazioni, specie quella inversa IBGS/IBGM – DAX. Senza dimenticare altri due dati macro: i due PMI (servizi e manifatturiero), entrambi in territorio di contrazione:

Per terminare l’analisi:
• L’area di prezzo più importante che il DAX andrebbe a testare in un eventuale ribasso sarebbe quella dei 14500€ - 14900€.

Per qualsiasi domanda contattatemi pure.
A presto.







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