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L'azionario non si schioda dai massimi

ACTIVTRADES:EURUSD   Euro / Dollaro
Ancora poche novità sui mercati, in chiusura della quarta settimana di febbraio, con le price action dei diversi asset che continuano a evidenziare nuovi tentativi di salita dei mercati azionari (anche se gli eccessi evidenti ne limitano la volatilità al rialzo), a cui corrisponde una fase interlocutoria e di trading range nelle valute, e un mercato obbligazionario che, dopo aver visto i rendimenti dei principali titoli di stato rialzare la testa, sta cominciando una fase di correzione.

Correlazioni che continuano quindi a rimanere ballerine e poco costanti. La volatilità rimane alta nel breve periodo, ma contenuta se osserviamo i grandi movimenti direzionali, che restano validi solo sull’equity. Venerdì però l’azionario USA si è rivelato misto, con l'S&P 500 leggermente in rialzo (+0.03%), il Dow Jones in verde dello +0.16%, mentre il Nasdaq ha perso lo 0,37% dopo aver raggiunto livelli record all'inizio della giornata.

Il titolo del momento, Nvidia, ha chiuso in rialzo dello 0,4%, toccando un nuovo massimo storico di 805,55 dollari all’inizio di seduta, superando una valutazione di 2 trilioni di dollari. Tra gli altri titoli, segnaliamo Carvana, piattaforma di e-commerce di automobili usate, che è cresciuta del 31,8% dopo che ha riportato una perdita più contenuta nel quarto trimestre. Titolo che sale con dati in calo, ormai stiamo facendo l’abitudine a tutto!

Tornando agli indici, segnaliamo che nella settimana appena terminata, l'S&P 500 ha registrato un guadagno dell'1,6%, il Dow Jones e il Nasdaq hanno guadagnato l'1,3% ciascuno. I rendimenti del decennale USA è sceso qualcosa, a +4.27 da + 4.31 della scorsa ottava.

SALGONO ASPETTATIVE INFLAZIONE EUROPEA

La BCE ha rilasciato il rapporto sulle aspettative di inflazione registrate in Europa da parte dei consumatori, e relative al 2024, evidenziando, come siano salite al 3,3% a gennaio 2024 dal 3,2% di dicembre, che si era rivelato a sua volta, come il valore più basso dal febbraio 2022. Al contrario, le aspettative di inflazione per i tre anni a venire sono rimaste invariate al 2,5% e l’incertezza sull’indice dei prezzi è rimasta stabile.

Allo stesso modo, il rapporto rivela che i consumatori si aspettano che i prezzi, nel mercato immobiliare, salgano del 2,2% nei prossimi 12 mesi, mentre le attese sui tassi di interesse ipotecari per i prossimi 12 mesi sono scese ulteriormente dal 5,3% al 5,1%. Stabili invece a +1.2%, le previsioni di crescita del reddito nominale nei prossimi 12 mesi, mentre quelle di spesa sono cresciute dal 3,6% al 3,7%.

Relativamente al Pil e alla crescita, le aspettative, per l’anno in corso appaiono meno negative (-1,1% vs -1,3%) mentre la disoccupazione è scesa al 10,9% dall'11,2%. Ciò va a confermare la volontà della BCE di tenere i tassi invariati ancora per qualche tempo, in contrasto con la richiesta di molti economisti che chiedono a gran voce il taglio del costo del denaro, per il timore di una crisi che potrebbe non tardare a sopraggiungere nei prossimi mesi, quando si esauriranno gli effetti della liquidità post pandemica immessa nel sistema.

VALUTE

Sui cambi, ripetiamo da qualche settimana, il solito copione, ovvero principali rapporti di cambio nei trading range che di fatto viviamo da inizio anno. EurUsd che dall’inizio del 2024 ha vissuto dapprima una discesa da 1.1135 a 1.0700, ovvero circa il 4%, per poi da metà febbraio, tentare un recupero con massimo per ora toccato a 1.0885. Siamo ora a 1.0820 e la moneta unica fatica a rompere al rialzo, almeno per il momento. La volatilità potrebbe aumentare se violassimo l’area di 1.0900 con possibili target a 1.1000 10 area e 1.1140 doppio massimo. Al di sotto di 1.0790, potremmo accelerare per un ritorno sul supporto chiave di 1.0700.

La sterlina si muove all’incirca allo stesso modo con una accelerazione rialzista che non è stata però per ora sufficiente a fargli violare l’area chiave posta a 1.2780-90 a cui fa seguito 1.0840. Tra i cross, interessante l’EurChf che si trova a ridosso della resistenza chiave di 0.9535, la cui violazione potrebbe portare i pezzi a 0.9680, massimo recente visto il 20 novembre scorso. Molto dipenderà dalla SNB che, dopo gli ultimi dati negativi, potrebbe anche azzardare il primo taglio dei tassi del 2024.

Sul UsdJpy e tutti i suoi cross, viviamo ancora tensione rialzista, con 151.80 che rimane nel mirino, in assenza di azioni (ma non dichiarazioni) della BoJ, che latita e non si fa vedere se non con qualche sporadica affermazione a sostegno della valuta.

Interessante anche la divaricazione tra Nzd e Cad, considerato il fatto che i dati canadesi spingono per un taglio del costo del denaro, mentre quelli neozelandesi sembrano far pendere la bilancia verso un ulteriore rialzo da parte della RBNZ.

Il periodo può diventare molto interessante sul mercato dei cambi, proprio perché prima o poi le banche centrali agiranno anche in modo non coordinato e le diverse aspettative sui tassi potranno far finalmente muovere questa importante asset class.


DATI SOTTO LA LENTE

Nella prossima settimana, dobbiamo tenere in considerazione, tra i dati in uscita negli Stati Uniti, gli indici dei prezzi PCE, il reddito personale e i dati sulla spesa, oltre ai discorsi di vari funzionari della Federal Reserve. Inoltre, sempre negli States, da osservare l’ISM Manufacturing PMI, la seconda rilevazione del PIL del quarto trimestre scorso, gli ordini di beni durevoli, la fiducia dei consumatori CB e i dati sul mercato immobiliare.

A livello internazionale, l’attenzione sarà attirata dai tassi di inflazione in Giappone, Australia, Francia, Spagna, Germania, Area Euro e Italia, oltre ai tassi di disoccupazione per Germania, Brasile, Messico, Giappone, Italia e area euro. Da non dimenticare la pubblicazione del PIL in Turchia, Svizzera, India, Canada e Brasile.

Infine, i PMI manifatturieri per paesi chiave come Cina, Russia, Svizzera, Spagna e Canada, dati che potranno fornire informazioni sullo stato di salute dei rispettivi settori industriali. Per quel che riguarda i tassi di interesse, c’è interesse per la decisione da parte della banca centrale della Nuova Zelanda, che sarà il principale market mover della settimana per l’andamento del dollaro neozelandese.

Saverio Berlinzani




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