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Dot Plot e Tassi: La Settimana Cruciale delle Finanze Globali

FRED:FEDFUNDS   Effective Federal Funds Rate
Settimana importantissima per quanto riguarda le politiche monetarie di tutti i più grandi paesi. Sono completamente cambiate le aspettative sulle politiche monetarie. Secondo gli analisti e le proiezioni non ci saranno aumenti dei tassi ma saranno fondamentali le dichiarazioni dei governatori delle varie banche centrali. Inoltre la Federal Reserve pubblicherà le nuove proiezioni economiche(dot plot).

I principali treasury americani hanno avuto una correzione di circa il 10% rispetto al picco del 27 luglio quando una narrativa più aggressiva della FED ha spinto i rendimenti obbligazionari ai massimi dal 2008 esercitando una forte pressione al ribasso sull'azionario. Durante l'ultimo mese e mezzo però il tono di Powell si è ammorbidito notevolmente e stando ai dati, non gli si può dar torto L'inflazione ha ripreso il suo percorso discendente sia nella componente generale (3,2% ad ottobre dal 3,7% di settembre) che in quella «core» (4% dal 4,1%) nonostante la vischiosità dell'inflazione degli affitti, senza la quale Bloomberg stima che il CPI core avrebbe già raggiunto l'obiettivo della FED del 2%.

Insomma con il PIL che ha retto molto meglio delle attese, il mercato del lavoro in moderazione, i tassi di rendimento obbligazionari lontani dai massimi di periodo, gli utili societari tornati a crescere dopo 3 trimestri in rosso. L’ultimo dato che manca per avere una panoramica generale per analizzare meglio cosa succederà mercoledì è il dato inerente all’inflazione. Ma com’è uscito? In effetti il dato di oggi non si è rivelato quel dato shock che in molti si aspettavano con l'inflazione generale in linea con le aspettative al 3,1% e l'inflazione «core» stabile per il 2° mese consecutivo al 4% a causa della oramai rinomata vischiosità dei prezzi degli alloggi che a novembre sono saliti dello 0,4% VS il +0,3% del mese precedente. Dal nostro punto di vista, il dato di oggi è molto più positivo che negativo in quanto ha dissipato un po' di entusiasmo circa le aspettative sui futuri tagli dei tassi e renderà meno «traumatica» la narrativa prudente di Powell nella Conferenza post meeting del FOMC di domani dal quale continuiamo ad attenderci un miglioramento nelle proiezioni su PIL, PCE e FED FUND RATE nel 2024.
Ma perché i dati inerenti all’inflazione sono molto più positivi che negativi? Lo possiamo notare da come gli investitori, nonostante dati sull'inflazione di novembre misti, mantengono un sentiment positivo sull'azionario, con i principali indici in leggero rialzo. Sorprendentemente, le obbligazioni, inizialmente colpite, hanno iniziato a recuperare terreno con diminuzione dei rendimenti su tutte le scadenze nelle ultime ore.
Le persone hanno un ottica abbastanza negativa sull’economia americana ma le cose stanno andando molto meglio del previsto. Tutti si stanno concentrando sul dato inerente all’inflazione in linea e agli NFP a rialzo(rialzo dovuto a circa 44.000 lavoratori rientrati a lavoro dopo lo sciopero del settore automobilistico,sennò il dato era in linea con le attese). Nel passato quando c’è stato sia un’accelerazione della disoccupazione e un crollo dei consumi e quindi dei prezzi la FED ha sempre fatto dietrofront sui tassi d’interesse. Questa situazione è molto simile al soft landing del ‘95 con tassi che si ristabiliscano al calare dell’inflazione.

Apriamo ora una breve parentesi sulla Bank of Japan. Attualmente, resta l'unica banca centrale con tassi d'interesse negativi, nonostante un'inflazione superiore al 3% e un gravoso debito pubblico. Al contempo, gestisce il tasso a breve termine e ha imposto un limite per il debito a 10 anni, mantenendo una politica monetaria espansiva, ma con un occhio attento all'inflazione in crescita.

Dopo anni di politica monetaria accomodante, sorge la domanda: seguirà la Bank of Japan l'aggressività di FED e BCE? Un possibile aumento dei tassi potrebbe spingere gli investitori giapponesi a privilegiare i rendimenti nazionali, dismettendo quelli esteri e potenzialmente innescando un'onda di cambiamenti a livello internazionale, specialmente sui treasury.

La prospettiva si orienta verso posizioni short swing su USDJPY, anticipando variazioni significative nelle politiche monetarie nei prossimi mesi. Parallelamente, confermiamo la nostra strategia di posizioni long sui principali indici americani, puntando a sfruttare un promettente rally natalizio e mirando a nuovi massimi storici, come previsto nelle analisi precedenti.

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