Perché se la Fed ha fatto un aumento record dei tassi il Nasdaq è salito del +4%?
A Wall Street si dice:
"Gli anni a venire a volte porteranno importanti cali del mercato – e addirittura crisi di panico – che influenzeranno praticamente tutte le azioni. Nessuno può dirti quando si verificheranno questi traumi." Warren Buffett
La mia opinione ed il mio punto sul mercato oggi.
Ma come direte voi la Fed ha alzato il tasso di interesse di 75 punti base, secondo maggior rialzo di queste dimensioni consecutivo. Il più grande movimento al rialzo dei tassi di interesse fin dal 1980, ed i titoli tecnologici fanno più 4%? L’S&P torna a chiudere sopra i 4000 punti cosa che non accadeva da giugno? Ma che sta succedendo in borsa? Andiamo subito alla risposta in maniera tale che possiate capire il senso del rialzo di ieri. Lo scenario che il mercato, in previsione di quello che poteva accadere aveva prefigurato era apocalittico, i prezzi riflettevano quello scenario. Le parole di Powell di ieri: "La Fed si aspetta ancora una crescita positiva per l'intero anno”, hanno prospettato uno scenario molto migliore di quello che il mercato stava valutando. Se così fosse, lo scenario peggiore che ha fatto crollare le azioni nella prima metà dell'anno sembra essere superato. Ed è per questo che le azioni ier hanno fatto questo rally.
La Fed ha aumentato i tassi di 75 punti in due meeting mensili consecutivi... e il mercato l'ha apprezzato! Le azioni sono letteralmente decollate a fine seduta dopo i commenti del presidente Jerome Powell, facendo salire il NASDAQ di oltre il +4% e aiutando l'S&P a chiudere sopra quota 4000 per la prima volta dall'inizio di giugno.
Ma perché c'è stata una reazione così violenta? Perché le azioni sono salite così tanto? La mia risposta è che secondo me c'erano ieri, prima delle parole di Powell, molti più operatori di quanto i sondaggi avessero rilevato, che avevano scommesso su un rialzo di 100 punti base. Ricordo che il mercato era sull'orlo di una crisi di nervi all'inizio del mese di luglio, quando era uscito il dato sull'IPC di giugno che mostrava che l'inflazione era più calda del previsto. Ma un inizio di reporting season migliore delle aspettative ha contribuito a placare le preoccupazioni, anche se le notizie sull'impatto dell'inflazione sui consumatori hanno in ogni caso rafforzato la necessità di tenere sotto controllo l'impennata dei prezzi.
Ieri ci racconta che il NASDAQ ha interrotto una serie di tre giorni consecutivi di chiusura in negativo, e ci ripropone il settore tecnologico di nuovo leader del mercato. L'indice è cresciuto del +4,06%, e nonostante i risultati negativi presentati ieri, le azioni di Alphabet (GOOGL) e Microsoft (MSFT) sono salite rispettivamente del +7,7% e del +6,7% nella sessione. Anche l'S&P è stato evidentemente aiutato dal settore tecnologico e ha recuperato quota 4.000 per la prima volta in quasi due mesi. L'indice è salito del +2,62% chiudendo a 4023,61. Il Dow è salito del +1,37%.
Walmart è salita del +3,8% recuperando circa la metà del ribasso di mercoledì causato dal suo “profit warning”. Tutto il settore delle vendite al dettaglio ha beneficiato e buona parte del calo di martedì, tra gli altri Macy's +3,9% e Target +1,8%.
Invece in contro-tendenza, tra i titoli in ribasso dopo la chiusura di ieri figurano Meta Platforms e Qualcomm. Entrambi questi titoli sono stati in rialzo durante la seduta, ma nel mercato serale americano sono in calo rispettivamente del -4,5% e del -2,6%. META ha mancato gli utili dell'1,6% e ha presentato una previsione debole per il terzo trimestre, storia diversa per QCOM che ha battuto sia la linea superiore che quella inferiore ma è comunque in calo.
Oggi completeremo i rapporti con il resto dei FAANG, Apple (AAPL) e Amazon (AMZN). Ma ci sono altri nomi da tenere d'occhio come Mastercard, Pfizer, Merck e Intel. Il quadro generale della redditività aziendale che emerge dalla stagione degli utili del secondo trimestre, con circa il 33% delle società dell'S&P 500 che ha già pubblicato i risultati, continua a mostrare stabilità e resilienza nei fattori chiave degli utili, come la spesa dei consumatori e delle imprese. Un quadro degli utili stabile nonostante i numerosi venti contrari. Il rallentamento è iniziato, ma i dati sugli utili, i commenti dei dirigenti e le indicazioni non suggeriscono che l'economia statunitense si stia avviando verso una grave recessione economica.
Oggi avremo una risposta importante su cui basare i nostri ragionamenti futuri su una potenziale recessione. Infatti, oggi è prevista la prima lettura del PIL del secondo trimestre. Dal momento che il primo trimestre è sceso dell'1,6%, un'altra flessione sarebbe tecnicamente il segnale di una recessione. Le aspettative sono molto varie, da una perdita simile a quella del 1° trimestre a un leggero aumento. Come si è espressa la Fed ieri su questo punto? Il presidente Powell non ritiene che al momento ci troviamo in una recessione, poiché "ci sono troppe aree dell'economia che stanno funzionando troppo bene". E questo include un "mercato del lavoro molto forte".
Rubrica” L’angolo di Warren Buffet conosciuto come l’oracolo di Omaha”.
Come l’oracolo ellenico non commetterò mai errori anche quando sembrerò farlo starò solo anche se inconsapevolmente adombrando la verità.
I titoli ieri hanno registrato un'impennata che è coincisa con la fine della conferenza stampa di Powell che è sembrato, oserei dire, quasi rialzista sul fatto che l'economia statunitense, pur rallentando, probabilmente non è in recessione grazie al forte mercato del lavoro. Anche le pressioni inflazionistiche si stanno moderando, soprattutto per quanto riguarda le materie prime. La strategia della Fed potrebbe funzionare? La Fed lascerà che i recenti aumenti dei tassi si facciano strada nell'economia nelle prossime 8 settimane, fino alla riunione di settembre. Nel frattempo, ci saranno altri due rapporti sull'IPC e due sull'occupazione che forniranno ulteriori dati sull'andamento dell'inflazione. Naturalmente, oggi scopriremo se siamo tecnicamente in recessione o meno quando uscirà il PIL del secondo trimestre. Ricordo che le stime variano da un calo del -1,2% a un aumento dello 0,5%. "In ogni caso, recessione o no, la crescita è rallentata (il che è positivo per affrontare l'inflazione). La domanda ora è: come sarà la crescita nel terzo trimestre e nel resto dell'anno? Dai minimi di giugno, il Dow è salito del +7,59%, l'S&P del +9,73% e il Nasdaq del +13,0%. I mercati sono ancora in calo a doppia cifre. Ma sono ben lontani dai loro livelli peggiori".
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