Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 26.05.2022

TVC:NDQ   US 100 Index
Le minute dell’ultimo FOMC conferma svolta “hawkish”, ma con “misura”.
L’economia cinese rallenta, Governo accelera sugli stimoli.
Crescita Usa sostenuta ancora dai consumi private, ma il resto…?
Cali pesante dopo 100 sedute 2022 per Wall Street. E’ una base per ripartire?

Prove di rimbalzo dei listini azionari europei nella seduta di meta’ settimana, 25 maggio: tra le poche motivazioni si puo’ annoverare la pubblicazione delle minute dell’ultimo Comitato di Politica Monetaria (FOMC) della Federal Reserve che ha usato toni morbidi nel descrivere la “stretta” in corso e la prospettiva economica, che “regge bene” grazie alla forza dei consumi delle famiglie e del mercato del lavoro.

Il recupero migliore e’ per Milano (FtseMib), +1,6%, ma si rilevano buoni progressi anche per Parigi (Cac40), +0,8%, e Francoforte (Dax40), +0,7%. Nel finale di seduta anche Wall Street ha ritrovato slancio, poco impatatta dalla prospettiva confermata di 2 rialzi dei tassi da +0,5% nelle riunioni di giugno e luglio.

Il Dow Jones, unico tra i principali indici Usa ad aver inanellato quattro rialzi consecutivi, ha guadagnato +0,6%, lo S&P500 +0,9%, il Nasdaq +1,5%. Consumi discrezionali, energia e tecnologia hanno guidato i rialzi, con progressi tra +1 e +2%, ma e’ presto per dire che il trend ribassista sia invertito.

Al giro di boa delle prime 100 sedute dell’anno, i listini azionari Usa mostrano cali pesanti ed in larga parte inattesi: tra tutti spicca il -27% del Nasdaq, che non trova riscontri nella memoria di chi scrive, neppure nel 2020 in piena crisi Covid. Impressionante anche la perdita del -17% dell’S&P500, se si pensa a quanto e’ diversificato e differenziato settorialmente.

Le minute dell’ultimo meeting di politica monetaria rivelano che la Banca Centrale Usa, per contrastare l’inflazione, e’ pronta ad adottare una politica monetaria chiaramente «restrittiva», che implicherebbe alzare i tassi al di sopra della soglia “neutrale”, ad un livello che rallenterebbe la crescita economica.

Edward Yardeni (economista e strategista fondatore dell’autorevole Yardeni Research), non usa mezzi termini per descivere l’aumentata probabilita’ di una recessione in Usa: “assegniamo a questo scenario tra il 30% ed il 40%". Sara’ anche il peggioramento della prospettiva macroeconomica a spingere il rendimento del Treasury Note decennale Usa ai minimi da un mese, +2,75%.

Tra i dati macroeconomici da seguire attentamente, anche per i riflessi sul mood dei mercati, segnaliamo oggi, 26 maggio, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, la lettura finale del Prodotto Interno Lordo del 1’ trimestre e la vendite di case esistenti ad aprile.

Nel frattempo, i dati macro di ieri, 25 maggio, sono stati sotto le attese . Gli ordini di beni durevoli in aprile sono aumentati +0,4 %, sotto le stime di +0,6 % e quelli di marzo, +0,6%. Il New York Fed manufacturing index di maggio conferma i massimi di aprile della componente “prezzi pagati”, e segnala che l'attività manifatturiera si è contratta per la prima volta da oltre 18 mesi.

Il rischio di stagflazione (stagnazione economica piu’ inflazione) potrebbero aumentare se perdessero quota le vendite al dettaglio, che finora hanno fatto “miracoli” negli Stati Uniti, perche’ cio’ causerebbe, quasi automaticamente, cali di margini reddituali delle aziende e scorte in aumento. Attenzione!!

In Cina si osserva l’attivismo di Banca Centrale e Governo a sostenere l’economia: a Shanghai, a partire dal 6 giugno, riaprono le scuole, ma a Pechino l’andamento dei contagi non vuole migliorare. Il quadro macro deteriorato spinge il premier cinese Li-Keqiang a descrivere il contesto attuale come, per certi aspetti, peggiore di quello della primavera 2020.

Le stime della crescita del GDP cinese 2022, rilevate da Bloomberg, sono state limate dal +6,1 al +4,5% negli ultimi 2 mesi, molto sotto al target governativo, +5,5 %, ed il tasso di disoccupazione è salito in aprile al +6,1%, sui livelli massimi della crisi Covid di febbraio 2020.

Pur con uno scenario di rallentamento globale, il prezzo del petrolio oscilla attorno ai massimi recenti, col WTI (West Texas Intermediate) che stamane, 26 maggio, guadagna oltre +1% sopra 111 Dollari/barile (ore 11.30 CET). A pesare sul prezzo del greggio la perdurante guerra nel sud-est dell’Ucraina e la difficolta’ dell’Unione Europea a trovare un accordo unanime sull’embargo totale al petrolio russo.

Sempre sul tema delle sanzioni si rileva il relativo pessimismo del capo delegazione Usa che a Vienna sta trattando un accordo sul “nucleare iraniano” e che sottinea le “eccessive richieste iraniane alle quali gli Stati Uniti non cederanno”: dal successo del negoziato discenderebbe una rimozione del divieto per l’Iran di esportare maggiori quantita’ di petrolio.

Listini azionari asiatici per lo piu’ in calo stamattina, 26 maggio: Nikkei giapponese -0,27%, e calo identico dell’Hang Seng di Hong Kong. Frazionalmente positivi gli indici cinesi continentali di Shanghai +0,50% e Shenzhen +0,54% (ore 13.30 CET).
Prove di rimbalzo dei listini azionari europei nella seduta di meta’ settimana, 25 maggio: tra le poche motivazioni si puo’ annoverare la pubblicazione delle minute dell’ultimo Comitato di Politica Monetaria (FOMC) della Federal Reserve che ha usato toni morbidi nel descrivere la “stretta” in corso e la prospettiva economica, che “regge bene” grazie alla forza dei consumi delle famiglie e del mercato del lavoro.

Il recupero migliore e’ per Milano (FtseMib), +1,6%, ma si rilevano buoni progressi anche per Parigi (Cac40), +0,8%, e Francoforte (Dax40), +0,7%. Nel finale di seduta anche Wall Street ha ritrovato slancio, poco impatatta dalla prospettiva confermata di 2 rialzi dei tassi da +0,5% nelle riunioni di giugno e luglio.

Il Dow Jones, unico tra i principali indici Usa ad aver inanellato quattro rialzi consecutivi, ha guadagnato +0,6%, lo S&P500 +0,9%, il Nasdaq +1,5%. Consumi discrezionali, energia e tecnologia hanno guidato i rialzi, con progressi tra +1 e +2%, ma e’ presto per dire che il trend ribassista sia invertito.

Al giro di boa delle prime 100 sedute dell’anno, i listini azionari Usa mostrano cali pesanti ed in larga parte inattesi: tra tutti spicca il -27% del Nasdaq, che non trova riscontri nella memoria di chi scrive, neppure nel 2020 in piena crisi Covid. Impressionante anche la perdita del -17% dell’S&P500, se si pensa a quanto e’ diversificato e differenziato settorialmente.

Le minute dell’ultimo meeting di politica monetaria rivelano che la Banca Centrale Usa, per contrastare l’inflazione, e’ pronta ad adottare una politica monetaria chiaramente «restrittiva», che implicherebbe alzare i tassi al di sopra della soglia “neutrale”, ad un livello che rallenterebbe la crescita economica.

Edward Yardeni (economista e strategista fondatore dell’autorevole Yardeni Research), non usa mezzi termini per descivere l’aumentata probabilita’ di una recessione in Usa: “assegniamo a questo scenario tra il 30% ed il 40%". Sara’ anche il peggioramento della prospettiva macroeconomica a spingere il rendimento del Treasury Note decennale Usa ai minimi da un mese, +2,75%.

Tra i dati macroeconomici da seguire attentamente, anche per i riflessi sul mood dei mercati, segnaliamo oggi, 26 maggio, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, la lettura finale del Prodotto Interno Lordo del 1’ trimestre e la vendite di case esistenti ad aprile.






Nel frattempo, i dati macro di ieri, 25 maggio, sono stati sotto le attese . Gli ordini di beni durevoli in aprile sono aumentati +0,4 %, sotto le stime di +0,6 % e quelli di marzo, +0,6%. Il New York Fed manufacturing index di maggio conferma i massimi di aprile della componente “prezzi pagati”, e segnala che l'attività manifatturiera si è contratta per la prima volta da oltre 18 mesi.

Il rischio di stagflazione (stagnazione economica piu’ inflazione) potrebbero aumentare se perdessero quota le vendite al dettaglio, che finora hanno fatto “miracoli” negli Stati Uniti, perche’ cio’ causerebbe, quasi automaticamente, cali di margini reddituali delle aziende e scorte in aumento. Attenzione!!

In Cina si osserva l’attivismo di Banca Centrale e Governo a sostenere l’economia: a Shanghai, a partire dal 6 giugno, riaprono le scuole, ma a Pechino l’andamento dei contagi non vuole migliorare. Il quadro macro deteriorato spinge il premier cinese Li-Keqiang a descrivere il contesto attuale come, per certi aspetti, peggiore di quello della primavera 2020.

Le stime della crescita del GDP cinese 2022, rilevate da Bloomberg, sono state limate dal +6,1 al +4,5% negli ultimi 2 mesi, molto sotto al target governativo, +5,5 %, ed il tasso di disoccupazione è salito in aprile al +6,1%, sui livelli massimi della crisi Covid di febbraio 2020.

Pur con uno scenario di rallentamento globale, il prezzo del petrolio oscilla attorno ai massimi recenti, col WTI (West Texas Intermediate) che stamane, 26 maggio, guadagna oltre +1% sopra 111 Dollari/barile (ore 11.30 CET). A pesare sul prezzo del greggio la perdurante guerra nel sud-est dell’Ucraina e la difficolta’ dell’Unione Europea a trovare un accordo unanime sull’embargo totale al petrolio russo.

Sempre sul tema delle sanzioni si rileva il relativo pessimismo del capo delegazione Usa che a Vienna sta trattando un accordo sul “nucleare iraniano” e che sottinea le “eccessive richieste iraniane alle quali gli Stati Uniti non cederanno”: dal successo del negoziato discenderebbe una rimozione del divieto per l’Iran di esportare maggiori quantita’ di petrolio.

Listini azionari asiatici per lo piu’ in calo stamattina, 26 maggio: Nikkei giapponese -0,27%, e calo identico dell’Hang Seng di Hong Kong. Frazionalmente positivi gli indici cinesi continentali di Shanghai +0,50% e Shenzhen +0,54% (ore 13.30 CET).

I maggiori listini azionari europei hanno chiuso la mattinata in robusto progresso, in media del +1,2% trovando sostegno anche dai future su Wall Street che preludono a riaperture in rialzo di oltre 1%.

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