Agosto da record a Wall Street: ma settembre cambierà le carte in tavola?
Agosto porta un altro mese di solidi guadagni
Venerdì 29 agosto le azioni hanno chiuso il mese in rialzo, nonostante alcuni dati poco incoraggianti sull’inflazione; i principali indici hanno comunque registrato incrementi consistenti.
Il NASDAQ è salito dell’1,6% ad agosto, segnando il quinto mese consecutivo in territorio positivo. Parallelamente, il Dow Jones ha guadagnato il 3,2% e l’S&P l’1,9%, con il quarto mese consecutivo di rialzo per entrambi. A sovraperformare è stato però il Russell 2000, che ha registrato un progresso del 7% nel mese.
Ora entriamo in quello che storicamente è uno dei periodi più difficili dell’anno per i mercati azionari. Tuttavia, questa volta, a metà settembre si terrà uno degli eventi più attesi: la riunione della Federal Reserve del 16 e 17 settembre. Se gli investitori otterranno ciò che sperano — un taglio dei tassi accompagnato da segnali di ulteriori riduzioni — il mese potrebbe smentire la sua tradizionale reputazione negativa. Secondo il CME FedWatch Tool, le probabilità di un taglio restano superiori all’85%.
I dati, però, non aiutano del tutto. Nell’ultima seduta è stato pubblicato il rapporto sulla Spesa per i Consumi Personali (PCE), considerato l’“indicatore di inflazione preferito dalla Fed”. Pur essendo in linea con le attese, l’attenzione del mercato si è concentrata sul Core CPI, che ha mostrato un aumento annuo del 2,9%, superiore al dato precedente. Si tratta del ritmo più elevato dal mese di febbraio: un segnale che i prezzi hanno ripreso a salire. Non è certo ciò che la Fed desidera osservare alla vigilia di un taglio dei tassi. È quindi probabile che, pur concedendo un primo allentamento a settembre, il comitato mantenga un atteggiamento prudente, valutando attentamente l’evoluzione dei prossimi mesi.
Il PCE è stato uno dei motivi per cui le azioni sono scese proprio venerdì 29, al termine di un mese comunque positivo. A ciò si è aggiunta la consueta presa di profitto, fisiologica dopo i massimi storici, favorita anche dall’imminente weekend lungo di tre giorni.
Nell’ultima seduta il NASDAQ ha ceduto l’1,15% (quasi 250 punti), chiudendo a 21.455,55. L’S&P è arretrato dello 0,64%, a 6.460,26, mentre il Dow Jones ha perso lo 0,20% (circa 92 punti), fermandosi a 45.544,88. Questo arretramento ha lasciato tutti i principali indici leggermente negativi nella performance settimanale, nonostante i massimi record toccati da S&P e Dow nella giornata di giovedì.
Il prossimo grande appuntamento sarà la pubblicazione dei dati sull’occupazione non agricola venerdì 5 settembre, con ogni probabilità destinati ad avere un peso maggiore rispetto al PCE. Nello scorso intervento a Jackson Hole, infatti, il presidente della Fed Jerome Powell ha espresso preoccupazione per l’andamento del mercato del lavoro. I dati precedenti si erano rivelati deludenti: a luglio erano stati creati soltanto 73.000 posti di lavoro, contro attese di circa 100.000, con l’aggiunta di revisioni al ribasso per i mesi passati.
Marco Bernasconi Trading
Agosto porta un altro mese di solidi guadagni
Venerdì 29 agosto le azioni hanno chiuso il mese in rialzo, nonostante alcuni dati poco incoraggianti sull’inflazione; i principali indici hanno comunque registrato incrementi consistenti.
Il NASDAQ è salito dell’1,6% ad agosto, segnando il quinto mese consecutivo in territorio positivo. Parallelamente, il Dow Jones ha guadagnato il 3,2% e l’S&P l’1,9%, con il quarto mese consecutivo di rialzo per entrambi. A sovraperformare è stato però il Russell 2000, che ha registrato un progresso del 7% nel mese.
Ora entriamo in quello che storicamente è uno dei periodi più difficili dell’anno per i mercati azionari. Tuttavia, questa volta, a metà settembre si terrà uno degli eventi più attesi: la riunione della Federal Reserve del 16 e 17 settembre. Se gli investitori otterranno ciò che sperano — un taglio dei tassi accompagnato da segnali di ulteriori riduzioni — il mese potrebbe smentire la sua tradizionale reputazione negativa. Secondo il CME FedWatch Tool, le probabilità di un taglio restano superiori all’85%.
I dati, però, non aiutano del tutto. Nell’ultima seduta è stato pubblicato il rapporto sulla Spesa per i Consumi Personali (PCE), considerato l’“indicatore di inflazione preferito dalla Fed”. Pur essendo in linea con le attese, l’attenzione del mercato si è concentrata sul Core CPI, che ha mostrato un aumento annuo del 2,9%, superiore al dato precedente. Si tratta del ritmo più elevato dal mese di febbraio: un segnale che i prezzi hanno ripreso a salire. Non è certo ciò che la Fed desidera osservare alla vigilia di un taglio dei tassi. È quindi probabile che, pur concedendo un primo allentamento a settembre, il comitato mantenga un atteggiamento prudente, valutando attentamente l’evoluzione dei prossimi mesi.
Il PCE è stato uno dei motivi per cui le azioni sono scese proprio venerdì 29, al termine di un mese comunque positivo. A ciò si è aggiunta la consueta presa di profitto, fisiologica dopo i massimi storici, favorita anche dall’imminente weekend lungo di tre giorni.
Nell’ultima seduta il NASDAQ ha ceduto l’1,15% (quasi 250 punti), chiudendo a 21.455,55. L’S&P è arretrato dello 0,64%, a 6.460,26, mentre il Dow Jones ha perso lo 0,20% (circa 92 punti), fermandosi a 45.544,88. Questo arretramento ha lasciato tutti i principali indici leggermente negativi nella performance settimanale, nonostante i massimi record toccati da S&P e Dow nella giornata di giovedì.
Il prossimo grande appuntamento sarà la pubblicazione dei dati sull’occupazione non agricola venerdì 5 settembre, con ogni probabilità destinati ad avere un peso maggiore rispetto al PCE. Nello scorso intervento a Jackson Hole, infatti, il presidente della Fed Jerome Powell ha espresso preoccupazione per l’andamento del mercato del lavoro. I dati precedenti si erano rivelati deludenti: a luglio erano stati creati soltanto 73.000 posti di lavoro, contro attese di circa 100.000, con l’aggiunta di revisioni al ribasso per i mesi passati.
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Declinazione di responsabilità
Le informazioni ed i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione ad investire o ad operare nei mercati finanziari. Non sono inoltre fornite o supportate da TradingView. Maggiori dettagli nelle Condizioni d'uso.
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