Trump non parla, i mercati si fermano

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Wall Street ha vissuto ieri una giornata interlocutoria, una seduta caratterizzata da pochi movimenti, con i tre indici a oscillare intorno allo zero. Gli investitori restano in attesa di notizie provenienti da Riad, dove sono in corso i primi colloqui tra USA e Russia che hanno l’obiettivo di trovare un accordo quadro, allo scopo di mettere uno stop alla guerra russo-ucraina, iniziata ormai quasi tre anni fa.

Nel frattempo, gli investitori restano in attesa dei commenti dei funzionari della Fed, che hanno rafforzato le aspettative di tassi di interesse ancora invariati, almeno per il momento. La pubblicazione dei verbali del FOMC mercoledì dovrebbe evidenziare, una volta di più, l’approccio da falco della banca centrale USA, che ha bisogno di conferme relativamente ai dati macro, prima di avventurarsi in riduzioni premature del costo del denaro.

MATERIE PRIME

Spicca, tra di esse, il calo del gas naturale, che ha perso 11 euro nelle ultime due sedute, scendendo a 47,10 euro per megawatt-ora, per poi tornare e chiudere a ridosso dei 50. Le speranze di pace sembrano essere una delle ragioni principali di questo calo, dopo un inizio di anno piuttosto turbolento.

Il gold, intanto, continua il recupero dopo la correzione a 2.866, ed è ritornato a 2.935, con un'accelerazione che ha riportato i prezzi a ridosso dei massimi di 2.942, la cui violazione aprirebbe la strada al livello psicologico dei 3.000 dollari l’oncia. Sul petrolio non c’è molto da dire, nel senso che resta sotto le resistenze chiave anche se in fase di accumulazione. I prossimi giorni capiremo se cambia il trend o il mercato ritorna a scendere.

RECUPERA IL DOLLARO

Anche il biglietto verde rialza la testa, anche se parzialmente, in uno swing che per ora resta ancora correttivo, almeno nel brevissimo termine. EUR/USD si è avvicinato ai supporti chiave posti a 1,0430-40, trascinando con sé una buona parte dei cross della moneta unica, ovvero EUR/JPY, EUR/AUD, EUR/CAD, e anche EUR/GBP che ha perso il livello di 0,8300 appoggiandosi a 0,8290. Cable sempre sopra 1,2600, tiene meglio dell’euro, mentre il USD/CAD consolida in area 1,4170 senza sfondare al ribasso, ma incapace di tornare sopra 1,4200.

CANADA, CORREGGE L’INFLAZIONE

Il tasso di inflazione annuale è salito all'1,9% a gennaio 2025 dall'1,8% del mese precedente, in linea con le aspettative del mercato. Di conseguenza, l'inflazione è rimasta al di sotto dell'obiettivo medio della Banca del Canada del 2% per il sesto mese consecutivo, sostenendo le aspettative che la banca centrale probabilmente continuerà il suo ciclo di allentamento.

L'inflazione è aumentata nei trasporti poiché i prezzi più elevati di petrolio e gas naturale hanno spinto i costi della benzina a salire dell'8,6%. D'altro canto, l'inflazione è rimasta invariata per le abitazioni mentre i prezzi sono scesi per gli alimentari a causa dei tagli fiscali sul settore. Rispetto al mese precedente, i prezzi al consumo canadesi sono aumentati dello 0,1%.

ZEW IN RIPRESA

L'indicatore ZEW del sentiment economico per la Germania è salito di 15,7 punti a +26 a febbraio 2025, superando le aspettative del mercato di +20 e raggiungendo il livello più alto da luglio 2024. Ha anche segnato il più grande aumento della fiducia degli investitori da gennaio 2023, prima delle elezioni federali, poiché è cresciuto l'ottimismo sul fatto che il nuovo governo tedesco avrebbe avuto i numeri per governare.

Si prevede che i consumi privati acquisiranno slancio nei prossimi sei mesi dopo un periodo di domanda debole, mentre il recente taglio dei tassi di interesse della Banca centrale europea e i segnali di un ulteriore allentamento monetario hanno migliorato le prospettive per il settore delle costruzioni. Nel frattempo, la valutazione dell'attuale situazione economica della Germania è rimasta sostanzialmente invariata, con l'indicatore corrispondente in leggero aumento di 1,9 punti a -88,5.

RBNZ TAGLIA I TASSI

La Reserve Bank of New Zealand ha abbassato il suo tasso di interesse ufficiale (OCR) di 50 punti base al 3,75% nella riunione di questa notte, un taglio in linea con le aspettative. I tassi quindi scendono al livello più basso dalla fine del 2022, e le ragioni vanno ricercate in un mercato del lavoro in indebolimento, una crescita economica in rallentamento e un'inflazione in calo.

Nella sua dichiarazione di politica monetaria, la banca centrale ha osservato che l'inflazione rimane vicina al punto medio della sua fascia obiettivo dell'1%-3%. Il tasso di inflazione annuale della Nuova Zelanda si è attestato al 2,2% nel trimestre di dicembre 2024, il livello più basso da marzo 2021. Nel frattempo, la crescita del paese è diminuita anno su anno per cinque trimestri consecutivi fino a settembre 2024, mentre la crescita salariale sta rallentando, riflettendo una domanda più debole di lavoratori. Il dollaro neozelandese rimane sopra quota 0,5720 dopo aver testato 0,5680 di minimo nella notte.

istantanea

Buona giornata e buon trading!

Saverio Berlinzani




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