-CONTESTO “ Don't fight the fed “ questo uno dei principali mantra per gli operatori dei mercati finanziari, proprio ad intendere che posizionarsi contro quelle che sono le decisioni di una banca centrale non può portare a risultati positivi. Questa volta il posizionare i propri portafogli su modalità risk on, sperando in fortissime ripartenze del comparto equity, vuol dire andare contro alla maggioranza delle banche mondiali! Escludendo il quadro asiatico, dove la Cina è intenta ad attuare una grande ripartenza, e pertanto immette liquidità, così come il Giappone che con il nuovo governatore della banca centrale Ueda, mantiene politiche economiche espansive, il resto del mondo procede alla lotta contro l’inflazione spingendo sulle politiche monetarie aggressive atte raffreddare l’economia. Non più tardi di ieri la RBNZ , la banca centrale neo zelandese ha effettuato l’ennesimo rialzo dei tassi di interesse, seguendo ancora la scia australiana, entramenti i paesi ancora vivono un’inflazione sui livelli massimi, e un tasso di disoccupazione sui minimi. Inutile negare che fino a quando la disoccupazione on darà chiari segni di incremento la domanda rimarrà sostenuta e l’inflazione resterà resiliente. Quadro similare per l’America, dove l’inflazione ha si dato i primi segnali di rientro, ma troppo pochi e troppo lenti per la FED , per poter dare il via ad un cambio di rotta delle politiche monetarie. Ancora ieri sera il FOMC nei suoi verbali, ribadisce l’idea che l’inflazione rimane resiliente, e che c’è bisogno di maggiori prove che la strada intrapresa dai prezzi possa condurre rapidamente ai target del 2%, per ora, l’alta inflazione e la bassa disoccupazione, restano condite da una domanda aggregata forte, che da spazio di manovra alla banca centrale tenuta per suo statuto ad intervenire. Priorità è ridurre l’inflazione, ed i margini per alzare i tassi ci sono tutti, non ci sono al momento scusanti. Anche in Europa la situazione rimane simile, con l’inflazione che rallenta ma non in maniera sufficiente a giustificare cambi di rotta, non meno di due giorni orsono sono stati pubblicati i PMI, sia per l’Europa che per per il Regno Unito, e sebbene i dati positivi, ben fuori dall’area di contrazione economica ( tutti i dati sono risultati sopra il livello del 50%) , e la prospettiva di una mancata recessione economica, la domanda è: la BOE come prenderà questi dati? Se rimaniamo concentrati sulla volontà di frenare l’inflazione e di rallentare l’economia, possiamo dire che una mancata recessione on è forse un buon dato, se questa viene affiancata ad un’inflazione sui massimi degli ultimi 40 anni. Tutto trona nelle mani delle banche centrali che daranno le loro linee guida in questo marzo 2023.
-FOREX Il mercato valutario rimane nel medio periodo improntata ad un forte dollaro centrismo, sebbene gli ultimi dati PMI abbiano fornito occasione alle sterline di rispondere con una buona forza al dollaro USA. Il biglietto verde rimane tonico, spingendo il sentiment retail come sempre contrarian short al 59%, dando quindi per ora poca spinta direzionale. Si riflette la grande indecisione anche sulle majors, con eurusd che mostra un 58% di retail long, mentre la sterlina al 52% short. Piu evidente la forza del dollaro contro il Canada, con usdcad che rompe a rialzo la trendline resistiva che manteneva i prezzi in range, e porta cosi il mondo retail ad in interessante 77% short, cosi come le oceaniche che seguono il mood di risk o ff e perdono terreno contro il dollaro, trascinando con se i retail a caccia dei minimi attualmente al 66% e al 62% long su Australia e nuova Zelanda.
-EQUITY Anche il comparto equity rimane diviso, da un lato l’America che vive maggiore debolezza , con gli indici che non riescono a rompere le resistenze, dall’altro l’Europa che invece mostra maggiore tonicità non riuscendo per ora ad abbandonare le aree di massimo. Sp500 sotto le aree di 4020 dopo lo spike ribassista di ieri sera, sembra voler puntare nuovamente ai minimi di 3954 pnt , mentre il dax non trova spunti per chiudere oltre i supporti a 15249.
-DATI ATTESI DA CALENDARIO Attesi per oggi i dati sull’inflazione europea alle 11.00 dato chieve della mattina, per poi andare al pomeriggio a visionare il mercato del lavoro Usa con gli initial jobless claims
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