Matteo_Bernardi

Come trasformarsi in un trader vincente sui mercati

Formazione
SP:SPX   Indice S&P 500
Oltre il 95% di coloro che investono nei mercati finanziari non riesce a chiudere in profitto le proprie operazioni nel lungo periodo. Quali sono i motivi per cui una percentuale così alta di risparmiatori, che decide di farsi coraggio e investire autonomamente i propri risparmi, non riesce ad essere profittevole?

Nonostante perdere ingenti somme di capitale in un’operazione di trading online sia molto facile (specialmente in casi di inesperienza), è tuttavia bene ricordare che sui mercati finanziari la ricchezza non viene né creata né distrutta, bensì trasferita. Questa affermazione fa riflettere su un fatto che spesso viene tralasciato: se circa il 95% dei traders è destinato a perdere il proprio capitale nel lungo periodo, questo denaro verrà sistematicamente guadagnato dal restante 5%. Ma esiste davvero qualcuno che nel lungo periodo, indipendentemente dallo scenario macroeconomico che si presenta, riesce a chiudere costantemente in profitto? E quali sono le cause per cui la maggior parte di coloro che si approcciano al mondo dei mercati finanziari non riesce ad essere profittevole?

Nonostante questo interrogativo accenda mille passioni, la risposta è affermativa: esistono traders che fanno di questa attività il loro mestiere principale, riuscendo a sfruttare a loro vantaggio la maggior parte dei movimenti che il mercato ogni giorno propone loro. Molti concordano sul fatto che ciò che contraddistingue traders profittevoli da non, è l’atteggiamento con cui i primi si approcciano al mercato a differenza dei secondi. In particolare, i primi, hanno creato grazie alla loro esperienza un “codice interiore” il quale consente loro di agire in modo equilibrato ed efficace in ogni situazione. Ciò consente loro di essere profittevoli sui mercati grazie al rigoroso rispetto di due elementi fondamentali: Metodo e disciplina.

Per metodo s’intende una precisa strategia di trading, curante tutti i dettagli e che non lascia mai l’investitore senza sapere cosa fare. Un trader per assicurarsi di aver elaborato una strategia vincente sul mercato deve assicurarsi di poter controllare alcune variabili. Più specificamente, ciò significa, che prima di entrare dentro un’operazione, nella propria mente deve essere chiara la risposta alle seguenti domande:

- Quali sono i segnali che mi indicano di entrare e di uscire da un’operazione?

- Quanto capitale mettere su quel singolo trade?

- Quanto posso perdere al massimo sulla singola transazione?

- Quanto a lungo terrò aperta questa posizione?

La risposta a queste domande ancor prima di entrare dentro un’operazione, garantirà all’investitore un pieno controllo del rischio. L’efficacia del giusto metodo si traduce nel fatto che se rispettato permetterà al trader di minimizzare le perdite e al contempo massimizzare i profitti. Il pieno controllo di queste quattro variabili consentirà inoltre, una gestione del rischio tale da toglierci la possibilità di subire il cosiddetto “cigno nero”, situazione in cui viene subita una perdita che impatta in maniera fortemente negativa il proprio capitale.

Sun Tzu disse: “I buoni combattenti del passato in primo luogo mettevano sé stessi nella possibilità di non subire sconfitta e poi attendevano l’opportunità di vincere il nemico”.

La disciplina invece concerne il rigoroso rispetto del metodo che si è promesso di mantenere e sul quale si fa pieno affidamento. Frequentemente in quest’attività le proprie emozioni ci tradiscono, invogliando la nostra mente a far operazioni che alla fine risultano derivare da scelte irrazionali causate dal momento. Ciò impedisce alle strategie che ognuno si era prefissato di mantenere, di dimostrare la loro efficacia. Dunque, nonostante con disciplina si faccia riferimento alla mera applicazione della strategia progettata, molti esperti concordano sul fatto che sui mercati reali mettere in pratica quanto detto sia tutt’altro che scontato. Questo forte contrasto interiore avviene tra la parte razionale e irrazionale della nostra mente. La prima, che sa bene quale sia la cosa migliore da fare, spesso si fa condizionare dalla seconda, la quale è preda dei naturali istinti che questo mestiere fa nascere dentro di noi. Chi ha operato almeno una volta sui mercati finanziari sa a cosa ciò fa riferimento. Diventa cruciale, riuscire a far prevalere la razionalità sull’irrazionalità. Ciò risulta fondamentale per indirizzare l’operatività in un circolo virtuoso tale che nel lungo termine possa rivelarsi redditizia. In definitiva, la disciplina richiede la giusta dose di sacrificio attraverso il quale è possibile dominare i propri istinti, i propri impulsi e le proprie emozioni, evitando così che la nostra mente ceda nelle situazioni più delicate.

Sempre Sun Tzu disse: “Attraverso l’ordine, affrontare il disordine; attraverso il silenzio, affrontare il clamore: è questo il metodo per controllare la prontezza mentale. Trasformare la distanza in vicinanza; il disagio in comodità; la fame, in sazietà: è questo il metodo per controllare il vigore.”

Analizzando alcune differenze tra traders più e meno profittevoli si nota che coloro meno disciplinati rivelano maggior rigidità mentale, la quale fa forzare eccessivamente i singoli trade intaccando talvolta in perdite notevoli. Al contrario, i traders esperti sono consapevoli che non tutte le operazioni possono concludersi positivamente e in virtù di ciò, si sono abituati a ragionare in maniera probabilistica, abituando la mente ad accettare che il singolo trade può concludersi in guadagno ma anche in perdita.

Molti traders non essendo disposti ad accettare l’incertezza e il rischio derivanti dalle singole operazioni, mostrano preferenza nell’acquisto di titoli che si sono rivelati convenienti secondo svariati indicatori di analisi tecnica, la quale apparentemente sembra dare certezze. Ma è soltanto un’illusione. L’unica certezza del trading è che nella singola operazione questa non esiste. Imparare a ragionare sulla base delle probabilità conferisce l’unica possibilità di portare queste dalla propria parte nel lungo periodo e di essere quindi profittevoli.

Un esempio pratico che racchiude quanto detto finora può essere ripreso da Richard Weissman. Egli sostiene che molti investitori credono di essere traders ma in realtà, il modo di agire che questi hanno conferisce loro le stesse probabilità di guadagno che si hanno quando si entra in un Casinò. La differenza tra un trader e un giocatore d’azzardo è la stessa differenza che c’è tra il giocatore d’azzardo e il Casinò stesso. Il Casinò non rischia tutto su una singola giocata, i limiti che vengono posti sul singolo tavolo assicurano che anche se qualche scommettitore dovesse vincere le sue giocate (evento che il casinò mette in conto ed accetta), dando così vita a piccole perdite per il Casinò, non impatteranno assolutamente la redditività complessiva. Il Casinò è sicuro che se su ogni gioco messo da lui a disposizione si rispetteranno le giuste regole alla fine sarà lui a guadagnare. Potrà esserci chi vince alla roulette, chi alle slot machines e chi al Black Jack, ma questo, non attirerà minimamente l’attenzione della Sala Giochi. Inoltre, c’è da dire che il Casinò non prova nessuna emozione nel mettere in atto queste manovre, né si fa condizionare dalle piccole perdite che di tanto in tanto subisce. Invece, il giocatore d’azzardo si fa bruciare interiormente dalle proprie emozioni e in qualsiasi gioco in cui sfiderà il banco, indipendentemente dalla strategia utilizzata non sarà in grado di sconfiggerlo. In poche parole, lo scommettitore è matematicamente destinato a perdere.

Proprio come il casinò, la mente deve accettare che nel trading le entrate e le uscite sono random. Per quanto riguarda le perdite però, si possono gestire e questo è il primo grande vantaggio che si deve sfruttare. Dobbiamo essere rigidi e flessibili allo stesso tempo. Rigidi nelle regole e flessibili sulle aspettative.

Chiunque voglia approcciarsi al trading deve tener conto di questo esempio. Non siate il giocatore d’azzardo, siate il Casinò.
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