Periodo di drawdown per la maggior parte degli investitori, impossibile riuscire ad evitare lo storno di questi giorni per chiunque avesse aperte posizioni long, a prescindere dalla tipologia di esposizione settoriale. Il mercato non può salire per sempre e gli ultimi 20 mesi probabilmente ci hanno fatto pensare che investire in borsa o mantenere posizioni aperte sull’azionario possa esser semplice sia dal punto di vista tecnico che psicologico. E’ proprio la psicologia, in giornate dove prevale il rosso, a rendere più difficili le nostre decisioni, a prescindere dalla tipologia di approccio adottato negli investimenti.
Tutti commettiamo errori. A partire dall’investitore di lungo termine, con posizioni aperte in fondi diversificati ed efficienti. Egli dovrebbe sempre tenere a mente il proprio orizzonte temporale e la finalità dell’investimento e semmai preoccuparsi di bilanciare opportunamente il portafoglio e non modificarne gli assetti in maniera discrezionale, discostandosi dalla pianificazione opportunamente valutata dopo attenti studi o dopo una consulenza professionale. Eppure durante queste fasi viene quasi naturale liquidare le asset class più rischiose per la nostra intolleranza alle perdite. (Personalmente io sto individuando dei livelli dove incrementare le posizioni su ETF All Country World, dove ho un orizzonte temporale di almeno 25 anni).
Discorso simile nel contenuto, ma diverso nella pratica per il trader che svolge attività di stock picking. Spesso egli è portato a credere che la propria analisi su un determinato titolo sia infallibile o semplicemente non accetta di aver sbagliato (timing, size, strategia d’ingresso). Pertanto è in grado di tenere posizioni aperte in perdita per mesi, alimentando il loss o addirittura mediando sul titolo che puntualmente continua a perdere. A maggior ragione, quando si investe su singoli titoli, sono fondamentali la size dell’operazione ed i livelli tecnici di stop da rispettare in maniera maniacale (si veda la legge della rovina statistica).
Come mi comporto per la parte di portafoglio gestito in stock picking? Seguo semplicemente il piano, se arrivo ai livelli di stop chiudo con serenità l’operazione, attendo che gli indicatori che utilizzo per monitorare il mercato tornino in modalità Risk On, e resto alla finestra per i nuovi segnali d’ingresso. Qualora dovessi avere segnali sulle strategie da me impiegate, non esiterei a valutare ingressi a mercato.
Altro errore dettato dalla psicologia è la paura di riprendere l’operatività dopo una serie di stop. Dobbiamo tenere a mente che il mercato si compone di fasi e che i drawdown fanno parte del trading e che per ogni strategia adottata, dovremmo avere chiari il recovery time (in quanto tempo vengono raggiunti i massimi di equity dopo un ritracciamento) e l’entità del massimo drawdown sofferto dalla strategia nel passato.
Infine attenzione al revenge trading. Cercare di voler recuperare dalle perdite a tutti i costi, aprendo svariate posizioni che non faranno altro che peggiorare la nostra situazione. Il mercato non ci deve nulla, né tantomeno il desiderio di rivincita deve offuscare la nostra capacità di giudizio.
Investire è un processo, da pianificare, standardizzare secondo delle precise regole e replicare. Solo in questa maniera si può applicare una strategia vincente e scalabile.
Per quanto difficile, le emozioni devono restare lontane dai nostri broker e l’attività di trading, per quanto appassionante , deve risultare noiosa.
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