-CONTESTO Feste oggi per gli Stati Uniti, per il giorno del ringraziamento ed i mercati rallentano, dopo aver vissuto ieri diversi appuntamenti chiave con il calendario macroeconomico. Primo appuntamento chiave sono stati i PMI, che ancora auna volta hanno mostrato un’economia globale in rallentamento e questa volta anche gli USA sembrano non essere stati da meno, sia per il settore servizi che manifatturiero i dati sono stati tutti rivisti in calo, segnale chiaro di una congiuntura macroeconomica in netto rallentamento. Alle ore 20.00 abbiamo avuto i verbali del FOMC che hanno messo in evidenza la possibilità di tassi FED al 5% come obbiettivo valido per il raggiungimento del tasso di equilibrio, ovvero il giusto costo del denaro in grado di arginare la corsa dei prezzi, tuttavia il FOMC è stato chiaro nelle sue dichiarazioni, facendo notare che non è importante quanto in alto andranno i tassi, ma quanto a lungo rimarranno sui livelli di massimo! Il tempo sembra ora essere la vera discriminante, e se per ora i mercati festeggiano la speranza di vedere rialzi più modesti da aprte della FED e credere quindi che il peggio è alle nostre spalle, il Fomc mette in guardia dalla possibilità ancora lontana di assistere a tagli dei tassi di interesse. È dunque anche possibile che la FED si fermi al 5% come costo del denaro, ma è anche si vero che mantenere per un ampio lasso di tempo i tassi alti e attendere che l’economia reale risponda in maniera concreta e duratura con un rallentamento corposo al costo del denaro, potrebbe mettere alla luce maggiori possibilità di recessione profonda. Al momento sembra non interessare ai mercati, che restano positivi per il comparto equity, mentre a farne le spese resta il dollaro americano, sul quale ora pesa una peggiore congiuntura macroeconomica, che detta il ritmo a continue spinte ribassiste del biglietto verde. In questo contesto il dollaro perde terreno portando dollar index al test di 105.50 con il mondo retail che continua ora gli acquisti in mean reverting di un asset che sembra aver terminato la sua corsa rialzista durata quasi l’intero 2022 portandosi ora al 73% long sul basket dollari. Respirano dunque le altre majors, in particolar modo euro e nuova Zelanda. La moneta unica spinge ancora a rialzo puntando al test di 1.0475-1.05 con il mondo retail che ora si trova al 75% short invertendo una tendenza di acquisti che è durata tutto il 2022 ed ora con la nascita di una nuova direzionalità rialzista sembra non resistere alla tentazione di entrare a caccia di mean reverting Fortissimo anche il dollaro neo zelandese, che rompe a rialzo le resistenze di 0.6200 figura, e che trova in un posizionamento corto al 76% del mondo retail la benzina necessaria a ripartire dai minimi di questo 2022 e un supporto macroeconomico importante nei tassi di interesse oltre il 4% dettati ieri dalla RBNZ, mantenere oggi posizioni long nzd paga interessanti swap contro le majors concorrenti. Perde terreno il dollaro canadese, che in scia con le cadute del wti, sembra ora non avere motivazioni rialziste valide, trascinando ora con se un 81% di posizioni corte, sul basket, mentre usdcad si porta ad un 66% di retail long con i prezzi al test di 1.3325 rotto il quale non escludiamo possibili allunghi ribassisti fino le aree di 1.3225-30.
La giornata di ieri ha spinto ovviamente a ribasso i rendimenti obbligazionari, che vedono ora nelle scadenze più lontane oltre i 5 anni, una buona tendenza ribassista che potrebbe dettare quindi inversione costruttiva nei prezzi , grazie alle aspettative di una FED che non vada oltre il 5% e un’inflazione sotto controllo. Il calo dei rendimenti e del dollaro americano ha dato ampio respiro al gold, che gode ora di terreno fertile per allunghi rialzisti più corposi, dopo il test delle aree di 1731$ può sperare in allunghi rialzisti fino 1789$ Seguiremo oggi i verbali della BCE, che ci guideranno alla chiusura di questa settimana corta sui mercati mondiali. buona giornata e buon trading SALVATORE BILOTTA -----------------------------------------------------------------
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